Overturning.

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  1. L. McCormac
     
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    Studente Grifondoro

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    Sia messo agli atti che, per nessuna ragione, la mia richiesta è stata avanzata alla sottoscritta con secondi fini. Nossignore, che non si dicano sciocchezze.
    Ho chiesto a lei di aiutarmi col recupero di incantesimi solo, ed esclusivamente, perché è un prefetto della mia casata e io, da buon caposcuola ligio al dovere, non posso proprio permettermi di finire l'anno con lo smacco di una lezione saltata.
    Gli scopi sono quindi tutti prettamente accademici, e basta.
    Bene, ora siamo tutti d'accordo sul fatto che non ci credo nemmeno io? Si? Perfetto.

    Scuoto la testa con un mezzo sorriso amaro sul volto mentre, con passo deciso seppur vagamente strascicato, percorro il corridoio che mi condurrà fino alla sala utilizzata per ospitare il club dei duellanti.
    E anche qui, giuro che la scelta è ricaduta su questo posto esclusivamente per motivi del tutto impersonali, non legati ad eventuali trascorsi lì dentro, e del tutto disinteressati. Ovviamente.
    In fin dei conti dobbiamo recuperare una lezione, un po' di brusio dovremmo produrlo per forza di cose, motivo per cui la biblioteca era da scartare a priori.
    E poi, chissà, magari tra un Confundus e l'altro, ci scappa pure l'occasione per fare due chiacchere.
    Vedere come le va la vita e chiederle come sta, dirle come va la mia e condividere come st...toh guarda, ridendo e scherzando sono arrivato a destinazione.
    Poggio una mano sulla porta e, dopo essermi guardato istintivamente attorno un paio di volte, spingo avanti il battente avanzando dentro la grande stanza in pietra con tanti di palchetto nel mezzo.
    Che mi si dia pure del ripetitivo, tuttavia io adoro questo posto. I segni dei rimbalzi di schiantesimi ovunque, i muri in pietra, i manichini consunti, i muri in pietra, l'atmosfera pregna d'anni di pratica, i muri in pietra.
    Non c'è bisogno che ripeta a me stesso perché mi piacciano così tanto le pareti di questa stanza, no davvero. Liberandomi quindi dall'impiccio costituito dal mantello della divisa, - che per abitudine indosso sopra i vestiti ordinari fuori orario scolastico - rimango per forza di cose in canottiera. E grazie alla bacchetta di sambuco, non si può fare diversamente visto che in questa stramaledetta Scozia, ultimamente, ha deciso di esplodere un fastidioso e appiccicoso caldo umido.
    Pigramente, con disinvoltura, afferro la bacchetta dalla mia borsa e, curandomi di lasciare il libro di incantesimi ben riposto sul fondo, inizio a rigirarmela tra le dita mentre mi avvicino alla finestra per spalancarla e guardare fuori.
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    Sorprendendomi, ancora una volta, di quanto sia magica la vista del lago illuminato dal sole al tramonto, finisco per vagare altrove con la mente.
    Penso al domani, a chi o cosa voglio diventare, e con chi vorrei condividerlo; toccando poi anche il discorso "addestramento" pattuito con Kain.
    Cosa m'insegnerà? Sarò in grado di tenere il passo? Non ho una risposta certa alla prima, ahimè, mentre invece credo di poter risolvere con certezza il secondo dubbio: si, lo sarò. Di certo non peccherò di caparbietà, non l'ho mai fatto.
    Altrimenti, a dirla tutta, non dovrei nemmeno trovarmi qui in questo preciso istante. E invece...

    "Stupeficium!", lo faccio quasi come a voler stemperare la tensione dell'attesa.
    Il fascio di luce scarlatta scaturisce dalla punta della mia bacchetta e, con uno schianto, si abbatte contro un manichino d'allenamento posto all'altro capo della stanza. Provocando un sonoro rombo e scagliandolo, letteralmente, contro un colonnato di supporto.
    Sapevo già d'aver un certo talento nello schiantare o far saltare per aria le cose con la bacchetta, e d'ora in avanti credo che non sarò più l'unico ad esserne al corrente.
    Poiché la mia "maestrina per un giorno", con un perfetto tempismo, varca la soglia nel momento stesso in cui la formula magica lascia le mie labbra.
    "Ciao Prefetta.", saluto quasi imitando ciò che lei usava con me e dissimulando pacata indifferenza; mentre invece tra me e me, in contemporanea, l'unica cosa che riesco a figurarmi e di issarmela in braccio e morderle ogni singolo centimetro del collo.
    Cazzate a parte, non mi è passata. E nemmeno voglio che passi, se devo proprio essere onesto.
    "Com...", domanda del cazzo, evita. "Allora, si sono ribaltati i ruoli eh?"
    Fino a pochi mesi fa, qua dentro, ero io quello che si divertiva a fare le lezioncine di recupero.
    Immagino che entrambi siamo perfettamente in grado di ricordarcelo con chiarezza.
     
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7 replies since 26/4/2022, 20:49   214 views
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