hateful gossip

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Caposcuola
    Posts
    849

    Status
    Offline
    Tornare a scuola le era servito. Immergersi in un luogo con impegni improrogabili e ritmi serrati, aveva aiutato il suo processo di guarigione, indirizzandola verso fini diversi da quelli vendicativi. Non aveva smesso di odiare il mostro che le aveva rovinato per sempre la vita relegandola per un mese in una villa e costringendola ad essere additata per sempre ad essere per sempre vittima impaurita, ma le lezioni le permettevano di concentrarsi su altro. Non era stato facile all’inizio. Chiunque avesse un minimo di familiarità con quotidiani e giornali di gossip, avevano potuto conoscere la storia di Helena Haugen e Lorence Volhard e del processo ancora in corso. Questo non le aveva certo permesso un rientro tranquillo e privo di sguardi curiosi, cosa che aveva scatenato le sue reazioni peggiori. Dopo l’ennesima crisi isterica, così l’avevano definita i suoi compagni più simpatici, aveva però capito di necessitare di un cambiamento. Aveva quindi accettato di nuovo l’ingerenza dei suoi genitori nella propria vittima e di uno psicologo, per affrontare al meglio, e con una giusta terapia, quel periodo da stress post traumatico.
    Dopo un paio di mesi da quella vicenda, per quante le sue ferite fossero in definitiva ancora fresche, si sentiva meglio. Un minimo più rilassata. Decisamente i decotti distendi nervi della professoressa di erbologia le davano una mano, ed aver ridotto al minimo i contatti con chi, volontariamente o meno, le ricordava brutti momenti, faceva il resto.
    Attraversava il corridoio del terzo piano, sola. Avere un paio di ore libere, le permetteva di raggiungere il lago con la sua fedele volpe al fianco, per godere del tepore primaverile. E lo avrebbe fatto se il borbottio dei quadri non avesse attirato la sua attenzione. Li avrebbe ignorati se il timore di essere protagonista dei loro racconti non si fosse fatto pesante. Non si sentì meglio quando capì di non essere oggetto della loro discussione. Il gesto istigò comunque la sua furia, e l’ira che avvampò fu ingestibile. Si era premurata di essere sola prima di agire e di farlo velocemente. Chiunque sarebbe passato di lì poco dopo, avrebbe trovato i due quadri ficcanaso, privi delle loro bocche. Uno strappo nelle loro tele, dava visibilità alla parete retrostante.

    Aveva attraversato gran parte del parco prima di incontrarla. Riuscì però infine ad individuare la grifondoro. Le si sedette accatto senza permesso, lasciando che la volpe familiarizzasse con la ragazza. « Possibile che in questa scuola anche i quadri siano pettegoli?» Helena non chiacchierava molto, di sicuro non lo faceva di recente e di sua spontanea iniziativa. Cominciare così dal nulla una conversazione doveva sembrare strano. Lo era. « A Durmstrang almeno si risolveva tutto a suon di bacchetta.» Commentò poco dopo, scuotendo il capo. Le lanciò uno sguardo comprensivo, sebbene il suo discorso fosse apparentemente insensato. L’attimo dopo porse i pezzi di tela ritraenti le bocche dei due quadri alla ragazza. « E’ un regalo per te.» Fece spallucce come a dirle che non ne sapeva niente. « Qualcuno deve avergli strappato la bocca perchè non continuasse a raccontare dei fatti tuoi.» Aggiunse poco dopo mentre afferrava una sigaretta e se la metteva tra le labbra. « Fumi?»

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    puntina
    A light heart lives long

    Group
    Member
    Posts
    5,172
    Location
    Galway

    Status
    Anonymous
    Ritornare a Hogwarts, dopo quanto accaduto poco prima San Valentino, non era stato affatto semplice. Nonostante la breve permanenza nell’appartamento di Londra, il distacco da casa e da suo padre era stato avvertito ancor più duramente da Karen e aveva dato adito a non poche insicurezze: la ragazzina continuava a non sentirsi al sicuro a scuola, e quel che era peggio era che questa volta non era certa di passarla liscia né col Preside, con cui suo padre aveva interloquito per venirne a capo senza tagliarle la testa, almeno non sul momento, né col Wizengamort, che aveva dato il via a una battaglia legale con la corte plenaria irlandese affinché il processo venisse affrontato sul suolo britannico. Nonostante suo padre fosse rimasto vago al riguardo era sicura che ci fosse il suo intervento dietro il rinvio dell’udienza, cosa che non fece altro se non aggiungere ancora più agitazione al carico. Per non perdere definitivamente la testa decise di marinare le lezioni del pomeriggio e di dirigersi nella tenuta ai confini con la foresta proibita. Sparire nel verde per vedere come proseguiva il programma di ripopolamento di conigli nani: dall’ultima volta che li aveva visto insieme a Marsilda, i figli di Sbirro e Sorriso erano diventati delle grosse e grasse palle di pelo, così chiatte da averle fatto dubitare dell’effettiva paternità. Arrivata sul posto in prossimità della loro tana, tuttavia, Karen rimase assai delusa nel non trovarli: probabilmente erano in giro insieme a quell’arcigna della nonna…
    Non le restò che sedersi per terra e godersi l’ombra degli alberi, e pian piano la mente si sgomberò dai pensieri cattivi. Quando sentì dei passi dietro di sé si voltò soltanto per assicurarsi che non fosse un docente: nel vedere la prefetta di Durmstrang non poté che trarre un sospiro di sollievo. Per modo di dire: la ragazza spesso le incuteva soggezione, era il tipo di persona che non conveniva far arrabbiare!
    -In qualche modo devono passare il tempo. Sai che tristezza, passare tutta la tua vita chiusa dentro la tua cornice? Al loro posto preferirei che qualcuno mi dia fuoco.-, ridacchiò, voltandosi verso di lei per scrutarla di sottecchi.
    -Anche da Grifondoro, prefetta. Le chiacchiere e le sfide di penna le lasciamo ai codardi e alle femminucce di corte. Che vuoi che ti dica: in questo caso hanno un’attenuante, neanche io ti vorrei come nemica-, parole motivate dalla convinzione che le chiacchiere fossero contro di lei: in fondo era da un botto che mancava al castello…
    Quando si vide allungare un pezzo di tela Karen aggrottò le sopracciglia, ancor più confusa nel vedere che si trattava di due bocche femminili. Il chiacchiericcio aveva ripreso in muto: Helena doveva averle silenziate perché la rossa non riusciva a sentire una parola. A giudicare dalle smorfie dovevano essere invettive e ingiunzioni a rimetterle al loro posto.
    -Quel qualcuno ha la mia gratitudine e un favore da reclamare. Anche se non capisco proprio cosa abbiano da dire su di me: sono la persona più anonima e innocua del castello… è tua?-, Karen accennò alla volpe che stava trotterellando verso di loro, mantenendosi comunque a debita distanza da lei. Fece cenno di lanciarle il pezzo di tela, ridendo di brutto nel vederla scattare all’indietro in un fugone in piena regola.
    -Questa storia non funziona in partenza, credo proprio che non siamo compatibili. Come se avessi accettato ma sto cercando di smettere-, mentì, per non sfigurare davanti a lei e non ammettere di non aver mai fumato in vita sua.
    -Era da un po’ che non ti si vedeva in giro. Eppure su di te non ho sentito una sola parola… ho quasi temuto che fossi salpata per Durmstrang per disperazione da troppi arcobaleni rosa e culi impettiti.-



    Edited by Elhaz - 10/7/2022, 12:50
    Web
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Caposcuola
    Posts
    849

    Status
    Offline
    Alle sue parole forse chiunque altra si sarebbe offesa. Per qualche stupida ragione invece, dopo mesi passata a sentirsi debole e decisamente lontana dalla vipera che aveva sempre creduto d’essere, sapere di sortire negli altri ancora un po’ di timore, la fece sentire meglio. Era quasi come se la Cavanaugh le avesse detto di avere dei bellissimi capelli o di essere un genio. Si sentì onorata allo stesso modo, per certi versi persino commossa. «Ohw. Ma grazie.» Disse con un sorriso sincero, per quanto assurdo potesse sembrare. L’attimo dopo, senza invito ovviamente, le si sedette accanto, beandosi del fumo che lei aveva rifiutato. Più nicotina per sè, pensò.
    Fece spallucce alle sue parole. Essere persone anonime, lontane dai riflettori, non vietava ai più pettegoli di aprir bocca e sputare sentenze. Era un atto sentito dai più. Per qualche ragione, stare zitti, richiedeva loro troppa fatica. «Troveranno sempre da dire se vogliono.» Le disse, annuendo. Purtroppo Helena aveva conosciuto bene quell’aspetto della società. Il suo nome era passato di bocca in bocca, accompagnato dagli epiteti peggiori. Ora che i fatti avevano dimostrato la sua innocenza, il suo non essere una bugiarda, per alcuni continuava ad essere l’unica ad avere colpe. Se prima era stata incolpata di mentire, ora era accusata di non aver urlato prima l’aiuto di cui necessitava. In ogni contesto sarebbe stata sempre e solo lei il carnefice della sua stessa storia per gli altri. Quindi, aveva raggiunto una considerazione che la stava aiutando, sebbene in parte, a superare il fastidio del mormorio al suo passaggio: che si fottessero. «Sì, lei è Pinky.» Richiamò la volpe con un verso della bocca che in tutta risposta, trotterellò verso di loro facendo un verso buffo, simile ad uno sghignazzamento da cartoni animati.
    Le sue parole la accigliarono, spingendola a guardarla dubbioso. «Sul serio?» Le chiese piegando il capo. «A Durmstrang non hanno cioccolata. Hai idea di come sia vivere la sindrome pre senza dolci? Non ci tornerei neanche sotto costrizione.» Aggiunse poco dopo scuotendo il capo. L’alto tasso di testosterone di quella scuola, ora la disgustava. Preferiva di gran lunga un ambiente come Hogwarts, decisamente più tollerabile con le sue stranezze. «Comunque da quando qualche faccia di culo è sparita, si vive meglio qui, no? E’ stato come ritornare nell’Eden. Cosa diamine è successo? Cosa mi sono persa? C’è stata una migrazione di deficienti?»



     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    puntina
    A light heart lives long

    Group
    Member
    Posts
    5,172
    Location
    Galway

    Status
    Anonymous
    afa4e20b1ed3466afd43153f1b30fceba34b644c
    -Sicuramente. E nel momento in cui non avranno storie da rapportare cominceranno a inventarle di sana pianta-, scrollò le spalle. Nelle ultime settimane era stato anche un altro pensiero a distrarla, ovvero il processo che la aspettava a fine mese. Se per le altre udienze poteva dirsi tranquilla, questa volta Karen la viveva con maggiore angoscia: era stata mossa da valide ragioni per fuggire dal castello, eppure non era certa che il Wizengamort l’avrebbe vista allo stesso modo.
    -Carina. Dovresti provare una tintura per rendere giustizia al suo nome-, per un attimo immaginò la volpe diventare completamente rosa e si ritrovò a sorridere. Salvo poi accigliarsi e indignarsi nel sentirle dire che alla sua vecchia scuola erano così rovinati da non avere nemmeno la cioccolata.
    -Deve essere stato un posto orribile da più punti di vista. Nemmeno la cioccolata… avrei rovesciato il castello con un colpo di stato. Immagino che a confronto Hogwarts ti sembri il paradiso-, più sentiva parlare di quella scuola e più si convinceva di essere stata fortunata per non averci messo piede. A confronto le celle di una prigione potevano sembrare un soggiorno a cinque stelle.
    -Si sta come le foglie d’autunno sugli alberi. Con la differenza che sono crepati quasu tutti… forse è stata una congiura per calare drasticamente gli articoli del TLTT sulle kneazle morte del castello. Ha funzionato alla grande-, da una parte aveva esultato per non aver più visto in giro quella faccia da culo di Evans, dall’altra era rimasta tremendamente dispiaciuta per l’illusorio ritorno della Miller. Karen si era affezionata a lei come fosse stata una sorella maggiore, e alla fine si era rivelata soltanto l’ennesima delusione da metabolizzare. Se c’era un insegnamento che le stava lasciando quel castello era di non cercare di affezionarsi a nessuno, perché il tragitto che avrebbero percorso era molto breve e sarebbe terminato inevitabilmente davanti al bivio che la vita poneva sulle loro strade.
    -Che cosa blateravano quei quadri su di me?-, domandò, sollevando la striscia di tela per osservare meglio la bocca che aveva cessato di muoversi.
    -Sai, anche su di te è circolata qualche voce di corridoio bizzarra. Hanno aperto un banco scommesse quotando uno a dieci che non saresti più ritornata. Che fine avevi fatto?-
    Web
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Caposcuola
    Posts
    849

    Status
    Offline
    «Non le serve. E’ rosa dentro.» Commentò rilasciando un buffetto sulla coda alla volpe che in risposta pigolò uno dei suoi versi strani, muovendosi vanitosa. Rosa era realmente il colore che più le si addiceva. Una principessina narcisista che adorava ricevere attenzioni su di sè. Un po’ le ricordava la vecchia sè. Gran parte di quella immagine era però sparita per quanto la riguardava. Ora non si sentiva affatto una principessa, nè altro. A volte non si sentiva nulla, solo un puntino minuscolo nell’universo. «Per certi versi, lo è. Sai quanto è difficile vivere in un contesto pregno di testosterone?» Quasi rabbrividì a quel pensiero. Vivere in una scuola colma di ragazza in età puberale, per una donna nella stessa età, era stato pressappoco un incubo. Eppure quel contesto l’aveva aiutata a creare la sua corazza, oltre ad imparare arti utili alla sua salvaguardia.
    La guardò per un attimo alla sua domanda, salvo poi rivolgere altrove il proprio sguardo. Morse l’interno di una guancia rimuginandoci su qualche attimo. Sapeva avrebbe potuto raccontarle una bugia, ma a cosa sarebbe servito? Era chiaro già sapesse che le sue sventure fossero finite sulle bocche di tutti, essere viventi e non. Mentire e sminuire la portata dell’evento, non l’avrebbe aiutata, o almeno era quello che Helena credeva. «Parlavano di un braccio staccato e di un regalo per te. Non so di preciso cosa stessero dicendo, i pettegolezzi mi stimolano la bile. Ho solo percepito non fosse nulla di bello e allora ho pensato fosse giusto metterli a tacere.» Le spiegò evasiva, non aggiungendo dettagli. «Cioè qualcuno ha pensato di farlo, ecco.» Aggiunse poco dopo, chiarendo quel dettaglio inespresso: nessuno avrebbe dovuto sapere fosse stata lei a compiere un atto di quel tipo. In realtà non le importava realmente. Qualora si fosse venuto a sapere, l’avrebbe aggiunto solo nell’infinità di azioni conseguente ad un trauma insuperato. Avere l’epiteto di vittima, e troppo spesso di pazza, a volte poteva persino tornare utile.
    Alla sua domanda, tornò a guardarla con un sopracciglio inarcato. «Sul serio non lo sai?» Era realmente sorpresa dinanzi a quell’eventualità. Possibile che le terribili voci sul suo conto non fossero arrivate anche a lei? Stette in silenzio per qualche attimo, finendo la sua sigaretta. Mentre la schiacciava sul terreno con un po’ troppa enfasi, si decise ad aprir bocca, raccontando una realtà edulcorata. «Uno psicopatico ha deciso di rovinarmi la vita, obbligandomi ad un matrimonio. Ma la vita da brava madre e brava sposa non avrebbe fatto per me.» Non voleva compassione da nessuno, ne aveva piene le scatole. Era solo la sua tracotante rabbia a parlare. L’esigenza di sminuire il suo trauma e rendersi forte. «Così gli auror hanno posto fine a quel tormento e messo al sicuro lo stronzo dietro le sbarre prima che mi venisse in mente di assecondare le sue follie, e chissà, magari, una notte, decidere di aprirlo da parte a parte con la mia lima per le unghie.» Si piantò sulle labbra un largo e finto sorriso. Era palese fosse tirato ed in fondo provato. «Ma tanto a breve uscirà, ne sono certa. Quelli come lui non pagano mai. Quindi, ecco, se hai delle lime belle affilate, magari tienile da parte per me. Sai com’è, possono servire.»




     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    puntina
    A light heart lives long

    Group
    Member
    Posts
    5,172
    Location
    Galway

    Status
    Anonymous
    -Non oso immaginarlo. Qui non è stata una passeggiata per il motivo opposto… spesso sono le ragazze ad essere insopportabili prime donne.- Karen scrollò le spalle, arricciando poi le labbra in una smorfia. Con i ragazzi aveva sempre avuto una affinità migliore – certo, a meno che anche loro non fossero lunatiche prime donne – mentre con le ragazze non c’era stato verso di costruire un’amicizia sincera o duratura, se escludeva due persone. Tra ragazze era più semplice incappare in stupide gelosie e in pretese senza alcun nesso logico, comportamenti che la rossa non tollerava in quanto limitavano la sua libertà.
    -Basta farglielo annusare mezza volta per giocartele come amiche.-, se ripensava alla rapidità con cui la corvonero le aveva voltato le spalle le veniva da storcere il naso. Dopo tutte le inculate prese l’anno prima Karen era diventata molto più selettiva nelle sue amicizie. Helena sembrava una tipa a posto, ma quante prima di lei lo erano sembrate allo stesso modo, salvo poi rivelarsi una cocente delusione?
    Sentirla spiattellare in quel modo la verità le strappò un brivido. Karen diventò pallida, la bocca si seccò mentre un nodo serrò la gola. Erano passati diversi mesi da quell’episodio eppure la notizia non si era esaurita nemmeno marginalmente. Evitò di commentare, grata che la serpeverde con quel gesto avesse messo a tacere le chiacchiere per un po’, e fu felice di accantonare temporaneamente quell’argomento. Alla domanda scosse la testa, forse avrebbe dovuto sapere di cosa stava per parlarle ma… nell’ultimo periodo era stata incredibilmente distratta. Karen la guardò ad occhi sgranati, incredula. Non sapeva se prenderla seriamente, ma Helena sembrava incredibilmente seria…
    -Aspetta… ti ha costretta a sposarti?! Quindi ora sei… Mrs Helena Haugen in Psyco?-, era qualcosa di totalmente folle da più punti di vista. Helena doveva avere giusto qualche anno in più di lei, neanche aveva finito la scuola… questo tizio doveva essere completamente fuori di cervello per considerare normale anche solo proporle di convolare a nozze, figuriamoci forzarcela!
    -Qui ci vuole una canna… altro che sigaretta…-, tentennò. Non avesse avuto davanti una prefetta le avrebbe offerto quella scroccata dal portatabacco di Logan. Ma aveva appena strappato un quadro per difenderla, non poteva essere così tremenda… Karen infilò la mano in tasca e la tirò fuori, facendole cenno di accendere se voleva.
    -È talmente assurda come storia… che fatico a metabolizzarla.- non più assurda di un braccio decomposto spedito via gufo.
    -I vostri genitori lo sapevano? Se mi fossi trovata al tuo posto mio padre lo avrebbe appeso alla forca di Kilmainham Gaol come monito per gli psicopatici futuri…-, lei sembrava ironizzarci, nonostante il trauma lo affrontava parlandone. Karen le invidiò quel modo di fare, avrebbe voluto riuscirci anche lei con la stessa disinvoltura.
    -Lascia che venga a scuola, gli facciamo la festa. Che coglione... pare uscito da un libro di storia della magia ambientato nel medioevo… come hai pescato un cerebroleso del genere?-
    Web
     
    Top
    .
5 replies since 18/5/2022, 20:33   75 views
  Share  
.
Top