Numeri, 16:27

Castiel || Sobaki.

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  1. sinner.
     
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    Credeva che non si sarebbe trattenuta a lungo in quel luogo, una volta concluso ciò che era venuta a fare. Non lo faceva mai. Sobaki non le piaceva e ancor meno le piaceva avvertire ugualmente la necessità di recarvisi di tanto in tanto. Quel luogo la chiamava a sé proprio come avrebbe fatto l'Inferno, una volta che la sua vita fosse giunta al capolinea. Per questa ragione si affrettava sempre ad andarsene e mai si sarebbe sognata di trattenersi tra quelle mura al solo scopo di conversare con accoliti di Roeim o mangiamorte che fossero. Il suo mentore in effetti era l'unico a cui lei avesse mai rivolto più di qualche parola stentata e ritrovarsi ora coinvolta in una vera e propria conversazione con qualcun altro, qualcuno che non era certa noto per i suoi approcci "discreti", era sicuramente sorprendente. Persino destabilizzante, considerata la natura del discorso intrapreso.
    Annuì piano alla domanda ricevuta, una domanda retorica dopotutto e che non prevedeva molto più di una conferma silenziosa. Certo che avrebbe voluto esercitare potere su quella paura, avrebbe voluto controllarla, dominarla. Perfino riuscire ad annientarla. La paura era un'infezione che la divorava dall'interno, fin da quando aveva memoria. Aveva conosciuto la paura persino prima di conoscere l'odio, eppure anche quello era un suo antico compagno di vita. Tuttavia, non aveva mai individuato una strada che potesse portarla lontana da tale emozione: si poteva smettere di avere paura di molte cose, a suo avviso, ma non di Dio. Se ora si fosse ritrovata davanti i Rocha - e prima o poi sarebbe successo - non avrebbe più provato quell'angoscia che in passato erano stati in grado di provocarle. Quei babbani fanatici avrebbero conosciuto solo il suo risentimento, il suo odio, la sua necessità di restituire loro tutto il dolore che le avevano provocato. Ma come poteva porsi nel medesimo stato d'animo anche di fronte all'Onnipotente?
    Mi ha dato qualcosa.. soppesò quelle parole con aria distante, lo sguardo spento che si riaccese dopo qualche istante nel dare una conclusione ed un senso alla sua risposta ..qualcuno, per poi strapparmelo.
    La sua voce vibrava di risentimento. Sapeva che già solo provare tutto quel rancore era un atto violento verso di Dio, una bestemmia, l'ennesima espressione del suo essere un'inguaribile peccatrice. Non si contestava l'operato divino. Non lo si contestava nemmeno quando causava morte o atroci sofferenze, dunque lei non poteva biasimare il Signore solo perché aveva allontanato Luis, permettendo al gemello di capire che il loro rapporto non rientrava più tra le sue priorità. Eppure lei lo faceva: biasimava il suo unico Dio per questo, senza prostrarsi con umiltà all'imperscrutabilità del volere divino. Il dolore la portava anche a questo. Cassandra sollevò uno sguardo interessato su Castiel, quando lui alluse alle Arti Oscure e allo stretto legame che avevano con il Principe delle Tenebre. Era stato il Diavolo a generarle, così come ogni sfaccettatura del Male era univocamente riconducibile a lui, anche su questo lei e Westwood erano d'accordo.
    La magia oscura ha una natura demoniaca. Ma Lucifero è opera di Dio, solo che ha scelto di ribellarsi. Tu.. non credi che se ne sia pentito, dunque?
    Si era interrogata svariate volte in proposito. Quando Lucifero, l'angelo prediletto dal Signore, aveva guidato la rivolta contro Dio aveva segnato il suo destino. Cadendo aveva perso ogni traccia della sua lucente purezza e sprofondando nella terra aveva creato l'Inferno, trascinando con sé i suoi seguaci. Ma da quando l'Oscurità era diventata al contempo la sua casa e la sua prigione, non aveva mai desiderato di poter tornare sui suoi passi? Si sarebbe riaffidato a Dio se avesse potuto sperare nel suo Perdono? Era quella, infondo, la domanda che la spingeva ad inginocchiarsi ancora ogni sera e a pregare per una Salvezza che, fin da bambina, le era sempre stato detto di non meritare.
    Da quando hai fatto questa scelta, ti senti più libero?
    Interrogò nuovamente Castiel con una domanda che rifletteva a sua volta i suoi dubbi su Lucifero, questa volta riversati sul Westwood. Violare la Legge Divina, scagliarsi contro il suo Creatore, ribellarsi ad esso nel modo più blasfemo e immorale.. come lo faceva sentire?
    Quando riversi il tuo odio, la violenza, su qualcun altro.. ti sembra di liberarti di un peso?
    Lei non aveva ancora mai superato davvero quel confine. O meglio, aveva fatto soffrire diverse persone ma non si era mai portata via una vita umana. Eppure sapeva che la sua stessa natura la stava progressivamente trascinando in quella direzione. Conoscere Roy aveva rallentato il suo incedere verso il Male, ma non l'aveva mai arrestato davvero. Roy era importante. Ma questo non poteva annullare il fatto che la sua anima fosse infetta ormai da tempo. Da sempre.
    A volte mi sento come se dovessi far uscire il veleno da una ferita.
     
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