Chapter III

▲Jasper

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. My name is Finn!
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Studente Accademia
    Posts
    61

    Status
    Anonymous
    Finn vorrebbe dire a Jasper quanto sia contento che sia lì, di come si senta al sicuro ora, e vorrebbe ringraziarlo per essere accorso così in fretta, ma dopo averlo pregato di andare via, non riesce più a dire nulla.
    Jasper sembra davvero spaventato e Finn capisce dal suo sguardo di essere ridotto veramente male, per un attimo dubita di farcela, anche se il fratello cerca di rassicurarlo ed incoraggiarlo.
    Si sente così debole ora che non è certo andrà tutto bene. Le sue mani lasciano la presa sulle braccia di Jasper, incapace di rimanervi aggrappato, privo ormai di ogni energia e combatte per non cedere al torpore, allo sfinimento che cerca di spingerlo a chiudere le palpebre ormai pesanti come macigni.
    Però Jasper è spaventato e Finn non vuole che si senta così per cui annuisce alle sue parole, seppur debolmente.
    Certo, andrà tutto bene. Certo, affronteranno qualsiasi cosa accadrà. Vuole crederlo e vuole che ne sia convinto anche il fratello e che smetta di guardarlo in quel modo. Quello sguardo lo fa sentire in colpa. Se non fosse stato così stupido da abboccare a quel messaggio e dirigersi nel bosco in piena notte, tutto questo non sarebbe successo.
    Jasper lo tira su e Finn si lascia sfuggire un gemito di dolore, l’unico suono che riesce ormai ad emettere. Fa tutto così male che per un attimo teme di essere sul punto di vomitare, ma non succede.
    Quello che succede dopo è molto confuso, la sua coscienza inizia ad andare e venire e l’ultima cosa che percepisce prima di cedere del tutto al buio, è la voce di Jasper che gli dice di volergli bene e si rende conto di non averglielo mai detto a sua volta e ha paura che sia troppo tardi per farlo.

    Quando si riprende il suo corpo non vuole obbedirgli. Cerca di muoversi, ma gli sembra di avere le braccia e le gambe così pesanti da essere fatti di cemento. Allora prova ad aprire gli occhi ma non ci riesce subito. Gli ci vogliono un paio di tentativi prima di farcela e la luce del giorno lo costringe a richiuderli immediatamente, feriti.
    Inspira e riprova, questa volta pronto ad accogliere il bagliore che avvolge la stanza e a mettere a fuoco ciò che lo circonda. Non conosce questo posto dall’aspetto così vuoto e asettico e per un attimo prova disagio, forse anche ansia, nel non sapere dove si trova. Il battito del suo cuore accelera leggermente, lo può avvertire bene, ed il ritmo del suo respiro lo accompagna.
    Cerca di tirarsi a sedere, ma il dolore improvviso al fianco glielo impedisce, senza contare che si rende conto solo ora di quanto sia esausto. È a questo punto che capisce di essere sopravvissuto all’attacco del licantropo. Ricorda l’arrivo di Jasper che deve averlo portato per tempo in ospedale. Sente le bende strette intorno al fianco, al petto e alla gamba e le garze attorno al collo. È incredibilmente vivo. Il sollievo però non è abbastanza da far andare via l’ansia. Dov’è Jasper?
    Continuando a guardarsi attorno, ora del tutto sveglio e più lucido, nota finalmente la presenza immobile al suo fianco.
    Suo fratello dorme profondamente con la testa abbandonata sul materasso del letto di Finn ed il giovane Anderson si sente subito molto più tranquillo, anche se non può fare a meno di chiedersi dove sia Hank.
    Lentamente muove una mano e la posa sulla testa di Jasper, muovendola piano per svegliarlo.
    “Jasper?” è un sussurro arrochito quello che gli esce dalle labbra. Ha la gola secca e si rende conto solo adesso di avere una gran sete. Si schiarisce la voce e prova a richiamare il fratello con più decisione ora.
    Dopo un altro tentativo, riesce nel suo intento e quando Jasper è finalmente sveglio e si è tirato su, Finn lo guarda incapace di nascondere l’apprensione.
    “In che ospedale sono?” è la prima cosa che gli chiede, osservandolo.
    I vestiti di Jasper sono pregni di sangue secco e il giovane Anderson capisce che sono gli stessi che aveva la sera prima.
    “Sei stato qui tutta la notte?” per qualche motivo sente un nodo in gola all’idea che l’altro non sia riuscito a lasciarlo solo nemmeno un momento e vorrebbe abbracciarlo, ma si sente ancora troppo debole per muoversi. “Grazie…”
    Deglutisce ed inspira. “Grazie per avermi salvato”
    È solo grazie all’intervento tempestivo di suo fratello se è riuscito a sopravvivere. Se non lo avesse trovato per tempo e non lo avesse portato prontamente in ospedale quasi sicuramente non ce l’avrebbe fatta.
    Il ricordo della luna piena però lo travolge improvvisamente e la commozione si trasforma ben presto in angoscia, rendendo il suo volto ancora più pallido.
    “Era un lupo mannaro, vero?” riesce a mantenere la voce ferma in qualche modo “I guaritori hanno detto qualcosa? Sono… sono maledetto adesso, no?”
    Gli si stringe lo stomaco in modo doloroso e avverte una nausea prepotente. Le probabilità che si trattasse di un mannaro, vista la luna piena, sono davvero alte. Senza contare che il lupo gli era sembrato fuori controllo, non cosciente di ciò che stava facendo, proprio come accadrebbe ad uno di loro. Il pensiero di diventare così a sua volta lo terrorizza, ma non vuol dirlo ad alta voce.
    “Dov’è Hank? Sta venendo? Sa che sono qui? Darà di matto se si rende conto che non sono rientrato questa notte…”
     
    Top
    .
4 replies since 5/5/2022, 21:55   72 views
  Share  
.
Top