Posts written by .Fay.

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    Bingo. Una scommessa piuttosto facile da vincere. Ne il Ministero Inglese ne quello Irlandese erano adeguatamente informati. E se potevo capire come mai non avesse scelto di informare Dell, non capivo davvero perché escludere i suoi. C'era qualcosa che non tornava. L'irlandese era criptico, lo era sempre stato. Se da un lato appariva estremamente corretto e integerrimo avevo motivo di pensare che quelle cose che teneva nascoste avrebbero potuto rimuovere quegli aggettivi dall'associazione alla sua persona. Non che fosse una cattiva persona.. semplicemente le cose non sono mai così semplici.
    Impossibile da escludere. Ma credo piuttosto che riceva aiuto da altri maghi oscuri.
    Dei miei colleghi in Ministero non avevo una buona opinione di tutti, eppure quello... quello no, non ritenevo che nessuno sano di mente o con un minimo di umanità potesse appoggiare Westwood. Al di là di ogni ideologia la furia di quell'uomo non trovava appartenenza in nessun circolo che non fosse la follia e la totale devozione alla violenza e al suo sfogo. Moon ed i mangiamorte erano stati solo il luogo adatto dove poteva agire in modo legittimo acquisendo più potere per allargare la portata di quella violenza. Venendo pagato per farlo.
    Riesce a prevedere quello che succederà perché siamo molto prevedibili e perché ha capito benissimo che mai e poi mai useremmo metodi scorretti per arrivare a lui.
    L'avevo intravista quella nota di stupore nei suoi occhi, un attimo, di euforia quasi, quando avevamo combattuto a Nocturn Alley. Lui non se lo aspettava, non si aspettava la magia oscura, non si aspettava che mirassi ad ucciderlo. Perché ero un'auror e gli auror non lo fanno.
    E' pazzo ma non è stupido e nella sua pazzia c'è estrema lucidità.
    Potevo dire lo stesso di Kain? La mia domanda aveva motivo di esistere, perché le circostanze mi stavano dicendo che c'era qualcosa che l'auror non mi stava dicendo. E la sua risposta non mi convinse del tutto. Eppure sentii arrivarmi addosso un peso sullo stomaco a quelle parole. "E' responsabilità nostra". Mi morsi l'interno della guancia, spengendo la sigaretta nel posacenere, spingendone bene la testa bruciata sul fondo, come a sfogare lì dentro quel peso che era sempre presente, ma adesso si faceva sentire con più forza.
    La situazione non era così semplice. Non lo era affatto. C'era un motivo se non entravo nei casi con Westwood. Il motivo era che non ero riuscita ancora a trovare un buon motivo, neanche mezzo, per lasciarlo in vita.
    Quindi entriamo, poche cerimonie, nessuna domanda, nessun convenevole, lo mettiamo fuorigioco e lo arrestiamo.E' questo quello che devo aspettarmi?
    Lo osservavo mentre aspettavo quella risposta. Non stavo insinuando che stesse mentendo. Ma poteva esserci qualcosa nel mezzo e dovevo saperlo.
    Se il programma è questo, e non c'è altro... allora non andremo in due Kain. E' stupido.. e non ha senso. E lo sai bene.
    Non conoscendolo, non sapendo che qualcuno lo stava aiutando e che potevamo essere in svantaggio numerico. Non andando in un nascondiglio che poteva essere stato equipaggiato con tutto l'occorrente per far fronte a un attacco da parte nostra. Se uno dei due veniva ferito gravemente eravamo morti entrambi.
    Per quanto riguardava la sua ultima domanda onestamente, non sapevo la risposta. Non ancora. Avevo bisogno di chiarezza su quello che era lo scopo di quella missione. Kain stava nascondendo qualcosa.. non avrei saputo dire se consapevolmente o se lo stava nascondendo anche a se stesso.
    Se io non avessi esitato per due secondi a Nocturn Alley.. Castiel Westwood sarebbe morto e questo significa che tutto quello che è successo alla tua famiglia e a quel giornalista non sarebbe avvenuto.
    Eccolo lì il peso sullo stomaco. L'evitare l'argomento, tirarsi indietro da alcune conversazioni. Lui era la conseguenza di quel dubbio che mi continuava a frullare nella testa. La linea tesa della mascella tradiva il mio stato d'animo al riguardo, nonostante rimanessi seduta in quella posa quasi rilassata sulla sedia, con le gambe incrociate e il gomito sulla spalliera.
    Tu sei, di fatto, la conseguenza di un mio fallimento. Quindi sta a te decidere cosa fare.. ma io devo sapere esattamente quali sono le tue reali intenzioni. Perché non voglio più sprecare quei due secondi di esitazione.
    L'errore quella sera non era stato semplicemente cedere a quell'insofferenza interiore, l'errore era stato non avere le idee chiare su cosa volessi esattamente. L'errore era stato essere vittima di rabbia e dolore. Se avessi avuto le idee chiare non avrei esitato. Mi era costato una mano, quasi la vita. Era costata la vita di un uomo, era costata l'esistenza di una famiglia e chissà quanto altro che ancora giaceva nell'ombra ancora ignoto.

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    Non era la prima volta che mi ritrovavo a lavorare con Kain, eppure non era mai successo che ci accordassimo per una missione in via privata. Il capo auror irlandese era molto attento e preciso e ogni questione veniva sempre discussa in orario e sede lavorativa. Il fatto che fossimo nel suo appartamento avrebbe già dovuto mettermi in guardia eppure non abbastanza da farmi arrivare prevenuta. Dopotutto abitavamo letteralmente uno sopra l'altro e poteva quasi dirsi che si fosse instaurato un rapporto di amicizia che poteva giustificare un briefing o un vero e proprio colloquio tattico. Ma quando aveva nominato Westwood era stato difficile rimanere in silenzio, non sollevare le sopracciglia e sbruffare un "Stai scherzando spero". Ero rimasta in silenzio ad osservare l'irlandese e ad ascoltare il suo piano di azione, accendendomi una sigaretta, più che necessaria in quel momento.
    Non mi era sfuggito il suo sguardo, lo conoscevo bene, vedendolo più volte allo specchio. E la mia immobilità durò abbastanza tempo, sintomo inequivocabile della lotta intestina tra la October che non vedeva l'ora di andare da Westwood e risolvere una volta per tutte il problema alla radice e quella che sapeva, che sapeva benissimo, come sempre, di quanto accettare ma anche lasciarglielo fare fosse estremamente pericoloso.
    Dell non lo sa vero?
    Fu questa la prima cosa che dissi, dopo aver scrollato la cenere in eccesso, riportando lo sguardo su di lui. Era ovvio che non lo sapesse, era una domanda del tutto retorica. Dell mai e poi mai avrebbe messo me in un caso che riguardasse Westwood. E sicuramente mai e poi mai avrebbe messo Kain in un caso che riguardasse Westwood. Le questioni personali alterano il lavoro, portano ad agire in modo diverso e nel mio caso, quel modo era motivo di cruccio da anni per il messicano.
    Non lo sa neanche il dipartimento irlandese...
    Questo era più un azzardo eppure avevo motivo di credere che fosse vero. Lui era il capo del dipartimento, non doveva chiedere autorizzazioni a nessuno. Eppure non eravamo in Ministero e voleva farlo soltanto in due e solo perché Westwood era in territorio inglese. Altrimenti l'avrebbe fatto da solo.
    Westwood ci ha quasi ammazzato singolarmente, si nasconde da anni in territorio inglese. Ha qualcuno che lo aiuta, forse più di una persona. E sicuramente non è sua sorella.. non è così idiota da affidarsi a una persona del genere..
    Non mi piaceva Every Westwood. Non riuscivo a capire se fosse una finta santarellina o se la sua ingenuità fosse ai limiti della patologia clinica. L'amore incondizionato non esisteva, c'erano dei limiti. E Westwood non meritava quel tipo di amore neanche da sua sorella.. non dopo che aveva ucciso, torturato, smembrato e terrorizzato maghi e babbani senza curarsi di niente. Senza avere pietà neanche di ragazzini.
    E tu vuoi farlo in due...
    Mi passai la lingua sui denti, riflettendo.
    La missione è arrestarlo, di nuovo, rischiando che esca di prigione di nuovo dopo appena un anno, facendola di nuovo franca oppure la missione è ucciderlo?
    Una domanda diretta, senza giri di parole, perché la situazione mi portava ad avere quel dubbio. Perché io l'avevo, perché era quello che volevo io, che al suo posto avrei voluto. Perché sarebbe stata la cosa più giusta da fare in questo cazzo di mondo.
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    Parte del mio lavoro consisteva anche nel saper fornire un identikit di un sospettato. Peso, altezza ed età. Il poliziotto era sicuramente sulla cinquantina, forse potevo lasciargli il beneficio del dubbio con 2-3 anni ancora nei quaranta ma ero abbastanza sicura della mia stima. Mi strinsi però nelle spalle, sollevando le sopracciglia.
    63?
    Avevo sparato un numero più alto ma non abbastanza da rendere ovvia la presa di giro. Mio padre aveva 55 anni ed era un nonno, ma non vedevo il punto nel dirglielo o di lasciargli altre informazioni su di me: per i miei gusti suo figlio aveva già chiacchierato troppo.. Annuii tuttavia, puntandolo distrattamente con l'indice quando ritrattò dicendo che adesso vedeva la lingualunga come a dargli atto che finalmente avesse fatto una cosa giusta. Anche questa espressione serviva a irritarlo ulteriormente nella speranza che iniziasse a picchiare come cristo comanda.
    Atterrarlo si rivelò più semplice del previsto e non avrei saputo dire se fosse un bene o un male: ero io che quindi avevo oggettivamente delle competenze o era lui che ci metteva un eone a carburare? Decisi di approfittarne per fare conversazione, giusto per dargli il tempo di riflettere sulla prossima mossa. Mi raccontò di come era stato ferito in servizio, un colpo all'addome, molto generica come informazione: il suo addome era piuttosto grosso e soprattutto la ferita era troppo vecchia. Il secondo sparo lo aveva ricevuto alla schiena invece e anche in quel caso di parlava di troppi anni fa. Niente pressione sulle vecchie ferite.. se almeno fosse stato un ginocchio...
    Ti sei sentito in colpa per il tuo collega?
    La situazione mi sfuggì di mano in pochi secondi: mi ritrovai catapultata a terra, prima tronco poi mani bloccate. Ma aveva lasciato le gambe libere... ah, dai Hank.. non si lasciano le gambe libere..
    Mi chiese poi cosa stessi facendo io, invece, quando mi avevano tagliato la mano. "Ho avuto una crisi nervoso-depressiva e sono andata a cercare un mangiamorte malato di mente con due coltelli nelle tasche..." No, se anche fosse suonato meno folle e inquietante non glielo avrei detto: non lo conoscevo ed era una parte di vita di cui non mi piaceva parlare neanche con chi mi conosceva bene.
    Ho provato a sparare in testa ad un poliziotto ma si è inceppata l'arma...puff...
    E' palesemente una cazzata ma non lasciai molto spazio a reazioni, aggrappandomi alle sue mani alzai le gambe e cercai di avvinghiargli il ginocchio attorno al collo. Bastò per far sì che il babbano mi liberasse le mani così da lanciargli un colpo al naso, con la base del palmo della mano dritta verso l'alto. Forse se lo sarebbe rotto oppure avrebbe deviato il colpo... l'unica certezza era che avevo usato, istintivamente, la mano destra, quella "nuova" e se lo avessi preso mi sarei fatta un male cane.
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    Anche lei ferita in servizio: le ferite inferte con la magia non sempre guariscono, nel suo caso i danni sono stati permanenti... io ho avuto la fortuna di ricevere una semplice ferita babbana.
    Semplice forse era riduttivo, ma certo se invece di un coltello Westwood avesse usato un incantesimo a quest'ora forse avrei una mano di chissà quale sostanza magica o un marchingegno magico come i cattivi dei cartoni animati. Non era neanche vero che ero in servizio durante l'incontro con Westwood ma questo il poliziotto non importava lo sapesse..no? Lui era preoccupato per l'incolumità del figlio.
    Riteneva che non avessi il carattere adatto per questo lavoro.. e aveva ragione.. immagino..
    Forse non ce l'avevo neanche adesso. Forse tutta questa mia difficoltà a trovare un equilibrio nella mia moralità dopo essere stata così tanto a contatto con quello che dovevamo combattere, risiedeva proprio nel carattere troppo impulsivo, testardo, individualista. Non avevo mai dato segni di essere così prima di intraprendere questo lavoro, quindi forse mia nonna si riferiva di più all'ingenuità e alla mia predisposizione alle comodità e totale mancanza di coraggio.
    Non so.. non la conosco e lei non conosce me: sono troppo lingua lunga secondo lei?
    Domandai, inclinando la testa dopo aver scrollato le spalle. Da una parte ero anche incuriosita dalla risposta, dall'altra sapevo anche che forse linguelingue una volta volesse dire linguelunghe per sempre.
    Sì, esatto se per lei non è un... senta... posso darle del tu?
    Lo guardai, dopo tutto non ce la facevo a fare la lotta con una persona a cui dovevo dare del lei..
    Dopotutto... hai l'età di mio padre....
    Non riuscii ad atterrarlo: quel che voleva sulle leve. Il problema era che era molto grosso e pesante. Mi mostrò quale fosse il movimento giusto facendo una cosa terribilmente strana: mi accompagnò a terra. Lo guardai piuttosto confusa mentre rimanevo sdraiata qualche secondo, indecisa sul da farsi. Forse questo tipo non era la persona giusta per questo genere di allenamento... d'altra parte uno così grosso quando lo ritrovavo?
    Avrai anche l'età di mio padre ma combatti come mia madre... andiamo nonno.. ci credo che ti sparano se fai così...
    Forse andava solo provocato un pochino...? Mi rialzai in piedi velocemente a quel punto, di nuovo davanti a lui.
    Mi morsi comunque la lingua per non fare un appunto sullo strangolamento: non avevo la corporatura adatta per una tale mossa, specialmente con lui. Non ero abbastanza alta, forte e una delle mie mani non riusciva a esercitare una stretta continua e prolungata. A differenza dei film era una morte abbastanza lunga e la persona tendeva a lottare strenuamente. Serviva forza e resistenza e io non ne avevo. Con Westwood era stato lo stesso: era riuscito quasi a tirarmi su da terra bloccandomi la gola con una sola mano, stringendo tanto quanto bastava a concedermi di respirare appena e parlare. Se non avessi avuto i coltelli probabilmente mi avrebbe fatta fuori. Avevo bisogno che il poliziotto qua si impegnasse un po'..
    Possiamo fare sul serio..? Non sarai uno di quelli che hanno paura di colpire le donne..?
    Mi allontanai per recuperare un elmetto protettivo e glielo lanciai, per poi infilarmi il mio. Aspettai che decidesse se indossarlo oppure no e poi feci un balzo in avanti, portando entrambe le braccia dietro al suo collo per poi trascinarlo verso il basso e mollargli una ginocchiata nello sterno. Afferrai il suo braccio piegandolo in basso e poi all'indietro, in una piega molto dolorosa , continuando a insistere per farlo accasciare sul pavimento, pancia a terra.
    Cosa stavi facendo quando ti hanno sparato?
    Gli domandai nel mentre: si aveva sempre da imparare dagli "errori" altrui dopotutto... no?
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    Ci vuole ben poco per far emergere l'orgoglio paterno, non appena parla del figlio si possono vedere i baffi arricciarsi leggermente all'insù, in una piega appena percettibile in un sorrisetto nascosto che forse l'uomo non si rende nemmeno conto di fare. E' una cosa che fanno gli uomini questa.. quel compiacimento inconsapevole...
    Anche mia nonna era auror... non ha mai voluto che facessi questo lavoro...
    Avevo iniziato a comprendere il suo punto di vista quando ormai era troppo tardi e non sarei più riuscita a svincolarmene. Perché ormai era quasi una droga. Le cose che si potevano fare facendo l'auror non avresti potuto farle da nessun'altra parte, così come le sensazioni che l'azione suscitava. I motivi sbagliati mi tenevano lì, forse, ma per me le cose di cui aveva parlato il giovane Anderson erano.. lontane. Molto lontane. Gli ideali, il senso di giustizia.. l'integrità... strinsi la mano, mentre la voce di Westwood mi suonava ancora in testa "Tu non hai schieramento in questa guerra.... sei contaminata".
    Le hanno sparato?
    O quello o una coltellata. Di solito si finiva dietro la scrivania per queste cose nel mondo babbano. Non risposi invece riguardo all'indelicatezza del figlio. Era orgoglioso di lui, mi sembrava indelicato infierire chiedendogli se avesse qualcosa che non andava. E poi non l'avrei più rivisto a che serviva sapere se il figlio fosse un po'.. particolare?
    E mi rendo conto anche troppo tardi che la mia domanda sul suo peso possa essere suonata un po'.. scortese? Annuii quindi come a fargli capire che non era poi così importante... cazzo Westwood aveva ragione. Avevo iniziato a parlare come l'ucraino... adesso ero io la disadattata che chiedeva alla gente quanto pesava. Perfetto October. Comprati un isola nel mezzo di un lago di merda e vacci a vivere a questo punto..
    Tuttavia sono sorpresa dalla risposta dell'uomo: il fatto che fosse venuto fino a lì per scusarsi a nome del figlio me lo aveva dipinto come una chioccia, forse complica anche l'aspetto da papà orso e quello da piccolo cerbiatto del ragazzino.
    No.. non mi sarei aspettata una risposta simile. Forse mi si leggeva in faccia, non avrei saputo dirlo ma mi ritrovai a studiare meglio l'americano coi grandi baffi.
    Se capisce come farlo mi mandi un gufo..
    Risposi semplicemente alla fine, dopo un silenzio abbastanza lungo, accennando appena un sorriso. Io ero auror da più di dieci anni e ancora non avevo imparato. Ritenevo sempre di essere a buon punto e poi... aprivo bocca e facevo disastri.

    Mi avvicinai quindi al poliziotto squadrandolo di nuovo... non era molto più alto di me però... sicuro pesava quasi il doppio. Sarebbe stato impegnativo spostarlo... Mi avvicinai quindi ancora un po', allungando le mani verso il colletto della sua camicia come a sistemarlo, approfittandone per studiare quanto effettivamente fosse massiccio.. ok dai, potevo farcela.. se fossi riuscita a sdraiare lui Westwood poteva baciarmi il culo.
    Rialzai gli occhi per cercare i suoi. Forse da quella distanza poteva vedere la sottile cicatrice che partiva dalla tempia sfiorandomi l'occhio fino allo zigomo.
    Certo, mi scusi..
    Strinsi con forza il colletto della camicia tirando il tessuto in avanti quasi a formare un cappio, spostando allo stesso tempo il piede sinistro dietro alla sua gamba con l'intento di sbilanciarlo tirandolo per il collo verso uno dei lati.
    Gentilmente dovrebbe impegnarsi seriamente a farmi fuori...se non..le dispiace..GGGH!
    grugnii tirando con tutta la forza che avevo l'uomo verso la gamba che cercavo di spostare per fargli mancare l'appoggio. Quella pancia nel mezzo...mi intralciava un po' le dinamiche
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    Potevo farcela: mantenere la calma, la pazienza e avere fiducia nel percorso. Il personale medico usava questa terminologia, con quella voce tipica degli insegnanti di yoga e meditazione che mi faceva solo voglia di far ingoiare solo quella stupidissima pallina che dovevo "stringere piaaaano e poi seeempre più forte, trattieniiiiiiieeeepoi rilaaaaaasci". Avevo resistito 45 secondi con quella stupida pallina quel giorno, prima di lanciarla contro il muro e andare nella palestra del ministero. Esercizi per la forza della mano con una pallina... tzè! Di questo passo avrei avuto i capelli bianchi e sinceramente, mi sembrava già di averne. Stare dietro a una scrivania era.. fastidioso. Era la parte del lavoro che trovavo meno stimolante ma era l'unica che potevo fare. Volevo riprendere a fare le cose di prima. Tutte quante.. anzi.. meglio di prima, così da non ritrovarmi con un altro arto tagliato o un'altra cicatrice in faccia.
    Dovevo sicuramente acquisire più destrezza e coordinazione con la sinistra. Cercavo di autoconvincermi che poteva essere un'occasione di miglioramento e quando la mano fosse tornata come prima sarei stata ambidestra, più veloce e più efficiente.
    Ma questa era la teoria... nella pratica stavo fissando l'ennesima cosa che mi cadeva di mano, con la bocca stretta in una smorfia. Mi piegai a raccogliere uno dei pesi: erano quelli piccoli e stupidi da due kg... sentii di nuovo una fitta terribile quando strinsi le dita e lo tirai su. Lo lasciai andare imprecando pesantemente, per poi afferrarlo con la mano buona e lanciarlo contro dei materassini ammucchiati su un lato della stanza. Un leggero colpetto di tosse mi fece voltare verso un uomo con degli enormi baffi. A dire il vero era un uomo tutto enorme. Mai visto in vita mia, sicuramente.
    Ah.. lingua lunga..
    Si presentò come il padre di quel ragazzino che pochi giorni prima si era seduto davanti alla mia scrivania, senza essere invitato, senza sapere da dove diamine fosse sbucato e aveva iniziato a parlare. Un sacco. A toccare cose e a fare domande. Un sacco di domande. Troppe domande. Ragazzino tuttavia non era del tutto esatto: i modi vagamente infantili potevano ricordarmi quelli di mio figlio di 6 anni che mi poneva domande con poco tanto e profonda ingenuità, ma era all'Accademia, era maggiorenne e a tutti gli effetti un adulto. Speravo che suo padre non fosse venuto per fare uno di "quei genitori" chioccia che fanno le cose al posto dei figli.
    Lei quindi è il poliziotto..
    Aveva parlato anche un sacco di suo padre che era poliziotto per l'appunto, come il suo ancora prima e via dicendo. Un qualcosa sulle tradizioni e sul voler fare l'auror. Era piuttosto grasso... se fosse stato un auror avrebbe avuto difficoltà a scendere nei camini e forse anche nei water... iniziavo a pensare che li utilizzassero come deterrente per tenere a stecchetto i dipendenti ministeriali..
    Spero non sia venuto appositamente per scusarsi... non era necessario.
    Gli dissi alla fine, andando a prendere la borraccia d'acqua. Non mi ero offesa.. l'avevo trovato irritante, molto. Ma non mi ero offesa per le sue domande invadenti ed inopportune. Ma era chiaro che se davvero quel ragazzino voleva fare l'auror che c'erano delle cose che doveva assolutamente correggere. L'uomo davanti a me era babbano, suo figlio aveva provveduto a raccontarmi molte cose.
    Lei conosce l'incantesimo Cruciatus signor Anderson?
    Richiusi la bottiglia, tenendola bloccata con il gomito destro e avvitando il tappo con la mano sinistra, prima di fare cenno all'uomo di raggiungermi in mezzo alla palestra dove c'era il tatami sul pavimento.
    Le scarpe per favore.... è un incantesimo illegale nel regno unito ed in america. Provoca un dolore lancinante in ogni terminazione nervosa del corpo umano.
    Feci una piccola pausa mentre mi toglievo gli scarponi scalzandoli dal tallone con il piede opposto, per dargli il tempo di immaginarsi l'effetto, se non lo conosceva, o di riportarlo alla mente in caso contrario.
    E' uno degli incantesimi preferiti dei mangiamorte.. e dei maghi oscuri in generale. Riesce ad immaginare un dolore simile?
    Aspettai che anche lui si togliesse le scarpe e lo aspettai sul tappeto squadrandolo da capo a piedi: era decisamente un uomo grosso, anche da vicino. Al di là dell'evidente pancetta era proprio massiccio: mani e polsi grandi, spalle grosse, anche testa grossa..
    E' difficile vero? Una volta ho citato la figlia di un mangiamorte, non ne ho neanche pronunciato il nome, ho solo accennato al fatto che avesse una figlia. Era morta quattro anni prima. Posso assicurarle che non è nemmeno lontanamente dolorosa come la sta immaginando adesso....quanto pesa?
    Più di 100 kg? 110? Troppo? Decisamente più di Westwood o di altri maghi oscuri che avevo conosciuto..
    Se suo figlio vuole fare questo lavoro deve imparare a fare attenzione a quello che dice. La maggior parte delle volte in cui mi sono fatta male è stato per aver parlato troppo, chiesto troppo alla persona sbagliata. E i maghi sono tutti persone sbagliate.... Non si preoccupi di scusarsi con me...
    C'erano tanti Abel e Gabriel Mc Adams là fuori, tanti Westwood, tanti Moon... tanti Preud.
    Se non riesce a tenere a freno la lingua forse dovrebbe indirizzarlo verso il mondo babbano... sono sicura che abbia buona volontà, ideali e ottime intenzioni.
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    grazie <3
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    Lo guardavo dritto negli occhi, cosa che non spesso riuscivo a fare ma la situazione me lo stava in un certo modo chiedendo: non riuscivo davvero a capire come ragionasse l'auror davanti a me a questo punto. Forse proprio perchè non ragionava molto prima di fare le cose. E lo capisco, veramente, se c'è una persona che ha dei grossi problemi quando si parla di agire e dopo pensare.. beh, quella sono io. Ma vedete, io non sono capo auror. Io so benissimo che con questa mentalità NON devo fare cose tipo capo auror. Per cui sì, lo ascoltavo attentamente, quasi ignorando il mago biondo privo di sensi nella sedia accanto.
    Certo, è per questo che abbiamo fatto la scenetta in cui ci ferivamo per farlo cagare sotto con la minaccia di Azkaban.
    concordai annuendo. Fin qua tutto chiarissimo. Era la parte dopo che era improbabile.
    Lo feci finire di parlare, annuendo una sola volta. Una piccola pausa portando lo sguardo sulle mie mani sul tavolo per poi rialzarlo.
    Credo che non sia la soluzione migliore.
    La professionalità eh.
    Ti spiego perchè: c'è stata una minaccia da parte nostra. Se fosse stato un altro tipo di persona ti avrei detto che non era poi un gran problema fare una minaccia priva di fondamento. Con Abel McAdams ti dico che lasciarlo andare con la memoria ancora perfettamente intatta su quello che abbiamo fatto è un errore: puoi fargli credere che ha parlato e non se ne ricorda, ma quello che ricorderà è quel teatrino di prima. Può andare alla stampa estera e raccontare come lavoriamo e metterci nei casini, può basare le sue mosse future sul fatto che siamo talmente disperati da ricorrere a queste tattiche e può farlo perchè sa che non abbiamo il coraggio di portare a termine una minaccia e che non c'è motivo di temerci.
    Per non parlare del fatto che sarebbe stato oggetto di ulteriore sbeffeggiamento del messicano, ma questa non era certo una ragiona valida su cui basare la conclusione di questa giornata.
    E' importante che abbiano paura Dell, la paura li farà sbagliare, li metterà gli uni contro gli altri, la paura rende più deboli. Perchè credi che gli esca quel Dissennatore dal braccio? Perchè credi che quando è caduto il governo ci abbiano colpito sul personale? Lo so che non ti piace, ma è così che funziona il gioco. Cancellare un paio di ore dalla sua testa credo che sia un buon compromesso. Non si vendicherà perchè non ricorderà nulla. Domani gli manderai un gufo chiedendo perchè non si è presentato all'appuntamento e che l'accordo che avevate è saltato per mancanza di serietà da parte sua.
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    Cristo santissimo fottuto telefono!! Avremmo dovuto fargli cambiare la suoneria a questi aggeggi. E sobbalzare al suono di quel coso mi dava ancora più fastidio perchè davanti avevo lui, che sogghignava divertito da tutto ciò, neanche fosse alle giostre del Luna Park. Alzai la pesante cornetta, cercando di recuperare un contegno e la portai all'orecchio.
    Sì?
    Era Sarah, a quanto pareva avrei dovuto farla parlare...si certo, era tipo tre porte più in là, alzare il suo culo per venire a dare un'occhiata no?
    Sì, me l'augurerei anche io..
    beh dai avete capito, non voglio dire che mi auguro che tutti i suoi parenti siano morti... solo che 1) mi augurerei che lui non sia suo parente, 2) se così fosse davvero, vorrei tanto che stramazzasse al suolo seduta stante. Lo guardo. No, sembra godere di ottima salute.
    Lui ovviamente non poteva sentire e io non sapevo bene come rispondere senza che lui si divertisse ancora di più.
    Vorrebbe vedere anche tuo marito, puoi avvertirlo tu? Sembra una questione che il signor Mc Adams non vuole condividere con nessun'altro.
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    "No chi si annoia, ogni tanto entrano dei pazzi vecchi e inquietanti, deve esserci un problema con le fogne.." No. No, non lo dirò. Oh no. Visto? Non l'ho detto.....
    Silenzio, un silenzio che sarebbe quasi imbarazzante se per primo non fosse inquientate. Ah ma qua sono in casa base, essì, questo è il miiiio territorio signor avvocatuccio rugoso, e qua comando io e...
    FANCULO!
    Gli strappo la lettera di mano leggendo meglio il nome accigliata. Nah. Nah, sta mentendo. Essì... si che è una boiata. Afferro la cornetta del telefono, digitando i numeri sulla rotella. Sì, grandi innovazioni tecnologiche, adesso abbiamo dei telefoni del secolo scorso in ufficio! La modernità!
    ...Sarah, sì, c'è tuo zio qua nel mio ufficio, sembra che si sia perso, perchè non vieni a recuperarlo? Ti aspettiamo eh...
    Riagganciai, unendo le mani, e portandomele sotto al mento, fissando il mago con il sorriso di una segretaria che attende pazientemente di poter fare entrare la persona in sala d'attesa.
    Arriva.. nel frattempo può fornirmi qualche dettaglio in più sulle informazioni da recapitare al capo auror, non vorrà che se la prenda con me per averlo disturbato se non dovessero essere importanti.
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    Tamburellai con le dita sul tavolo, cercando un modo per farlo sparire dalla stanza senza dover ricorrere a qualcosa di illegale. Sapete.. noi siamo la legge e blablabla..
    Sa com'è... i cruciatus sono passati di moda.. una ragazza deve arrangiarsi.
    Cazzo, non riuscivi davvero a tenertela tra i denti bella? Ora questo lo prende come un invito a continuare a soddisfare i suoi impulsi alla Mr Grey.
    Mi premurai di sottolineare la battuta con una risata palesemente finta. Sapete, di quelle che si dovrebbero fare alle cene di lavoro. Non che io abbia mai avuto cene di lavoro. Ma ci siamo capiti no? Di quelli che sorridi e dentro pensi solo "esplodi"
    Certo.. finchè li ha ancora entrambi gli occhi..
    mugugnai a denti stretti sistemandomi meglio sulla sedia. Lo avevo detto veramente non un filo di voce ma poteva anche aver sentito. Mi metteva troppo a disagio l'esistenza di quest'uomo nel mio campo vitale.
    Ah, avevamo pure la nipote di Mc Adams in Ministero? CHI ERA L'IDIOTA CHE AVEVA ASSUNTO LA NIPOTE DI MC ADAMS PER DIO???
    No, questa era una trappola, un giochino, io ora dicevo qualcosa su sua nipote e bem, lui si incazzava come per sua figlia e mi cruciava e allora sarei stata autorizzata a cavargli gli occhi e rimpiazzarli con i suoi testicoli dopo averli asportati con un porzionatore per gelato.
    Non ho idea di chi sia sua nipote.
    risposi semplicemente. Forse dovevo portarlo da Dell. O forse era meglio di no. Sarah avrebbe rotto le palle e Dell come minimo avrebbe pensato che ce lo avevo portato io qua questo. No..sentiamo chi è sua nipote, se esiste davvero poi..
    E di che natura sono gli affari che deve discutere con il capo auror? Ha un agenda ricca di impegni devo valutare se merita disturbarlo o se dovrà tornare la prossima settimana.
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    Stavo guardando il volantino del carrier day dell'accademia di magia. Avrei dovuto spendere una giornata lì, a vedere ragazzini con sogni eroici saltellare verso uno stand e fare domande tipo "ma lei.. ha mai colpito qualcuno con un incantesimo???" e avrei dovuto sorridere e annuire e dare risposte cortesi e tutto quanto senza spaventarli ne consigliargli di dirigersi verso il reparto di divinazione. Mi ci avevano piazzato. A me. Non so quale follia li avessi condotti a tale scelta. Insomma... evidentemente non ci tenevano molto alle nuove reclute o pensavano che il candido sorriso dei bambeeeny mi avrebbe riacceso il cuoricino con tante buone intenzioni. Dio, dovevo veramente trovarmi un vizio da adottare. Chissà se le facevano ancora le sigarette alla menta...
    La giornata era iniziata malissimo con questa notizia ma almeno da qui in poi sarebbe stato tutto in discesa.
    -Miss Fhest, che piacere rivederla-
    una discesa di quelle in picchiata, senza freni, su un terreno sdrucciolevole che terminano in un burrone.
    Chi era il pazzo sclerato che aveva fatto entrare Gabriel Mc Adams in Ministero?
    Ok October niente panico, per entrare in Ministero devi consegnare la bacchetta quindi sei al sicuro. Adesso. Al momento. Sì.. Una cosa alla volta. Aveva scoperto della storia con Abel? Era pronto a rifilarmi sotto al naso una gigadenuncia?
    Dovevo dire qualcosa. O forse no. Magari se riprendevo a guardare i fogli che avevo sulla scrivania se ne sarebbe andato, non trovando l'intrattenimento sperato.
    No, no lui invece entrava e si metteva a sedere. Sbattei i fogli sul tavolo, ma erano solo tre quindi si limitarono a fluttuare in modo molto floscio e ad emettere un suono flebile come dei micini intimoriti dalla presenza del qui presente avvocato, alzando di nuovo lo sguardo su di lui.
    Signor Mc Adams, prego, si accomodi come fosse casa sua...
    Ironia che non sarebbe stata colta e di cui forse mi sarei pentita. Metti che ora si toglieva le scarpe e metteva i piedi sul tavolo come Gaston...
    Sì certo, pure l'invito a cena, dribbliamo su questo eh..
    Sì ho in programma di gettarmi sotto un treno, signor Mc Adams.. cosa ci fa al Ministero Inglese e più precisamente nel mio ufficio, se posso chiedere..?
  15. .
    Se non le tagli con la magia possono fargliele ricresc..
    mi morsi le labbra prima di finire la frase perchè lo guardai bene in faccia ed era abbastanza lampante che nel suo immaginario quello che aveva appena detto non fosse una reale ipotesi di azione ma la cosa peggiore che avrebbe potuto fare. Ok.. non immaginavo che già solo questo fosse troppo per lui. Insomma alla fine dei conti non avevamo fatto nulla di così orribile e atroce. Avevamo semplicemente detto una bugia creando una trappola per un ex mangiamorte, lo avevamo legato ad una sedia, minacciato e adesso era svenuto. Fine. E Ramirez era già lì lì per fare seppuku per espiare ai suoi peccati e ristabilire il suo onore.
    Ero quindi passata subito alla parte dove lo lasciavamo andare cancellandogli la memoria. Totalmente ignara di un semplice dettaglio. William Ramirez non aveva nessuna intenzione di cancellargli la memoria.
    Lo fissai, seria, come se non credessi alle mie parole. E in effetti non ci credevo. Mi morsi di nuovo le labbra, sempre fissandolo, presi un respiro profondo: dovevo cercare di non farlo innervosire ulteriormente. In pratica se ci riuscivo mi avrebbero consegnato il diploma onorario di artificiere.
    Dobbiamo parlare. Siediti. Per favore, davvero, siediti, parliamone.
    Sì, esatto, tutti e tre al tavolino, uno che non era cosciente ma faceva da arredamento.
    Allora, questa è stata una tua idea. Hai pensato di incontrare Abel e cercare di ottenere delle informazioni. Posso sapere che cosa avevi pensato di fare una volta ottenute o dopo aver provato ad ottenere queste informazioni?
    Perchè OVVIAMENTE ci aveva pensato, giusto? ....giusto...?
2102 replies since 21/10/2007
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