Merry Christmas.

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    Claire De Nevers • 19 y. o. • Studente Accademia • PC
    Pacchi pacchetti e pacchettini. Il periodo che precede le feste comporta anche sobbarcarsi lo shopping natalizio. Non amo entrare e uscire da negozi, ammetto di essere stufa mentre cammino per far ritorno alla mia stanza. Sono anche soddisfatta. La maggior parte del lavoro è fatta e non è stato facile scegliere i doni per tutti. Vengo da una famiglia numerosa e ne sono felice, soprattutto ora che finalmente si è riunita. Quest’anno, alla solita lista, si sono aggiunti nomi nuovi a cui mi preme esprimere, con un pensiero, la mia gratitudine e il mio augurio. Qualche buon amico e lui. La persona che mi ha fatto battere il cuore, quella che è riuscita, senza volerlo, senza imporsi e senza chiedere nulla, a farmi sentire i palpiti di un sentimento mai provato prima d’ora. Non c’è negozio che possa vendere, per lui, un dono appropriato. Nulla è abbastanza bello, nulla è abbastanza significativo e per lui ho in mente qualcosa di diverso, di non comprato.
    In quel venerdì pomeriggio di un dicembre grigio e freddo, mentre cammino per i viali del Campus con il proposito di mettere in atto la mia idea respiro l’atmosfera festaiola. Impossibile non farlo. Non sono la sola a tornare alla meta carica di borse colme di regali. Diversi studenti sono nella mia stessa situazione. Alcuni, come me, viaggiano in solitaria, altri in gruppetti. Li sento parlottare e ridere, li vedo salutarsi e divedersi per prendere strade diverse.
    Ben coperta dal giaccone e dal berretto che mi scende sulla fronte li osservo più con curiosità che con interesse e questo fino a quando non odo uno di loro fare un saluto.
    Arrivederci professoressa Lindey , auguri!
    Il mio incedere spedito si blocca. Alla mia sinistra, sul viale parallelo a quello che sto percorrendo, la figura della giovane docente si stacca dal gruppo che prosegue per la sua strada lasciandola in disparte.
    Non conosco di persona Jamie, non ho avuto questo piacere. Di lei so ciò che Kieran mi ha riferito e so, soprattutto, che per lui quella donna è importante.
    Non avrei motivo, non c’è ragione per cui io debba avvicinarmi a lei ma sento di doverlo fare. Sono consapevole che non sarà facile approcciarla. Non so nemmeno da dove iniziare, non so cosa dirle e come dirglielo ma sento di volerla conoscere. Condividiamo un sentimento comune diretto alla stessa persona ma probabilmente siamo diverse e non solo per ciò che riguarda ruolo ed età. Io sono una studentessa del secondo anno di Medimagia, lei è una docente ma se proviamo interesse per la stessa persona forse qualcosa in comune l’abbiamo. Sicuramente se mi soffermassi a ragionare tirerei dritto per la mia strada ma qualcosa dentro di me scatta e non si tratta di curiosità.
    Senza concedermi in tempo di riflettere attraverso quasi di corsa la striscia di prato che separa i due viali intercettando l’incedere della donna dalla chioma color del fuoco.
    Col viso dello stesso colore mi affianco palesandomi senza ostacolare il suo cammino.
    Buon pomeriggio professoressa. Non ci conosciamo ma immagino lei sappia chi sono.
    In caso si fermi e mi dedichi qualche minuto le porrò la destra per poter eventualmente stringere la sua.
    Claire De Nevers. Posso farle gli auguri di Buone Feste?
    Banale ed impacciata come presentazione ma grazie al cielo è Natale e in questo periodo si dice che tutti sono più buoni. Me lo auguro.


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    Edited by claire/ - 24/1/2022, 22:50
     
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    Amate ferie. Che bello.
    Per quanto il mio lavoro mi piacesse, delle pause erano obbligatorie. Dovevo riposare il cervello, soprattutto dalla merda che mi si era buttata addosso e l'arrivo di Nicholas di certo non aveva migliorato questo periodo dato che lui non portava mai buone notizie, dunque se riuscivo a riposarmi un po' e dedicare questo tempo a me stessa male non avrebbe fatto.
    Avevo bisogno di ricaricare le pile per far fronte alla sfiga che mi perseguitava. Ormai dovevo prendere seriamente in considerazione il fatto di essere stata maledetta o davvero non si spiegava la mia cazzo di vita...e ora ero qui a fare del simpatico sarcasmo perché era meglio così e odiavo rimanere in casa a piangere e deprimermi, non era da me.
    Preferivo inveire contro chiunque piuttosto, era molto più liberatorio e utile rispetto alle lagne.
    Quindi quei giorni dovevo essere più entusiasta, perché le ferie erano dietro l'angolo, erano gli ultimi giorni tra questi corridoi con il rischio di incontrare persone indesiderate e gli studenti mi auguravano gli auguri e quant'altro ancor più contenti di me delle ferie.
    Infatti adesso stavo uscendo dall'aula, la lezione era terminata e stavo camminando con i miei studenti per gli ultimi saluti, per poi abbandonarli a loro stessi pronta per fare un salto in aula insegnanti per poi filare alla Gringott.
    La verità era che il lavoro di spezza-incantesimi non si bloccava del tutto, solo quello di insegnante. C'erano dei lavori che necessitavano la mia attenzione e seppur con più calma dovevo comunque studiare e analizzare delle cose, soprattutto riguardo al caso di Audrey che si era un attimo arenato e la cosa non mi piaceva affatto.
    Il fatto era che organizzare con il reparto degli indicibili non era mai cosa facile, ma ci serviva accedere a quelle stanze, ma la mia richiesta era in fase di approvazione..
    Erano questi pensieri a tenermi occupata mentre camminavo incurante di chi avevo attorno, fu per questo che fin quando non aprì bocca non mi resi conto di chi cazzo aveva deciso di camminare al mio fianco.
    Mi bloccai di colpo, fissandola quasi nella speranza di scoprire in me il potere di lanciare laser infuocati dagli occhi. Sarebbe stato carino vederla sbriciolare davanti ai miei occhi, ma ahimé, non ero nata con tale superpotere.
    Davvero si era palesata qui per presentarsi, stringermi la mano e farmi gli auguri? Mi stava forse perculando la ragazzina?
    No davvero, con quale faccia da culo vai dalla persona che sapevi frequentare quello che ora era per lei cosa? Chi poteva dirlo, fatto stava che mi aveva detto "immagino lei sappia chi sono", quindi qualcosa sapeva per forza.
    Feci un respiro enormemente profondo e sinceramente di stringerle la mano non avevo voglia.
    Oh la colpa era fondamentalmente dello spilungone melodrammatico, però ecco nessuno mi obbligava a cercare un confronto di qualsiasi tipo con lei.
    "Ciao. Fammeli pure, di certo non posso impedirti di parlare." Purtroppo, avrei voluto aggiungere.
    Rimaneva comunque che non aveva un cazzo di senso, cosa voleva da me? Io ora stavo cercando di rimanere civile, ma non assicuravo niente si fosse messa a dire chissà che cosa.
    "Senti, tagliamo corto ok? Che cosa vuoi da me? Cosa ti ha spinto a venirmi a salutare e farmi gli auguri ah? Non ti sembra un po' strano? Per me lo è."
    Strano e soprattutto losco, poi magari questa era solo una noiosa santarellina che voleva davvero farmi gli auguri e vedere come stavo, ma anche li, che si facesse i cazzi suoi.
     
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    Claire De Nevers • 19 y. o. • Studente Accademia • PC
    L’espressione sul viso di Jamie quando mi rivolge lo sguardo è illuminante. Ovviamente non mi aspettavo che mi ringraziasse, non le avevo di certo fatto un favore. Al posto suo probabilmente reagirei nello stesso modo, con la stessa evidente diffidenza con cui mi guarda.
    Avvicinandomi a lei ho modo di osservarla, di osservarne espressioni e gesti. Ritiro la mano tesa che viene ignorata dalla rossa e se ci rimango male cerco di non darlo a vedere ma evito di sorridere. Non voglio si senta presa in giro, non rientra nelle mie intenzioni.
    Comprendo che trovi strano il fatto che l’abbia approcciata. Fa strano anche a me confrontarmi con lei. Se prima di avvicinarla avevo il sentore che fossimo completamente diverse ora non ne sono più tanto sicura. Credo che a volte, spesso, siano le occasioni a determinare le reazioni delle persone e credo che la reazione di Jamie sia quanto di meglio riesca a fare in quel contesto.
    Deglutendo per la freddezza che mostra rimango fedele ai miei propositi sperando che questi non vengano fraintesi.
    Fa strano anche a me, le assicuro. Non sono per nulla certa di aver fatto la cosa giusta ma, per quel che conta, desideravo davvero farle gli auguri.
    So di non potermela cavare con una frase di circostanza di tal fatta. Ci sta col periodo ma non col contesto. Non è nemmeno una delle mie insegnanti, in teoria non avrei nessuno motivo di parlarle senza averne avuto il permesso o senza un’occasione che richiedesse la necessità di farlo. Non so nemmeno se Kieran approverebbe il mio gesto, non so come potrebbe interpretarlo. A volte maledico di aver preso da mia madre la sua impulsività, lei probabilmente la sa gestire meglio di me. Forse.
    Non per questo sento il bisogno di chiedere scusa. Non provo rimorso per frequentare l’uomo che desidero conoscere e non offenderò Jamie mostrando compassione. E’ una donna adulta che si mostra, o vuole mostrarsi, decisa di carattere e forte nelle espressioni. Se sta soffrendo, come è probabile, cerca di nasconderlo mostrando insofferenza nei miei confronti. Non sto cercando di entrare nelle sue grazie. Sono probabilmente l’ultima persona al mondo con la quale desidera parlare e lo comprendo. Mi affronta con una dialettica diretta che non da adito a dubbi in proposito.
    Non posso nemmeno tentare di mettermi nei suoi panni. Non la conosco. Non riuscirei ad immaginare cosa pensa e cosa prova ma so che Kieran prova affetto per lei. Non fosse per altro sento di doverle rispetto così come rispetto il suo voler mantenere le distanze.
    Senza invadere oltre i suoi spazi infilo le mani in tasca, cerco di mantenere la postura eretta e il tono della voce calmo e controllato. Non mostro di essere e non sono risentita per i suoi modi dai quali non mi faccio condizionare continuando a usare i miei, quelli che mi appartengono e che mi rappresentano.
    Mi fa piacere conoscerla, parlarle di persona, faccia a faccia. Abbiamo una conoscenza comune. Qualcuno a cui entrambe teniamo molto.
    Mi sembra abbastanza stupido dire di chi si tratta ma ritengo opportuno affermare di essere coinvolta. Metto in conto di espormi alla qualunque in questo modo ma non mi preoccupo. Dal suo punto di vista ha tutte le ragioni per essere irritata. Dal mio punto di vista sento di avere il dovere di provare a comprendere la sua reazione e a manifestare il mio interesse senza che questo debba farmi sentire fuori luogo.
    Non è la sua benedizione che cerco ma la possibilità di avere un dialogo civile che mi permetta di poter riferire a Kieran di aver incontrato la persona che mi ha descritto. Per far ciò ho bisogno di farmi io stessa una idea su chi ho davanti.
    Lungi da me l’idea di raccontare a Jamie quanto io sia felice di poter frequentare Kieran o altro che riguarda solo lui e me. Non abbiamo bisogno del permesso di Jamie per vederci, è una nostra libera scelta e lei lo sa. Non ho nemmeno bisogno dei suoi consigli o chiedere informazioni o dettagli su di lui. Preferisco di gran lunga apprenderli da me, direttamente dall’interessato e non voglio nemmeno perorare la causa di nessuno.
    Cercando di intercettare lo sguardo della rossa riprendo la parola. Forse oso troppo nell’insistere a volerle parlare ma non ha senso, a quel punto, girare le spalle ed andarmene.
    Quando l’ho vista ho pensato fosse corretto non ignorarla. Se ce l’ha con me posso comprenderla e se ha qualcosa che desidera dirmi o chiedermi sono qui.
    Spero comprenda, sia dal tono della mia voce che dalla mia espressione, che non mi sto offrendo come pungiball su cui sfogare il suo eventuale biasimo o le sue frustrazioni. Le sto offrendo l’opportunità di avere un confronto costruttivo cosa che lei potrebbe non aver voglia di fare. Frequentiamo lo stesso ambiente, prima o poi doveva succedere che ci incontrassimo. Nella mia modesta saggezza ritengo possa essere l’occasione giusta, visto che siamo sole, per dar modo alla rossa di dire la sua in caso abbia qualcosa da dirmi. Ci sto mettendo la faccia, apprezzerei ci mettesse la sua ammesso abbia il coraggio di farlo.


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    Edited by claire/ - 11/1/2022, 13:57
     
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    Il fatto era che non ce l'avevo con lei. Lei, in tutto questo, non aveva la minima colpa, che colpa mai dovevo darle? Non era mia amica, non mi aveva fatto alcun torto. Ma io ero un essere umano e come tale, se una ragazza più giovane di me, più alta di me, più bella di me, bionda e quant'altro aveva trovato la faccia di culo di venirmi a fare gli auguri un po' le palle mi giravano.
    Perché se non ci fosse stato Kieran di mezzo manco per l'anticamera del cervello sarebbe venuta da me, non che l'avrei voluto, ma per capirci.
    Insomma questo incontro non serviva, aveva solo scopo di farmi sentire una nana del cazzo presa per il culo e la cosa non mi piaceva affatto, c'era il rischio di risponderle più male di quanto avrei dovuto.
    Non che non fosse divertente l'idea di tirarle talmente tanto mazzate da farle perdere qualche centimetro, ma quelli erano solo i miei sogni più intimi, quelle cose che si immaginavano sotto la doccia per perdere tempo e di fantasticherie pregne di violenza ne immaginavo a valanghe, solo che avevo la decenza di non renderle, quasi mai, reali.
    Dunque, tornando a noi e alle scuse patetiche che mi avrebbe rifilato, ora ero sinceramente curiosa di capire che cosa frullasse nella sua testa da biondina modella di Victoria Secret.
    Che carina, desiderava davvero farmi gli auguri, avevamo qui davanti un'anima pia. Bleah.
    "Mettiamola così, il 99% delle persone non l'avrebbe fatto nella tua posizione, ma evidentemente hai voglia di essere quella speciale."
    Un sorriso particolarmente sarcastico illuminò il mio viso nel dirle quelle parole, ma ehi, io non sapevo davvero cosa dirle e di ringraziare e ricambiare nemmeno avevo voglia, mica le dovevo qualcosa io oh. Magari nel sentirmi così ostile si sarebbe stancata presto e ognuno sarebbe tornata per la propria strada.
    Avevo sentito bene? Voleva...CONOSCERMI?
    Ma questa cosa aveva nel cervello? Un conto era se nella sua vita pensava di diventare spezza-incantesimi e quindi si andava oltre le questioni private e si trovava il modo di avere un rapporto studente e professore, ma manco quello c'era.
    "Quindi tu tendi a voler conoscere tutte le amicizie in comune di qualcuno? Così eh, chiedo. Continuo a non capire il perché. Anche se teniamo molto alla stessa persona ci dobbiamo conoscere? Giuro, non ti seguo."
    Stava quasi diventando una sfida. Io adesso davvero volevo capire, perché o ero scema e crudele e non capivo la pura bontà dei suoi gesti oppure c'era effettivamente qualcosa che non andava in lei.
    Un respiro profondo, era quasi come se si stesse offrendo come pungiball. Ma veramente faceva? Che cosa mai dovevo chiederle? Il perché Kieran si era avvicinato a lei? Perché lei era migliore di me? Perché io non ero abbastanza? COSA? E poi quanto sarei dovuta essere patetica nel chiederle davvero qualcosa?
    Mi stava irritando.
    "Io non ce l'ho con te. Non è tua la colpa di ciò che è successo. Per cui, per cortesia, non venire a fare la buona samaritana con me. Ce l'ho solo con Kieran ed è una questione personale. Punto. Quindi a meno che non sia tu a voler qualcosa da me, io a te non ho niente da dire."
     
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    Claire De Nevers • 19 y. o. • Studente Accademia • PC
    Se Jamie si sta sforzando per mascherare l’ostilità che prova …non le riesce molto bene. Avverto chiaramente l’insofferenza della donna e, a senso, ho la chiara impressione che avrebbe preferito andare a raccogliere pomodori sotto il sole d’agosto piuttosto che essere intrattenuta da me.
    Le mie spalle si alzano e si abbassano cercando di scacciare la fastidiosa sensazione. Dal mio punto di vista non sto facendo nulla di sbagliato. Avrebbe sicuramente preferito evitare l’incontro e il confronto, in fondo non era necessario ma io continuo ostinatamente a pensare che possa essere utile. In che modo ancora devo scoprirlo.
    Mi rende onore togliendomi dal branco dei novantanove. Almeno non le appaio banale. Comprendo bene che con la sua ammissione non intende farmi un complimento ma apprezzo ugualmente il fatto che esprima apertamente la sua opinione alla quale rispondo senza arroganza ma con fermezza.
    Forse il mio essere speciale consiste nel fatto di essere qui a parlare con lei.
    Non si pone nemmeno il dubbio che possa sentirmi a disagio come, quanto e forse più di lei. Non sono il tipo da abbordare persone che non conosco per strada. Non è per mera curiosità che mi sono avvicinata a Jamie. Tutto ciò che ha a che fare con Kieran mi interessa. Lei ha o ha avuto un ruolo nella vita del Professore, io spero di poterne avere un altro. Far finta di nulla, evitarci e mettere tutti a disagio credo sia piuttosto infantile ed è strano che a pensarlo sia proprio io che ho qualche anno in meno rispetto alla Professoressa. Forse mi sbaglio ma sono ancora convinta di star facendo la cosa giusta e quando mi chiede se ritengo necessario far conoscenza il mio capo si abbassa e si rialza affermando il concetto che cerco di spiegare, ignorando il fastidioso sarcasmo della rossa, anche se temo non verrà recepito.
    Non tutte. Solo quelle che mi interessano. Ci tenevo a conoscerla.
    Se non mi segue pazienza, me ne farò una ragione. Non è necessario che diventiamo amiche, al momento la vedo la dura questa ipotesi ma il fatto che non mi volti le spalle e che stia ad ascoltarmi è già qualcosa. Potrei trovare le parole per rispondere tono su tono. Mi mordicchio l’interno della guancia per tenere a freno la lingua. Lo devo a Kieran e lo devo a me stessa. Mostrarmi aggressiva non servirebbe a nulla, darei alla donna frecce da aggiungere alla sua faretra già ben fornita di suo. Spero solo che l’incontro non degeneri. Ho pazienza e sono disponibile ma non ho l’ambizione insana di fare lo zerbino.
    Mi viene malignamente da pensare che i modi di Jamie contrastano in modo evidente con quelli di Kieran. Non mi sorprende che non si siano compresi appieno. Non sempre prendere di petto le persone da buoni risultati, qualsiasi sino le intenzioni.
    Nemmeno Kieran è responsabile di ciò che è successo.
    Rispondo leggermente piccata. Posso benissimo immaginare e comprendere che Jamie non abbia gradito apprendere che ci frequentiamo. Al posto suo ce l’avrei col mondo intero ma da ciò che ho appreso dal Professore non c’era una vera e propria relazione fra loro anche se l’atteggiamento indisponente di Jamie nei miei confronti farebbe pensare che lei non la pensa allo stesso modo. Non credo di essere la persona più adatta ad aggiustare cuori infranti, non sono ancora arrivata a quel capitolo e non credo che il corso di Medimagia che frequento lo preveda ma so quanto fa male e quanto possa rendere le persone irritabili. Ho una buona esperienza in quel campo avendo vissuto accanto a mia madre. Non serve avere il diploma di Guaritori per sapere che l’irritabilità è contagiosa ma Jamie non è mia madre. Non posso e non voglio assorbire il suo stato d’animo anche se devo ammettere che un po’ mi frullano.
    In effetti una cosa da chiederle l’avrei. Non era prevista ma dato che mi ci fa pensare…vorrei sapere se è sempre così acida così… con tutti o se lo è solo col con l’un per cento delle persone che cercano di avvicinarsi a lei.
    Quel tipo di acidità non è facilmente curabile e non sono per nulla certa di aver posto o borbottato una domanda pertinente alla situazione ma visto che Jamie si sta facendo conoscere anche senza volerlo mi pare sacrosanto che abbia la medesima possibilità. Andando per esclusione toglierà la voce ‘buona samaritana’ dalla lista delle mie specialità. Mi sono avvicinata a lei con educazione e rispetto. Forse ho osato troppo, ho scelto il momento sbagliato, forse è in fase ovulatoria e quindi particolarmente irritabile e pur ringraziando il cielo per il fatto che ha affermato di non avercela con me mi preoccupo per Kieran che pare non goda dello stesso privilegio.
    Non è mia intenzione intromettermi nelle sue questioni personali. Non fino a quando lei rimane fuori dalle mie. Seguendo questa linea non arriveremo da nessuna parte per cui, con un sospiro, mi accingo a fare forse l’errore più grande della giornata ma lo faccio con un sorriso che potrebbe anche essere di scuse per la mia domanda sfacciata.
    Se ha pensato che volessi qualcosa da lei ha frainteso. Speravo di trovarla meno ostile ma capisco che la situazione e il momento non sono favorevoli. Se ci ripensa la invito per un the. Quando e dove vuole.
    A quel punto può anche mandarmi a quel paese senza mezzi termini. Nonostante il suo sarcasmo e la sua ritrosia non riesco a trovarla antipatica. Penso sia una persona sensibile che sta soffrendo e che cerca di difendersi da ciò che non comprende e non accetta. Provare a conoscerla non mi era parsa un’idea malvagia ma se non funziona e se la mia proposta verrà rifiutata non insisterò oltre.




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    Magari io ero una persona esagerata eh, fine quanto un ippopotamo, ma che lei se ne stava li a rispondere alle mie palesi provocazioni con garbo e modi da dama dell'800 mi urtava ancora di più. Ma da che romanzo del cazzo era uscita questa? Neanche un minimo di irritazione mi stava mostrando, ma incazzati no? La stavo trattando come la peggio mosca fastidiosa, ma d'altronde era così che la percepivo ora. Era la classica situazione in cui si sceglieva di leggere un libro all'aperto, ma poi arrivava il ronzio della mosca rompicazzo a disturbare la propria quiete. Ecco ora Claire era una fottutissima mosca.
    Evitai di risponderle ulteriormente sull'essere una persona speciale, non la stavo ritenendo così stupida da non aver colto il mio sarcasmo, ero stata abbastanza diretta, per cui mi limitai a sbuffare ancora ignara dei veri motivi per cui se ne stava di fronte a me a subire il mio comportamento.
    "Forse mi pentirò a insistere, ma io davvero non ti capisco. Qual è il motivo concreto che ti ha spinto a volermi conoscere, non è possibile che sia solo "perché teniamo alla stessa persona". Dai, è palesemente una cazzata."
    Io di essere presa per il culo, di nuovo, non avevo voglia, se poi mi tirava addosso ancora minchiate da figlia dei fiori allora ci avrei rinunciato, magari era davvero una santa e finiva li, ma non per questo non dovevo comunque urtarmi a morte.
    Ma io stavo sottovalutando questo incontro, o quanto meno mi ero immaginata ben altro, ma che avesse la faccia tosta di venirmi pure a dire "Nemmeno Kieran è responsabile" questo non potevo prevederlo nemmeno se avessi avuto il potere di leggere nella mente senza usare la bacchetta.
    Non riuscì a rispondere immediatamente, sgranai gli occhi e spalancai un pelo la bocca incredula di quello che avevo sentito, perché qua le cose erano due. O lo difendeva a spada tratta solo perché ci teneva senza sapere un cazzo, oppure parlava consapevole di qualcosa.
    "E tu che cosa ne sai esattamente per dire una cosa del genere ah? Sai cos'è successo tra noi per dare questa opinione non richiesta?"
    Perché se la risposta a questa domanda era "si ne so qualcosa", allora Kieran si sarebbe dovuto preparare al meglio per subire la mia ira. E qui avrei insistito per scoprire quante più cose sapesse su quello che era successo, se voleva proprio chiacchierare, potevamo chiacchierare su questo, dimmi tu cara Claire.
    Che poi appunto, era venuta a fare l'avvocato del Diavolo adesso? Era una questione privata, lei non c'entrava nulla e se credeva nella pura innocenza di Kieran buon per lei, non me ne fregava niente.
    Stava forse passando al contrattacco adesso? Che insinuava che non ero in grado di approcciarmi alle persone?
    Ma perché questo episodio non era successo quando ero una ragazzina? Li non avevo responsabilità, non mi interessava di niente e nessuno e se venivo punita perché avevo pestato qualcuno mi facevo una risata, come effettivamente era successo tra l'altro.
    Dovevo andare di fantasia, ancora una volta, e quindi mi immaginai che, ridacchiante, lanciavo un incendio sui suoi capelli per poi gridare "SII, fatti vedere da Kieran con i capelli che vanno a fuoco, così lo vedrai tutto eccitato, stronza."
    Ma no, non potevo farlo. Uffa.
    "In realtà sono anche peggio di così, ma non preoccuparti per la mia condizione, lo faccio solo con chi voglio io e come abbiamo già stabilito, tu sei speciale."
    Giusto per farle presente che no, non mi mettevo a fare la stronza con chiunque, ma con persone come lei era più che lecito per quanto mi riguardava.
    E niente, nonostante tutto questa voleva pure andare a prendere un te, chi era Gesù? Che porgeva sempre l'altra guancia? Quelli come lui poi finivano crocifissi eh, così per dire.
    Ma poi a prendere un the, mi sembrava di sentire Gabriel, ma almeno portami fuori a bere una burrobirra Santo Salazar, che noia.
    "No, grazie."
    Ma poi dove stava scritto che io dovevo farmi amico chiunque?
     
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    Mi chiedo se davvero sono io ad essere troppo giovane per comprendere il complesso meccanismo che muove mente, mani e bocca della rossa o se invece dovrei accontentarmi dell’ovvio senza indagare oltre sul comportamento della professoressa Lindey.
    Scegliendo la prima ipotesi dovrei chiedermi con razza di persone ha avuto a che fare per mettere me al livello di compie cazzate, parole sue, per il puro gusto di dar fastidio. Nella seconda ipotesi invece…anche.
    Nemmeno mi conosce.
    Non sa chi sono e soprattutto non sa come sono fatta. Per le persone alle quali tengo, e a Kieran tengo davvero moltissimo, affronterei ben di peggio che la sua arroganza. Per quanto me la faccia scivolare dalle spalle mi ferisce e mi umilia il suo modo di fare.
    Ed è proprio accusando queste sensazioni che comprendo la sua rabbia. Jamie è incazzata. Incazzata col mondo probabilmente e io sono capitata a fagiolo. Ho acceso una miccia che potrebbe esplodermi fra le mani ma comincio ad essere stanca di maneggiare l’infiammabile con cura. Santa Claire probabilmente esiste sui calendari ma di certo non è mia parente.
    Sono fatta di carne, di ossa e sangue anche io, anche io ho sentimenti. Se e quando vengo ingiustamente provocata e umiliata reagisco. Non mi infiammo, non ancora. Il mio elemento è l’acqua, tendenzialmente tendo a spegnere gli incendi e solo Merlino sa quanto non ci stia provando però anche l’acqua, nel suo piccolo, s’incazza.
    Scusi se mi permetto ma credo che non capisca perché frequenta brutta gente. Ci sono anche persone ‘normali’ a questo mondo. Persone che non agiscono per secondi fini. Dovrebbe cambiare compagnie. Le farebbe bene.
    Cominciava a farmi un po’ pena quella giovane donne sulla difensiva. La sua arroganza e il suo sarcasmo però erano irritanti, le sue reazioni esagerate stavano rischiano di esasperarmi.
    Il mio sguardo si indurisce mentre il mio mento si solleva. Non mi importa assolutamente di apparire priva di orgoglio ma tengo alla mia dignità e per quanto faccia e dica la Lindey non me la da bere.
    Si infervora non appena nomino Kieran. Non mi sorprenderei nel vederla lanciare scintille dagli occhi e fiamme dalla bocca. Ancora una volta provo a ricorrere al mio elemento ma a quel punto la provocazione è troppo audace anche per lei e non mi rimane che inondarla di parole che non appartengono al mio modo di essere ma che ritengo necessarie.
    Non le ho dato un’opinione. Che le piaccia o meno le ho detto la verità. Non è responsabilità di Kieran. Punto. Se lo conosce davvero risponda da sola alla sua domanda indiscreta ed indegna.
    Potrei anche aggiungere che dovrebbe chiedersi il perché fra loro le cose non sono andate bene. Il veleno che sputa alla lunga allontana le persone, anche quelle armate di buone intenzioni.
    Non posso fare meno di chiedermi quanti schiaffi abbia preso per essere diventata o per voler apparire così Non può essere nata acida. Nella mia immaginazione pensavo che gli adulti, crescendo, riuscissero a superare i traumi infantili ma evidentemente mi sbagliavo. Pensavo che arrivati ad una certa età si riuscisse ad essere obiettivi, a distinguere le persone malvagie da quelle che non lo sono. La realtà mi sta dimostrando che non è così. Ne ho avuto conferma nella mia stessa famiglia. Ci sono serpi vestite di paillettes che rivelano la loro natura distruttiva solo dopo aver avvelenato la vittima predestinata e poco importa a loro se questo reca dolore. Quello che non capisco è come, queste persone, possano convivere con se stessi. Quello che non capisco è, se nella loro malvagia protervia, si aspettano anche di essere compresi. Probabilmente Jamie ha avuto a che fare con molte serpi in vita sua ma questo non le da diritto di farsela con chi non ha squame e lingua biforcuta. Mi sono avvicinata alla rossa in maniera pacifica ma non è servito a nulla. L’apprendere dalla sua stessa bocca che godo del privilegio di mettere in risalto la sua acidità mi induce a pensare di essere più importante di quel che non pensavo di essere e non glielo mando a dire.
    Dovrebbe essere lei a preoccuparsi. A me può solo dispiacere che, alla sua età e con la sua esperienza, non riesca ancora a comprendere le buone dalle cattive intenzioni. Mi ha giudicata e condannata senza nemmeno conoscermi.
    Le mie mani, fino a quel momento serrate in stretti pugni, si rilassano. Inspiro e finalmente espiro vuotando i polmoni che avevano contribuito a contenere la tenuta della mia pazienza. Ahhh! Che liberazione. Il mio fegato è salvo. Posso concedermi un ultimo atto di dubbia generosità. Forse la mia omonima con l’aureola si è sentita nominare e concede l’indulgenza per accettare il rifiuto per il tè con un sorriso.
    Ottimo. Preferisce il veleno. Da studentessa di Medimagia le raccomando di stare attenta con le dosi. Alla sua età potrebbe essere letale. Buon Natale Professoressa. Approfitti delle vacanze per rilassarsi. Anche le coronarie sono a rischio.
    Se non avrà altro da dirmi porterò la mano al capo mimando il saluto militare che si deve agli ufficiali in congedo e proseguirò sulla mia strada. Delusa, ferita, consapevole di aver teso la mano a chi l’ha ostinatamente rifiutata e…leggera come i fiocchi di nevi che cominciano a scendere con la speranza che riescano a coprire, col loro manto immacolato, quel colloquio che non ha portato gloria a nessuno. Chissà che col disgelo la rossa non deponga l’ascia di guerra smettendola di voler fare il carnefice perché si sente vittima.






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    Io sicuramente stavo assumendo un comportamento infantile, non lo avrei negato se me lo avesse detto, ma un conto era comportarsi come una bambina, un altro era sputare sentenze come se lei avesse chissà che conoscenza innata su di me e su quello che mi era successo.
    Stava iniziando a dare per scontato così tante cose della mia vita che qui lo stare calmi e non immaginare che le capitassero le peggio cose stava diventando estenuante.
    Certo io avevo rincarato la dose, dando per scontato che lei fosse venuta da me per un secondo fine che pareva non esserci, ma la gravità di quello che lei stava insinuando nei miei riguardi era nettamente peggiore e la rabbia che mi stava montando dentro era a livelli piuttosto alti.
    "Ci sono persone di ogni tipo. Non ci sono persone normali o no, ci sono persone che fanno determinate scelte che provocano conseguenze. Non conosci le persone a me care e ti chiederei di non offenderle dando loro delle brutte persone. Io sto scegliendo di comportarmi così con te per ragioni che non sono affar tuo."
    Ma valeva effettivamente la pena iniziare a urlare e sbraitare? Assolutamente no. Questa ragazzina credeva di star assumendo un atteggiamento di superiorità perché credeva di aver capito chissà cosa, mi stava trovando inopportuna e indegna? Poco mi fregava la sua opinione in tal senso e nemmeno avevo il bisogno di piacere a chiunque, men che meno a lei.
    Però fu assurdo come la sua sparata sulla grande e universale verità mi fece sbottare in una risata, una risata sincera giuro, mi aveva provocato ilarità!
    Mi stava facendo troppo ridere, perché mi stava rimproverando per aver insinuato chi Kieran sparlasse di me in qualche modo, ma se lei tanto decantava la sua innocenza allora era ovvio che sapeva qualcosa, ma solo il suo punto di vista, non il mio.
    "Ahahahahaha se tu sei tanto sicura che sia una verità, allora immagino che tu sia a conoscenza di tutto quello che è successo. Se no non saresti così tanto combattiva a difendere una verità assoluta no? Santo Kieran."
    Misi una mano sul petto e smisi di ridere sbuffando poco dopo, stavo perdendo troppo tempo. Il fatto era che poco importava che lei lo difendesse a spada tratta, va bene, non era da lei che cercavo comprensione.
    "Ma non ti preoccupare, non voglio comprensione da te. Non mi interessa."
    E fui particolarmente seria nel dire queste parole, perché non avevo la minima voglia di sentirla fare la paladina di nuovo, quindi mi auguravo che questo la zittisce a sufficienza.
    E almeno su una cosa dovevo darle ragione, senza conoscerla avevo presupposto chissà che cosa, che poi ancora continuava a risultarmi strano che questa voleva conoscermi, motivi ignoti ancora per me, ma insomma pace e amen, non era cosa, fine.
    "Vero, su questo non posso darti torto, ma non ho comunque intenzione di approfondire la conoscenza con te."
    Io dovevo difendermi in questo mondo, si ero sempre sulla difensiva, sempre pronta ad attaccare, la vita mi aveva forgiato in questo modo, anche in situazioni come queste che non erano niente di che se messe a confronto con altro che avevo vissuto. E sinceramente mi andava bene così.
    "Buon Natale anche a te, ma mi parli manco avessi sessant'anni. Ho capito che sono più grande, ma non ho neanche 30 anni ahaha. Giusto per dire."
    Ormai ridevo e basta perché questa era passata alle offese vere, a "darmi della vecchia". Ferita nell'animo proprio, meglio lasciarla andare via va, ho del caffé e del veleno da prendere prima di andare a casa.
     
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