alarm

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  1. #oxymoron
     
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    Non sono meravigliato dalla sua reazione. Non credevo si affidasse alle mie parole senza batter ciglio, dopotutto è venuto qui alla ricerca di prove e non di chiacchiere. Io d’altro canto potrei semplicemente ignorarlo ed esser fiero di aver almeno provato a mettere una pulce nella sua testa bacata da fantoccio di uno psicopatico. Potrei farlo, eppure si muove in me una sorta di empatia che mi spinge a rimuginare sull’ipotesi di cercare realmente qualcosa da dargli per prendere in mano la sua vita. Sarà che in fondo è ciò che desidero per me o forse la vicinanza con alcune persone mi ha rammollito. “Io sono malato o sei tu che sei un ingenuo?” Gli chiedo, conscio di star continuando ad istigare la sua già labile pazienza. Non cerco una guerra ulteriore ma solo di far sì apra la mente. “Hubert… ops, tuo padre, voleva ampliare il suo giro di affari rifacendosi sul nostro.” Continuo a parlargli, tenendomi bene a distanza dalla sua furia. Immagino tuttavia di essere prevalentemente in salvo visto la presa che ancora ho sulla ragazza. Pessima scelta quella di portarla nella tana del lupo, ma questo evito di dirglielo. Per ora. “I miei non erano nemmeno in città quella notte.” E’ questa la verità a cui lui fatica a credere. Un fraintendimento ha portato alla strage sbagliata che poi si è riversa su di noi con ancora più violenza. “E sai cosa? Hubert ha aspettato qualche anno per rifarsi anche su di noi. Ha fatto rapire me e mio fratello, sbattendoci per un mese in un capanno del cazzo in mezzo al nulla. Prova a cercare le prove anche di questo.” Questa però sono certa sia una parte della storia che nessuno gli abbia mai raccontato. Per un po’ hanno celato anche a me la realtà dei fatti, ma ora mentire è inutile. Se siamo a questo punto della storia, è giusto che tutto venga a galla. “Che tu ci creda o no mi spiace per quello che hai dovuto passare.” Gli dico dopo un lungo silenzio, indirizzando il mio sguardo verso il suo. Sono sincero quanto mai prima di adesso. E per mostrargli le mie buone intenzioni, mi avvicino a lui con la ragazza, aspettando l’afferri. “So cosa significa essere tirati su a bugie, mentre si è costretti a nascondere le proprie debolezze.” Quando lo fa, non abbiamo più niente da dirci. Lascio la presa e mi allontano. Appena dietro l’angolo mi smaterializzo mentre un rumoroso allarme suona agli intrusi.
    Un'ora dopo circa, avrei fatto recapitare al Chesterfield una lettera riportante la foto dei miei genitori impegnati ad una festa delle famiglie più ricche del mondo magico. La data e l'orario coincidevano con quelli del massacro della sua.


     
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8 replies since 7/4/2023, 00:09   111 views
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