Era tornato a Londra per il fine settimana.
Le sue condizioni erano nuovamente precarie o, almeno, così le descriveva Dorian che troppo poco conforto avrebbe saputo trovare nella più piccola oscillazione del proprio stato mentale.
Quindi si era recato dal guaritore presso cui era in cura, convenendo sulla necessità di iniziarne una nuova, cambiare e ridurre gli effetti collaterali.
La visita, di breve durata, gli aveva così concesso l’opportunità di temporeggiare per la notte nella capitale che più di ogni altra adorava.
La metropoli possedeva qualcosa di suggestivo per i suoi sensi, una bellezza che non si sarebbe mai stancato di vivere. Quindi, solitario ed alleggerito dalla stanchezza e dai pensieri che l'avevano accompagnato lungo il viaggio, si era rifugiato per le vie gremite, fossilizzandosi in una piazzetta.
Mercatini, artisti di strada. La vita faceva da padrone e veniva vissuta con l'asfissia di chi cercava novità, proprio come lui.
Si permise di intrufolarsi un po' più a fondo nella calca di gente, accostando per sbaglio una bancarella per il tiro a segno, gremita di peluche dai volti agognanti.
L'aitante protagonista d'una sfida a freccette era ben distante dal traguardo.
Dorian sorrise.
"Serve una mano? Magari se cambi braccio riesci a far centro" Ilare, seppur vagamente impertinente.
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