Sweet sixteen

Mars

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    puntina

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    532

    Status
    Offline
    Edimburgo, ultimo weekend di agosto.

    Era un azzardo quello, lo sapevo benissimo. Eppure ci avrei provato lo stesso. D'altronde alcune cose andavano fatte a 16 anni, senza i genitori di mezzo e simili. E sentivo il bisogno di.. esprimere in qualche modo la mia esasperazione per come stava andando la vita negli ultimi mesi. Un modo stupido per esternare la voglia di... stravolgere tutto. Non avevo ancora bene in mente che cosa avremmo potuto fare, non ero a dire il vero, nemmeno sicura che sarei riuscita a convincere la Corvonero ma avrei fatto del mio meglio per convincerla. Infondo rompere qualche regola le avrebbe fatto solo bene: doveva incominciare a divertirsi.
    L'avevo fatta svegliare prestissimo, un regalo di compleanno invidiabile vero?
    Tanti auguri mia piccola maniaca del controllo!
    SVEGLIATI ALLE 6 CHE DOBBIAMO ANDARE! Dove? Non glielo avevo detto. A fare cosa? Neanche. Immaginate la gioia di Frau Millais nel non saper scegliere che cosa indossare e mettere in borsa... Avevamo preso il treno per andare ad Edimburgo.. d'altronde era una delle città più vicine alla scuola. Avevamo fatto qualche giretto e poi ci eravamo fermate davanti ad negozio. O meglio io mi ero fermata con un sorriso a trentadue denti, proprio vicino alla porta. La Corvonero mi aveva fissato per qualche secondo probabilmente convinta che fossi stata colta da paralisi.
    SORPRESA! Questo è il tuo regalo!
    Braccia alzate per indicare con eccessiva teatralità l'entrata del Tatto Shop. Già vedevo l'orrore nel suo sguardo quindi iniziai a saltellare prendendola per le mani.
    Oh Mars ANDIAMO! Abbiamo sedici anni, non facciamo MAI NIENTE! Spengi il cervello per una volta e facciamo qualcosa di.. spontaneo e istintivo!
    Beh sullo spontaneo e istintivo magari stavo un pochino barando dal momento che mi ero fatta mandare i fogli per l'autorizzazione di un genitore e avevo accuratamente provveduto a riempirli e firmarli. Cioè la firma dei genitori di Marsilda non la sapevo ma confidavo che lei ne fosse capace.. Era un istinto programmato ecco..
    Possiamo farci un tatuaggio piccolo piccolo.. oppure un pircing!! I pircing si possono togliere e rimettere! Andiamo! Sarà come suggellare la nostra amicizia, una cosa simbolica...
    Sbattere le ciglia all'infinito avrebbe funzionato?
    Che ne dici??
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    267

    Status
    Anonymous
    La spontaneità non è il mio forte, prendere le cose di petto gettandomici contro senza pensare è a dir poco spaventoso e irritante, specie perchè le poche volte in cui mi è capitato di lasciarmi andare è poi finito tutto in scatafascio.
    Ultimamente, però, sto cercando di mollare un pochino la presa sull'ansia e la compagnia di Daisy in un certo senso aiuta. Lei prende tutto così alla leggera, sembra sempre volare su una nuvola e quel pizzico d'invidia che provo nel vedere lei e Karen senza paura sta iniziando a bruciare. L'irlandese è una mina vagante che sa accendermi di una gelosia e bile fuori dal comune, e per quanto non riesca ancora del tutto a comprendere come possa salvarsi ogni volta allo stesso tempo detesto il mio voler essere come lei: un po' più libera.
    Nell'alzarmi alle sei del mattino ho lasciato fuori dalla borsa abbastanza paure e domande che convergono su mio padre e ciò che potrebbe pensare di me se mi sapesse in giro durante un viaggio non programmato, ed ho semplicemente... seguito il flusso.
    E poi, a ben vedere, una giornata passata con la mia unica amica Tassorosso non può farmi male, no?
    Passeggiare senza una meta e senza orario alla fine dei conti è anche divertente, e Daisy ha un sorrisetto contagioso che ho sempre apprezzato molto perchè le illumina tutta la faccia e, dopo un po', mi sono trovata ad imitarla. Per il momento è uno dei compleanni migliori che abbia mai passato da che ho memoria, il che la dice lunga sul tenore di quelli passati.
    La città è molto bella, mischia vecchio e nuovo in ogni angolo e vorrei avere il tempo di esplorarla tutta. Sto pensando di proporre a Daisy la scarpinata che ci porterà al castello adagiato sulla collina, quando la bionda si ferma davanti alla porta di un negozio non ben identificato. Solo quando mi comunica che all'interno vi è il mio effettivo regalo alzo lo sguardo verso l'insegna e, con orrore, mi rendo conto che si tratta di un negozio di tatuaggi.
    No. Assolutamente no.
    Occhi sgranati e tono perentorio che non ammette repliche, in un nanosecondo riesco a mandare al diavolo ogni passo avanti per farne cento indietro e tornare a comportarmi da solita vecchia bisbetica. E' per caso impazzita?! Un tatuaggio! A sedici anni!
    Siamo minorenni! Cosa ti viene in mente?!
    Oh, dio, perchè deve guardarmi con quegli occhi da cucciolo di foca mentre parla di suggellare la nostra amicizia... Non è giusto! Non posso presentarmi a casa con un tatuaggio e non saprei nemmeno cosa farmi fare! E poi non ti fa un male del diavolo quel maledetto ago che penetra nella carne? E se il proprietario fosse uno di quelli che non disinfetta gli aghi e ci venisse un'infezione?!
    Continuo a guardarla incredula mentre tira fuori dei fogli con un permesso firmato dai suoi genitori. Una firma falsa! E si aspetta che io faccia lo stesso con mio padre! Vorrei mettermi una mano nei capelli e gridare, ma riesco solo a rimanere lì, immobile, mentre continuo a far volare gli occhi da lei allo spazio vuoto che attende solo un colpo di penna, forse nella speranza che mi svanisca davanti in una nuvola di fumo.
    Daisy, mio padre... Lui è molto rigido, dubito approverebbe e-e io non...
    Io ho molta paura di lui, pur odiandolo. Quella realizzazione era arrivata come un colpo di frusta durante la mia ultima conversazione dal vivo col Capo Auror Ramirez, in un momento in cui mi ero trovata per l'ennesima volta a provare invidia per qualcosa che non avevo mai veramente avuto: vederlo lì, a parlare con sua figlia con così tanto amore, e tutta quella gentilezza che aveva riversato su di me pur non conoscendomi, e solo perchè in parte era riuscito a capire che qualcosa non andava.
    La realtà è che mio padre non si merita il mio rispetto, però non riesco a fare a meno di obbedirgli perchè sono convinta sia un mio dovere, in quanto sua unica erede. Ogni giorno tento di convincermi che lui mi vuole bene, seppur a modo suo, però da quando mi ha rotto il ginocchio vi è pure uno strano suono sgretolante che si mischia ai miei pensieri... Come se stessero andando lentamente a pezzi.
    Mi morsico il labbro inferiore e volgo il capo verso la porta, se facessi un passo verso di essa mi condurrebbe verso qualcosa che non conosco, una nuova me che devo ancora scoprire e mi provoca tanto terrore. E poi qual è l'alternativa? Deludere la mia amica e me stessa solo perchè non ho avuto abbastanza coraggio?
    Tiro un lungo sospiro e scuoto la testa, incredula di ciò che sto per dire.
    Prestami la tua penna, per favore.
    Continuo a scuotere il capo persino mentre firmo alla bell'è meglio col nome di papà quel dannato permesso, però sento l'ombra di un sorriso farsi strada sul mio viso insieme al sollievo. La mia amica mi sta aiutando a togliere un grosso peso, e nemmeno lo sa.
    Che sia una cosa minuscola però, e ben nascosta!
    L'ultimo ammonimento prima di entrare, nel peggiore dei casi se non dovessi trovare un design di mio gradimento potrei sempre puntare sui buchi ai lobi delle orecchie... Mi sono sempre piaciuti gli orecchini preziosi di mamma, però non ho mai potuto indossarli. Forse se glielo avessi chiesto mi avrebbe portata lei a farli, ma mi sono sempre trattenuta.
    L'ambiente interno è caratteristico a dir poco: pieno di stampe e disegni sui muri, foto di tatuaggi colorati ed enormi. Il tizio al bancone sembra voler copiare l'arredamento perchè è altrettanto colorato e coperto di disegni, però ha un viso gentile quando ci sorride. O forse lo fa semplicemente ridere il modo in cui mi guardo attorno, come fossi un pesce fuor d'acqua atterrito dai troppi stimoli sensoriali.
    Sembrano... Ben fatti. Oddio quel teschio è un po' inquietante, non ti ricorda il simbolo dei Mangiamorte?
    Sussurro all'orecchio della bionda mentre arranco verso il bancone col cuore che mi batte a mille. Nemmeno mi sono resa conto di averle stretto la mano, come quella volta durante la lezione di DCAO in cui il professor McCormac ha attentato alle nostre vite.
    Grazie comunque per aver organizzato questa giornata, io... Lo so che non sono brava a dimostrarlo, ma mi sto divertendo. E sono terrorizzata, però è bello. Credo.
    L'ignoto è come un buco nero nello spazio, pronto ad inghiottirti e trascinarti in un luogo sconosciuto, forse durante il viaggio non sopravvivrai nemmeno, però potrai dire di averci provato.
    Comunque è stata lei ad avere l'idea, quindi che vada per prima a parlare con l'uomo tatuato. La spingo con gentilezza e fermezza, ed un sorriso allegro sulle labbra, finalmente.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    puntina

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    532

    Status
    Offline
    Non volevo forzarla a fare questa cosa: dopotutto se non le fosse piaciuta l'idea non avrei insistito più di tanto. Il problema con Marsilda era che era sempre molto difficile capire da chi fossero stabiliti i limiti che si poneva. La piccola Corva era ligia alle regole, amava l'ordine, amava la sicurezza. Ma io lo vedevo che c'era di più là sotto a quella piccola bisbetica germanica. Ogni tanto la chiamavo così per scherzare e riuscivo bene a percepire quanto quegli appellativi le dispiacessero. Non mi diceva niente, accennava anche una specie di sorriso segnalando che stava al gioco, giusto perché ero io a dirglielo... ma riuscivo anche a vedere come l'angolo della bocca si piegava quando il sorriso di circostanza rientrava. Marsilda non amava l'ordine e le regole.. qualsiasi cosa ci fosse dietro a quel guscio di marmo bianco avrebbe voluto uscire. Non sapevo cosa glielo impedisse, eppure sapevo che voleva uscire.. anche solo per un attimo prima di tornare dentro al sicuro.
    Come quando eravamo andate a vedere l'aurora boreale: avevo come l'impressione che la vera Marsilda fosse quella lì e avrei voluto conoscerla meglio.
    Il mio sbattere le ciglia e saltellare letteralmente per esprimere l'impellente bisogno che mi dicesse di sì, diedero i suoi frutti.
    Sssssh! Noi NON siamo minorenni! Tu hai appena compiuto 18 anni!!
    Ma vedi tu se doveva rovinare la nostra copertura così! Mi guardai attorno con fare sospettoso quando nominò suo padre. Non mi stupiva che fosse severo, d'altronde quella rigidezza doveva pur venire da qualcuno.. eppure..
    ...io non lo vedo in giro...
    Sarcasmo a parte.. le presi la mano, avvicinandomi un po' a lei per allungarle la penna con discrezione mentre un sorriso trionfante mi si dipingeva in volto. Annuii alle sue parole, cercando di non ballettare troppo con i piedi: urca l'avevo convinta lo facevamo davvero!!
    Non lo scoprirà mai: troveremo una collocazione adatta, dove i padre non guardano!
    Anche mio padre sicuramente non ne sarebbe stato felice... eppure ormai avevo una cicatrice enorme su spalla, braccio e schiena: davvero aggrapparsi all'irresponsabilità di un tatuaggio sarebbe stato ridicolo.
    I corpi sono i nostri dopotutto.. siamo le uniche che devono decidere..
    Mi dava l'idea, l'impressione di avere il controllo su qualcosa. Non potevo decidere di trasformarmi, non era in mio potere evitarlo. Eppure poter decidere di fare qualcosa sulla mia pelle mi faceva sentire più.. potente. Mi faceva sentire che avevo il controllo.. una specie di simbolo, forse un'illusione. Eppure ne sentivo l'esigenza.
    Una volta dentro però diventò tutto leggermente inquietante: il tipo al bancone per esempio. Mi ero immaginata che ci avrebbe accolto lui dandoci precise istruzioni, assurdamente sapendo già perché eravamo là dentro.. non che dovessi andarci a parlare..
    Si ecco noi.. tutte e due.. vorremmo farci un tatuaggio. O un pircing. Dobbiamo ancora decidere..
    Sì, perché a dirla tutta la mia capacità di progettazione mi rendevo conto di quanto fosse stata astratta... Ero partita all'idea di un tatuaggio, salvo poi ricordarmi che forse, trasformandomi in lupo, e non sapendo di preciso dove diamine avessero il pelo i lupi mannari.. avrebbe potuto rimanere scoperto. E avrei potuto essere riconoscibile. Volevo esserlo..? Non avrei saputo rispondere a quella domanda e mi ritrovai momentaneamente spaesata mentre sfogliavo alcuni esempi con Marsilda. C'erano un sacco di fiori.. eppure forse il riferimento sarebbe stato troppo immediato..
    ...io credo che farò un pircing..
    decretai alla fine annuendo, come a convincermi.
    Ehm.. dove.. dove si possono fare i pircing..?
    Chiesi all'uomo del bancone che mi allungò un foglio con una specie di sagoma umana costellata da frecce in ogni dove su un lato e dall'altra un orecchio che sembrava una mappa stellare.
    ..ommioddio anche lì...?
    sussurrai osservando come uscissero frecce col nome del pircing letteralmente da ogni dove. Quelle erano un NO, decisamente un NO!
    Oh all'ombelico sarebbe carino...
    Avrei potuto toglierlo alla luna piena e poi rimetterlo subito dopo..Mi morsi l'interno della guancia, spazientita da come quella cosa dovesse rovinare TUTTO anche una cosa così che non ci entrava niente!
    Mars che ne pensi?
    Non mi avrebbe impedito di fare quello che volevo.. io mi rifiutavo che l'essere lupo mannaro dovesse rovinare tutto!!
    Il mio sguardo cercò l'aiuto della Corvonero: dopotutto era lei quella intelligente...
    Ehm... forse ci serve qualche minuto... tipo 27... o 45... per decidere bene..
    pigolai verso il tatuatore, con un sorriso impacciato.
    Hai trovato qualcosa che ti piace?
     
    Top
    .
2 replies since 1/9/2022, 13:09   49 views
  Share  
.
Top