Un San Valentino Rosso Sangue

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    Studente di Durmstrang
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    Durmstrang, 12 febbraio 2021

    Mio Signore, Ciao capo!
    Il weekend si avvicina ed il Preside ci ha generosamente concesso due giorni di libera uscita. Anzi le sue parole testuali sono state proprio "non fatevi vedere fino a domenica sera". Evidentemente non vuole nessuno trai i piedi al castello, fatti suoi.
    Così, visto che sono libera, facciamo finalmente quella lezione sulle maledizioni di sangue che mi avevi promesso?
    Posso essere a casa tua già alle 10.00 di sabato mattina. Mi fermo prima al tuo bar preferito a prendere caffè e cornetti per la colazione però!
    E poi, visto che domenica è San Valentino, che ne dici di fare un giro al parco a spaventare le coppiette appartate sulle panchine? O lanciargli qualche fattura e farli litigare! Oppure potremmo andare in uno di quei locali per single e far credere a qualche sfigato di aver rimorchiato qualcuno per la festa e poi dargli buca all'ultimo! Mi devi ancora la rivincita alla gara degli shottini, mi sono allenata e vedrai che stavolta non cadrò faccia avanti sul tavolino, ma anzi vincerò io! Ci mettiamo bene d'accordo sabato. Non vedo l'ora.
    A presto
    Tua schiava Erica


    Bergenwiz, 13 febbraio 2021, ore 10.00

    La nave incantata della scuola lasciò gli studenti sul molo come sempre. Erica fu una delle prime a scendere, ansiosa come era di raggiungere il suo Ro-ro per il weekend. Lui in realtà non le aveva risposto ma non lo faceva mai, quindi era sicura che la avrebbe aspettata come sempre e non se ne fece un problema.
    Prima di partire alla volta della casa del Capo Auror però entrò in un locale del villaggio, ordinò un caffè e andò a chiudersi nel bagno delle femmine per cambiarsi. Non voleva andare da Roeim in divisa da scolaretta, preferiva presentarsi con un vestito più sexy, sempre nella speranza che lui ci facesse caso. *Non si sa mai eh!*
    Mentre si stava cambiando però sentì bussare insistentemente alla porta. Un attimo ho quasi fatto! Che fretta per Merlino!!! Ma il bussare insistente continuò e alla fine Erica fu costretta ad aprire. Che diamine, vi scappava così tanto? Ma poi... questo è il bagno delle donne, avete sbagliato eh! Davanti infatti aveva tre uomini, tre brutti ceffi a dirla tutta. Completamente vestiti di nero, ma non di classe come vestiva Nystrom. Uno di loro le puntò contro la bacchetta. Ma voi chi siete? Che volete da me? L'ultima cosa che vide prima di perdere i sensi fu un lampo di luce rossa e poi nulla.


    Residenza Nystrom, 13 febbraio 2021, ore 11.00

    Erica era già in ritardo di un'ora rispetto a quanto aveva scritto a Roeim via gufo. Il mago se ne sarebbe accorto o non ci avrebbe fatto caso? L'avrebbe aspettata? Oppure non vedendola si sarebbe preoccupato per lei? La vita di Erica probabilmente dipendeva da questo.
     
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    Non mi piace odiare. Contrariamente a quanto si possa dirdi me, io amo l'amore, in ogni sua forma ed è per questo che amo tante cose. Amo il mio maniero, i miei cani. Amo la mia servitù, le mie prigioni. Amo il mio ruolo e la paura che incute il mio nome. Amo il modo in cui gli altri mi venerano come un dio, perchè è quello che sono. E in quanto innamorato dell'amore, o della venerazione di cui sono protagonista, che poi è un po' la stessa cosa, odio quando provano a togliermi la scena.
    Mentirei se dicessi di aver prestato reale attenzione alla missiva di Erica. Ne ho recepito il succo ed ignorato il resto. Vederla mancare all'appuntamento da lei stessa programmato mi ha stizzito, poi adirato, poi incuriosito. Mi è bastato mandare in giro qualche gufo per capire che della ragazza nessuno ha più avuto traccia ed infine degli informatori anonimi, alla ricerca della mia benevolenza, mi hanno informato di averla vista esser portata via da persone a cui non mi è stato difficile risalire.
    Non sono corso a prenderla. Io non ho bisogno di correre da nessuno ed anzi ho atteso che la persona con cui avevo stabilito l'appuntamento si presentasse.
    “Hoffmann.” Dico all'uomo che si presenta accompagnato da uno dei miei elfi domestici fino all'ampio salone di questa villa. Gli rivolgo uno sguardo veloce a cui allego un sorriso. Mi sembra giusto approfittare della sua presenza. Sono un uomo pratico, perchè sprecare l'opportunità di una collaborazione? “Vieni con me.” Non gli dico altro mentre lo invito a seguire fino al giardino dove ci attende una passaporta. Una volta attivata questa ci condurrà poco lontano dal casolare abbandonato in cui hanno portato la ragazza. “So che il nostro incontro sarebbe dovuto essere diverso, ma immagino avremo modo di recuperare.” Lo rassicuro, decidendomi poi a dargli più dettagli. “Ricordi Erica? L'hanno rapita.” Annuisco. Non sembro molto dispiaciuto. E non lo sono infatti. Né preoccupato. Sono stizzito, ma avrò modo di porre rimedio al mio fastidio. A quello e a più di uno magari. “Pensavo che potesse essere un modo divertente di conoscersi quello di combattere insieme. Spalla contro spalla.”



    Edited by freckle` - 19/2/2021, 19:22
     
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    Roeim ti chiama e tu hai risposto prontamente, perché sei semplicemente incuriosito dalla sua chiamata, soprattutto perché non ti ha detto nulla, quindi tu vai praticamente all'oscuro in casa sua e ti chiedi che cosa avrai di bello oggi. In questi giorni ti sei concesso uno stacco da tutto, sei tornato a casa tua nel bel mezzo della foresta nera della Germania, hai sorseggiato più volte i tuoi drink, non hai concesso nulla neanche al tuo elfo, hai evitato di farti disturbare per riflettere sul da farsi. Sei ancora un po' sotto shock per la notizia di tuo figlio ma non ti lasci sconvolgere, mantieni la calma nonostante tutto. Alla fine venire qui da Roeim ti serve anche per cambiare aria, speri di fare qualcosa di bello infatti, tu odi la noia e le tue aspettative sono alte. Ci metti poco a raggiungere la passaporta che ti porterà direttamente alla residenza di < Nystrom! > rispondi appena l'uomo raggiunge la tua visuale, e siete già sulla via della partenza e tu lo segui in silenzio fin quando arrivate davanti alla passaporto. < Si che la ricordo. > hanno rapito Erica, la cosa inizia a farsi decisamente interessante. Lo guardi con un mezzo sorriso < Ottima idea, mai stato così d'accordo! > allora ti affianchi a lui e siete pronti per partire < Hai idea da dove iniziare? > la passaporta vi porta a Bergenwiz, probabilmente Roeim ha già un'idea su dove trovare la ragazza e tu lo segui a ruota. Mentre ti guardi intorno chiedi < Da quanto tempo non la vedi? > magari sono passate solo alcune ore o forse anche giorni, non hai esattamente idea, ma vuoi che ti spiega com'è la situazione per evitare di trovarsi impreparati. < E dimmi.. Quando mi hai dato appuntamento c'era qualcosa di importante che dovevi dirmi? > visto che siete insieme ne approfitti per capire di cosa si poteva più o meno trattare, o forse sapeva che sarebbe andata a finire così? Da quanto tempo Erica è stata rapita?
     
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    “So anche come finirà.” Gli rispondo senza troppi giri di parole, annuendo con un piccolo ghigno. Finirà come deve finire: con tanto sangue. Restiamo in disparte appena arrivati nel luogo indicato. Poco lontano dagli alberi in cui siamo nascosti, un casolare apparentemente abbandonato accoglie Erika. È lì che la tengono nascosta, ed è lì che noi dovremo entrare per riprendere quel che è mio. “Ricorda: io so sempre tutto. Anche quando fingo di no.” Annuisco rivolgendo un occhiolino all'altro, tornando poi a puntare lo sguardo dinanzi a me. “Avremmo dovuto incontrarci ieri suppongo.” Ci rimugino su appena un attimo, facendo spallucce. Non sono preoccupato per le sue condizioni. So che starà bene. È l'idea che mi abbiano sottratto qualcosa ad infastidirmi.
    “Non sono preoccupato. Non è una che si fa piegare. È una tosta.” Gli spiego poco dopo. Ed è la sua ultima domanda a spingermi a distogliere lo sguardo dalla casa abbandonata per puntare lo sguardo sul mio accompagnatore.
    “Volevo invitarti ad uno dei miei incontri a Sobaki. Ti divertiresti.” In parte è vero. “E volevo conoscerti meglio. Diventare più intimi.” Aggiungo con una risatina divertita, con quel fare scherzoso che fa sembrare sempre io mi prenda gioco degli altri anche se non è così. “Ma guarda che fortuna il caso: ci concede un'opportunità come questa per diventarlo.” Concludo poco dopo, poggiando una mano sulla sua spalla in una pacca amichevole. Dopotutto quale migliore chance per diventare intimi, se non quella di ammazzare insieme qualcuno?
    “Sono in quella casa. Non sono più di tre.” Gli spiego, indicando il casolare.
    “Sono zotici niente di estremamente pericoloso ma, se ubriachi possono diventare fastidiosi. Erika la tengono in cantina.” Gli spiegò sommariamente ciò che aveva scoperto prima di smaterializzarsi con lui in quel posto. Non sarebbe certo andato in guerra impreparato.
    “Come proponi di agire?”



    Edited by freckle` - 2/3/2021, 21:14
     
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    Hai sempre visto Roeim come uno che se ne sta alla larga da tutti, sempre stato uno di parte ma come il resto di tutti i mangiamorte. Dove sta l'unità tra voi? Ormai non esiste da anni, vivete frammentati e divisi in varie parti del mondo, tu stesso non stai mai fermo in un luogo fisso ma ti sposti, e quando ti sposti lo fai soprattutto in solitudine, solo ultimamente ti stai prendendo la libertà di farti affiancare da Uhura. Non puoi di certo lamentarti visto che ti fa piacere la sua presenza. Roeim ti dice che lui sa già come finirà, tu sorridi di rimando perché probabilmente lo sai anche tu, è normale che vincerete. Dice di sapere tutto anche quando non sembra, non capisci a cosa si riferisce ma fa il misterioso, ma l'importante è che vi divertite no? Ed è quello che vi affrettate a fare, a sangue freddo e con intelligenza, tutto questo ti appartiene. Lo fissi per un attimo mentre siete già nascosti dietro i cespugli < Interessante. > dici quando ti nomina Sobaki, non hai mai amato stare in mezzo alla folla a guardare un incontro, ma ammetti anche che quando se le danno di santa ragione ti piace. Questa però è l'occasione d'oro che potete prendere al volo per diventare più che semplici "colleghi" in arte oscura, tu sei curioso di vedere come combatte, come se la cava, stai fremendo dalla voglia di cominciare. < Questa è l'opportunità che stavamo aspettando, scaldiamoci le mani! > dici appena ti spiega ciò che c'è dentro quella casa abbandonata. Ti chiede come reagirete e tu rispondi < Con un po' di astuzia possiamo ingannarli facilmente. > Vai all'azione senza parlare oltre. Per prima cosa un incanto di disillusione impedisci a chiunque di individuarti, ti sposti verso il casolare e con un incantesimo non verbale getti del fumogeno proprio davanti alla casa, tutto ha l'impressione di prendere fuoco, per questo il primo dei tre esce fuori attirato dal fumo, tu sei alle sue spalle quando un avadakedavra silenzioso uccide l'uomo all'istante, lo afferri con le tue stesse mani per non lasciarlo cadere, eviti di fargli fare rumore e lo trascini tra i cespugli. A quel punto la porta è già aperta, fai segnale al mangiamorte che è ora di entrare, appena entrerai se probabilmente ti ritroverai uno dei due davanti non esiterai ad imperiarlo o a colpirlo con un incantesimo di confusione, ma lasci l'onore a Roeim di entrare e farsi strada con le sue abilità.
     
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    Quando Erica riaprì gli occhi il petto le doleva ed aveva la testa annebbiata come dopo una tremenda sbronza. Ma non una di quelle sbronze divertenti.
    Cercò di mettere a fuoco il posto dove si trovava ma ci mise un pò perchè era parecchio buio. C'è nessuno? Biascicò con voce impastata senza ricevere alcuna risposta. Era sola, in quella che sembrava una cantina piena di ciarpane, impolverata e puzzolente di muffa. Si sentiva i muscoli pesanti, affaticata. Quando cercò di muoversi udì un tintinnio di catene e si rese conto di essere legata caviglie e polsi a una lunga catena che pendeva dal soffitto. Si tastò i vestiti ma non trovò nè la bacchetta tra le pieghe della gonna nè il suo "memento mori" -il pugnale di Roeim-, che teneva sempre accanto al seno. Fanculo!
    Non aveva nemmeno finito di cambiarsi, indossava ancora la gonna della divisa di Durmstrang mentre sopra aveva solo una camicetta mezza sbottonata. Vi siete divertiti anche a sbirciare eh, stronzi??!! A differenza di come si poteva immaginare non aveva paura, aveva più che altro un tremendo rodiculo. Ce l'aveva con i bastardi che l'avevano presa perchè le avevano rovinato il weekend e ce l'aveva con sè stessa per essersi fatta fregare come una sprovveduta. Dopo tutti gli insegnamenti di Roeim era avvilente constatare di essere caduta in una imboscata senza nemmeno riuscire a reagire. Qualsiasi cosa volessero da lei però non l'avrebbero avuta perchè in quel momento l'unica cosa che riusciva a pensare era a come farla pagare a quelle merde. Avanti, fatevi vedere, così vi sputo bene in faccia! L'unica cosa che forse sarebbe stata in grado di fare visto come era messa. Tanto quando Nystrom vi trova vi farà un culo come una casa! Vedrete! Già, Roeim. Si domandò se si fosse già accorto di quello che era successo, se fosse preoccupato per lei. Ecco, magari questo no, però era sicura che sarebbe andato a salvarla. Prima o poi.

    La fecero attendere ancora ed ad un certo punto si assopì. Solo il rumore della porta cigolante che si apriva la fece trasalire ma non sapeva dire quanto tempo fosse trascorso. I muscoli intorpiditi le facevano sempre più male. Erica! Come ti senti? Stai bene? Sgranò gli occhi la giovane strega tentando di vedere chi avesse parlato perchè la voce... la voce assomigliava tanto a quella del suo Maestro, quando aveva il raffreddore però. Roeim? Sei tu? Improvvisamente si accesero diverse candele e potè vedere meglio l'uomo che aveva davanti. Un grosso sorriso le si dipinse sul viso. Mi hai trovata! Lo sapevo che saresti venuto a prendermi! Era proprio il suo Signore, bellissimo e imbattibile. L'onnipotente Nystrom. Dai, toglimi queste catene. Devo ritrovare la mia bacchetta e farla pagare agli stronzi che mi hanno legata qui sotto! Ma il mago prendeva tempo, la guardava e le sorrideva in modo strano ma non accennava a liberarla. Anzi, con un colpo di bacchetta le catene di Erica si accorciarono tutto d'un tratto, facendola sollevare con forza, tanto che si ritrovò appesa al soffitto per i polsi, le punte dei piedi che sfioravano appena il pavimento. Una posizione scomodissima e che lasciava poco spazio ai movimenti. Ma cosa???? Perchè??
    Non capiva il suo comportamento. Provò a parlarci ma Roeim iniziò a farle domande su domande su quello che Erica sapeva o non sapeva dei suoi affari, cose che non le aveva mai chiesto prima. Alcune di quelle risposte in realtà le sapeva, frequentandolo per due anni era venuta a conoscenza dei suoi intrallazzi anche se si faceva per lo più i fatti suoi, seguendolo nelle sue cose solo quando glielo chiedeva lui. Perchè adesso voleva da lei un resoconto dettagliato? E' una prova? Un esame di fine tirocinio? Ma sembrava che nemmeno l'ascoltasse. Continuava invece a farle domande. Non ti distrarre Erica. Sei tu che devi rispondere a me. Era tutto tanto strano, soprattutto perchè ad un certo punto le chiese particolari sugli incontri organizzati a Sobaki e di quello lei sapeva veramente poco. Se è una prova per passarla non ti devo rispondere, continua a chiedere pure. Torturami, non dirò nulla! Torturami. Non lo avesse mai detto. Da quel momento iniziò il vero calvario.
    Il presunto Roeim continuò ad incalzarla di domande e dato che lei non rispondeva iniziò ad usare la bacchetta contro di lei. Acquaeructo che le toglievano il fiato e la lasciavano gelida, alternati ad Elettro e altri simpatici incanti che le tendevano il corpo fino allo spasimo. Ad un certo punto le sembrò che i muscoli le si strappassero. Ma non fu questo il peggio: visto che con il dolore non si piegava il suo aguzzino passò all'umiliazione fisica e psichica, cose a cui Erica era meno preparata. I suoi punti deboli. Per convincerla a parlare le si avvicinava, la carezzava, la baciava. E non poteva farci niente per allontanarlo. Provò a morderlo, a prenderlo a testate ma quello le sorrideva e basta. Stavi andando bene sai? Con le torture e tutto. E' quando hai messo da parte la bacchetta e hai iniziato ad allungare le mani che hai sbagliato. Roeim non lo farebbe mai. Non a me. *Figuriamoci! Magari mi toccasse di più!* - pensò sprezzante sputando saliva e bile verso quel impostore. Hai fatto un grosso errore davvero. Quando sarò di nuovo libera... *E lo sarò perchè il vero Roeim verrà a salvarmi!* - ...la mano con cui mi hai toccata te la taglierò e te la infilerò su per il cu... Lampo di luce rossa. Schiantata di nuovo. Almeno fino a quando il suo rapitore non sarebbe tornato, dopo un'altra bevuta di pozione polisucco o quel che era, per interpretare malamente il ruolo del suo Signore.
    Quando lo fece però usò anche un altro stratagemma, un incantesimo confondente su Erica, per toglierle la certezza che non si trattasse proprio di lui. Con la mente confusa non riuscì più a vedere le differenze. Con la mente annebbiata sembrava proprio che fosse il suo Maestro a farle del male.


    Ora sapete che Erica è chiusa in cantina e che uno dei rapitori è il sosia di Roeim.
    *Salvatemiiiiiiiii!!!!*


    Edited by Lovely Liv** - 6/4/2021, 16:54
     
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    Lascio a Kurt l'onore e l'onere di andare avanti. Non mi stupisco di vederlo operativo e di vederlo portare a casa il primo successo. Lo raggiungo, camminando a schiena dritta, come se non temessi nulla ed è esattamente così. Bacchetta alla mano, mi preparo a fare il mio ingresso in questa casupola del cazzo. L'aria è irrespirabile ed è tutto tremendamente osceno. Non sono più abituato a questi scenari patetici. Preferisco il lusso della mia villa. Non perdo tempo tuttavia. Ancora fermo nell'anticamera, mi sporgo oltre l'altra stanza, osservando una figura familiare. Fin troppo. Un uomo, alto quanto me, e con la mia figura, traffica con chissà cosa.
    Vederlo mi suscita varie sensazioni, alcune delle quali avrei preferito non provare. Non qui, non adesso. Mi sembra di rivedere il mio gemello. Quello che ho ucciso. A volte in realtà continuo a rivederlo, a parlarci. Capisco che non è lui dal modo in cui si muove, dal tono della sua voce. È questo a riportarmi alla realtà, ma la furia non passa.
    “Lui è mio.” Dico al mio improvvisato compagno, mentre raggiungo l'uomo alle spalle. Il mio braccio si avvolge contro il suo collo, stringendolo per togliergli il fiato. “Sai, la mia faccia non ti sta proprio bene.” Bisbiglio contro il suo orecchio, puntando la bacchetta contro il suo volto, che poi è il mio. Non starò qui a chiedermi come abbia fatto ad ottenere uno dei miei capelli. Non mi interessa. Adesso voglio solo vederlo soffrire.
    “Vorrei proprio strappartela.” Ed è quel che faccio. Con un incanto, lascio che la pelle del suo volto venga via con violenza, quasi stessi strappando via un nastro adesivo. Un gesto secco. Il sangue, copioso, comincia a sgorgare, sporgando me e lui ma non lo libero, nemmeno quando comincia ad urlare. “Che cazzo cercavi di ottenere, eh?” Gli chiedo, continuando a stringerlo. “Perchè se volevi morire, presto sarai accontentato.” Gli dico prima di guardare a Kurt. “Controlla che Erika sia viva.”

     
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    Insieme proseguite scaltri e entrate dentro la struttura semi abbandonata, ci metti poco a farti venire un sorriso sulle labbra quando vedi come si comporta Roeim col tizio che gli assomiglia terribilmente, ti fermi e guardi la scena mentre ti giri su te stesso, vedi com'è formata la struttura e capisci che Erica si trova altrove, probabilmente in una delle zone più buie. Un attimo dopo assisti ad una scena che ti fa ribollire il sangue nelle vene, provi adrenalina pura, tu ami questa sensazione che si propaga nel tuo corpo fino a divorarti l'anima.. è il piacere che provi quando vedi del sangue, e oggi davanti a te c'è molto sangue. E' proprio un san Valentino rosso sangue. dici complimentandoti con lui, poi ti precipiti verso la porta della cantina e senza pensarci due volte la sfondi con un bombarda ed entri furtivo puntando la bacchetta verso l'uomo che hai davanti, un Crucio! colpisce l'ultimo rapinatore che tiene la guardia ad Erica che sta distesa a terra, sembra priva di sensi. Lui si piega e urla perchè colpito da forti sofferenze, così continui fin quando il dolore diventa insopportabile.. ti abbassi, lo guardi soffrire e strisciare a terra, spalanchi gli occhi e rimani in silenzio fin quando non gli senti quasi tirare via l'ultimo respiro. Finisci e lo stringi al collo con le tue stesse mani. Chiedi scusa! DILLO! cerca di dimenarsi ma è senza forze, vuoi sentire la sua voce, lo stringi più forte. s-cu-s un "crack" ti fa capire che ormai il suo collo era al limite, lo lasci morto e sei deluso, lo credevi più forte e tutto sommato non ti sei divertito proprio come volevi. Raggiungi Erica e casti un Innerva per farla riprendere Hey Erica, mi senti? la scuoti un po' e senti che inizia a riprendere i sensi, sembra però ancora molto confusa, ma almeno non è morta. E' VIVA! urli per farti sentire da Roeim.
     
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    Cosa volessero da Erica ormai non contava più. Lei continuava imperterrita a non dire una parola riguardo gli affari di Roiem, rimbambendoli invece su cose che non c'entravano un cazzo, parlando a vanvera. I tre che l'avevano rapita dal canto loro sembravano rimanere sempre più a corto di modi per farla parlare. Era una guerra di nervi a quel punto, doveva solo resistere ancora un pò. Fino a che il suo signore non fosse arrivato a salvarla. Ve l'ho raccontato di quella volta che io e Ike abbiamo spacciato biglietti falsi per il ballo di natale di Hogwarts facendoceli pagare suon di galeoni da chi non era stato invitato alla festa? Ricordi di un'esistenza che ormai era passato remoto, quando era ancora più Liv e meno Erica, clonata da poco e indecisa su chi fosse davvero, fino a che i ricordi di Olivia non erano mano a mano sbiaditi lasciando il posto alla sua nuova vita di zecca. Gli incantesimi confondenti che continuavano a propinarle però avevano anche questo effetto, le facevano sembrare quei ricordi così tanto vicini nel tempo.
    A volte invece, quando l'effetto cominciava a scemare - perchè diciamolo non si trattava di maghi così potenti...- la giovane strega era abbastanza presente a sè stessa da fingersi confusa apposta, per confondere loro. Solo in questo modo, con la sua furbizia unita alla fede incrollabile che aveva in Nystrom, era riuscita fino a quel momento a difendersi dalle moleste di quegli insulsi maiali. Ma quanto mancava ancora all'arrivo della cavalleria? Non riusciva più a calcolare il passare del tempo, le ore, i giorni, non sapeva in alcun modo quanto fosse passato dal rapimento. Era sicura solo di una cosa: *Questi stronzi mi hanno fatto perdere il San Valentino con Ro-ro!* E a proposito di lui... Non lo so se sei tu o non sei tu. Lasciami solo in pace... non mi interessa... tanto non dirò nulla. Era difficile in alcuni momenti distinguere la verità dalle bugie che cercavano di propinarle. Quando la confusione era più potente l'impostore le sembrava davvero Roeim, poi tornava in sè e no non era lui per niente, ma non c'era più un filo logico nelle sue convinzioni. E quando perdeva i sensi era ancora peggio perchè gli incubi in cui cadeva erano terribili e a differenza della realtà ingestibili e più quindi più spaventosi.
    Hey Erica, mi senti? La voce di Kurt le giunse da luoghi lontani, difficile nel suo stato di sonno/veglia stabilire se la stesse solo immaginando, ma la riconobbe subito: l'accento tedesco del mago era inconfondibile. Fanculizzati Hoffmann... ho già tanti problemi con questi pazzi qua per dare retta anche a te... La prima idea di Erica fu che non fosse vero, che anche lui fosse un inganno. Ma ricordava bene quanto fosse fuori di testa per conto suo il Mangiamorte ballerino, peggio di un incantesimo Confundus averci a che fare, e non aveva proprio le forze per affrontare anche quello. Poi però sentì qualcosa, non tanto con le orecchie ma una sensazione, come se gli incanti che le avevano lanciato prima di lasciarla là ad impazzire diventassero meno potenti tutti insieme. Il motivo per chi conosce un pò la magia poteva essere solo uno: chi li aveva castati era morto o quasi. E' VIVA! Quel urlo le fece dolere la testa all'inverosimile. *Ottimo. Ora ne sono certa pure io di essere viva, altrimenti non sentirei così tanto dolore...* La morte portava pace no? Aiutami ad alzarmi... - biascicò con voce impastata. E lì si rese conto di essere ancora incatenata. Sei vero? Giusto? Allungò una mano ad afferrare il braccio del uomo ma non era convinta. Poteva essere una trappola, poteva essere un imbroglio. Se sei tu appella la mia bacchetta e dammela. - gli disse quasi a volerlo sfidare, guardandolo di traverso tra i capelli sporchi che le stavano in modo disordinato davanti agli occhi.
     
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    Sentire l'urlo di Hoffman che certifica lo stato di buona salute di Erica, mi libera di un peso ma non della furia e del fastidio provato. Così, atteso qualche istante, trascino con me la mia vittima senza grazia, raggiungendo il sotterraneo in cui la ragazza è stata trattenuta. Quando mi ritrovo dinanzi a lei, non rilasso la mia espressione. Resto a guardarla con uno sguardo crucciato, quasi come se avesse commesso un crimine ingiustificabile.
    “Dovrei cruciarti.” E' l'unica frase che mi lascio scappare. Un atteggiamento che di consuetudine non sono solito dedicarle ma che in questo momento, in presenza di testimone, non posso fare a meno di dedicarle. “Farti rapire così.” Scuoto il capo, deluso.
    In parte lo sono.
    Mi sarei aspettato da lei un minimo di furbizia in più. Capisco però che lei non è me, e per quanto mostri capacità sopra la media resta una ragazzina, o forse anzi, una bambina. Ha ancora tanta strada fare, e mi occuperò di lei affinchè diventi la mia pedina più preziosa.
    “Cosa ti ho insegnato?” Aggiungo poco dopo avvicinandomi, assicurandomi che nessuna ferita riportata sia mortale. Dopodichè, con uno scatto, lanciò l'uomo ai piedi del mangiamorte che mi ha accompagnato. “Tieni Hoffmann. Un regalo per il disturbo.” Dono a lui l'onore di agire sulla vittima.

     
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