as I'm sinking, i relive the story

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    Mi hanno detto che è stato colpito da incantesimi di cui non ricordo il nome ed è stato parecchio fortunato perchè gli sarebbe potuta andare molto peggio di così.
    Li ascolto mentre spiegano ed in parte assimilo le informazioni, ma con la testa sono altrove e con occhi vacui guardo la porta dove dicono lui stia riposando. Parlano e parlano ed io annuisco con Freya accanto, e intanto m'immagino entrare nella stanza per tirargli uno schiaffo e andarmene senza dire più nulla perchè mi ha mentito e si merita di soffrire mentre pensa alle azioni che ha commesso... Però sono spenta, e nessun mantice sembra essere in grado di riaccendere le mie braci.
    Il buco nero sul petto si è fatto sempre più grande ed io rimango lì, in bilico, appesa a chissà quale forza di volontà che non sento di possedere, eppure sono stata forte nel corso degli anni e sono sopravvissuta ad un sacco di situazioni di merda, quindi perchè adesso mi sembra così difficile uscirne?
    La vecchia Hel lo avrebbe davvero picchiato, forse persino quasi ucciso, a causa di questo affronto, questa sequela di bugie che mi stanno facendo sentire così stupida e ferita e delusa... Ma ciò che sono adesso non oserebbe mai comportarsi in questo modo, perchè sono cresciuta e migliorata e perchè, nonostante tutto, lo amo ancora troppo.
    Mi fanno entrare dopo mille preghiere nonostante non sia ancora sveglio, e forse sono i miei occhi rossi e spenti a far pena alle infermiere o forse è la promessa di stare zitta e buona a convincerle, ma alla fine mi trovo seduta accanto a lui e non riesco a smettere di guardarlo.
    Parte del suo viso è fasciata, l'occhio destro è coperto e dicono che probabilmente da lì non vedrà mai più e detesto l'odio che provo per chi gli ha fatto questo, hanno osato ferirlo e dovrei ucciderli tutti, però ho promesso che non avrei mai più commesso atti simili ed io sono in grado di mantenere quanto detto, se voglio.
    Lo amo così tanto, però mi ha delusa e le sue bugie si sono piantate nel mio cuore come mille spilli ardenti.
    Perchè hai dovuto mentirmi, amore mio? Mi fidavo di te e avrei voluto passare la vita insieme per ammirare ciò che saremmo diventati e River meritava un padre decente al posto di quello che è sparito senza dire più nulla, io meritavo te e tu me e credevo ci saremmo bastati a vicenda, ma a quanto pare le tue scommesse sono state più importanti.
    Sono una stupida ragazzina che si è sentita speciale per qualche mese, ed ora il mondo mi è crollato addosso con le sue verità. Mi odio e detesto Shiloh Goodwin, ma non riesco a smettere di amarlo ed è per questo che mi odio ancora di più.
    Quando apre l'occhio sinistro d'istinto mi stringo le braccia attorno alla vita, come se volessi abbracciarmi e confortarmi in vista di quanto sta per avvenire. Ci guardiamo e sono contenta di aver smesso di piangere da almeno un'ora perchè se mi avesse vista in lacrime forse sarebbe stato peggio per entrambi.
    Dovrei insultarlo, urlargli contro quanto sia stato stupido perchè nessuno di noi si meritava di soffrire così tanto a causa sua, invece rimango in silenzio a guardarlo con occhi rossi colmi di delusione.
    Sono incinta.
    Gli dico infine mentre le braccia vanno a stringersi ancora di più attorno al mio corpo e quel bambino che sta crescendo in me.
    Devo essermi dimenticata di prendere le pillole per un paio di giorni.
    Mi mordo il labbro inferiore e distolgo un attimo lo sguardo, quasi mi aspettassi di sentirlo dire che l'ho fatto apposta dopo tutti quei discorsi sull'andarci piano per creare insieme una famiglia, ed invece è stato solo un semplicissimo errore di distrazione, uno scherzo del destino.
    Stavo pensando di tenerlo, ma dopo quello che è successo credo che cambierò idea.
    La voce mi si spezza verso la fine della frase e le labbra iniziano a tremare minacciando nuove lacrime che speravo di aver finito. Sono crudele se penso che Shiloh si meriti di sentirsi dire tutto questo? Di vedersi strappar via la possibilità di avere un figlio con la persona che ama a causa di quello che ha combinato? Lui ha sbagliato, eppure sono io quella che si sente un mostro.
    Mi hai mentito ed ora ho il cuore spezzato, Shiloh. Perchè non mi hai chiesto aiuto quando hai ricominciato a scommettere? Pensavo di essere importante per te.


    Edited by .Hel. - 11/12/2021, 19:10
     
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    Nelle ore che hanno seguito la visita di Freya e dei miei genitori, non ho fatto altro che pensare ai loro occhi carichi di delusione, alle parole rabbiose di mia sorella e alla reazione inaspettata di mia madre che, sono sicuro, non mi aveva mai schiaffeggiato prima d’ora.
    Penso a quanto debba essere sconvolta per essere arrivata ad un gesto del genere a quanto l’abbia ferita… a quanto abbia ferito tutti loro.
    Non riesco a pensare ad altro ed il tormento è tale che la sensazione di nausea non mi ha lasciato un momento e sono sicuro che le mie condizioni fisiche non c’entrano niente, sono i sensi di colpa a farmi stare così male.
    Ha ragione Freya, sono un egoista. Se chiudo gli occhi… beh l’occhio, vedo ancora il volto di mia madre contratto dal pianto e sento il suo continuo chiedermi perché.
    Perché? Perché? Perché?
    Non lo so. Non lo so perché abbia fatto tutto questo sapendo a cosa avrebbe portato, sapendo quanto abbiano già sofferto e quanto avrebbero sofferto se mi fosse successo di nuovo qualcosa.
    E quando finalmente riesco a togliermi dalla testa il suono del pianto di mia madre o le parole dure di Freya o lo sguardo triste di mio padre, è il pensiero di Hel ad investirmi in pieno e a farmi stringere lo stomaco in una morsa tale che penso di essere sul punto di vomitare.
    Me la immagino a casa sua con River, ignara mentre magari se ne sta accoccolata sul divano con i gatti ad aspettare il mio solito messaggio della buonanotte. Un messaggio che non arriverà, non solo perché qui al San Mungo i dispositivi babbani non funzionano, ma perché sono un vigliacco.
    Un vigliacco che non ha il coraggio di affrontarla e nemmeno ha il coraggio di fingere che vada tutto bene, di scriverle una bugia, perché dopo tutte quelle che le ho venduto sento di doverla smettere.
    Hel merita sincerità, così come l’avrebbero meritata i miei genitori e mia sorella. Però non credo di farcela a dirglielo e mi odio per questo, provo disgusto nei miei confronti per questo.
    Non riesco a dormire, sento questo mostro che mi rosicchia da dentro e che non vuole lasciarmi spegnere questi pensieri.
    Hel saprà che le ho mentito.
    Hel mi lascerà.
    Hel mi odierà.
    Hel non vorrà più saperne di me.
    Ed avrà completamente ragione. La perderò e saprò di essermelo meritato. E saprò anche quanto sarà giusto lasciarla andare, non provare a fermarla, perché ho fatto la cosa peggiore che potessi farle: ho messo me stesso al primo posto e lei non merita questo.
    Il pensiero mi tiene sveglio tutta la notte e quando il giorno arriva, mi addormento solo perché sono troppo stanco per resistere ancora.
    Nel risvegliarmi, non so quante ore dopo, ci metto un po’ a registrare la presenza nella stanza, seduta accanto al mio letto.
    Con l’occhio buono cerco di metterla a fuoco, ancora confuso dal sonno, e nel momento in cui riconosco Hel il cuore mi schizza in gola, probabilmente alla stessa velocità con cui mi metto seduto, nonostante mi giri la testa e senta il dolore sordo per tutto il corpo. - He-Hel! Cosa… chi…
    Sono balbettii, non frasi complete, sono completamente nel panico e non lo nascondo, non ci riuscirei nemmeno se volessi. Non faccio in tempo a chiedermi come possa essere qui che la risposta mi giunge subito da sola: Freya, non può che essere stata lei.
    Guardo Hel con la sensazione che le paure che mi hanno tenuto sveglio tutta la notte stiano diventando realtà. Guardo i suoi occhi rossi di pianto, consapevole che abbia pianto per colpa mia, e così carichi di delusione che improvvisamente mi sembra di avere i macigni nello stomaco. Quello sguardo e questo silenzio fanno male e mi ritrovo a pensare che avrei preferito entrasse qui urlando e magari prendendomi a schiaffi. Sembra così stanca invece, così triste… ed io ne sono la causa.
    Apro la bocca, senza nemmeno sapere cosa potrei dirle che risolva tutto, ma Hel mi precede e quelle due parole che escono dalle sue labbra sono in grado di gelarmi.
    Incinta.
    Per un attimo il mondo sembra annullarsi. Ci siamo solo io ed il mio respiro spezzato. Io e la mia confusione. Io e la mia consapevolezza. Io e il terrore assoluto. - … tu cosa?
    Adesso il mio cuore, da che sembrava essere nella mia gola, è tornato al suo posto ma sta galoppando furiosamente. Mi gira di nuovo la testa e non so se sia per lo shock o per le mie condizioni fisiche.
    All’improvviso tutti i miei buoni propositi di lasciarla andare sembrano svanire. Incinta. Questo cambia le carte in tavola. Hel però sembra volermi gettare un’altra mano schiacciante e lo sguardo che avevo distolto, scatta di nuovo sulla sua figura.
    Vorrei chiederle cosa diavolo stia dicendo, come possa venirle in mente una cosa del genere, ma non oso parlare perché forse al suo posto sarei arrivato alla stessa conclusione.
    Sa che le ho mentito, sa che sono completamente inaffidabile. Sono quasi morto una volta, ho messo in pericolo lei stessa, l’ho costretta ad uccidere per salvarci la vita e nonostante tutto questo io, sporco egoista, sono di nuovo in un letto d’ospedale dopo aver rischiato ancora una volta di morire.
    Come può anche solo ritenermi una persona adatta a crescere un bambino? E come potrà di nuovo fidarsi di me?
    La consapevolezza mi crolla addosso. Questa volta non sono solo mie paure, è realtà. Sento un nodo in gola.
    Per quanto l’idea che sia incinta sia terrificante ed io non mi senta assolutamente pronto per fare il padre, non voglio comunque che faccia una cosa del genere, perché mi basta sentire la sua voce che si spezza in quel modo e vedere le sue labbra tremare per sapere che la devasterebbe ed ancora una volta sarebbe costretta a fare qualcosa di estremo a causa mia. - Non lo so, Hel… - riesco a dire con un filo di voce quando mi domanda perché non le abbia chiesto aiuto.
    Pensavo di essere importante per te.
    È il colpo finale, non mi sono mai sentito così stronzo, così meschino, così egoista prima d’ora. Non posso che darle ragione, consapevole di quanto l’abbia ferita, e non posso che odiarmi per questo. Come posso convincerla di quanto sia importante per me dopo quello che ho fatto? Mi sento ridicolo anche solo a dirglielo. - Mi dispiace. Ho provato tante volte, te lo giuro… volevo davvero trovarmi un lavoro da assistente. Però non ci sono riuscito. È l’idea di separarmi dai soldi e dalla possibilità di farne così facilmente… io…
    Non riesco nemmeno a spiegarlo, ma come ho detto a Freya… penso di avere un grosso problema. Non so se sia una dipendenza o qualcosa di simile, ma non posso smettere. - Lo so che non mi giustifica. Avrei dovuto dirtelo, ma l’idea di farlo mi spaventava. Sono un vigliacco, Hel, non avevo il coraggio di parlartene chiaramente perché avevo paura di perderti. E sono stato un idiota. Guarda cosa ho ottenuto adesso… di perderti comunque. Di perdere te, River e… lui… - lancio un’occhiata un po’ spaventata al ventre che si abbraccia con così tanta protettività.
    Se ci penso, che lì dentro sta crescendo qualcosa che appartiene anche a me, sento la paura farmi formicolare la nuca, eppure nonostante questo non mi tirerei indietro, né vorrei disfarmene. - Ti amo. Non l’ho mai detto a nessuno, sono sicuro di non averlo fatto nemmeno prima di perdere i ricordi. Ti amo e lo so che ho dimostrato il contrario e non me lo perdono, né chiedo a te di farlo. E se non vuoi più avere a che fare con me, accetterò la tua decisione, però ti prego… ti prego, non farlo. Non abortire…
    Non so come sia riuscito a sostenere il suo sguardo per tutto il tempo, a non abbassarlo mai sulla coperta come invece vorrei fare. Per una volta vorrei non essere il solito vigliacco. - Ci sarò sempre per lui o lei. Su questo non mento, lo so che forse non puoi più fidarti di me, ma su questo devi credermi.


    Edited by `Memento - 20/12/2021, 23:19
     
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    Siamo entrambi un bel casino, Shiloh Goodwin, ma insieme ce la faremo.
    Suona così duro per essere solo un sussurro, eppure mi esce dalla gola con fatica pochi attimi dopo che lui ha finito di parlare dal suo letto d'ospedale.
    Lo guardo nell'unico occhio lasciato libero dalle garze mentre i miei diventano lucidi per l'ennesima volta in questa giornata che sembra non avere mai fine. Lo guardo e sento montarmi dentro delusione, tristezza, senso di abbandono e rabbia; sentimenti che si accavallano e spintonano tra loro per farsi spazio e salire in cima per prendere il controllo del mio corpo e farmi agire di conseguenza.
    Te lo ricordi?
    Certo che se lo ricorda, il giorno in cui abbiamo scelto di stare insieme promettendoci di aiutarci sempre. Gli dissi che mai me lo sarei lasciato scappare nonostante le botte appena prese a causa delle sue scommesse, non mi sarei tenuta lontana perchè l'opzione di lasciarlo solo con se stesso è terribile e crudele, così lontana dal mio essere che difficilmente riesco a concepirla.
    Persino ora, quando dovrei solo schiaffeggiarlo, urlargli contro ed andarmene, penso che non sarei davvero in grado di farlo e che prima o poi tornerei indietro, e mi detesto per questo.
    Un mago mi ha fatta sua senza bisogno di alcun incantesimo, e pur sentendomi tradita rimango comunque qui, accanto a lui.
    Aveva promesso e poi ha mentito, come posso perdonarlo così facilmente? Potrei carezzargli il viso scoperto, baciarlo e dirgli che ci sarò sempre per lui perchè è la persona più speciale della mia vita dopo Ren e River, il ragazzo che ho trovato per caso e mi ha fatto capire quanto io sia degna di essere amata dopo anni passati a soffrire di solitudine.
    E se lo volessi con me solo per egoismo? Per paura di tornare ad affrontare il mondo senza nessuno accanto? Eppure sento che qualcosa in lui vale la pena di aspettare, di continuare a stringergli la mano... Ma non subito, non così facilmente.
    Lo amo, e gli credo quando dice che per nostro figlio ci sarà sempre, ma la Hel vendicativa non è del tutto morta dentro di me e ha bisogno di dettare le sue leggi e ferire di rimando, senza versare una singola goccia di sangue.
    Se non mi dimostrerai di essere in grado di cambiare, giuro che questo bambino non saprà nemmeno il tuo nome.
    Mi sento nuovamente un mostro, e piango nel dirlo, finalmente le lacrime si sono fatte strada ed hanno ricominciato a fluire, ma nulla nel mio tono di voce lascia intendere che in queste parole vi sia poca serietà.
    Non abortirò perchè lo amo e ho da parte un po' di speranza, per lui e nostro figlio, e ho già vissuto la situazione di un padre che abbandona la prole senza farsi più vedere, prima con Logan nei miei confronti e poi con Michael e River, una terza volta non farà la differenza, anche se proverò sicuramente più dolore.
    Mi asciugo il viso e continuo a guardarlo fisso anche mentre mi sporgo verso di lui per prendergli la mano e stringerla tra le mie pallide e tremanti dita. La sua pelle è tiepida e sarebbe facile allungare le labbra per sfiorarla in un gesto di dolcezza, ma ancora non lo merita e sento che se mi concedessi un gesto simile mi scioglierei troppo in fretta, lo perdonerei ancora più velocemente di quanto non stia già facendo.
    Cercheremo aiuto, va bene? Degli psicologi magari o delle sedute di gruppo, ma farai qualcosa per questa dipendenza e smetterai di pensare ai soldi così tanto, inizierai a guadagnarli in un modo più sicuro e non tornerai in ospedale e... e... e non mi mentirai più.
    Singhiozzo, stringo la sua mano come se fosse un'ancora perchè ho troppa paura che se lo lasciassi andare sparirebbe per sempre. Sono una stupida ragazzina dal cuore troppo grande, e lui ne occupa uno spazio troppo importante.
    Perchè io ti amo e non voglio perderti, chiaro? E non mi merito di stare così e tu non meriti di soffrire in questo modo, e se lo rifarai dovrò allontanarmi davvero da te e non voglio. Perchè devi essere così stupido?! Stupido Shiloh!
    Sono disperata, arrabbiata, triste, piena d'odio e amore e confusione e stanchezza... Voglio perdonarlo e fargliela pagare, stringerlo e prenderlo a schiaffi.
    Alla fine, nel pieno del mio fiume di lacrime, mi alzo dalla sedia e mi avvicino a lui. Tra un singhiozzo e l'altro, sempre stringendogli la mano, gli appoggio le labbra sulle sue in un bacio che sa di salato.
    Ti prego, non mentirmi mai più. Ti prego, ti prego... Insieme possiamo farcela.
     
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    Quando pronuncia la frase che aveva detto quel giorno a casa sua, sento un tuffo al cuore.
    I ricordi di quanto era accaduto ore prima che me lo dicesse, si fanno prepotentemente strada nella mia testa.
    Quello è stato il giorno in cui penso di aver toccato il peggio della mia dipendenza, perché prima di allora l’unica persona a rimetterci ero sempre stato io.
    Sto male all’idea che nemmeno il pericolo corso da Hel e il gesto estremo a cui è stata costretta siano riusciti a fermarmi. Sto ancora più male nel pensare a quanta fiducia avesse riposto in quella frase e a come potrei averla distrutta.
    Annuisco lentamente, me lo ricordo, ma non riesco a dirlo ad alta voce.
    Però sto sostenendo ancora il suo sguardo ed è una sorta di miracolo, perché quegli occhi sempre più pieni di lacrime e delusione mi stanno uccidendo.
    Sento il nodo in gola crescere ancora, quasi mi sembra di far fatica a respirare.
    Vorrei chiederle scusa all’infinito, fino a non avere più voce, ma a cosa servirebbe?
    Per lei saranno parole vuote, le parole di qualcuno che le ha mentito e di cui non può fidarsi.
    Nessuno può più fidarsi di me.
    Ed è per questo che non sono sorpreso quando dice che il bambino non saprà nemmeno chi sono, se non dovessi cambiare. Il non essere sorpreso, però, non vuol dire che faccia meno male, soprattutto perché Hel piange mentre lo dice, si lascia andare del tutto.
    Voglio davvero essere quel tipo di uomo? Voglio essere come il padre di River, sparito nel nulla, o come quello biologico di Hel?
    No, certo che non voglio. Sono terrorizzato, questo non lo nego, ma non sparirò come hanno fatto loro e non posso permettere che lei si trovi nella posizione di dovermi allontanare.
    Faccio un cenno con la testa. - È giusto così - è tutto quello che riesco a dire, con voce leggermente tremante.
    Vuole essere sicura, vuole che riconquisti la sua fiducia ed io ho il terrore di non essere in grado di farlo. Mi sono ripromesso di migliorare, di non fare più certi errori, di smetterla di far soffrire chiunque mi stia vicino, ma… se dovessi rivelarmi ancora una volta uno stronzo egoista? Nemmeno io posso fidarmi di me stesso, a quanto pare.
    Osservo le sue lacrime, mentre mando giù le mie il più possibile, ma mi sento ad un passo dal crollare e mi sento patetico.
    Con mia sorpresa, le sue piccole dita affusolate si stringono intorno alla mia mano. Stanno tremando ed io non so che darei per far sì che non tremino in questo modo, per tornare indietro nel tempo e non farla soffrire così.
    I suoi singhiozzi mi fanno sentire ancora più uno stronzo, incapace, inaffidabile che non merita niente.
    Hel dice che non merito di soffrire così, ma la verità è che non merito lei, non merito la mia famiglia. Ed ha ragione sul fatto che lei non meriti di stare così.
    Parla al plurale, dice che cercheremo aiuto, si fa carico anche lei del mio problema, come se non si fosse già fatta abbastanza carico delle mie stronzate. - Va bene, farò qualcosa, te lo prometto. Troverò… uno psicologo, ci lavorerò su.
    È una promessa grossa, se non dovessi mantenerla sarebbe devastante per chiunque, per Hel soprattutto, ma decido comunque di prendermene la responsabilità, perché voglio davvero cambiare e voglio che lei lo sappia, che lo veda. - Nemmeno io voglio perderti. Non voglio perdervi - lei, River… e questo bambino, anche se mi fa così paura.
    Esito solo un momento, accogliendo le sue labbra sulle mie, perché non penso di avere diritto ad alcuna dimostrazione di affetto o rassicurazione da parte sua.
    Eppure mi basta questo contatto per capire che ne avevo bisogno, che ho bisogno di Hel, di averla vicino ed ora ho bisogno di buttare ogni cosa fuori.
    La tiro appena per farla sedere sul bordo del letto e questa volta non c’è esitazione mentre l’abbraccio, affondando il volto tra il suo collo e i suoi capelli.
    Ha il suo solito odore buono, quello che ho imparato ad amare, ma invece di avere un effetto calmante, è come se rompesse una diga.
    La stringo come se mi stessi aggrappando all’unica cosa che mi può impedire di andare a fondo, con una forza ed una disperazione tale che ho paura di farle male.
    Non so quando abbia iniziato a piangere, so solo che la parte sinistra del mio volto è umida ed il mio petto è scosso dai singhiozzi.
    Piango per tutti i motivi per cui non sono riuscito a farlo fino ad ora. Piango pensando allo sguardo di Freya che muta non appena si rende conto di quello che ho fatto e di come le abbia mentito. Piango, pensando alle lacrime di mia madre e a quanto persino lei sia stata dura con me. Piango per Hel, stretta tra le mie braccia, con il suo viso ancora umido di lacrime e i suoi singhiozzi che mi riecheggiano nelle orecchie. Piango per la paura di non essere all’altezza di niente, soprattutto di fare il padre.
    E me la sono cercata, lo so, ma fa così male che mi toglie il fiato. - Mi dispiace, Hel - riesco a dire in un momento in cui ritrovo il respiro - Lo so che non vale niente, ma mi dispiace. Non ti mentirò più, lo giuro.
    Tiro su il volto sfatto, per guardarla negli occhi, ma le mie braccia sono ancora ancorate a lei e mi sento come un bambino spaventato che ha bisogno di rassicurazione. - Ti prego, non andartene. Non odiarmi anche tu.
    Perché sono certo che Freya mi odi adesso. Forse mi odiano anche i nostri genitori. Io mi odierei al loro posto.
    E mi sento patetico ad implorare Hel in questo modo, ma non posso perderla. - Ti ho ferita, mi odio per questo, ma non voglio fare altri errori, non voglio essere come loro e sparire dalla sua vita.- lancio un’occhiata al suo ventre, prima di riportare gli occhi sul suo viso - Voglio che sappia che io ci sono e… e voglio che lo sappia anche River, perché le voglio bene e l’idea di aver rovinato tutto… fa male…
    Nascondo nuovamente il viso su di lei, improvvisamente stremato, non so se dalla situazione o dalle ferite. Però le mie braccia non perdono la forza per continuare a stringerla, con il terrore che possa decidere di andarsene davvero, per sempre.
     
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    Il mio Shiloh si è spezzato, dando sfogo a tutto ciò che si portava dentro.
    Con la testa poggiata sul suo capo piango insieme a lui, ma il mio corpo rimane fermo per tenere il suo, squassato da tremiti e singhiozzi. Piango in silenzio perchè lui ha bisogno che io sia forte ed è il mio turno di fare l'eroe, però avrei voluto sapere prima quanto sarebbe stato difficile reggerne il peso.
    Lo amo e mi fa star male vederlo in questo stato, così inerme e ferito, eppure credo che tutto questo gli servirà per il futuro se mai un giorno dovesse anche solo pensare di rimettere piede nei giri di scommesse. Ci penserà e poi ricorderà questo giorno, quando ha perso la vista da un'occhio e sua sorella era così tanto arrabbiata con lui ed ha rischiato di perdere me, colei che dice di amare.
    Non oserà tornare indietro perchè la sofferenza che proverà in caso venisse scoperto sarà troppa da sopportare, ed io prego perchè quella nei suoi occhi fosse sincerità quando mi ha promesso per l'ennesima volta che farà qualcosa a riguardo, perchè non sarò qui di nuovo se dovesse finire ancora in un letto d'ospedale.
    Eppure, pur non essendone del tutto certa, ora che sono stretta a lui sento che gli credo e non solo perchè l'ipotesi di una menzogna sarebbe troppo per il mio cuore già ferito, ma per come mi rimane aggrappato. Sono la sua ancora, colei che gli dirà che andrà tutto bene e lo sta tenendo a galla per evitare di cadere giù... Sua sorella ha fatto lo stesso con me, poco fa, e adesso è un po' come se il cerchio si stesse chiudendo.
    Lo proteggerò perchè lo amo, e non ho intenzione di stare così male di nuovo per poi passare l'esistenza senza di lui. Migliorerà per se stesso e per noi, lo so.
    Sono una stupida ed ingenua ragazzina? Cazzo, questa volta spero proprio di no.
    Ad un certo punto Shiloh sembra ritrovare la voce e con parole singhiozzanti mi ripete ancora quanto gli dispiace, ci guardiamo ed i nostri volti sono stanchi e con gli occhi arrossati, le guance rigate di lacrime che spero di non dover versare più con così tanta forza.
    M'implora di rimanergli accanto e gli leggo addosso tutto il dolore che sa di aver causato a se stesso e agli altri, e seppur non si meriti niente di tutto questo so che non potrei mai lasciarlo in questo stato perchè non sono un mostro e lui è perso in una malattia di cui probabilmente si è reso conto solo ora.
    Cosa sarebbe successo se avesse perso di nuovo la memoria? Sarei sopravvissuta ad un nuovo Shiloh che non mi amava più e a cui non piaceva nessuna parte di me? Il nostro amore è grande, ma dubito sia in grado di sopravvivere a certi giochi meschini del destino.
    Devo concentrarmi sul fatto che è vivo e qui davanti a me perchè non c'è tempo per i se, e per quanto sia spezzato non è nulla che non posso tenere insieme per entrambi finchè lui ne avrà bisogno.
    Sono qui con te.
    Sussurro carezzandogli il lato scoperto del viso ed un momento dopo avvicino la fronte alla sua per farle toccare.
    Non me ne vado, stupido. Hai capito? Rimarrò per sempre se la smetti di combinare stronzate.
    Lo farà, deve farlo. Nel nostro futuro ci saranno solo cose belle e nessuno dovrà più soffrire in questo modo.
    Nostro figlio e River avranno il padre che si meritano, ed io voglio che sia tu perchè ti amo e voglio fidarmi ancora di te, ok? Sei una delle persone che mi hanno cambiato la vita in meglio e ti aiuterò a lottare contro il tuo mostro.
    Gli starò vicina, gli troverò distrazioni e lo controllerò fin dove mi sarà possibile. Chiederò prove e dimostrazioni del suo percorso perchè voglio si fidarmi, ma questa volta sento il bisogno di toccare con mano i risultati per evitarmi altre crisi.
    Mi scosto un po' da lui pur continuando a tenerlo stretto ed ora è il lato bendato che sfioro con le dita.
    Odio le persone che ti hanno fatto questo, ma non te. E odio me stessa perchè dovrei solo tirarti uno schiaffo ed invece vorrei continuare a stringerti finchè non avrai finito le lacrime e tornerai a sorridere... Sei bellissimo e stupido, Shiloh Goodwin. Ed anche dannatamente fortunato ad avermi accanto, ricordatelo sempre.
    Annullo la poca distanza che ci separava e lo bacio di nuovo, lasciandogli sulle labbra tutta la dolcezza che fino a poco fa avevo promesso a me stessa di non donargli. La mia bocca screpolata trova nella sua un rifugio e mi sembra di aver ritrovato la mia luce nell'oscurità.
     
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    Con la fronte appoggiata alla sua, osservo i suoi occhi rossi ed umidi di lacrime come i miei.
    Hel ha continuato a piangere per tutto il tempo, ma nonostante ciò mi ha tenuto stretto nel momento in cui sono crollato e si è presa anche il peso della mia sofferenza, dimostrandomi come voglia davvero esserci per me anche se le ho mentito, anche se le ho fatto del male.
    Sento nuove lacrime affiorare nel pensare di non meritare il suo appoggio, e allo stesso tempo sento che sono anche lacrime di sollievo.
    Sono un egoista e mi sento rassicurato all'idea che non mi lascerà solo e sì, provo anche vergogna per questo.
    Realizzo che continuare a chiederle scusa non è abbastanza, che dovrò farmi perdonare con i fatti e non con le parole, e mentre Hel mi dice di esserci e mi accarezza il volto con una dolcezza che non dovrebbe riservarmi, decido che questa volta le mie non saranno promesse vane e nemmeno altre bugie.
    La mia è l'improvvisa determinazione di chi è consapevole non solo di aver commesso un errore enorme e di aver fatto soffrire chiunque mi stia attorno e mi ami, ma anche di non aver altre possibilità dopo questa.
    Continua a stringermi, non esita, mormora parole di rassicurazione ed io mi lascio cullare da esse perché ne ho un maledetto bisogno.
    Dice che rimarrà per sempre se non farò altre cazzate ed io farò di tutto per non farne perché voglio che resti nella mia vita. Non mi sono mai sentito così amato come adesso da qualcuno al di fuori della mia famiglia e non ho mai amato così tanto prima d'ora.
    Ed ancora mi chiedo perché. Perché le ho fatto questo pur amandola? Perché ho tradito la sua fiducia per dei maledetti soldi? Non sono meglio di lei, lo so, ma li ho scelti e mi odio e non mi capacito di come lei non mi odi - Come fai a volerti fidare ancora? - le chiedo, con la voce rotta ed arrochita.
    E come fa a dire che le ho cambiato la vita in meglio dopo tutto quello che le ho fatto passare? Al pensiero, reprimo a fatica un altro singhiozzo. Non la guardo più negli occhi adesso, perché mi vergogno troppo.
    Ha ragione, dovrebbe solo prendermi a schiaffi, e vorrei che lo avesse fatto, e ha ragione a dire che sono fortunato ad averla al mio fianco.
    Ricambio il suo bacio perché continua a cercare le mie labbra come se ne avesse un disperato bisogno e perché non so che altro fare per rassicurarla. Anche lei ha bisogno di essere confortata, ne sono consapevole, e non è perché non mi importi che non lo sto facendo, ma perché non ne sono in grado in questo momento.
    Non mi sono mai sentito così fragile e così esposto prima d'ora e mi sento in colpa a non essere capace di darle ciò di cui ha bisogno.
    Per cui accolgo le sue labbra sulle mie, avvolgendo il suo volto tra le mie mani stanche ed inspirando il suo odore, e continuo a tenerlo così mentre mi scosto per guardarla.
    Ho di nuovo gli occhi pieni di lacrime e ho l'orrenda sensazione che non riuscirò a smettere finché non sarò drenato, prosciugato. - Ho paura… - confesso in un sussurro, ingoiando il nodo che sento in gola, inutilmente. - Ho paura di non farcela, di sbagliare tutto di nuovo e perdervi per sempre. Non ho mai visto mia madre così… non mi aveva mai parlato in quel modo prima d'ora, sembrava aver perso le speranze e mia sorella… è così arrabbiata, credo mi odi - alzo l'occhio buono su di Hel, ormai così colmo che le lacrime iniziano di nuovo a scorrermi sul volto. - Non so cosa avrei fatto se anche tu non avessi voluto darmi un'altra possibilità. E se decidessero di non vedermi più?
    Ho imparato ad amarli in questi anni, o forse non ho mai smesso di farlo nonostante abbia perso i ricordi su di loro, sono la mia famiglia, li sento come tali ormai e non voglio perderli di nuovo. Provo a soffocare un singhiozzo senza alcun successo, chinando di nuovo la testa e stringendole le mani tra le mie con una forza piena di disperazione. - E… e ho paura di questo… - guardo il suo ventre - Ho paura di rovinare tutto, di non essere capace, di fare schifo come padre. Sono un disastro, Hel…
    Passo il dorso della mano sulla guancia sinistra, continuando a fissare le coperte. - Ma ti amo e farò del mio meglio, te lo giuro… mi credi, vero?
     
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    Non gli rispondo subito, lascio quella domanda ad aleggiare sopra le nostre teste per qualche secondo, quel tanto che basta per cercare in me una risposta abbastanza sensata che non sento di avere.
    Già... Perchè ho scelto di fidarmi ancora? Tutte le lacrime che mi ha fatto versare ed il dolore provato un tempo sarebbero bastati per farmi agire in maniera sconsiderata e brutale, ed ora davanti a me ci sarebbe stato si Shiloh Goodwin, ma nella sua versione di guscio vuoto e privo di vita.
    Però dopo ogni delusione e sangue versato tornavo sempre a donare il mio cuore al prossimo, lanciandogli addosso amore e fiducia sconsiderata, da brava ragazzina ingenua quale ero... Forse spero troppo nella bontà altrui, nell'abilità di cambiamento che si nasconde dentro le persone che desiderano davvero migliorare, io per prima ne sono la prova.
    Eppure sento di essere rimasta comunque legata a certe mie mancanze comportamentali, a quei vuoti da riempire con l'affetto che non ho mai potuto toccare con mano fino a pochi anni fa.
    Lui è diverso da tutte le altre persone che ho creduto di amare, lo sento ogni volta che lo guardo o le nostre labbra si toccano, ed io mi sono lasciata alle spalle la vecchia Hel, ma non del tutto. Ho tenuto da parte i pezzi migliori, quelli senza ruggine nata dal troppo sangue versato e che forse mi rendono una stupida credulona, ma a questo punto della mia vita preferisco credere che lui possa cambiare dopo tutto quello che ha passato piuttosto che abbandonarmi ad una vita in cui la sua assenza brucia come un tizzone piantato nel petto.
    Mi fido perchè ne vali la pena.
    Sussurro prima di baciarlo ancora, in maniera delicata e allo stesso tempo pregna di bisogno di sentirlo accanto a me. Ho bisogno di un'ancora, e lui riesce ad esserlo solo con la presenza, senza utilizzare parole che in questo momento non riuscirebbe neanche a pronunciare.
    Adesso è lui che ha bisogno di me, e quando l'occhio sano gli si riempie ancora di lacrime mi sento stringere lo stomaco.
    Sta male, ed una parte di me pensa che se lo meriti di essere così spaventato visto quello che ha fatto passare a tutti noi, ma allo stesso tempo mi rendo conto che non riuscirei mai a punirlo, se non rimanendo in attesa e chiedendo continue conferme della sua risalita fuori da questo tunnel del cazzo.
    Mi verrà in mente qualcosa, ora riesco solo a carezzargli il viso con una dolcezza che forse anche lui sa di non meritare del tutto, ma di cui non posso fare a meno ed è tardi ormai per ammettere il contrario.
    No, non dire così. E' normale siano arrabbiati ma non ti lasceranno solo, va bene?
    Non possono farlo, dopo tutto quello che ha vissuto ne rimarrebbe spezzato e continuerebbe a darsi la colpa fino alla fine dei suoi giorni. Potrei parlare ancora con Freya tra un po', anche solo per provare a creare un rapporto visto che porto il suo nipotino in grembo.
    Un altro figlio, un compagno di giochi per la mia River che imparerà ad adorare i gatti quanto la sua mamma e avrà... Avrà un padre e saprà il suo nome. Sono spaventata anche io, terrorizzata dall'idea che Shiloh possa scegliere ancora le scommesse e perdere la vita per esse, ma decido di fidarmi perchè guardare al lato positivo della storia mi viene più facile ed aggrapparmi alla possibilità che lui possa abbandonarci ed io potrei crescere i miei bambini da sola è troppo.
    Ti credo. Ti credo e mi fido, brutto stupido disastro che non sei altro. Non osare mai più lasciarmi indietro in questo modo, chiaro? Dobbiamo andare avanti insieme e ti prometto che andrà tutto bene.
    Poggio la fronte sulla sua ed i nostri occhi rossi s'incrociano ancora. Siamo stanchi, distrutti da una giornata che sembra non finire mai e quando l'infermiera entra chiedendomi di uscire per lasciarlo riposare lo lascio andare a fatica, ma nello staccarmi gli sussurro un ultimo ti amo.
    Ti ho lasciato il mio cuore, Shiloh Goodwin, non farmene pentire.
     
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