A dutiful apology

Daisy

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  1. -Daisy Locke
     
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    Dannazione, non avevo la benchè minima idea di cosa fosse la Starnutaria! In realtà non avrei saputo le proprietà di nessuna cosa avesse risposto, eppure era stata la prima cosa che mi era venuta in mente di chiedere. Non dissi niente quindi, limitandomi ad osservarlo con le braccia incrociate.
    Forse hanno i loro motivi per farlo.. te ne viene in mente nessuno?
    Probabilmente se fossi andata a riferire l'accaduto al Preside lo avrebbero sospeso... o forse no. Si poteva sospendere o espellere qualcuno perché aveva creato una situazione veramente inquietante, usato la magia per, potenzialmente tirarmi su a mezz'aria per disarmarmi e farmi bere alcolici a forza per pareggiare l'umiliazione di aver provato a rispondergli a tono? Io non avevo visto che cosa era successo dopo. Ma lui forse non lo sapeva. In ogni caso la sensazione di impotenza e paura continuavano a tenermi ben ancorata a una diffidenza viscerale: non volevo mai più trovarmi in una situazione simile o temere che potesse farlo di nuovo. Ai miei occhi Hogwarts e il mondo a cui apparteneva erano già sufficientemente ricchi di insidie e violenza per aggiungerne altra. E la sua descrizione di "amici" non mi spingeva affatto a mettere da parte tale diffidenza.
    Non intendo niente di ciò che hai appena detto... è evidente che non hai proprio idea del significato del termine "amici".
    Non era la prima volta che incontravo qualcuno tra le mura di quella scuola che ritenesse gli altri solo persone di cui diffidare e da cui vedersi. La bontà d'animo in amicizia c'entrava poco, questo ragazzo non aveva la benchè minima idea di che cosa volesse dire avere qualcuno che teneva a te, tanto da non saperne neanche la definizione e non riuscire ad immaginare l'istinto di protezione verso qualcun altro mosso semplicemente dall'affetto nei suoi confronti. Disinteressato? Non del tutto.. l'amicizia come ogni altra cosa andava guadagnata e costruita.
    Se non hai nessun amico forse dovresti farti qualche domanda..
    Lui non avrebbe fatto niente per nessuno in cambio di niente, e questo era ciò che riceveva in cambio. Avrebbe forse dovuto farmi pena, eppure, data la prima impressione di poche sere fa, non riuscivo neanche a provare una vena di compassione per una persona evidentemente sola. La sua mancanza di empatia era evidente e da quella semplice frase, aveva del tutto senso.
    E poi c'era la questione delle mutande oscene. Sollevai le sopracciglia davanti alla sua sorpresa, cercando di resistere in modo stoico all'imbarazzo circa la questione, sopratutto quando ripetè "proboscide".
    Non sto insinuando un bel niente: c'era il tuo nome su delle mutande sul mio letto a forma di elefante con la proboscide per il.. e le orecchie e addirittura degli occhi sopra!
    In ogni caso, mi ritrovai aggrottata come un carlino per quello si sentì in dovere di specificare.
    ....nel senso che tu conservi le mutande di altre persone?!?
    Continuava comunque a sostenere di non saperne niente e che lui mi aveva spedito solo le cuffie, sottolineando lo sforzo incredibile nel reperirle e sottintendendo il valore economico che avevano. In effetti erano delle buone cuffie, niente di paragonabile al mio banale auricolare ma non le volevo. Non da lui.
    Mi dispiace che tu abbia perso tempo: sono sicura che potrai rivenderle velocemente o usarle tu stesso. Non voglio sentirmi in debito con te ne farti credere che bastino dei regali per farmi cambiare idea sul tuo conto. Darti il beneficio del dubbio è un rischio che non voglio correre.
    Poi si avvicinò, mossa sbagliata.. che sicuramente non contribuiva a migliorare la sua situazione. Arretrai finendo contro la porta della serra. Il serpeverde chiuse gli occhi, invitandomi a colpirlo in faccia per pareggiare i conti.
    Rimasi immobile qualche secondo, scrutandolo, nella sicurezza di non essere vista. Non avevo voglia di colpirlo. Non ero arrabbiata con lui, non era quella la sensazione principale. Io avevo paura di lui e la mia risposta alla paura tendenzialmente era la fuga, non l'attacco.
    In quel momento tuttavia, un rumore sordo proveniente dalla serra mi informò che il mio pacco era arrivato.
    Il motivo per cui mi trovavo lì era ricevere la consegna della pozione antilupo per quel mese. Mi trovavo più a mio agio a riceverla fuori dall'ufficio del Preside, come se in qualche modo fosse più difficile essere scoperta recandosi alle serre, generalmente vuote, che non puntualmente una settimana prima della luna piena assieme all'altro tizio con la cicatrice in faccia.
    Il pacco era sempre ben imballato, tuttavia il mio disagio aumentò ulteriormente nella paranoia di essere scoperta. Mi portai ben davanti all'ingresso della serra, poggiando le mani su entrambi gli stipiti, per impedirgli di entrare e curiosare.
    Ho da fare Barnes, hai finito? Riavrai le cuffie stasera stessa.
    Vattene e basta... con questo caldo la pozione si rovinerà di sicuro, non posso tenerla in una serra per troppo tempo...
     
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5 replies since 4/8/2022, 21:57   140 views
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