Posts written by Ðex

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    Penso che la gentilezza di Friday e l’ospitalità della sua famiglia non smetterà di colpirmi in questi giorni.
    Quando si offre di ospitarmi addirittura fino alla fine delle vacanze, non posso fare a meno di abbassare lo sguardo un po’ a disagio, per poi annuire appena.
    Sono qui da meno di un giorno ma ho già capito che non mi dispiacerà affatto rimanere per i prossimi dieci giorni, dovrò solo abituarmi alla casa piena e a tutto questo entusiasmo.
    Magari se dovesse diventare troppo e sentissi il bisogno di stare da solo, sua sorella Monday potrebbe avere un posto tranquillo da suggerirmi, sembra il tipo di persona che conosce un posto del genere.
    Escludo invece che Wednesday, Thursday e Saturday possano essere d’aiuto in questo, non mi hanno dato l’idea di essere tipi che amano isolarsi
    Comunque sì, accetto la proposta e poi penso a quanto finirei nei guai se mamma e papà sapessero che non sono rimasto ad Hogwarts come ho detto loro.
    Nemmeno ad Harvey ho detto che sarei venuto nel Galles e non perché non mi fidi di lui ma perché… non so, voglio che resti una cosa mia soltanto, solo un mio rischio.
    Quando vedo Friday sul punto di strozzarsi, faccio un passo allarmato verso di lui, chiedendomi se ricordo ancora come eseguire la manovra di Heimlich.
    Fortunatamente non ce ne è bisogno, gli basta qualche sorsata d’acqua e sembra respirare bene come prima. - Dovresti mangiare a bocconi più piccoli. E’ una cosa che insegnano ai bambini piccolissimi, sai? - lo prendo in giro, scuotendo la testa, prima di afferrare il cappotto dall’attaccapanni ed indossarlo.
    Fuori l’aria sembra essere persino più fredda di ieri sera ed io mi chiedo se sia possibile. Mi stringo bene la sciarpa intorno al collo e ficco le mani nelle tasche per tenerle al caldo.
    Friday corre incontro ad una ragazza altissima e muscolosa e, rimanendo un po’ in disparte, li osservo abbracciarsi e a stento trattengo un sorriso quando lei lo solleva da terra.
    Nel frattempo lancio un timido cenno di saluto alla bionda. Mi chiedo quante altre persone ci sono ancora da incontrare ma inizio a sospettare che prima o poi conoscerò tutto il villaggio. - Ciao, piacere - mi faccio avanti quando Tuesday si riferisce a me, chiedendomi se stia cercando di disintegrarmi con lo sguardo o se le sue intenzioni siano altre.
    Friday ed io ci incamminiamo nuovamente e mi sorprendo del fatto che ci siano poche persone in giro, mi aspettavo molta più vita, ma magari sono tutti a casa a cucinare i loro pranzi di Natale.
    Lancio un’occhiata alla casa del fabbro, per poi riportare velocemente lo sguardo sul mio amico, con sorpresa, quando dice che potrebbe essere suo padre.
    In effetti questa è una cosa a cui non avevo ancora fatto caso, alla mancanza di un padre in casa sua. - Stai dicendo che non sai con certezza chi sia tuo padre? - chiedo con le sopracciglia alzate e la meraviglia nello sguardo. - E le tue sorelle?! Avete padri diversi?
    Forse non dovrei essere così sorpreso, considerata la comunità in cui vivono e lo stile estremamente hippie che li accompagna. Immagino che qui sia una cosa normale.
    Superiamo la casetta come se niente fosse, Friday con una tranquillità incredibile, come se mi avesse appena parlato del tempo. - Non sono sicuro… forse da piccolo - dico con incertezza quando mi chiede degli animali - Avevo una tata, magari mi ha portato a vederli una volta, ma non me ne ricordo. Di sicuro i miei genitori non lo hanno mai fatto, non sono tipi.
    Le belle gitarelle da famiglia felice? Ecco, io non ne ho mai avuta una, così come Harvey che condivide la mia stessa infanzia. - Più probabile che non li abbia mai visti dal vivo comunque. Non ero nemmeno mai stato fuori Londra, prima d’ora. Se non si conta Hogwarts, ovviamente.
    Sono contento di sapere che, nonostante abbiano questo genere di animali non li considerino una fonte di sostentamento, ma più animali da compagnia. Che poi, voglio dire, con che coraggio si potrebbe mai mangiare una mucca? Sono quasi come cani in quanto ad affettuosità e lealtà. - No, figurati, i miei genitori non sono vegani, non gliene importa niente di queste cose. L’ho deciso di testa mia, verso gli undici anni. All’inizio penso fosse un atto di ribellione nei loro confronti, ma ho capito ben presto che non gli interessava cosa mangiassi o meno e alla fine ho continuato a farlo perché gli animali mi piacciono e ci tengo davvero.
    Mi stringo nelle spalle. - Quindi… per te non è strano non sapere davvero chi sia tuo padre? - chiedo poi curioso - E qui è una cosa normale?
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    È incredibile quanto sia brava a farmi perdere la pazienza pur avendo passato insieme solo trenta secondi.
    Sinceramente mi basta la sua faccia e la sua espressione perennemente scazzata per sentirmi già nervoso in sua presenza, ma quando apre bocca tocca proprio le corde più sensibili dei miei nervi.
    Ok, forse esagero. Magari non la considererei nemmeno così insopportabile se non fossimo partiti con il piede sbagliato, però il nostro primo incontro non è stato dei migliori e lei non è che si sia proprio mostrata alla mano.
    In più mi girano un sacco perché Hunter è ancora posseduto e non riusciamo a trovare un modo per farlo tornare normale nonostante tutti i nostri sforzi (sì, lo ammetto, anche Marsilda ci si sta impegnando un sacco).
    Quindi, ecco, non sono proprio in vena di frecciatine da parte sua e non posso fare a meno di guardarla con rabbia incredula quando mi rinfaccia di non averla ringraziata dopo la lezione di Erbologia - Scusa?! - dico poi, alzando le sopracciglia ed osservandola come si osserva un invasato - Non mi pare di aver sentito un “grazie” quando ho rimbeccato Morgan perché ti aveva messo quelle manacce addosso.
    Anzi, lei ha avuto persino l’ardire di fingere che non fosse successo niente, di ignorarmi del tutto. Ha davvero una bella faccia tosta quindi a volermi fare la lezioncina in questo modo. Inizio a credere che trovi solamente gusto nel provocarmi. - Penso che possiamo considerarci pari. E comunque non c’era bisogno del tuo intervento, della pianta potevo benissimo liberarmi da solo, così come di Morgan.
    In realtà… non esattamente. Con la bacchetta ho attaccato loro due invece della pianta e quando Morgan mi ha afferrato per il colletto, se Marsilda non fosse intervenuta penso mi sarei lasciato sfuggire un’altra magia involontaria e sì che sarebbe stato divertente vederlo volare dall’altra parte della serra e lasciare una sagoma nel muro, ma allo stesso tempo avrei rischiato la punizione più grossa di sempre. Ho già avuto la fortuna che la sua perdita di controllo abbia fatto sì che l’incantesimo che gli ho lanciato contro per sbaglio passasse in secondo piano.
    Comunque, per quanto odi ammetterlo, diciamo che Marsilda mi è stata davvero di aiuto a quella lezione, ma preferirei rotolare sui carboni ardenti piuttosto che ringraziarla. - Comunque so benissimo come si chiama, non mi serve un dizionario, grazie, ma preferisco continuare a chiamarlo coso, visto che sembra infastidirti. O posso cambiare in “stupido giocattolo per una bimbetta fastidiosa”.
    Ok, non credo sia una buona idea stuzzicarla proprio quando dobbiamo metterci a lavoro e collaborare per il bene di Hunter. Come dice lei, forse dovremmo mettere da parte il nostro astio. Inspiro e cerco di stare buono, mordendomi il labbro per non parlare, quando inizia ad impartirmi ordini. Vorrei mandarla al diavolo, ma poi mi ricordo che sto facendo tutto questo per il mio Snaso, per cui metto una tazza d’acqua nel calderone e vi accendo un fuoco sotto.
    In silenzio mi metto a sbucciare la Centinodia e per un po’ me ne sto così, zitto, a tagliuzzarla. - Se dovesse funzionare, ti farò conoscere il vero Hunter - dico dopo un po’, senza nemmeno sapere il perché le stia dicendo una cosa del genere. A lei magari nemmeno importa, rivuole solamente il suo stupido binocolo indietro. - È simpatico e molto affettuoso. Gli piacciono un sacco i grattini sulla testa…
    È che il vecchio Hunter mi manca e forse parlarne mi aiuta a sentirne un po’ meno la mancanza. E poi potrà vedere con i suoi occhi che in realtà è la creatura più adorabile del mondo e non questo esserino indemoniato. - E se non dovesse funzionare… spero che troveremo altro in biblioteca.
    Mi mordo nuovamente il labbro, questa volta per soffocare il senso di angoscia che provo ogni volta che penso che non riusciremo mai a farlo tornare come prima. Poi mi allungo verso il libro per leggere i passaggi. - Ok, qui dice di buttare la Centinodia quando l’acqua inizia a bollire, aspettare quindici minuti e poi aggiungere l’Artemisia e i pungiglioni di Billywig. A che punto sei con quelli? Li hai polverizzati?
    Controllo l’acqua che sta bollendo e lascio cadere nel calderone la Centinodia.
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    Il sapore del sangue in bocca ed il bruciore intenso mi fanno capire che nella caduta mi sono morso la lingua, effettivamente mi ci voleva anche questo.
    Decido che è tutta colpa di Marsilda, se non mi fossi distratto a causa sua e per difenderla dalle mani lunghe di Morgan - tra l’altro quella stupida Corva nemmeno sembra essersi resa conto del mio tentativo, quindi questa è la prima ed ultima volta che faccio qualcosa per lei - mi sarei accorto del traliccio avvolto intorno alla mia caviglia.
    Ed invece eccoci qua, io quasi di faccia a terra e Morgan schiantato dal mio incantesimo e lo ammetto: quasi mi dispiace. Mica lo odio, quindi nemmeno mi sarei mai sognato di fare una cosa del genere di proposito. Però ho detto “quasi”, d’altra parte penso che un pochino se lo meriti.
    A preoccuparmi di più è l’idea di poter finire nei guai. Ho due scelte: quello di far passare l’incantesimo come voluto e ricevere una punizione o quello di confessare che è stato uno scoppio di magia involontaria e rischiare che decidano di contattare i miei. Nemmeno la punizione sarebbe una passeggiata se i miei genitori dovessero venire a saperlo.
    Insomma, tutti questi pensieri mi mettono un pochino nel panico e rischio quindi di farmi sfuggire un qualche altro incantesimo se non mi do una calmata.
    E poi la stupida pianta che si avvolge contro il mio corpo non è di aiuto e SO che non dovrei agitarmi ma non riesco a stare fermo.
    Per fortuna Marsilda ha deciso di usare un po’ di quel cervello da Corva che si ritrova e di venire a tirare fuori me dalle grinfie del Tranello del Diavolo, prima di aiutare Morgan che effettivamente da svenuto non si sta muovendo affatto.
    Il Lumos fa ritirare il Tranello dal mio corpo e a questo punto potrei benissimo alzarmi da solo, ma Marsilda decide che tirarmi sia buona idea e poco ci manca che le cada addosso. Questo è il giorno peggiore della mia vita.
    Grugnisco in risposta agli ordini che mi urla, con la lingua ancora troppo dolorante per formare parole di senso compiuto, e afferro un braccio di Morgan per tirarlo via non appena il Lumos della Corva allontana i tralicci.
    Il mio concasato non è di certo piccolo di stazza e trascinarlo via a peso morto non è un lavoro da poco, ma non penso sia una buona idea usare la magia, così tiro finché posso e finché non sono sicuro che entrambi siamo a distanza di sicurezza dalla pianta. - Bella idea fare gruppo insieme! - dico a questo punto con veemenza, dopo aver mandato giù un po’ di sangue che ancora sento in bocca.
    Mi azzardo ad usare la bacchetta solo per segnare il Tranello che aveva preso Morgan ed almeno due li abbiamo trovati.
    Non c’è molto tempo per trovare i frullobulbi, per cui spero che l’altra serpe si svegli e ci dia una mano.

    Ho aiutato Marsilda a liberare Christian dal secondo Tranello che ho poi segnato con un diffindo

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    Attendo Marsilda alla fine del corridoio che porta poi nei seminterrati, una strada che mi è particolarmente familiare visto che conduce anche ai dormitori di Serpeverde.
    E’ l’ora di pranzo e sono tutti in Sala Grande in questo momento, per cui avremo almeno un’oretta e mezza di via libera prima che riprendano le lezioni.
    L’idea di vederci a quest’ora è stata mia, la scuola è pressoché deserta come di notte e tutte le aule sono a disposizione, soprattutto quelle delle materie di cui non ci sarà lezione nel pomeriggio.
    Se qualcuno dovesse beccarci nella classe di Pozioni ad armeggiare con un calderone, potremmo sfangarla dicendo che ci stiamo esercitando per un compito, mentre se accadesse di notte non ci sarebbero molte scuse che potremmo usare.
    Abbiamo un alibi quasi perfetto e quella corva snervante dovrà una volta tanto ammettere che non sono poi così idiota.
    Nel vederla arrivare, non riesco a nascondere una smorfia contrariata: la sua presenza non mi entusiasma, ma non ho altra scelta, anche se lei è soltanto al primo anno è certamente più brava di me e ho bisogno del suo aiuto. Lei dal canto suo non può che aiutarmi, se vuole riprendersi quel suo binocolo del cazzo. - Dai, muoviamoci prima che passi di qui qualcuno.
    Non un ciao, nemmeno un grugnito a mo’ di saluto, sinceramente non mi viene spontaneo con lei, il suo maledetto aggeggio ha rovinato la vita a Hunter. Non mi importa se la colpa è di qualche altro Serpeverde, Marsilda merita il mio astio solo per il carattere che si ritrova. - Ho tutto quello che ci servirà - nella borsa a tracolla ho gli ingredienti che ho sgraffignato dal magazzino di pozioni.
    In un’altra borsa di stoffa, invece c’è la gabbia con Hunter di cui sento i versi rabbiosi. Ormai sta così da un paio di mesi e ammetto che inizio a perdere le speranze.
    La corva ed io abbiamo passato in rassegna mezza biblioteca e solo di recente abbiamo trovato qualcosa che potrebbe fare al caso nostro, una specie di pozione purificatrice che dovrebbe estirpare il male da chi la beve o una roba del genere.
    Visto che Hunter sembra proprio posseduto, magari potrebbe fare al caso nostro. Io lo spero davvero, non saprei che altro fare se non funzionasse.
    Forse è per questo che mi sento particolarmente nervoso e sono più scontroso del solito con Marsilda.
    L’aula di pozioni è vuota proprio come pensavo. Poso la gabbia di Hunter su un banco e svuoto il contenuto della tracolla sullo stesso. Ne esce un rametto di Centinodia, una boccetta con dei pungiglioni di Billywig essiccati, Valeriana ed Artemisia. Pochi, semplici ingredienti. Non credo proprio che potremmo sbagliare, giusto? - Il procedimento dovrebbe essere abbastanza facile - dico andando a prendere un calderone da un angolo della stanza e trascinandolo vicino il banco.
    Da dentro la sua gabbia Hunter si agita, però non voglio tirarla fuori dalla borsa e rischiare che perda la testa nel vederci. L’ultima volta che l’ho tirata fuori da sotto il letto, Hunter si è lanciato contro le sbarre, allungando le zampine in un tentativo di agguantarmi con i suoi piccoli artigli.
    Mi fa davvero male vederlo così, vorrei solo riavere il mio amico indietro. - Ok, probabilmente è una delle poche speranze che abbiamo quindi concentriamoci. E poi prima Hunter torna normale, prima puoi riavere il tuo coso. Hai portato il libro?
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    - Che diavolo vuoi?! - sibilo quando la Corvonero mi afferra per un braccio.
    Lancio un’occhiata a Ralph e Friday quasi come una richiesta d’aiuto, ma prima che possa protestare oltre, Marsilda mi sussurra la sua infida minaccia ed io mi cruccio, arrabbiato ed infastidito. - Ti ricordo che ho il tuo stupido binocolo - le dico di rimando, sempre sottovoce.
    In realtà non è esattamente così, il binocolo ce l’ha Hunter e non ha alcuna intenzione di restituirmelo. Questo Marsilda non lo sa ed ovviamente non lo saprà, ho bisogno del suo aiuto per curare il mio snaso, anche se mi scoccia doverlo ammettere.
    Certo, il fatto che Hunter non voglia restituire il binocolo potrebbe essere un’ulteriore motivazione che la spinga ad aiutarmi, ma potrebbe sempre proporre di accopparlo - o provarci - quindi preferisco evitare.
    Ad ogni modo, siccome non voglio alcun problema con Marsilda, almeno non più di quelli che abbiamo, decido di assecondarla, ma è palese dalla mia espressione che la cosa non mi piace affatto e mi piace ancor meno quando invita Morgan ad unirsi a noi. - Ti odio - le sussurro in un orecchio mentre il mio concasato ci raggiunge, prendendosi la libertà di metterle un braccio intorno alle spalle. - Quindi è un tuo vizio quello di toccare le persone senza il loro permesso - non riesco a trattenermi, prima di pensare che dovrei farmi gli affari miei. Magari a Marsilda non dà fastidio, anche se mi sembra che qualsiasi cosa la infastidisca a questo mondo. Con un’occhiata contrariata rifiuto la fiaschetta con Morgan ci porge.
    È solo quanto il mio concasato me lo fa notare, che mi accorgo del tralcio che si è lentamente e silenziosamente attorcigliato intorno alla mia caviglia. - Oh che pal… - prima che possa finire la frase, vengo strattonato improvvisamente con forza e, mi duole dirlo, cado in avanti, le mani tese per parare la caduta in modo da non spaccarmi la faccia. Freneticamente tiro fuori la bacchetta dalla tasca e quando sto per castare un lumos solem - meglio andarci pesanti, no? - la pianta mi trascina indietro e qualunque cosa esca dalla mia bacchetta viene erroneamente indirizzato verso Morgan e Marsilda ed ho grossi dubbi che sia il Lumos che volevo usare.

    Interagito con Marsilda e Christian.
    Dex soffre di attacchi di magia involontaria quando è sotto pressione e questa volta lo ha incanalato nella bacchetta, lanciandolo erroneamente verso Mars e Christian u.u scusate. E l’incantesimo è un Everte Statim :quo:

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    Ok, in Galles fa freddo come mi aspettavo, ma non più freddo di Londra quindi lo ritengo sopportabile.
    Non ho molti altri termini di paragone visto che oltre la mia città natale, Hogwarts ed Hogsmeade non sono mai stato da nessun’altra parte.
    Sì, è la prima volta che faccio un viaggio vero e proprio, figuriamoci se con i genitori che mi ritrovo io possa mai aver fatto una vacanza.
    Magari è anche questo che mi ha spinto ad accettare l’invito di Friday, almeno in parte. Principalmente ho accettato perché anche se ci conosciamo da poco, lui mi sta simpatico, ci prendiamo abbastanza bene e… beh spero di essermi finalmente fatto un amico. E poi, forse, non mi andava molto di rimanere ad Hogwarts da solo.
    Di certo non sarei tornato a casa dai miei, questo era già escluso, quindi l’alternativa era stare ad Hogwarts ad evitare come la peste il ballo che hanno organizzato e starmene chiuso in camera come il perfetto Grinch… in compagnia di uno Snaso posseduto e folle.
    A proposito di Hunter… ho dovuto portarlo con me e quindi ho detto tutto a Friday, promettendo che il mio piccolo amico sarà chiuso nella gabbia tutto il tempo e non proverà ad uccidere nessun membro della famiglia del Grifondoro.
    Mi sono esercitato nell’incantesimo di estensione irriconoscibile per riuscire a far entrare tutto in uno zaino, gabbia di Hunter compresa.
    Il viaggio è stato lunghissimo e quando arriviamo a casa di Friday non mi sento più i piedi, le gambe, le spalle, le braccia… praticamente tutto, ma per quanto vorrei lanciarmi dritto in un letto e dormire fino alla fine dei tempi, ho intenzione di comportarmi da persona educata e salutare la mamma del mio nuovo amico.
    È una donna bellissima ed anche molto materna. Non posso fare a meno di osservare il modo affettuoso a cui si rivolge a Friday e come lo guarda e… forse provo un pizzico di invidia. Mia madre non mi ha mai parlato così, figuriamoci abbracciarmi o baciarmi. Alla fine mi sento costretto a distogliere lo sguardo, almeno finché la donna non mi si avvicina e allora lo rialzo su di lei, arrossendo immediatamente per le sue parole e per la carezza. Credo proprio sia la prima carezza di una mamma che ricevo. - G-grazie per l’ospitalità - riesco a biascicare mentre ci spinge verso la camera di Friday. Vorrei dirle qualcosa di più, ma penso di essere un po’ toccato da questo benvenuto ed anche parecchio stanco. Sicuramente mi addormenterò non appena poserò la testa sul cuscino.

    Apro un occhio con un lamento mentre qualcosa continua a picchiettare sulla mia fronte. Tiro su appena la testa dal cuscino a cui sono abbracciato, cercando di mettere a fuoco ciò che mi circonda. Ci metto una manciata di secondi a ricordare che mi trovo a casa di Friday e a quanto pare ho dormito nel letto della sua sorellina che mi sta ora scrutando con attenzione.
    Sento un peso caldo sulla schiena e voltando appena la testa per guardare, noto che un gatto tricolore mi sta dormendo addosso. - Che cosa? - mugugno poi rivolto alla ragazzina che blatera qualcosa su Babbo Natale e poi sparisce dopo avermi dato dell’idiota.
    Non so chi le abbia insegnato che Babbo Natale è un’invenzione dei media, ma io non ho mai creduto al panzone vestito di rosso quindi non mi turba più di tanto che una bambina pensi una cosa del genere.
    L’incontro in bagno invece un pochino mi turba… in modo imbarazzante, non scioccante o traumatizzante. Mi ritrovo con un mucchio di capelli rossi schiaffati in faccia, una margherita tra le mani ed un inaspettato bacio sulla guancia.
    Quando varchiamo la soglia di quello che credo sia il salotto, mi guardo attorno incuriosito ed anche con attenzione, deciso a non farmi prendere alla sprovvista dalla prossima sorella che incontrerò. Scopro di essere più interessato alla stanza che a stare in guardia però. Mi piace, non ha niente a che vedere con il freddo, perfetto e moderno salotto di casa mia. C’è vita, colore e sorrido alla vista dei libri e delle chitarre.
    La sorella che sta lavorando a maglia sembra più tranquilla delle altre due, anche se ha l’aria decisamente sveglia - Ciao… sono Dexter - azzardo allora - E Saturday non mi ha spaventato…
    La sorella in cucina ha l’aria di qualcuno a cui è appena morto il gatto, o peggio. Un po’ la capisco, penso di aver avuto la sua stessa espressione parecchie volte, per non parlare della voglia di vivere.
    Quando sparisce lasciandoci soli, tiro quasi un sospiro di sollievo. Non è che non mi piacciano le sue sorelle, cioè le ho viste tutte per pochi secondi e non mi hanno fatto una cattiva impressione (e le tre maggiori sono belle quanto la madre), ma ho bisogno di un attimo perché… non sono abituato a tutto questo. Siamo sempre stati Harvey ed io a casa e molto spesso ero da solo, soprattutto da quando Harvey ha iniziato Hogwarts e poi l’accademia. Casa mia è un luogo silenzioso, asettico e privo di affetto ed io non dico che mi piaccia, ma è tutto quello che conosco. - Mi piace molto qui - rispondo con sincerità, prendendo la sigaretta che mi porge. - Mi piace la tua famiglia, è completamente l’opposto della mia e… tua madre è davvero premurosa.
    Lancio un’occhiata ai dolci, deducendo dalle parole di Friday che siano fatti senza uova, latte o derivati e sentendo un pizzico di calore all’altezza del petto all’idea che abbia pensato anche a me. Dopo un paio di tiri, passo nuovamente la sigaretta a Friday ed afferro un cinnamon roll, dandogli un morso. Credo sia la cosa più buona che abbia mai mangiato, persino più buono di tutti i dolci di Hogwarts e Mielandia.
    Con sorpresa osservo il pacchetto che Friday mi porge e con un po’ di impaccio, appoggio il roll su un tovagliolo per poter accogliere il regalo inaspettato. Lo scarto e mi rigiro il libro tra le mani, è una storia che non conosco, ma per qualche motivo mi fa sorridere. - Penso proprio che mi piacerà. Grazie, Friday…
    È un modo per dirmi che è mio amico e ci sarà per me? - Mia madre non mi ha mai letto niente, sai? - offro quel piccolo dettaglio, quando dice che è contento che sia qui e non con i miei genitori. - Non è un tipo materno, diversissima dalla tua. Non credo nemmeno di piacerle - scrollo le spalle.
    Oh Cristo, voglio davvero rendergli il Natale deprimente? Ok, devo portare la conversazione su un argomento allegro, anche perché non voglio essere compatito in alcun modo. - Anche io ho qualcosa per te, ma è nel mio zaino, te lo darò dopo. Ora devi dirmi chi sono le sorelle che ho incontrato, in bagno ce ne era una dai capelli rossi e ha nascosto un quadro nella vasca. E sbaglio o ne mancano due all'appello? Immagino che non ci si annoi mai qui e sia difficile sentirsi soli, mh? Oh e mi piacerebbe fare un giro fuori, comunque, ieri sera era troppo buio per vedere bene, ma il posto sembra figo.
    È un mix tra la Contea del signore degli anelli e una comunità hippie, da quel che sono riuscito a scorgere, e mi piace parecchio.
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    Ammetto di essermi guardato attorno, lungo la strada verso le serre di erbologia, alla ricerca di Friday.
    E sì, se cerco la sua presenza immagino che questo voglia dire che ho un amico e, considerando che pensavo che non avrei fatto amicizia con nessuno qui ad Hogwarts, potrei giudicarlo un traguardo.
    Non so cosa di me gli sia andato a genio, ma lui ha parecchie qualità il che rende la sua compagnia piacevole.
    Ad ogni modo non mi sembra di scorgerlo, per cui continuo dritto, i libri che pesano nella tracolla, ed i pensieri altrove, il modo perfetto per farmi cogliere alla sprovvista.
    Friday mi ha braccato alle spalle così tante volte ormai che dovrei averci fatto l’abitudine, eppure riesce ogni volta a farmi schizzare in avanti come se fossi stato appena attaccato da un Erumpent.
    Quando incrocio il suo volto ridente, nel voltarmi, mi viene istintivo mollargli uno spintone. - La prossima volta ti appiccico al muro con un pugno!
    Non sono così tanto arrabbiato in realtà. Infastidito forse, ma almeno Ralph non sta ridendo della cosa e di questo gli sono grato.
    In realtà non so se lo faccia per gentilezza o perché gli sto sulle palle. Sto ancora cercando di capirlo dal giorno dell’incidente con il Platano. Sarebbe un peccato se così fosse, perché penso che a me stia simpatico.
    Raggiungiamo insieme la serra n.4 e improvvisamente decido che Erbologia non è più una materia che detesto. La professoressa Westwood merita che io ami Erbologia.
    Potrebbe essere mia madre e giuro che non sto facendo strani film, ma resta obiettivamente una donna bellissima. Tuttavia non mi sognerei mai di farle il baciamano così come sta facendo il mio concasato in questo momento.
    Non riesco a trattenere una risata alle parole di Ralph, sperando però che non dia il via a qualche problema. Noi Serpeverde sappiamo essere piuttosto permalosi, lo ammetto, alcuni dei miei compagni di casa lo sembrano particolarmente poi.
    Per quanto comunque mi piacerebbe continuare a sfottere i nostri compagni, penso sia il caso di concentrarsi sulla lezione.
    La domanda di Friday mi sembra abbastanza lecita ed anche interessante, nemmeno io ho idea di che tipo di terriccio vada utilizzato.
    Quanto alla differenza tra Frullobulbo e Tranello del Diavolo non c’è molto che io sappia e quel poco che so è già stato detto dai miei compagni, ma forse un paio di cose riesco ad aggiungerle. - Il Frullobulbo non è senziente e questo la rende una comunissima pianta da appartamento, anche se viene spesso scambiata per il Tranello del Diavolo che è invece semi-senziente ed anche decisamente pericolosa.
    Con curiosità sbircio al di là della tenda che la donna ha appena aperto e osservo con meraviglia il bosco che si cela nella serra. Seppur purosangue, rimango sempre affascinato da ciò che la magia è in grado di fare. Forse perché sono cresciuto più lontano dalla magia che a praticarla.
    Sto per fare un passo avanti per andare a dare un’occhiata più da vicino, quando una voce familiare mi fa bloccare ed alzare gli occhi al cielo. Persino Ralph sembra infastidito dalla pignoleria di Marsilda. - Perché non vai in avanscoperta per tutti noi allora?
    Seppur stiamo collaborando alla ricerca di un modo per far rinsavire il mio povero snaso ancora posseduto, non vuol dire che ci stiamo simpatici, anzi direi il contrario. E probabilmente se non fosse per Hunter e lo stupido binocolo della Corvonero, avremmo già provato ad ammazzarci a vicenda. - O forse hai paura di essere tu la debole spinta nel Tranello del Diavolo?

    Heron Dexter Hollingsworth - II anno
    Interagito con Friday e Marsilda.
    Citati Ralph e Morgan

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    Ignoro le parole del Serpeverde, in parte perché ho la sensazione che la piccola Tassorosso al mio fianco non gradirebbe continuare ad essere al centro dell'attenzione, ed in parte perché non ho alcuna intenzione di iniziare una discussione sulla base di una provocazione tanto stupida.
    Sentirmi dire che sto cercando di far colpo su una ragazza che nemmeno conosco, non mi irrita in alcun modo, semmai mi annoia soltanto.
    Per cui mi limito ad alzare gli occhi e a concentrarmi sulla realizzazione della mia pozione, nella speranza che curi lo gnomo che mi è stato affidato e non lo uccida.
    Con quasi tutti gli ingredienti nel calderone, attendo i quindici minuti di bollitura e recupero un fazzoletto da premere sul taglio che mi sono procurato.
    Il mio gnomo mi guarda con un vago panico negli occhi e mi rendo conto che sta osservando il mio dito. Gli rivolgo un'occhiata incerta, ma vengo poi distratto dalla mia compagna di banco che sembra avere qualche problema con il suo di gnomo. - Se ne sta andando in giro a sputare germi ovunque - le faccio notare sottovoce, dimenticandomi di come mi abbia zittito poco fa.
    Ho come la sensazione che dopo questa lezione avremo tutti il raffreddore, io mi sento già dei vaghi sintomi, ma deve essere una cosa psicosomatica.
    Passati i quindici minuti, aggiungo la bile al mio calderone e mescolo due volte verso destra.
    Ok è pronta, non resta che farla bere al nanetto e scoprire così se me la sono cavata o meno. La verso nel bicchiere, ma quando mi volto verso lo gnomo, quello indietreggia di un passo, guardandomi come se fossi Satana in persona.
    Non capisco se sia io a spaventarlo o se perché ha visto la sorte toccata al suo amico nelle mani della Tassorosso, ma in ogni caso non ho di certo intenzione di desistere. - Ti farà stare meglio, bevi - provo con le buone, porgendogli il bicchiere ma lui scuote la testa con veemenza. - Andiamo, ti assicuro che ti passerà il raffreddore. Non ti fidi?
    Altro segno di diniego. Sospiro. Voglio lottare con lui come ha fatto la maggior parte dei miei compagni, per cui tiro fuori la bacchetta e gliela punto contro. - Mi dispiace tanto, non mi lasci altra scelta. Pietrificus Totalus!
    Cade a terra rigido come un ciocco di legno, nello sguardo il terrore vero. Mi sento un po' in colpa, ma gli apro la bocca e verso il contenuto del bicchiere sperando di non affogare lo gnomo.

    • Interagito con Daisy
    • pietrificato lo gnomo per somministrargli la pozione

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    - Oh, ok.
    Mi rabbuio un attimo quando la bionda intima di lasciar perdere e subito mi chiedo dove abbia sbagliato. Voglio dire… ho detto qualcosa di sbagliato? Ho semplicemente provato a darle una mano, non credevo potesse essere un problema.
    Distolgo lo sguardo da lei e torno a concentrarmi sulla professoressa.
    Prendo qualche appunto sul quaderno e mentirei se dicessi che sto capendo tutto quello che la donna sta spiegando, ma mi ci metto d'impegno e quei cinque punti assegnati alla mia casata dopo la risposta corretta che ho dato mi ringalluzziscono un pochino. Sono improvvisamente pieno di fiducia in me stesso? Assolutamente no, ma credo di poter arrivare alla fine della lezione senza far esplodere nulla in faccia ai miei compagni.
    Osservo con fare circospetto gli gnometti raffreddati che si spargono per l'aula tossicchiando catarro qua e là; ho intenzione d'interagire col mio paziente il meno possibile perchè non voglio far irritare anche lui come la bionda, quindi mi alzo e afferro tutto l'occorrente dagli armadi con la speranza di aver preso tutto.
    Dopo aver preso un bel respiro inizio a tagliare a tocchetti il rabarbaro, ma vengo distratto da un altro Tasso che viene preso a calci nel sedere dal suo gnomo per qualche strano motivo e mentre lo guardo il coltello mi scivola ferendomi superficialmente un'indice. -Ouch!- Perfetto... Ci mancava solo questa.
    Mi porto il dito alla bocca, per fortuna il sangue fuoriuscito non è molto e si ferma praticamente subito, così posso continuare a lavorare mentre il mio gnomo tossisce come un'ossesso.
    Metto le margherite in ammollo mentre i tocchetti riposano sul fondo del calderone. Il fuoco doveva essere lento o vivo? Cazzo... Dovremo usare anche il sangue di salamandra, che schifo... E quante erano le gocce di bile? Due, si, due... Ho già detto che pozioni non è la mia materia preferita?
    -Andrà tutto bene- Lo sto dicendo più a me stesso che allo gnomo di fianco a me.

    interagito con Daisy
    iniziato a preparare il decotto, si è tagliato superficialmente un dito per distrazione a causa di Blake ma sta bene


    Edited by Ðex - 23/12/2021, 16:22
  10. .
    Questa Corvonero deve essere una maledetta megera. Prima ha indemoniato il mio snaso, ora vuole convincermi a guardare nel binocolo per fare la stessa fine.
    E sì, inizio a credere alla storia che l’oggetto sia in qualche modo maledetto, ma sono ancora sospettoso riguardo la storia del Serpeverde che glielo ha rubato e restituito in quel modo.
    Chi mi dice che non sia stata lei quella che ha fatto qualcosa di strano al binocolo per usarlo su qualcuno?
    Magari è vero che Hunter sia capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato, oppure è una cavia?
    Forse sto iniziando a farmi un po’ troppi film, la mia sfiducia verso il prossimo mi fa pensare cose un po’ troppo assurde.
    Sembra che ci tenga davvero a quell’oggetto, l’accanimento con cui lo rivuole indietro mi fa intuire che è davvero qualcosa che le appartiene e non credo che lo userebbe per fare del male a qualcuno. Se così fosse, lascerebbe stare e si troverebbe un altro oggetto, no?
    Resta pur sempre che ha trasfigurato Hunter in un calice e lo ha fatto pure male e questa cosa non mi piace affatto.
    Però non ha tutti i torti, almeno è riuscita a fermarlo ed è lo stesso motivo per cui non mi azzardo a far tornare il mio snaso come prima: non posso permettere che scappi di nuovo, non in queste condizioni,
    Il gabinetto esploso non migliora la nostra situazione, se possibile diventiamo ancora più nervosi ed arrabbiati. Lei di sicuro non è contenta e mi accusa di averlo fatto apposta, cosa che mi punge sul vivo. - Mi hai visto alzare la bacchetta per caso?! Non l’ho fatto di proposito, ok?!
    Non aggiungo altro, perché non mi va di parlare dei miei attacchi di magia involontaria, soprattutto con questa megera isterica. E poi non lo vede che sono zuppo anche io? Se lo avessi fatto volutamente, magari avrei indirizzato il getto solo verso di lei, li credevo più intelligenti, i Corvonero! - Violenti? Cosa avrei fatto di violento? Fino ad ora sei stata tu a puntarmi la bacchetta contro, a dirmi di abbattere il mio snaso e, oh guarda, mi hai appena minacciato di schiantarmi contro il muro. Sarei io il violento?
    Ha davvero una faccia tosta, senza contare che odio ricevere un’accusa del genere. Non con tutto quello che ho passato a causa dei miei genitori e quello che mi hanno costretto a fare. - Io cerco di starmene per i fatti miei il più possibile in questa maledetta scuola e questa è la dimostrazione che faccio bene ad evitare la gente!
    Le lancio un’occhiataccia quando mi supera con una spallata e per qualche secondo abbasso lo sguardo sul disastro che ho combinato facendo scoppiare il wc, poi lo sposto su Hunter ancora trasfigurato e deglutisco.
    Sento lentamente tutta la mia rabbia abbandonarmi, lasciando posto alla paura. Se quello che gli è successo non fosse reversibile… cerco di scacciare il pensiero dalla mia testa con prepotenza ed alzo poi lo sguardo sulla ragazza, quasi con sorpresa, quando dice che mi aiuterà. - Beh nemmeno io mi fido di te - rispondo con stizza - Ma non ho altra scelta che farmi aiutare da te, non voglio dire a nessun altro di Hunter.
    Per il momento nemmeno a Friday.
    Sembra sincera quando dice che le dispiace per Hunter ed io mi lascio sfuggire un sospiro in risposta, seguito da un lieve sbuffo quando mi dice il suo nome, minacciandomi subito dopo.
    Non ho idea di che diavolo di nome sia Marsilda, non l’ho mai sentito prima ed ammetto che sia buffo, ma non la prenderò in giro. - Non sono proprio nella posizione di farlo… il mio nome è Heron - le confesso - E nemmeno tu sei autorizzata a prendermi in giro. Non lo dico mai a nessuno, preferisco usare il mio secondo nome, Dexter.
    E lo sto dicendo ad una sconosciuta con cui mi sono appena scannato. A volte non capisco la mia logica, ma suppongo voglia solo rassicurarla sul fatto che con me va sul sicuro per la questione nomi. - Senti, il tuo binocolo voglio solo tenerlo come garanzia, ok? Quando Hunter starà bene sarò felicissimo di restituirtelo ed è una promessa. So che non ti fidi delle stupide Serpi, ma ti assicuro che non ho alcun interesse nel tenerlo, né a recargli danno se terrai la bocca chiusa sul mio snaso.
    Scrollo le spalle. - Allora, hai qualche idea? Dovremmo andare a dare un’occhiata in biblioteca?
  11. .
    Pozioni, evviva. Non è la materia in cui eccello e nemmeno quella che preferisco. Certo, c’è da dire che non eccello in nessuna materia e che sono un disastro fallimentare in tutto, però pozioni è nella top tre di quelle che proprio non mi vanno giù.
    Purtroppo non si può scegliere a quali lezioni partecipare e quali no, quindi mi tocca andare e giuro che questa volta farò di tutto per rimanere concentrato, eseguire la ricetta come meglio posso e soprattutto non fare danni e non farmi sfuggire alcun attacco di magia involontaria.
    Arrivo in aula e mi siedo al primo posto disponibile. Sinceramente non mi importa vicino a chi sono, tanto non ho fatto amicizia con nessuno a parte Friday - non so dire riguardo Ralph perché penso mi odi al momento - quindi chiunque andrà benissimo e questa volta è una biondina della casa dei Tassorosso.
    Le faccio un lieve cenno con la testa prima di prendere il libro dalla tracolla e aprirlo al capitolo richiesto.
    Non ho alcuna idea di come si potrebbero conservare dei gas, almeno nel mondo magico - funziona come in quello babbano magari? - ed in realtà non ho una vera risposta per queste domande, ma decido comunque di tentare - Forse una pozione che non è più buona cambia colore o consistenza? Magari anche odore.
    Lancio poi un’occhiata al mio concasato che sta additando la ragazza accanto a me. - La “tizia di Tassorosso” ha sicuramente un nome - non mi meraviglio che la maggior parte degli studenti qui dentro ci odi. Guardo la bionda - Hai un nome, vero? Io sono Dexter.
    Scrollo poi le spalle, tornando a guardare l’insegnante - Proverà le nostre pozioni e premierà quella che le farà passare il raffreddore? Potrebbe essere rischioso, sa.

    Heron Dexter Hollingsworth • Serpeverde • II anno



    Edited by Ðex - 23/12/2021, 14:45
  12. .
    Mi sorprendo di come non abbia ancora fatto saltare per aria qualcosa e di come riesca ancora a controllarmi con il tripudio di emozioni che mi sta investendo in questo momento: panico, preoccupazione, rabbia. Una forte rabbia.
    La ragazza parla, cerca di spiegare, ma a me sembra solo che stia peggiorando la situazione perché mi sembrano solamente scuse.
    Io non so nemmeno cosa diavolo stia succedendo ad Hunter, come posso sapere se è qualcosa che una studentessa al primo anno sia in grado di fare? Senza contare che non potevo sapere nemmeno a quale anno sia questa stupida Corvonero. E poi non sono loro gli intelligentoni di Hogwarts capaci di fare qualsiasi incantesimo?
    Insomma, la sua voce mi sta solamente irritando ancora di più e forse sono un po’ soddisfatto da come Hunter le salti in faccia e magari la prenderei anche in giro per questo se lo snaso non avesse deciso di darsi alla fuga.
    Se qualcuno lo trova in queste condizioni è finito, lo manderanno via ed io forse finirò nei casini. I miei me la farebbero pagare ed io ho il terrore solo a pensarci.
    Fortunatamente la ragazzina decide di muoversi ed anche se mi usa per tirarsi in piedi, almeno si lancia all’inseguimento di Hunter ed io sono subito dietro di lei.
    Hunter si lancia in un bagno ed io ringrazio la sua stupidità per essersi andato ad infilare in un vicolo cieco: se non ci sfugge per tutta Hogwarts ci agevolerà il tentativo di riacciuffarlo.
    La Corvonero non esita un momento, appena lo individua lancia un incantesimo e sotto i miei occhi atterriti, Hunter si trasforma in un calice non ben riuscito.
    Sto per urlarle cosa cazzo le sia saltato in mente, quando lei si volta puntandomi la bacchetta contro e scusate tanto se faccio lo stesso. - Oh quindi ora vuoi convincermi che è colpa del tuo binocolo!
    E che agli snasi piace guardarci attraverso… andiamo dai! Che palle vuole rifilarmi questa? Senza contare che il binocolo è il suo, quindi se anche fosse vero, Hunter ha comunque qualcosa che non va a causa di questa Corvonero e non me ne frega niente se le è stato rubato ed incantato da un altro Serpeverde! A questo punto mi chiedo cosa abbia fatto al mio concasato per spingerlo a fare una cosa del genere, perché con il caratterino che si ritrova la tipa potrebbe benissimo trattarsi di una vendetta. E non sto dicendo che sia una cosa giusta da fare, però… però significherebbe che è stato tutto scatenato da lei ed io comunque devo avere qualcuno con cui prendermela perché sono così arrabbiato adesso che potrei… potrei…
    Mi tremano le mani, mentre riprendo Hunter ancora tramutato in calice, inspiro ed espiro, e le rivolgo un’occhiataccia. - Come hai potuto trasfigurarlo?! Chi ti ha dato il diritto?! Non me ne faccio niente delle tue scuse! Hunter è indemoniato ed ora è un cazzo di calice peloso!
    Sì, lo so, può tornare come era prima, ma mi fa comunque incazzare il fatto che si sia presa tale libera con il mio animale. E poi sono turbato per quello che è successo ad Hunter, non so nemmeno se tornerà normale o se sarà indemoniato per sempre!
    E questa tizia pretende anche delle scuse! - Chiederti scusa?! Dopo quello che gli hai fatto?
    L’assurdità della cosa non fa che innervosirmi ancora di più e… e prima che io possa provare a fare qualcosa a riguardo, sento la magia sfuggire al mio controllo e il box dove si raccoglie l’acqua di scarico del wc esplode come un geyser, facendoci la doccia.
    Impreco, spingendo via la Corvonero, anche se ormai è troppo tardi ed entrambi siamo zuppi, e provo a castare un paio di incantesimi per fermare il getto, riesco solo a rallentarlo ed ormai il pavimento ai nostri piedi è allagato. - Quello che ho detto prima vale ancora! Riavrai il binocolo quando troveremo il modo di far tornare Hunter normale - le sbotto contro con il bisogno di sfogarmi - E non oserai dirlo a nessuno, altrimenti lo distruggerò davvero! Rivoglio solo il mio snaso come era prima e non voglio che qualcuno lo scopra! Me lo porterebbero via…
    E su quest’ultima frase forse si sente un po’ di disperazione che non riesco a dissimulare. L’idea mi atterrisce e non posso nasconderlo. Non voglio perdere Hunter…
  13. .
    - Hunter?!
    Alzo il lembo della mia coperta per sbirciare sotto il letto, ma a parte una vecchia copia della Gazzetta del Profeta, un calzino bucato e cartacce varie di dolci non c’è altro. Di Hunter nemmeno l’ombra qui.
    Inutile dire che ho messo la camera a soqquadro alla ricerca di quel maledetto snaso, ma niente, ormai ho la certezza che non sia qui e sia riuscito a scappare. Dopotutto non sarebbe la prima volta che lo fa.
    Uno dei miei compagni di stanza deve aver lasciato la porta aperta e Hunter ne ha sicuramente approfittato non potendo resistere al richiamo della caccia.
    Occuparsi di uno snaso non è affatto facile. So che dovrei affidarlo a qualcuno che ne capisce più di me, magari all’insegnante di cura delle creature magiche, ma non riesco a separarmene.
    Mi sono affezionato troppo ed è tardi ormai per darlo via. Al momento, Hunter è l’unico essere vivente di cui mi fidi davvero, il che la dice lunga sulle mie capacità relazionali e sulla mia socialità che, no, non è ad alti livelli per ora.
    Insomma, l’idea di perdere Hunter mi fa sempre venire un piccolo tuffo al cuore ed il pensiero che ora sia a zonzo per il castello e possa incappare in qualche insegnante mi spaventa.
    Soprattutto perché quella stupida bestiola potrebbe essersi infilata nella stanza di qualcuno e star svaligiando gli occupanti di tutte le cose preziose che hanno: essere accusato di furto è l’ultima cosa di cui ho bisogno.
    Di solito quando mi rendo conto che Hunter ha rubato qualcosa, in maniera del tutto anonima porto la refurtiva dove vengono conservati gli oggetti smarriti della scuola, nella speranza che i legittimi proprietari ritrovino il maltolto.
    Ringrazio il fatto che non ci sia ancora il coprifuoco e che la maggior parte degli studenti sia ancora a cena al momento, questo potrebbe facilitare la mia ricerca anche se ritrovare un cosino così piccolo in un castello tanto grande sembra quasi un’impresa impossibile.
    Ho portato con me i suoi snack preferiti - ho scoperto che va matto per i biscotti per cani - ed anche un paio di galeoni per riuscire ad attirarlo e che tintinnano allegramente nella tasca della mia divisa.
    Lascio la Sala Comune dei Serpeverde perché dubito sia ancora da queste parti. Potrebbe già aver svaligiato ogni singola stanza, mentre eravamo a cena, ed essere passato ad altri dormitori e decido di partire da quelli, anche se non so bene come riuscirò ad introdurmi in quelli delle altre Case.
    La fortuna - o sfortuna - vuole che non debba andare troppo lontano. Appena arrivo in prossimità della torre ovest, vedo qualcosa di piccolo e veloce sfrecciare nella mia direzione. Qualcuno, una studentessa, gli sta correndo dietro e la situazione potrebbe essere quasi comica se non fosse che quel coso piccolo è Hunter e la studentessa che lo insegue sembra fuori di sé. Merda.
    Il mio piccolo amico si lancia contro di me, aggrappandosi ai miei pantaloni, e subito noto che c’è qualcosa di strano in lui. Non gli ho mai visto uno sguardo così folle prima d’ora, senza contare che sta sbavando come se avesse la rabbia e sta affondando le sue unghiette nella mia gamba, mentre cerca di mordermi. - Hunter! - esclamo, chinandomi per afferrarlo, mentre la ragazza ci sbraita contro.
    Il fatto che le abbia rubato qualcosa è l’ultimo dei miei problemi perché ha ragione nel dire che si sta comportando in modo strano, quasi come se fosse malato. Sono certo che stesse perfettamente bene quando l’ho lasciato in camera per andare a cena quindi… alzo lo sguardo sulla Corvonero, dando realmente attenzione alla sua presenza solo ora e rivolgendole uno sguardo che di amichevole non ha niente. Tra le mie mani Hunter continua ad agitarsi come impazzito, mi morde e, anche se il suo becco senza denti non può farmi davvero male, i suoi artigli ben presto mi graffiano la pelle in modo abbastanza doloroso. - Hunter stava benissimo fino ad un’ora fa! Cosa diavolo gli hai fatto?!
    Sento la rabbia crescere nel momento in cui dice che andrebbe abbattuto e le mie mani iniziano a tremare mentre cerco di non scoppiare. Se cedessi, ho paura che non finirebbe bene, i miei attacchi di magia involontaria sono peggiorati sempre di più ultimamente e non voglio creare ancora più problemi al momento. - Fallo tornare come prima o te lo scordi il tuo maledetto binocolo!
    Deve avergli fatto per forza qualcosa ed ora vuole farmi credere che sia Hunter il vero problema, beh può andare a farsi friggere per quanto mi riguarda, non gliela lascio passare così liscia. - Non si è mai comportato in questo modo e guarda caso lo becco che sta scappando da te e subito dopo inizia a comportarsi come un folle. Riavrai il binocolo quando Hunter starà bene. E non osare parlare con qualcuno o ti assicuro che lo faccio a pezzi. Se ci tieni tanto, terrai la bocca chiusa.
    Ed Hunter sceglie questo momento per lanciarsi dritto sulla faccia della Corvonero, in un attacco abbastanza rabbioso che cerco di fermare lanciandomi in avanti a mia volta. Il risultato disastroso è che faccio cadere la ragazza a terra, finendo lungo disteso accanto a lei, mentre Hunter sfugge al mio tentativo di riacciuffarlo e si tuffa nel corridoio semibuio, correndo via. - Merda! Alzati, aiutami a riprenderlo! Ha con sé il tuo stupido coso, è anche nel tuo interesse.
  14. .
    Forse l’intervento di Hunter è stato provvidenziale, come se il destino o qualcos’altro abbia cercato di avvertirmi.
    Stavo probabilmente per fare un grosso errore nel dire a Reese la verità su quello che provo. Proprio poco fa mi sono detto che non è il caso, che non è il momento giusto e che lei non è pronta per sentirsi dire una cosa del genere.
    Mi sento un bambino nel cambiare idea così velocemente, un bambino che non sa prendere una decisione, che vorrebbe seguire più quello che desidera davvero, piuttosto che la cosa giusta da fare.
    E la cosa giusta da fare è tenere Reese all’oscuro per il momento.
    Quando entrambi staremo meglio, SE staremo meglio, allora valuterò la possibilità di parlare con lei.
    Certo, correrei comunque un rischio, potrebbe allontanarmi per una cosa del genere o le cose tra noi potrebbero cambiare, ma sento che sarebbe peggio se continuassi a tenermi tutto dentro.
    E poi... non so... mi era sembrato di vedere qualcosa nel suo sguardo, poco fa, o forse me lo sono immaginato. Mi sto facendo dei film, proprio come un ragazzino infatuato.
    Vorrei che lei mi ricambiasse e spero di vedere dei segnali laddove probabilmente non ce ne sono.
    Le sorrido, mentre si avvicina, guardando lo Snaso che allunga il muso verso di lei, quando gli parla. È incuriosito, non so se si ricordi di lei o meno, ma sembra volerla annusare. Spero solo non stia cercando cose di valore su di lei. – Ti lascerò dei soldi per comprargli da mangiare – assicuro in fretta, anche se non credo si riferisce a questo quando dice che sarà una bella responsabilità.
    È come se il mio lasciarle Hunter sia una conferma del fatto che non tornerò ad Hogwarts e questo sembra pesarle.
    Pesa anche a me, parecchio, ma non so che altro fare. Devo trovare un modo per tirarmi fuori da questo casino, prima di tornare. Magari tra un paio di mesi i mei genitori penseranno che non tornerò più lì e potrò essere al sicuro nel tornare alla scuola di magia. – Beh spero che Jackie lo tenga sotto controllo – aggiungo, nella speranza di dire qualcosa di divertente – E che lo aiuti a comportarsi bene. Vuoi... tenerlo un po’ in braccio? Così fate amicizia.
    Le porgo lo Snaso, aspettando che lo prenda. Hunter si avvicina a lei ancora più incuriosito, per niente spaventato, ed io intanto sento lo stomaco stretto in una morsa, quando Reese mi chiede di prometterle di tornare presto. – Ti prometto che farò attenzione – dico con cautela, evitando il suo sguardo – Ma sul tornare presto... non ho alcuna certezza. Voglio tornare il prima possibile, questo è sicuro, ma non dipende da me.
    Rimango in silenzio per un po’, a guardare lei e Hunter. So che sarà in buone mani. Reese ha un animo puro e sa come prendersi cura del prossimo, il piccolo Snaso starà benissimo con lei. – Loro mi fanno davvero paura, Reese... – dico poi, come a dovermi giustificare, anche se deve averlo ormai capito. – Devo essere certo che non mi trovino, di essere libero e non avere più a che fare con loro. Mai più.

    Il resto della giornata prosegue tranquillo, passiamo parecchio tempo con la sua famiglia perché non mi sognerei mai di isolarla da loro proprio durante le feste di Natale. E poi stare in compagnia mi fa bene, mi aiuta a non pensare.
    Insisto con l’aiutare per il pranzo e poi per la cena. Cucinare mi piace molto, ma forse non si direbbe di un ragazzino di diciotto anni, per cui la nonna di Reese è inizialmente scettica.
    Mi sorprendo nello scoprire che la madre di Reese è corsa al supermercato prima che chiudesse per assicurarsi che in tavola ci siano cose che mangio anche io. La cosa mi imbarazza in parte e mi fa sentire un peso dall’altra. Dopotutto sono piombato qui senza invito, essere vegano è una mia scelta, e non pretendo che in tavola ci siano anche piatti senza alcun tipo di derivato animale, ma inizio a capire da chi Reese ha preso il suo altruismo. Voglio dire, tutta la sua famiglia è fantastica e generosa, ma la mamma ha proprio quest’aura di gentilezza, pazienza e premura che la mia amica condivide.
    L’atmosfera a cena è qualcosa di completamente nuovo per me. A casa mia non ci sono mai stati Natali tradizionali e tanto meno ho mai provato il calore di una vera famiglia. Sembrano tutti davvero felici di trovarsi insieme e di condividere il momento. Si comportano con me nello stesso modo che riservano gli uni agli altri e suppongo... suppongo questo sia il mio primo vero Natale.
    Dopo cena si prosegue con giochi da tavola. Si ride parecchio e riesco davvero a dimenticarmi, per un po’, di tutto quello che è successo.
    Quando ormai quasi tutti si preparano ad andare a dormire, siedo con Reese davanti l’albero di Natale, stringendo tra le mani una tazza di cioccolata calda che sua madre ha fatto per noi. – So che i regali si scartano la mattina di Natale, ma vorrei darti il mio ora... – la guardo, sorridendo – Non è un granché, è davvero piccolo.
    Tiro fuori dalla tasca dei jeans un pacchettino rosso. Sono riuscito ad afferrarlo in fretta e furia, insieme ad altre poche cose ed Hunter, prima di fare la mia disastrosa caduta dalla finestra. Lo porgo a Reese.
    E' un braccialetto con un piccolo ciondolo. Di quelli che si aprono e conservano dentro una foto. - Puoi metterci quella che vuoi. Magari una foto di Jackie.
  15. .
    Sono stati in tre a prendermi.
    Ho provato a scappare e a seminarli per le stradine di un piccolo quartiere di Londra, deserto a quest’ora della notte. Non c’è stato verso.
    Erano maghi molto più esperti di me, capaci di smaterializzarsi e spuntare in anticipo in ogni vicolo che ho cercato di imboccare per scappare. Non è servito nemmeno provare a difendermi con la magia, sono stato troppo scarso rispetto a loro.
    Ho sentito il panico crescere insieme alla consapevolezza di non farcela, di essere spacciato.
    Mi sono rialzato dopo che i primi incantesimi mi hanno colpito, provato di nuovo a scappare, ma alla fine mi hanno messo all’angolo.
    A quel punto ho dato per scontato che mi avrebbero preso e portato chissà dove, invece non so perché si siano accaniti su di me finché non ho perso i sensi.

    Nel risvegliarmi, il dolore lancinante alla testa è la prima cosa che avverto. Apro gli occhi lentamente, un po’ stordito, e non mi muovo subito. Sento qualcosa di appiccicoso sul lato destro del volto... deve essere sangue.
    Sento una voce che non conosco e d’improvviso sono del tutto sveglio ed in allerta. Scatto a sedere, ma non provo ad alzarmi in piedi perché questo è il massimo che posso fare adesso. Guardandomi attorno con il cuore in gola, indietreggio fino a toccare un muro con la schiena. Ho il respiro veloce e corto, gli occhi che scattano da una parte all’altra del posto in cui mi trovo e che non riconosco.
    Credevo che quelli che mi hanno preso fossero gli uomini dei miei genitori, ma è evidente che non è cose. E dunque... dove mi trovo? Chi mi ha fatto questo?
    Guardo l’uomo davanti a me, non ho idea di chi sia, ma di una cosa sono certo: sono nella merda.
    Almeno sono ancora vivo, se non mi avesse voluto tale non mi sarei risvegliato qui. Ma quali sono le sue intenzioni?
    Lo squadro dalla testa ai piedi, con gli occhi pieni di agitazione. – Dove mi trovo? Chi sei?
    Continuo a guardarlo, scuotendo la testa in risposta alle sue parole. Non mi opporrò, se posso farlo e se c’è un modo per uscire vivo di qui...
    Inspiro a fondo, con il cuore che batte ancora velocemente, l’angoscia che rende ogni mio muscolo rigido. Questa situazione mi riporta alla memoria quanto successo più di dieci anni fa, quando Harvey ed io siamo stati rapiti. Non sono ricordi piacevoli e non mi aiutano a mantenere la calma, né la lucidità.
    Quando mi chiede di Mason, torno nuovamente a domandarmi chi sia l’uomo davanti a me. Annaspo alla ricerca di una risposta. Non so quanto posso sbilanciarmi nel dargli informazioni, devo essere cauto. – Era ad una festa organizzata a casa nostra... frequenta l’accademia come mio fratello, lo conoscevamo di vista.
    Una mezza verità. Abbiamo sempre saputo chi fosse Mason, ma non avevamo mai parlato con lui fino a qualche tempo fa. E non so se sia il caso di dire a quest’uomo che è nostro cugino. Magari lo sa già. – La sua ragazza si è introdotta a casa nostra il giorno dopo la festa, volevamo solo sapere il motivo – esito, senza spostare lo sguardo dall’uomo – Come conosci Mason? Perché ti interessa sapere cosa volevamo da lui?
47 replies since 25/5/2020
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