Posts written by Lovely Liv**

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    Il tempo ad Hogwarts per la nostra Erica sembrava trascorrere diversamente che a Durmstrang. Più lentamente forse, in maniera più pigra di sicuro. Già che la mattina non dovesse alzarsi prima dell'alba per ammazzarsi di esercizio fisico era una bella differenza. In più era delizioso poter restare a dormire un pò di più nel loro dormitorio riscaldato dal caminetto scoppiettante. Ma la cosa a cui proprio si era abituata più di tutte erano i pasti: non aveva mai mangiato così tanto in tutta la sua vita prima di approdare nella scuola inglese.
    Nonostante tutto però c'era sempre qualcosa che le impediva di essere del tutto contenta e spensierata e di godersi quella specie di vacanza. O meglio non c'era qualcosa... insomma, non c'era il suo Rorò. Per questo decise di scrivergli per chiedergli se per caso avesse voglia di fare una puntatina ad Hogsmeade nel weekend, visto che lei aveva la libera uscita e avrebbero potuto incontrarsi. Una richiesta azzardata ma più che dirle no o non risponderle affatto non poteva fare e ai suoi rifiuti ci era ormai abituata, ma non per questo smetteva di chiedere. *Chi non risica non rosica, no?*
    Caro Mio signore, Roeim, ti manco? come va lì su al nord? Qui tutto bene, meno peggio di quanto credevo, però tu mi manchi un sacco. Il castello è così grande che ancora non l'ho visitato tutto e gli elfi preparano manicaretti deliziosi che rischiano di finirmi tutti sulle cosce. Io continuo ad allenarmi anche per conto mio ma qui usare le maledizioni senza perdono è vietato, che palle. Nel weekend posso lasciare la scuola così mi domandavo se hai voglia di venire al villaggio per la nostra lezione così posso rivederti non perdo l'allenamento. Fammi sapere.
    Tutta tua, Erica

    Un paio di correzioni qua e là e il suo messaggio fu pronto, ma come spedivano la posta ad Hogwarts? A Durmstrang era la nave magica che settimanalmente portava al villaggio e viceversa la loro corrispondenza, dato che i gufi -in culonia dove erano- non si avvicinavano, ma non aveva idea di come funzionava lì. Scusa, sai per caso dove devo consegnare una lettera da spedire? - chiese allora alla prima compagna Serpeverde che le capitò sotto tiro, una biondina carina che aveva già conosciuto alla lezione piratesca dato che si trovava in squadra con lei. Raelle, giusto? Il cognome non lo ricordava ma quel suo volto segnato da una grossa cicatrice era difficile da scordare. Era particolare, e poi aveva degli occhi meravigliosi. Se non hai di meglio da fare ti va di accompagnarmi? Non ho ancora capito bene la faccenda delle scale che cambiano strada e se mi perdo arriverò di nuovo tardi per la cena e... - guardò l'altra con lo sguardo da cucciolo al quale non si può dire di no, che con Roeim non funzionava ma magari su una innocua ragazza poteva andare. Ti prego... ti prego... ti prego! E poi lei era ospite là e con gli ospiti si usava una certa cortesia no?
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    Cosa volessero da Erica ormai non contava più. Lei continuava imperterrita a non dire una parola riguardo gli affari di Roiem, rimbambendoli invece su cose che non c'entravano un cazzo, parlando a vanvera. I tre che l'avevano rapita dal canto loro sembravano rimanere sempre più a corto di modi per farla parlare. Era una guerra di nervi a quel punto, doveva solo resistere ancora un pò. Fino a che il suo signore non fosse arrivato a salvarla. Ve l'ho raccontato di quella volta che io e Ike abbiamo spacciato biglietti falsi per il ballo di natale di Hogwarts facendoceli pagare suon di galeoni da chi non era stato invitato alla festa? Ricordi di un'esistenza che ormai era passato remoto, quando era ancora più Liv e meno Erica, clonata da poco e indecisa su chi fosse davvero, fino a che i ricordi di Olivia non erano mano a mano sbiaditi lasciando il posto alla sua nuova vita di zecca. Gli incantesimi confondenti che continuavano a propinarle però avevano anche questo effetto, le facevano sembrare quei ricordi così tanto vicini nel tempo.
    A volte invece, quando l'effetto cominciava a scemare - perchè diciamolo non si trattava di maghi così potenti...- la giovane strega era abbastanza presente a sè stessa da fingersi confusa apposta, per confondere loro. Solo in questo modo, con la sua furbizia unita alla fede incrollabile che aveva in Nystrom, era riuscita fino a quel momento a difendersi dalle moleste di quegli insulsi maiali. Ma quanto mancava ancora all'arrivo della cavalleria? Non riusciva più a calcolare il passare del tempo, le ore, i giorni, non sapeva in alcun modo quanto fosse passato dal rapimento. Era sicura solo di una cosa: *Questi stronzi mi hanno fatto perdere il San Valentino con Ro-ro!* E a proposito di lui... Non lo so se sei tu o non sei tu. Lasciami solo in pace... non mi interessa... tanto non dirò nulla. Era difficile in alcuni momenti distinguere la verità dalle bugie che cercavano di propinarle. Quando la confusione era più potente l'impostore le sembrava davvero Roeim, poi tornava in sè e no non era lui per niente, ma non c'era più un filo logico nelle sue convinzioni. E quando perdeva i sensi era ancora peggio perchè gli incubi in cui cadeva erano terribili e a differenza della realtà ingestibili e più quindi più spaventosi.
    Hey Erica, mi senti? La voce di Kurt le giunse da luoghi lontani, difficile nel suo stato di sonno/veglia stabilire se la stesse solo immaginando, ma la riconobbe subito: l'accento tedesco del mago era inconfondibile. Fanculizzati Hoffmann... ho già tanti problemi con questi pazzi qua per dare retta anche a te... La prima idea di Erica fu che non fosse vero, che anche lui fosse un inganno. Ma ricordava bene quanto fosse fuori di testa per conto suo il Mangiamorte ballerino, peggio di un incantesimo Confundus averci a che fare, e non aveva proprio le forze per affrontare anche quello. Poi però sentì qualcosa, non tanto con le orecchie ma una sensazione, come se gli incanti che le avevano lanciato prima di lasciarla là ad impazzire diventassero meno potenti tutti insieme. Il motivo per chi conosce un pò la magia poteva essere solo uno: chi li aveva castati era morto o quasi. E' VIVA! Quel urlo le fece dolere la testa all'inverosimile. *Ottimo. Ora ne sono certa pure io di essere viva, altrimenti non sentirei così tanto dolore...* La morte portava pace no? Aiutami ad alzarmi... - biascicò con voce impastata. E lì si rese conto di essere ancora incatenata. Sei vero? Giusto? Allungò una mano ad afferrare il braccio del uomo ma non era convinta. Poteva essere una trappola, poteva essere un imbroglio. Se sei tu appella la mia bacchetta e dammela. - gli disse quasi a volerlo sfidare, guardandolo di traverso tra i capelli sporchi che le stavano in modo disordinato davanti agli occhi.
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    Nome e Cognome: Erica Strange
    Età: incalcolabile ma sul suo documento magico riporta nata il 31 agosto 2018...
    Anno di corso: VII° anno
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    Quando Erica riaprì gli occhi il petto le doleva ed aveva la testa annebbiata come dopo una tremenda sbronza. Ma non una di quelle sbronze divertenti.
    Cercò di mettere a fuoco il posto dove si trovava ma ci mise un pò perchè era parecchio buio. C'è nessuno? Biascicò con voce impastata senza ricevere alcuna risposta. Era sola, in quella che sembrava una cantina piena di ciarpane, impolverata e puzzolente di muffa. Si sentiva i muscoli pesanti, affaticata. Quando cercò di muoversi udì un tintinnio di catene e si rese conto di essere legata caviglie e polsi a una lunga catena che pendeva dal soffitto. Si tastò i vestiti ma non trovò nè la bacchetta tra le pieghe della gonna nè il suo "memento mori" -il pugnale di Roeim-, che teneva sempre accanto al seno. Fanculo!
    Non aveva nemmeno finito di cambiarsi, indossava ancora la gonna della divisa di Durmstrang mentre sopra aveva solo una camicetta mezza sbottonata. Vi siete divertiti anche a sbirciare eh, stronzi??!! A differenza di come si poteva immaginare non aveva paura, aveva più che altro un tremendo rodiculo. Ce l'aveva con i bastardi che l'avevano presa perchè le avevano rovinato il weekend e ce l'aveva con sè stessa per essersi fatta fregare come una sprovveduta. Dopo tutti gli insegnamenti di Roeim era avvilente constatare di essere caduta in una imboscata senza nemmeno riuscire a reagire. Qualsiasi cosa volessero da lei però non l'avrebbero avuta perchè in quel momento l'unica cosa che riusciva a pensare era a come farla pagare a quelle merde. Avanti, fatevi vedere, così vi sputo bene in faccia! L'unica cosa che forse sarebbe stata in grado di fare visto come era messa. Tanto quando Nystrom vi trova vi farà un culo come una casa! Vedrete! Già, Roeim. Si domandò se si fosse già accorto di quello che era successo, se fosse preoccupato per lei. Ecco, magari questo no, però era sicura che sarebbe andato a salvarla. Prima o poi.

    La fecero attendere ancora ed ad un certo punto si assopì. Solo il rumore della porta cigolante che si apriva la fece trasalire ma non sapeva dire quanto tempo fosse trascorso. I muscoli intorpiditi le facevano sempre più male. Erica! Come ti senti? Stai bene? Sgranò gli occhi la giovane strega tentando di vedere chi avesse parlato perchè la voce... la voce assomigliava tanto a quella del suo Maestro, quando aveva il raffreddore però. Roeim? Sei tu? Improvvisamente si accesero diverse candele e potè vedere meglio l'uomo che aveva davanti. Un grosso sorriso le si dipinse sul viso. Mi hai trovata! Lo sapevo che saresti venuto a prendermi! Era proprio il suo Signore, bellissimo e imbattibile. L'onnipotente Nystrom. Dai, toglimi queste catene. Devo ritrovare la mia bacchetta e farla pagare agli stronzi che mi hanno legata qui sotto! Ma il mago prendeva tempo, la guardava e le sorrideva in modo strano ma non accennava a liberarla. Anzi, con un colpo di bacchetta le catene di Erica si accorciarono tutto d'un tratto, facendola sollevare con forza, tanto che si ritrovò appesa al soffitto per i polsi, le punte dei piedi che sfioravano appena il pavimento. Una posizione scomodissima e che lasciava poco spazio ai movimenti. Ma cosa???? Perchè??
    Non capiva il suo comportamento. Provò a parlarci ma Roeim iniziò a farle domande su domande su quello che Erica sapeva o non sapeva dei suoi affari, cose che non le aveva mai chiesto prima. Alcune di quelle risposte in realtà le sapeva, frequentandolo per due anni era venuta a conoscenza dei suoi intrallazzi anche se si faceva per lo più i fatti suoi, seguendolo nelle sue cose solo quando glielo chiedeva lui. Perchè adesso voleva da lei un resoconto dettagliato? E' una prova? Un esame di fine tirocinio? Ma sembrava che nemmeno l'ascoltasse. Continuava invece a farle domande. Non ti distrarre Erica. Sei tu che devi rispondere a me. Era tutto tanto strano, soprattutto perchè ad un certo punto le chiese particolari sugli incontri organizzati a Sobaki e di quello lei sapeva veramente poco. Se è una prova per passarla non ti devo rispondere, continua a chiedere pure. Torturami, non dirò nulla! Torturami. Non lo avesse mai detto. Da quel momento iniziò il vero calvario.
    Il presunto Roeim continuò ad incalzarla di domande e dato che lei non rispondeva iniziò ad usare la bacchetta contro di lei. Acquaeructo che le toglievano il fiato e la lasciavano gelida, alternati ad Elettro e altri simpatici incanti che le tendevano il corpo fino allo spasimo. Ad un certo punto le sembrò che i muscoli le si strappassero. Ma non fu questo il peggio: visto che con il dolore non si piegava il suo aguzzino passò all'umiliazione fisica e psichica, cose a cui Erica era meno preparata. I suoi punti deboli. Per convincerla a parlare le si avvicinava, la carezzava, la baciava. E non poteva farci niente per allontanarlo. Provò a morderlo, a prenderlo a testate ma quello le sorrideva e basta. Stavi andando bene sai? Con le torture e tutto. E' quando hai messo da parte la bacchetta e hai iniziato ad allungare le mani che hai sbagliato. Roeim non lo farebbe mai. Non a me. *Figuriamoci! Magari mi toccasse di più!* - pensò sprezzante sputando saliva e bile verso quel impostore. Hai fatto un grosso errore davvero. Quando sarò di nuovo libera... *E lo sarò perchè il vero Roeim verrà a salvarmi!* - ...la mano con cui mi hai toccata te la taglierò e te la infilerò su per il cu... Lampo di luce rossa. Schiantata di nuovo. Almeno fino a quando il suo rapitore non sarebbe tornato, dopo un'altra bevuta di pozione polisucco o quel che era, per interpretare malamente il ruolo del suo Signore.
    Quando lo fece però usò anche un altro stratagemma, un incantesimo confondente su Erica, per toglierle la certezza che non si trattasse proprio di lui. Con la mente confusa non riuscì più a vedere le differenze. Con la mente annebbiata sembrava proprio che fosse il suo Maestro a farle del male.


    Ora sapete che Erica è chiusa in cantina e che uno dei rapitori è il sosia di Roeim.
    *Salvatemiiiiiiiii!!!!*


    Edited by Lovely Liv** - 6/4/2021, 16:54
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    “Vuoi già ucciderlo?” Erica mise su un musetto pensoso. In effetti non è che avesse fretta però... *Io voglio passare più tempo con Roeim e questo qui me lo distrae!!* Doveva trovare una soluzione così ci si mise a riflettere. Certo non voleva nemmeno deludere il suo Maestro. No. Non ho fretta. - buttò là fingendosi indifferente fino a che lui non aggiunse: “Pensavo volessi divertirti.” *Maledizione!* - imprecò tra sè e sè traballando appena sui tacchi quando lui si allontanò, come se lasciasse un vuoto d'aria quando non le stava più vicino. Le toglieva l'ossigeno. Ovvio che voglio divertirmi! *Torna qui da me dai, perchè vai dal vecchio panzone?* Sbuffò appena quando Roeim le diede le spalle. Non avrebbe permesso che nulla rovinasse il suo Natale perfetto. Non aveva tante aspettative quando si era incontrati ma poi le cose si erano messe così bene... “Somiglia a quei cani grassi che faticano a respirare, no?” Erica fissò il volto contratto dal terrore del giudice. A lei sembrava un Troll grassone, i carlini erano troppo carini, ma si ok il paragone poteva starci. Così annuì con la testa, avvicinandosi di un paio di passi al suo Signore e al suo regalo. Quando cominciò ad abbaiare però Erica si lamentò: Ecco, adesso ci spaccherà le orecchie tutta la sera! E per evitarlo, detto fatto, tirò anche lei fuori la bacchetta e con un Silencio ben piazzato l'abbaiare del giudice divenne un abbaiare muto. Guarda che buffo che è! Si sta sforzando ancora più di prima così!! - commentò seguendo con lo sguardo il cagnolino che zompettava faticosamente su e giù per la cella. E se ci facessimo giocare Dannazione e Inferno? Mmm... no. Le sembrò una cattiva idea già subito dopo averlo detto, i due mastini lo avrebbero pappato in un sol boccone.
    Ci stava ancora pensando quando sentì alle sue spalle il tintinnio delle catene e di nuovo la presenza così vicina di Roeim. Sorrise voltando appena il capo per guardarlo, e rabbrividì quando sentì il metallo freddo sulla pelle scoperta del collo ma non fu un brivido brutto. Vuoi portare a spasso anche me? - scherzò tendendo l'orecchio quando sentì il fiato di Roeim che le solleticava dietro la nuca. “Hai visto Hoffmann di recente?” Oh. *Che diamine c'entra ora Kurt?* - pensò perplessa. Interessante che le catene ti facciano pensare a lui... - esclamò mentre col corpo si faceva appena appena indietro, sfiorando con la schiena il petto del suo Signore. In effetti a lui servirebbero, pazzo com'è, delle catene... Per legarcelo, ovvio. A quel punto però si rese conto che temporeggiare senza dargli una risposta precisa non era mai un bene con Roeim, lo faceva irritare. E a ben dire era una cosa che irritava anche lei, lo aveva provato bene proprio con Kurt che non rispondeva mai chiaramente alle sue domande. Quindi smise di lasciarsi andare in chiacchiere: L'ho visto qualche giorno fa in effetti, giù a Pluckley's Playground. Al covo privato dei Mangiamorte in pratica. A quel punto si girò su se stessa per guardare Roeim in viso, anche se così facendo la catena che lui le aveva messo sul collo le si attorcigliò intorno, a strozzo. Ma non aveva paura, anzi, maliziosa com'era la cosa la eccitava. E' un uomo strano. Gli piace fare giochetti. Ma non di quelli divertenti. Sorrise abbondando di malizia sulle labbra e nello sguardo. Erica aveva tutta una sua idea riguardo al divertimento, che magari non era proprio la stessa idea di Roeim ma di sicuro non era per niente quella di Kurt. Anche se ballarci era piacevole perchè aveva il ritmo nelle vene. E ci si crede anche parecchio... - continuò roteando gli occhi al soffitto della cella. Poi però non seppe più che dire ed allora andò dritta al punto, ansiosa forse un pò troppo di togliere di mezzo velocemente il discorso Hoffmann, visto che pure quello rischiava di rovinarle il Natale. Cosa vuoi sapere? In fondo era così tra loro: di solito Roeim sapeva già tutto quello che c'era da sapere in generale, di ogni cosa lo interessasse, ma in caso contrario gli bastava solo chiedere. Quale folle avrebbe mai rischiato nel tenergli nascosto qualcosa? Non Erica. Anche se magari per non farlo arrabbiare non era il caso di dilungarsi in particolari.
    Intanto il giudice-carlino continuava a razzolare là intorno ai loro piedi senza produrre un solo suono pur abbaiando come un forsennato. Erica abbassò per un attimo lo sguardo su di lui anche se preferiva mille volte guardare Roeim e bearsi del suo fascino: Sta buono tu! Sciò! - cercò di allontanarlo col piede ma quello insisteva. Allora fece per piegarsi verso di lui ma la catena che aveva intorno al collo tirò, impedendole movimenti ampi e ricordandole che Roeim non aveva ancora finito il discorso con lei. Si rimise dunque dritta ma puntò la bacchetta verso il rotolo di ciccia là a terra: Sai cosa? E' troppo carino. Ed in effetti lo avrebbe preso volentieri a calci per allontanarlo ma come si fa, anche senza una coscienza, a far del male a un carlino? Un lampo di luce violetta e sbam, da cagnolino si ritrovò Vermicolo. Non ti pare che così somigli di più all'originale? E allora si che riuscì ad assestargli un bel calcio per farlo rotolare fino alla porta, e non se ne fece un problema affatto.
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    < Mi piace spaventare tutti. > La risposta di Kurt prese Erica contropiede. Dal suo aspetto non lo avrebbe mai detto, non le pareva avesse quello sguardo freddo che incute terrore perennemente. Lo sguardo di chi non prova nulla e gode solo nel vedere soffrire gli altri. Lo sguardo come quello di Roeim in pratica.
    In fondo agli occhi azzurri che si trovava davanti intravedeva ancora una scintilla di umanità, quella che rendeva il mago oscuro ancora capace di divertirsi anche se questo non prevedeva necessariamente far del male ad un altro, di provare emozioni positive nonostante l'animo stracciato dall'uso della magia oscura. Di ballare.
    Ma magari era Erica ad essere una patetica illusa. Le capitava spesso di vedere negli altri quello che desiderava vederci lei più che quello che erano realmente. Le succedeva con il suo Maestro, per dire. Beh, se proprio ti fa piacere, quando ti ho visto qui sulla porta ho provato molta paura. - gli confidò candida come solito. Solo che... in fondo non potevo farci nulla no? Non sono una che scappa comunque. Più una che reagiva sul momento, che si trovava a fare quello che poteva per sopravvivere, ma certo non una di quelle che si arrendevano alla paura anche perchè... Forse ci sono fin troppo abituata a vivere in un costante stato di terrore, un pò per me è quasi normale. Triste a dirsi? Può darsi che Kurt lo avrebbe inteso così ma per Erica non era una lamentela, non si era mai sentita una vittima. Anzi aveva fatto del suo terrore il suo punto di forza in un certo senso, fin da quando ogni giorno si svegliava temendo che fosse l'ultimo. Forse anche per questo non aveva problemi a stare accanto a Roeim, anzi l'ansia che le metteva addosso lui quasi la rassicurava, come un sentimento familiare. Ma normale di testa Erica non era mai stata. Che cosa ci potrebbe mai essere di normale in un incidente magico diventato un essere umano da così poco?
    < Perché, sei rimasta delusa dal fatto che ho deciso di non farti del male? > Che strana domanda per lei. Non delusa, no. Sorpresa si. Pensavo che tra voi... - e per "Voi" intendeva i Mangiamorte in genere - ...la vendetta fosse un atto scontato. E lei gli aveva fatto quello scherzo alla festa in fondo, un pò se lo sarebbe meritato. Ma meglio per me a questo punto! Sorrise. Le bruciavano un pò gli occhi, avrebbe voluto rilassarsi di più ma non capiva ancora del tutto il mago che era lì con lei e dunque non poteva permettersi di adagiarsi troppo. In realtà aveva la strana impressione che lui la prendesse un pò per i fondelli con quei suoi cambi di umore repentini che scorgeva sul suo volto. Alcuni momenti sembrava divertito, altri interessato, altri ancora annoiato a morte. E lei ancora non riusciva a darci un senso, ma magari non ne aveva... *Poi dicono delle donne ma anche gli uomini sanno essere lunatici eh! Avrà il ciclo?* - pensava tra sè e sè.
    Ballando ancora si lasciò comunque trasportare da lui, le sue lunghe gambe si muovevano automaticamente seguendo il ritmo. Aveva cercato di essere ironica ponendo qualche domanda leggera a Kurt ma il mago oscuro sembrava essere cupo non solo per indole magica ma anche per senso dell'umorismo, nonostante i sorrisi che le riservava rispondendole mentre ballano. Un'altra cosa su cui probabilmente si era sbagliata. Non ci stava davvero capendo nulla di quel uomo?
    < Pensi che io stia rimorchiando? > Lo guardò sottecchi ma invece di rispondergli gli riservò un mezzo sorriso conciliante. Voleva forse negarlo? Alcuni atteggiamenti possono essere fraintesi altri meno, ma Kurt iniziava a sembrarle un pò permaloso e magari era solo una sua impressione anche quella, ma la indisponeva. In fondo era stata sincera con lui, gli aveva detto che le piaceva, che lo trovava simpatico. Voleva solo conoscerlo meglio, magari così in futuro avrebbero potuto collaborare, ma dopo quell'ora insieme non era più sicura che fosse una buona idea. Forse a lui piaceva fare il misterioso ma Erica era più pratica su certe cose. Quando le disse: < Stai andando bene. > non potè non chiedersi a cosa si riferisse? Era una recita? Stava facendo bene la sua parte? Oppure si riferiva al ballo? La testa già provata dal troppo alcool le girò un pò, oppressa da tutti i pensieri che ci ficcava dentro lui. < Certo che sono un gentiluomo, hai avuto dubbi? > Piegò appena il collo di lato esprimendo il suo diniego con la testa. Però a dirla tutta qualche dubbio lo aveva: *Un vero gentiluomo non si prende gioco di una donna e lui... lui è così strano!* - pensò ancora rafforzando così il suo mal di testa. Una cosa però almeno le era chiara, a Kurt piaceva avere il controllo della situazione, forse addirittura lo infastidiva il fatto di non poter prevedere i comportamenti di Erica in quanto lei era una tipa imprevedibile di natura. Il modo in cui le stringeva la vita però sembrava proprio una conferma. *Vuole comandare lui.* Peccato che per come la vedeva Erica per comandare prima di tutto bisognava avere dei pregi che lui fino a quel momento le stava nascondendo benissimo. Cercò lo stesso di essere accondiscendente, perchè non voleva entrare in contrasto ma a quel punto ci sperava poco che potessero diventare una specie di "amici", Erica preferiva la verità ai giochetti. *L'ennesimo uomo che riesce a deludermi?* - ma si, tanto ci era abituata.
    Quando però lui spiegò il motivo per cui l'aveva fatta bere si risentì un pochetto per ciò che le disse. Un pochetto tanto: < Ti ho fatto bere per rilassarti un po', che cosa pensavi mh? Che ti portassi a letto? > A quel punto le venne in mente la storiella dello Kneezle e la carne. Tutti i piccoli maghi e streghe la conoscevano: "se lo Kneezle non riesce ad arrivare alla carne dice che ha un cattivo odore". Erica era un pò intontita, dall'alcool, da tutti quei discorsi che sembravano portare solo ad altre domande, dal modo tanto ambiguo in cui si comportava lui, ma come donna alcune certezze le aveva ancora. E poi sapeva di essere una gran bella ragazza, di avere un fisico giovane e sexy. Forse Kurt aveva altri gusti? Ammetto che mi è passato un paio di volte per la mente che volessi farlo. Lo guardò un pò più intensamente prima di incalzare: Mandi dei segnali alquanto contrastanti tu. Posso essere sincera? Lo sarebbe stata in ogni caso, era fatta così. Di sicuro non sei un vampiro ed i morsi sono un chiaro marchio sessuale. Persino i leoni lo sanno! E ne aveva visti Erica di documentari sull'accoppiamento nella savana quando viveva con Ike ed avevano il mega televisore babbano! Da alcuni avevano persino preso spunto per dei giochetti... ma non era quello il momento di pensarci quindi continuò: E lo sai anche tu, altrimenti non mi avresti chiesto come lo avrei giustificato a Roeim se lo avesse visto! Il suo castigo... Quindi se non ci stava provando stava almeno fingendo di farlo, il che ad Erica sembrava un trucchetto alquanto sciocco per un uomo bello adulto come Kurt ma visto che lo conosceva poco non si poteva mai dire. E poi vogliamo parlare di quanto ti stringevi prima ballando? Oh si, Erica di sesso era molto edotta, peccato solo che ultimamente lo praticasse poco ma in passato non era stato così. E ne aveva fatto abbastanza per poter dire con una certa sicurezza che tutti gli uomini quando ti si strusciavano addosso bramavano a quello. Kurt era poi tanto diverso? Sarebbe stato sorprendente! Ma davvero, che strano modo di fare aveva, visto che se non ci fossero stati i vestiti di mezzo per come stringeva il bacino al suo si sarebbero già accoppiati più volte mentre volteggiavano a suon di musica. Parliamoci chiaro Kurt, vuoi? I giochetti a lungo andare stancano tutti, no? Se non brami il sesso e se quello che dico non ti interessa abbastanza da intavolare una conversazione... - ed era chiaro visto che rispondeva alle sue domande sempre con altre domande - ...perchè perdi ancora tempo qui con me? Tanto ormai lo hai capito bene che giocare all'oscuro seduttore con me non ti da soddisfazione. E mi spiace molto per questo davvero, ma non ci so fare con questa roba, l'arte della seduzione e tutto il resto. Terminò la frase con uno svolazzo della mano e smise di ballare, restando però vicina a lui. Se ci avesse saputo fare con quella roba l'avrebbe usata su Roeim almeno. L'unica cosa su cui Erica era pratica ormai erano i due di picche che incassava costantemente da ogni uomo a cui si interessava. Certo, almeno Nik l'aveva amata davvero, ma se ne era andato anche lui pure se diceva che era per il suo bene. Quindi per lei rientrava nella statistica. Scusa, ma io sono umana da poco e certe sfumature non le comprendo appieno. In confronto a te sono una bambina... In uno splendido fisico da ventenne ma con la gamma di emozioni di una preadolescente. Le cose chiare le capisco meglio. Fece spallucce. Non sapeva indovinare come avrebbe reagito lui a quel punto, forse le mancava la dose giusta di perspicacia o forse era proprio lui troppo misterioso. Oppure tutto quel loro incontro non aveva senso e basta.
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    Non le capitava da molto di intraprendere una conversazione così lunga con un uomo che non fosse Roeim. L'ultima volta era stata con Nik al Paiolo, ma con lui era diverso, poteva dirgli qualsiasi cosa e lui la capiva solo guardandola negli occhi. Kurt invece era un enigma, e lei da brava bambina curiosa cercava ad ogni frase scambiata di capirne un pò di più ma non era facile.
    Lo osservò avvicinarsi di nuovo a lei con calma studiata, le mani nelle tasche, uno sguardo indecifrabile. < È tutto molto interessante.. Ma perché mi dici queste cose? Pensi che mi possano interessare? > Sollevò le sopracciglia perfettamente disegnate e gli sorrise. Magari dovrebbero. - gli rispose secca. Se l'avesse ascoltata veramente avrebbe capito che non gli conveniva far del male a lei perchè per Roeim sarebbe stato come farlo a lui, visto che Erica gli apparteneva. Ma Kurt non aveva colto il modo velato in cui la ragazza aveva tentato di avvisarlo. E magari allo stesso tempo anche di salvarsi se ce ne fosse stato bisogno. Dopotutto che altre difese aveva sola in quella casa con lui? Mi hai chiesto di chi avessi più paura, cosa ti aspettavi che ti rispondessi? Magari di te? Lo guardò sottecchi, piegando la testa un pò di lato. Ti piace spaventare le donne Kurt? Una cosa che gli riusciva decisamente bene se voleva ed era facile con chi non aveva molte possibilità di difendersi. Ma in fondo come tutti i maghi molto sicuri di sè anche Kurt a quanto pareva amava vantarsi della sua supremazia. Verso tutti, e in quel caso verso di lei. Non era forse quello che stava facendo? Tenerla sotto scacco? E ci riusciva bene visto che quando prese a giocare con alcune ciocche dei suoi capelli le diede i brividi. < E se succedesse qualcosa tra di noi Roeim verrebbe a farmi la festa? Ho capito bene? > Ebbe solo il tempo di chiudere per un attimo le palpebre a quella domanda. Non c'era bisogno di una risposta. Quello che le chiese subito dopo però acuì la curiosità della ragazza tanto da farle dimenticare per un attimo il modo subdolo in cui si stava avvicinando a lei. Solo un'altra persona le aveva chiesto qualcosa del genere, ma Nik le voleva bene, a Kurt alla fine cosa importava? Ma io sono libera! - protestò sentendosi avvampare in viso per la foga che mise in quelle quattro parole. E' lui la mia cosa nuova! *E' con lui che voglio viaggiare, è lui che voglio vedere ed è con lui che voglio fare sesso!* Sono io che l'ho cercato. Io che gli ho chiesto di potergli stare accanto per imparare da lui... *E che spero ogni giorno che non cambi idea e continui a volermi con sè* Pensi che mi costringa forse in qualche modo? Aggrottò lo sguardo Erica e si allontanò da Kurt e dal tavolino. Per un attimo le girò la testa ma era abbastanza in sè per ragionare ancora in modo sensato anche se a un tratto si mise a ridere. Non è per l'alcol... - specificò indicando il bicchiere che le aveva riempito ancora - Lo reggo abbastanza bene, nonostante tutto. Anche in questo l'aveva allenata Roeim. Rido perchè c'è un risvolto buffo in tutta questa faccenda... Pensavo volessi farmi del male, che fossi tu "il mostro" in questa favola. Invece dalle tue parole sembra quasi che io debba essere salvata da Roeim! Eh si, la cosa la faceva ridere perchè con il suo signore a dispetto di tutto si sentiva al sicuro. E invece riguardo a Kurt forse non sbagliava più di tanto. < perché ti sei allontanata? > Guardò per un attimo la mano che aveva allungato verso di lei. Ci pensò su mordendosi il labbro indecisa prima di afferrarla e lasciarsi trascinare in un nuovo ballo. < Rifacciamolo bene. > *Perchè? L'altro ballo non è venuto bene?* Partì una nuova canzone dal grammofono ma questa lei non la conosceva. L'aveva scelta Kurt? Posso fartela io una domanda ora? - azzardò visto che aveva risposto a tutte quelle dell'altro. Rimorchi di più mordendole le donne o... ballando con loro? Ogni uomo aveva i suoi metodi no? Erano solo quelle le sue carte vincenti? E comunque... non mi pare di avere poi questo gran guscio intorno, sto conoscendo meglio te no? Una cosa che pensava le sarebbe stata utile visto che un giorno avrebbe voluto chiedere a Roeim di far parte anche lei del loro "gruppetto". Ma ne doveva passare ancora di acqua sotto i ponti, doveva prima dimostrarsene degna. Basta che non pensi di approfittare del fatto che io sia un pò brilla... non sarebbe da gentiluomo e tu lo sei, vero? Insomma, fino a quel momento non aveva fatto scivolare la mano sul suo di dietro, abbastanza galante dopotutto.
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    Durmstrang, 12 febbraio 2021

    Mio Signore, Ciao capo!
    Il weekend si avvicina ed il Preside ci ha generosamente concesso due giorni di libera uscita. Anzi le sue parole testuali sono state proprio "non fatevi vedere fino a domenica sera". Evidentemente non vuole nessuno trai i piedi al castello, fatti suoi.
    Così, visto che sono libera, facciamo finalmente quella lezione sulle maledizioni di sangue che mi avevi promesso?
    Posso essere a casa tua già alle 10.00 di sabato mattina. Mi fermo prima al tuo bar preferito a prendere caffè e cornetti per la colazione però!
    E poi, visto che domenica è San Valentino, che ne dici di fare un giro al parco a spaventare le coppiette appartate sulle panchine? O lanciargli qualche fattura e farli litigare! Oppure potremmo andare in uno di quei locali per single e far credere a qualche sfigato di aver rimorchiato qualcuno per la festa e poi dargli buca all'ultimo! Mi devi ancora la rivincita alla gara degli shottini, mi sono allenata e vedrai che stavolta non cadrò faccia avanti sul tavolino, ma anzi vincerò io! Ci mettiamo bene d'accordo sabato. Non vedo l'ora.
    A presto
    Tua schiava Erica


    Bergenwiz, 13 febbraio 2021, ore 10.00

    La nave incantata della scuola lasciò gli studenti sul molo come sempre. Erica fu una delle prime a scendere, ansiosa come era di raggiungere il suo Ro-ro per il weekend. Lui in realtà non le aveva risposto ma non lo faceva mai, quindi era sicura che la avrebbe aspettata come sempre e non se ne fece un problema.
    Prima di partire alla volta della casa del Capo Auror però entrò in un locale del villaggio, ordinò un caffè e andò a chiudersi nel bagno delle femmine per cambiarsi. Non voleva andare da Roeim in divisa da scolaretta, preferiva presentarsi con un vestito più sexy, sempre nella speranza che lui ci facesse caso. *Non si sa mai eh!*
    Mentre si stava cambiando però sentì bussare insistentemente alla porta. Un attimo ho quasi fatto! Che fretta per Merlino!!! Ma il bussare insistente continuò e alla fine Erica fu costretta ad aprire. Che diamine, vi scappava così tanto? Ma poi... questo è il bagno delle donne, avete sbagliato eh! Davanti infatti aveva tre uomini, tre brutti ceffi a dirla tutta. Completamente vestiti di nero, ma non di classe come vestiva Nystrom. Uno di loro le puntò contro la bacchetta. Ma voi chi siete? Che volete da me? L'ultima cosa che vide prima di perdere i sensi fu un lampo di luce rossa e poi nulla.


    Residenza Nystrom, 13 febbraio 2021, ore 11.00

    Erica era già in ritardo di un'ora rispetto a quanto aveva scritto a Roeim via gufo. Il mago se ne sarebbe accorto o non ci avrebbe fatto caso? L'avrebbe aspettata? Oppure non vedendola si sarebbe preoccupato per lei? La vita di Erica probabilmente dipendeva da questo.
  9. .
    Si lasciò cullare dalla musica quando Kurt la strinse a sè e per un attimo chiuse gli occhi ancheggiando placidamente tra le sue braccia. Di quel uomo si sarebbero potute dire molte cose ma non di certo che non sapesse ballare. Il punto era: quale altre qualità aveva? Erica voleva capirlo, ma per riuscirci doveva avvicinarsi a lui, doveva fare cappuccetto rosso nella tana del lupo.
    Le lunghe dita del mago che risalivano insieme ai brividi lungo la sua schiena la agitavano dandole però una scarica di adrenalina che non le dispiaceva affatto. Le era difficile respirare con il petto così stretto a lui ma se non l'avesse sorretta con tale forza probabilmente sarebbe crollata a terra, quindi poco male. Oh, ci siamo. Finalmente me lo dirai, non sto nella pelle. - sussurrò divertita di rimando, per incitarlo ad andare avanti. Non che ve ne fosse bisogno di incitarlo, in qual si voglia direzione, sembrava un mago alquanto deciso quello a cui stava così pericolosamente vicino. Solo che non si aspettava che la risposta non sarebbe arrivata a parole ma annunciata da un gesto difficilmente prevedibile. Al quale lei comunque non tardò a reagire: Ah! Ahhhh! Ah.....!!! Gli urletti che le sfuggirono dalla bocca erano alquanto fraintendibili, difficile dire se quel morso le stesse davvero facendo male o se stesse avendo un orgasmo. *No, ok, fa male!* Magari entrambe le cose, ma lui non poteva leggerle la mente, no? E poi non fece nulla per allontanarsi e sfuggire a quel contatto così marcatamente profondo. Primo perchè avrebbe rischiato di rimetterci una bella porzione di pelle sfuggendogli con la forza, secondo perchè ancora non aveva soddisfatto la sua curiosità con lui. E poi voleva quel ballo, lo voleva a tutti i costi.

    Voglio sapere che cosa racconterai al tuo signore quando ti ritroverà addosso i segni del tuo... castigo.
    A quel punto però Erica allontanò appena la testa da quella di lui, giusto per guardarlo in viso e potergli sorride in faccia in modo alquanto sfacciato anche se sempre velatamente malizioso. Scusa Kurt, non ho capito bene, credo... Eppure questa volta non aveva parlato in tedesco. *Il mio castigo sarebbe il morso o il fatto che il tuo bacino sia talmente incollato al mio da poter immaginare tutto quello che tieni sotto la cintura compresa la marca delle mutande?* No perchè in caso quello più che un castigo era una tortura, per essere chiari. Dimmi Erica, hai più paura di me o del tuo padrone? Ok, questa domanda era più semplice anche se la risposta esatta sarebbe stata alquanto scontata. Oh, ma dai! Sta' zitto e balla con me adesso!
    Citazione:
    Oh don't you dare look back
    Just keep your eyes on me
    I said you're holding back
    She said shut up and dance with me!
    This woman is my destiny
    She said oh oh oh
    Shut up and dance with me!
    (fine citazione dal video con Kurt che balla :P )

    Aveva sempre pensato fosse un uomo intelligente, non poteva deluderla. *Ma la vuole davvero una risposta?* Restò col dubbio Erica e sapeva quanto potesse essere irritante rispondere alle sue domande con altre domande, infatti sclerava quando così glielo faceva il suo signore, ma che poteva farci? Era Kurt che chiedeva cose assurde per lei! Così invece di rispondergli continuò a ballare con lui fino a che la musica non finì, che non ci volle molto in realtà pochi secondi ma ci teneva a finire il suo ballo. Solo quando il disco nel grammofono cominciò a girare a vuoto si allontanò cautamente da Kurt, anche se non di molto, quel tanto per posare il fianco al tavolino dove avevano lasciato i bicchieri vuoti prima di intraprendere la danza e sorreggersi così. Va bene, adesso ti darò tutte le risposte che vuoi. Se gliele avesse date prima probabilmente con lei non ci avrebbe mai ballato, mica era scema Erica! Io e Roeim non stiamo insieme. *Lo so, non me lo ha chiesto questo ma il nostro legame dall'esterno potrebbe sembrare un pò confuso quindi meglio chiarire no?* E poi stare insieme è una cosa da bambini, no? Io sono in debito con lui. Sono due anni ormai che mi ha preso sotto la sua ala oscura, che mi insegna con pazienza... E con Erica ce ne volveva parecchia, di questo c'era da darne atto a Nystrom. ... lui è tutto per me, perchè io non ho nessun altro a parte Roeim. Niente amici eccetto Nik - che però ormai aveva la sua vita lontano da lei, niente famiglia eccetto Olivia - che però aveva già i suoi guai per farsene una per conto suo. Se per Signore si intendeva un istruttore, un padre, un fratello, un amico, un amante... si, lui era tutto questo per Erica. Anche se essendone quasi del tutto inconsapevole. Come avrebbe potuto essere diversamente? Le emozioni che Roeim provava e mostrava erano alquanto basilari, una gamma estremamente ridotta rispetto a un normale essere umano. Anche se lei lo avesse amato non avrebbe mai potuto ricambiarla, non ne sarebbe stato capace. E Kurt probabilmente non era molto diverso da lui: *Un mago oscuro può ancora riuscire ad innamorarsi?* Sarebbe stato un caso davvero curioso da studiare. Quindi vedi... non gli mostrerò mai questo segno... - continuò carezzandosi il collo con le dita, dove i denti del mago avevano fatto il loro affondo. Perchè sarei una stupida a rischiare di irritarlo senza motivo visto anche che tra noi non è successo nulla. *Mi credi stupida Kurt?* Ed anche perchè tu mi stai simpatico. Era vero. Le stava simpatico ancor prima della festa di Halloween anche se lo conosceva appena, altrimenti perchè avrebbe scelto proprio lui per il suo scherzo? E poi mi piaci. Voglio dire... sei un bel tipo. Lo era davvero, esattamente il suo tipo a dire il vero. Alto, magro, affascinante, forte... le ricordava giusto qualcun altro. E poi ti pare il caso di giocare a chi ha la bacchetta più potente con Roeim? Uno come lui ti conviene tenertelo stretto come amico, c'è più da guadagnarci. Mentre a farselo nemico c'era tutto da perderci.
    A quel punto immaginava di aver risposto a tutte le domande di Kurt, ma aveva di nuovo la gola secca. Si voltò a prendere dal tavolino dove era poggiata altro whisky versandone per entrambi. Allora, c'è altro che vuoi sapere o sei soddisfatto? E giù un altro sorso. Ma questa volta uno piccolo, altrimenti il tavolino non l'avrebbe sorretta più.
  10. .
    Aspettava quel giorno con impazienza già dai primi di dicembre. I suoi compagni di Durmstrang non facevano che parlare delle loro vacanze, di quanto gli mancassero le loro case, delle feste e dei regali e soprattutto delle abbuffate che li aspettavano dopo mesi del sano regime dietetico del preside Carradine, Erica no. Lei pensava solo al fatto che avrebbe rivisto Roeim ed avrebbe trascorso il Natale con lui, con il suo maestro. Del resto non le interessava. Anche se la scuola sarebbe rimasta chiusa per due settimane e non aveva alcuna idea di come avrebbe trascorso tutto quel tempo, avrebbe pensato ad una soluzione a tempo debito.
    Aveva dovuto lasciare la scuola con la divisa come tutti, ma già nella nave si era ritagliata un angolino per cambiarsi. Come tutti. Non gli aveva voluto spifferare nulla su cosa avrebbero fatto, ma l'esperienza le suggeriva comunque di scegliere un abbigliamento comodo, così aveva optato per una tutina di pelle rossa... *E' un pò attillata ok, ma perfetta per infiltrarsi senza nulla che si possa impigliare ovunque!* ...e, visto che non aveva una sua maschera da Mangiamorte e Roeim le aveva detto che non poteva averla dato che non era una Mangiamorte... *Quante storie per una maschera!* ...se ne era portata dietro anche una di carnevale per ogni evenienza. *Non sono perfettamente irriconoscibile?? Poco natalizia magari ma a chi importava? Anche se si fosse vestita da elfetto sexy Roeim l'avrebbe guardata solo se fosse stato davvero in vena. Cosa che le fu subito chiara non essere quella sera quando salì sulla sua auto volante per raggiungere la loro segreta destinazione. Non vedevo l'ora che arrivasse stasera!! Sono così eccitata! L'entusiasmo le usciva da tutti i pori come sempre insieme a lui, ma nel momento in cui aveva provato ad allungarsi sul sedile per dargli un semplice bacio sulla guancia il mago aveva fatto una di quelle mosse ambigue, di quelle che si fanno quando si vuole sfuggire a qualcuno fingendo che sia solo un caso, tipo proprio in quel momento gli venne in mente che doveva prendere qualcosa dal cassetto dell'auto. Erica, che oramai aveva capito da tempo quando era il momento di stare al suo posto, a quel punto non potè che mettersi composta sul sedile ed attendere che fossero arrivati. Non parlò nemmeno tanto come faceva di solito perchè era chiaro che lui non volesse ascoltarla, ma il viaggio così in silenzio le diede modo di pensare parecchio e nemmeno uno di quei pensieri fu bello: *Non ha nessuna voglia di stare con me... La seconda volta che gli ho chiesto dove stavamo andando pensavo mi avrebbe cruciata... Non si ricorderà certo che sono due anni da quando ci siamo conosciuti... Figuriamoci se mi ha fatto un regalo... E se vuole dirmi che il mio tirocinio con lui è finito?* Qualcosa di questo genere oltre vari altri scenari in cui lei finiva morta. D'altronde gli sguardi silenziosi che le mandava Nystrom parlavano da soli e dicevano unicamente cose spaventose. Fu quindi con poca convinzione che mise piede a terra quando le disse che erano arrivati, almeno fino a che non si rese conto di dove fossero. Azkaban!! Solo allora le tornò il sorriso, amava in modo particolare quel posto. *Chi non desidererebbe trascorrere il Natale nella prigione di massima sicurezza dei maghi??* Le vacanze ai Caraibi sono così sopravvalutate!
    Dannazione!! Inferno!!! I due mastini le corsero incontro non appena oltrepassarono il portone. Erica si fermò qualche istante a salutarli anche se Roeim andò subito oltre come se nulla fosse. Mi dispiace non ho nulla, non sapevo che saremmo venuti qui altrimenti vi avrei portato qualcosa... magari più tardi eh? Sempre senza farsi vedere dal capo ovviamente. Erano addestrati per non far fuggire i prigionieri quindi non potevano prendere l'abitudine di accettare cibo da qualcuno che non fosse il loro padrone, ma Erica ci si era così tanto affezionata che non riusciva a non viziarli... Si, due mastini assassini e lei li adorava: anche i carlini sono molto sopravvalutati.
    Ehi aspettami! Dove stiamo an.... La voce le morì in gola quando il mago si fermò davanti porta della cella dove era stata detenuta due anni prima: “E' qui che ci siamo conosciuti, due anni fa.” Solo l'emozione che provò in quel momento poteva impedire di parlare a una chiacchierona come Erica... Si, me lo ricordo, è solo che non... Lo guardò in volto, gli occhi cominciavano a pizzicarle. “So che non lo diresti ma ci tengo alle ricorrenze.” Gli sorrise, ma le lacrime ormai le erano arrivate alle ciglia. Sei un maledetto... *Bastardo!* ...hai tenuto su quell'espressione per tutto il tempo! Pensavo volessi... non lo so... e invece... te ne sei ricordato! Era così convinta di aver imparato a conoscerlo ed invece Roeim era sempre in grado di sorprenderla, anche dopo due anni, e lo sarebbe sempre stato. Nulla con lui poteva essere dato per scontato. Gli sarebbe saltata al collo sul posto, fregandosene se lui si sarebbe potuto spostare e mandarla a sbattere contro il muro ma poi: “Immagino non siano stati anni semplici.” Perchè diceva così? Allora voleva davvero terminare il suo tirocinio? E che avrebbe fatto senza il suo signore? Che ne sarebbe stato di lei? Negò quindi con il capo, cosa c'era stato di non semplice? Lei non ne aveva idea... Ma Roeim non aveva finito: “E' per questo che ho voluto farti un regalo.” Parole magiche, meglio di una formula per la felicità, che riuscirono a far tornare indietro le lacrime da dove erano venute insieme a tutti i pensieri negativi: Un regalo per me?? Davvero? Nella mente di Erica iniziarono a scorrere una serie di immagini degne della Lista Desideri di Amazon, ma era difficile immaginare cosa le avesse regalato. Quindi fece la cosa più semplice di tutte, glielo chiese: E cos'è?? Fu a quel punto che il mago aprì la cella svelando la sorpresa. Erica all'inizio rimase perplessa ma solo fino a che non riconobbe il viso dell'uomo. Ohhh... - esclamò stupefatta senza altre parole lì per lì. *Certo non è un regalo a caso, deve averci ragionato molto su...* A dire il vero era il regalo più personalizzato che avesse mai ricevuto, qualcosa che solo lei poteva apprezzare. Anche gioielli e profumi sono davvero sopravvalutati. “Possiamo farne quel che vogliamo.” Annuì e mandò giù a fatica il groppo che si sentiva in gola: Nessuno mi aveva mai fatto un regalo così. Ed ecco che sentì di nuovo tornare le lacrime. Ed io che quasi pensavo non ci tenessi! Spostò lo sguardo dal giudice a Roeim e a quel punto non si trattenne e gli lanciò le braccia intorno al collo. Grazie!!!! Ma proprio in quel momento, quando magari sarebbe stato anche il momento giusto per guadagnarci un bel bacio ecco che il mago imbavagliato iniziò a lamentarsi e a cercare di urlare, infastidendo Erica proprio nell'istante in cui poteva finalmente godersi quanto si era duramente guadagnata. Silenzio in aula! - tuonò voltandosi infastidita verso "il suo regalo". Non vede che sta disturbando? La giuria qui siamo noi e non le conviene farmi innervosire proprio adesso e rovinarmi il Natale! Lo capisce? E semmai non lo avesse capito sollevò una delle sue lunghe gambe guantate di rosso e, posando il tacco 12 a spillo sulla faccia del giudice, lo spinse sdraiato sul lettino. Ora zitto e mi lasci discutere col mio collega. E ringrazi che il tacco gliel'ho puntato sulla guancia e non nell'occhio. Ovviamente non ci sarebbe mai riuscita se Roeim non l'avesse sostenuta, ma era stato proprio quello che il mago aveva rappresentato negli ultimi due anni: il perno attorno a cui Erica poteva ruotare.
    Dove eravamo? Ah si, a me che ti ringraziavo... Ma ormai l'attimo era passato, non le andava di riappendersi al suo collo, il giudice le aveva fatto perdere il momento! Certo un pò mi dispiace. Se non fosse stato per lui non ci saremmo mai conosciuti... *Naaaaa! Un altro modo per arrivare al mio adorato Nystrom lo avrei trovato!* ... quindi come vogliamo ucciderlo? E si, le dispiaceva parecchio assai.

  11. .
    Quel "dipende" buttato là come risposta da Kurt continua a rimbombarle nella testa. Non si sentiva molto fortunata in quel periodo ed era difficile dunque non interpretarlo in modo nefasto ma sul momento non disse nulla continuando a sforzarsi di non far trasparire troppo le proprie emozioni. Era una delle lezioni essenziali del suo maestro dopotutto e voleva sentirsi fiera di lui controllandosi il più possibile.
    Cosa più facile a dirsi che a farsi soprattutto quando sentì il mago avvicinarsi alle sue spalle. Avrebbe voluto spostarsi ma le sue lunghe gambe non rispondevano ai comandi della ragione, paralizzate da quella vicinanza estrema. <.. Credevo avresti capito.. > Cosa? Dove? Quando? Perchè? Per un attimo si dimenticò persino di cosa stessero parlando come se Kurt l'avesse imprigionata nel suo manto oscuro con un incantesimo confondente ma era tutto nella sua testa. *Forza Erica, puoi tenergli testa. Devi* - si faceva forza spronandosi da sola. Non parlo tedesco... - soffiò mentre si sentiva sospingere verso il camino dal corpo di lui. Le guance le avvamparono come tizzoni ardenti, ma almeno avrebbe potuto dare la colpa al fuoco che aveva davanti e verso il quale la spingeva. E non ci sarebbe nemmeno stato bisogno che lui la spingesse a bere perchè aveva la gola talmente secca che si sarebbe scolata qualsiasi cosa. Peccato che mandar giù tutto quel Incendiario era come cercare di spegnere una fiamma buttandoci sopra della benzina. < Ti ho detto che non avevi bisogno di usare la magia.. > Quella risposta almeno in parte la rasserenò, per lo meno non erano state minacce, ma solo quando lo sentì allontanarsi di nuovo e togliere la mano dal suo fianco riuscì a respirare di nuovo regolarmente. Anche se... Il che detto da te suona vagamente più pericoloso di una minaccia. - commentò sforzandosi di sorridergli di rimando quando le girò intorno e se lo ritrovò davanti. Le allusioni di quella frase in fondo potevano metterla nei guai più di una normale vendetta. Con la bacchetta poteva tentare di difendersi da un attacco magico ma le tentazioni erano molto più subdole delle maledizioni. < Non preoccuparti, non ti faccio niente. > Lo guardò come a dire: *Non sei rassicurante per niente con quella faccia.*, ma non commentò fino a che non aggiunse altro. < perché mai dovrei vendicarmi..? in fondo la musica mi piace, amo anche ballare.. > Gli sorrise ancora, questa volta più naturalmente. Il ricordo del modo in cui il corpo di Kurt si muoveva completamente a proprio agio su quella pista da ballo era indelebile nella sua mente. Oh si, che ami ballare si è notato... - chiunque a quella festa lo aveva fatto - ...ma per mia esperienza so che gli uomini molto sicuri si sè come sei tu non amano quando li si costringe a fare qualcosa... Usare un Imperio su un abile Mangiamorte era stato un azzardo e lo sapeva, ma lì per lì le era sembrato divertente. *Sciocca Erica...* Il suo metro di giudizio restava il suo signore e non era sicura che Roeim al posto di Kurt avrebbe perdonato facilmente un affronto simile, nemmeno da lei. Dopotutto non si illudeva di avere la sua fiducia anche se lo seguiva ormai da due anni. Kurt era così differente? Non ne era certa perchè erano troppe le cose che avevano in comune. < E tu.. Oltre a seguire il tuo signore amerai anche fare altre cose..? > Lo guardò, indecisa su cosa rispondere ma più che altro distratta in quel momento da un piccolo particolare che notò sul suo viso. Mmm... Aspetta. Fu lei questa volta ad avvicinarsi pericolosamente al mago, ma solo per prendere un tovagliolino dal tavolo bar e passarne una punta sulla guancia di lui a ripulire una minuscola gocciolina di sangue rappreso. Hum... Non vuole venir via la dispettosa... Lentamente quindi si portò il tovagliolino alle labbra per inumidirlo un pò e riprovare questa volta con maggior successo. Il modo però in cui fece il tutto poteva apparire alquanto provocatorio anche se per Erica era il suo normale modo di muoversi. Fatto, ora sei a posto. Quante volte le era capito di fare lo stesso con Roeim? Per quanto state attenti voi uomini avrete sempre bisogno dell'occhio di una donna... - commentò gettando il tovagliolino sporco di sangue nel fuoco ed osservandolo prendere fuoco in una piccola vampata prima di tornare a guardare Kurt. E così a quanto pare ti sei meritato i tuoi regali di Natale. Ridacchiò. Se il mago aveva ascoltato il suo proclama entrando nella stanza avrebbe capito a cosa si riferiva.
    Non rifiutò quando le riempì di nuovo il bicchiere anche se cominciava a sentirsi un pò brilla: *Che stia cercando di farmi ubriacare?* Sarebbe stato davvero infido anche per un Mangiamorte usare metodi così babbani. E comunque non aveva bisogno di stordirla con l'alcool, la sua sola presenza bastava e avanzava a sortire lo stesso effetto. Il punto era: se ne rendeva conto? Da quando era diventata una adepta di Nystrom non aveva avuto più a che fare con altri uomini. Certo a volte era stata carina con qualcuno per aiutare il suo maestro nei suoi affari ma era stata sempre finzione. Le sue armi di seduzione ormai avevano fatto ruggine e ragnatele. Negli ultimi tempi aveva persino smesso di flirtare con Roeim visto che ogni volta otteneva sempre il risultato contrario a quello desiderato. In pratica erano due anni che non si sentiva più una donna sotto il punto di vista più femminile del termine. E questo non andava bene perchè Kurt le faceva venire in mente pensieri strani, facendo riaffiorare gli istinti che Roeim l'aveva spinta a dominare anzi ad assopire completamente. Doveva stare molto attenta quindi a non mostrare proprio i suoi punti più deboli.
    Cosa mi avevi chiesto prima? Ah si, quel che mi piace fare... Si prese ancora tempo scolandosi un altro mezzo bicchiere di whisky. Una domanda molto vaga. Mi piace fare un sacco di cose... Che vuoi sapere Kurt? Perchè questa conversazione non mi dà proprio l'idea di un modo per fare due chiacchiere. Forse era ancora la sua paranoia ma era convinta che il mago perseguisse un qualche fine preciso. Ed era intenzionata a scoprirlo. Parlando si avvicinò al grammofono e fermò il disco delle canzoni di Natale per cambiarlo con un altro scelto a caso tra i tanti. La musica diventò molto più sensuale. Che dici, riprendiamo da dove siamo stati interrotti quella sera? E questa volta senza magia, dato che hai detto che non ne ho bisogno... Gli fece l'occhiolino e dopo aver posato il bicchiere ormai vuoto fu lei ancora una volta a riavvicinarsi in attesa di una sua reazione.
  12. .
    *Che cacchio di poteri ultraterreni hanno questi Mangiamorte? Ti leggono dentro.* - constatò quando il mago parlò. E si fece piccola piccola sulla sua poltrona anzi, meno male che era seduta, perchè altrimenti si sarebbe accorto pure che le tremavano le ginocchia. Non era così prima, quando l'aveva conosciuto era stata una cosa scialla, ma dopo Halloween sentiva di aver incasinato tutto. Certo però era la prima volta che si trovavano da soli, le altre volte c'era sempre stata altra gente. Assurdo come possa cambiare il modo di percepire una persona che non conosci bene quando ti trovi in un posto completamente fuori mano e da sola con lei. Forse era solo paranoia, ma Kurt con il suo comportamento non aiutava certo a dissiparla. La scema si, già già... pare che ultimamente mi accada spesso quando sei nei paraggi. Non che gli volesse dire che le portava sfiga, ma... ...sarà il mio cattivo karma. O che un pò scema lo era sul serio.
    Almeno non aveva bisogno di niente e questo un pò la tranquillizzò. Se le avesse chiesto qualcosa si sarebbe sentita in dovere di accontentarlo anche se non era il suo Signore era pur sempre un suo collega e lei, agli occhi di tutti, solo la schiavetta di Nystrom.
    Lo seguì con lo sguardo mentre andava a servirsi da bere. Si muoveva in modo calmo e misurato e questo le metteva ancora più ansia, facendola sentire una povera preda braccata da un feroce predatore. Perchè? Non sapeva spiegarselo ma l'indifferenza di Kurt le sembrava più quell'attesa scuoti nervi che precede un attacco. Ancora paranoia? Può darsi o anche no. Il rumore del whisky che scivolava nel bicchiere del mago fece venire voglia anche a lei *Magari un bicchierino mi distende i nervi...* ma non ebbe il coraggio nè di chiederne a lui nè di alzarsi a prenderlo da sola, e si limitò a fissare con cupidigia per qualche attimo l'alcolico ambrato che ondeggiava suadente tra le mani del mago mentre lui le si sedette accanto. *Cos'è, il divano dall'altra parte della stanza non gli piaceva?* < Ma come, sei tutta sola stasera? Non ti hanno detto che venire qui da sola può essere pericoloso? Non tutti i mangiamorte sono amichevoli.> A posto. Con quelle parole l'ansia iniziò a trasformarsi in terrore: cosa le aveva detto la testa di fermarsi lì più del necessario? Si dovette far forza per rispondergli senza che la voce le tremasse e più disinvolta possibile: A dirla tutta... fino a prima che arrivassi tu mi sembrava un posto abbastanza sicuro... Certo, non c'era nessuno, che male poteva farle la casa vuota? Mi stai suggerendo forse che tu sei uno di quelli non amichevoli? No perchè se era così a spaventarla ci stava riuscendo bene. Credo proprio che mi verserò un drink pure io. A quel punto l'alcool non era solo un modo per stendere i nervi ma qualcosa di necessario per farsi forza. Sapeva che le sue opzioni erano molto limitate lì con lui: Roeim l'aveva mandata lì ma a quell'ora ormai pensava di certo che fosse tornata a Durmstrang quindi non l'avrebbe cercata; per arrivare alla porta sarebbe dovuta passare davanti a Kurt quindi le vie di uscita erano finite e in ultimo, anche a voler tirar fuori la bacchetta per difendersi le sue chance erano scarse contro di lui. La prima volta poteva averlo distratto tirandosi su la gonna ma non sembrava il tipo che ci sarebbe cascato una seconda. Non le restava che far buon viso a cattivo gioco e vedere dove volesse arrivare con lei.
    Così si alzò ed andò al tavolino bar a servirsi. Il bicchiere lo riempì il doppio di quanto Kurt avesse riempito il suo. Gli diede per un attimo le spalle, giusto per prendere un profondo respiro, prima di parlargli di nuovo: Quello che mi hai detto quella sera, mentre ballavamo... - le aveva parlato in tedesco e lei non aveva capito una parola - ...mi stavi dicendo che ti saresti vendicato, giusto? Poverina, era da comprendere, il tedesco parlato sembra così minaccioso anche quando si tratta di frasi d'amore, figuriamoci come poteva sembrare qualcosa detto da un Mangiamorte contro il quale hai appena puntato la bacchetta per una maledizione senza perdono. Ed era proprio quello il punto: l'avrebbe mai perdonata?
  13. .
    I giorni volavano e, messe da parte le decorazioni di Halloween, era ora di tirare fuori quelle per Natale. Erica non aveva idea di come avrebbe trascorso le feste. Durmstrang avrebbe dato le vacanze agli studenti come sempre ma c'era poco di entusiasmante per una come lei che non aveva nessuna casa o famiglia da cui tornare.
    Nystrom era spesso impegnato in cose che non aveva intenzione di condividere e di party non se ne parlava più. Lei dal canto suo continuava a fare dei servizi per suo conto ogni volta che gliene richiedeva e per il resto se ne stava buona buona in attesa, sapendo che insistere sarebbe stato solo controproducente. Era triste però, e questa cosa era difficile da nascondere anche se si sforzava di comportarsi in modo spensierato come sempre. Capito tutto capo. Porto queste cose al covo e poi... sicuro di non aver bisogno di niente altro? Lo guardò speranzosa, con i grandi occhioni blu fissi su Roeim che per contro non la guardava neanche e continuava invece a fissare la lettera che aveva appena ricevuto. No. Puoi andare. Lapidario come sempre. Oooook. Chiamami quando hai bisogno allora. Ciao. Ma sapeva bene che per quel weekend non lo avrebbe rivisto.

    Il "covo", come lo chiamava Uhura e di conseguenza aveva cominciato a chiamarlo anche lei, non era altro che una bella casa in stile 800 inglese in cui i Mangiamorte a volte si incontravano per parlare delle loro cose. Roeim ce l'aveva portata qualche volta, ma mai quando c'erano riunioni ufficiali. Solo quando ci andavano per giocare a poker o cose così.
    Era quasi sera quando ci arrivò e non c'era nessuno a parte lei. Ehm... ehm... c'è nessuno? Noooo?? Proprio nessuno? Allora posso rilassarmi un pò! Così credeva.
    Sistemate le cose che le aveva dato da fare Roeim iniziò a girare per il salotto curiosando qua e là. Uhm.... un grammofono! Perchè non approfittarne per permeare l'aria di spirito natalizio? Scelse tra i vecchi dischi uno di canzoni classiche di Natale e mentre la musica andava si mise bella comoda su una delle poltrone accanto al caminetto già acceso. Mancano le decorazioni però... Niente di più semplice. Tirò fuori la bacchetta e iniziò a trasfigurare gli oggetti nella stanza in addobbi natalizi divertendosi come una bambina. Molto bene compagni Mangiamorte... - iniziò poi come facendo un proclama imitando malamente la voce di Roeim: ...quest'anno per Natale saranno distribuiti doni solo a chi ha fatto fuori almeno 100 babbani... per gli altri solo carbone! E se volete andare in vacanza dovrete portarmi almeno un traditore e torturarne altri dieci, altrimenti sarete incarcerati tutti ad Azkaban e non nella zona di lusso ma nelle segrete! Solo quando terminò il suo bel discorsetto un rumore la fece girare verso la porta e... Ops... pensavo di essere sola... Ed invece non lo era. Sotto lo stipite della porta c'era Hoffmann. Kurt. Non lo incontrava dalla notte di Halloween ed ora si sentiva parecchio in soggezione, sia per quella festa che per quello che l'aveva beccata a fare. Con quel mago non gliene diceva mai una buona a quanto pareva. Io non... Non volevo sfottere gli incontri dei Mangiamorte? Però lo stava facendo. Roeim mi ha mandata a portare delle cose per lui... Non ho niente altro da fare e stavo solo... Facendo la scema? Hai bisogno di qualcosa? Meglio cercare di cambiare discorso in certi casi.


    Edited by Lovely Liv** - 21/12/2020, 12:00
  14. .
    *Tanto lo sapevo che non mi avrebbe uccisa veramente...* Beh, insomma, un pò Erica se l'era fatta sotto lo stesso, nonostante l'incrollabile fiducia nel suo adorato idolo. Roeim restava in ogni caso un uomo alquanto imprevedibile e fondamentalmente un sadico. I fatti però alla fine le diedero ragione e la strega potè tirare un sospiro di sollievo. Non subito però: quei pochissimi istanti che durò la corsa del suo petto verso la punta della lama parvero durare ere intere e il capo Auror non fu poi così repentino nel fermarla, quasi godesse di quegli attimi di incertezza in cui la vita di Erica restava appesa a un filo. Filo che lui poteva tagliare oppure no. *Chissà che sensazione dà decidere della vita o morte di qualcuno...* Lei non aveva mai ucciso, ma poteva immaginare la botta di adrenalina nel sentirsi come dio in un momento. Un giorno magari lo avrebbe chiesto a Roeim, ma non quando la vita in gioco era la sua, sia mai gli facesse venire in mente di ripensarci.
    “Ferma.” Più che ciò che disse fu la stretta salda sulla sua mano a farla sentire salva. Sicuramente la maggior parte delle persone l'avrebbero considerata pazza a fidarsi tanto di lui eppure il modo in cui alla fine la bloccò la fece sentire al sicuro come non mai. Roeim poteva uccidere con la stessa nonchalance con cui si fumava una sigaretta, innegabile, ma se mai si fosse trovata in pericolo avrebbe voluto averlo lì per difenderla. Certo doveva essere in pericolo pure lui stesso per muovere il culo, magari solo per lei non si sarebbe sprecato, ma questi erano dettagli su cui la mente della strega non si soffermava.
    Dunque sadico e protettivo allo stesso tempo, nel senso che non uccidendola proteggeva l'investimento di tempo su di lei, sadico però perchè un pò di sangue glielo fece comunque versare e quello non aveva altra spiegazione se non il suo egoistico divertimento nella cosa. *Non fa niente una gocciolina di sangue. Magari mi resta il segno e posso tenerlo come cicatrice per ricordarmi di quando non mi ha uccisa!* - ecco, cosa pensava la mente bacata di Erica. Ma era poi così folle nell'idea che si era fatta di lui? Non se lo aveste chiesto a lei.
    Roeim era un uomo pieno di contraddizioni ma era straordinariamente lucido nelle proprie scelte e nei propri comportamenti con Erica. Lu fu sicuramente quando le ribadì che non l'avrebbe mai fatta entrare nella sua mente ed anche ammettendo che si, gli poteva essere utile. E lo fu pure quando le sfiorò le labbra con le sue. Erica, che ancora tratteneva il fiato davanti al suo signore, chiuse gli occhi per godersi quel fugace istante. Il respiro di Roeim sul suo viso le ridiede la vita, come il soffio del Creatore la diede ad Eva.
    Sussultò tornando alla realtà di quel momento solo quando sentì le sue dita che leggere le scostavano una ciocca di capelli ribelli per poi allontanarsi da lei e riaprì gli occhi per guardarlo sistemarsi nel letto. Non la invitò a raggiungerlo e lei non fece alcuna mossa per farsi avanti. Non era quello il momento e lei nemmeno se ne dispiacque. Aveva imparato col tempo a dare tutto un altro significato a quelli che all'inizio prendeva come rifiuti quando lui non si concedeva: Nystrom era un sessuomane e poteva avere tutti gli amanti che voleva maschi e femmine, ma mai con Erica si era permesso di umiliarla facendola sentire solo un oggetto sessuale. Era strano ma non la faceva più sentire meno desiderata di altre anzi al contrario, la faceva sentire speciale. *Diranno che mi faccio solo pippe mentali per giustificarlo lo so, ma io sento che è così.*
    “Ho bisogno di riposare.” Gli si avvicinò per aiutarlo a sistemarsi meglio il cuscino e lo sguardo le andò sul pugnale rimasto abbandonato sul letto. Posso tenerlo questo, si? Lo prese in mano e se lo strinse al petto. Sarà il mio personale Memento Mori. Lo porterò sempre con me. Le bastò che il mago annuisse disinteressato, per lei restava comunque un regalo.
    “Sentiti libera di andare.” Erica annuì. Nella sua personale interpretazione che ormai dava a tutto quel poco che Nystrom le diceva la frase suonò tradotta così: "Se vuoi puoi andare ma mi farebbe piacere che restassi." Una cosa che il capo Auror non le avrebbe mai detto e che quindi Erica riteneva di dover capire da sè. Quel sentiti libera di andare era il massimo di un invito a restare che avrebbe mai ricevuto da lui. *E poi ha detto la parola magica: libera! Quindi posso fare come mi pare.*
    Resterò finchè non sono sicura che stai bene. Anche se già stava meglio di come lo aveva trovato. E anche se uno come lui per come la vedeva Erica non sarebbe mai stato bene veramente. Non fino a che non si fosse liberato da qualcuno dei suoi mostri. Magari avrai bisogno di me dopo che ti sarai riposato. Gli sorrise e si allontanò dal letto con passo felpato per non disturbarlo oltre. Tornò nel bagno a sistemare un pò in modo che quando avrebbe avuto bisogno di usarlo non lo avrebbe trovato nelle condizioni in cui era ridotto, ricordandogli il suo crollo. Piccole accortezze di una ragazza che davvero teneva al suo maestro come nessun altro. *Forse un giorno lo apprezzerà veramente. Sono fiduciosa.*
    Una volta messo tutto a posto ne approfittò per farsi una doccia in quel bagno tornato bellissimo, poi tornò in camera e si infilò in quel enorme letto, dalla parte che lui non usava. Restò lì a guardarlo dormire quasi senza fiatare per assicurarsi che facesse sogni tranquilli. Innocui. Anche un demonio come lui somigliava ad un angelo quando dormiva.


    Edited by The accountant - 19/11/2020, 16:19
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    Erica restò lì a fissarlo in attesa di un cenno, di una risposta, di una reazione, di qualcosa. Il fiato sospeso e il cuore pure. L'unico segno che ebbe fu quel: “Tu.” pronunciato in un modo strano, incerto, che agli occhi della strega sembrò quasi un rimprovero. *Io.* - ripetè nella sua mente e si lasciò andare ad un piccolo sospiro impercettibile per l'altro. *Non sono abbastanza per lui? Non merito fiducia?* Un'orrenda sensazione di inadeguatezza la colse in un istante. Era stata così risoluta poco prima quando gli aveva parlato, era convintissima di quello che gli aveva offerto, sicura di sè in ogni fibra del suo corpo. Purtroppo però Nystrom ci metteva poco a distruggerla se voleva. Doveva solo sperare che non lo volesse affatto. O fare in modo che così non fosse.
    E poi quello che era un rimprovero vero venne: “Nessuno entra nella mia mente.” Aveva osato troppo, lo sapeva, doveva esporsi meno. La mente di qualcuno è un tempio sacro, inviolabile. Pericoloso anche da avventurarvisi, non si sapeva mai cosa si poteva trovare e molto spesso c'erano cose che nessuno voleva fossero trovate. Le aveva imparate bene le sue lezioni con Carradine.
    Si era presa troppa confidenza in quella proposta aveva osato, ma era stata sincera, che c'era di male? Non voleva arrendersi all'evidenza, lei non era una debole, perchè doveva cominciare ad esserlo con lui. Voleva puntare i piedi, insistere, convincerlo... ma davanti a sè aveva un uomo che era un muro, non lo avrebbe scalfito senza che lui glielo avesse permesso. Non poteva agire di istinto, era quello l'errore, proprio come lui tentava di insegnarle dall'inizio: doveva frenarsi, riflettere, non agire solo di pancia. Perchè lui l'accettasse doveva ritenerla utile, doveva provargli di esserlo più che urlarglielo in faccia. *Fatti, non parole.* Detestava il modo in cui Nystrom riuscisse così facilmente a destabilizzarla, ma la colpa non era di lui era solo sua. Doveva ancora crescere lo sapeva, ed in momenti come quello il fatto di avere la maturità emotiva di una ragazzina le pesava tutto. *Cresci Erica. Se vuoi stare con lui devi essere una donna non una poppante capricciosa!*
    Lo osservò alzarsi, traballante sulle prime ma meno di quanto si sarebbe aspettata. Segno che si sentiva meglio e di questo era felice, ma non fece un fiato. Restò solo a guardare anche quando le diede le spalle, curiosa però di cosa stesse cercando nel comodino. “Faresti sul serio di tutto per me?” Gattonò sul letto fino alla sponda, dove rimase in ginocchio davanti a lui. Assolutamente. Si. La sicurezza le tornò insieme alla speranza che dopotutto non l'avrebbe rifiutata, ma non era una vittoria, non ancora. C'era una prova da superare. *Figurati se non c'era!* - Nystrom non gliela avrebbe mai resa facile, non era nella sua natura.
    “Dimostramelo.” Semplice. Ma non tanto.
    Rimase istantaneamente impietrita davanti a quel pugnale, a chi non avrebbe fatto lo stesso effetto? Ma quando sollevò lo sguardo in quello di lui fu lì che si sentì davvero inchiodata. Quegli occhi pungevano più della punta della lama.
    “Pugnalati.” Ok no, la punta della lama pungeva molto di più. *Cacchio però...* - pensò disorientata da quella richiesta. Un pò aveva imparato a conoscerlo in quel tempo da che era diventata sua allieva o almeno ne era convinta. Nystrom non aveva motivo di desiderare che lei si facesse del male, non le sarebbe stata utile ferita, o peggio, morta. Perchè doveva privarsi di lei se non gliene veniva indietro nulla? *No, lui non fa niente senza un tornaconto.* Non poteva essersi sbagliata così tanto sul suo maestro. Quindi perchè quella richiesta sadica?
    Una cosa era certa, ad Erica il dolore non piaceva. Non era masochista. Poteva non importarle di infliggerlo a uno sconosciuto ma al suo corpo vivo ottenuto a caro prezzo e da poco ci teneva.
    Lentamente scese dal letto per mettersi in piedi proprio davanti a lui. Quando la guardava l'alto in basso la faceva sentire troppo piccola, aveva bisogno di farsi forza in quel momento ed anche il punto di vista era importante. Inginocchiarsi andava anche bene, ma in un altro tipo di situazione.
    Ancora non aveva afferrato la lama che le porgeva e passava lo sguardo da lui a quella e ritorno mentre rifletteva su cosa fare. Non che avesse molto da pensarci, doveva solo capire se quello era il modo giusto per dargli prova di sè. Questa vita è la sola cosa che possiedo. - gli disse schietta ma accorata. Era così non aveva altro di suo. Me la sono guadagnata e ci tengo. Altra cosa vera, che ci teneva a sottolineare. Ma la vita per valere la pena di essere vissuta deve avere uno scopo, altrimenti non è niente. Ed ecco lì il punto: era stato grazie a Nystrom, volente o nolente, che Erica aveva capito cosa volesse farne della sua nuova esistenza. Lo scopo glielo aveva dato lui. *Nystrom da. Nystrom toglie.* A te da morta non servo a niente. Ma io da viva senza uno scopo non sono niente. Se come prova della mia abnegazione vuoi l'unica cosa che ho te la offro, prenditela. *Prendi me.* E così detto strinse le dita attorno alla mano di lui che che a sua volta stringeva il pugnale e, preso un lungo respiro, si slanciò col petto verso di lui, la punta diretta dritta al suo seno. Al suo cuore. A tutto. Al contrario di Roeim lei aveva fiducia in lui, nel suo maestro. Non aveva bisogno di prove.


    Edited by Lovely Liv** - 11/11/2020, 19:13
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