It'll be fun, they said

Karen-Ralph

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    Bram non aveva assolutamente idea di come si dovesse svolgere una punizione, non aveva alcuna esperienza come insegnante e inutile dire che ai tempi Ilvermorny non era mai stato castigato.
    Certamente aveva visto decine di suoi compagni venire puniti e costretti a fare le cose più assurde, ma non era certo di cosa avrebbe dovuto fare in qualità di supervisore durante la punizione.
    Stare a guardare e basta? Interagire e dare direttive? Insomma, in sostanza avrebbe voluto che fosse qualcun’altro a svolgere quel compito, ma dal momento che la lezione rovinata era stata la sua, quando ne aveva parlato con la preside Rei gli era stato suggerito che a occuparsene fosse proprio lui.
    Fu con davvero poco entusiasmo che si recò ad Hogsmeade quella mattina, per incontrare i due studenti al limitare della foresta. Gli sembrava quasi quella punizione fosse più per lui che per loro.
    Non era una persona particolarmente rancorosa Bram, ma Karen e Ralph avevano rovinato la sua prima ed unica lezione e avrebbe preferito non rivederli, soprattutto Ralph dopo l'exploit con cui aveva lasciato l’aula quel giorno e per come si era mostrato tanto ostile nei confronti di Bram senza un motivo apparente. E poi l’insonnia lo rendeva più stanco che mai, poco concentrato e poco paziente, quindi forse non era davvero la persona adatta per quel compito.
    Invece, eccolo lì, ad andare loro incontro, avvolto nella sciarpa bucata che gli aveva fatto sua madre.
    “Buongiorno” li salutò educatamente, nessun entusiasmo nella voce, ma parecchia cordialità perché quella non gli mancava mai. “Ed il camice da bidello? Ti donava, sai?”
    Non poté fare a meno di trattenersi dal fare una battuta a riguardo. Diciamo che non aveva esattamente perdonato a Ralph l’aver cercato di fargli credere che fosse un bidello e soprattutto l’atteggiamento bellico che aveva avuto.
    “Oggi mi aiuterete a raccogliere un po’ di piante che usiamo parecchio nelle pozioni curative al San Mungo” porse una lista ed un cestino a testa.
    “Senza magia, ovviamente. Ci sono delle forbici da potatura nei cestini ed anche una paletta per scavare le radici. A proposito, datemi le vostre bacchette, sono sequestrate fino alla fine della punizione”
    Non avrebbe di certo corso il rischio che il Gatto e la Volpe combinassero di nuovo qualche casino. Dubitava che mancassero loro i mezzi per farlo comunque, ma qualsiasi cosa non magica sarebbe stata di certo più gestibile.
    “Oh, la Radice Amara è un po’ urticante e purtroppo ho dimenticato di portarvi dei guanti adatti” si strinse nelle spalle con fare totalmente innocente.
    Forse non li aveva esattamente dimenticati. O magari era stato un pochino il risentimento covato nei loro confronti a farglieli dimenticare.
    Ne era sorpreso lui stesso, non era mai stato un tipo vendicativo, anche se quella poteva considerarsi una piccola vendetta, dopotutto, e del tutto innocua anche. La Radice Amara non era gravemente urticante e loro non ne avrebbero sofferto chissà quanto.
    “Forza, che aspettate? Andiamo, non abbiamo mica tutto il giorno”

    • Gerani Zannuti
    • Bacche di Vischio
    • Radice Amara
    • Erbagioiello
     
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    -Guarda che se siamo finiti in punizione è più per la tua sparata di cazzo, se l’è legata al dito peggio del mio balletto…-, a Karen quell’imprevisto non dispiaceva: era contenta di avere una scusa per rompere le palle a Ralph. L’unica rottura di coglioni era stata subire la strilettera di suo padre e tutta la sequela di rimproveri annessi.
    -Vedi il lato positivo: magari conosce la tua Vanya.-, la rossa fece spallucce, per poi spalmare la marmellata sul pane.
    -Se riesci a fartelo amico è una fonte di informazioni deambulante.-, dopo aver lanciato uno sguardo all’orologio si alzò dal tavolo con le provviste in una mano e un bicchierone di succo d’arancia nell’altra. Mangiò strada facendo: a discapito del suo solito si era alzata più tardi del previsto, assonnata e fiacca. Nonostante la pozione dell’infermiera quella maledetta tosse canina non le dava tregua durante la notte, rendendo il riposo insufficiente per ricaricare le batterie.
    -Io sono curiosa di sapere cosa abbia in serbo per noi. Il mio primo anno qui l’ho scontato perennemente in punizione: mi prendevo cura delle creature dopo le lezioni, quasi non sembrava un castigo-, neanche la la loro bravata durante la lezione di Bram coscialunga era rimasta impunita: dopo due giorni di riflessione la cassazione si era pronunciata emanando la sentenza, i due Grifondoro avrebbero passato le ore di buca di quella mattina aiutando il giovane guaritore per sue “esigenze personali”. Karen non aveva la più pallida idea di cosa l’avrebbe aspettata ma il luogo dell’appuntamento prometteva bene e fece sperare in qualcosa di interessante.
    -Te lo dico io, quello si è svegliato col cazzo storto e ammaccato. Guarda che faccia-, sussurrò in direzione del concasato prima di raggiungere il guaritore.
    -‘giorno a lei, prof.!-, Karen sfoderò un sorriso smagliante, cercando di trasmettergli lo stesso buon umore. A giudicare dalla prima frecciatina che volò a destinazione Bramoso si era presentato sul piede di guerra. Karen si voltò verso Ralph, approfittando del guaritore temporaneamente chino su un cestino, per fingere di lanciargli una freccia. Lo sguardo era eloquente: “hai intenzione di tenertela senza dirgli niente?”, perché al suo posto non avrebbe esitato a tirare fuori una battuta al vetriolo. Si ricompose prima che Bramoso potesse accorgersi che lo stava bellamente prentendo per il culo, e recuperò cestino e lista.
    -È sicuro che lasciarci disarmati mentre andiamo a zonzo nella foresta sia una buona idea?-, Karen lo guardò con tanto d’occhi sgranati, mentre titubante gli consegnava la propria bacchetta.
    -Lungi da me mettere in discussione la sua strategia, ma c’è un motivo se nelle quest i guaritori vengono piazzati nelle retrovie…-, le basi, insomma: i guerrieri nell’avanguardia, i guaritori dietro con i bardi.
    Sono pazzi questi maghi, bisogna proprio spiegargli tutto!Controllare la lista degli ingredienti da reperire fu pure peggio: passi per il vischio, non aveva la più pallida idea di come fossero fatte le altre piante. Poteva giusto andarsene per un’idea sui gerani… ma non avrebbe mai ammesso la sua ignoranza. Soprattutto se Bramoso cominciava prendendoli per il culo.
    Non me la bevo neanche sotto veritaserum, pensò, incrociando le braccia al petto. Voleva la guerra? L’avrebbe avuta!
    -L’Emporio delle Streghe dovrebbe essere aperto, possiamo fare una piccola deviazione prima di iniziare? Potrei essere allergica a ¾ delle cose su quella lista. Non voglio scoprirlo giocando all'allegro giardiniere-
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    Sollevai le sopracciglia con strafottenza profonda da sopra la pila di pancake che stavo demolendo.
    E chi ha fatto partire la mia sparata del cazzo...? Ah giusto... un'irlandese pestifera..
    Masticai vigorosamente poggiando i pugni, che stringevano rispettivamente coltello e forchetta, sul tavolo prima di agitare il coltello nel vuoto
    ...sempre se posso dire "pestifera" ovviamente, non vorrei risultare offensivo..
    Non potevo del tutto ignorare le sue reazioni spropositate quando le dicevo qualcosa di quel tipo: quel dover camminare sulle uova quando mi rivolgevo a qualcuno era oltremodo stressante e preferivo mettere in chiaro subito il registro di conversazione da dover mantenere quel giorno.
    Hai ragione: ottima fonte di informazioni. E' un'idea geniale a dire il vero Karen..
    Ero quasi serio, annuendo come se intendessi veramente quello che avevo detto. Secondo lei cosa ero una ragazzina che chiedeva informazioni sul tizio che piaceva per scrivere cuoricini sul diario??
    Conto su di te per la discrezione e per raccogliere più dati possibili. Soci..no?
    Le sorrisi quindi, con una perfetta faccia da culo, azzannando la mia colazione. Scaricare il barile: che sport meraviglioso. Meno meraviglioso invece era dover sostenere non tanto la punizione... ma del tempo con quell'accademico rachitico.
    Sai potremmo stenderlo facilmente se lo cogliamo alle spalle: tu ti attacchi alle gambe e io gli mollo un pugno. Lo leghiamo a un albero e... aho.. non dirlo mai più..
    cazzo storto e ammaccato.. strinsi istintivamente le gambe immaginandomi il povero membro a zig zag con una benda in "testa". Aho..
    L'accademico ci stava aspettando ben fuori dal perimetro abituale della scuola, quello da cui tutti i professori si raccomandavano sempre di stare lontani perchè molto vicino alla Foresta. E se ve lo state chiedendo sì, mi domando anche io come mai ancora non ci abbia messo piede.
    Non volevo distogliere l'attenzione da quella bellissima sciarpa..
    risposi con fare solenne fissando quella cosa che aveva attorno al collo e che sembrava essere stata masticata ripetutamente da un mastino fino a bucarla. Ma non ero in vena di battaglie quel giorno: volevo solo togliermi la punizione dal cazzo e fine.
    “Oggi mi aiuterete a raccogliere un po’ di piante che usiamo parecchio nelle pozioni curative al San Mungo”
    veramente? Dovevamo fare le piccole ortolane? Con uno sbuffo presi il cestino e con altrettanta riluttanza gli porsi la bacchetta.
    Ah non temere Karen, il nostro prode professore si è già mostrato perfettamente in grado di gestire situazioni critiche: con lui non corriamo rischi..
    Sarcasmo che non mi premurai di nascondere mentre sorridevo al mago sollevando le sopracciglia. Ma giuro: non avevo voglia di rotture di cazzo o polemiche. Quindi mollai una spintarella alla mia concasata
    Dai togliamocela di torno.. è solo erba..
    Prima iniziavamo e prima finivamo.. no?
    “Forza, che aspettate? Andiamo, non abbiamo mica tutto il giorno"
    ..aspettiamo che ci dici come sono fatte queste radici.. professore.. noi umili studenti desiderosi di apprendere.. e servirti.. non vorremmo sbagliare e deluderti.
    Giuro eh, niente rogne..
     
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