What's the craic?!

October e Castiel

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    Capo Auror Repubblica d'Irlanda

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    La parte più interessante nell’avere un auror tra i dipendenti scolastici consisteva nella possibilità di ricevere informazioni sul corpo docenti in tempo reale: una in particolare, da quando aveva messo piede al castello scozzese un anno prima, aveva destato l’interesse dell’Eire, spingendo il suo capo auror a tenerne sotto stretta osservazione qualsiasi dettaglio la riguardasse. Spostamenti, frequentazioni, interessi, luoghi abituali: Kain riceveva rapporti di continuo, annotando tutto ciò che considerava rilevante sul suo taccuino in modo da avere una visione unitaria delle abitudini della donna e da poterne ricavare un profilo completo da sfruttare per le indagini sul suo controverso nemico. Kain non aveva rimosso il suo scontro con Castiel Westwood: dal giorno in cui il Mangiamorte aveva aiutato Coco a rapire sua figlia si era ripromesso di non darsi pace finché non lo avesse visto dietro la porta blindata di una cella di isolamento, ed era esattamente per quello scopo che si accaniva fin quasi a perdere il sonno. Every Westwood non era una sciocca né una sprovveduta: conduceva una vita tranquilla dividendosi tra il castello e il suo negozio, l’unica eccezione che spezzava la sua routine era una villetta costruita in mezzo al nulla che affacciava sull’oceano, nella quale si era recata di recente alla fine di quella che era sembrata una brutta serata. Recidere i legami familiari tossici non era da tutti: di fatto ad aprirle la porta era stato proprio suo fratello. Nel buio della notte non era stato possibile identificarlo subito, ma una volta avuta la certezza totale Kain aveva avvertito il proprio dipartimento e aveva richiesto a Dell l’autorizzazione per poter affiancare uno dei suoi. Il territorio dove si trovava il rifugio di mangiamorte era in un territorio fuori dalla giurisdizione irlandese tuttavia non era la prima volta che i due ministeri collaboravano per raggiungere un obbiettivo comune, e la risposta di Dell era la conferma che cercava. Avrebbero agito non appena la civile avesse lasciato l’abitazione, ma prima di agire era rientrato per definire i dettagli delle operazioni con quella che sarebbe stata la sua partner per l’intera durata della missione.
    -Non so da quali incantesimi sia protetta la villa. Se dovesse essere lui a invitarci non sarà necessario scoprirlo: non gli daremo neanche il tempo di realizzare cosa sta accadendo, che gli saremo addosso.- concluse l’irlandese una volta che l’ebbe messa a parte della situazione. Kain si allontanò verso la finestra e dopo averla spalancata accese una sigaretta, facendo un tiro per rilassarsi. I suoi occhi ardevano di rivalsa, la pacatezza nella voce cozzava totalmente con la tensione che ne muoveva le membra. Sul tavolo davanti a sé una ampolla di dimensioni ridotte conteneva la pozione che l’avrebbe trasformata in Every Westwood.
    -Puoi tirarti indietro se non te la senti. Ma ho bisogno di una risposta, ora- come lui, October aveva un conto in sospeso con quell’uomo. Poteva rivelarsi una valida alleata o una mina vagante: non l’avrebbe biasimata se avesse deciso di non prendere parte alle operazioni per un coinvolgimento emotivo ingestibile.
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    Non era la prima volta che mi ritrovavo a lavorare con Kain, eppure non era mai successo che ci accordassimo per una missione in via privata. Il capo auror irlandese era molto attento e preciso e ogni questione veniva sempre discussa in orario e sede lavorativa. Il fatto che fossimo nel suo appartamento avrebbe già dovuto mettermi in guardia eppure non abbastanza da farmi arrivare prevenuta. Dopotutto abitavamo letteralmente uno sopra l'altro e poteva quasi dirsi che si fosse instaurato un rapporto di amicizia che poteva giustificare un briefing o un vero e proprio colloquio tattico. Ma quando aveva nominato Westwood era stato difficile rimanere in silenzio, non sollevare le sopracciglia e sbruffare un "Stai scherzando spero". Ero rimasta in silenzio ad osservare l'irlandese e ad ascoltare il suo piano di azione, accendendomi una sigaretta, più che necessaria in quel momento.
    Non mi era sfuggito il suo sguardo, lo conoscevo bene, vedendolo più volte allo specchio. E la mia immobilità durò abbastanza tempo, sintomo inequivocabile della lotta intestina tra la October che non vedeva l'ora di andare da Westwood e risolvere una volta per tutte il problema alla radice e quella che sapeva, che sapeva benissimo, come sempre, di quanto accettare ma anche lasciarglielo fare fosse estremamente pericoloso.
    Dell non lo sa vero?
    Fu questa la prima cosa che dissi, dopo aver scrollato la cenere in eccesso, riportando lo sguardo su di lui. Era ovvio che non lo sapesse, era una domanda del tutto retorica. Dell mai e poi mai avrebbe messo me in un caso che riguardasse Westwood. E sicuramente mai e poi mai avrebbe messo Kain in un caso che riguardasse Westwood. Le questioni personali alterano il lavoro, portano ad agire in modo diverso e nel mio caso, quel modo era motivo di cruccio da anni per il messicano.
    Non lo sa neanche il dipartimento irlandese...
    Questo era più un azzardo eppure avevo motivo di credere che fosse vero. Lui era il capo del dipartimento, non doveva chiedere autorizzazioni a nessuno. Eppure non eravamo in Ministero e voleva farlo soltanto in due e solo perché Westwood era in territorio inglese. Altrimenti l'avrebbe fatto da solo.
    Westwood ci ha quasi ammazzato singolarmente, si nasconde da anni in territorio inglese. Ha qualcuno che lo aiuta, forse più di una persona. E sicuramente non è sua sorella.. non è così idiota da affidarsi a una persona del genere..
    Non mi piaceva Every Westwood. Non riuscivo a capire se fosse una finta santarellina o se la sua ingenuità fosse ai limiti della patologia clinica. L'amore incondizionato non esisteva, c'erano dei limiti. E Westwood non meritava quel tipo di amore neanche da sua sorella.. non dopo che aveva ucciso, torturato, smembrato e terrorizzato maghi e babbani senza curarsi di niente. Senza avere pietà neanche di ragazzini.
    E tu vuoi farlo in due...
    Mi passai la lingua sui denti, riflettendo.
    La missione è arrestarlo, di nuovo, rischiando che esca di prigione di nuovo dopo appena un anno, facendola di nuovo franca oppure la missione è ucciderlo?
    Una domanda diretta, senza giri di parole, perché la situazione mi portava ad avere quel dubbio. Perché io l'avevo, perché era quello che volevo io, che al suo posto avrei voluto. Perché sarebbe stata la cosa più giusta da fare in questo cazzo di mondo.
     
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    -Abbiamo la sua autorizzazione a indagare sulla presenza di un mago oscuro.-, rispose dopo una manciata di pensanti secondi trascorsi in silenzio.
    -Ma non ne conosce l’identità.- diversamente Ramirez non avrebbe mai acconsentito: li avrebbe ritenuti coinvolti emotivamente al punto da compromettere la missione. Presa di posizione che Kain poteva comprendere visti i trascorsi che lo legavano al mangiamorte ma che rifiutava categoricamente: Castiel Westwood non meritava un trattamento di favore rispetto agli altri maghi oscuri, che tra loro ci fosse un conto in sospeso non si doveva mettere in dubbio la sua professionalità e la sua capacità di scindere il privato dal lavoro. Tirarsi indietro non era contemplabile. Sembrava che October conoscesse già le risposte a quella serie di domande ancor prima di porgliele e che tuttavia non gli chiedesse quelle che le interessavano realmente.
    -Il dipartimento irlandese ne sa quanto quello inglese. Jack è l’unica eccezione.-, all’interno del ministero il suo partner era l’unica persona di cui si fidava a occhi bendati. Conoscendolo non era entusiasta all’idea di non essere stato coinvolto sul campo, ma dal momento che la maledizione che lo indeboliva era ancora attiva Kain non aveva voluto rischiare di metterlo in pericolo.
    -Escluderesti l’ipotesi di un aggancio interno al Ministero? Non sarebbe la prima volta, dopotutto.-, le domandò, sinceramente curioso della sua risposta. Il Mangiamorte sembrava sempre un passo avanti a loro; prima di arrivare ai ferri corti con la sua complice del nord Kain aveva ragione di credere che i due in passato fossero stati molto intimi, amanti perfino, a giudicare dalla furia che gli aveva letto negli occhi dopo il tradimento della donna. Non conosceva Every Westwood di persona ma a giudicare dai resoconti di Jack quella strega sembrava semplicemente troppo fragile caratterialmente per poter tagliare i ponti con il fratello: l’idea che avesse mantenuto i rapporti con lui e che contestualmente frequentasse il castello insegnando alle ragazze non lo faceva impazzire per niente, ma fu costretto ad ammettere che senza di lei non sarebbero riusciti a rintracciarlo.
    -Sì.-, ribatté senza alcuna esitazione. Mentre la guardava negli occhi Kain venne messo davanti a una verità che accettava con difficoltà: le perplessità di October avevano ragione di esistere, quando si era ritrovato faccia a faccia con quell’uomo nella radura l’irlandese aveva permesso alla furia di prendere il sopravvento sulla lucidità, mentre lo tempestava di pugni l’unico augurio era stato quello di rispedirlo al diavolo e all’inferno da dove proveniva. Quando si era ritrovato suo prigioniero l’invito ad essere la mano che avrebbe posto fine alle sue sofferenze era stato rinnovato senza pensarci due volte. Davanti a sé erano apparsi il volto pesto e gonfio di sua sorella, priva di sensi al Saint Patrick; il volto spaventato ed escoriato di sua figlia minore, raggiunto dalla pioggia di schegge che il mangiamorte aveva fatto esplodere quando aveva fatto irruzione nel loro salotto; il volto vacuo di sua figlia maggiore, quando ritornata a casa a incubo finito ne era cominciato un altro che la vedeva smarrita davanti a una vita che non sentiva più appartenerle; infine il proprio volto allo specchio, irriconoscibile perfino dopo che i lividi erano spariti e le tumefazioni guarite. Quell’idea era rimasta in sospeso finché non si era ritrovato davanti un nemico diverso ma non meno pericoloso… e lo aveva ucciso prima che potesse uccidere lui.
    -Non ho chiesto di te per renderti mia complice in un omicidio.-, le disse franco.
    -L’ho fatto perché quest’uomo è una nostra responsabilità. Abbiamo la nostra occasione di riscatto e non intendo lasciarmela sfuggire-, era stato inutile per sé stesso e per la sua famiglia, venendo meno al proprio dovere nei loro confronti in modo imperdonabile. Assicurare Westwood alla giustizia poteva riportare un po’ di serenità nella sua vita e speranza in quella di sua figlia, insieme alla fiducia che non avrebbero vinto sempre loro.
    -Che venga rilasciato o che fugga… è un rischio di cui dobbiamo tener conto per qualsiasi criminale. Non sono un assassino e non intendo diventarlo a causa sua. L’unico scopo della missione è introdurci in quella casa per arrestarlo e sbatterlo dentro fino alla fine dei suoi giorni.-, almeno per quanto lo riguardava; la morte doveva essere l’estrema soluzione, soltanto nel caso in cui non avrebbe potuto agire diversamente. Non avrebbe permesso all’uomo che in quella radura ne reclamava il sangue di riemergere di nuovo. Poteva dire lo stesso di lei?
    -Rispondimi sinceramente, October. Stando così le cose… te la senti di affiancarmi? Intendo realmente. Se temi di ritrovarti nella stessa situazione che ti ha portata da lui preferisco saperlo adesso e trovare una alternativa piuttosto che esporti consapevolmente a un rischio simile.-
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    Bingo. Una scommessa piuttosto facile da vincere. Ne il Ministero Inglese ne quello Irlandese erano adeguatamente informati. E se potevo capire come mai non avesse scelto di informare Dell, non capivo davvero perché escludere i suoi. C'era qualcosa che non tornava. L'irlandese era criptico, lo era sempre stato. Se da un lato appariva estremamente corretto e integerrimo avevo motivo di pensare che quelle cose che teneva nascoste avrebbero potuto rimuovere quegli aggettivi dall'associazione alla sua persona. Non che fosse una cattiva persona.. semplicemente le cose non sono mai così semplici.
    Impossibile da escludere. Ma credo piuttosto che riceva aiuto da altri maghi oscuri.
    Dei miei colleghi in Ministero non avevo una buona opinione di tutti, eppure quello... quello no, non ritenevo che nessuno sano di mente o con un minimo di umanità potesse appoggiare Westwood. Al di là di ogni ideologia la furia di quell'uomo non trovava appartenenza in nessun circolo che non fosse la follia e la totale devozione alla violenza e al suo sfogo. Moon ed i mangiamorte erano stati solo il luogo adatto dove poteva agire in modo legittimo acquisendo più potere per allargare la portata di quella violenza. Venendo pagato per farlo.
    Riesce a prevedere quello che succederà perché siamo molto prevedibili e perché ha capito benissimo che mai e poi mai useremmo metodi scorretti per arrivare a lui.
    L'avevo intravista quella nota di stupore nei suoi occhi, un attimo, di euforia quasi, quando avevamo combattuto a Nocturn Alley. Lui non se lo aspettava, non si aspettava la magia oscura, non si aspettava che mirassi ad ucciderlo. Perché ero un'auror e gli auror non lo fanno.
    E' pazzo ma non è stupido e nella sua pazzia c'è estrema lucidità.
    Potevo dire lo stesso di Kain? La mia domanda aveva motivo di esistere, perché le circostanze mi stavano dicendo che c'era qualcosa che l'auror non mi stava dicendo. E la sua risposta non mi convinse del tutto. Eppure sentii arrivarmi addosso un peso sullo stomaco a quelle parole. "E' responsabilità nostra". Mi morsi l'interno della guancia, spengendo la sigaretta nel posacenere, spingendone bene la testa bruciata sul fondo, come a sfogare lì dentro quel peso che era sempre presente, ma adesso si faceva sentire con più forza.
    La situazione non era così semplice. Non lo era affatto. C'era un motivo se non entravo nei casi con Westwood. Il motivo era che non ero riuscita ancora a trovare un buon motivo, neanche mezzo, per lasciarlo in vita.
    Quindi entriamo, poche cerimonie, nessuna domanda, nessun convenevole, lo mettiamo fuorigioco e lo arrestiamo.E' questo quello che devo aspettarmi?
    Lo osservavo mentre aspettavo quella risposta. Non stavo insinuando che stesse mentendo. Ma poteva esserci qualcosa nel mezzo e dovevo saperlo.
    Se il programma è questo, e non c'è altro... allora non andremo in due Kain. E' stupido.. e non ha senso. E lo sai bene.
    Non conoscendolo, non sapendo che qualcuno lo stava aiutando e che potevamo essere in svantaggio numerico. Non andando in un nascondiglio che poteva essere stato equipaggiato con tutto l'occorrente per far fronte a un attacco da parte nostra. Se uno dei due veniva ferito gravemente eravamo morti entrambi.
    Per quanto riguardava la sua ultima domanda onestamente, non sapevo la risposta. Non ancora. Avevo bisogno di chiarezza su quello che era lo scopo di quella missione. Kain stava nascondendo qualcosa.. non avrei saputo dire se consapevolmente o se lo stava nascondendo anche a se stesso.
    Se io non avessi esitato per due secondi a Nocturn Alley.. Castiel Westwood sarebbe morto e questo significa che tutto quello che è successo alla tua famiglia e a quel giornalista non sarebbe avvenuto.
    Eccolo lì il peso sullo stomaco. L'evitare l'argomento, tirarsi indietro da alcune conversazioni. Lui era la conseguenza di quel dubbio che mi continuava a frullare nella testa. La linea tesa della mascella tradiva il mio stato d'animo al riguardo, nonostante rimanessi seduta in quella posa quasi rilassata sulla sedia, con le gambe incrociate e il gomito sulla spalliera.
    Tu sei, di fatto, la conseguenza di un mio fallimento. Quindi sta a te decidere cosa fare.. ma io devo sapere esattamente quali sono le tue reali intenzioni. Perché non voglio più sprecare quei due secondi di esitazione.
    L'errore quella sera non era stato semplicemente cedere a quell'insofferenza interiore, l'errore era stato non avere le idee chiare su cosa volessi esattamente. L'errore era stato essere vittima di rabbia e dolore. Se avessi avuto le idee chiare non avrei esitato. Mi era costato una mano, quasi la vita. Era costata la vita di un uomo, era costata l'esistenza di una famiglia e chissà quanto altro che ancora giaceva nell'ombra ancora ignoto.

     
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