Overturning.

Pvt.

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  1. L. McCormac
     
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    Studente Grifondoro

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    Ovviamente qua dentro sappiamo entrambi che, qualora il suo intento fosse stato quello di punzecchiarmi con l'allusione al mio essere nato "pallone gonfiato", avrebbe comunque fallito miseramente.
    Io sono educatamente strafottente, so di esserlo, e non me ne vergogno mica. Che discorsi.

    In ogni caso, tralasciando per un istante quanto sia effettivamente piacevole poter finalmente scambiare due chiacchiere con lei in un atmosfera - quasi - normale, qua c'è da concentrarsi anche su un'altra questione.
    Ovvero io che ho appena castato un Confundus definibile, senza troppi giri di parole, penoso. Scadente. Insomma: una mezza sega totale di incantesimo.
    Annuisco al suo primo consiglio mordicchiandomi l'interno di una guancia per il fastidio del fallimento, trovandomi però subito dopo costretto a soffocare una risata istintiva.
    No mia cara, stavo facendo una lunga lista di pensieri a dir poco articolati e, lo ammetto, poco pudici su di te, no che non ero del tutto concentrato sul cazzo di manichino.
    "Oh sisi, ovvio. Avevo occhi solo per lui, parola mia."
    Dice di provare ad isolarmi, e devo ammettere che, al posto suo, probabilmente avrei avanzato lo stesso identico consiglio.
    Per esperienza personale, posso essere del tutto d'accordo con lei sul fatto che, se veramente si ha intenzione di imparare qualcosa, spesso la cosa migliore da fare è concentrarsi - per quanto possibile - solo su di essa. E su quello soltanto.
    E brava la mia maestrina sexy preferita.
    Annuisco nuovamente e la seguo per qualche istante con lo sguardo mentre va a posizionarsi dietro di me, prima di chiudere gli occhi e concentrarmi sul mio respiro.
    Seguendone il ritmo finché, dopo qualche istante, mi accorgo d'essere perfettamente rilassato e focalizzato sul mio obbiettivo. Le pupille mettono a fuoco testa di legno e, mentre una sensazione di calda rabbia che conosco bene inizia a scorrermi nelle vene e l'immaginazione prende a galoppare, sono ora certo di poter andare a colpo sicuro mantenendo il contatto visivo sul "viso" del mio bersaglio.
    Il gesto del polso è istintivo, preciso, cosi come lo è la pronuncia della formula. "Confundo!"
    Il manichino - d'ora in poi chiamato "TDL" per comodità - viene scosso da una specie di sussulto e s'irrigidisce per un paio di secondi, cominciando poi a muoversi come un pazzo da una parte all'altra della stanza in modo sconnesso, picchiando qua e là contro le colonne e lanciandosi, ogni tanto, in qualche maldestra piroetta.
    "Forse ho esagerato un pochino....", osservo ridacchiandomela sotto i baffi mentre TDL, piano piano, torna ad essere il solito pezzo di legno scolpito, segnato e apparentemente inanimato.
    Comunque, come sempre quando riesco in qualcosa di nuovo, ora mi ritrovo in una condizione psicofisica talmente galvanizzata da non poter fare a meno di cacciare fuori il meglio di me.
    Cazzo, mi sento in forma smagliante, davvero.

    "Ky, vorrei sdebitarmi con te...", incalzo infilando la bacchetta nella tasca posteriore dei jeans e spostandomi una ciocca di capelli - ora decisamente troppo lunghi - dalla fronte, mentre giro sui tacchi per guardarla in faccia compiendo un paio di passi in sua direzione.
    "Stavo pensando, se quest'estate ti venisse voglia di... staccare un po' la spina, che ne diresti di venire un paio di giorni in Irlanda? Potrei farti da guida personale in un tour privato dell'isola, vale la pena vederla almeno una volta nella vita..."
    Dissimulando indifferenza, come se al posto di invitarla a passare qualche giorno insieme le abbia appena chiesto l'ora, do un occhiata alla porta per accertarmi che nessuno sopraggiunga e mi appoggio con la spalla contro di essa, esattamente di fianco alla Lloyd, accendendomi una sigaretta e facendole cenno di favorire pure con una delle mie pre-rollate se lo gradisce.
    Il rumore di un cerino grattato sospende momentaneamente il nostro dialogo, permettendomi quindi di prendere una bella dose di nicotina con la prima boccata.
    "Dimmi Moretta, hai mai viaggiato in moto? Tipo su una Harley, intendo."
    Si lo so che mi ha detto di volersene stare per le sue e si, cazzo, so anche che le cose tra noi si potrebbero quantomeno definire "un po' tese".
    Io però ho ribadito che non sarei uscito così facilmente dalla sua vita, e non ho intenzione di farlo. Non finché sarò preoccupato per lei.
    Perché, che se lo voglia ficcare in testa o no, provo emozioni troppo forti nei suoi confronti per permettere a cause esterne di separarci definitivamente con tanta facilità.
    Io non mi arrenderò di certo, sarebbe come tradire me stesso.
     
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