I see fire!

V.

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    Se c'era una cosa che amavo, nel periodo in cui dovevo combattere per eclissarmi dalle persone conosciute per non sentirmi sempre la solita filastrocca di frasi imperative sul come vivere e cosa fare, era andarmene dal dormitorio, evitare i posti affollati, frequentare quelli che non mi ricordavano lui o noi, in qualche modo. Voglio dire io stessa saprò che significa esserci dentro in questa merda o no?

    Il dolore più acuto è quello di riconoscere noi stessi come l’unica causa di tutti i nostri Mali. Bella frase fatta se non fosse che il problema principale è proprio questo. Riconosce e riconoscersi. Forse sto muovendo me, con il passare del tempo e della disintossicazione lenta verso la vera certezza che ho sbagliato. Molto, sbagliato, ingenuamente, forse facendomi colpire più del dovuto dalle paturnie e dai disagi. Però su una cosa non ho sbagliato, pensare che l'amore fosse sufficiente ad affrontare qualsiasi cosa. Per me lo era, lo è tutt'ora. Eppure dentro di me comincia a percorrermi una strana senzazione a cui non ho risposta finché non ho occasione di parlare con lui. Logan non vuole, non si fa trovare e temo di dover convivere con questa risposta non confermata. Hai abbassato le difese, ti sei reso vulnerabile. Hai messo un tuo tesoro, fragile come un cristallo, nelle mani di un’altra persona. Fa molto male quando quella persona non lo accoglie.
    Mi ritrovo così quel giovedì pomeriggio, alle diciassette a scoprire i piani inferiori. L'aria è umida, l'odore di muffa e di polvere mi fa sentire freddo. Tiro la toga davanti, come a voler chiudere gli spiragli che colpiscono le mie gambe snelle e coperte da un leggina nero di cotone. Le caviglie nude e un paio di vans nere con bordo bianco. La felpa taglia large mi copre il sedere appena, é azzurra come i colori della mia casata e non presto cura alcuna al mio aspetto da settimane.
    La ripresa è più dura del previsto, fra incontri vari e astinenza le occhiaie sono viola, la carnagione bianchissima e le lentiggini marroncino mi punteggiato il naso spiccando più del dovuto. Ho perso altri tre chili dall'inizio del pecorso, ho ancora sensazioni di nausea continua, la testa a tratti sembra colpita da un martello insistente e alle volte sono così impanicata che vorrei prendere ed evadere. Come facevo ogni sera qualche tempo addietro. Non è l'alcol che mi attira, un bicchiere mi fa gola come no, non é una dipendenza chiara. É quella polvere, che mi è stata tolta. Di netto, senza un trattamento lento e graduale. E quindi le crisi sono più frequenti, devo dire che il mio organismo è sottosopra. Gli effetti della mancanza sono più dolorosi del previsto.
    E il mio cuore ne risente, perché in questo percorso sono da sola. Ed è questa la certezza che mi porta pian piano a dire che ho probabilmente certezza di ciò che penso:ci siamo amati, io lo amo ancora tantissimo, ma probabilmente non è stato mai o forse ora, non lo so, la stessa cosa per lui. Me ne convinco per non vomitare fuori pezzi di cuore ancora, dopo aver gettato vagonate di lacrime per giorni interi e aver ricevuto meno di uno sguardo alle lezioni che ho ricominciato a frequentare. L'indifferenza sentenzia la morte di un sentimento.

    VANJA E. ROSENCRANTZ [ SCHEDA PG ]
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    Edited by vânjaRosèncrañtz - 12/11/2020, 23:10
     
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    Il cielo si era annuvolato velocemente, quel giovedì pomeriggio. Non che Victor fosse metereopatico, o gli fregasse qualcosa del clima, però la leggera pioggerella autunnale aveva appena mandato in fumo una delle sue vendite e la cosa lo aveva innervosito tanto da fargli rivalutare l'idea di spacciare proprio lì, ad Hogwarts. I ragazzini non lo avevano mai convinto più di tanto e la loro inaffidabilità lo faceva così incazzare che avrebbe spaccato la testa ad ognuno di loro, se solo avesse potuto.
    Insomma, zuppo e con la mascella serrata, si era ficcato la bustina incriminata nelle mutande e aveva ripreso a camminare in direzione dei sotterranei. Sperava di non incontrare nessun professore, o avrebbe dovuto spiegare come mai si trovava fuori dal suo letto, vista la sua salute cagionevole dell'ultima settimana, scusa che aveva rifilato ad almeno 5 professori negli ultimi sette giorni. Aveva saltato parecchie lezioni, e sapeva che prima o poi avrebbero scoperto il suo banalissimo imbroglio, ma sperava di potersi avvalere della sua recita per qualche tempo ancora, prima di tornare a frequentare le aule scolastiche.
    Stava svoltando l'angolo che l'avrebbe condotto dritto dritto alla Sala Comune Serpeverde, quando urtò una ragazzina che non aveva mai intravisto da quelle parti prima di quel momento. Ehi! Peldicarota, ti sei persa? la provocò, senza nemmeno fermarsi. Torna dalle tue parti, ragazzina. I sotterranei non fanno per te. aggiunse, voltandosi verso di lei il tempo necessario per pronunciare quella frase. Poi, come un'ombra, cercò di scivolare via dalla vista di lei.


    Edited by -asshole - 15/11/2020, 23:39
     
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    La voce è pari ad un sibilio, carico di tensione e di disprezzo. Ehi! Peldicarota, ti sei persa?mi volto quel giusto per mettere a fuoco la faccia dello studente dinanzi a me che sposta il ciuffo su un lato, scoprendo i suoi intensi occhi blu. Le sue iridi sono puntate su di me giusto un istante per riservarmi un invito poco Torna dalle tue parti, ragazzina. I sotterranei non fanno per te. Me ne sto in silenzio per i secondi opportuni ad elaborare una risposta, acida e tanto tagliente quanto il suo tono di voce.

    Rimanessi qui umh? Sporgo il mento in avanti mentre cerca di sgattaiolare fuori dal mio piano visivo. Hai paura che qualcuno noti il tuo fare losco mentre torni a casetta? Quasi quasi temo tu abbia timore di essere seguito.
    Gli lancio un sorriso beffardo di chiara sfida, stuzzicandolo per bene.
    Mi sposto una ciocca da davanti all'occhio grigio, mentre cerco di guardarlo in faccia per assimilare le sue emozioni e capirne qualcosa di quel cocciuto ragazzo dalla pelle chiarissima.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 16/11/2020, 12:34
     
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