Numeri, 16:27

Castiel || Sobaki.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. sinner.
     
    .
    Avatar


    Group
    Studente Accademia
    Posts
    297

    Status
    Anonymous
    Il fervore di Castiel le causava emozioni contrastanti. Da un lato ne era turbata, come le capitava con tutti i comportamenti altrui che le davano l'impressione di invadere il suo spazio personale, mettendo in discussione il suo sentire, le sue emozioni, cercando di esaminarle sotto una lente di ingrandimento per scandagliarne le sfumature. Era quella sensazione che spesso la induceva ad essere tanto respingente nei confronti del suo prossimo, a prescindere dalle buone intenzioni che potevano muovere la persona in questione. Dall'altro lato, Westwood era magnetico per lei: i suoi occhi inquieti la irretivano costringendola all'ascolto di parole che erano come un incantesimo difficile da ignorare. Tuttavia, la sua osservazione, impetuosa e categorica, dipinse un sorriso sardonico sulle labbra della brasiliana.
    Davvero mi stai invitando a razionalizzare? scosse la testa, come a sottolineare l'assurdità della cosa Non credo che tu capisca. Non riesco nemmeno a pensare.. qualcosa di diverso.
    Non era solo assurdo che fosse proprio Castiel ad invitarla a scindere il suo pensiero dal regno del terrore in cui aveva trascorso la sua infanzia. Quell'invito era surreale in sé e per sé, parlava di un uomo che non aveva idea di quanto profondamente i suoi primi undici anni di vita avessero determinato l'essere umano che Cassandra era adesso, le sue capacità di gestire l'angoscia, di scindere non solo Giusto e Sbagliato ma anche Vero e Falso. Per lei il peccato che si portava dietro dalla nascita era una verità assoluta, una colpa indiscutibile, la minaccia costante di un dolore che si era meritata. Provare a mettere in discussione quella realtà alimentava immediatamente una concatenazione mentale di disagio profondo che si trasformava in ansia, angoscia claustrofobica e infine puro e irrazionale terrore della morte. Nella sua mente riprendevano vita ricordi di violenza e reclusione, come se la volontà divina fosse pronta a scatenare su di lei l'Inferno per il semplice ardire di pensarsi vittima, ingiustamente colpevolizzata.
    Non ancora. Sono in gabbia..
    Quella piccola precisazione era già un enorme passo avanti, per lei. Prendere in considerazione l'idea che si potesse trattare di un "non ancora" e non di un "mai" era rivoluzionario, ma ciò non doveva essere confuso con la Speranza. Si trattava piuttosto di Disperazione, così violenta da indurla a sfidare l'impossibile pur di guadagnarsi la sopravvivenza. Se spezzare le proprie catene stava diventato un imperativo categorico, una necessità per scampare alla morte e all'Inferno, allora questo poteva darle nuova forza. Fu quel pensiero a spingerla ad alzare nuovamente lo sguardo sul suo interlocutore.
    Sì, è quello che temo.
    Socchiuse gli occhi, osservando intensamente Castiel nel rendersi conto che l'uomo pareva guardare qualcosa oltre lei, o forse qualcuno. Ma non le serviva voltarsi per capire che erano ancora soli in quel corridoio fiocamente illuminato dalle torce. Castiel era tormentato da fantasmi, esattamente come lei: non veri ectoplasmi appartenenti ad anime trapassate, ma spettri di ricordi dolorosi, ostinati e ossessivi.
    I mostri sono liberi, dispensano dolore senza remore. Ma è una libertà che porta con sé la solitudine.. e io non so se sono pronta.
    Questo lo sapeva, il mago oscuro di fronte a lei? Doveva essersene reso conto, nel corso degli anni. La Rocha non riteneva possibile che l'uomo fosse riuscito a far coesistere la sua decisione di abbracciare la follia, il Male, con qualunque possibile forma d'amore. Una scelta del genere comportava una rinuncia suprema, poiché non vi era anima in grado di amare che potesse convivere con tanto orrore, perdonare tali atrocità. Non un amico, non un fratello né un amante. Se Castiel era solo, non mostrava di soffrirne. Ma ciò che si poteva scorgere di un uomo nel corso di una conversazione era una parte infinitesimale del suo essere.. persino se si trattava di una conversazione come quella.
    Quel confronto aveva smosso qualcosa dentro di lei, lasciandole molto su cui riflettere. Ma un simile vicinanza era troppo intensa per poter essere perpetrata ancora a lungo, senza pause, senza che tra lei e il mangiamorte si creasse la giusta distanza per permetterle di capire quanto ancora fosse disposta a lasciarsi avvicinare in futuro. Era arrivato il momento di congedarsi.
    Ci rivedremo, Castiel?
     
    Top
    .
12 replies since 21/12/2021, 13:17   260 views
  Share  
.
Top