Bella come un unicorno

per Riley

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    UNA BUONA TESTA E UN BUON CUORE SONO SEMPRE UNA COMBINAZIONE FORMIDABILE (Nelson Mandela)

    Era passato del tempo dall'ultima volta che era stata a contatto con qualche animale. Ultimamente non faceva altro che studiare, studiare studiare e ancora studiare... Ah, aveva detto studiare? Fatto sta che era da un pezzo che non andava a spupazzarsi qualche bell'animaletto e rilassarsi un po' così, solo vivendo nel momento e cercando di capire perché i suoi capelli fossero così dolci che tutti gli animali dei dintorni volevano rosicchiarli. Stava divagando di nuovo, vero? Ricominciamo allora!
    Era una bella mattina e Kit aveva voglia di rilassarsi, così si era recata nei recinti della prof di magizoologia perché le era sempre piaciuto stare a contatto con gli animali, lo trovava rilassante. Ecco, ci voleva tanto Kit? Andiamo avanti.
    Era arrivata a quei cavolo di recinti e davanti a se BUM! la vista più bella che aveva da un bel pezzo. Un unicorno e una ragazza erano vicini, quasi intenti in una conversazione intima, un momento che sembrava appartenere solo ad un dipinto, come se lo spettatore stesse assistendo a qualcosa che non poteva aver parole per essere raccontato.
    La ragazza aveva lunghi capelli castani e lineamenti sottili ed eleganti, quasi da ballerina. Sembrava così leggiadra ed elegante che poteva essere scambiata per una ninfa dei boschi, leggiadra ed eterea. Certo, il cavallo cornuto al suo fianco era lì lì per farla sfigurare, perché davvero, chi non ammirerebbe la bellezza di un unicorno? Ma diciamo che gli ormoni di Marikit in quei giorni erano un po' in trambusto visto che doveva arrivarle il ciclo ed era risaputo che ciclo voleva dire libido più alta e libido più alta voleva dire trovare intrigante tutto e tutte. Insomma, non che non fosse bella sempre la ragazza, eh, solo che quel giorno lo era particolarmente di più ecco.
    Dovette aver fatto qualche rumore, perché la ragazza si girò, come per vedere chi osasse interrompere quel momento magico e Kit si trovò imbalsamata dalla vergogna e dall'ansia e iniziò ad arrossire come una mela cotta, cosa che per fortuna con la sua carnagione scuretta si notava gran poco, le benedizioni di essere mezza filippina!
    "Scusa, non volevo disturbare, è che sei bellissima... Cioè, volevo dire che l'unicorno è bellissimo... Non che tu sia brutta, perché non lo sei proprio per niente, ma non volevo dire questo ecco, perché così sembro una scema che non sa stare zitta e forse è meglio che inizi a chiudermi la bocca perché è proprio la figura che sto facendo"
    Ottima prima impressione Kit, uccidila con la tua logorrea, avanti, vedrai che le piacerai di sicuro così! Forse era meglio non uscire dal letto quella mattina, o forse doveva solo pregare che un cratere si aprisse sotto di lei e la inghiottisse.
    "Sono Kit, piacere" che altro si può dire? Almeno è stata garbata, si è presentata! Adesso era proprio ora di chiudere il becco e fuggire a gambe levate se la situazione iniziava a mettersi male per lei... Non è che le piacesse essere ridicolizzata, ma capitava con una spaventosa frequenza.

     
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    Sto ancora cercando il mio posto nel mondo, eppure adattarmi ad uno o all'altro angolo mi pesa sempre meno. Mi sono convinta di dover rientrare necessariamente in una precisa categoria, che senza una meta precisa e degli schemi da seguire sarei stata persa e di me non sarebbe rimasta che un'anima in pena senza senso, una mina vagante che il mondo avrebbe scartato in ogni ambito. Adesso cerco il benessere nelle piccole cose. Un campo fiorito, il prato ricoperto di neve, un cielo azzurro spruzzato di poche nuvole sfumate di bianco e grigiastro. Basta poco a rendere magnifico ciò che diamo per scontato. Da diverso tempo mi ero dimenticata di questo stile di vita. L'ho ritrovato oggi ai recinti della professoressa Vidal. Trascorro qui il mio tempo quando non ho modo di riempire diversamente le mie giornate. Mi inserisco in quell'habitat che è stato la mia infanzia ed adolescenza, ricongiungendomi alla natura ed alle meraviglie che cova e da cui intendo lasciarmi cullare. Così mi sento meglio. Riabbraccio la me che ho perso per un po', aiutandomi ad andare avanti e non arenarmi ancora una volta nel vuoto. Nel buio non voglio più brancolare. "Piaceresti tantissimo alle puledre che ho a casa in Olanda, lo sai?" Sussurro al maschio d'unicorno che pascola sereno ed al sicuro dentro il largo recinto, sporgendomi oltre le assi dello stesso per carezzare senza timore il suo muso candido, il dorso e la criniera morbida. Creature meravigliose, ma un po' tutte lo sono per me. Immersa nella loro bellezza, non mi rendo conto della ragazza fermatasi a pochi metri di distanza da me, finché uno scricchiolio non mi induce a voltarmi verso di lei curiosa ed in minima parte spaventata, ma solo all'inizio. "Ehi, tranquilla. Prendi un bel respiro, ooohmmm..." Sdrammatizzo solo in parte, mentre il tono pacato raggiunge la logorrea incontrollata dell'altra. Una ragazza mora dai lineamenti marcati che non sono certa di aver avvistato per i corridoi. La sua presentazione tempestiva è una conferma ai miei dubbi. "E' un piacere, Kit." Le sorrido affabile, lasciando un'ultima carezza alla bestia al mio fianco prima di scendere dalla recinzione e ricompormi appena. Una sistemata ai vestiti che mi coprono, prima di avvicinarmi all'altra ed allungare la mano verso di lei. "Io mi chiamo Riley. E giuro che non mordo." La rassicuro ulteriormente, prima di volgere nuovamente il capo all'unicorno alle mie spalle. "E' davvero bellissimo comunque." Concordo con le sue parole, prima che si perdesse in un guazzabuglio di vocaboli di cui non ho tenuto particolarmente bene il filo. "Io non ne avevo mai visto uno così da vicino. E tu?"

     
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    UNA BUONA TESTA E UN BUON CUORE SONO SEMPRE UNA COMBINAZIONE FORMIDABILE (Nelson Mandela)

    Lei era una dea. Non c'era altra spiegazione. Kit non poté che rimanere a bocca aperta davanti a tanta classe, eleganza e dolcezza. Se fosse stato un film intorno a Riley ci sarebbe stata una luce argentea e un suono di angeli che cantano si sarebbe sentito attorno a lei, intonare inni di gioia. Visto che non era un film ci si doveva accontentare dell'immaginazione di Marikit che comunque rendeva tutto un po' più... luminoso. Ormoni a palla e un debole per le belle ragazze, check.
    “Puoi mordermi quanto vuoi” si trovò a mormorare, quasi senza pensarci, ancora presa ad immaginare cherubini e campane a festa. Si riscosse subito, arrossendo ancor di più, cosa abbastanza frequente attorno a questa ragazza, ammettiamolo, e ad aprire e chiudere la bocca come un pesce fuor d'acqua, cercando di trovare un modo di togliersi dai pasticci senza mettersene in altri, cosa impossibile vista la mancanza di filtro testa-bocca.
    “L'unicorno, si, bellissimo, davvero... no non ne avevo mai visto uno così da vicino. Da lontano si, ma era in natura e non credo apprezzasse la mia presenza nel suo territorio”
    Inutile dire che la moretta stava girando per la foresta in attesa della trasformazione in volpe quando l'aveva visto, quindi forse l'unicorno aveva fatto più che bene ad andare via. Quale animale sarebbe rimasto lì quando un futuro predatore ignoto stava per comparire? Ok che forse gli bastava un colpo di corno o uno stomp con lo zoccolo per farla fuori, anche in forma di volpe mannara, ma ehi, era sempre bello credere di essere più pericolosi di quello che si era.
    “Segui il corso di magizoologia o eri qui solo per vedere questa bellezza?”
    Kit voleva tanto avvicinarsi, ma sinceramente non sapeva se poteva. Suo padre le aveva insegnato che le creature magiche riconoscevano il loro odore anche in forma umana e che spesso ne erano infastidite. Non sempre, dipendeva dall'indole della creatura, ma non voleva rischiare di creare un incidente con una delle creature che la professoressa cercava di salvare. Sarebbe stata espulsa ancor prima di dire cavolo, quindi era meglio rimanere a distanza e limitarsi a guardarlo. Era proprio bello cavolo!
    “Io avevo voglia di stare un po' a contatto con la natura, troppo tempo piegata sopra uno stupido orologio ultimamente... O sopra un tostapane. O una serie di bulloni... Seguo magingegneria, non sono svitata, giuro... O forse sono svitata proprio perché seguo magingegneria, è tutto da definire”
    Evviva la logorrea! Forza Kit, torna in carreggiata e dì qualcosa di sensato. Anzi, meglio, sta zitta e aspetta di vedere se quella povera anima scappa prima di incriminarti ancora di più con le tue parole.

     
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    Imbattermi in un'anima più impacciata della mia mi induce inevitabilmente a sorridere. Leggo l'imbarazzo che le arrossa le gote ogni volta che la sua bocca lascia fluire idee che, a detta sua probabilmente, avrebbero fatto meglio a rimanere seppellite in un silenzioso inconscio. Colta invece da tanta lusinga quanto divertimento, non posso osservare Kit con tenerezza immensa, in parte per cercare di tranquillizzarla ed aiutarla a mettersi a proprio agio. Non sembra funzionare almeno agli inizi, ma quando il fulcro dei nostri discorsi torna a spostarsi sul meraviglioso unicorno che abbiamo di fianco, tutta l'energia che ci circonda sembra rendersi più accogliente, gradevole. "Gli unicorni selvaggi sono prede delle più temibili creature, come dei cacciatori. La loro diffidenza non mi stupisce." Mi volto di nuovo verso l'animale, sorridendogli pacatamente come fosse in grado di capire cosa io dica esattamente. Di certo percepisce la mia benevolenza nei suoi confronti, al punto da farsi accarezzare sul muso senza particolare rigetto. "Però come vedi basta guadagnarsi la loro fiducia perché cambino idea." Un discorso ampio, valido per qualsiasi tipo di animale. Persino una tigre diventa domabile se cresciuta sotto le cure attente di una persona che la protegga, che non si stagli come un pericolo nella sua esistenza. Comprendo lo scetticismo di chi non è avvezzo a certi concetti, ma mi piacerebbe che Kit, ancora incerta in questo contesto, cambiasse idea. E' triste che si limiti nonostante provi una sincera ammirazione nei confronti della bestia che ci è accanto. "Sono a Magizoologia, sì, ma fino all'anno scorso ero iscritta ad un altro corso e venivo comunque qui a molestare le creature della professoressa Vidal." Le spiego brevemente, non soffermandomi volutamente sul tasto dolente del cambio di corso. E' acqua passata, più o meno. Devo fare in modo che lo resti se voglio andare avanti sul serio. Quindi mi concentro a mia volta sulla sua risposta, interessata ai dettagli che mi lascia prima di chiarire che tipo di corso segua. La guardo entusiasta a quel punto. "Wow, dev'essere proprio forte! Ti piace?" Incalzo sorridente, rimuginando su voci di corridoio che mi sono arrivate circa quel corso. "Una volta ho sentito dire che un ragazzo si è dato fuoco al piede cercando di trasformare un triciclo per bambini in un motore di non so cosa. L'hanno visto ballare per i corridoi saltellando su un piede come se fosse una danza irlandese o qualcosa del genere." Una storiella priva di fondamento secondo me. E' divertente ripensarci, ma non sono certa sia accaduto sul serio. "Io però non l'ho visto, quindi... chi lo sa?!" Intervengo subito, prima di passare oltre quella storiella stupida. "Dai, avvicinati anche tu. Non ti va di accarezzarlo?" Propongo indicando l'unicorno ancora preda delle mie carezze. Se farà piano non dovrebbe correre alcun rischio, no?

     
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    Nonè normale trovare più bella una persona di un unicorno, vero? Cioè, Kit doveva ammettere che l'unicorno era davvero fantasmagorico e non ci fosse stata la ragazza davanti a lui decisamente avrebbe attirato tutta la sua attenzione, ma lei... LEI! Le ciglia così lunghe, i capelli che sembravano così morbidi e setosi, pronti a ballare al minimo sospiro di vento. Gli occhi così magnetici e il viso così angelico... Ok, Kit abbiamo capito che sei gay ma dacci un taglio.
    “Penso che tu guadagneresti la fiducia di chiunque”
    … Non avevamo detto di abbassare un po' la gayaggine? Dai Kit, concentrati, sono sicura che ce la puoi fare a dire una frase che sia sensata, forza, credo in te!
    “Vuol dire che era proprio una passione allora, non è da tutti amare gli animali così tanto” visto Kit, non era così difficile!
    Dettagli che nei suoi pensieri la prima cosa che le venne in mente fu se avrebbe amato anche lei in versione volpe... Si ok era una volpe mannara e non una vera volpe o un animagus volpe, quindi un pelo meno carina e coccolosa, però era sempre adorabile, di questo ne era sicura.
    “Oh si l'ho sentita anche io quella storia! Sono sicura che un fondo di verità ci sia, perché vedo tutti i giorni i miei compagni che fanno esplodere le cose più bizzarre... E pure io ci metto del mio, quindi sono sicura che per amor di scienza sia successo anche quello!”
    Meglio non raccontare di tutte le sue disavventure con gli oggetti magici più strani. Davvero, fino a quel momento aveva distrutto più cose di quelle che aveva inventato, ma alla fine era quello il processo scientifico, provare fino a che tutte le opzioni se non quella giusta rimanevano. Se nel frattempo bruciavi qualcosa solo più divertimento!
    “Ma si, mi piace un sacco, è da quando sono piccola che traffico con gli oggetti babbani o magici, mamma ha sempre detto che ho imparato ad usare prima il cacciavite della forchetta, quindi diciamo che era un po' nel mio destino quello di finire qui”
    Le piaceva il concetto di destino, l'aveva confortata nei momenti peggiori, quando tutto quello che voleva fare era mollare la presa e lasciarsi cadere nel vuoto. Poi chissà, magari nel suo destino c'era anche una bella streghetta da amare e perché no, poteva essere proprio quella che aveva davanti? Seeee come no, sarebbe stato troppo bello.
    “Eeeeeh non so se sia una buona idea sai? Credo di avere dei brutti ferormoni, gli animali di solito o mi amano o mi odiano e non ci tengo a sperimentare quale delle due opzioni sia con quel corno pronto ad infilzarmi se va male. Mi accontento della vista, accarezzalo anche da parte mia”
    E perché non accarezzi anche me nel frattempo? …. Brutta Kit, non si pensano queste cose! Per fortuna che non le era scappato, altrimenti sai che figuraccia!
    Meglio cambiare discorso prima che inizi a spingere per farmi avvicinare, davvero, gli unicorni non andavano d'accordo con i mannari, la teoria diceva che sentivano la maledizione nel loro sangue e loro erano troppo puri per accettarla, ma... chissà se era vero.
    “Allora, Riley... Che mi dici di te? Sembri una persona interessante, sono sicura che ci siano mille lati di te da scoprire!” sembrava un flirt? Sperava seriamente di no, altrimenti si sarebbe beccata il due di picche più veloce della storia!

     
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    "Il mio ego ti ringrazia." E' più sciolta del solito la considerazione che viene fuori dalle mie labbra. Sono sempre stata io a giocare il ruolo inverso, a nutrire tanto interesse nei confronti di una persona - una ragazza, in particolar modo - incontrata per caso qua e là, tra i corridoi dell'Accademia o tra le strade di una caotica Londra. Giocare una parte alternativa mi piace. E' piacevole il palesarsi di un interesse che io non sarei mai in grado di rivolgere a me stessa. Come il risollevarsi di un'autostima che il tempo ha schiacciato sotto il comando dei fallimenti cui mi sono arresa. Che sia un colpo di testa, non mi importa in questo momento. Anche fosse un'illusione, non avrebbe importanza. Mi fa stare bene, mi rende euforica ed appagata e tanto basta a solleticare la mia curiosità, nonché il mio desiderio di benessere. Si accende così la voglia di intrattenermi ancora con Kit, che sia per chiacchierare di questo e l'altro studente che rischia di perdere due dita durante un'esercitazione o di interessi che si stacchino dalla patina che avvolge le questioni scolastiche. "Pare che anche la tua sia una forte passione. Magari un segno del destino." Commento così il suo breve accenno ad una piccola Kit del passato, già intenta a curiosare tra l'uno e l'altro oggetto per fantasticare su utilizzi dalla natura più complessa di ciò che gli occhi di una bambina percepiscono. Mi ci perdo per un po' in quell'immagine, rammentando di rimando gli interessi che caratterizzavano me. Ciò che sì, come lei stessa ha definito, rasentavano una vera e propria passione. Un amore sconfinato per il mondo naturale così com'è, il rispetto dello stesso, lo stupore nello scoprire ciò che lo abita e riempie. Un destino che ho messo da parte per un po', perdendo me stessa e le piccole parti che mi componevano. Adesso è diverso. Adesso posso riappropriarmi di tutto ed è ciò che farò. E' ciò che faccio, sotto gli occhi della non più sconosciuta ragazza che mi ha avvistata al fianco dell'argentea creatura oltre il recinto. "Va bene, mi arrendo per oggi, ma da qui alla fine dell'anno ti farò stringere amicizia almeno con un unicorno, parola mia." La incoraggio, semplicemente, senza imporle una reale forzatura. E' solo un modo per rompere il ghiaccio, per metterla a proprio agio nonostante ormai l'atmosfera sia meno tesa. Così almeno credo. Con un sorriso altrettanto gioviale quanto rassicurante, mi avvicino alla mia interlocutrice. Non invado il suo spazio di un millimetro, ma faccio sì da non distogliere lo sguardo dal suo. Le parlo con sincerità, stabilisco un contatto, invitandola ancora a rilassarsi prima che le mie intenzioni si rendano evidenti ai suoi occhi. Alle orecchie. Alla mente. "Non lo so. Magari sono una noiosissima ragazza come un'altra." Incalzo alla sua domanda, prima di procedere su un'idea che spero le risulti gradevole ed interessante. "Però se vuoi puoi scoprirlo davanti ad un boccale di burrobirra da qualche parte." Non è un appuntamento quello che le propongo. Solo un incontro. Un secondo incontro che si sommi a quello attuale, per approfondire la nostra conoscenza. O amicizia. O qualsiasi altra cosa. Un modo alternativo per renderla partecipe dell'interesse che ha suscitato in me, più o meno adiacente a quello che inspiegabilmente ho suscitato io in lei. Qualcosa di equo, di cui io ho decisamente bisogno. "Puoi dire di no, non mi offendo."

     
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5 replies since 6/1/2022, 21:27   135 views
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