L'amico è

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    Claire De Nevers • 19 y. o. • Studente Accademia • PC
    Ancora palliduccia per i postumi dell’influenza che mi aveva messa ko durante le feste mi appresto a raggiungere il mio amico Liam che mi ha cortesemente invitata a casa sua.
    Appesa alla spalla ho la custodia che contiene la chitarra che non ho avuto modo di suonare da giorni a causa del malessere e della allegra confusione che portano le vacanze. Aggiungere i miei tentativi di accordi non ancora ben riusciti al vocio dei miei fratelli sarebbe stato troppo perfino per l’immensa pazienza di mia madre e mio padre.
    Mentre mi chiudo la porta alle spalle per cercare il posto adatto per smaterializzarmi ed arrivare all’indirizzo che Liam mi ha fornito ridacchio al pensiero che Walter riesce ad incutere timore anche a distanza. Se Liam sapesse quanto è migliorato negli ultimo mesi tirerebbe un sospiro di sollievo. Forse.
    In casa mia la reciproca protezione sfocia spesso in una delicata tirannia. Ci convivo da anni per cui mi sono abituata ma immagino che possa apparire inquietante per chi non è avvezzo.
    Mi appunto mentalmente di rassicurare Liam in proposito. Negli ultimi giorno ho avuto modo di trovarmi in ben altro tipo di situazione che definire inquietante può apparire riduttivo. Non solo i padri eccessivamente protettivi possono vantare l’onore di incutere soggezione. Anche le ragazze sanno farlo e lo sanno fare molto bene. Soprattutto se si ha l’ardire di affrontarle a viso aperto come ho fatto io.
    Scrollando le spalle trovo l’angolo adatto, deserto e nascosto, da cui partire. Una lieve flessione delle ginocchia e una buona concentrazione mi portano, nel volgere di un attimo, davanti alla casa del rosso.
    Non ho idea di chi verrà ad aprirmi dopo aver suonato il campanello. Liam potrebbe non essere solo. Nei suoi messaggi via gufo mi ha accennato a problemi in famiglia e spero di non disturbare con la mia visita.
    Infilo nella tasca del cappotto il berretto, con la destra liscio il panno dell’indumento e sistemo alla meglio i capelli. Nonostante la giornata sia serena fa freddo e c’è un venticello dispettoso che non aiuta a farli rimanere in ordine.
    Nell’aria c’è ancora odore di feste o forse sono io che voglio sentirlo. Non me sono potuta godere appieno e mi sento un po’ in credito. Stare un po’ col mio amico mi ripagherà della forzata segregazione alla quale mi sono dovuta sottoporre.
    Non appena lo vedo apparire sulla soglia della porta il sorriso istintivo e spontaneo accompagna il mio saluto.
    Con la speranza che non siano rovinati troppo estraggo dalla borsa un bouquet di fiori che porgo al rosso.
    Ciao Liam, grazie per l’invito. Questi sono per tua madre da parte della mia.
    Spero di non aver sbagliato ad accontentare la pretesa di Venus ma forse quel gesto potrà servire, in parte, a fare apparire la mia famiglia, mio padre in particolare, meno temibile.



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    Edited by claire/ - 31/1/2022, 17:15
     
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    Din don! è il campanello che mi ricorda che Claire è già qui. Non sono in ritardo mi stavo pettinando perchè non ho asciugato i capelli rossi col phon e sono un po' Sbarazzini.
    Sono a casa da solo, nemmeno Oliver è di sopra. So bene che mamma però ad una certa rincaserà con Sejal, probabilmente l'ha portata in azienda con lei.
    Mi lancio giù dalle scale, apro la porta e la vedo, carina come sempre con dei fiori in mano. Sono per me umh? dico ridendo capendo bene però ciò che ha appena detto. Grazie, appena rincasa li vedrà e non dovevi va bene? mi faccio da parte per farla entrare nell'accogliente casa Stojnov.
    Il caminetto funziona e la temperatura è elevata. Beh benvenuta Claire, hai trovato il posto senza diventare matta vero? poi nomino salotto, cucina, piano superiore, parte esterna con la grande serra e casetta in legno. Faccio mezzo giro intorno a lei. Umh, sei guarita.. ma.. ma hai perso dei chili? la prendo in giro per arrivare al punto dove voglio, indico la porta della cucina che è aperta e da lì può vedere un ampio vassoio di ciambelle. Mia madre sai.. quando vengono ospiti.. li mette all'ingrasso spero siano di tuo gradimento. Faccio cenno di lasciare tutto sul divano e di favorire come vuole. Mi appresto a servire due tazze di thè caldo. Dimmi che tuo padre non è alla finestra dico allungando il mento verso il salotto. Sono ironico ma in parte lo penso.
     
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    Con un sorriso varco la porta assaporando il tepore dell’interno. La casa di Liam è silenziosa ed accogliente, molto più ordinata della mia che se non fosse per la nostra Elfa sarebbe più simile ad un mercato che ad una abitazione.
    Grazie. Sei stato preciso e non ho faticato affatto a trovarti. Che bel calduccio! Posso appoggiare qui il cappotto?
    La differenza fra temperatura esterna ed interna è notevole ed avverto l’esigenza di liberarmi del pensante indumento che ho indossato per uscire. Lo lascio sulla spalliera del divano sperando non dia fastidio e mi guardo attorno. Fa sempre effetto vedere dove vivono le persone che si conoscono. Le case parlano dei loro abitanti.
    Mentre a naso in su osservo gli arredi ed ascolto la descrizione degli ambienti minimizzo quello che è stato il malessere che mi tenuta ai domiciliari per quasi tutta la durata delle vacanze.
    Forse un paio ma sono certa che li riprenderò con gli interessi appena ricomincerà la scuola. Mentre studio mangio di continuo.
    Ridacchio nell’ammetterlo. Dovrei anche ammettere che non segue sempre una dieta sana ed equilibrata ma questo peccato può attendere di essere confessato. Ho intenzione di approfittare dell’ospitalità di Liam e della premura di sua madre che ha lasciato in bella vista, sul tavolo della cucina, un abbondante vassoio di ciambelle.
    La gola reclama le delizie e accetto ben più che volentieri anche la tazza di thè offerta da Liam. Prendo posto sul divano evitando di fare inutili complimenti ed addento il dolce con la stessa carica di chi appresta ad affrontare un nemico.
    Mhhh…deliziose. Posso prenderne un’altra?
    Se ci fosse mia madre mi incenerirebbe con lo sguardo per la sfacciataggine ma dato che non c’è ne approfitto per dar modo alla mia golosità di esprimersi in tutto il suo splendore.
    Poco ci manca che il boccone mi vada di traverso mentre ascolto Liam nominare mio padre. Annego il riso con una boccata di thè prima di riuscire a rispondergli.
    Nel dubbio però, prima di farlo, giro il viso verso la vetrata. Non si sa mai con Walter.
    No, non credo. Non so cosa stia combinando ma penso abbia altri pensieri al momento. E’ parecchio distratto in questo periodo. Meglio per lui non ne abbia combinata un’altra delle sue.
    Mi mordo il labbro pensando agli ultimo giorni. Ho avuto il sentore di una tempesta in arrivo ma non avevo prove per poter affermare che non si trattasse di una mia sensazione. Ben sapendo che i nodi arrivano sempre al pettine ho ritenuto opportuno farmi gli affari miei e lasciare che gli eventi maturassero con la speranza di peccare nel pensare male. Era un peccato di cui mi macchiavo spesso quando si trattava di Walter e non sempre a ragione.
    In caso avessi bisogno di aiuto per ucciderlo posso contare su di te?
    Sono chiaramente ironica nel richiedere la sua complicità. In caso provvederò anche da sola se non arrivo seconda. Mia madre potrebbe precedermi in caso di ulteriori guai.
    Mettendo da parte il fastidioso cruccio riprendo confidenza con le ciambelle. Sono sicuramente più affidabili di Walter e danno meno preoccupazioni.
    Come hai passato le vacanze amico mio? Ammettilo che non vedi l’ora di tornare al Castello. C’è qualcuno di speciale che ti aspetta?
    Rivolgo la domanda con un sorrisino malizioso mentre con l’indice raccolgo una briciola che voleva sfuggire dalle mie labbra.





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