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Roxy

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  1. Roxy.
     
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    Non si aspettava niente di diverso dal tono scherzoso con cui Asher reagì alle sue parole. Ormai aveva capito che il ragazzo aveva deciso di gestire così le loro conversazioni: se non era l'astinenza a prevalere generando irritazione e rabbia com'era successo quell'Estate, allora l'approccio di Asher era scanzonato e leggero. Peccato che tutto ciò risultasse tanto ostentato da rivelarsi "finto", costruito, un involucro privo di un reale contenuto. Il risultato era disturbante per Roxy: distorceva la realtà, rendeva ogni loro confronto una messa in scena priva di spontaneità, un teatrino a cui lei avrebbe rinunciato volentieri, ma all'interno del quale veniva inevitabilmente coinvolta.
    Mpf.. risparmiamelo.
    Lo ammonì dunque in modo brusco, decisa a stroncare sul nascere le ruffianate dell'altro, complimenti o dolcezze che un tempo avevano significato qualcosa - molto più di quanto fosse stata disposta ad ammettere all'epoca - ma che ora non valevano più nulla perché contaminate dall'unica vera ossessione verso cui il Puckett era costantemente proteso. La Jackson non riusciva a tollerare che lui macchiasse in quel modo quello che un tempo era stato un approccio spontaneo, un modo di porsi nei suoi confronti che l'aveva messa in imbarazzo, magari anche fatto roteare gli occhi in alcune occasioni, ma che infondo l'aveva sinceramente intenerita. Era doloroso, oltre che terribilmente irritante. Roxy decise comunque di lasciar perdere, non avrebbe sollevato alcuna discussione in merito.. soprattutto visto il peso della notizia che lui le aveva appena confermato.
    Ma che stronzata..
    La sua indignazione vibrò nell'aria. Così Hogwarts ora sbatteva la porta in faccia ad Asher Puckett? Per quanto Ash la definisse come tale, quella scuola non era mai stata un circolo di damerini ma anzi un ambiente piuttosto eterogeneo. Le porte di quel castello si erano aperte anche per ragazzi come lei, Frankie, Brandy.. adolescenti bollati come problematici, che avevano un trascorso all'insegna dell'illegalità e magari si erano fatti anche un soggiorno più o meno lungo in riformatorio. In confronto a loro, Asher era un bravo ragazzo: aveva sempre danneggiato deliberatamente solo sé stesso, non era un pericolo per il prossimo, piuttosto una potenziale vittima per chiunque volesse approfittarne.
    I tuoi voti non c'entrano. Non ti vogliono più perché hai scritto "tossico" sulla fronte.
    Faceva il finto scemo, ma Roxy era certa che il Grifondoro fosse sufficientemente consapevole dello stato delle cose. Magari avevano usato il suo rendimento scolastico come scusa, ma nessuno studente era mai stato sbattuto fuori perché non studiava abbastanza, difatti Hogwarts era piena di ripetenti che frequentavano ben oltre il normale termine di permanenza tra quelle mura. Magari Asher si presentava poco a lezione, ma era più probabile che il vero problema fosse che, quando si faceva vedere, il suo aspetto ed il suo stato fossero considerati impresentabili per chi assisteva allo scempio che quel coglione stava facendo di sé stesso. Roxy si appoggiò al davanzale interno, posando il capo contro la vetrata e frugandosi in tasca alla ricerca del pacchetto di sigarette. Fumava sempre quando era nervosa e in quel momento era ben lontana dal porsi il problema del luogo in cui si trovava.
    Non posso credere che lo stiano facendo. Si sono bevuti il cervello?! Un tempo le cose sarebbero andate diversamente..
    Ne era convinta. Alcuni presidi avrebbero agito diversamente, alcuni inseganti si sarebbero schierati impedendo che venisse preso un simile provvedimento. Avrebbero provato ad aiutare quello studente alla deriva, ad offrirgli il loro supporto sotto ogni punto di vista, cazzo.. forse avrebbero persino provato a farlo disintossicare tra le mura del castello. Ormai era fottutamente chiaro che a nessuno importasse più niente di persone come Asher Puckett.
    Ti rendi conto che parli proprio come un tossico che ha perso il senso della realtà, mh?! sbraitò in modo del tutto improvviso, facendo quasi cadere a terra l'accendino e recuperandolo al volo in extremis, per poi rivolgere all'altro un'occhiata di fuoco Tu non smetti quando vuoi, non funziona così.
    Si accese la sigaretta e aspirò, trattenendo il fumo dentro di sé e poi rigettandolo fuori con stizza. In quel momento il pensiero che avrebbero potuto ammonirla per questo, convocarla in presidenza o chissà che altro, le attraversò la mente, ma Roxy se lo scrollò di dosso picchiettando sulla sigaretta per far cadere la cenere sul pavimento in pietra. Se Asher avesse riattaccato con quella storia del pieno controllo del suo rapporto con la droga, la Jackson sentiva che avrebbe dato di matto. Era dai tempi di Harlem che si sorbiva quelle stronzate, persino da prima di accendersi la sua prima sigaretta, di pomiciare per la prima volta, di bere la sua prima fottuta birra. "Posso smettere quando voglio" era la frase preferita dei tossici nel corso dei primi mesi di dipendenza, ma nel caso di Asher quell'opera di autoconvincimento si stava protraendo così a lungo da risultare ancora più preoccupante.
    Certo che sono incazzata, Cristo! Sono più incazzata del solito..? Beh, questo è il mio "solito" da quando tu hai deciso di mandare a puttane la tua vita!
    Aveva alzato la voce e si era di nuovo guadagnata qualche sguardo allarmato da studenti di passaggio. Non ci fece caso. Sapeva che Asher era troppo immerso nella sua dipendenza per prestare attenzione al suo prossimo, quindi era normale che non si rendesse conto di quanto ciò che stava facendo a sé stesso influisse sullo stato emotivo di Roxy. Era comprensibile che non capisse che, malgrado l'americana avesse posto fine alla loro relazione, questo non l'aveva realmente portata a prendere le distanze da lui. Ma il fatto che la riccia potesse facilmente dare un senso alla mancanza di intuizione da parte di un tossicodipendente, questo non le impediva di incazzarsi ugualmente con lui per quella ragione.
    E ora ci si mette pure la presidenza, mi viene voglia di andare a ribaltare qualche fottuta scrivania!
    Le prudevano le mani. La velocità con cui divorava la sigaretta era sintomatica della concreta possibilità che, da un momento all'altro, la tuttofare potesse marciare come una furia fino all'ufficio della preside e scatenare l'Inferno, sbraitando contro chiunque avesse un minimo di autorità all'interno di quella scuola. Il controllo del giro di Hogsmeade e di diverse zone di Londra le aveva dato alla testa, aver sempre soldi in tasca e ragazzi che agivano per suo conto le aveva messo addosso quell'adrenalina che tanto aveva desiderato e nell'euforia di quel suo nuovo status ogni ostacolo le sembrava pronto per essere abbattuto. Solo gli occhi di Asher, quei due frammenti azzurri così opachi rispetto a come si offrivano al mondo un tempo, la trattennero dal farsi definitivamente licenziare. Asher non aveva più un lavoro, era stato espulso da scuola e probabilmente aveva un letto in cui dormire solo in casa di sua madre, con tutta la tossicità emotiva di cui quel luogo era impregnato.
    Cosa cazzo pensi di fare, ora?
     
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6 replies since 14/3/2022, 08:31   140 views
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