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    Se aveva creduto che la magia lo avrebbe rimesso a posto nell’arco di poche ore e che sarebbe potuto tornare subito a casa si era sbagliato di grosso.
    La magia può curare molte cose in pochi secondi, minuti o ore ma le ferite inflitte da creature magiche non sono tra queste. Soprattutto i morsi di un lupo mannaro.
    Finn ha dovuto fare subito i conti con il fatto di dover passare al San Mungo diversi giorni e la cosa non gli è piaciuta affatto. Nonostante il giovane americano non abbia protestato, Hank deve aver percepito subito il suo disagio, glielo ha letto in faccia, perché Hank ormai è bravo ad interpretare le emozioni di Finn, ed il primo giorno è rimasto con lui fin oltre l’orario di visita.
    Il secondo giorno il tenente si è presentato di mattina prima di andare a lavoro, facendo il suo ingresso imprecando contro le passaporte, definendole strumento del demonio. Ha portato a Finn una tuta - “così puoi toglierti quella ridicola camicia da notte che ti hanno rifilato” - alcuni libri, il “cibo da conigli” che gli piace tanto, ed il suo cuscino. Lo ha aiutato a cambiarsi perché da solo Finn non ce l’avrebbe fatta, ancora troppo debole per alzarsi in piedi, e ha sostituito il cuscino troppo basso del San Mungo con quello del ragazzino - “Non ti senti già meglio?" -.
    Finn sa che ha fatto tutto questo per dargli una parvenza di conforto, per farlo sentire un po’ a casa, e non sa esprimere a parole la gratitudine che prova nei confronti del padre per tale gesto.
    Quando Hank se ne va, la stanza sembra ancora più vuota di quanto non lo sia già. Finn guarda l’ora e sa che Jasper non arriverà fino pomeriggio, quando avrà finito le lezioni.
    Si sente un po’ solo ed abbastanza giù di morale, con la testa piena di pensieri che fatica ancora ad accettare l’idea della maledizione. Gli si stringe lo stomaco ogni volta che ci ripensa e distrarsi non è facile.
    Per un po’ prova a leggere, per portare la testa altrove, ma è ancora molto provato dalle ferite e non riesce a rimanere sveglio troppo a lungo, soprattutto quando gli danno gli antidolorifici che lo rendono sonnolento.
    A questo giro di pozioni gli hanno dato anche qualcosa per far abbassare la temperatura troppo alta e nell’arco di mezz’ora Finn è KO.
    Si addormenta semi seduto contro i cuscini, il libro abbandonato sul petto.
    Non sa quanto sia passato quando viene svegliato dal rumore della porta che si apre cigolando appena ed i passi di qualcuno che si fa strada nella stanza.
    È ancora un po’ intontito nell’aprire gli occhi e ci impiega qualche secondo a mettere a fuoco la presenza. Dapprima pensa che si tratti di un’infermiera, poi a mano a mano che diventa più lucido si rende conto di conoscere bene quegli occhi che lo stanno fissando.
    “Oh…” si lascia sfuggire cercando di scivolare indietro per mettersi seduto meglio.
    Link ha qualcosa di diverso e forse per questo non l’ha riconosciuta subito - oltre al chiaro intontimento da sonno e medicine -. Finn guarda con sorpresa i capelli nerissimi che incorniciano il volto della ragazza e per un attimo si chiede se sia davvero lì.
    Non si sono parlati in più di un mese. Dopo che lei lo ha cacciato dalla stanza quella notte, Finn ha provato ad approcciarla solamente un paio di volte decidendo poi di non volerle fare pressioni e di lasciarle il tempo di andare lei da lui quando lo avesse voluto. Aveva iniziato a pensare che Link non lo avrebbe mai fatto è che non si sarebbero mai più parlati.
    Nel guardarla, lasciando che il silenzio si interponga tra loro per qualche secondo, si rende conto di aver sentito terribilmente la sua mancanza. Ne era già consapevole in realtà, ma adesso capisce quanto gli abbia fatto male starle lontano.
    “Ciao…” riesce a dirle infine e nel rivolgersi direttamente a lei il suo cuore inizia a battere un pochino più forte.
    È felice di vederla, ma è troppo sfinito per mostrarlo, ma soprattutto ha paura che lei possa voltarsi ed andarsene subito senza dire una parola, per cui non si concede più di tanto di provare felicità.
    “Come stai?”
    Vorrebbe saper leggere le espressioni e capire cosa le stia passando per la testa in quel momento, ma per Finn le emozioni di Link sono attualmente indecifrabili e per la prima volta si sente frustrato dalla propria incapacità di comprendere gli altri.
    “Vuoi sederti? Rimani un po’?” glielo chiede , ancora con il timore che lei possa cambiare idea ed andarsene. “Mi piacciono i capelli. Ti stanno bene”
    Continua a guardarla, con il cuore che batte veloce, e decide di abbozzare un lieve sorriso.
    “Mi manchi molto” perché Finn è fatto così, non usa mezzi termini per dire cosa gli passa per la testa.
     
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    Quando il fratello di Finn mi approccia in Accademia ne rimango inizialmente sorpresa, poi una smorfia di fastidio mi trasfigura il volto al pensiero che Dumbo possa essersi fatto avanti per farmi la predica o altre stronzate simili... Io ed il piccolo Anderson non ci parliamo da un bel po', ho preso le distanze a causa del mio fottuto orgoglio ferito, e lungi da me impedirgli di parlare del mio essere un'idiota con altre persone, specialmente visto il modo in cui io stessa mi sono presentata davanti al suo adorato professore dalle spalle larghe, però se il damerino impomatato si aspetta delle scuse allora ha preso la strada sbagliata.
    Mi detesto per quanto sono stata stupida nel cadere ancora nella trappola delle infatuazioni amorose, eppure dopo Fenrir pensavo di aver imparato la lezione, invece mi si è presentato davanti quello stupido ragazzo che è stato tanto affettuoso e sembrava davvero preoccupato per me e abbracciarlo era così bello e... E se anche lui sta soffrendo per questa separazione allora ben venga. Se lo merita.
    Sono pronta a mostrarmi inamovibile davanti alle eventuali preghiere di Jasper perchè non ho intenzione di rivedere suo fratello ancora per un bel po', meglio se mai più onde evitare ricadute del cazzo. Non importa quanto mi manchi sentirlo parlare come una vecchia zia ottantenne, questa volta non cederò.
    Guardo dal basso e con totale disprezzo il ragazzone, le braccia incrociate al petto come se volessi pararmi da ogni colpo o tenerezza che mi lancerà addosso per farmi pena. Peccato che non sia realmente pronta a ciò che ha da dirmi, e l'armatura cede con un tonfo insieme alla mascella e all'espressione da dura.
    Finn è in ospedale perchè è stato attaccato da un lupo, e non uno di quelli piccoli.
    Le orecchie mi fischiano e sento di dover detestare quest'ondata di preoccupazione che mi preme sul petto, ma non riesco a reagire in un altro modo. Jasper dice che sta bene, ma sicuramente gli farebbe piacere rivedermi, nonostante tutto.
    Dovrei piantarmi le unghie nei palmi per fermarmi e poi tirare una testata contro un muro per impedirmi di sentire tutto questo, perchè mi merito di meglio e non voglio più stare così male... Però il signor Hellstrom ha detto che devo somigliare solo a me stessa, non a qualcun altro, e la vera Lincoln Hargreeves vuole presentarsi davanti a quella testa di cazzo che l'ha fatta piangere col suo non accorgersi mai di niente.
    Ha rischiato la vita, il piccolo Anderson, e non gli voglio così male da volerlo morto. La verità è che non gliene voglio affatto.
    Vado al San Mungo poco dopo aver appreso la notizia, non m'importa di perdere un paio di lezioni, i voti vanno alla grande perchè in questo periodo sono riuscita a concentrarmi solo sulle creature magiche e posso permettermi una pausa.
    L'ospedale ha un'odore che non mi piace, punge l'interno del naso da quanto mi sembra forte. Chissà se anche a Finn da così fastidio, ma pignolo e amante dell'ordine com'è dubito.
    Un'infermiera mi guida verso la sua stanza e, quando entro, mi colpisce subito il libro posato sul suo petto e la tranquillità con cui sta riposando. Non è vestito con la divisa dell'ospedale e forse è un bene il non riuscire a vedergli le fasciature sugli arti perchè avrebbero alimentato il tarlo della preoccupazione che già mi sta mangiando viva.
    Quando apre gli occhi ritraggo di un passo, sorpresa dal tuffo al cuore che ho sentito più che dal dispiacere di averlo svegliato. E' smunto e palesemente stanco, ma sempre bellissimo. Fanculo.
    Rimango distante, mi tormento il labbro inferiore con i denti perchè non so bene cosa rispondergli quando mi chiede come sto. Di merda, sarebbe la risposta giusta, ma anche bene perchè lui è vivo e stiamo parlando e vorrei fuggire ma anche rimanere e... Porto una mano ai capelli quando li nota, quasi mi fossi accorta solo ora di aver cambiato colore. E' stata una scelta improvvisa, come tutte quelle inerenti alla chioma, sentivo il bisogno di un drastico cambiamento rispetto a quel biondo platino. Forse speravo di diventare una persona diversa, una che non così ingenua e incline ad amare facilmente il primo scopamico che la tratta da essere umano.
    Grazie.
    Abbozzo un sorriso simile al suo, mi sono sempre piaciuti i complimenti e persino in una situazione come questa non potrei farne a meno.
    Il sorriso cede ed inizio a strofinare nervosamente le mani una sull'altra quando afferma di sentire la mia mancanza. Guardo lui, la sedia accanto al letto e poi la porta da cui sono entrata un attimo fa chiedendomi cosa voglio fare e come sarebbe giusto comportarmi. L'ho visto, no? Sta bene, quindi posso andare via a testa alta solo per il gusto di farlo stare male tanto quanto lui ha fatto con me... Però lui non l'ha fatto apposta, e tu lo sai benissimo, stronza che non sei altro.
    Non si può scegliere chi amare e non è colpa di nessuno se tu hai scelto lui e lui ha preferito qualcun altro. Posso sopportare di essere solo sua amica mentre lui guarda con occhi sognanti il suo professore, se questo significa poter averlo accanto ancora per qualche tempo. Perchè era bello avere qualcuno così tanto preoccupato per me da voler distruggere i miei incubi e gli voglio ancora bene.
    Anche tu mi sei mancato.
    Cedo con un sospiro, piombando sulla sedia stringendo le mani a pugno nella speranza di non dovermi pentire di questa scelta del cazzo.
    Tuo fratello mi ha raccontato quello che è successo, cosa cazzo ci facevi nel bosco da solo di notte? Non hai sentito di tutti quegli attacchi?! Potevi farti ammazzare e poi... poi chi si sarebbe preso cura della salamandra che ti ho regalato?
    Il nervosismo mi fa parlare di getto, rilascio emozioni imbottigliate da qualche tempo gesticolando come un'ossessa mentre lo guardo con occhi increduli e furenti.
    Tu non puoi... Non puoi andare in giro così, come se niente fosse, quando ci sono dei cazzo di lupi psicopatici per il campus! Ti ho già perso per un po', non voglio farlo per sempre, ok?!
     
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    Link sembra esitare quando Finn la invita a sedersi e lui avverte per un attimo l’ansia di vederla andare via.
    Alla fine la giovane si siede e lui non può fare a meno di farsi sfuggire un altro sorriso, questa volta di sollievo, nell’osservarla prendere posto accanto al letto.
    Allora si rilassa contro i cuscini, con il corpo già stanco per quel poco movimento che ha fatto, e la guarda, quasi non riesca a credere che lei sia davvero lì.
    Non si aspettava che andasse a trovarlo, non immaginava nemmeno che lei sapesse che è lì al San Mungo, credeva che ormai Link lo odiasse così tanto da non voler avere a che fare con lui affatto.
    Ma dopotutto che ne può sapere Finn, che fatica a capire le persone e che le poche volte che ha approcciato Link per un dialogo non è riuscito ad interpretare il tono con cui continuava a rifiutarglielo.
    Questa sua mancanza non gli è mai pesata come in queste ultime settimane, non è mai stato così consapevole di come possa creare problemi e si è un po’ detestato per questo, prima di realizzare che non c’è niente che possa fare a riguardo, è nato così e questa parte di lui non può cambiarla, solo conviverci come ha sempre fatto.
    Link siede come se fosse pronta ad alzarsi da un momento all’altro e andarsene, come se non fosse sicura di questa scelta e Finn vorrebbe allungare una mano verso di lei e stringere la sua, per essere sicuro che non lo faccia. Ma in parte non lo fa perché non riesce a muoversi più di tanto, in parte perché non trova il coraggio di farlo.
    Poi lei parla, dice che le è mancato e, insomma, le parole non possono essere equivocabili, su questo Finn non ha dubbi. Le sorride appena. Quindi non lo odia come credeva, non si può sentire la mancanza di qualcuno che odi e l’idea fa provare a Finn una sensazione che non sa spiegarsi.
    Vorrebbe chiederle se questo vuol dire che sono di nuovo amici, se quelle settimane di silenzio siano finalmente finite, ma ora Link lo sta sgridando per quello che ha fatto ed il sorriso sparisce dal volto di Finn lasciando un’espressione seria ed un velo di imbarazzo al pensiero di essere stato così stupido e che gli altri lo possano pensare a loro volta.
    “Lo so, è stata una cosa molto stupida da parte mia” concorda, pensando che Link abbia ragione a parlargli in quel modo e non notando però l’agitazione della ragazza. “Non ho nemmeno pensato a controllare a che stadio fosse la luna, ho solo…”
    Scrolla le spalle e sospira.
    “Sandy sta bene” pensa alla piccola salamandra che ama mangiare fiammelle a cui ormai è affezionato e da cui difficilmente si separa.
    La porta spesso con se, soprattutto negli ultimi tempi, da quando lui e l’islandese hanno smesso di parlarsi, ma ringrazia che non fosse con lui la sera dell’attacco. Sandy sembra avere un forte istinto protettivo nei confronti del giovane Anderson, probabilmente avrebbe provato a sfidare il lupo e non sarebbe sopravvissuta.
    “Hank si sta prendendo cura di lei, lo avrebbe fatto anche se io fossi… oh…”
    Capisce in quel momento che forse l’exploit di Link non è solo dato dal mero ragionamento logico che l’ha portata a pensare che il gesto dell’americano sia stato stupido ed incosciente, ma anche dalla preoccupazione e il parlare di Sandy è soltanto un modo per proiettare quella preoccupazione su qualcosa.
    Non ha tempo di essere fiero della propria intuizione, la Hargreeves conferma il tutto con quelle ultime parole e per un attimo c’è silenzio nella stanza.
    Il calore che Finn avverte è familiare ed anche piacevole. L’ulteriore conferma che l’islandese non lo odi e che non voglia perderlo lo fa sentire rassicurato, ma poi un dubbio lo coglie è tutto il sollievo sembra svanire in un attimo: Link vorrà avere a che fare con lui anche ora che è maledetto?
    È una domanda che lo spaventa. Adesso che l’ha rivista, che sta parlando con lei, sa per certo di non volerla perdere definitivamente, la sola idea che accada gli sembra insopportabile ma sa anche che la lascerebbe andare se questa fosse la sua decisione finale.
    “Mi ha morso. Il lupo” dice dopo quel momento di silenzio, spostando lo sguardo altrove, puntandolo su una parete bianca. Forse Link già lo sa, ma sente il bisogno di specificarlo, di farle presente cosa voglia dire. “Non si torna indietro dopo il morso di un mannaro. Io… diventerò questa cosadeglutisce a fatica.
    I suoi occhi restano ancorati sul muro, incapaci di rivolgersi verso Link. Stringe le coperte nei pugni.
    “Non voglio e ho paura…” ammette “E se dovessi avere paura anche tu lo capirei”
    Finalmente si obbliga a guardarla con la gola quasi chiusa e lo sguardo più stanco che mai. Si chiede se l’effetto delle pozioni stia iniziando a svanire o se sia colpa di tutte le sensazioni che sta provando.
    “Ho ricevuto un messaggio che mi chiedeva di andare nella foresta, credevo fossi tu…” le dice con voce bassa “Un pensiero stupido, vero? Avrei dovuto immaginarlo che non avresti mai fatto una cosa del genere e che al massimo mi avresti chiesto di vederci in camera tua, magari, o comunque di giorno. Però anche se mi è sembrato strano sono voluto andare lo stesso, ero curioso”
    È come quel detto che Hank gli ripete in continuazione: la curiosità uccise il gatto. E questa volta Finn sarebbe potuto morire.
    “E forse speravo che fossi davvero tu, perché volevo tanto rivederti e mi mancavi. Sono contento che tu sia qui ora, ma se quello che diventerò dovesse essere troppo per te e volessi andare via per sempre, lo accetterei”


    Edited by My name is Finn! - 27/7/2022, 22:07
     
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2 replies since 15/7/2022, 19:58   46 views
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