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    Fin quando nei giorni precedenti mi ero limitato solamente a organizzare ciò che avremmo fatto non mi sentivo agitato o dubbioso. Il tutto sfociò ovviamente quando il fatidico giorno giunse. Non ero convinto e ciò non avrebbe di certo aiutato la speranza di un successo. Non che fossi così nervoso da far saltare in aria tutto, anche perchè prevalevano nettamente quelle sensazioni che mi avevano spinto a organizzare questo.."Incontro."
    Per quanto dubbioso su questa metodologia ero ormai giunto a un punto di rottura in cui la frustrazione non era più gestibile e che il famosissimo detto "Il fine giustifica i mezzi" l'avrei fatto mio, almeno in parte, per quello che oggi sarei andato a fare insieme a October.
    Perché avevo scelto proprio lei? Forse perché oggettivamente parlando avevo pensato al lato pratico della cosa, a ciò che October poteva sapere, a ciò che poteva aver appreso frequentando il nord per un certo periodo di tempo. Non che mi sia messo a pensare che faceva da assistente velina a Preud per torture o quanto altro, anche perché di certo il mio intento non era quello di seguire quella strada, ma poteva avere informazioni o conoscere qualche dettaglio che poteva tornarmi comodo.
    E...onestamente farmi affiancare da qualcun altro su questa precisa "missione" mi metteva a disagio.
    Con October...stranamente no. Forse dipendeva dalla conversazione che avevamo avuto.
    Fatto stava che ora non potevo comunque tirarmi indietro, avevo inviato un Gufo ad Abel McAdams per invitarlo al Ministero per discutere di un'eventuale collaborazione, che avevo rivalutato la sua proposta e che sarei stato disposto a trattare, a scendere a compromessi. Avevo cercato di risultare sia favorevole che un po' riluttante in quella lettera, per non far suscitare troppi sospetti.
    Ma la situazione del mondo magico era tragica, nessuno sembrava trovare una soluzione, un vero colpevole..
    Perché per quanto terrificante, si ormai la voce di Voldemort era girata...ma non poteva essere accaduto tutto per caso e non poteva aver fatto tutto da solo.
    Servivano risposte e basta e Mcadams per quanto si spacciasse un dipendente ministeriale era e rimaneva un Mangiamorte, non credevo di certo alle sue stronzate politiche.
    Quel cazzo di marchio ce l'aveva ancora e soprattutto se non aveva avuto ripercussioni come era successo ad alcuni Mangiamorte un motivo doveva pur esserci.
    Grazie a mio fratello eravamo riusciti a saperne qualcosa riguardo a quei dissennatori.
    "October, ho mandato una guardia di sicurezza per scortare Abel verso il camino comunicante...lui crederà che lo porterà direttamente al piano degli auror del ministero invece andremo tutti a Nocturn Alley. Ho fatto preparare un abitazione il tempo necessario per sperare di ottenere qualcosa."
    Azzardato, ma non c'era altra soluzione, non potevo fare una cosa del genere all'interno del Ministero, c'erano troppe persone che non erano a conoscenza di questo incontro, solo gli auror sapevano.
    "Ho scelto McAdams perché era l'unico con cui potevo comunicare per farlo venire fino a qui... già una volta è venuto in passato per cercare un "accordo". Se lo può infilare nel culo l'accordo, ma vediamo cosa riusciamo ad ottenere."
    E non era azzardata solo la dinamica, anche il fatto che fosse proprio lui... il responsabile del rapimento di mia figlia non aveva subito un cazzo e quello stronzo era persino riuscito a mettermi una fottuta paura durante il periodo oscuro, per cui rimanere indifferente e calmo non era un'impresa facile.
    "Andiamo."
    Fu veloce, nel momento in cui Abel prese quel camino, anche io e October lo prendemmo subito dopo di lui finendo in quella stanza apparentemente anonima in un edificio nei pressi di Nocturn Alley. L'edificio era protetto dall'incantesimo Salvio Hexia per tenere alla larga intrusi, ma di certo non sarebbe durato per sempre.
    Bacchetta puntata subito contro Abel mentre lo fissavo negli occhi intenzionato a legarlo...
    "Appoggia la bacchetta e siediti. Abbiamo di che parlare..."
     
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    Non ero nervosa, la mia preoccupazione deriva piuttosto da un'altra cosa: non ero del tutto convinta che saremmo riusciti ad ottenere veramente qualcosa da Abel Mc Adams. Non che ci fosse una grande scelta per avere il "prigioniero" perfetto: erano tutti abbastanza fuori di testa da risultare totalmente imprevedibili. Il fatto che Abel Mc Adams avesse due personalità poteva essere un problema. Il fatto di non avere molto tempo poteva essere un secondo problema. Sapevo che Dell voleva qualcosa di veloce e il più possibile indolore. Ma con alcune persone può volerci un approccio più logorante.
    Continuo a pensare che avresti dovuto prendere in considerazione anche il soggiorno prolungato.
    Le minaccie, la paura, il dolore. Qualcuno resiste molto bene, qualcuno cede anche solo all'idea. Qualcuno è abilissimo nel trattare, qualcuno deve essere spinto all'esasperazione per farlo. Alcune persone bastava lasciarle in totale isolamento per qualche settimana ed avrebbero accettato di tutto.
    Questo discorso della doppia personalità non mi piaceva. Troppe variabili e troppo poco tempo.
    Ok... io faccio parlare te, se hai bisogno di "una spintarella" fammi un cenno.
    Era inevitabile che Dell fosse emotivamente coinvolto. Abel Mc Adams avrebbe potuto farlo arrabbiare, aveva un sacco di tasti da schiacciare, sarebbe stato facile per lui far incazzare Ramirez. Magari anche prendendole si sarebbe comunque divertito per il raggiungimento di questo traguardo. Non che fosse difficile farlo arrabbiare ma sapete.. i mangiamorte si esaltano per queste cose.
    In ogni caso era inutile parlare in due assieme: l'interazione si sarebbe persa, non si sarebbe capito chi aveva la situazione in mano.
    Ehi Dell... non farti troppi problemi con quell'uomo.
    Glielo avevo già detto qualche giorno prima: se doveva avere problemi di coscienza a dormire la notte per lo scrupolo di essere troppo poco gentile poteva far fare a me.
    Forse invece ci stavamo facendo troppi problemi davvero. Magari avrebbe parlato, senza troppa pressione. Un po' come Blackwood ormai sembrava che a nessuno dei vecchi mangiamorte importasse qualcosa di quel che stava succedendo con il signore oscuro. Niente sembrava avere davvero un senso logico.
    Entrammo nel camino per ritrovarci a Nocturn Alley, alle spalle del mago. Anche la mia bacchetta era tesa verso il petto dell'uomo.
     
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    Sembra proprio che finalmente si siano decisi ad uscire dalla campana di vetro che si sono costruiti attorno e che abbiano capito che devono lasciarsi aiutare.
    Ramirez ci ha messo un anno a capirlo, ma ricevere la sua lettera è stato davvero esilarante oltre che sorprendente. Non avete idea di quanto ho riso rileggendo quelle parole piene di incertezza, so che convincerlo non sarà facile, il lavoro è appena iniziato.
    Ho lasciato Artemide a Stoccolma – assicurandomi che non potesse allontanarsi troppo dalla città grazie anche all’aiuto di Michael che mi ha promesso di tenerla d’occhio durante la mia assenza -: dopo il meeting ho preferito portarla con me nella capitale piuttosto che rimandarla a casa da sola, i ricordi le sono stati cancellati dai nonni Fernandez ma ho preferito assicurarmene di persona. Che non le venga in mente di andare a spifferare qualcosa a chi non deve.
    E poi...bah, e poi niente!

    Mi sistemo la cravatta fermandomi qualche attimo davanti al Ministero inglese, ci tengo ad essere sempre presentabile ed impeccabile, specialmente in occasioni come questa: mi decido quindi ad entrare ma quando mi fermo alla pesa delle bacchette vengo direzionato altrove. Cerco di spiegare all’inserviente che so dove si trovano gli ascensori e dove devo andare, ma vengo costretto a seguirlo verso i camini. Lo ammetto, sono rimasto deluso dal non aver trovato la Matthews ad accogliermi con quel suo bel “sorriso” come la scorsa volta, ma non è stato solamente questo a far alzare lo sguardo di Cain sulla situazione. I camini. Da quando in qua i camini vengono usati per trasportarsi da un ufficio all’altro? No...qualcosa non quadra, ma non sarò certo io a tirarmi indietro, non a questo punto almeno. Se non proseguissi di certo si insospettirebbero ed anche se mi sbagliassi avrei buttato all’aria mesi di lavoro per nulla. Meglio far finta di nulla e proseguire, magari semplicemente mi sbaglio. Dici di no, Cain? Lo vedremo.
    Entro quindi nella metropolvere e quando finalmente i miei piedi ritrovano il pavimento mi accorgo di essere effettivamente altrove e non di sicuro al Ministero.
    Bene, Ramirez ha deciso di scendere in pista e ballare finalmente, ma senza seguire le regole. Altrimenti non saremmo in una catapecchia sperduta chissà dove, giusto?

    “Ed io che mi aspettavo Tea e biscotti, invece della porta in faccia della scorsa volta.
    A quanto pare non me ne va proprio bene una con te...”

    Alzo le mani in segno di resa trovandomi anche la bacchetta della donna puntata al petto, mi ricordo di lei, se non sbaglio era il giocattolino di Kostia. Ed ora è di nuovo qui, probabilmente a fingere che non sia accaduto, a cercare di tornare alla vita prima.

    “Come già avevo accennato al nostro ultimo incontro, sono qui in qualità di Ambasciatore del Ministro Nordico, pertanto se non volessi parlare non sarei venuto. Un incontro informale nel tuo ufficio sarebbe stato sufficiente...certo se non mi avessi cacciato, questa situazione si sarebbe risolta anche un anno fa, ma ora la vostra reazione mi pare esagerata. Davvero, non servivano tutte queste cerimonie per chiedere aiuto!”
    Sorrido loro spensierato mentre appoggio la bacchetta sulla prima superficie libera che trovo, per il momento mi limiterò ad osservarli e capire cosa vogliono realmente da me – ovviamente lo immagino già, ma lasciamo che siano loro a scoprire le carte -.
    Non mi siedo però per non acquisire una posizione di svantaggio.

    “Vogliamo iniziare?”
     
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    Non mi piaceva proprio questa situazione, più ci pensavo e più mi chiedevo quanto disperato fossi...e il vero problema era che si, ero disperato, se no non sarei mai arrivato a organizzare una cosa del genere. Eppure non aveva alternativa, dovevo legarmi a quello, rimanere razionale e pensare ai risultati che avremmo potuto ottenere.
    Abel McAdams non era uno qualunque e soprattutto non era solamente chi diceva di essere, lo sapevamo benissimo...quella facciata che tanto avevano voluto costruirsi al Nord era ridicola.
    October giustamente diceva di non farmi problemi con quell'uomo, si quell'"uomo" non si meritava di certo pacifici trattamenti, ma non era questione di chi si meritava cosa, ma di quanto ero disposto a "macchiarmi".
    Già, ero consapevole del fatto che forse ero uno dei pochissimi stronzi che dava importanza a questo particolare discorso, ciò nonostante non avrei smesso di pensarci...forse era solo una questione di orgoglio, chissà...ma vedevo una sconfitta nel comportarmi in un certo modo.
    Non c'era comunque più tempo per riflettere e pensare a chissà che filosofia ora, Abel era in grado di distruggere ogni mia buona intenzione anche solo uno sguardo talmente era profondo l'odio che provavo nei suoi riguardi.
    Quanto meno aveva appoggiato la bacchetta, ma non si era seduto. Voleva comunque provare ad avere una sorta di posizione di parità o superiorità nonostante fosse in netto svantaggio.
    "E' assurdo come non vi rendiate conto, voi altri, di come sia ridicolo che un mangiamorte sia un ambasciatore di un Ministro, anch'egli Mangiamorte. Hai avuto problemi al braccio ultimamente? Ho l'impressione che non sia così vero?"
    Per quanto io non avessi fatto i salti di gioia all'idea che mio fratello avesse avuto modo di confrontarsi con Ichabood, ci aveva però dato modo di scoprire la provenienza di quei dissennatori. Abel stava una favola, come sempre...lui i mangiamorte non li aveva abbandonati affatto.
    "Ti ho detto di sederti."
    Non era un incontro formale, non era nemmeno informale come lo poteva essere in un bar a bere un te per l'appunto. Ora McAdams era nostro momentaneo prigioniero.
    "Accio bacchetta."
    Presi la sua bacchetta per poi avvicinarmi a lui e spingerlo violentemente per farlo sedere. Ci avrebbe pensato October a coprirmi le spalle in caso McAdams avesse deciso di reagire più di quanto avrei potuto tollerare.
    Mi sarei limitato alle parole, non avrei incominciato immediatamente con metodi di cui non sarei andato fiero...era tutto nelle mani di Abel in un certo senso.
    "Dunque, vogliamo recitare ancora per molto e far finta quindi che sei intenzionato a risolvere la condizione del mondo magico, oppure passiamo subito alla parte in cui mi racconti le incredibili avventure dei Mangiamorte dopo l'apparizione del Marchio nel cielo? Ti si sono illuminati gli occhi di gioia al solo vederlo immagino."
    Sapevo che avrebbe riso, che si sarebbe divertito, che non sarebbe stato per niente semplice scovare davvero informazioni vitali per risolvere tutta quella marmaglia di catastrofi senza un senso logico...ma dovevamo comunque provarci.
     
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    “Sei carino a preoccuparti dei miei problemi di salute, Ramirez, ma credo proprio che non ti riguardino.”
    Vi sembro il tipo che va in giro a mostrare a tutti che sta male? Quelle rare volte che mi capita soffro in rigoroso silenzio, ma a quanto pare Ramirez sembra sapere già tutto riguardo la maledizione del marchio nero, e mi domando chi sia la sua fonte.
    Non smentisco la posizione di Michael per il momento, non è importante che sappia quanto in realtà si sia dimesso dal suo ruolo di Capo dei Mangiamorte preferendo la vita sedentaria di Capo di Stato e Famiglia. Saperlo aprirebbe troppo domande su chi sia il nuovo leader e su dove si trovi. Domande a cui ovviamente non posso rispondere.

    “Ma sono curioso, raccontami un po’ di questa tua teoria sui problemi al braccio, da dove ti è venuta in mente? L’hai sognata di notte?”
    Com’era prevedibile recupera la mia bacchetta, chiaro segno che non si fida di me. Per un certo verso fa bene, se le cose si dovessero mettere male non l’avrei certo lasciata sul mobile ancora a lungo...eppure, qui in questa catapecchia, mi domando fino a dove l’auror e la sua complice siano disposti ad arrivare, perché se vogliono davvero carpire qualcosa dovranno di certo sporcarsi le mani. Sei davvero pronto a farlo, Ramirez?

    “Non vedo altre sedie per voi qui attorno, se mi sedessi sarebbe maleducato da parte mia. Sto bene così, grazie”
    Ricevo lo spintone con un mezzo sorriso, faccio qualche passo indietro ma non mi siedo ancora. Siamo forse all’asilo? Dai, so che sai fare di meglio.
    Ammetto che l’impulso di ricambiare il gesto è forte, Cain non vede l’ora di potergli mettere le mani addosso e lo sento sempre più premere dietro di me per farlo, ma mi costringo a trattenermi ed a non cedere all’istinto immediatamente.

    “Mmmh...non so di cosa parli?”
    risposta standard.

    “Ormai dovresti sapere che amo portare a termine i miei compiti, se ho accettato di venire qui oggi è solamente per scopo politico e trovare quindi un punto di incontro tra i nostri Ministeri, questo non mi stuferò mai di dirtelo. Se il tuo scopo invece è quello di mettere su un interrogatorio senza motivo credo tu abbia innanzitutto dimenticato di leggermi i miei diritti, inoltre non avendo motivo io di restare e tu di trattenermi, posso riavere la mia bacchetta e andarmene?”
    Ovviamente no, so già che questa sarà la risposta, ma allungo ugualmente la mano verso di lui per riavere ciò che mi appartiene: se vuole trattenermi dovrà farlo con la forza, e seriamente questa volta.
     
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    Lo osservavo, anche se sfortunatamente non potevo vederlo in faccia: mi tenevo alle sue spalle e avrei davvero voluto che Dell non si facesse tutti questi problemi. Bastava prenderlo, lasciarlo in un buco al buio, al freddo, senza cibo per due settimane, senza farlo dormire e allora avremmo potuto fare questo discorso. Adesso era troppo... compiaciuto della situazione. Lo si sentiva nella voce come fosse lieto di essere lì, vittorioso in ogni caso. No, non avrebbe parlato. Aveva già vinto. In ogni caso aveva vinto, o non parlava o per farlo parlare sarebbe riuscito nell'intento di piegare la morale di Ramirez. E non potevo farci niente. Era inevitabile e stava a Dell scegliere se piegarsi o no.
    Io da parte mia invece, non avevo nessun problema. Parlava e parlava e provocava. Sollevai un sopracciglio alle sue spalle, guardando il capo auror. speravo cogliesse il cenno... Mi sarei beccata le sue ramanzine dopo...
    Caecitus
    Lanciai l'incantesimo non verbale proprio mentre Mc Adams allungava la mano verso Dell.
    Immobilus.
    Non conoscevo le sue capacità di combattimento fisico ma la severità di Kostia nel volermi far scontrare con le guardie di Azkaban mi aveva fatto capire quanto questo aspetto fosse da non sottovalutare.
    Afferrai la sedia e gliela misi proprio dietro alla schiena, confidando che Dell mi aiutasse a spingercelo sopra per poi legarcelo. La cecità disorienta e spaventa anche se momentanea...
    Cosa le fa credere che se andrà da qui signor McAdams?
     
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    "Sembri stare bene, l'importante è questo."
    Sorrisi, ricordandomi le parole di Cris sullo stato fisico di Ichabood, di sicuro se McAdams si era ritrovato a subire quella tortura non sarebbe stato così pieno di voglia di scherzare, dunque il pensiero che fosse ancora un fiero sostenitore dei Mangiamorte e che lo fosse lui stesso non era di certo una follia, anzi tutt'altro.
    "No, niente sogni... semplicemente se decidete di far incazzare tante persone, prima o poi una di queste non ci mette niente a parlare."
    Inutile negare di averlo scoperto casualmente, ma anche loro...come pensavano seriamente che nessuno di loro, dopo un dolore così atroce, non avrebbe cercato vendetta o simili?
    E dire che se fossi stato in loro, uno psicopatico, non li avrei fatti torturare i traditori, li avrei uccisi, una premura che stranamente non avevano preso. Perché?
    "Mi chiedo come mai non abbiate deciso di ucciderli gli eventuali traditori. Forse semplicemente vi divertire con la tortura fine a se stessa."
    Feci spallucce, consapevole che non avrei ricevuto alcuna risposta da parte sua a riguardo o sicuramente avrei ricevuto battute e scherzi come ci si aspettava da lui.
    Ma un modo per farlo parlare seriamente doveva pur esserci.
    Dunque, sedersi non si sedeva, parlare onestamente non parlava pretendendo pure di andarsene, per cui non fu così arduo per me farmi da parte per permettere a October di agire in maniera decisamente più diretta, ma quanto diretti saremmo dovuti diventare prima di ottenere finalmente qualcosa? Avevo paura a scoprirlo e questo Abel lo sapeva benissimo.
    October era qui con me mica per niente.
    Con l'aiuto della Fhest quindi, dopo quegli incantesimi costrinsi con la forza McAdams a sedersi legandolo con un incarceramus.
    "Questo è un gioco in cui tu sei indubbiamente più bravo, sarà interessante osservare come provi a destreggiarti e agire quindi di conseguenza. In questi anni ho imparato molto da te."
    Il peggio avevo imparato, ma qualcosa l'avevo imparato si.
    Alzai gli occhi verso October, che stesse dietro di lui per me andava bene, poteva intervenire in quei modi in cui a quanto pareva sembrava essersi destreggiata nel periodo in cui eravamo stati lontano. Annuì, dandole in un certo senso il permesso di fare quello che riteneva opportuno, se fosse servito dell'altro sarei intervenuto se si superare il limite che potevo sopportare sarei intervenuto. Per ora andava bene così, si era fatto anche fin troppo poco di quel che in realtà meritava.
    Tornai a guardarlo, rimanendo in piedi davanti a lui.
    "Mettiamola così, prova a metterti nei miei panni. Il marchio nero torna a risplendere nel cielo, si vocifera che "lui è tornato"... quale sarebbe la prima cosa che faresti se non fossi un mangiamorte? I mangiamorte si sono riuniti, aspettano ordini suppongo... non posso mica limitarmi ad aspettare, non credi?"
    Chiaramente provai a metterla giù come se ciò che stessi dicendo era assodato e totalmente veritiero. Non c'era alcuna conferma, ma quel marchio nero voleva dire solo quello, non c'erano altre opzioni.
     
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    “Più che a parlare, mi pare sia venuto a frignare come un bambino”
    Ridacchio, a questo punto sono davvero curioso di sapere di chi si tratta, ma non vi preoccupate lo scoprirò sicuramente una volta che me ne sarò andato da qui. Non ci vuole molto a rintracciare un Mangiamorte Traditore. Quasi sbuffo, credono davvero che non sappiamo chi siano e dove si trovino? Pensano sul serio che sia finita qui? Con un piccolo Dissennatore uscito dal braccio? Ingenui. Se lo pensano sul serio non hanno capito cosa significhi realmente essere un Mangiamorte ed abbandonarci, alla fine imploreranno di ricevere l’oblio che dona la Morte.

    “Chissà, magari uccidere in questo caso sarebbe un gesto troppo pietoso...mi ricorderò di chiederlo al primo Mangiamorte che vedo”
    La mia mano rimane a mezz’aria quando l’incantesimo immobilizzante mi colpisce: Ramirez è talmente vigliacco da farmi colpire alle spalle dalla donna. E per cosa poi? Costringermi a sedermi? Chissà forse da seduto gli faccio meno paura...il mio corpo segue i loro incantesimi finché non raggiunge la postazione desiderata, non provo nemmeno a ribellarmi, anzi, attendo pazientemente che l’effetto svanisca da solo. Agitarsi peggiora solamente la situazione ed io non sono un novellino.

    “Il semplice fatto, Signorina Fhest, che attualmente non potete arrestarmi in quanto non ho fatto nulla e non avete un mandato, ma soprattutto perché la vostra missione – chiamiamola così – è palesemente non ufficiale ed immagino quindi che non si debba sapere cosa stiamo facendo in questa catapecchia. Che ne sarebbe della vostra reputazione?”
    Proviamo ad immaginare un titolo per Il Calamaio?

    “L’alternativa sarebbe quella di uccidermi, ma questo non l’hai sicuramente imparato da me!”
    con enorme dispiacere aggiungerei!
    Ramirez potrà anche abbassarsi ad infrangere qualche regola ma la sua morale gli impedisce di compiere un gesto come quello dell’omicidio a sangue freddo.

    “Se lui fosse realmente tornato mi chiuderei in casa sperando di non essere mai notato. Credi davvero a questa baggianata sul suo ritorno, Ramirez?”
    Lui come Ares crede a questa diceria, ma io ancora non ho avuto uno straccio di prova sul fatto che sia vero, e come ho cercato di far capire al nostro nuovo capo, non mi affiderò ad un miraggio.

    “Quel marchio sarà sicuramente stato evocato da qualche ragazzino esagitato che crede di sapere cosa significhi. Ovviamente se vuoi dare la caccia ad un fantasma, io non te lo impedirò, mi godrò la vista comodamente seduto sulla mia sedia.”
    E per sottolineare la cosa mi metto bello comodo, poggiando la schiena ed accavallando le gambe in un posa del tutto rilassata.
     
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    Gli sorrisi, rimanendo alle sue spalle: era una prospettiva di vantaggio che non volevo perdere quella.
    Certo che potremmo arrestarla. Potremmo arrestarla per l'aggressione ed il tentato omicidio del Capo Auror Ramirez e del grave ferimento dell'Auror Fhest durante un incontro informale in cui il Ministero Inglese si era dimostrato incredibilmente disposto ad un dialogo pacifico. Abbiamo anche sette testimoni. Il Calamaio ne andrebbe pazzo.
    Quello che comunemente si chiama "incastrare". Per adesso era una minaccia buttata lì ma ehi Dell, è sempre una possibilità che non comporta il nuocere a queste povere creaturine indifese chiamate Mangiamorte.
    Non stava dicendo un cazzo di niente in ogni caso. Si era anche accomodato sulla sedia. Magari potrebbe perdere un arto in questa immaginaria colluttazione... una delle mani ad esempio, almeno gliela infiliamo dove non batte il sole e la smette di fare lo splendido... Lanciai uno sguardo a Dell, come ad implorarlo. Andiamo, lo sta palesemente chiedendo Dell, sta gridando di essere sfilaccicato.... la mano può sempre ricrescergli, userò una mannaia....
    Peccato che Dell Ramirez non sia dotato di telepatia....
     
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    Incredibilmente mi ero già stancato di starlo a sentire. Era un talento per McAdams esasperare le persone con poche semplici parole, come se facesse chissà quale incredibilmente incantesimo mentale, invece semplicemente era il potere della sua cazzo di faccia.
    Rideva e mi innervosivo, punto e lui ne godeva, eccome se ne era felice nel guardare la mia espressione palesemente infastidita dal suo atteggiamento. Tanto anche se provassi a fingere o a essere stoico purtroppo lui sapeva benissimo l'effetto che era in grado di farmi.
    Ma non mi interessava che sapesse di darmi fastidio, ciò che volevo provare a nascondere era la paura. Lui era uno degli uomini che più erano stati in grado di terrorizzarmi. Nell'ultimo scontro che avevamo avuto al Ministero per poco non ci ero rimasto secco, protetto solo da pochi incantesimi e una scrivania che non era andata a fuoco per puro miracolo.
    Mi aveva lasciato a marcire tra fumo e un calore insopportabile.
    Non parlai quindi, soppesando ogni sua parola e non credendo nemmeno per un secondo alla storia che un ragazzino qualsiasi si fosse messo a delirare sul signore oscuro evocando il marchio nero.
    Ma pensava che fossi così stupido? Che non sapessi quanto potere magico e quanta volontà ci volesse per evocare quel marchio nel cielo? Come se potesse farlo il primo stronzo che passa con facilità. Un ragazzino poi.
    E chissà...forse però una cosa vera l'aveva anche detta...ci poteva anche essere venerazione verso qualcuno, ma nel mondo in cui viveva McAdams al fianco della devozione c'era il timore.
    Prima che potessi intervenire October propose un'idea che nemmeno mi dispiacque, la guardai e feci un leggero sorriso girandomi tra le dita la bacchetta di Abel.
    Perfetto.
    "Adolebit."
    Usando la bacchetta di Abel me la puntai contro, esattamente tra il collo e la spalla dove c'era spazio per colpire direttamente la pelle nuda...dovetti digrignare i denti mentre un ustione evidente si formava sul mio corpo provocandomi non poco dolore.
    "E questa è una. Dalla tua bacchetta si potrà dimostrare da dove arriva l'incantesimo."
    Certo non avevo intenzione di ridurci in poltiglia e iniziare a sanguinare svenendo davanti a lui, ma era un modo più che altro simbolo che fargli capire che ormai eravamo stanchi, che si magari avevano vinto loro e ci stavano costringendo ad agire in modi che prima nemmeno sfioravamo, ma tutto lo schifo che stava succedendo nel mondo magico aveva fatto esasperare chiunque e io non ce la facevo più a rimanere inerme a guardare.
    "I tempi del Ministro Caramell talmente terrorizzato da negare l'evidenza non si ripeteranno McAdams. Non ti sto accusando di aver evocato tu il marchio o quant'altro eh...figurati... anche se...tu una certa predisposizione all'obbedienza nell'eseguire certi compiti l'hai sempre avuta."
    Feci una smorfia mentre provai a muovere la spalla, faceva un cazzo di male, ma di certo non mi sarei messo a ferire October senza nemmeno chiederglielo. Dovevo fare un gesto che sembrasse più impulsivo e da folli possibile.
    "Insomma, tu sei un perfetto secondo al comando, sempre al di sotto di qualcuno...non ce la fai ad andare oltre e sicuramente è così anche adesso. Sarà Moon? Mmh, a lui piace un sacco delegare... effettivamente, ma mmmh con Desade ti trovavi meglio no? Un mastino perfetto...chi altro c'è ora? Vecchi ritorni? Nuove speranze?"
    Non sarebbe stato semplice estorcergli informazioni, ma intanto dovevo capire cosa cazzo stesse succedendo, quel marchio non era stato lanciato a caso, era inutile che si comportasse con sufficienza.
    "Dimmelo tu che cosa significa realmente quel marchio. Un ragazzino come hai giustamente detto tu non può capirlo. Quel marchio porta un significato importante, tu lo sai bene."
     
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    Neanche uno dei biondi capelli di Abel McAdams era stato maltrattato. A parte per lo schiantesimo che gli avevamo appena assestato.
    D'altro canto lo stesso non si poteva dire di noi. Era calato il silenzio nella stanza dopo aver fatto perdere i sensi al mago, un silenzio dovuto, se non altro per far sbollire la frustrazione di un buco nell'acqua. Dovevo dire però che non mi sarei mai aspettata quella mossa da Dell, insomma l'avevo suggerito io ma di certo non credevo che il capo auror avrebbe accolto questa tattica con tanta... dedizione. Ne ero quasi fiera, lo ammetto.
    Ma non avevamo molto tempo e non potevamo perderne ancora. Non aveva funzionato e adesso dovevamo decidere che cosa fare, se tenercelo, cosa di cui dubitavo Messico si sarebbe prestato, o rilasciarlo come se niente fosse.. Presi un ultimo respiro profondo, massaggiandomi la bruciatura di un incantesimo sulla gamba.
    Scusa Dell, pensavo che almeno un po' se la sarebbe fatta sotto... magari se lo arrestiamo senza dichiararlo ufficialmente potrebbe dirci qualcosa suo padre tra qualche mese..
    Beh, dovevo almeno suggerire questa eventualità no? Infondo la costruzione di una finta aggressione l'avevamo messa su potevamo usarla: era uno scenario realistico dopo tutto, se ne avesse avuto la possibilità di avrebbe attaccati eccome.
    Ma questa era una proposta troppo avanzata per la morale del capo auror, quindi mi strinsi nelle spalle, come a dire "ehi, era un'idea come un'altra"
    Beh se non altro non si ricorderà nulla di questa nostra piccola esibizione e non potrà riderne tornando al suo lussuoso maniero... Lo Oblivi tu?
    Io non ero mai stata brava con gli incantesimi mentali, lui e Rya se la cavavano sicuramente meglio in questo campo, preferivo che lo facesse lui per non restituire al mondo un Abel rincoglionito. Anche se sarebbe stato spassoso, qualcuno si sarebbe insospettito..
     
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    Rimasi seduto su quella sedia a guardare per terra per parecchi secondi dopo che October fece perdere i sensi a McAdams.
    Il dolore alle ferite che mi ero procurato era decisamente passato in secondo piano di fronte alla frustrazione e all'inutilità che mi sentivo addosso. Mi sentivo patetico, mi ero deciso ad assecondare un azione che di norma non avrei mai compiuto, speranzoso finalmente di ottenere qualcosa da quel bastardo, da quell'uomo che odiavo con tutto me stesso per quello che aveva fatto subire alla mia famiglia...e alla fine dei conti? Beh tutto fottutamente inutile.
    Non mi piaceva quello che avevo fatto, ma se almeno avrebbe dato frutto a qualcosa mi sarei sentito meglio...invece un bel niente, ora ero li, incapace di reagire, di fronte a un evidente crimine che non sapevo gestire perché ero un coglione che non sopportava nemmeno più che Abel vivesse in libertà come se niente fosse.
    Fu solo la voce di October a destarmi da quel flusso di pensieri ed alzai lentamente il volto mostrando un'espressione per niente amichevole.
    Ma inutile che me la prendevo con lei, non era di certo da quando lei improvvisamente aveva scelto di ritornare che in testa avevo certi pensieri...era da quella notte degli obscuriali che avevo iniziando seriamente a ritenere il modo in cui lavoravo inefficace.
    "Non voglio aggravare ulteriormente questa situazione October. Dovrei seriamente mettermi a tagliargli le braccia per farlo parlare...chissà a che cazzo di schifo sono abituati tutti loro!!!"
    Mi alzai di scatto in piedi, visibilmente frustrato ancora, stringendo la mano in un pugno senza riuscire a ragionare lucidamente su quello che avremmo potuto fare.
    Poi tornai a guardarla quando espresse quelle ultime parole, guardandola parecchio confuso e incredulo per come avesse parlato di obliviare qualcuno come se fosse una cosa come un'altra, come se decidessi di dargli un buffetto in fronte.
    "C'è davvero bisogno che te lo dica, o lo sai da te che obliviare qualcuno non è ne semplice ne...?"
    Legale.
    Ma cosa c'era di legale in quello che avevamo appena fatto? La disperazione mi aveva spinto a tentare, ma quanto poteva reggere la scusa della disperazione?
    Anche se prendessi seriamente in considerazione questa opzione comunque, andare a giocare con la mente di una persona era una mossa azzardata e complicata, soprattutto per chi non era esattamente portato con questo genere di cose.
    "Non ho mai obliviato nessuno in vita mia tra l'altro!"
    Era la soluzione più veloce? Sicuramente. Ma non aveva nessuna garanzia date le nostre attuali capacità, poteva benissimo succedere che venisse cancellato altro e non questo evento nello specifico.
     
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    Se non le tagli con la magia possono fargliele ricresc..
    mi morsi le labbra prima di finire la frase perchè lo guardai bene in faccia ed era abbastanza lampante che nel suo immaginario quello che aveva appena detto non fosse una reale ipotesi di azione ma la cosa peggiore che avrebbe potuto fare. Ok.. non immaginavo che già solo questo fosse troppo per lui. Insomma alla fine dei conti non avevamo fatto nulla di così orribile e atroce. Avevamo semplicemente detto una bugia creando una trappola per un ex mangiamorte, lo avevamo legato ad una sedia, minacciato e adesso era svenuto. Fine. E Ramirez era già lì lì per fare seppuku per espiare ai suoi peccati e ristabilire il suo onore.
    Ero quindi passata subito alla parte dove lo lasciavamo andare cancellandogli la memoria. Totalmente ignara di un semplice dettaglio. William Ramirez non aveva nessuna intenzione di cancellargli la memoria.
    Lo fissai, seria, come se non credessi alle mie parole. E in effetti non ci credevo. Mi morsi di nuovo le labbra, sempre fissandolo, presi un respiro profondo: dovevo cercare di non farlo innervosire ulteriormente. In pratica se ci riuscivo mi avrebbero consegnato il diploma onorario di artificiere.
    Dobbiamo parlare. Siediti. Per favore, davvero, siediti, parliamone.
    Sì, esatto, tutti e tre al tavolino, uno che non era cosciente ma faceva da arredamento.
    Allora, questa è stata una tua idea. Hai pensato di incontrare Abel e cercare di ottenere delle informazioni. Posso sapere che cosa avevi pensato di fare una volta ottenute o dopo aver provato ad ottenere queste informazioni?
    Perchè OVVIAMENTE ci aveva pensato, giusto? ....giusto...?
     
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    Solo in quel momento mi resi conto dell'enorme errore che avevo commesso. Non parlavo esattamente dell'idea di interrogare Abel in quel modo, in realtà su quell'azione ero ancora abbastanza convinto, ma avrei dovuto organizzarla sicuramente in maniera differente, senza dover sentire October che parlava di braccia tagliate come se stesse parlando del tacchino del ringraziamento da dover dividere per la cena.
    Non commentai, si rese conto da sola di interrompere quell'uscita infelice, ma per quanto riguarda le parole che mi rivolse successivamente, beh...erano domande lecite e che stupidamente non avevo ben ponderato.
    Mi sedetti come da lei suggerito e feci un paio di respiri profondi scegliendo di affrontare questa situazione invece di cadere semplicemente nel panico, chiaramente non avrei risolto nulla lasciando che l'irrazionalità prendesse il sopravvento.
    "Nella speranza di ottenere le informazioni Abel non sarebbe stato così stupido da denunciare la cosa o chissà che altro, sarebbe andata contro di lui in molte maniere, compresa la morte probabilmente, oppure anche a lui sarebbe comparso un dissennatore come nuovo compagno di vita."
    Questa storia del dissennatore mi aveva lasciato basito, era ancora inconcepibile come fossero riusciti a creare un incanto del genere, ma non era questo il momento per pensarci.
    "Possiamo comunque far finta di aver ottenuto davvero qualcosa. Fargli credere di aver viaggiato nella sua mente, procurarci un veritasserium così da fargli credere di averlo preso anche. Ma ciò può reggere se riusciamo effettivamente ad avere in mano qualcosa, da qualcun altro magari. Farlo vivere nella paura di aver effettivamente spifferato potrebbe essere un'idea. Perché è ovvio che lui qualcosa la sappia."
    Questa era un'alternativa migliore al scombussolargli la testa e arrivare a fare chissà che altro, certo era azzardata e andava studiata, ma prima di arrivare come se nulla fosse alle opzioni peggiori era necessario parlarne e discutere.
    October doveva ridimensionare il suo atteggiamento, ora glielo stavo proponendo senza alcun ordine diretto, semplicemente per poter esporre tutte le opzioni, ma se il suo comportamento a lungo andare sarebbe peggiorato avrei usato la mia autorità.
     
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    Lo guardavo dritto negli occhi, cosa che non spesso riuscivo a fare ma la situazione me lo stava in un certo modo chiedendo: non riuscivo davvero a capire come ragionasse l'auror davanti a me a questo punto. Forse proprio perchè non ragionava molto prima di fare le cose. E lo capisco, veramente, se c'è una persona che ha dei grossi problemi quando si parla di agire e dopo pensare.. beh, quella sono io. Ma vedete, io non sono capo auror. Io so benissimo che con questa mentalità NON devo fare cose tipo capo auror. Per cui sì, lo ascoltavo attentamente, quasi ignorando il mago biondo privo di sensi nella sedia accanto.
    Certo, è per questo che abbiamo fatto la scenetta in cui ci ferivamo per farlo cagare sotto con la minaccia di Azkaban.
    concordai annuendo. Fin qua tutto chiarissimo. Era la parte dopo che era improbabile.
    Lo feci finire di parlare, annuendo una sola volta. Una piccola pausa portando lo sguardo sulle mie mani sul tavolo per poi rialzarlo.
    Credo che non sia la soluzione migliore.
    La professionalità eh.
    Ti spiego perchè: c'è stata una minaccia da parte nostra. Se fosse stato un altro tipo di persona ti avrei detto che non era poi un gran problema fare una minaccia priva di fondamento. Con Abel McAdams ti dico che lasciarlo andare con la memoria ancora perfettamente intatta su quello che abbiamo fatto è un errore: puoi fargli credere che ha parlato e non se ne ricorda, ma quello che ricorderà è quel teatrino di prima. Può andare alla stampa estera e raccontare come lavoriamo e metterci nei casini, può basare le sue mosse future sul fatto che siamo talmente disperati da ricorrere a queste tattiche e può farlo perchè sa che non abbiamo il coraggio di portare a termine una minaccia e che non c'è motivo di temerci.
    Per non parlare del fatto che sarebbe stato oggetto di ulteriore sbeffeggiamento del messicano, ma questa non era certo una ragiona valida su cui basare la conclusione di questa giornata.
    E' importante che abbiano paura Dell, la paura li farà sbagliare, li metterà gli uni contro gli altri, la paura rende più deboli. Perchè credi che gli esca quel Dissennatore dal braccio? Perchè credi che quando è caduto il governo ci abbiano colpito sul personale? Lo so che non ti piace, ma è così che funziona il gioco. Cancellare un paio di ore dalla sua testa credo che sia un buon compromesso. Non si vendicherà perchè non ricorderà nulla. Domani gli manderai un gufo chiedendo perchè non si è presentato all'appuntamento e che l'accordo che avevate è saltato per mancanza di serietà da parte sua.
     
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15 replies since 9/8/2019, 08:51   270 views
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