A dutiful apology

Daisy

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  1. -Daisy Locke
     
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    Sollevai le sopracciglia senza riuscire a frenare la mia lingua
    Però ne hai di autostima eh?
    Poco c'entrava con l'aspetto fisico: trovavo difficile pensare che potesse avere tutto questo successo con le ragazze per via del suo atteggiamento e del suo modo di parlare. Tutta quella confidenza non aveva basi, se l'era presa e basta affibbiando nomignoli e invadendo gli spazi altrui. Lui non era abituato a sentirsi dire di "no". Non sapeva accettarli e probabilmente li trovava inconcepibili. La storia della sua famiglia mi fornì in qualche modo conferma di questo. Il preferito dalla madre, sicuramente messo su un piedistallo, circondato da qualsiasi cosa avesse sempre voluto. Ricompensato con qualche oggetto di valore per mancanze.
    Queste persone non avrebbero mai dato importanza a nessun'altro che non fosse loro. Il mondo girava intorno a loro. Tutto quel che succedeva attorno era un effetto collaterale. E probabilmente avrei dovuto sentirmi in colpa per quello che gli avevo detto.. ma non ci riuscivo. Forse aveva ragione Axel.. forse dovevi davvero attaccare per primo. Forse funzionava davvero così nel mondo dei maghi: dovevi mostrare i denti e far capire a chi avevi davanti che non eri inerme. Infondo cosa ci avevo guadagnato a fare diversamente? Se anche fossi stata gentile con Oliver in cortile, non sarebbe cambiato niente. Avrei dovuto mollargli un calcio ben assestato o un immobilus e togliermi di torno. La luna stava per cambiare.. aveva iniziato a crescere e ogni volta in quei giorni era più facile essere meno tolleranti, più rabbiosi in un misto di preoccupazione, ansia e paura. E forse anche di influenza del satellite.
    Incrociai quindi le braccia, stringendo con le dita il lembo della manica della maglia, aggrappandomi a esso come a cercare una rigidezza che non sentivo di avere. Sforzandomi, come un gatto che gonfiava la coda e alzava il pelo, di apparire più risoluta e meno delicata di quanto non mi sentissi.
    Mi dispiace, hai ragione.. non avrei dovuto mostrare tanta insensibilità. E' piuttosto ovvio che non sei mai stato criticato in vita tua. Avrei dovuto essere più delicata verso il tuo.... fragile ego di carta.
    Axel ti guardava negli occhi quando voleva metterti a disagio e cercai di sforzarmi di farlo anche io, cercando di non abbassare lo sguardo ma di sostenerlo. Non sapevo quanto minaccioso potesse essere... speravo solo non fosse vergognosamente impaurito. D'altronde il suo discorso sulle mutande non era affatto rassicurante ma contribuiva a renderlo solo terribilmente.. viscido.
    Sai chi sono dei grandi collezionisti di solito? I serial killer...
    Mi stavo pentendo di aver lasciato il vaso. Non avevo ancora recuperato la bacchetta.. non avevo niente a disposizione. Avrei solo potuto sperare in una magia involontaria, del tutto imprevedibile nella manifestazione e negli esiti.. una smorfia disgustata mi apparve sul viso all'immagine che qualcuno gli lanciasse addosso le proprie mutande.
    Buon per te..
    commentai asciutta. Non sembrava voler mollare neanche per le cuffie: come detto non sembrava capace di accettare un "no". Ma quella era una questione che avrei affrontato in un altro momento.
    Il serpeverde decise che sarebbe stata un'ottima idea dimostrare la sua bontà d'animo offrendo la sua faccia come sacrificio per le offese arrecate.
    Non mi interessa picchiarti Oliver: voglio solo che tu mi lasci in pace. Torna dalle tue fan ad ampliare la collezione, riceverai sicuramente tutto ciò che chiedi e l'attenzione che tanto brami.
    Doveva solo andare via. Era così difficile? Non aveva altro da fare?? Il ragazzo avvertì la mia voglia di averlo fuori dalle scatole e sembrò trovare così uno stimolo proprio nel rimanere.
    Sono questioni familiari: non è gentile immischiarsi.
    Fu la mia risposta precipitosa, detta con un tono di voce più acuto del normale, spostandomi per occupare più spazio possibile sulla porta della serra.. eppure già lo sapevo, riuscendo a vedere quella scintilla nello sguardo: più mi frapponevo e più avrebbe voluto entrare. Lui come Axel si divertiva a mettere in soggezione chi aveva davanti, a cercare una posizione di vantaggio per avere il coltello dalla parte del manico. Si divertivano entrambi a giocare con gli altri come se fossero prede. Il modo di agire del bulgaro però era meno chiassoso e meno sfacciato, almeno con me, di quello del serpeverde che avevo davanti. Non ci mise molto quindi a scostarmi e superarmi, raggiungendo il pacco con la Antilupo in pochi passi. Sentii chiaramente tintinnare il vetro delle fialette e strinsi le labbra ed i pugni, temendo che si rompessero.
    Una sensazione di panico iniziò a farsi strada mentre il mio cervello era allo stesso tempo vuoto e pieno di domande su che cosa avrei dovuto fare. Non potevo toglierglielo di mano, anche se era il primo impulso. Era più alto, era più forte. E in quel momento mi faceva genuinamente paura per più di una ragione. Quando iniziò a scartare il pacchetto tuttavia sapevo che non sarei riuscita a fermarlo sfidandolo o aggredendolo. Se avessi detto la cosa sbagliata lo avrebbe aperto e avrebbe scoperto tutto.
    Sei sotto Starnutaria anche adesso?
    Non sembrava poi diverso dal ragazzo che una settimana prima era ubriaco in cortile. Aveva scelto un animale meno innocuo, sicuramente meno inquietante, ma rimaneva comunque lì davanti a imporre la sua presenza, trasfigurandosi i tratti e invadendo gli spazi altrui. Feci qualche passo in avanti, allungando la mano per afferrare un estremità del pacchetto e tentare di riprendermelo
    O sei così e basta?
     
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