Posts written by dioneo;

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    mi dispiace, ma ho cancellato il file ç_ç
    per tutti, cercate di fare più attenzione nelle richieste <3 (lo so, sono una rompipalle)
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    Da quando aveva ritrovato Synnove, la ragazza era diventata il suo punto di riferimento. La sua migliore amica, l’unica donna a meritare un trattamento diverso dalle altre. Ed era stato così fino al bacio di quel estate. Quel semplice gesto, dettato da un momento di leggerezza, aveva cambiato per sempre le cose tra di loro. Synni non era più il maschiaccio che Gwain si divertiva a prendere in giro, ma la sua persona aveva assunto sfumature diverse. Da lì erano nate gelosie e litigi che poi li avevano separati e in quel momento era nuovamente l’alcol a riunirli. Il problema era che un Gwain sbronzo, non era semplice da gestire. Se da sobrio riusciva ad essere scontroso e prepotente, da sbronzo lo era il doppio e senza alcun freno inibitore a fermarlo - Se ti piace possiamo invitare anche lei - una battuta apparentemente innocua che avrebbe di certo infastidito la sua amica. Lei non era così, Gwain lo sapeva bene. Gli aveva sempre regalato uno sguardo torvo quando si soffermava a raccontargli di qualche sua scappatella. Se fosse stato sobrio non avrebbe mai detto o fatto nulla del genere, conscio del disagio che le avrebbe causato - Dovresti scioglierti un po’ - preso dall’euforia del momento, senza badare agli amici di lei che li fissavano, la strinse a se provando a baciarla. Un tentativo fallito miseramente che lo portò ad innervosirsi. - Su, non fare tante storie - le parole uscivano lentamente dalle sue labbra, quasi una cantilena fastidiosa. Fastidioso, doveva esserlo di certo, mentre presa per un polso la trascinava fuori dal locale. Non sapeva neanche lui cosa lo spingesse a non accettare il rifiuto di lei, ma stava di fatto che non aveva la minima intenzione di lasciarla andare. Proprio mentre erano soli nel vicolo adiacente al locale, lo stomaco di Gwain decise di cedere. Si piegò in due e lasciò che tutto quello che aveva bevuto uscisse dal suo stomaco. Un immagine davvero poco carina e che poco si intonava a quello che solitamente mostrava di se. Una specie si automa senza emozioni. Ma quella sera era diverso, era tutto diverso da un po’. Era finalmente arrivato il momento di condividere il tutto con qualcuno. Se non la sua Synni, chi ? - Sono… un cretino. Mi sei mancata - accovacciato a terra, allungò una mano per afferrare quella di lei. Aveva bisogno di lei, in quel momento più che mai.


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    - Beh si - non era solito ricevere molte domande sulla sua scelta di studio, quelle erano le domande tipiche di parenti e amici di famiglia. Ritrovatosi completamente solo aveva avuto la possibilità di scegliere senza alcuna costrizione, ma perdendo anche la possibilità di condividere con qualcuno quel importante momento di passaggio. Immaginava che Agatha gli avesse posto quel interrogativo per cortesia, per far andar avanti quella conversazione fino alla fine del pasto. - Sai tutte quelle cazzate sul futuro, sul fare qualcosa di grande, penso che la mia scelta possa aiutarmi - si lasciò scappare quel pensiero, leggermente più profondo rispetto al solito. Perché, prima del incidente con Derek, si era detto che in fondo se non aveva più un passato, questo non doveva per alcun motivo negargli la possibilità di avere un futuro. Lui non lo ricordava, ma era sempre stato ambizioso. Dare e fare il meglio era uno dei pochi precetti inculcatigli dalla sua famiglia con il quale non aveva mai avuto problemi. - Gli scontri sono divertenti devo ammetterlo, anche se dopo Durmstrang mi sono un po’ venuti a noia. - commentò rapidamente le parole dell’altra. Negli anni si era divertito ad imparare tutti i tipi di incanto adatti ad uno scontro, li aveva anche messi in pratica più e più volte, ma anche di questo non poteva avere memoria. Era una parte della sua vita ormai lontana, il periodo trascorso in viaggio con Martin. Forse tra gli anni più belli della sua vecchia vita, in un periodo in cui sapeva chi era e aveva una guida al quale sottostava con piacere. - In più non credo che nessuno prenderebbe sul serio un aspirante auror con la maledizione della licantropia. In effetti potrebbe rendere complicato anche il diventare uno spezzaincantesimi - non era solito parlar della sua condizione, la stessa Synnove era venuta a saperlo solo per caso, ma dopo aver perso il controllo, facendo avverare così una delle sue paure più grandi, quale era il senso di tener nascosta la cosa? - No, semplicemente non sono un fan delle romanticherie - tagliò corto sul discorso di San Valentino, prendendo un sorso d’acqua in attesa di una nuova domanda.


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    Alla risposta stizzita del ragazzo, fu davvero complicato per Gwain trattenersi dal mettergli le mani addosso. Per farlo aveva dovuto far affidamento a tutto il suo self control e ricordarsi - pur non avendolo mai dimenticato - che quella faccenda era completamente cosa sua. - Ti daranno l’antilupo, poi sta a te. Credimi il Ministero ha di meglio da fare che pensare a tutti licantropi a piede libero - gli rispose a denti stretti, visibilmente stizzito dal suo modo di fare. Non era da lui essere così accondiscendete, così gentile nei confronti del prossimo, Derek questo non poteva saperlo e sentendosi - giustamente - dalla parte della ragione continuava a tirare la corda. - I soldi non sono un problema - era intenzionato a prendersi qualsiasi tipo di responsabilità. Aiutarlo nella parte economica era l’ultimo dei suoi problemi. Firmare un assegno o fare un prelievo in banca era semplice, la parte difficile era stargli accanto, mostrargli come sarebbe stata la sua vita da quel momento. Perchè quando il primo a non accettare quel destino sei tu, spiegarlo a qualcun altro diventa quasi impossibile. - Non ho nessuno a cui dirlo, quindi sei in una botte di ferro - solo, lo era come mai in vita sua. - Tu, hai qualcuno con cui parlarne? - gli chiese, sperando in una risposta positiva pur essendo a conoscenza del passato del ragazzo. Avere qualcuno con cui condividere quel peso poteva renderlo più leggero, più accettabile. - Hai già pensato dove andare… quella sera intendo. - nel caso in cui non avesse detto nulla alle autorità la preside non avrebbe potuto confinarlo nelle segrete con il resto dei ragazzi afflitti dalla stessa maledizione. Avete avuto bisogno di un posto e di catene per eliminare qualsiasi tipo d’ansia. - Io ho un posto a Londra, se vuoi possiamo dividerlo.


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    Quello che Gwain stava vivendo non era uno dei periodi migliori della sua vita, o meglio della sua vita da quando aveva perso la memoria. Negli ultimi due anni aveva dovuto affrontare varie difficoltà, ma era sempre riuscito ad uscirne a testa alta grazie al sostegno di quella che considerava la sua unica amica. Synnove gli mancava, cazzo se gli mancava, soprattuto in quel periodo in cui tutto sembrava accanirsi contro di lui. Per una distrazione aveva rovinato la vita di Derek e la cosa non lo entusiasmava. Ne soffriva, molto, ma da bravo soldatino evitava di darlo a vedere, finendo per star male il doppio. Come ciliegina sulla torta gli era giunta una lettera dalla casa di cura in cui risiedeva la madre. Erano delle semplici scartoffie, ma la cosa lo costrinse ad un viaggio nel bel mezzo della sessione d’esame e la cosa non lo entusiasmava. Erano altre le distrazioni che avrebbe preferito in quel periodo e cadendo un po’ nel vecchie brutte abitudini, finito ciò che doveva fare si diresse in uno dei tanti pub del villaggio magico. Ordino diversi drink, dimenticando di tenerne il conto riducendosi così ad uno straccio. Era da tanto che non beveva a quel modo e doveva ammettere che come scacciapensieri non era male. Tutto gli appariva finalmente più leggero e con la voglia di strafare un po’, iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di un po’ di compagnia. Tra le varie chiome, ne riconobbe una a lui familiare. Synni era in compagnia di un gruppo di amici, ridendo e scherzando come se il fatto di non averlo più tra i piedi avesse migliorato la sua vita. E molto probabilmente era così, non avere un musone che ti rovina tutte i week and doveva di certo migliorarle l’umore e non solo. La cosa, non poteva di certo andargli giù, non in quel momento in cui aveva più whisky che sangue in corpo - Guarda qui chi c’è - le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla per indurla a girarsi. Sentiva l’estremo bisogno di avere la sua completa attenzione, perché quando faceva una cazzata doveva farla per bene. - Non si salutano più i vecchi amici? - sorrise nel dirlo, per poi storcere il naso nel fingere di ricordarsi del loro litigio. - Ah… noi non ci parliamo più - alzò le spalle con una finta aria innocente. Era davvero odioso quando faceva così e avrebbe evitato se solo se ne fosse reso conto. Non contento, decise di rincarare la dose. Si avvicinò al suo orecchio e con fare mellifluo le disse qualcosa che di certo gli avrebbe fatto guadagnare un bel segno rosso sul viso. - Visto che non siamo più nulla e che per ora non ho ancora trovato nessuna… non è che ti andrebbe una svenite in bagno.


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    Quella di non mangiare da solo per Gwain era un vera e propria novità. Da quando aveva perso la memoria la sua voglia di socializzare era scomparsa. Durmstrang non era stato un ottimo trampolino di lancio per la sua “nuova” vita, lì aveva trovato troppe persone pronte a dargli addosso per motivi a lui sconosciuti e la cosa aveva fatto diminuire la sua già scarsa fiducia nell’umanità. - Spezzaincantesimi. Tu? - fare due chiacchiere in quel modo gli appariva quasi strano, non ne era abituato. Trovava la cosa piacevole pur non trovando grande fastidio nello stare solo. Agatha gli appariva spigliata, molto, ma questa non era una novità. Aveva capito il tipo che aveva di fronte già all’epoca dello scontro avuto durante l’esame e il suo modo di fare aveva già destato la sua simpatia. - Di solito le ragazze non mi intimidiscono - ribatté senza batter ciglio, non per fare la tipica battuta da uomo che non deve chiedere mai, quanto per farle capire con chi aveva a che fare. Un cretino, certo, ma che non si lasciava poi intimidire dalle donne forti. La sua migliore amica, se così poteva ancora chiamarla, lo era. Le ragazze pon-pon le frequentava poco e per non più di una notte. - Molto probabile, pare che qui ci tengano a interagire con i ragazzini che verrano ad iscriversi in futuro. Penso faccia pubblicità… come se servisse. - commentò in quel modo la partita. Non ne capiva il motivo, non credeva che un’accademia come quella avesse bisogno di altra pubblicità eppure notava con quanto zelo ci tenesse ad interagire con le scuole superiori di tutto il mondo. Citare Hogwarts fece volare la sua mente verso Derek, cosa che ormai capitava spesso. Se la sarebbe cavata? Come aveva preso la vita da maledetto? Cercava di non pensarci, ma il senso di colpa, un sentimento che non gli era capitato spesso di provare, lo faceva vacillare. - Anche io. Sai mi spiace, Harvey è un grande in queste cose. - Lo studio e il non aver nessuno da accompagnare, gli avevano fatto perdere anche quell’occasione mondana. Da un po’ stava conducendo una vita quasi monastica. - Quest’estate ne ha data un’altra, c’era quasi tutto il campus. - disse, prima di rabbuiarsi appena - Non è un periodo adatto a far festa. Poi San Valentino è davvero una ricorrenza stupida.


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    La vita al campus scorreva quasi tranquilla, forse troppo per i gusti di Gwain. Da quando aveva trasformato Derek, il suo umore non era affatto dei migliori. Non era qualcosa che si sarebbe potuto notare a occhio nudo, perché l’ex serpeverde era stato addestrato sin dalla nascita a non mostrare alcun sentimento, tanto da essersi quasi convinto di non averne. Del resto la vita non sarebbe stata molto più semplice senza sentimenti, di certo monotona, ma più semplice. Quel pomeriggio girava per i coridoi del campus abbastanza di fretta. I corsi erano appena ricominciati e la professoressa di incantesimi aveva già preteso una tesina di due pagine per la settimana seguente. Un vero e proprio strazio. Tutti gli studenti del suo corso si erano recati in biblioteca alla ricerca dei testi adatti e una parte di lui aveva paura di non riuscir più a trovar alcun testo utile una volta giunto a destinazione. Il suo passo era svelto, ma soprattutto distratto, tanto che nel ricontrollare la pergamena su cui aveva segnato gli argomenti per la tesina era andato a cozzare contro un ragazzo. - Scusa, non ti avevo visto - disse distrattamente, pronto a riprendere la sua corsa verso la biblioteca, prima di notare che il volto del ragazzo che aveva di fronte non gli era nuovo. Lo aveva visto di sfuggita durante l’esame di pochi mesi prima, nel esatto istante in cui Nystrom annunciava la sua squalifica. Si era impegnato molto, tanto da non credere di non riuscire ad arrivare fino alla fine della sfida, ma aveva accettato di buon grado la sconfitta. Un po’ meno lo schiantesimo ricevuto dal ragazzo. Era come se avesse preso il tutto troppo a cuore, dimenticando di star svolgendo un esercizio e di non essere in un vero duello. - Vorrei dire lo stesso di te a lezione - sputò fuori senza pensarci due volte. Non gli era sempre semplice trattenere ciò che aveva in mente, soprattutto in un momento come quello in cui aveva i nervi a fiori di pelle. - Sei Damien, giusto? - gli disse in fine, giusto per essere certo di non sbagliarsi. In quella sala erano tanti i ragazzi, ma il suo viso se lo era stampato per bene nella memoria.


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    Gwain riusciva a percepire la frustrazione del ragazzo, la sua paura in quella voce emozionata e spezzata. Avrebbe voluto far qualcosa, essere diverso, non addestrato come era a non mostrare emozioni, sentirsi utile. Non poteva. L’unica cosa che era in grado di fare era spingerlo a reagire, farlo bruscamente come solo lui sapeva fare. - Derek. Lo so, fa tutto schifo, ma ti assicuro che questo atteggiamento da ragazzina isterica non ti aiuterà - aveva puntato volontariamente ad un paragone tanto brusco, perché se lo avessero usato con lui si sarebbe talmente offeso da spingersi con tutte le forse a ritrovare il contegno. Forse non era il modo più adatto per far star meglio qualcuno, ma era l’unico che conosceva. - Non succederà - gli rispose secco. I se e i ma erano infiniti, continuare ad elencarli non lo avrebbe di certo aiutato. Pensare e valutare tutte le situazioni possibili serviva solo nel caso in cui le cose potevano cambiare, non nel loro caso in cui la frittata era ormai fatta. L’unica cosa che restava da fare ad entrambi era trovare il modo di non far altri danni. - Lo so che sono la persona meno indicata per dirlo. Ma basta fare attenzione e tutto andrà bene - disse qualcosa che poteva suonare davvero rassicurante per poi cercare un contatto con una pacca su una spalla. Non era affatto bravo in certe cose, ma ci stava davvero provando con tutto se stesso. - È per questo che dovresti andare al ministero. - tornò al discorso di prima, alla scelta giusta o sbagliata. Capiva la sua paura, ma sapeva che essere una mina vagante era anche peggio. Essere registrati al ministero garantiva l’antilupo tutti i mesi e meno rotture a livello legale. Per il resto, la paura e il dolore che gli avrebbe causato ogni trasformazione, non c’era rimedio. - L’antilupo è l’unico modo per non far danni. Io sono disposto a procurartela fin quando non ti sentirai pronto. - e con questo gli assicurava la sua vicinanza tutte le volte che fosse stato necessario, che avesse scelto di andare al ministero o meno.


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    Come ogni mese l’avvicinarsi della luna piena creava un certo nervosismo nell’animo di Gwain. Quel mese sarebbe stato peggio degli altri perché se fino a quel momento aveva sempre e solo avuto il timore di poter nuocere a qualcuno, ora sapeva di averlo fatto e portava quel peso sulla sua coscienza. Un osservatore inesperto non si sarebbe mai reso conto che ci fosse qualcosa a turbarlo, sempre preso nel mostrarsi duro e intoccabile. Eppure era così e ricevere una lettera di Derek non fece altro che aumentar il suo stato di agitazione. Il ragazzo gli aveva dato appuntamento nello stesso luogo nel quale lo aveva portato dopo il loro incidente. Il biondo era arrivato prima di lui, come se il non essere in ritardo potesse render più leggera la sua colpa. Da veri maschi non persero molto tempo in saluti e convenevoli. Derek aveva bisogno del suo aiuto, pur non essendo la persona più adatta Gwain era lì pronto a fare del suo meglio - Credi di aver fatto la scelta giusta? - anche lui prima della perdita della memoria aveva commesso lo stesso errore. Sapeva bene come gli altri si divertissero ad emarginare le persone per quel problema e capiva il suo desiderio di restar fuori dal mirino di tutti per un po’. - So come procurartela e tranquillo non da quel cretino da cui l’ho presa l’ultima volta. - tentò di rassicurarlo, sapendo che in quel momento nulla avrebbe potuto farlo realmente. L’idea di perdere il controllo per una notte intera, di lasciare il posto ad una bestia sanguinaria, non era facile da digerire. - Pago io - aggiunse, sapendo che era il minimo che avrebbe potuto fare. Oltre a doversi sentire in colpa, Gwain doveva essergli riconoscente per non averlo denunciato. - Come stai? - chiunque lo avesse conosciuto avrebbe saputo quanto gli era costato porgli quella domanda, mettere da parte l’orgoglio, interessarsi a qualcun altro che non fosse se stesso.


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    La sua vita era un bel casino, non gli era facile ammetterlo eppure era così. Iniziati gli studi all’accademia era certo di aver trovato un suo equilibrio, ma era una mera illusione. L’accademia gli aveva semplicemente fornito uno scopo, un motivo per andare avanti, un futuro al quale fino a quel momento non aveva voluto pensare. L’equilibrio era tutta un’altra storia. Si era tuffato a capofitto nei libri, mandando a quel paese tutto il resto. Aveva perso l’unica amica fidata che aveva, per sentimenti nascosti e taciuti che avevano incasinato tutto e nel tentativo di distrarsi aveva incasinato la vita a qualcun altro. Aveva trasformato Derek e per quanto cercasse di non pensarci, per quanto cercasse di scaricare la propria coscienza, non ci riusciva. Era vero, la colpa non era del tutto suo. Se l’antilupo non fosse stata contraffatta le cose non sarebbero andate così, ma ripeterselo in continuazione non bastava. Synni gli mancava, non poco, lei avrebbe saputo come prenderlo, avrebbe trovato il modo migliore per farlo sentire meglio, per fargli capire che continuare a piangere sul latte versato era inutile. Ma ormai non meritava più neanche lei. Le aveva fatto troppo male. Fingeva un esistenza normale in accademia, fingeva talmente bene da riuscirsene a convincere anche di tanto in tanto, anche se non era così. Quel giorno era in mensa, solo come suo solito, mangiare un pasto di cui avrebbe fatto volentieri a meno, quando una voce interruppe il suo flusso di pensieri. - Pensavo non ti piacesse come appellativo - accennò un breve sorriso inarcando le sopracciglia. Di fronte a se aveva Agatha, la ragazza che aveva sfidato durante il primo turno del esame in accademia. Lei era stata una sfidante leale e la lealtà le era costata la vittoria, ma Gwain era abbastanza gentiluomo da non rinfacciarglielo. - Prego - acconsentì volentieri a farla sedere. Da quando era al campus erano davvero poche le persone con le quali aveva scambiato due chiacchiere e la maggior parte delle volte si era trattato di un mero scambio di appunti. Comportarsi come un normale ventunenne era un buon modo per smettere di pensare. - Si, non credevo mi sarei potuto divertire tanto nello svolgere un esame - quella frase suonava molto da secchione pur non essendola affatto. Gwain amava le sfide e una prova del genere non poteva far altro che accendere il suo lato competitivo - No, non ne sapevo nulla. - si era lasciato talmente prendere dallo studio da non aver guardato neanche i volantini presenti nelle bacheche. Di solito si divertiva ad imbucarsi alle feste, ma negli ultimi mesi non si era concesso neanche quello. - Sono super incasinato con i corsi per aggiungere degli stupidi allenamenti - immaginava che una partita di quella portata avrebbe impegnato più di un pomeriggio, la cosa non lo allettava. - Se non ti avessi vista all’opera mi sarei lasciato scappare una battuta. Ti avrei chiesto se ti eri già iscritta come ragazza pon-pon… in questo momento ho un po’ paura a farla però.



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    Squadra 1-3
    Jace/Gwain

    Gwain era ancora intento ad inseguire il boccino quando si era ritrovato in un altra sala con il capo auror nordico. L’uomo era intento a fare i complimenti a tutti i presenti. A quanto pareva era riuscito a passare la prima fase del gioco e la cosa non gli dispiaceva affatto. Per quanto la bambolina fosse stata una degna avversaria, aveva vinto il migliore, cioè lui. Quella però era solo la prima prova, ora gli toccava svolgere la seconda. La cosa appariva un po’ più complicata perché era una prova che si basava su fiducia e collaborazione. Sulla seconda avrebbe anche potuto lavorare, ma la prima era un vero e proprio problema. Puntava sul fatto che la sua competitività avrebbe vinto sulla sua sfiducia nell’umanità e che ritrovandosi con lo sguardo coperto non avrebbe potuto far altro che affidarsi al ragazzo mingherlino al quale era legato. Doveva ammettere che aveva una voce simpatica, cosa che normalmente lo avrebbe spinto ad odiarlo, ma che si ritrovò ad apprezzare in quel momento. - Ti starò appiccicato come alle chiappe di una bionda, vai tranquillo - l’idea di stare il più vicino possibile non era sbagliata, soprattutto assicurava a Gwain una maggior possibilità di parare dei colpi che non avrebbe visto arrivare. - Dimmi se vado bene. Vapom! - non era esattamente il tipo di strategia che il biondo preferiva, ma bendato non aveva molte possibilità di controbattere. - Dominusterra - castò entrambi gli incanti, preoccupandosi non poco nel sentire quali fossero quelli utilizzati dagli sfidanti. - Inizia a fare un po’ caldo qui - tentò una battuta sarcastica e mentre il terreno oscillava sotto ai loro piedi penso di lanciare un altro incanto. - Acqua Eructo. Dimmi che ci sono andato almeno vicino…- sperava di aver colpito gli avversari o almeno di aver scansato il serpente che gli avevano lanciato contro. - Allora, dimmi da che lato sta arrivando il serpente. - attese un paio di secondi le istruzioni prima di castare un Vipera Evanesca. - Ok… dall’altro lato parlano di schiantesimi. Non so tu, ma a me non ispira molto la cosa. Everte Statim! - sperò vivamente di essere andato a segno - Expelliarmus! - cast il secondo incanto per sicurezza, perché quella non era mai troppa. - Se hai altri suggerimenti sono tutto tuo!


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    Alzò le spalle rassegnato. Non poteva controbattere nulla su quello che gli aveva appena detto il ragazzo. La sua storia faceva schifo, così piena di bassi che ormai si chiedeva se gli alti potessero o meno esistere davvero. Ci aveva fatto l’abitudine, quasi non provava più a far cambiare le cose. - Come vuoi - gli regalò un sorriso appena accennato che per i suoi standard era già tanto. Era felice che avesse cambiato idea per quanto riguardava la denuncia, gli sembrava così sincero da volergli credere e non avere alcuna paura nel vederlo andare via. Avere guai con la legge non era nei suoi piani fin dopo la laurea, se le cose fossero andate bene anche dopo. - Certo - alzò nuovamente le spalle e con esse gli angoli delle labbra. Gli aveva rovinato la vita, il minimo che potesse fare era non abbandonarlo quando tutto avrebbe fatto davvero schifo.


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255 replies since 24/11/2017
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