Posts written by synnove;

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    La settimana appena passata era stata la piú difficile e infernale della sua vita, mai aveva passato cosí tanto tempo sui libri. Con l'arrivo degli esami finali i professori sembravano voler controllare a che punto fossero le loro conoscenze e abilità magiche e avevano fissato esami per ogni singolo giorno della settimana. I professori dicevano che era importante avere voti alti perchè avrebbe aiutato gli studenti a capire quale professione o percorso di studi scegliere una volta usciti di lí. E Synnove, che ancora non aveva la minima idea di cosa fare dopo la scuola, aveva passato tutti quei giorni a studiare per cercare di avere i voti migliori. Non poteva lamentarsi, aveva passato con successo quasi tutti gli esami pratici e non.
    Quella settimana sembrava non volesse finire piú e, invece, il sabato arrivó e la giovane Hoffman decise che per quel giorno non avrebbe toccato nessun libro. Di solito cercava di anticiparsi lo studio ma per quella volta, avrebbe volentieri saltato. Scese nella sala grande per fare colazione e lí ad aspettarla c'erano dei ragazzi con cui aveva stretto amicizia nell'ultimo mese. Era con loro che aveva studiato per gli esami e tra di loro si era creata una bella sintonia, un vero peccato averli conosciuti solo l'ultimo anno di scuola. Stavano parlando della settimana appena terminata e anche loro erano fermamente convinti che quella era stata la peggior settimana di sempre e, ben presto, l'avrebbero vissuta di nuovo per gli esami veri e propri. Ma c'era ancora tempo per quello, ora dovevano solo pensare a divertirsi e a godersi quelle ore di libertà e decisero che avrebbero passato la sera fuori magari in uno di quei locali nel villaggio. Quando misero piede nel primo locale che avevano trovato, le sembró che fosse passato un secolo dall'ultima volta che era uscita. Si diressero verso il bancone e ordinarono un paio di drink a testa, quelli dovevano bastare per fargli passare una bella serata. O almeno, quelli erano i piani. Mentre chiacchieravano e scherzavano su qualche pettegolezzo che girava per i corridoi della scuola, sentí una mano sulla spalla che la vide costretta a girarsi. Nel farlo, il respiro le si spezzó nel petto perchè l'ultima persona che pensava di vedere, era proprio davanti ai suoi occhi. Gwain era proprio lí davanti a lei e dalla puzza di alcol che emanava, doveva aver bevuto un bel po'. Questo, peró, non era piú un suo problema. Ciao. Lo salutó fredda mentre il sorriso che aveva avuto fino a quel momento, lentamente spariva. Serró le labbra ad una linea dritta e priva di espressione e fissó lo sguardo sul volto di Gwain. Non per colpa mia. Lui l'aveva ignorata per mesi e quando le aveva scritto di vedersi, aveva rovinato tutto picchiando Tyler e quell'inconveniente aveva scatenato una brutta lite che era finita con loro due che non si parlavano piú. Non avrebbe voluto che tra loro andasse cosí ma quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Gli aveva perdonato qualsiasi pessimo comportamento che aveva avuto nei suoi confronti ma non poteva continuare all'infinito. Senti che vuoi? Gli chiese gelida, incrociando le braccia al petto. Non ho voglia di rovinarmi la serata, ascoltando le tue inutili stronzate. Commentó aspra prima di ascoltare la proposta piú squallida che qualcuno gli avesse mai fatto. Senza pensarci due volte, poggió le mani sul suo petto e lo spinse via. Fai davvero schifo. Scosse la testa e lo guardó con un'espressione schifata. Non sono una delle tue discutibili conquiste, per queste cose c'é quella rossa che sarà contentissima di accompagnarti in bagno. Gli indicó la ragazza, sperando si allontanasse da lei. Non voleva stare nuovamente male, era stata da schifo nei giorni seguenti al loro ultimo incontro. Va' da lei e divertiti ma stammi lontano. Lo guardó un'ultima volta prima di voltarsi e tornare a prestare attenzione a quello che i suoi amici stavano dicendo, cercando di ignorare le sensazioni che la presenza di Gwain le suscitava.
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    Le sembrava assurdo che stessero litigando perchè avesse baciato Tyler. Erano svariati i motivi per cui pensava avessero litigato ma quello, quello era letteralmente fuori questione. Faccio fatica a comprenderti. Distolse lo sguardo da Gwain e lo portó altrove. Puoi finire la frase? Conosceva la sfacciataggine del ragazzo, la sicurezza con cui le rifilava le sue pessime battutine e come si apprestava a rinfacciarle pareri non richiesti. Perció si domandava come in un momento come quello, non riuscisse a dirle quello che realmente pensava. Voleva sapere quello che gli passava per la testa, se ci tenesse ancora a lei o se preferiva non avere mai piú a che fare con lei. Voleva saperlo, almeno si sarebbe messa l'anima in pace e avrebbe smesso di starci male.
    Perchè sí, l'assenza del ragazzo la faceva soffrire. Da quando ti importa di chi mi bacio o meno? Aggrottó le sopracciglia, mostrando tutto il suo disappunto. Io non sono di certo venuta a picchiare tutte quelle con cui hai scopato. Una punta di gelosia poteva scorgersi nel suo tono di voce mentre pensava con quante ragazze era stato e quante ancora doveva averne conquistato all'accademia. Un sentimento che non doveva provare, non per lui. Un sentimento che, peró, provava ogni volta che lo immaginava in compagnia di qualcuna che non fosse lei. Piú volte si era trovata a pensarci e ogni volta sentiva uno strano bruciore alla bocca dello stomaco, tanto che le impediva di mangiare. Non ti ho mai detto nulla sulle tue dubbie conquiste e tu non hai il diritto di giudicarmi se bacio Tyler. Chiaro? Alzó la voce, picchiettando con le dita sul ginocchio. Voleva andarsene prima che le emozioni prendessero il sopravvento e le facessero dire o fare qualcosa di cui se ne sarebbe pentita subito dopo. Credeva che quello che sentiva ogni volta che ripensava al bacio, fosse sparito ma riavere Gwain di fronte le aveva fatto cambiare idea. In quel momento si rese conto di quale persona orribile fosse, aveva usato Tyler solo per evitare di pensare al ragazzo e aveva creduto di provare qualcosa verso di lui. La verità era che le piaceva Gwain ma non poteva dirglielo o avrebbe compromesso la loro amicizia o, almeno, quello che ne restava. Perchè è cosí. Vuoi forse dire il contrario? Ne era sicura, non gli fregava piú nulla di lei e l'aveva anche dimostrato. Da quando sei partito non hai piú avuto tempo per me. Ogni volta dovevo aspettare mesi per ricevere una tua cazzo di risposta che, puntalmente, non arrivava mai. Il ragazzo non aveva scusanti, doveva ammettere la verità. Sai...pensavo che ci tenessi a me, a modo tuo. E invece mi sono sbagliata. Credeva di conoscerlo, almeno un po', ma si era sbagliata su tutto il fronte. Era palese che lei fosse stata solo un passatempo per Gwain quando erano ancora insieme a Durmstrang e lei, come una stupida, aveva creduto che potesse significare qualcosa. Eppure gli era rimasta vicino, aveva cercato di aiutarlo con la sua memoria, avevano passato un sacco di tempo insieme ma tutto quello non era bastato. Quella mattina non ricordavo nulla. Ti ho anche chiesto se fosse successo qualcosa e tu non mi hai risposto. Come un flashback, si ricordó di quello che il ragazzo le aveva detto: "hai provato a buttare un paio di persone in piscina, ma nulla di troppo sconveniente". E poi avrei voluto parlartene di persona ma... Ma lui non si era fatto vivo per tutto quel tempo e lei aveva lasciato correre, cercando di pensarci il meno possibile. E aveva fatto bene perchè per lui non contava nulla quel bacio, a differenza sua. Scattó in piedi, pronta ad andarsene, sicura di perdere Gwain. Per lei non aveva piú senso continuare a discutere ed era riuscita a mantenersi forte per tutto quel tempo, a non versare nemmeno una lacrima ma non era sicura di riuscire a farlo ancora. Gwain... Sussurró il suo nome nel momento in cui lo vide farsi vicino. La rabbia, la delusione, sembrarono svanire nel momento in cui le loro labbra si sfiorarono. Istintivamente portó le braccia dietro il collo del ragazzo come se avesse paura di vederlo svanire da un momento all'altro. Le labbra del ragazzo erano come se le ricordava, morbide, delicate, al contatto con le sue. Le premette piano contro quelle di Gwain e chiuse gli occhi peró come tutti i sogni piú belli, ti svegli e ti ritrovi a dover affrontare la realtà. Una realtà che si allontana di molto dalla meravigliosa dimensione dei sogni. E quando si allontanó dalle sue labbra e posó gli occhi in quelli del ragazzo, si ricordó del motivo per cui era lí e di tutto quello che era successo. Perchè lo hai fatto? Gli domandó, ancora vicina al suo volto.
    Io no-...devo andare, scusa. La voce tremava, segno che stava per cedere ma non poteva farlo davanti a lui, avrebbe aspettato di essere nella sua stanza per poterlo fare. Si voltó, incerta se muovere o meno dei passi in direzione della porta.
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    Davanti alla porta, mentre aspettava, si domandava perchè fosse tornata cosí presto da Gwain. Doveva rimanere con Tyler, restargli accanto e invece era lí. Era lí e non sapeva nemmeno cosa sarebbe successo, se avrebbero litigato o se sarebbero passati sopra l'accaduto. Cosa impossibile, visto che entrambi erano molto orgogliosi. Pensieri che ebbero vita breve visto che finalmente la porta si aprí e riveló la figura di Gwain che era coperto anche lui da sangue e tagli vari come Tyler. Lo devo prendere come uno dei tuoi complimenti? Abbozzó un sorriso ironico mentre si faceva spazio per entrare nella stanza del ragazzo. Era parecchio agitata e decisamente non dell'umore adatto per sopportare le battutine del ragazzo. Sapeva bene che le sarebbe bastato un niente per arrabbiarsi e mandare all'aria i suoi buoni propositi di restare calma.
    Si sedette al bordo del letto mentre Gwain si allontanó per andare in bagno. Inizió a fissare la parete difronte a lei, non sapendo esattamente cosa fare. Forse doveva lasciar perdere e andarsene ma voleva ancora bene al ragazzo, per lasciare che le cose rimanessero cosí. Da quasi un mese. Rispose a quella sua domanda sentendosi quasi in colpa, come se avesse tradito la sua fiducia. No, non è nulla di serio. Continuó poi. Era vero, c'erano state diverse uscite e anche qualche bacio ma nessuno dei due sembrava essere intenzionato a costruire qualcosa di serio. L'avrei fatto ma tu non mi rispondevi, ho pensato che non te ne fregasse piú nulla di me. Glielo avrebbe detto se lui le avesse acennato anche un minimo segnale di interesse per quello che le stava capitando ma visto che cosí non era stato, si era limitata a raccontargli (quando si degnava di scriverle) le cose essenziali. Tu non puoi proprio farmi la predica. Sbottó sul posto. Non ti sei fatto sentire per giorni e vieni a dire a me di non avere piú tempo per te? Tra di loro era sempre andata cosí, giocavano a scarica barile da quando si erano ritrovati. Nessuno che voleva assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Sei assurdo, davvero. Se ne uscí con quella sottospecie di complimento cercando di restare calma. Non aveva voglia di fare altre scenate come quella di qualche ora prima. Forse... Ripetette come a voler credere a quello che le aveva detto. Se lo conosceva ancora, avrebbe comunque trovato una scusa per picchiare Tyler. È quello che ho fatto, fino a quando non ho notato che sembravi preso da altro per pensare alla tua stupida amica. Sapeva che sarebbe successo, che lui avrebbe trovato altro da fare e che avrebbe smesso di parlarle ma non pensava che sarebbe successo cosí in fretta. Cosa?! Sgranó gli occhi. Non ti sono saltata addosso! Non dire cazzate. Le guance le si tinsero di rosa anche se sapeva che non era andata cosí. I miei ricordi di quella sera non sembrano essere molto d'accordo con te. Ok, sapeva di essersi comportata da idiota ma non era tipa da saltare addosso a qualcuno. Nemmeno sotto l'effetto dell'alcol. È per questo che non mi hai scritto piú? Per il bacio? Non sapeva perchè glielo avesse chiesto, forse, preferiva che fosse quello il motivo della sua improvvisa scomparsa. Perchè non me l'hai detto quel giorno? Avrebbero chiarito direttamente la mattina seguente e non sarebbe successo tutto questo. Solo una cazzata. Ancora una volta ripetette le parole del ragazzo, sentendosi leggermente dispiaciuta per quell'ammissione. Va bene. Commentó secca, abbassando lo sguardo sulle sue mani che stavano giocando nervosamente con il bordo del suo maglioncino. Perchè dovresti farti mille pare se per te è stata solo una cazzata? Forse non la considerava una cazzata? Sai cosa? Forse è meglio che vada. Annunció rimettendosi in piedi. Se per lui quel bacio non aveva significato nulla, non aveva senso restare lí a parlarne.
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    La sua mente in quei giorni era altrove, fissa su un unico pensiero: Gwain. Dopo quella sera in cui avevano discusso parecchio, non smetteva di pensare a lui. Credeva di averlo perso, di aver perso un amico, l'unica persona capace di tenerle testa e di smuoverla quando si perdeva in un bicchier d'acqua. Le sembrava di sentirlo piú distante e non si riferiva soltanto alla distanza che li separava ma credeva che c'era qualcosa che non li permettesse di tornare quelli di una volta. Ci aveva provato piú volte a distrarsi con lo studio ma nulla era servito a togliere dalla mente il ragazzo. Chissà se anche lui provava le sue stesse emozioni. Vorrei tanto sapere come ha fatto a partorire un compito del genere. Ho capito che quest'anno abbiamo i M.A.G.O ma cosí mi sembra esagerato. Chiuse il libro, annunciando la sua disfatta ufficiale.
    Per quanto amasse gli esercizi complicati, in quei giorni faceva difficoltà anche con i compiti piú banali. Sí, tanto per oggi questo esercizio ci ha già torturate abbastanza. Prese il libro e lo ripose mello zaino, poggiando il mento sul palmo della mano e guardando in direzione di Erika. Aveva bisogno di prendere un pó d'aria e fu per questo che le propose di uscire e quando accettó, un sorriso si fece spazio sul suo volto. Erano rare le volte in cui lasciava il castello da quando Gwain era partito per l'accademia. Aveva risolto le cose con Tyler e pensava che tra di loro poteva nascere una bella amicizia ma non era affatto cosí. Sentiva di aver rovinato tutto. Se non avesse iniziato a frequentare Tyler e Gwain non li avesse beccati mentre si baciavano, forse, sarebbe tutto come prima. Perfetto, ci vediamo tra poco. Scosse la testa come a voler scacciare via quei pensieri e si allontanó verso il suo dormitorio. Sapeva quanto fossero rigidi sugli indumenti che potevano indossare ma quella sera non aveva voglia di badare alle regole.Pericolo è il mio secondo nome. Ironizzó su. Correre? Come correre? Ma prima che potesse dire qualsiasi altra cosa, si ritrovó a correre come non aveva mai corso prima di allora. La prossima volta che hai intenzione di correre cosí, avvisami prima. Si piegó in due, poggiando le mani sulle ginocchia. Non era una ragazza chissà quanto atletica, faceva quello che poteva per mantenersi in forma ma si affaticava facilmente. Come scendiamo da questa nave, devo bere assolutamente. Annunció, riprendendo fiato. Fammi strada, ti seguo. Odiava viaggiare su quella nave, si sentiva sempre male ma era l'unico modo per spostarsi. Quando si sedettero speró che quel viaggio durasse meno del previsto. Figo! Fare l'auror non era decisamente la sua aspirazione ma le suscitava molto interesse quel campo. Sempre meglio lavorare in un posto dove si è continuamente spronati da diversi stimoli. Le fece l'occhiolino, ridendo poi per la sua stupida osservazione. Tu hai le idee chiare, io non ancora. Ammirava chi aveva idee ben precise, al contrario di lei che vagava in un tunnel buio e senza via d'uscita. So che dovrei darmi una mossa ma non ho ancora capito cosa mi piace fare. Aveva diverse passioni come il violino e il pattinaggio sul ghiaccio ma non ambiva a nessuna carriera che avesse a che fare con queste due abilità. Vedi, i miei sono dei produttori di bacchette molto rinomati e vogliono che io segua le loro orme ma a me non sta bene. Prima di allora, ne aveva parlato solo con Gwain. Piú o meno. Diciamo che non amava toccare questo argomento ma, forse, le avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno che non conosceva cosí bene. La verità è che ho paura di deluderli. Ammetterlo ad alta voce, la faceva sentire cosí piccola e indifesa. Ma questo non è il momento di piangersi addosso. Mise su un sorriso poco convincente e si rimise in piedi, andando verso l'uscita della nave. Perchè non andiamo a bere qualcosa? Le chiese mentre scendevano dalla nave. C'è un locale molto carino da questa parte. Chi arriva per ultima, paga il primo giro! Detto ció, prese a correre spedita.
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    Continuava a guardare l'animale che scorrazzava vicino alla ragazza, non allontanandosi troppo da lei. Peró trovo che sia molto bella, ti si addice. Disse, non badando troppo alle parole. In senso positivo, ovviamente. Aggiunse dopo con il timore di aver detto qualcosa che non doveva dire. In fondo non la conosceva cosí bene, peró trovava che c'era qualcosa in cui si assomigliassero. Ho sempre creduto che gli animali assomigliassero ai propri padroni. Fece quell'osservazione, lasciandosi sfuggire un accenno di risata. Da piccola lo aveva sempre pensato e ogni volta che vedeva qualcuno in compagnia di un animale, cercava sempre di scoprire le loro somiglianze. Chi aveva gli stessi tratti, le stesse espressioni facciali o il modo di camminare.
    Era stupido ed infantile ma a lei piaceva sempre farlo. E anche in quel momento cercava di notarne le somiglianze, non sapeva come avrebbe potuto vederla l'altra ragazza ma non poteva farne a meno di farlo. Non trovi anche tu? Hanno sempre quello sguardo che trasuda superiorità da tutti i pori e quell'atteggiamento cosí distaccato. Sembrano sempre infastiditi da quello che fai. Peró, se ti guadagni il loro rispetto, hai vinto tutto. E devi sapertelo guadagnare, non lo danno a chiunque e soprattutto non con cosí tanta facilità. Non intendevo quello ma se riesci a trovarlo, puoi considerarti fortunata. Ammise con un sorriso, voltando lo sguardo per vedere se i suoi fossero già di ritorno. Se l'avessero vista mentre fumava, sarebbe stata la fine per lei. Quello che volevo dire è che se trovi una spalla su cui contare, non rischi di impazzire in quella gabbia di matti. Durante l'anno appena trascorso aveva trovato conforto in Gwain, nonostante i loro alti e bassi. Non sono riuscita a farmi tante amicizie. Non lo so...mi sembrano tutti pronti a pugnalarti alle spalle. Le rivolse quella confessione con una scrollata di spalle. Aveva provato ad avvicinarsi a qualcuno ma sembravano tutti cosí presi da loro stessi che aveva finito per rinunciarci. No, c'è qualcuno che è messo peggio, credimi. Quella frase uscí come una rassicurazione. Che intendi dire? Le chiese curiosa. Si sarebbe annoiata parecchio senza Gwain a darle il tormento, tanto valeva trovare un'alternativa. Le fughe sono decisamente piú emozionanti. Se ne hai in progetto una, fammi un fischio. Lei lo faceva spesso, specie con i suoi. Era davvero asfissiante doverli sopportare per tutto quel tempo e cosí, ogni tanto, decideva di scappare da quella casa che assomigliava tanto ad una prigione. Io ho ancora qualche bottiglia di whisky da finire, magari potremmo dividercele. Gwain gliele aveva lasciate con la promesda di finirle insieme ma credeva che non se la sarebbe presa, se le avesse divise con qualcuno che non fosse lui. Allora che farai quest'estate. Le domandó sfoggiando uno dei suoi sorrisi piú veri. Io penso di scappare da un mio amico. Non credo di durare piú di una settimana con loro due.
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    Alzó gli occhi al cielo quando le ricordó il giorno in cui Tyler le aveva dato buca, come se poteva dimenticarsene. Ricordava alla perfezione tutto quello che aveva provato, come si era sentita stupida e umiliata per essere stata trattata in quel modo, non erano cose che si dimenticavano facilmente. Non c'è bisogno che me lo ricordi. Incroció le braccia al petto, un gesto che faceva sempre quando era infastidita o arrabbiata. E, nemmeno a dirlo, succedeva sempre con Gwain. Come era possibile che passassero la maggior parte del tempo a litigare anche quando non c'era un vero motivo? Era capace di farla stare bene un secondo prima e terribilmente incazzata quello dopo, era un potere che aveva solo lui.
    Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità ma per te non è cosí, vero? Con te o è nero o è bianco, altrimenti vaffanculo. Ridusse gli occhi ad una fessura mentre cercava di mantenere il contatto visivo con il ragazzo. Era consapevole di star esagerando ma era cosí arrabbiata che non le interessava se quelle parole l'avrebbero infastidito o meno. E cosa ti avrebbe fatto di male? Davvero non riusciva a capire come mai ce l'avesse tanto con Tyler. E non hai avuto nemmeno un minuto per rispondermi? Sapeva benissimo cosa voleva dire frequentare l'accademia ma non riusciva a credere che non avesse avuto nemmeno un secondo per rispondere ai suoi messaggi. Mi bastava anche un semplice: "Sono vivo, smettila di preoccuparti." Si era preoccupata un sacco in quei giorni che li aveva visti separati. Non è un coglione. Cercó di difenderlo, non le piaceva che si rivolgesse a lui in quel modo. Mi hai davvero rotto le palle tu e il tuo stupido modo di trattarmi ogni volta che sei incazzato. Avrebbe tanto voluto tirargli uno schiaffo ma sarebbe stato andare contro i suoi ideali e non poteva permettere che la rabbia che provava in quel momento, la facesse cedere. Ero davvero contenta di rivederti ma tu...tu devi sempre rovinare tutto. Felice ma al tempo stesso terribilmente in ansia per quello che le suscitava pensare al bacio che si erano dati un mese prima. Sí, vattene pure. Lo guardó allontanarsi prima di notare l'accendino che si trovava ai piedi del muretto dove si era seduto. Lo raccolse e se lo mise in tasca prima di raggiungere Tyler per accompagnarlo nel dormitorio, intenzionata a non voler rivedere Gwain mai piú. Si trovava nella sua stanza quando riprese tra le mani l'accendino e osservandolo si disse che forse doveva riportarglielo. Si rimise la giacca e raggiunse la passaporta che l'avrebbe riportata al villaggio. Una volta lí, si incamminó verso il pub dove alloggiava il ragazzo. Chiese il numero della stanza dove si trovava e maledicendosi mentalmente, bussó piú volte fino a quando non vide spuntare sulla soglia, Gwain. Sono venuta a riportarti questo. Tiró fuori dalla tasca l'accendino e glielo poggió contro il petto. Mi fai entrare o hai deciso che non mi vuoi vedere mai piú? Gli domandó con ironia. Prendi una decisione in fretta, fa freddo qui fuori. Sperava in una risposta positiva anche se aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere.
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    La scuola era ufficialmente iniziata da diversi mesi e il carico di compiti aveva già superato il livello di sopportazione. Quell'anno, poi, c'erano i M.A.G.O da sostenere e i professori erano diventati ancora piú rigidi del solito. Sembrava che per loro non esisteva altro tanto che ogni distrazione diventava il pretesto perfetto per ricordare agli studenti che quello era un anno importante e che da quello dipendeva il loro futuro. Era come ascoltare i suoi genitori e la cosa la mandava fuori di testa. Da quando le vacanze erano finite non gli aveva sentiti piú e la cosa la faceva sentire ancora piú in colpa. Erano diversi mesi che si era allontanata da loro, sentiva che il loro rapporto non era piú quello di una volta ed era dispiaciuta. Per lei erano sempre stati un punto di riferimento, il rifugio perfetto dove nascondersi quando tutto andava male, l'unico appiglio dove aggrapparsi.
    Ora invece era da loro che scappava, con la paura di deluderli e perdere la loro fiducia. Scappare era quello che le riusciva meglio ultimamente, preferiva evitare i problemi piuttosto che affrontarli. Sapeva, peró, che prima o poi sarebbe dovuta uscire allo scopero e affrontare le sue paure piú grandi. Al momento preferiva dedicarsi allo studio, un modo come un altro per non pensare. Quel pomeriggio si era chiusa in biblioteca con l'intento di finire i compiti per il giorno seguente. Aveva finito la ricerca per storia della magia e stava cercando di capire come svolgere l'esercizio di pozioni. Aveva passato una buona mezz'ora su quell'ercizio, provando a farlo diverse volte ma non riusciva ad ottenere il risultato giusto. Fu per questo motivo che decise di chiedere una mano alla sua compagna di studi. Ma tu hai capito come si fa questo esercizio di pozioni? Si rivolse a Erika, poggiando la penna sul tavolo e alzando il volto. La ragazza frequentava le sue stesse lezioni ed era proprio durante quelle ore che aveva fatto la sua conoscenza. Sono esausta. Ti andrebbe di fermarci per uscire a prendere qualcosa? Quella sera avevano il permesso di uscire fuori dal castello e le sembrava l'occasione giusta per cambiare aria. Da quando Gwain era partito per l'accademia, non aveva avuto molte possibilità di lasciare il castello. Le mancava e si chiedeva quando si sarebbero rivisti dopo tutto quello che era successo tra loro pochi giorni fa. Accantonó quei pensieri e diede appuntamento ad Erika davanti al portone d'ingresso, felice della risposta positiva ricevuta. Lasció la biblioteca e si diresse verso il dormitorio per togliersi la divisa e indossare qualcosa di piú appropriato per un'uscita. Possiamo andare? Le domandó una volta arrivata sul luogo dell'appuntamento. Che farai una volta terminata la scuola?
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    Qualche settimana dopo la festa, Synnove era ritornata a Durmstrang per affrontare l'ultimo anno. L'anno decisivo secondo molti studenti mentre lei la vedeva in maniera diversa. Non era ancora riuscita a parlare con i suoi e, tra l'altro, aveva riscosso un certo interesse per le materie di tipo economico e per la meteomagia. Durante le vacanze estive si era data da fare per cercare di capire cosa avrebbe fatto una volta uscita da scuola. Doveva avere un piano B, una via di fuga nel caso in cui le cose con i suoi genitori fossero andate male. Tutto ció la rendeva molto confusa e spaventata, uno stato di confusione che era già dettato da Gwain e dal loro bacio. Pochi giorni dopo la peggiore sbronza della sua vita, aveva incominciato a ricordare i vari episodi di quella serata e uno di questi era proprio il bacio che si erano dati.
    Perchè non glielo aveva detto quella mattina? Ed era quello il motivo per cui Gwain non si faceva sentire piú? In quell'ultimo mese non si erano sentiti quasi per niente e la cosa aveva reso Synnove particolarmente giú di morale. Sapeva che una volta che il ragazzo sarebbe partito per l'accademia, si sarebbe allontanato e che le cose sarebbero cambiate. Era il suo piú grande timore e si era appena avverato, con suo enorme dispiacere. Si era abituata alla sua presenza e non averlo intorno la faceva sentire vuota, come se le mancasse qualcosa. Quella lontananza, peró, le aveva permesso di avvicinarsi a Tyler, credeva che non sarebbe mai successo e che il loro rapporto si sarebbe interrotto dopo l'episodio del succo di frutta. Era successo tutto per caso quando durante una lezione di trasfigurazione, la professoressa aveva deciso di far fare alla classe un esercizio a coppie. Ne approfittarono per chiarirsi e archiviare definitivamente tutta la questione e da quel momento avevano ripreso a passare del tempo insieme, fino a iniziare a frequentarsi. Sembrava che pian piano i tasselli stavano iniziando ad andare al proprio posto e lei era anche tornata ad essere un po' piú serena. Fino a qualche giorno fa quando, Gwain, si era rifatto vivo e le aveva chiesto di incontrarsi. Tutti i dubbi, le domande che aveva accantonato, erano tornati a confonderla. Era nervosa all'idea di dover rivedere il ragazzo e cosí aveva accettato di uscire prima con Tyler, pensando che la sua vicinanza l'avrebbe aiutata ad allentare la tensione. Erano appena usciti dal cinema quando si avviarono verso il pub dove si era data appuntamento con Gwain. Si era divertita parecchio e la tensione era quasi sparita, ora poteva rivedere il suo vecchio amico. Si avvcinó al viso di Tyler posando le sue labbra su quelle del ragazzo, in un chiaro segno di riconoscimento, fino a quando non sentí il loro contatto interrompersi bruscamente. Ci volle un secondo per capire cosa fosse successo. Gwain lo aveva strattonato via da lei e lo aveva buttato per terra. Incredula e con un'espressione sconvolta sul viso, vide la scena incapace di fare qualcosa. I due ragazzi presero a colpirsi, senza esclusione di colpi e sembravano non aver nessuna intenzione di smettere. Gwain ti prego smettila... La voce le tremava appena, era molto provata da quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Incroció lo sguardo del ragazzo per pochi secondi prima che Tyler riprendesse a colpirlo. Basta! Finitela! Raccolse un po' di quel coraggio che le era rimasto e decise di porre fine a quello spettacolino che aveva attirato l'attenzione dei clienti del pub. Vide il ragazzo allontanarsi e decise di seguirlo dopo aver detto a Tyler di aspettarla lí perchè non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Lui ha una faccia tosta e tu allora? Era lui quello che aveva dato il via a quella rissa immotivata. Mi spieghi qual è il tuo problema? Era visibilmente irritata dal suo comportamento. E invece te lo dico perchè sai che mi da fastidio. Non aveva mai apprezzato quel suo modo di fare e glielo aveva sempre detto ma, a quanto sembrava, non aveva afferrato il concetto. Da dove ti è saltato in mente di fare una cosa del genere? Davvero non riusciva a capire perchè avesse reagito in quel modo. Sparisci per mesi e questa è la prima cosa che fai? Probabilmente non era il momento migliore per ri facciargli il fatto di essere sparito ma non riuscí a farne a meno. A dirla tutta il permesso lo aveva. Noi... Aveva paura di come avrebbe potuto reagire quando gli avrebbe detto di lei e Tyler ma non poteva tenerglielo nascosto. ...usciamo insieme. Non erano ancora una coppia, stavano capendo se tra loro potesse funzionare. Per il momento sto bene cosí. Incroció le braccia al petto, non le sembrava il caso di iniziare a fumare. Adesso me lo chiedi? Chiese con un tono scocciato, era tardi per una domanda simile.
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    Preferí non aggiungere altro sull'argomento genitori, gli avrebbe dovuti sopportare per tre lunghi mesi e non sapeva come la cosa si sarebbe evoluta. Probabilmente sarebbe finita ad ascoltarli passivamente e ad annuire senza badare a quello che, effettivamente, stessero dicendo. Diciamo che voleva non pensarci fino al suo ritorno a casa quando sarebbe stata costretta a subirsi tutte le loro inutili storie. Ma nell'ultimo periodo, sentiva che qualcosa era cambiato e che la spingeva a contraddire tutto quello che i suoi genitori le dicevano. Non si era ancora decisa a parlargli apertamente ma provava a mandargli dei segnali che sperava cogliessero e che l'aiutassero a preparare il terreno, fino al momento in cui la verità sarebbe venuta a galla. Non poteva continuare a fuggire per sempre.
    Sai, è la prima volta che vedo qualcuno che ha come animale domestico una volpe. L'aveva incuriosita parecchio questa scelta di avere un animale selvatico come animale domestico, doveva essere un sacco divertente. Io ho un banalissimo gatto di nome Amleto, lo amo un sacco. La seguiva ovunque per casa ed era lí per lei nei momenti di sconforto. È strano come, alcune volte, si reputano gli animali migliori dell'uomo. Mi piace davvero un sacco. Ammise infine volgendo lo sguardo verso l'animale. Sí, lo so che suona strano ma solo a scuola mi sento libera. A scuola non aveva i suoi che controllavano ogni singolo suo movimento e poteva prendersi la libertà di fare cose che a casa non farebbe. Poteva fare qualsiasi cosa perchè tanto ai suoi genitori importava solo del risultato che portava a casa. Uno strano compromesso al quale poteva attenersi.Credi che sono impazzita per pensare una cosa del genere? Probabilmente doveva esserlo davvero. Con la giusta compagnia questa scuola diventa sopportabile. E lei l'aveva trovata in Gwain e ora si domandava come avrebbe fatto senza le sue costanti prese in giro, senza le loro chiacchietate notturne o le loro serate spese a bere per ritrovarsi a ridere come due cretini. Mi manca un anno e poi vorrei andare in accademia. Anche se non sapeva ancora cosa avrebbe studiato, non riusciva a capire cosa fosse piú adatto per lei. Non hai una mezza idea di quello che farai dopo? Le chiese sinceramente interessata, magari confrontarsi con qualcuno le sarebbe tornato utile. Abbiamo perso quelli dell'ultimo anno, non ci resta molto da guardare. A meno che, qualcuno, non si sia fatto bocciare. L'effetto della canna incominciava a fare effetto e Synnove incominciava a dire tutto quello che le passava per la testa, liberandosi dei suoi modi impostati. Ci rimangono quelli del nostro anno e sono tutti degli idioti, credimi. Ne sapeva qualcosa. Un po' di tempo fa uno mi aveva chiesto di uscire ma si è tirato indietro all'ultimo e non ha avuto nemmeno la palle di dirmelo di persona, ha pensato bene di mandare un suo amico. La delusione per quell'evento, aveva lasciato spazio all'astio che provava nei confronti di Tyler. Un mio amico gliel'ha suonate. Cominciava ad apprezzare quel gesto, era contenta che gli avesse spaccato la faccia. Speriamo che arrivi un professore carino, almeno le lezioni saranno piú interessanti.


    Edited by synnove; - 10/10/2020, 19:48
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    Re: Gwain Schmidt
    Reginetta: Helena Haugen
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    Sai benissimo che ne sarei capace. Gli aveva dimostrato diverse volte di non essere una di quelle persone che si faceva mettere i piedi in testa da chiunque, sapeva difendersi. Sebbene sapeva che Gwain stava solo cercando di infastidirla, non riusciva a mascherare il suo fastidio. In quel periodo il suo umore era sempre altalenante, passava dall’essere allegra e spensierata ad arrabbiarsi per ogni minima cosa che non le andava a genio. Il ragazzo stava dando dimostrazione di avere una grande pazienza nei suoi confronti anche se qualche volta, erano arrivati a dirsi parole poco piacevoli. Grazie ma so badare a me stessa. Commentò incrociando le braccia al petto mentre facevano il loro ingresso alla festa.
    Non sfidarmi o potresti pentirtene. Rispose con un ghigno beffardo. L’idea di fargli fare un bel tuffo in piscina non le dispiaceva affatto ma sapeva che poi avrebbe dovuto pagarne le conseguenze. Mentre continuavano a vagare per la villa, vennero raggiunti da quella che doveva essere una vecchia conoscenza di Gwain. Rimase in silenzio ad ascoltare i loro discorsi sulla scuola fino a quando non venne distratta dall’altro ragazzo che era con loro. Cosa? Rimase sorpresa dalla sua affermazione. Non stiamo insieme, è solo un amico. Rispose avvicinandosi al suo orecchio mentre spostava lo sguardo su Gwain. Anche tu studi all’accademia? Gli chiese prima di andare verso il tavolo degli alcolici. Che bravo, hai imparato a contare. Gli tirò una leggera gomitata sperando che non avesse l’intenzione di contare tutti i bicchieri che avrebbe preso. Non serve che mi controlli. Alzò gli occhi al cielo mentre prendeva il secondo bicchiere, ci sarebbe andata piano questa volta. Voleva perdere il controllo ma non così in fretta.
    Interagito con Gwain e Samuel :3
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    Tornare a casa dai suoi genitori per le vacanze estive, si stava rivelando un completo disastro. L’avevano costretta ad assistere a quello che sarebbe poi stato il suo compito in azienda. Non facevano altro che parlarle di affari, di ricordarle di come lo studio l’avrebbe aiutata per arrivare preparata alla vita che l’avrebbe attesa una volta finita la scuola. L’unica nota positiva nelle sue giornate, era Gwain che riusciva a tenere la sua mente impegnata per qualche ora. Non glielo avrebbe mai detto ma gli era infinitamente grata per non averla lasciata sola in quella situazione. Lui era un pretesto perfetto per fuggire via dalle proprie responsabilità, per allontanarsi da casa ed evitare di affrontare i suoi.
    Sapeva che prima o poi, avrebbe dovuto affrontare i suoi genitori ma quella sera non era il momento adatto poiché aveva già preso un impegno con Gwain. Se non la finisci di lamentarti, ti tiro una scarpa in testa. Sbuffò irritata mentre terminava di prepararsi. Per quell’occasione aveva deciso di indossare un vestito blu che lasciava scoperta la schiena. Tu e la galanteria, siete due mondi opposti. Commentò mentre si dirigevano verso la passaporta che portava ad una villa maestosa. Era proprio lì che si sarebbe tenuta la festa e Synnove rimase stupita nel vedere tutto quello sfarzo. Va bene mammina, cercherò di fare la brava. Lo prese in giro affiancandolo mentre si addentravano nella casa. Erano tra i primi ad essere arrivati, eppure c’era già abbastanza gente. Se non mi fai almeno un sorriso, ti butto in piscina. Cosa gli costava fingere un po’ di entusiasmo, infondo l’aveva portato ad una festa mica ad un funerale. Qualche istante più tardi, vennero raggiunti da due ragazzi. Synnove. Si presentò porgendo loro la mano. Molto volentieri. Sorrise a Pryanka e la seguì verso il tavolo degli alcolici, pronta a dar inizio alla serata. Prese il primo bicchiere che trovò e lo buttò giù nel giro di pochi secondi, era consapevole che quello non era il modo migliore di risolvere i suoi problemi ma sperava che riuscisse a tenerli a bada per un po'.
    Interagito con Gwain, Samuel e Pryanka :3
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    Forse a furia di sentirli parlare della stessa cosa, ci ho fatto l’abitudine. Giocava a suo favore anche il fatto di studiare fuori casa. Non avendo costantemente il fiato sul collo, era riuscita a non impazzire. E ora che le vacanze estive erano arrivate, era terrorizzata. Vivere ventiquattr’ore su ventiquattro con i suoi che nominavano l’azienda di famiglia ogni due per tre, era un biglietto di sola andata per il manicomio. Capisco. Commentò osservando la ragazza Credi che riusciranno mai a capire che abbiamo bisogno dei nostri spazi? Domandò.
    Synnove voleva semplicemente fare le stesse esperienze che facevano le ragazze della sua età, decidere con la propria testa magari anche commettendo qualche sbaglio. Molti genitori continuano a vederci come delle bambine incapaci di prendere delle decisioni per conto nostro. Si era domandata spesso perché lo facevano. Lei aveva dimostrato svariate volte di essere una ragazza responsabile, eppure sembrava non bastare mai. Carina. Da quanto tempo ce l’hai? Rivolse uno sguardo alla piccola volpe che le stava seguendo e le venne in mente il suo amato Amleto. Le mancava e non vedeva l’ora di poterlo riabbracciare, quel gattino era praticamente cresciuto con lei. Durmstrang in sé per sé, no. Prese la canna dalla mano della ragazza e aspirò lentamente, alzando la testa per buttare fuori il fumo. Quello che mi mancherà, sarà la mia indipendenza. Lì almeno i miei non mi asfissiano. Sorrise. Per quanto i metodi di quella scuola fossero estremamente duri, era l’unico posto in cui poteva essere se stessa, sentirsi libera. Assurdo, no? Però tutto questo non era che una piccola parte di quello che realmente le sarebbe mancato più di tutti. Si ritrovò nuovamente a sorridere pensando a Gwain. Nonostante i momenti no, la sua compagnia l’aveva aiutata a sopravvivere all’interno di quella gabbia di matti. Sapeva che avrebbero continuato a vedersi ma non sarebbe stata la stessa cosa di averlo lì tutti i giorni. Davvero? Cosa dovevate fare? Era risaputo che i modi di fare di quella scuola, superavano l’immaginabile. Questo era il tuo ultimo anno o te ne mancano ancora alcuni per finire? Lei non voleva pensarci, aveva il terrore di quello che sarebbe avvenuto dopo. Synnove ma puoi chiamarmi Synni.
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    Era rimasta, aveva scelto di rimanere nonostante quello che era successo la sera prima. Gwain sembrava essere propenso a spiegarle cosa fosse successo di così grave, tanto da farlo uscire fuori di testa. Voleva saperlo perché se ci fosse stata anche la minima possibilità di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato, sarebbe stata più attenta nel non commettere più lo stesso errore. Dopo essersi seduta sul bordo del letto, attese la risposta alla sua domanda. Della luna fu la risposta e tutto incominciò a farsi più chiaro. Le aveva detto di essere un lupo mannaro quindi la sua paura, era più che comprensibile. Non esiste un rimedio che possa fermare questa cosa? Gli domandò, consapevole di non conoscere nulla del “mondo” di Gwain. Aveva letto qualche libro sulla licantropia ma ricordava ben poco.
    Magari potresti farti aiutare per una volta. Propose con un timido sorriso. Sapeva che lui preferiva sbrigarsela da solo ma certe volte, due teste sono meglio di una. Su questo non posso darti torto. Nemmeno con lei si era comportato in maniera gentile, continuava a mantenere sempre un certo distacco, non sorrideva quasi mai. Alcune volte le aveva dato l’impressione di non essere gradita in casa Schmidt. Davvero? Provava un certo dispiacere per sua madre, era sempre gentile nei confronti di Synnove, l’aveva sempre trattata come se facesse parte della famiglia, non l’aveva mai fatta sentire fuori posto. Non doveva essere stato facile per lei subire un simile colpo, probabilmente era per quello che era finita in quel manicomio. Alla seconda rivelazione, annuì con la testa. Chissà cosa doveva pensare, vedendo quello che era successo alla sua famiglia. Sono sicura che ci riuscirai. Ammise convinta. Devi solo avere un po’ di pazienza e continuare a cercare informazioni che possano aiutarti a ricordare. E lo pensava davvero, non erano parole dette solo per fargli piacere. Lei lo avrebbe aiutato, non appena glielo avesse chiesto. Ora cerca di riposarti, non hai passato una bella nottata. Lei sarebbe rimasta lì, nel caso avesse bisogno di una mano.
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    Quel giorno avrebbe rivisto i suoi genitori, una cosa che non la rendeva del tutto serena. Da quando avevano accennato al fatto che lei sarebbe stata la prossima a prendere parte all’azienda di famiglia, il loro rapporto era cambiato. Adesso badavano di più ai voti, all’immagine che lei doveva continuare a mantenere perfetta, alla fama che si doveva costruire all’interno della scuola. Volevano impedirle di fare le stesse esperienze delle ragazze della sua età, reputate da loro superflue ed inutili, cercavano di farla crescere in un mondo ovattato e di proteggerla dalla falsità che regnava tra la gente. Quel loro modo di fare troppo oppressivo, la portavano spesso a voler evadere dai suoi schemi e provare cose nuove. Quando arrivò al villaggio, li riconobbe subito.
    Impostati e seri come al solita, aspettavano l’arrivo della loro figlia. Sperava di vedere la sorella, l’unica figura confortante della sua famiglia, che avrebbe reso quel momento meno pesante. Con un sorriso velato, si avvicinò ai suoi genitori che la salutarono con un caloroso abbraccio. Tutta apparenza perché iniziarono subito con le solite storie che riguardavano i voti, l’importanza di andare bene a scuola e di mostrare un’immagine sempre perfetta. Si limitava ad annuire, ascoltando passivamente quello che avevano da dirle e quando finalmente si allontanarono, tirò un sospiro di sollievo. Poteva finalmente gustarsi quei pochi istanti di libertà prima che ritornassero ad assillarla con le loro inutili teorie. Oh…hei! Sussultò appena quando una voce alle sue spalle interruppe i suoi pensieri. Probabilmente perché gli voglio bene. Nonostante tutto era molto legata a loro che l’avevano cresciuta senza farle mai mancare nulla. E non hai ancora visto la parte migliore. Rispose ironicamente. Quando iniziano a parlare dell’azienda di famiglia, diventano ancora più insopportabili. Aveva una paura tremenda di quello che le aspettava una volta terminati gli studi a Durmstrang, non voleva lavorare nell’azienda ma loro questo non lo sapevano ancora. Doveva trovare il momento adatto per affrontare un simile argomento perché non sarebbe stata una passeggiata, gli avrebbe delusi ed era una cosa che odiava fare. Potrebbe infastidirli parecchio ma non mi importa. Andiamo. Tanto peggio di così non poteva andare, sarebbe bastato un niente per far crollare il rapporto insicuro che già avevano. Tu stai aspettando i tuoi? Chiese con l’aria di chi non voleva sembrare troppo invadente.
41 replies since 13/3/2020
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