Psychotropic_

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    Assicuratevi di avere le mani pulite, prima di toccare il cuore di una persona.

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    Venus McDolan • 35 y. o. • Guaritore • PC
    Nessuno meglio di lei poteva sapere come procedere. Osservo la donna avvicinarsi lentamente al bambino per poi piegarsi e mettersi alla sua altezza. Aveva eliminato distanza e senso di superiorità fisica in una sola mossa.
    Accolgo il suo sguardo con un assenso mentre guardo la scena dalla mia prospettiva. Ascolto la voce della professionista. E’ tranquilla, infonde fiducia. Le sue parole sono tese ad attirare l’attenzione di Aaron senza questi abbia dubbi sulle sue intenzioni che sono quelle di rasserenarlo. La sua proposta giunge alle mie orecchie come ghiotta e seducente. Non c’è nulla di meglio che la promessa di un dolcetto per solleticare l’interesse di un bambino. Nessuno dei figli avrebbe potuto resistere ed un invito del genere ma Aaron resiste. Pare non ascoltare. Rimane insensibile alla tentazione anche mentre Ana mi comunica di desistere dal proposito di accedere alla sua mente per il momento.
    Concordo con lei. In quelle condizioni puntargli la bacchetta alla testa lo farebbe spaventare più di quel che non mostra già di essere.
    Aspettami qui. Vado a prenderle io le brioches. Può darsi si senta più protetto in questa stanza che ormai conosce.
    Mi ci vogliono pochi minuti per tornare con vassoio dove sono riposte mezza dozzina di croissant. Alcune al cioccolato ed altri alla crema. Spremuta d’arancia per Aaron e un paio di caffè per noi che probabilmente ne abbiamo bisogno. Dalla guardiola ho arraffato anche un blocco e una matita in caso possano servire.
    Senti che profumino. Non hai fame? Io ed Ana tanta. Non vorrai lasciaci mangiare da sole tutta questa buona roba!
    Forse quel cha non aveva avuto effetto come promessa poteva essere recepito dal bambino come una rinuncia a godere dei quel ben di Merlino.
    Interrogando con gli occhi la Collega cerco il suo consenso sperando di non aver fatto una mossa troppo azzardata. La mia esperienza si basa soprattutto sul fatto di avere bambini in quel frangente. I miei figli pur di non venir privati di tali leccornie sarebbero scesi a patti anche col diavolo.
    Mentre appoggio il vassoio col cibo e le bevande sul pavimento mi siedo sullo stesso ed incrocio le gambe.
    Nel piegarmi tendo ad Ana il blocco e la matita.
    Non so se possono servire, non ha funzionato finora ma se si ammorbidisce può darsi siano utili.
    Lo spero. Non posso nemmeno pensare che il piccolo possa rimanere insensibile e indifferente ancora a lungo. Con più il tempo passa con più il lavoro della dottoressa potrebbe diventare ostico.





    Parlato


    Edited by venus - 18/9/2021, 22:50
     
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    Annuisco e assicuro la mia presenza vigilante per il bambino mentre lei recupera i dolci promessi. Forse ce la faremo oggi a ottenere una spiegazione o anche solo mezza parola. Sorrido annuendo quando pone tutto a terra all'altezza di dove si trova il piccolo. Mettere tutto alla sua portata e non farlo sentire "in basso" stando noi in piedi è fondamentale. Esatto, vedi? prendo la mia brioche e la piego a metà, la fragranza di cioccolato si sparge e ne assaggio un boccone. Ha ragione la dottoressa, ha ragione! sorrido ancora masticando e sistemo il blocchetto passatomi dalla collega di fianco a me. Non le rispondo ma ho capito bene e lei sa che in sua presenza non possiamo stra parlare perchè potrebbe capire più di quanto sembra dal suo silenzio.
    Aaron fissa le mie labbra e poi Venus quando prende il suo cornetto. Lo vedo fremere ma non dice nulla e non chiede niente, afferro la sua mezzaluna e la allungo davanti al suo viso, il profumo lo sente bene ora. Facciamo colazione insieme eh? lo incito e sorrido ancora persuasiva. Tieni, era l'ultimo al bar sai? E' tutto tuo. LO avvicino ancora, il suo braccio si sfila dalle gambe, una mossa timida allunga le dita tremanti. Io lo assecondo fornendogli subito il cornetto. Lo ritira all'istante, quasi spaventato. Arretro di qualche passo, primo traguardo raggiunto sussurro a Venus. Si mette a mangiare anche se i suoi occhi sono bassi come il capo, quasi si vergognasse di noi. Non lo fisso, sarebbe imbarazzante. Servo un bicchiere di latte caldo e lo appoggio di fianco ai suoi piedi. Ecco quì, e tu Venus prendi un caffè? alzo il mento e faccio cenno di fingere di prenderlo da qualche mensola, in modo da conferire al bambino un po' di privacy che sicuramente richiede.
     
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    Venus McDolan • 35 y. o. • Guaritore • PC
    E’ indubbio che Ana sa quel che fa. Professionale quanto delicata riesce a convincere Aaron ad assaggiare la sua brioche. Assecondando la donna mimo l’atto di bere il caffè. Dietro l’ipotetica tazzina che la mano afferra andando a coprire le lebbra sorrido.
    Un piccolo, grande, passo avanti è stato fatto e ad un tratto mi viene un’idea. Un’idea forse stupida, azzardata o sbagliata. Non avendo modo di confrontarmi a voce con Ana provo a metterla in atto sperando di non vanificare il suo lavoro.
    Appoggiando la mano sul braccio della donna attiro la sua attenzione consapevole di avere anche quella del piccolo che non pare interessato ma so che può sentire e osservarci.
    Non ci crederai Ana ma mentre tornavo dal bar ho visto ho una cosa incredibile. Mi sono spaventata a morte. Ho ancora il cuore che batte fortissimo. Per fortuna posso parlarne con te. Le paure passano quando si riesce a condividerle.
    Sperando di trovare un assenso negli occhi della dottoressa appoggio la finta tazzina sul vassoio e mi porto la mano al petto fingendomi molto impaurita. Il mio battito è regolare ma il gesto fa presumere che sia in difficoltà a raccontare ciò di cui sono stata testimone.
    La sicurezza stava portando via un troll che si era intrufolato in ospedale attratto dall’odore delle bioches presumo. Quel bestione non spaventerà più nessuno.
    Il bambino sussulta nel sentire il mio racconto. Sgrana gli occhi e ci osserva apertamente.
    Verrà messo al sicuro, ne sono molto sollevata.
    Vedo la mano del bambino avvicinarsi lentamente al foglio e prendere fra le dita la matita. Forse nella sua mente c’è altro tipo di mostro e il mio dire può averlo indotto a voler esprimersi. Non sentendosi l’unico spaventato potrebbe rivelarci che cosa c’è all’origine della sua paura.
    Fingendo di non aver visto il gesto del piccolo continuo il dialogo con la dottoressa.
    Sono ottime queste brioche. Peccato fossero le ultime ma credo potemmo averne ancora se le chiediamo.
    Lanciare il sasso e spostare il discorso su qualcosa di goloso e meno pressante spero sia una buona mossa. Ana meglio di tutti saprà interpretare cosa significa e quanto importante possa essere il comportamento di Aaron e le mie speranze sulla buona riuscita di quell’incontro aumentano anche se forse è ancora troppo presto per farsi illusioni.



    Parlato


    Edited by venus - 27/9/2021, 23:22
     
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    Coglie al volo la mia richiesta la dottoressa, finge di prendere un caffè vicino alla finestra, riusciamo a vedere il bambino molto bene da quella distanza. Dimmi, cosa è successo? strabuzzo gli occhi e non posso aspettare tanto, la mia curiosità è la mia maledizione. Stai scherzando? quasi non le credo mentre mi parla del troll. I troll non entrano in luoghi a caso.. se c'è un troll l'hanno mandato o spinto.. capisce ciò che sto insinuando e ne sono convinta. Lo vedi? sussurro allungando il mento verso il bambino. E' vigile, attento, il suo cervello è sveglio.. non ha problemi psichici. Sono sollevata mentre lo dico e annoto queste cose nel blocchetto allungando le dita. Il bambino si appropria della matita e del blocchetto più vicino a se. Accigliata e curiosa controllo i suoi movimenti, l'unica è sperare che ce lo conceda lui stesso. Termina di disegnare o scrivere, non si sa e con il piede colpisce lentamente il blocchetto verso di noi. Striscia di poco prima che lui si chiuda di nuovo dietro le ginocchia. Compio un paio di passi e osservo dall'alto lo schizzo. Guardo Venus e sgrano gli occhi. C'è uno scarabocchio tondeggiante, sembra un sole nero. Ci guardiamo per dei secondi interminabili, non gli faccio complimenti, è chiaro che è un messaggio riguardo una sua paura. Non posso complimentarmi. Mi chino e prendo il blocco fra le dita, lo passo a Venus e poi mi riferisco al piccolo. Per oggi abbiamo fatto molto eh? Possiamo vederci domani che dici? sorrido in sua direzione. Sono sicura che Teresa avrà dei dolci per te. Mi sono inventata il nome della barista, poco importa, lui non la conosce. Ho bisogno di discutere in privato con Venus, non possiamo più parlare quì.
     
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    Venus McDolan • 35 y. o. • Guaritore • PC
    Forse stava funzionando. Qualcosa si muoveva. L’escamotage del troll pareva aver avere attirato l’attenzione di Aaron. Faceva finta di nulla ma ci ascoltava e capiva cosa stavamo dicendo. Traggo in intimo sospiro di sollievo, una speranza forse c’era per quel piccoletto che sembrava tanto fragile.
    Sisi, era proprio un troll ma i mostri non fanno tanta paura quando vengono scoperti. C’è sempre un modo per sconfiggerli e persone pronte a difenderci. Siamo al sicuro qui.
    Ammiccando alla dottoressa continuo a fare un po’ di scena. Ana bisbiglia le sue deduzioni e queste mi rincuorano. Annuisco e le sorrido sperando che sia la strada giusta per cominciare ad intravvedere la luce alla fine del tunnel.
    Il bambino non può aver sentito il sussurro della dottoressa o non ha voluto darci bado. Si interessa al blocco. Lo avvicina a dopo aver tracciato dei segni sul foglio con la matita, con finta noncuranza, lo sospinge nella nostra direzione.
    Ana per prima osserva il disegno, nessun segno di reazione appare sul suo bel viso. Non dice una parola ad Aaron che si rifugia nuovamente nel suo angolo e si chiude.
    Potendo avere accesso al foglio osservo il cerchio nero scarabocchiato dal bambino. Guardo Ana con aria interrogativa. Per me ha non ha un gran senso ma sicuramente la dottoressa saprà interpretarlo.
    Prendiamo congedo dal ragazzino che ha fatto passi da gigante nel breve tempo in cui è stato con noi.
    Ana promette altri dolci per l’indomani e di comune accordo usciamo dalla stanza del piccolo.
    Chiudendoci la porta alle spalle traggo un grosso sospiro di sollievo.
    Ce l’hai fatta. Ha reagito. Non era ancora successo che desse segno di interesse per qualcosa o per qualcuno.
    Mi piace quella donna. Non è spocchiosa pur sapendo bene il fatto suo. E’ stata professionale, audace e dolce nello stesso tempo col piccolo Aaron.
    Vieni, torniamo nel mio ufficio se non hai altri impegni. Vorrei che mi dicessi cosa significa e come interpreti quel disegno oltre al tuo parere su come hai trovato Aaron.
    Scendo con l’ascensore ci avremmo messo pochi minuti per raggiungere il mio studio e forse avremmo anche potuto bere un caffè. Uno vero magari.
    L’avrei fatta accomandare chiedendo all’infermiera di portacene uno ciascuna se Ana lo avesse gradito e la prima cosa che avrei chiesto alla dottoressa, mostrandole il blocco che ancora tenevo in mano sarebbe stata
    Il colore non mi suggerisce nulla di buono
    Il nero non era di buon auspicio nei disegni dei bimbi. Lo usavano soprattutto per indicare qualcosa di negativo ma sarebbe stata Ana a decriprarlo.


    Parlato


    Edited by venus - 5/10/2021, 16:15
     
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    La porta si chiude dietro di noi, possiamo parlare senza nasconderci e bisbigliare. Per il tratto che ci separa al suo studio siamo silenziose, del resto penso che ognuna stia ipotizzando cosa fare e come proseguire. Il foglietto fra le dita rimane arrotolato e infine glielo porgo quando siamo sedute una di fronte all'altra. Annuisco e con un cenno aderisco al caffè che Venus ha ordinato anche per sè. Ci vuole.. mi aiuta a pensare. Non sono una gran consumatrice di caffè nero però questo caso mi ha incuriosito molto. Avere a che fare con bambini così piccoli non è semplice arrivare alla conclusione giusta perchè il loro cervello interpreta le cose secondo lo status di maturazione dello stesso. Quindi, quel buco nero disegnato alla belle e meglio da Aaron potrebbe anche significare poco o niente rispetto ciò che Venus magari ha cercato di insinuare con il suo esempio sui troll. Non lo so, Venus, aveva sono una matita con sè, quindi i colori passano in secondo piano ovvero non possiamo giudicare questo schizzo dal colore. Con il dito sfumo la grafite che segna il foglio. Potrebbe essere anche solo una fantastica interpretazione di un suo incubo faccio spallucce. Non mi soffermerei molto su questo disegno. Sospiro proprio quando la bionda infermiera ci appoggia i caffè in piccoli bicchieri di carta biodegradabile. Annuisco e la ringrazio, ci troviamo di nuovo da sole. Scuoto il capo avvicinando la bevanda alle labbra. Siamo punto a capo, Venus dico senza giri di parole non ci resta che lavorare sul suo guscio e cercare di raccattare quanto più riusciamo.. e poi procedere con l'esplorazione della mente
     
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    Venus McDolan • 35 y. o. • Guaritore • PC
    Mentre per Ana il caffè è un aiuto a pensare per me è un peccato di gola. Lo bevo amaro, senza latte. Nero e bollente. Cerco di limitarne il consumo che concentro nella mattinata evitando di prenderne altri durante il corso della giornata se non in occasioni particolari.
    Osservando ancora una volta il disegno ascolto le perplessità della dottoressa. La fantasia dei bambini non conosce confini, non quelli che limitano quella degli adulti e convengo con la professionista nel giudicare prematuro azzardare un’ipotesi basandosi solo sullo schizzo stilato da Aaron. E’ sicuramente un bel passo avanti ma non è sufficiente e non basta per fare ipotesi.
    Hai sicuramente ragione. Pensa mia figlia Claire, da piccola, lasciò tutti sorpresi e anche un po’ preoccupati quando trovammo un suo disegno che tutti interpretammo come un mostro marino. Dopo approfondite indagini scoprimmo che in realtà voleva disegnare una mucca su un prato. Aveva circa l’età di Aaron all’epoca dei fatti.
    Non potendomi basare sulle specifiche competenze della collega faccio appello alla mia esperienza personale attingendo ai ricordi. Mi strappa un sorriso quel pensiero. Ci eravamo davvero impensieriti vedendo quello sgorbio che a tutti pareva terrificante.
    Sorseggiando la bevanda corroborante prendo atto del pensiero di Ana e del come intende procedere. Probabilmente il mio suggerimento potrà sembrare inopportuno e spero di venire giudicata saccente nell’esporlo. Mi sta a cuore il piccolo Aaron e vorrei davvero tentante di essere utile nel risolvere quello che è un problema e che potrebbe diventare una vera e propria malattia se lasciato sedimentare. Il bambino ha iniziato a collaborare e forse potrebbe essere il momento di muoversi anche in altre direzioni.
    Se provassimo a farlo interagire con alcuni suoi coetanei pensi che potrebbe essere indotto ad aprirsi?
    Ammesso e non concesso che il suo problema sia stato causato da persone adulte sono propensa a pensare che relazionandosi con altri bambini potrebbe essere più semplice per lui tirare fuori quello che ha dentro.
    Appoggiando la schiena alla sedia prendo il mento fra le mani mostrando perplessità e speranza. Mi rendo conto che non si possono affrettare le cose che Aaron ha bisogno di tempo. Probabile anche Ana abbia necessità di avere spazio per valutare il modo migliore per procedere. Non la sollecito, è una questione delicata che merita di essere trattata con ogni riguardo.





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    Edited by venus - 12/11/2021, 16:57
     
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    Eh vedi convengo annuendo e deglutendo l'amara bevanda. Sognano, fantasticano, come possiamo avere un quadro serio con questo schizzo su carta? scuoto il capo e sbuffo perchè avrei voluto più informazioni ma era chiaro fin dal principio non sarebbe mai bastato un incontro col piccolo. Sapevo di certo che aver preso il dolcetto era per lui qualcosa di avanzato e dovevamo sentirci già fortunate così per oggi. Non lo so rispondo alla sua proposta. Se è particolare in quel modo, come possiamo dire a dei suoi coetanei di darci una mano? sospiro. Tu intendi sciogliere la sua corazza vero? Non credo sia socievole faccio spallucce. Qualsiasi cosa faremo a livello sociale sarà un percorso lunghissimo e poi ci schianteremo su un muro e in pratica avremo aspettato e fatto tutto per niente. Non trovi? La osservo negli occhi. Sono l'unica a pensare che non si tratta di problemi di socializzazione o deficit di qualche genere? Credo ci sia dell'altro. Prendo due minuti di pausa, il silenzio si fa tombale. MI rendo conto però che se io scavassi nella sua mente lui ne risentirebbe, questo potrebbe aiutare il quadro clinico ma allo stesso modo potrebbe sancire un divario fra noi e lui.. ecco lui si sentirebbe in qualche modo violato schiarisco la voce. Per quanto io mi infiltri in modo leggero e attento, la sua mente sarà violentata. E' questo il problema. Potrei anche infiltrarmi ammetto Fare un lavoro impeccabile. Però ci saranno delle conseguenze leggere o grandi. Vogliamo rischiare?


    Edited by BézoaR - 12/11/2021, 18:50
     
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    Venus McDolan • 35 y. o. • Guaritore • PC
    Da professionista Ana valuta. Espone pro e contro dei diversi tipi di approccio da ipotizzare di mettere in essere col piccolo. La mente umana è quanto di più complesso possa esistere. Molti sono ancora gli enigmi che la scienza non ha risolto, i tanti collegamenti, le tante aeree del cervello che vengono sollecitate da ogni azione, da ogni pensiero ed emozione. E’ una macchina complessa e basta toccare un punto sbagliato per farla deviare, impallare. Andare a sbattere contro un muro di gomma che può ritorcersi contro chi non usato il mezzo giusto per aprirsi un varco prima di abbatterlo.
    Rimango assorta ad ascoltare la donna meditando sulle sue parole e sulle considerazioni. Da mamma sarebbe impossibile decidere, vedere un figlio con quel tipo di problematiche e non sapere come aiutarlo deve essere straziante. Da Guaritrice devo vedere le cose sotto un’altra prospettiva e anche così non è affatto facile trovare la soluzione giusta.
    Titubante ma speranzosa faccio la mia proposta alla professionista.
    E se provassimo ad aggirare l’ostacolo interpellando i genitori? Forse tu potresti riuscire a fargli rammentare o confessare un particolare, un episodio, qualcosa che possa fare un po’ di luce e dare qualche indizio su quella che potrebbe essere la strategia giusta.
    Fra silenzi pensierosi e sorsi di bevande calde siamo concentrate sul medesimo problema, abbiamo lo stesso obiettivo e sappiamo di dover fare qualcosa prima che sia troppo tardi e la situazioni ristagni o, Merlino non voglia, degeneri. Il primo passo era stato fatto ed era un passo importante, fondamentale a mio parere. Il piccolo aveva dato in segno e dovevamo coglierlo. Ignorandolo, a mio parere, lo avemmo reso vano e il bambino avrebbe potuto perfino pensare che per noi lui non era importante.
    Carica di queste motivazioni e con la speranza che fossero giuste o, almeno, adeguate appoggio il bicchiere con un gesto deciso e rispondo alla Collega con estrema convinzione.
    Dopo aver parlato con i genitori del bambino direi di si. Da madre lo farei. Rischieri se avessi la speranza che potesse essere utile a mio figlio. Da Medico di procedere, credo valga la pena di tentare.
    A quel punto, se Ana avesse concordato con la mia linea di pensiero, i passi successivi da fare sarebbero stati quelli di convocare i genitori del bambino e poi di procedere, anche con mezzi invasivi se fosse stato necessario, a sondare la sua mente per capire cosa l’aveva sconvolta e cercare, di conseguenza, il rimedio per mettere ordine nel caos.
    Non rimaneva che salutarci, incrociare le dita e sperare di poter fare la cosa giusta per il nostro paziente.
    Conclusa



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    Aspetta, Venus. La mia conoscenza è fatta per i mie pazienti, non per i loro conoscenti o parenti. Sospiro. Non mi infilerò nelle loro teste per convincerli a confessare degli abusi, questo non fa parte del mio lavoro. Lo specifico per non incappare in incomprensioni.
    Non è mia consuetudine fare ciò e non lo farò neppure davanti ad un bambino che ne ha bisogno. Sono una persona corretta e se i genitori vogliono parlare lo devono fare con la loro bocca e di loro iniziativa. Possiamo parlare con loro, vediamo che hanno da dire. Dopotutto non sappiamo se il problema del figlio proviene appunto da loro due. Sempre che entrambi siano presenti.. Venus, l'unica cosa che possiamo fare in modo corretto è convocarli e chiedere loro di firmare il documento di consenso. Scuoto il capo categorica. Però se dici possiamo fare come hai proposto, li convochiamo e vediamo se riescono a raccontarci qualcosa di utile.
    Le bevande sono terminate e nello studio c'è un pesante silenzio. Siamo piene di domande e forse non siamo tutte e due d'accordo su come procedere ma il punto di arrivo è sicuramente lo stesso: Aaron deve migliorare.
     
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