I'm a bad liar.

Synni.

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    Quello che Gwain stava vivendo non era uno dei periodi migliori della sua vita, o meglio della sua vita da quando aveva perso la memoria. Negli ultimi due anni aveva dovuto affrontare varie difficoltà, ma era sempre riuscito ad uscirne a testa alta grazie al sostegno di quella che considerava la sua unica amica. Synnove gli mancava, cazzo se gli mancava, soprattuto in quel periodo in cui tutto sembrava accanirsi contro di lui. Per una distrazione aveva rovinato la vita di Derek e la cosa non lo entusiasmava. Ne soffriva, molto, ma da bravo soldatino evitava di darlo a vedere, finendo per star male il doppio. Come ciliegina sulla torta gli era giunta una lettera dalla casa di cura in cui risiedeva la madre. Erano delle semplici scartoffie, ma la cosa lo costrinse ad un viaggio nel bel mezzo della sessione d’esame e la cosa non lo entusiasmava. Erano altre le distrazioni che avrebbe preferito in quel periodo e cadendo un po’ nel vecchie brutte abitudini, finito ciò che doveva fare si diresse in uno dei tanti pub del villaggio magico. Ordino diversi drink, dimenticando di tenerne il conto riducendosi così ad uno straccio. Era da tanto che non beveva a quel modo e doveva ammettere che come scacciapensieri non era male. Tutto gli appariva finalmente più leggero e con la voglia di strafare un po’, iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di un po’ di compagnia. Tra le varie chiome, ne riconobbe una a lui familiare. Synni era in compagnia di un gruppo di amici, ridendo e scherzando come se il fatto di non averlo più tra i piedi avesse migliorato la sua vita. E molto probabilmente era così, non avere un musone che ti rovina tutte i week and doveva di certo migliorarle l’umore e non solo. La cosa, non poteva di certo andargli giù, non in quel momento in cui aveva più whisky che sangue in corpo - Guarda qui chi c’è - le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla per indurla a girarsi. Sentiva l’estremo bisogno di avere la sua completa attenzione, perché quando faceva una cazzata doveva farla per bene. - Non si salutano più i vecchi amici? - sorrise nel dirlo, per poi storcere il naso nel fingere di ricordarsi del loro litigio. - Ah… noi non ci parliamo più - alzò le spalle con una finta aria innocente. Era davvero odioso quando faceva così e avrebbe evitato se solo se ne fosse reso conto. Non contento, decise di rincarare la dose. Si avvicinò al suo orecchio e con fare mellifluo le disse qualcosa che di certo gli avrebbe fatto guadagnare un bel segno rosso sul viso. - Visto che non siamo più nulla e che per ora non ho ancora trovato nessuna… non è che ti andrebbe una svenite in bagno.


     
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    La settimana appena passata era stata la piú difficile e infernale della sua vita, mai aveva passato cosí tanto tempo sui libri. Con l'arrivo degli esami finali i professori sembravano voler controllare a che punto fossero le loro conoscenze e abilità magiche e avevano fissato esami per ogni singolo giorno della settimana. I professori dicevano che era importante avere voti alti perchè avrebbe aiutato gli studenti a capire quale professione o percorso di studi scegliere una volta usciti di lí. E Synnove, che ancora non aveva la minima idea di cosa fare dopo la scuola, aveva passato tutti quei giorni a studiare per cercare di avere i voti migliori. Non poteva lamentarsi, aveva passato con successo quasi tutti gli esami pratici e non.
    Quella settimana sembrava non volesse finire piú e, invece, il sabato arrivó e la giovane Hoffman decise che per quel giorno non avrebbe toccato nessun libro. Di solito cercava di anticiparsi lo studio ma per quella volta, avrebbe volentieri saltato. Scese nella sala grande per fare colazione e lí ad aspettarla c'erano dei ragazzi con cui aveva stretto amicizia nell'ultimo mese. Era con loro che aveva studiato per gli esami e tra di loro si era creata una bella sintonia, un vero peccato averli conosciuti solo l'ultimo anno di scuola. Stavano parlando della settimana appena terminata e anche loro erano fermamente convinti che quella era stata la peggior settimana di sempre e, ben presto, l'avrebbero vissuta di nuovo per gli esami veri e propri. Ma c'era ancora tempo per quello, ora dovevano solo pensare a divertirsi e a godersi quelle ore di libertà e decisero che avrebbero passato la sera fuori magari in uno di quei locali nel villaggio. Quando misero piede nel primo locale che avevano trovato, le sembró che fosse passato un secolo dall'ultima volta che era uscita. Si diressero verso il bancone e ordinarono un paio di drink a testa, quelli dovevano bastare per fargli passare una bella serata. O almeno, quelli erano i piani. Mentre chiacchieravano e scherzavano su qualche pettegolezzo che girava per i corridoi della scuola, sentí una mano sulla spalla che la vide costretta a girarsi. Nel farlo, il respiro le si spezzó nel petto perchè l'ultima persona che pensava di vedere, era proprio davanti ai suoi occhi. Gwain era proprio lí davanti a lei e dalla puzza di alcol che emanava, doveva aver bevuto un bel po'. Questo, peró, non era piú un suo problema. Ciao. Lo salutó fredda mentre il sorriso che aveva avuto fino a quel momento, lentamente spariva. Serró le labbra ad una linea dritta e priva di espressione e fissó lo sguardo sul volto di Gwain. Non per colpa mia. Lui l'aveva ignorata per mesi e quando le aveva scritto di vedersi, aveva rovinato tutto picchiando Tyler e quell'inconveniente aveva scatenato una brutta lite che era finita con loro due che non si parlavano piú. Non avrebbe voluto che tra loro andasse cosí ma quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Gli aveva perdonato qualsiasi pessimo comportamento che aveva avuto nei suoi confronti ma non poteva continuare all'infinito. Senti che vuoi? Gli chiese gelida, incrociando le braccia al petto. Non ho voglia di rovinarmi la serata, ascoltando le tue inutili stronzate. Commentó aspra prima di ascoltare la proposta piú squallida che qualcuno gli avesse mai fatto. Senza pensarci due volte, poggió le mani sul suo petto e lo spinse via. Fai davvero schifo. Scosse la testa e lo guardó con un'espressione schifata. Non sono una delle tue discutibili conquiste, per queste cose c'é quella rossa che sarà contentissima di accompagnarti in bagno. Gli indicó la ragazza, sperando si allontanasse da lei. Non voleva stare nuovamente male, era stata da schifo nei giorni seguenti al loro ultimo incontro. Va' da lei e divertiti ma stammi lontano. Lo guardó un'ultima volta prima di voltarsi e tornare a prestare attenzione a quello che i suoi amici stavano dicendo, cercando di ignorare le sensazioni che la presenza di Gwain le suscitava.
     
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    Da quando aveva ritrovato Synnove, la ragazza era diventata il suo punto di riferimento. La sua migliore amica, l’unica donna a meritare un trattamento diverso dalle altre. Ed era stato così fino al bacio di quel estate. Quel semplice gesto, dettato da un momento di leggerezza, aveva cambiato per sempre le cose tra di loro. Synni non era più il maschiaccio che Gwain si divertiva a prendere in giro, ma la sua persona aveva assunto sfumature diverse. Da lì erano nate gelosie e litigi che poi li avevano separati e in quel momento era nuovamente l’alcol a riunirli. Il problema era che un Gwain sbronzo, non era semplice da gestire. Se da sobrio riusciva ad essere scontroso e prepotente, da sbronzo lo era il doppio e senza alcun freno inibitore a fermarlo - Se ti piace possiamo invitare anche lei - una battuta apparentemente innocua che avrebbe di certo infastidito la sua amica. Lei non era così, Gwain lo sapeva bene. Gli aveva sempre regalato uno sguardo torvo quando si soffermava a raccontargli di qualche sua scappatella. Se fosse stato sobrio non avrebbe mai detto o fatto nulla del genere, conscio del disagio che le avrebbe causato - Dovresti scioglierti un po’ - preso dall’euforia del momento, senza badare agli amici di lei che li fissavano, la strinse a se provando a baciarla. Un tentativo fallito miseramente che lo portò ad innervosirsi. - Su, non fare tante storie - le parole uscivano lentamente dalle sue labbra, quasi una cantilena fastidiosa. Fastidioso, doveva esserlo di certo, mentre presa per un polso la trascinava fuori dal locale. Non sapeva neanche lui cosa lo spingesse a non accettare il rifiuto di lei, ma stava di fatto che non aveva la minima intenzione di lasciarla andare. Proprio mentre erano soli nel vicolo adiacente al locale, lo stomaco di Gwain decise di cedere. Si piegò in due e lasciò che tutto quello che aveva bevuto uscisse dal suo stomaco. Un immagine davvero poco carina e che poco si intonava a quello che solitamente mostrava di se. Una specie si automa senza emozioni. Ma quella sera era diverso, era tutto diverso da un po’. Era finalmente arrivato il momento di condividere il tutto con qualcuno. Se non la sua Synni, chi ? - Sono… un cretino. Mi sei mancata - accovacciato a terra, allungò una mano per afferrare quella di lei. Aveva bisogno di lei, in quel momento più che mai.


     
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