Baby revelation

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    Azzurra Martinengo • 26 y. o. • Giornalista • PC
    Continuo a guardare il foglio che tengo fra le mani e continuo a stentare a credere a ciò che leggo.
    Ci ho rimuginato su per giorni prima di decidere di fare il test. Avere un altro figlio, non era nei miei programmi e nemmeno nei miei desideri più reconditi. Non sono brava a fare la madre e Connor ne è la dimostrazione. Non che abbia aiuto da parte suo padre il cui contribuito si limita a tenersi alla larga da suo figlio. Un altro bambino non lo avevo affatto messo in conto ma carta canta. Il test di gravidanza è positivo e è non la sola cosa a farmi rimanere allibita. Non potendo essere certa della paternità ho richiesto l’esame specifico che la attesti.
    Mi sono rivolta ad un laboratorio privato che mi ha assicurato la privacy più assoluta oltre ad una professionalità elevata che dovrebbe escludere margini d’errore. Quel che è emerso ha dell’incredibile e non potendo crederci voglio ripetere la procedura al San Mungo a discapito di quello che volevo: riservatezza. Spero che la struttura sia in grado di garantirmela.
    In seguito alle ricerche del padre di Connor conosco il DNA di Kurt ma non quello di Brown. Quello che è emerso dal laboratorio analisi dell’esimio Prof. Von Kierke è spaventosamente, curiosamente, incredibile.
    Il DNA del bambino che porto in grembo pur non essendo identico a quello di Kurt è molto simile. Ci sono punti in comune, talmente tanti da rendere più che verosimile che il padre di questo bimbo sia imparentato strettamente con mio marito.
    La conclusione del luminare al quale mi sono rivolta presentando tutti i documenti necessari è stata quella che la paternità è da attribuire a Walter e questo mi torna, ci può stare in quanto Kurt ha dichiarato di essere divenuto sterile in seguito ad una malattia. Quel che non mi torna e mi lascia allibita è che i due siano imparentati quindi se Walter è il padre Kurt potrebbe essere uno zio. Di primo grado da ciò che attesta il responso della ricerca.

    Se da un lato mi consola il fatto che anche nelle famiglie dei due uomini ci siano stati dei casini dall’altra devo ammettere che durante l’incontro a tre che abbiamo avuto ho riscontrato io stessa delle similitudini fra l’Oscuro e il Marroncino.
    Non ho dubbi che loro non immaginano nemmeno di avere sangue comune e se non fosse che la cosa mi riguarda in prima persona mi farei una bella risata al pensiero di essere proprio io doverli rendere edotti della scoperta.
    Se confermato dalla seconda indagine sarà un bellissimo regalo di Natale. Peccato non poterlo impacchettare con carta colorata e fiocco.
    L’entrata del San Mungo mi accoglie con i primi fiocchi di neve della stagione.
    Sollevo il viso e li guardo scendere mentre mi solleticano le guance arrossate e gli occhi ancora spalancati per l’assurdità della situazione. Riporgo nella borsa il verdetto e dopo essermi scollata il cappotto mi tolgo i guanti mentre mi avvicino all’accettazione. All’accoglienza una Strega bionda e molto truccata mi guarda senza nascondere la curiosità. Probabile abbia l’espressione stranita ma è con voce ferma che faccio la mia richiesta.
    Buongiorno. Ho appuntamento alle 12 col Dott. Jonathan Bennet. Potrebbe avvisarlo che la Signora Martinengo è arrivata?
    Sono in perfetto orario e l’orario è l’unica cosa perfetta. Mi aggrapperei alla speranza di errore sia sull’esito del test che su quello della ricerca ma sono realista. Il mio è un tentativo estremo per rimandare decisioni che saranno difficili da prendere.
    Segua Miss Byron. La condurrà dal Dott. Bennet.
    Una graziosa e giovane infermiera appare al mio fianco facendomi strada verso l’ascensore. Non pensavo che il San Mungo fosse così ospitale con i propri assistiti ma se questo mi rincuora il mio viso tirato non si rilassa se non per il mezzo sorriso che rivolgo alla donna durante il tragitto. L’ascensore si ferma il secondo piano, ho davanti un corridoio lungo e stretto. L’infermiera gira a destra e sento il ticchettare degli stivali che seguono i passi ovatti della ragazza.
    Lei davanti io dietro svoltiamo ancora a destra e poi a sinistra dove il percorso è sbarrata da una lucida porta di mogano. Vengo introdotta nella sala d’attesa e mi si chiede di accomodarmi nelle poltrone adibite per l’occorrenza.
    Preferisco stare in piedi. La ringrazio.
    Rimango sola. A farmi compagnia c'è solo il rumore dei tacchi che picchiettano sul pavimento. Tic.Tic.Tic.Tic. Passeggio per il perimetro della sala senza nemmeno rendere merito all'arredamento. Non noto i quadri di paesaggi rupestri, non noto i tendaggi spessi ed eleganti, non noto la fattura delle sedie un po' consunte ma ben rifinite. Nella mia mente c'è solo l'obiettivo di arrivare al dunque di una situazione che mi vede in una posizione alquanto scomoda.

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    Edited by Azzurra- - 14/12/2021, 20:40
     
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    Mi sono preso del tempo per riflettere su tutto quello che è successo, ne sono uscito ancora più frantumato una volta che ho deciso di affrontare questa cosa completamente da solo. Il mio desiderio più grande è ora quello di andare via, da questo dannato ospedale che per me è diventato un inferno, non riesco più a sentirlo come prima e non sto neanche ad ascoltare i colleghi che mi supplicano di non andare via. Ma io ho bisogno di andare via, devo farlo. Mi hanno chiesto se sono disposto a fare le ultime visite, la mia agenda non è mai stata così deserta, così tanto vuota che oggi ho persino dimenticato che Azzurra Martinengo è l'ultima paziente che visiterò. Non ho mai saputo dire di no al mio lavoro, ma sono arrivato in un punto in cui penso proprio di non essere esattamente all'altezza, come se un camion mi avesse investito più volte faccio fatica a ricordare anche la più piccola cosa. Non sono completamente in grado di mettere insieme i concetti perchè la mia mente è piena di altre informazioni, e per la prima volta in assoluto posso dire di essere un disastro totale. Che cosa mi sta succedendo? comincio a pensare che sia colpa della maledizione che ancora circola dentro il mio corpo, anche se non la reputo la vera causa di tutto questo. Bussano alla mia porta e il mio ufficio è pieno di scatoloni Avanti! sono occupato a chiuderne uno quando vedo l'infermiera spuntare dalla porta. Dottore, è arrivata la signora Martinengo.. aveva un appuntamento con lei. ah! rispondo sorpreso sbirciando l'agenda, eccolo lì l'ultimo nome che avevo messo nel dimenticatoio. La faccia entrare. prendo il camice bianco riposto sulla sedia, lo metto abbassando lo sguardo e guardandolo quasi come fosse qualcosa di surreale, i miei polpastrelli sfiorano i tessuto bianco per un attimo e poi mi preparo ad accogliere la paziente. Buongiorno signora, scusi il caos ma.. si accomodi prego! ero già stato informato sul fatto da risolvere, la signora Martinengo è venuta per accertarsi sul DNA di suo figlio, ed io dovrò semplicemente confermare o smentire l'ipotesi dei miei colleghi. Lei prende posto davanti alla scrivania, io dall'altra parte mi siedo e mi preparo ad ascoltarla. Prego, mi dica un po' il tutto.. cercherò di risolvere il suo dilemma signora Martinengo.
     
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    Appena entro nello studio del Dott. Bennet mi assale il dubbio di essermi rivolta alla persona sbagliata. Mi hanno parlato molto bene del Guaritore ma mi aspettavo una figura di tutt’altro genere da quella che mi accoglie.
    Il Medico è gentile, saluta educatamente e mi fa accomodare. Prendo posto nella sedia al lato opposto della sua scrivania ed è impossibile non notare il caos che regna sul tavolo ma non è questo a lasciarmi perplessa.
    Bennet è presente fisicamente ma la sua mente pare essere altrove mentre io ho assoluto bisogno di avere risposte precise, professionali, competenti.
    Provo a scacciare il fastidioso pensiero circa il non avere tutta la sua attenzione. Pur essendo rassegnata, anzi, forse proprio per questo, non sono affatto tranquilla e l’ansia potrebbe aver giocato a sfavore dell’obiettività.
    Grazie per avermi ricevuta con così poco preavviso Dottore. Non vorrei essere capitata in un brutto momento.
    E’ esattamente la sensazione che provo. Mi da l’idea che l’uomo abbia problemi più seri dei miei da risolvere.
    Mi passo la mano sul volto per prendermi un attimo durante il quale decidere da dove iniziare ad esporre quello che Bennet chiama, giustamente, dilemma.
    Schiarendomi la voce con un paio di colpetti di tosse recupero il foglio con quella che io considero una sentenza e lo faccio scivolare sul tavolo affinchè il Guaritore possa prenderne visione. Mentre il Medico legge il referto io anticipo e preciso i fatti.
    So bene che, pur non ammettendolo, mi giudicherà ma non m’importa. Non tradirò il patto che ho con mio marito rivelando il suo nome e la sua esistenza. Non servono dati anagrafici per sapere ciò che mi necessita essere confermato.
    La disturbo per avere conferma di questo referto. In quanto ad essere in stato di gravidanza non ho dubbi ma si da il caso che la paternità di questo bambino sia dubbia in quanto da ciò che risulta il Dna del futuro padre assomiglia molto ma non è uguale a quello di mio marito.
    Spero di essere stata sufficientemente chiara. Appoggio le mani sul bracciolo della poltrona sulla quale sono seduta e rimango impassibile in quando ad espressione. Non mi turba che possa farsi una cattiva impressione di me, a dire il vero non mi interessa proprio. Sono qui per avere risposte, niente altro.
    Ovviamente ho motivo di pensare che il padre possa NON essere il mio consorte. Quel che trovo strano e che vorrei appurare è: questa concomitanza è significativa la punto da rendere ipotizzabile una parentela fra questi due uomini. Può risolvere questo dilemma dott. Bennet?
    Me lo auguro. Per me e anche per lui. Sono una giornalista e forse una pubblicità negativa su di lui e sul suo reparto non farebbe piacere al dottore e nemmeno alla direzione dell’Ospedale. Spero ci pensi. Continua ad apparirmi distratto e, nel dubbio, usando un “Accio biglietto da visita” non verbale, allego al responso un talloncino cartonato sul quale appare il mio nome e la mia professione.
    Non serve che le dica che il tutto deve rimanere strettamente confidenziale


    Non dovrebbe servire fare la specifica ma meglio essere previdenti. Vorrei essere io stessa ad informare le persone coinvolte. E' una mia responsabilità che non desidero delegare a nessuno.

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    Edited by Azzurra- - 16/12/2021, 20:49
     
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    Spero sia soltanto una mia impressione ma la signora Martinengo mi sembra alquanto convinta di se e scruta un po' la zona circostante. Dare galeoni per capire che cosa le starà frullando per la testa ma decido di rimanere professionale. Quindi mi sporgo un po' in avanti quando appoggia i documenti sopra la scrivania, appoggio le mani sulla carta bianca e la prendo delicatamente sfogliandola mentre la signora Martinengo mi informa e mi descrive il problema da risolvere. Alzo un sopracciglio e sono interessato, si può vedere dalla mia faccia mentre leggo, mi mordo le labbra e sto riflettendo. Capisco. il DNA risulta simile a quello del marito ma il bimbo in grembo non è di suo marito, sembra abbastanza sicura di questo e non faccio obiezione. La lascio parlare ma quando mi fa vedere il biglietto da visita alzo lo sguardo accigliato. Sembra quasi una minaccia signora Martinengo. non me ne tengo una e non capisco perchè si sta agitando tanto. Siamo io e lei qui dentro, a chi vuole che lo dica? lei dovrebbe sapere che noi guaritori non sbandieriamo le informazioni personali ai quattro venti. magari come fanno i giornalisti per guadagnare cascate di soldi, che si inventano pure le cose di sana pianta. Scuoto la testa e lascio perdere, riporto gli occhi sul foglio, poi prendo la bacchetta e al centro dell'ufficio, a mezz'aria, compaiono dei DNA molto simili tra loro, con le mani faccio girare il tutto e si sdoppiano: diventano tre, quattro, sei.. dieci. Li studio rimanendo in silenzio. Qui con se non ha il test del DNA di questo altro uomo? mi alzo in piedi per vedere i DNA più da vicino, li sposto con l'aiuto della bacchetta e si fondono tra loro. Mmh. .. ultimamente non ha avuto rapporti con suo marito quindi? è proprio sicura che non sia suo?
     
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    Azzurra Martinengo • 26 y. o. • Giornalista • PC
    Bennet pare scocciato per la mia diffidenza. Col mio mestiere ne vedo di tutti i colori e ho a che fare con troppe persone per non esserlo. Vero è che i Guaritori sono tenuti al segreto professionale ma non conosco la persona che mi sta davanti ed è troppo importante per me capire ed interpretare nel modo corretto e senza dubbi ciò che rappresenta il responso che gli ho esposto. Nessuno deve sapere che sono la moglie di un Mangiamorte, non posso rivelare un dato così sensibile. Pur essendo il mio un matrimonio di facciata è legale; Kurt ed io siamo a tutti gli effetti marito e moglie ed molto meglio, soprattutto per Benett, che il segreto rimanga tale. Ciò nonostante penso sia meglio non insistere ulteriormente a premere sul quel tasto. Meglio mi consideri poco accomodante che si limiti a dirmi ciò che voglio sapere.
    Desidero solo avere una risposta e vorrei che questa non uscisse da queste mura.
    Ora che sa chi sono non sarebbe impossibile risalire alle mie origini e scrutare nelle mie faccende; mi auguro per lui si limiti a fare il suo lavoro.
    E’ una situazione imbarazzante, lo è con un estraneo come il Guaritore e lo sarà molto di più quando dovrò renderla nota agli interessati per cui mi scuserà se non uso maniere propriamente corrette.
    Rimanendo rigida sulla sedia mi rendo conto di avere l’attenzione del Medico e questo, almeno in parte, mi da soddisfazione. La domanda che mi pone mi fa comprendere che non si rende affatto conto della situazione in cui mi trovo e ne sono felice. Probabilmente pensa che abbia un’amante, qualcuno con cui ho un rapporto extra coniugale e che questo mi induca a voler tenere per me il risultato del test onde non far sapere a mio marito del tradimento. Spero continui a pensarlo mentre mi fingo imbarazzata per essere più credibile.
    Abbasso gli occhi e fisso le mani appoggiate sulle ginocchia. Mi costringo anche a sospirare. Trovo che mentire a volte sia indispensabile ma lo trovo anche faticoso.
    Posso dirle che con quest’uomo ho avuto rapporti non protetti mentre mio marito usa precauzioni. Non vuole avere figli.
    In fondo, vista da una certa prospettiva, la sterilità era una precauzione.
    Ne Kurt ne Walter volevano avere figli, sicuramente non da me. Si erano mostrati perfino scettici e pure io avrei volentieri fatto a meno di quello che stava diventando un problema che avrebbe, in tutti i modi, coinvolto tutti quanti.
    Una volta risolto il mistero di quella strana similitudine fra il Dna del bambino e quella di Kurt avrei pensato al dopo. Ora mi premeva sapere se c’erano legami di sangue fra i due uomini. Avevo il diritto di saperlo e lo avevano anche loro.
    L’unica cosa che so, dottore, è che aspetto un figlio il cui dna genera dubbi sulla paternità. E’ molto simile a quello di mio marito ma non è identico. Lei cosa ne deduce?
    Spero avverta l’urgenza che provo nel ricevere una risposta che possa porre fine al dubbio. Le mani che si intrecciano e le dita che si stringono fra loro denotano che l’attesa genera ansia. Vorrei avere tempo per pensare e decidere il da farsi per cui prima arriviamo al dunque e meglio sarà. In caso decida di prendere provvedimenti il tempo è importante.


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    Edited by Azzurra- - 18/12/2021, 18:51
     
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    La signora Martinengo mi pare si stia innervosendo senza un particolare motivo, forse nasconde qualcosa o si vergogna? qual'è il suo problema che non ho capito? a volte le donne sanno davvero essere un labirinto, non si capisce dove vogliono arrivare e finisci sempre per avere colpa tu nelle cose. Okay, adesso non c'entra nulla lei, però è molto strana. Entra, mi mostra il biglietto da visita che è una giornalista, che cosa me ne può mai fregare di questa cosa? No capisco il nesso e il fatto che continui a dirmi che questa cosa deve rimanere privata. Che cosa si aspettava esattamente? certo. rispondo semplicemente quando mi chiede che questa cosa deve rimanere tra le mura, è quello che avrà, come tutti i pazienti che prima di lei sono venuti qua dentro, non c'è niente di strano in questo. Mi faccio spiegare il fatto e mi conferma che può essere stato solo l'uomo, forse l'amante, ma in fondo sono qui per lei e sono pronto ad aiutarla.. non m'importa di altro, non sono mai stato invadente.
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    Posso dirle che con quest’uomo ho avuto rapporti non protetti mentre mio marito usa precauzioni. Non vuole avere figli. non risponde alla mia domanda ma mi dice che "può dirmi" tali cose, allora prendo con le pinze questa situazione, ho già abbastanza guai e mi limito a risolvere in fretta il suo problema. Glielo dico subito che cosa penso. mi alzo in piedi e mi metto all'opera, le figure luminose del DNA a mezz'aria diventano un poco più grandi, con entrambe le mani le faccio girare velocemente, le studio attentamente annotando il tutto in un blocknotes. penso che i miei colleghi non abbiano svolto un lavoro del tutto brillante. per prima cosa ci sono delle cose inesatte, poi è tutto un po' "pompato" e decido di eliminare la gran parte del referto, tagliandolo con l'inchiostro e la piuma, poi torno con gli occhi sul DNA che si ricompone. Mi metto a braccia conserte e sto in silenzio per diversi secondi, poi mi siedo davanti alla scrivania e prendo un foglio bianco, ci scrivo diverse cose. I bis nonni di questo bambino hanno certamente qualcosa in comune.. poi vede quella linea colorata sul centro? alzo il dito verso il DNA sopra le nostre teste Esiste solo nel DNA dei maghi e ci descrive la storia della famiglia, ovviamente non tutti possono interpretarlo. Probabilmente la famiglia del suo .. di quest'uomo è originaria dell'Inghilterra, ma a finire del.. mille e ottocento circa si è trasferita in Germania e credo che ci sia rimasta li fino ad oggi. leggo solo questo ovviamente in quanto ... mi sento un po' confuso signora Martinengo, come faccio a dirle che è figlio dell'uomo "x" se non ho il DNA per valutarlo? sospiro e scuoto la testa A me serve il DNA dell'uomo .. capisce? come fa ad essere sicura che sia uguale a quello di suo marito? me lo potrebbe far vedere quello di suo marito? .. almeno partiamo da quello. quando cerchi di capire queste cose di solito valuti tutti e tre i DNA: quello del bambino, quello del marito e quello dell'altro uomo. Come faccio a fare questo senza avere la certezza matematica di ritrovarmi davanti al DNA dell'uomo x? Potrei risalire al DNA del padre del bambino e tirarlo fuori, ma ci vuole del tempo.
     
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    Azzurra Martinengo • 26 y. o. • Giornalista • PC
    Ascolto il Guaritore. Incamero ogni singola parola cercando di ricomporre il quadro della situazione. Ogni tanto emetto un sospiro. Comincia a far caldo nello studio di Bennet, il foulard che mi avvolge il collo viene slacciato ed appoggiato sulla spalliera della sedia.
    Il medico inizia a trarre le sue conclusioni dopo aver eseguito una serie di operazioni sul referto che gli ho fornito. A suo parere lo staff al quale mi sono rivolta prima di chiedere il suo aiuto non ha fatto un lavoro accurato. Non so se credergli o meno. Fatico a seguire il suo ragionamento. Quello che mi mostra per me è incomprensibile. Vedo solo linee discontinue che non so leggere.
    E’ frustrante doversi fidare di qualcuno che non si conosce per risolvere un quesito così importante. L’aria che faccio uscire dalle narici ne è l’evidente sintomo.
    Sollevando l’avambraccio mostro il palmo della mano per chiedere una pausa oltre al permesso di poter avere la parola.
    Umetto le labbra e le stringo mentre attendo il momento giusto per non sovrapporre la mia voce a quella di Bennet.
    Posso. Posso mostrarle il DNA di mio marito.
    Speravo non si rendesse necessario ma ho una copia del DNA di Kurt nella borsa. Ho provveduto ad eliminare ogni riferimento possa ricondurre al legittimo proprietario del grafico, nemmeno un incanto potrebbe svelare il nome del proprietario.
    Non mi basta sapere chi dei due uomini è il padre. Ho anche bisogno di sapere che legame di sangue c’è fra loro.
    Ci deve per forza essere una parentela fra Kurt e Walter. Lo capisco io che non sono addetta ai lavori ma forse per Bennet queste cose contano poco o nulla. Prima di chiedere l’appuntamento con Guaritore mi sono documentata sul conto. E’ nato babbano. Probabile che per lui non sia importante risalire alla genealogia ma per me, per la mia famiglia, per come sono stata cresciuta ed educata lo è e lo sarà anche per due uomini ai quali dovrò rendere conto. Sono certa che il bambino che aspetto è un purosangue. Entrambi i Maghi con cui ho avuto rapporti lo sono ma non possiedo il DNA di Walter e non posso sicuramente andare a chiederglielo visto come ci siamo lasciati l’ultima volta che ci siamo visti.
    Non ho molto tempo Dott. Bennet. La sua fama la precede quindi le chiedo, gentilmente, di fare una magia, un miracolo o ciò che crede opportuno ma faccia presto.
    Così dicendo sfilo dalla cintura la bacchetta e con un incanto d'appello faccio uscire dalla borsa il documento che riporta il DNA di Kurt che va a planare sul tavolo di Guaritore.
    Cerco di essere il più cordiale possibile ma data la situazione e l’urgenza che avverto temo di mostrarmi un tantino impaziente. Il mio piede batte nervosamente a terra mentre, di per contro, sul mio viso appare un sorriso gentile. Luci ed ombre con le quali convivo da quando sono nata e che mi appartengono come mi appartiene un’educazione che mi impone di controllare modi, gesti e parole. Spero che il medico apprezzi e che si dia una mossa. Se dovesse porre condizioni inaccettabili sarò costretta a rivolgermi altrove perdendo altro tempo prezioso.


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    Edited by Azzurra- - 20/12/2021, 22:37
     
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    Sembra che alla fine decida di collaborare e mi mostra il DNA del marito, ma noto subito che tutti i tipi di riferimenti sono nascosti e non vuole farmi assolutamente vedere il nome del marito. Questa cosa crea non pochi sospetti nei confronti di le e di tutta la situazione che le gira intorno. Mi dice di fare un miracolo, io la fisso in silenzio prima di prendere l'iniziativa. Vada a prendersi un caffè o quello che vuole, ci vorrà circa un'ora. non posso fare di più, lei lo sa cosa vuol dire costruire un DNA per intero? solo pochissimi guaritori al mondo sanno farlo, ed è una cosa che richiede tempo, ma
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    io lo faccio in un'ora e non può di certo lamentarsi. Raccolgo il tutto e vado verso una piccola porta all'interno dell'ufficio. Aspetti pazientemente, ho bisogno di concentrazione. apro la piccola porta e mi imbuco dentro. Passano minuti, studio meticolosamente il tutto con degli schemi su carta, scrivo e costruisco lentamente il tutto. Quando ho finito torno dalla signora Martinengo che sembra davvero impaziente, prendo di nuovo posto davanti alla scrivania. Ecco fatto. allungo la mano e le porgo tutti i documenti che mi ha prestato, poi scrivo un uovo referto. Come lei stessa ha confermato, il padre del bambino è l'uomo "x" mentre suo marito e questo uomo risultano cugini lontani. I loro bisnonni erano fratelli e la ramificazione dei DNA ha fatto si che i loro fossero molto simili ma no, non sono fratelli, pur avendo dei DNA molto simili. E' solo un caso matematico che si verifica ogni cento casi nelle famiglie dei maghi. mi fermo e alzo lo sguardo, gli consegno il mio referto. Questa è la conclusione. Domande?
     
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    Azzurra Martinengo • 26 y. o. • Giornalista • PC
    Finalmente sono lieta di constatare che la fama di Bennet corrisponde alle aspettative. Il Guaritore decide di prendere in mano la situazione e lo fa con risolutezza. Come molti dei suoi simili, uomini in genere, mi suggerisce poco velatamente ciò che devo fare. Forse il suo invito ad andare a prendere un caffè mentre aspetto il risultato al mio quesito a lui appare una cortesia; voglio concedergli il beneficio del dubbio mentre rifiuto.
    Sono a posto. Grazie. Preferisco attendere qui.
    Un’ora può essere tanto breve quanto eterna. La trascorro ripensando alla piega che ha preso la mia vita in questo ultimo anno e non sono pensieri del tutto positivi. La mia testardaggine mi ha portata al punto in cui sono, non posso incolpare che me stessa per ritrovarmi a questo punto. Col senno di poi rifarei tutto quanto ma questo non significa che non ambisca ad un cambiamento.
    Sicuramente mio marito non intenderà farsi carico di un figlio non suo. In quanto a Walter non posso nemmeno pensare che voglia occuparsi di un bambino concepito in un momento in cui entrambi ci sentivamo soli. Fra noi non c’è nulla e se prima degli ultimi eventi avrebbe potuto avere una discreta considerazione della sua ex allieva dopo il tiro sporco che gli avevo giocato castando su di lui l’incanto Imperio sono certa che abbia cambiato idea. Entrambi hanno dubitato della gravidanza. Forse per scaramanzia o forse per disinteresse. Di fatto la creatura che porto in grembo è solo mia. Una sensazione che ho già provato e che si ripresenta mettendomi di fronte ad una scelta che so di dover affrontare.
    Per entrambi gli uomini sono una pazza. Mio marito, per assurdo, lo pensa in quanto lo amo. Walter condivide il pensiero di Kurt in quanto non immagina nemmeno l’intensità del mio sentimento, non ne vede i motivi. Entrambi non capiscono che l’amore non segue logica o ragione e non ho più voglia di impegnarmi a spiegarlo.
    Nella mia mente i pensieri si accavallavano così come fanno le mie gambe che si soprappongono e si distendono nervosamente mentre, da sola, nello studio di Bennet, fisso la finestra immaginando una libertà che non sento sfuggirmi dalle mani. Mi sento oppressa dal peso delle mie azioni, ne avverto tutta la responsabilità e ne temo le conseguenze. Non posso affrontare tutto in una volta. Ho bisogno di riflettere sul da farsi ma so già quale sarà la prima cosa che farò non appena ottenuto la risposta.
    Diversamente da come avevo previsto l’ora passa velocemente.
    Bennet torna nello studio e mi comunica il responso. Lo ascolto in religioso silenzio e con uno strano sorriso sulle labbra. La parentela ipotizzata non è stretta ma esiste. Mi sento un po’ usata da un destino beffardo che ha scelto proprio me e questa situazione per scoprirla. Due uomini. Due vite, due fronti, due ideologie che sembrano opposte con l’origine comune. Non sono solo io ad essere pazza. La vita lo è.
    Mentre mi alzo mi sento più leggera. La verità può fare questo effetto anche se è una verità scomoda. Raccolgo i documenti, li faccio sparire nel fondo della mia borsa e raddrizzo le spalle.
    Nessuna domanda Dottore. E’ stato preciso, esaustivo e veloce. La ringrazio.
    Dubito che ci rivedremo ma tendendo la mano al medico, prima di accomiatarmi, il mio sguardo trapela gratitudine e, forse, anche la condivisione di qualcosa che probabilmente non è comune ma ugualmente intenso.
    Qualunque cosa la turbi, e so che è così, non si dia troppa pena. La vita è troppo breve e troppo imprevedibile. Farsela condizionare da rimpianti o cercare di prevedere il futuro è impossibile. Le auguro buona fortuna. Ne abbiamo bisogno tutti.
    Forse rimarrà sorpreso dal mio dire. Forse anche lui penserà che sono pazza. Poco importa. Bisogna indossare le scarpe delle persone e camminarci dentro per comprenderle e sono convita che le mie siano scomode quanto le sue.





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