I colleghi, quelli perfetti

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    Altro giro di perlustrazione, e con chi? Sempre con Cris.
    Pareva quasi che chi facesse i turni lo faceva apposta a farli capitare assieme. Non è che si erano antipatici, forse lei a lui lo era, non lo sapeva e nemmeno le interessava, solo che era come se non riuscissero a sintonizzarsi.
    Nell'ultima ronda fatta insieme, avevano parlato un pò, Cris le aveva detto che bisognava conoscersi dei propri compagni di squadra per potersi fidare. Lei a questa cosa ci credeva poco, si, a tutta la storia del doversi conoscere, del dover necessariamente sapere vita morte e miracoli di tutti, e soprattutto non voleva che tutti sapessero tutto di lei. Non era abituata a raccontare di sè stessa, non sapeva perché doverlo fare adesso per detta di Cris, però insomma non era stato completamente spiacevole quel giro assieme, anche se non fece salti di gioia quando seppe di avere una ronda notturna di nuovo con lui.
    Avevano ricevuto qualche soffiata, c'erano stati dei furti in una zona di Diagon Alley, perlopiù furti di pozioni costose o rare ed oggetti magici di valore.
    Era da un pò che avevano osservato la scena, avevano seguito quello che aveva tutta l'aria di essere un sospettato, prima in un pub. Il suo comportamento era strano perché si guardava circospetto in giro, eppure non c0era nessuno che lo seguiva o che volesse fargli del male. Beh, nessuno tranne loro due.
    Lo avevano visto diverse volte aggirarsi attorno a dei negozi, ed erano proprio i negozi che potevano essere il suo bersaglio. Era un ladruncolo, non si sarebbe avvicinato alla Gringott, si percepiva che aveva poca esperienza.
    Non era nemmeno troppo anziano, forse aveva una quarantina d'anni. Tutto corrispondeva perfettamente alla descrizione che i negozianti derubati avevano fornito.
    Cris e Sophie lo seguirono in un negozio, osservandolo, stava mettendo nelle sue tasche diverse pietre colorate, delle boccette di pozioni, delle piume.
    Delle piume?
    Costavano pochissimo, perchè rubarle ?
    Sophie aveva smesso di darsi risposte in alcuni casi, certe cose erano così e basta, fine.
    L'uomo stava uscendo dal negozio mentre salutava il negoziante, un anziano distratto che leggeva la gazzetta del profeta, ma certo, il bersaglio ideale.
    Prima che potesse uscire dal negozio, Sophie agì.
    Gli si parò davanti, senza aspettare Cris. Poteva farcela da sola.
    Incarceramus e lo intrappolò.
    "Auror Lennox.
    Cosa abbiamo qui..."
    gli girò attorno. L uomo era intrappolato da funi e legacci, e lei iniziò una perquisizione, svuotandogli le tasche e facendo cadere immediatamente tutti gli oggetti che aveva in tasca, sotto lo stupore dell'anziano proprietario.
    "Vedo un bel bottino. Peccato che dovrà lasciarlo qui." gli fece un sorriso finto.
    La procedura per questi furti di livello semplice era sempre la stessa: manette e dritto al Ministero della Magia. Ecco che si smaterializzarono tutti e tre e portarono l'uomo all'ufficio giusto.
    Il loro compito era finito, era stato semplice in effetti, nulla di così complesso da gestire.
    "Ti offro una birra" propose lei, prima di salutarsi. Fece uno sforzo, perchè non era abituata a socializzare, ma ecco, che apprezzasse quello.
     
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    Sono in ufficio e sto stilando un signor rapporto quando fa capolino AJ e lo vedo che sta ridendo, lo vedo potentissimo.
    “Che c’è?”
    La mia domanda è muta, ma l’espressone che faccio è rivelatrice.
    Così come lo è quella che fa lui.
    -No dai-
    “invece si” mi dice.
    -E ma allora! Basta ora mi sente- sbatto le mani sul tavolo e mi alzo.
    Sto marciando verso lo studio di Dell, ma neanche appuro che è vuoto che già sto facendo dietro front e mi rivolgo direttamente ad AJ – questa me la pagate-
    Secondo me si divertono a torturarmi.
    Se poi crede che mettendomi a fare coppia con Sophie mi aiuta a distrarmi allora ha capito malissimo.
    Non accetto nulla di lei, non mi piace il suo modo di pensare, di fare, di approccio.
    Il suo umorismo non lo capisco e lei non capisce il mio.
    Non c’è molta sintonia, non saremo mai una coppia di colleghi perfetta.
    Perché è così difficile da capire?
    Quella sera dovevamo fare da sentinelle.
    Della serie io guardo te tu guardi lui e ognuno ha le spalle coperte.
    Ma non dovevamo fare altro.
    “Faccio io” ha detto, e va bene, vai avanti tu.
    Se solo avessi anche solo potuto immaginare come avrebbe agito non le avrei mai e poi mai lasciato carta bianca.
    Sono basito mentre la vedo raggiungere a grandi falcate il sospettato, stenderlo sotto lo sguardo interdetto del commerciante e portarlo in centrale.
    -Ma è mio figlio!- ha detto l’uomo a me medesimo subito dopo che la Lennox si era smaterializzata.
    -Ne è sicuro?-
    -Certo! E’ mio figlio!-
    Mi attardo facendogli qualche domanda. Mi spiega un po' di cose, è pronto ad andare in tribunale per lui e testimoniare , mi maledice diverse volte alludendo al fatto che non sappiamo fare il nostro lavoro, e secondo me se mi fossi attardato mi avrebbe lanciato addosso qualcosa.
    La raggiungo sicuramente dopo poco ma a me sembrano passate le ore cosmiche.
    Quando è fuori e mi si avvicina tutta soddisfatta io non rifiato ma è chiaro che il nostro turno è finito e ho giusto qualcosa da dirle.
    Non prima di aver comunicato al cambio turno di verificare le parole del vecchio.
    -Mi offri una birra e già che ci sei una spiegazione-
    Siamo alla testa di porco e ho tra le mani una birra ghiacciata.
    -Lo sai che quel tipo che hai arrestato è il figlio del proprietario?-
    Se ci penso c’è da ridere, ma solo se ci penso.
    -Per la cronaca, prima sarebbe stato il caso di fargli qualche domanda, si capisce tanto da come rispondono se sono colpevoli oppure no, ma almeno .. si evita di sbagliare, no?-
     
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    Si erano fermati al pub per una birra. Il turno era finito e si stavano trattenendo ancora insieme, strana abitudine per lei, non lo faceva mai, ma doveva probabilmente concedere anche questi spazi.
    Mi offri una birra e già che ci sei una spiegazione
    Spiegazione? E di cosa ?
    Lo sai che quel tipo che hai arrestato è il figlio del proprietario?
    Stava rubando al negozio del suo stesso padre? Fece un sorriso sarcastico. Complimenti, dove andremo a finire. Quell'uomo probabilmente si è sacrificato per portare avanti la sua famiglia, e il figlio ruba dalle sue tasche. Che cosa ignobile
    Detestava chi non rispettasse i genitori. Per lei che li aveva persi diversi anni fa, genitori e fratelli, era una cosa intollerabile. Avrebbe fatto di tutto per poterli riabbracciare anche solo un minuto.
    Per la cronaca, prima sarebbe stato il caso di fargli qualche domanda, si capisce tanto da come rispondono se sono colpevoli oppure no, ma almeno .. si evita di sbagliare, no?
    Ecco.
    Lui era convinto che lei avesse sbagliato. Erano alle solite. Aveva visto con i suoi occhi quell'uomo rubare, poteva essere anche il figlio del Ministro della Magia in persona, stava facendo un reato.
    "Ci risiamo. Perchè non ti fidi nemmeno un poco di quello che faccio?" Il suo tono non era polemico, ma era sinceramente incuriosito, voleva capire cosa aveva sbagliato e perchè, dato che stavolta era lei stessa la testimone oculare in quella faccenda. "Ho visto quell'uomo infilarsi in tasca di tutto di più. Probabilmente aveva un incantesimo di Estensione Irriconoscibile nelle tasche, perchè stava svaligiando il negozio di quello che tu dici essere il padre.
    Che siano genitore e figlio non è di sicuro una prova di innocenza, anche se mi spezza il cuore sapere che quell'uomo rubava probabilmente per andare a vendersi tutto al mercato nero."

    Aveva parlato in maniera calma, senza andare su tutte le furie come avrebbe probabilmente fatto qualche tempo fa. Voleva sapere le ragioni di Cris, cosa le spingeva a non crederle e a farle la ramanzina di turno.
    Si forse lei aveva agito troppo di istinto, e troppo velocemente...Ma aveva colto l'uomo sul fatto.
    Se avessero aspettato l'uscita dal negozio, avrebbe potuto negare tutto.
    Bevve metà della sua birra quasi in un unico sorso.
    Davvero Cris, aiutami a capire perché sbaglio sempre, perché a questo punto, io davvero non lo so più.
    Si portò le mani alle tempie mentre se le massaggiava. Non era una richiesta di aiuto, ma era veramente la richiesta di un compromesso, di una tregua. Non poteva andare così ogni volta in cui capitavano in turno insieme, era estenuante per davvero, più del lavoro in sè.

     
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    -Ma chi te lo dice che lo stava derubando? Abbiamo visto si, qualcosa. Ma non puoi avere la certezza okay? Non puoi comunque saltargli addosso in quel modo, da sola, santo Merlino che stavo a fare li? Pensavo ci andassi a parlare, a indagare a chiedere che porca miseria stava a fare?
    E se era stato autorizzato? Tu che ne sai?-
    io non lo sapevo lei lo sapeva? BOH!
    Sanno tutto ste cazzo di donne, il radar sintonizzato a “Io so!”
    -Comunque non è questo, potresti avere ragione tu e ti è andata bene, ma il concetto di squadra, dove lo hai lasciato?-
    Ci portano le due birre e io prendo la mia e ne faccio un gran sorso prima di girare lo sgabello verso di lei e guardarla.
    -Io la fiducia te l’ho data, lasciandoti fare a modo tuo- le dico serio – ma non condivido quello che hai fatto.
    Io non lavoro così. Ho bisogno di prove concrete, non la mia parola contro la sua.
    Ho bisogno di fatti che siano foto, testimoni, video. Della mia e della tua parola sai cosa se ne fanno gli avvocati
    ?- scuoto il capo e faccio un altro sorso.
    -Che ti devo dire Sophie, tu hai un modo di pensare e fare che io non condivido.
    Non mi piace lavorare con persone che non vogliono conoscermi e che non conosco. Non voglio trovarmi in situazioni del genere in cui mi trovo spiazzato perché mi chiedo che cazzo ti dice la testa.
    Non mi sento a mio agio con una donna che non mi sente come partner
    - la guardo e la sfido a dire il contrario – potevo restarmene a casa questa sera, per te non sarebbe cambiato assolutamente niente.
    Il tuo concetto di squadra si riduce a te e a te stessa.
    Dimmi, dove sta il senso? Perché onestamente per me sei un nome su un foglio di carta.
    Tra dieci anni la gente mi chiederà di te, te la ricordi Sophie?-
    non smetto di fissarla mentre continuo – e io farò fatica a ricordarmi di te, allora poi mi diranno il tuo cognome, e la prima cosa che mi verrà in mente forse saranno i tuoi lucenti capelli scuri, o il tuo sguardo perennemente incazzato con il mondo- tintinno il vetro della bottiglia al suo – nient’altro, e credimi, per uno come me, questa cosa è estremamente triste- scuoto il capo e rido di me stesso - porca puttana, mi sento un disco rotto con te- sto a dire sempre le stesse cazzo di cose.
     
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    Lei era disposta ad ascoltare Cris, va bene, non c'era dubbio. Ma a volte sembrava quasi che l'invettiva fosse gratuita.
    Mentre lui parlava, lei beveva la sua birra e nel frattempo lo ascoltava, guardandolo fisso, ricambiando il suo sguardo.
    *Non mi piace lavorare con persone che non vogliono conoscermi e che non conosco. Non voglio trovarmi in situazioni del genere in cui mi trovo spiazzato perché mi chiedo che cazzo ti dice la testa.*
    Ancora...
    *Non mi sento a mio agio con una donna che non mi sente come partner potevo restarmene a casa questa sera, per te non sarebbe cambiato assolutamente niente.*
    Sophie non era d'accordo su questo. Si ok, lei partiva dall'idea di aver sempre lavorato da sola, ed era difficile da superare come modus operandi.
    "Ma non è questo, è che pensavo di facilitare il compito così ad entrambi. Ma capisco il tuo discorso, io sono abituata ad agire di impulso ma ho capito l'errore che ho commesso, ora vedremo dove ci porterà il resto delle indagini, ma ovviamente ammetterò che è tutta colpa mia, me ne prendo la responsabilità, farò in modo che tu ne esca pulito, perché lo sei a tutti gli effetti"
    Aveva compreso cosa aveva sbagliato nella dinamica di quell'arresto, che si era tradotto in un momento in cui lei aveva tratto delle conclusioni troppo affrettate, senza valutare delle alternative.
    È vero, aveva visto tutto con i suoi occhi, ma a quanto diceva Cris non bastava, la sua parola valeva quasi poco, o nulla. Ci volevano prove diverse e lei non le aveva raccolte.
    *Il tuo concetto di squadra si riduce a te e a te stessa.
    Dimmi, dove sta il senso? Perché onestamente per me sei un nome su un foglio di carta.
    Tra dieci anni la gente mi chiederà di te, te la ricordi Sophie? e io farò fatica a ricordarmi di te, allora poi mi diranno il tuo cognome, e la prima cosa che mi verrà in mente forse saranno i tuoi lucenti capelli scuri, o il tuo sguardo perennemente incazzato con il mondo, nient’altro, e credimi, per uno come me, questa cosa è estremamente triste*

    Fece un lungo respiro prima di rispondergli a Cris. Aveva scoperto che l'idea di contare fino a dieci, probabilmente anche cinquanta, era un'ottima cosa per mettere in ordine i pensieri e le parole, per poter dare un senso a quello che voleva dire e soprattutto, fare in modo di essere coerente nella comunicazione.
    *porca puttana, mi sento un disco rotto con te, sto a dire sempre le stesse cazzo di cose.*
    Nel frattempo, era arrivato al loro tavolo il secondo giro, che lei aveva ordinato al cameriere mentre lui parlava.
    Respira Sophie, respira. Forse ti sta provocando apposta, forse è sincero, non puoi saperlo. Ma puoi essere sincera tu. disse a se stessa.
    "Beh, intanto non mi va molto di essere ricordata per i posteri, se proprio devo dirla tutta!" cercò di avere un tono ironico, per tentare di fare una battuta.
    "È da anni che lavoro da sola e scardinare questi modo di fare è complesso, e credimi se ti dico che ci sto provando".
    Era abbastanza sicura però che lui non le credesse. "Ho capito cosa intendi e veramente, farò del mio meglio. È non è che non mi fido di te come partner, é che avere un partner mi sembra ancora qualcosa di assurdo. Sono abituata a stare sola e quindi sempre in prima linea, forse devo... Come dire, iniziare ad indietreggiare" fece un sorso. Quella birra era ottima, davvero. Le rendeva quella conversazione più leggera, meno ansiosa, non piacevole, ma nemmeno sgradevole. Uh, l'effetto dell'alcool. Fantastico.
    "Anzi, forse il senso del tuo discorso non è che uno sta avanti e uno da dietro" che detta così sembrava davvero terribile, e lei scoppiò a ridere, e mentre rideva ancora finì la frase "... Si insomma, si sta di fianco"
    Questa volta era seria e stava davvero forse iniziando a comprendere cosa lui intendeva.
    "E per stare fianco al fianco secondo il tuo ragionamento, ci si deve conoscere. Ok"
    Bell'idea, va bene, ma lei non era così loquace e chiacchierona quando doveva parlare di lei. In verità, non lo era mai.
    "Cris, e cosa vuoi che ti racconti? O quando, soprattutto? Quando finiamo i turni, scappiamo entrambi, sembra che nessuno dei due sia così desideroso di passare altro tempo insieme" e ci teneva a fargli notare anche quello, lei aveva notato che lui non era di umore roseo quando capitavano insieme in turno, e finito tutto se ne andavano senza troppi complimenti.
    Tranne quella sera, che era forse una delle prime volte in cui si erano fermati davvero a parlare, senza una missione da compiere.
    "E non sono mica perennemente incazzata... É la mia espressione che è così. Attenta, osservatrice, concentrata."
    Una parte di lei pensava ancora perché doveva stare lì a giustificarsi, un'altra parte invece diceva che forse valeva la pena iniziare a cambiare direzione.
    E mentre quasi non se ne accorgeva, era alla terza birra. "Ecco, una cosa che puoi ricordare di me sono i miei capelli lucenti, il mio sguardo concentrato ed intenso, ed il fatto che mi piace bere." Un identikit perfetto insomma... Ma erano tutte verità. "E che non ho una relazione di coppia al momento, perché gli uomini che frequento o vengono rapiti da una qualche forza oscura, o non mi spiego perché tendono a sparire nel nulla dopo un pò!"
    Infatti, Victor sparito nel nulla o quasi. Con Ryan non poteva funzionare, anche se di lui si stava seriamente innamorando all'epoca, ma poi lui era andato via e aveva scelto di chiudere tutto.
    E attualmente non poteva nemmeno pensarci a quello che le piaceva.
    "E di te invece, cosa potrei ricordare? So già che tuo fratello è Dell e la tua ragazza Michelle" paziente ragazza. "Altro da ricordare? Prima missione Auror?" gli chiese, facendo tintinnare il beccuccio della sua bottiglia di birra sulla sua.
     
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    Mi sembra chiaro che ci sta provando, quanto meno, a cambiare.
    Alla fine qualcuno potrebbe dire che dovrebbe valere anche il viceversa, e anche io sto cercando di andarle incontro, infatti potrei stare a casa mia e fare l'amore con Michelle, invece sono venuto qui con lei a bere birra.
    Questo, dalle mie parti, è più che provarci ad andarle incontro.
    -Ma finiscila- le dico comunque bonariamente – eravamo in due, se le cose andranno male la ramanzina ce la prenderemo entrambi- mal comune mezzo gaudio.
    Non è questo il punto.
    Mi volto sconcertato che non abbia colto l'ironia ma al posto di intervenire preferisco tracannare e finire la mia birra, lei sta già alla seconda, finisce che se continua così mi strapazza al suolo entro la fine della serata.
    -Non devi indietreggiare- le dico – devi camminarmi accanto- non è una gara a chi va più avanti dell'altro o a chi ne sa di più e chi di meno.
    Che io sappia sono un subordinato come lei. Non sono il capo di nessuno, forse vanto qualche anno di esperienza in più in questo club di auror, ma non è mai stata mia intenzione dirle di starsene buona alle mie spalle.
    Comunque capisco il suo punto di vista, non è facile devo solo avere pazienza.
    Pare non sentirmi perchè me lo dice lei stessa poco dopo.
    Vedo che ci capiamo comunque.
    -Brava Lennox, vedo che ci capiamo- tintinno il vetro al suo e brindo a questa nuova consapevolezza di noi.
    Di cosa mi sono accorto? Oh beh, sa ridere, non lo ritenevo possibile ma lo sta facendo da diversi minuti ormai. L'alcol deve giocarle seriamente un brutto tiro, e sono tentato di dirglielo ma non posso fare a meno di apprezzare quest'aria così leggera che alla fine.. procrastino.
    -Non saprei, potresti dirmi qualcosa di estremamente imbarazzante che magari non hai mai avuto il coraggio di dire a nessuno.
    E se sorridi..-
    mi allungo con due dita per spingerle i margini all'insù – sei più bella- sono certo che non gliene frega niente di piacere alla gente ma mi sento in dovere di farglielo sapere, magari un giorno di questi finisce che le piace qualcuno e non sa come fare.
    -Oh si, lo dirò ad AJ, la prossima volta verrai con noi nella serata birra- le manda giù che è un piacere.
    Mi fermo poi a guardarla per qualche secondo – quindi fammi capire, non hai un uomo perchè.. - muovo un dito per racimolare le idee – perchè muore o sparisce per colpa di terzi o perchè sei tu ad ammazzarli?- mi sono perso un pezzo, me lo sento.
    Passa a chiedere di me e mi stringo nelle spalle – non so, potrei dirti una mia debolezza, tipo che soffro di claustrofobia- quindi magari evitiamo i posti troppo chiusi che poi mi sento morire. A si, questa cosa non la sa nessuno, è troppo imbarazzante e io la eludo facilmente, se uno vuole prendere l'ascensore io dico semplicemente che mi fa bene fare le scale, ho messo su ciccia.
    -Tocca a te, dimmi i tuoi segreti Sophie- o anche solo uno, insomma può dire qualsiasi cosa, sono in ascolto.
     
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    In effetti doveva dare atto del fatto che Cris, dopo due birre, non era male come compagnia.
    Non devi indietreggiare, devi camminarmi accanto Stava effettivamente capendo il senso di quelle conversazioni, di tutto ciò che lui le diceva. Esatto!!! esclamò, con entusiasmo.
    Alla fine il post lavoro così si stava rivelando piacevole. Sembravano quasi aver dimenticato quell'episodio di prima, o lei almeno non ci pensava proprio più.
    Non saprei, potresti dirmi qualcosa di estremamente imbarazzante che magari non hai mai avuto il coraggio di dire a nessuno. E se sorridi...sei più bella.
    Lei scoppiò a ridere. Non c'era un tentativo di provarci con lei in quelle parole, lo sentiva che era semplicemente per sottolineare qualcosa, e poi lui di quella Michelle insomma, la nominava così tanto spesso che era impossibile si cacciasse in qualche guaio.
    "Lo so che sono bella! Sai che quando ero più giovane facevo la modella nel mondo babbano? E non lo dico per presunzione insomma, se ti fanno fare la modella un minimo devi essere portata insomma!" non era abbastanza imbarazzante come segreto probabilmente, anzi, era più un vanto.
    Quindi fammi capire, non hai un uomo perchè...perchè muore o sparisce per colpa di terzi o perchè sei tu ad ammazzarli?
    Ma come ti permetti, potrei ammazzarli solamente col mio fascino letale! Se metto un vestito particolare e gli prende un colpo! gli disse ridendo, dandogli una pacca sul braccio e sbattendo esageratamente le ciglia.
    "No, non lo so, spariscono e basta, non so perchè, forse non sono più interessati poi e si levano dall'impiccio anche di dare una spiegazione. O forse hanno scopi più grandi nella vita, che ne so io! Non mi son riuscita a dare spiegazioni nella maggior parte dei casi perchè poi appunto, andavano via, senza più possibilità di rintracciarli...E niente, pace!" Fece spallucce. Non poteva mica rincorrere gli uomini, aveva altro da fare.
    Fino al momento in cui non si sarebbe innamorata davvero...lì sarebbero arrivati i problemi, ma non era quello il momento per cui ci avrebbe pensato poi.
    non so, potrei dirti una mia debolezza, tipo che soffro di claustrofobia
    Sophie annuì. Quello in effetti era un punto debole in un certo senso, nel loro lavoro poi. "Davvero? E come fai sul lavoro? Come la gestisci questa cosa?" chiese, effettivamente curiosa. Diverse volte poteva capitare che si trovassero in spazi stretti ed angusti, e non era sicuramente una bella esperienza da reggere. Probabilmente, Cris, si sosteneva grazie al gruppo o al collega di squadra, era quasi sicura che sarebbe stata quella la risposta. In effetti, poteva essere la soluzione.
    "Io? Imbarazzante dai ti ho detto che facevo la modella, ma forse non è abbastanza" no, non lo era per nulla.
    Cosa aveva di imbarazzante lei?
    Doveva pensarci, non si riteneva certamente perfetta, aveva un milione di difetti ma quelli Cris pareva averli già notati tutti, non era nulla di nuovo, assolutamente.
    "Ah ecco, c'è qualcosa!" disse, battendo la mano sul tavolo. Come aveva fatto a non pensarci? Perchè per lei era così scontato..."Ho un tatuaggio, enorme. Spesso lo nascondo con incantesimi. E la mia gamba sinistra è quasi tutta ustionata, così come anche la schiena, son rimaste diverse cicatrici, dopo il combattimento contro quel drago di qualche anno fa. E anche queste, le nascondo con incantesimi quando devo mostrare le gambe, effettivamente però quasi mai occasioni mondane ci stanno, per cui..."
    Del tatuaggio non sapeva nessuno. Delle cicatrici forse Dell poteva immaginarlo, dato che la vide subito in ospedale dopo la battaglia.
    Bevve un altro sorso di birra, anche la seconda era ormai quasi finita, ma voleva andarci piano.
    Si tolse il giubbino dalle spalle, e alzò la maglietta, cercando di non scoprirsi troppo, cercando di mostrare solo il lato del tatuaggio , anche se probabilmente, un minimo di seno si vedeva. Ma lei non aveva problemi a mostrare il suo corpo, sinceramente sapeva che gli uomini la guardavano, per cui, pace anche lì. "Ecco vedi, tatuaggio qui, l'ho fatto dopo la morte di tutta la mia famiglia, per il suo significato..." seguiva il contorno dei diversi fiori rappresentati con la punta delle dita "e più dietro c'è qualche cicatrice, che si estende fino al lato della gamba sinistra"
    Ricordò per un istante il dolore di quelle scottature, appena avuta...La cura al san Mungo, le pozioni lenitive. Nonostante le cicatrici, era messa molto peggio appena arrivata in ospedale, e i dottori e gli infermieri avevano fatto un'ottimo lavoro, qualcosa era rimasto, ma lei le cicatrici le portava sempre con orgoglio.
     
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    -Uuh la modella, niente di meno- come ci è finita poi a fare l'auror? Dico due ambienti totalmente diversi, secondo la mia logica guadagnava anche di più come modella, con meno sforzo, senza offesa per la categoria insomma.
    -E Dell lo sa?- e se lo sa cosa ha pensato la prima volta che ha letto il suo curriculum? L'idea di essere una mosca nell'ufficio di Dell mi risulta sempre più accattivante.
    Comunque la birra le scioglie la lingua eccome, non ci avrei scommesso neanche uno zellino; meglio così, mi dico, forse iniziamo a capirci.
    -Oh poveri loro- sollevo gli occhi al cielo e prego per queste povere anime e faccio un altro sorso.
    Ma quante ne ho bevute? Una o due? Ho perso il conto ma non sono ancora totalmente andato, voglio dire, ho una soglia di tolleranza di almeno tre birre. Quindi io mi fermo alla seconda, non voglio rischiare di stramazzare al suolo da qualche parte, come ci arrivo a casa poi? E soprattutto come glielo spiego a Michelle il mio stato di ubriachezza? Sobrio è meglio, fidatevi.
    -Te la rendo più facile, sono stronzi senza palle. Se non sei interessato una la lasci non sparisci senza dare spiegazione- chiaro, cristallino. Basta giustificare queste teste di cazzo.
    -Come faccio dici. Mi arrangio. Esistono sempre delle scale, difficilmente si deve per forza prendere un ascensore.
    E poi ho un anti stress sempre con me –
    le tiro fuori un boccino gommoso – vedi? Quando sto particolarmente stressato inizio a stringere- faccio due tre strette per farle vedere che non è di pietra – funziona- e poi Aj, Ares, e tutta la squadra, mi aiuta in tal senso.
    Chi lo sa per lo meno.
    -Da quando fare la modella è imbarazzante? Anzi quasi quasi mi ci butto pure io in questa professione, che dici? Ho le misure giuste?- dico si tratta di questo no? Ho visto modelli brutti come la morte di faccia, ma quando hai il fisico sei perfetto lo stesso.
    Penso che oramai non mi risponderà più quando invece il momento di silenzio che ha colpito entrambi per lei era solo motivo di riflessione.
    Mi comunica che effettivamente qualcosa c'è, ma quando la vedo sollevarsi la maglietta e con questo gesto attirare l'attenzione di gran parte dei maschi presenti sono più concentrato a guardare storto loro che non il suo effettivo tatuaggio con annessa curva di tetta che giuro non ho guardato.
    -Le cicatrici sono parte di te- le dico comunque osservando il disegno con fare analitico – non dovresti nasconderle-
    Si tratta di un ramo di ciliegio, o almeno a me questo sembra. Dice che lo ha tatuato per il significato, a me viene solo in mente che rappresenta il simbolo della passione e della maternità ma nel suo caso penso sia più qualcosa di tetro. Nel dubbio chiedo – e qual è il suo significato?- vuoi vedere che voleva esprimere la precarietà della vita?
    -Certo che ti è andata bene con quel drago, e per quello che può contare.. mi dispiace per ciò che ti è successo-
     
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    Uuh la modella, niente di meno. E Dell lo sa?
    Lei aveva bisogno di riflettere un pò su questa domanda. Effettivamente, non lo sapeva, e non ne avevano mai parlato, ma probabilmente Dell aveva fatto le sue indagini prima di chiamarla ?
    "Sai, non lo so. Lo facevo nel mondo babbano, e poi ero più giovane quindi...No, non lo so in effetti!" Era la pura verità. "Forse dovremmo correre ad informarlo. Ti immagini, se non lo sapesse, la faccia che farebbe nello scoprire un piccolo dettaglio di cui non era a conoscenza?"
    Sophie si divertì ad immaginare una situazione del genere. Dell sarebbe stato sicuramente diplomatico nell'accettare di non sapere qualcosa, eppure un minimo di fastidio l'avrebbe provocato in lui. Da quando fare la modella è imbarazzante? Anzi quasi quasi mi ci butto pure io in questa professione, che dici? Ho le misure giuste?- Lei rise. "Sai, nella moda ci sono delle tendenze. Quando facevo io la modella andava di moda il curvy, la donna formosa...adesso sono tornati alle simil-anoressiche, e i modelli maschi poi tendono a prendere quelli con lineamenti più femminili...Stiamo andando nel gender fluid, per cercare di eliminare le differenze di genere..."
    Poi, passarono a parlare delle sue storie d'amore, o meglio, della mancanza di queste. Te la rendo più facile, sono stronzi senza palle. Se non sei interessato una la lasci non sparisci senza dare spiegazione Sophie strinse gli occhi. "Uhm, forse hai ragione. Ma allora perchè ho la calamita per questi soggetti?" chiese a lui, realmente interessata ad ascoltare un punto di vista maschile sull'argomento.
    Poi lui le raccontò come faceva a placare la sua paura, tirando fuori un oggettino curioso, e Sophie non si fece scappare l'occasione di prenderlo dalla sua mano senza chiedere il permesso, per stringerlo tra le sue dita. Era una sensazione carina in effetti, anche se lei non avrebbe tollerato a lungo quel movimento, forse l'avrebbe innervosita ancora di più.
    Le cicatrici sono parte di te...non dovresti nasconderle
    Gli sorrise. "Dici? Uhm...beh ripeto, non mi capita molto spesso di indossare abiti scollati o scosciati, quindi le nascondo meno di quanto pensi...Ma perchè non ci sono delle grandi occasioni ecco!!!" Si, diciamo che non si era mai posta troppo il problema, dato che non faceva una grande vita mondana.
    Notò che il suo gesto di tirarsi su la maglietta provocò non poche reazioni attorno a lei, cose alle quali era abituata.
    e qual è il suo significato? Si ricompose prima di ricominciare a parlare. "Oh beh, significa che le persone che perdiamo restano sempre con noi. E' una sorta di simbolo di immortalità, della vita che sopravvive...Nel ricordo e nell'amore che abbiamo provato per le persone che abbiamo perso." Pesante come spiegazione, ma la verità. Per lei quel tatuaggio era interamente dedicato alla sua famiglia.
    Certo che ti è andata bene con quel drago, e per quello che può contare.. mi dispiace per ciò che ti è successo- Fece spallucce. "Beh, quando ero lì pensavo solo a come poter fare per mettere in salvo quante più persone possibili. E poi le cicatrici le porto con fierezza...Poteva andarmi peggio, se ci penso" non ci pensava spesso, eppure lo sapeva.
    "Brindiamo a chi combatte contro i draghi e a chi usa palline antistress!" recitò, alzando la sua bottiglia.
    Non era male la compagnia di Cris, se presa per il verso giusto. "E brindiamo anche ai colleghi che ti perseguitano affinché tu ti apra con loro e gli confessi i tuoi più grandi segreti!" Non si era sentita in alcun modo costretta, anzi, probabilmente era riuscita a dire delle cose solo perchè si sentiva serena, accolta. E aveva abbassato un pò i suoi muri.

     
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    Scuoto una mano – suvvia, sono sicuro che non gliene importerebbe niente, stavo solo scherzando- lo dico un po' per tranquillizzare lei un po' perchè pensandoci bene effettivamente potrebbe non interessargli molto.
    -Si ma aspetta un attimo, le tendenze valgono pure per i maschi? Non basta che abbiano la tartaruga e la faccia perennemente incazzata?- chiedo sempre per un amico eh, ma a questo punto sono curioso, io un maschio anoressico non riesco proprio a immaginarmelo.
    Semmai magro per costituzione.
    -Gender che? Mi sa che non sono aggiornato- e mi sa che da come ne parla mi devo informare al più presto o rischio di fare delle vere e proprie figure di M.
    -Ti rivelo un segreto, ce l'avete tutti la calamita per questi soggetti, a voi piacciono gli stronzi- decreto e mi faccio anche un po' di auto valutazione, anche io potrei esserlo stato qualche volta, ma insomma, dipende no? Tipo con Michelle sta andando bene, non sono stronzo per definizione.
    In merito alla spiegazione del tatuaggio la spiegazione non tarda a venire. Si tratta di una specie di albero della vita, o genealogico un po' più carino del solito.
    Ricordo che quella notte io ero al castello, e anche li non è stato tra i giorni migliori.
    Le guerre segnano tutti, siamo fortunati noi che possiamo ancora raccontare come sono andate.
    Alcuni hanno perito quella notte, e non posso fare a meno di rivolgere a loro il mio pensiero.
    -Brindiamo si- tintinno il vetro al suo e faccio un sorso.
    -Tanto lo so che ci stai prendendo gusto a parlarmi di te. Un'altra bevuta come quella di questa sera e saprò tutto di te- poi aggiungo – e tu di me- forse.
    Una cosa effettivamente Sophie non la sa.
    Sono un grande ascoltatore, ma se si tratta di me.. beh. Tutto cambia.
     
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    Si ma aspetta un attimo, le tendenze valgono pure per i maschi? Non basta che abbiano la tartaruga e la faccia perennemente incazzata?
    Gender che? Mi sa che non sono aggiornato

    Lei scoppiò a ridere. Mai si sarebbe immaginata di parlare di quegli argomenti con un collega Auror, ne tantomeno proprio con Cris.
    "Si, certo, esistono le tendenze! Quella che dici tu appunto era molto in voga negli anni 90 e nei primi anni del 2000 quando si preferiva l'uomo super muscoloso, un fisico statuario. Adesso invece gli stilisti richiedono sempre più spesso uomini magri, magari con qualche tratto femminile quasi...Perchè a volte creano dei capi unisex che possono essere indossati da tutti" spiegò brevemente quello che sapeva lei a riguardo, anche se in effetti oramai era un pò di tempo che non si interessava più a quello, poteva essere cambiato nuovamente tutto, per quel che riguardava.
    "Ti rivelo un segreto, ce l'avete tutti la calamita per questi soggetti, a voi piacciono gli stronzi" lei lo guardò pensierosa. "Mah questa forse è una cosa che si dice da ragazzine, ma da adulte ti rendi conto che sprecare il tuo tempo appresso a qualcuno che ti tratta male, non ne vale la pena. O meglio, da adulta dovresti rendertene conto.." Erano ancora molte le storie di donne che si intrappolavano da sole in rapporti tossici, senza amore, storie di abusi e indifferente. Nei casi migliori restavano infelici a vita, in quelli peggiore, andava a finire male.
    Lui colse al volo l'occasione del brindisi. Di occasioni brutte nella vita ce n'erano sempre , lei era dell'idea di dover cogliere quelle positive.
    "Tanto lo so che ci stai prendendo gusto a parlarmi di te. Un'altra bevuta come quella di questa sera e saprò tutto di te e tu di me"
    "Dici? Allora dobbiamo creare un rituale di bevuta dopo ogni missione. Io ci sto, non mi tiro indietro".
    Anche perchè in effetti, lei si era aperta molto con lui, e non le aveva creato imbarazzo questo. Si era sentita accolta, e non era stato male condividere i propri pensieri. Forse doveva continuare ad esercitarsi in quel senso. "E tra un pò scoprirò tutti i tuoi più grandi segreti e abitudini.
    E' utile sapere alcune cose, metti che si deve organizzare un regalo di compleanno segreto...A proposito, quando é?"

    Una sua vecchia abitudine, conoscere i compleanni di tutti i suoi amici, ricordarseli, fare gli auguri, fare dei piccolini regalini a sorpresa. Abitudine persa nel tempo, dato che non aveva avuto colleghi o amici per tanto tempo.
     
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    A va bene, niente non sfonderei come modello, tentativo fallito, mi sarei dovuto decidere prima, questo succede quando le opportunità si presentano tardi, e anche i discorsi di un certo spessore, come le passerelle.
    Chi lo avrebbe mai detto che a ventisette anni mi sarei trovato a parlare di questo?
    Potrei farle notare che poco meno di cinque minuti fa è stata lei stessa a chiedermi perchè li trova tutti stronzi, e si vede che ha la calamita, eh.
    O che le piacciono così.
    Ora mi sorge un dubbio, e se la stronza fosse lei? E se fosse lei a lasciarli?
    Mhh mica la escluderei come cosa.
    Si auto convince che sia il contrario quando invece....
    -Per me va bene, una birretta in compagnia è sempre meglio di una in solitaria no?-
    Rido all'idea, comunque le rispondo con fare sornione – sono nato il giorno in cui ogni bambino del mondo recita una frase “trick or treat”- ed ecco svelato l'arcano della mia voglia di ridere sempre – sono uno scherzetto perenne, ora sai perchè. Tu invece?- poi metto le mani avanti – aspetta aspetta, provo a indovinare io.
    Sei ... novembrina!-
     
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    Non aveva dubbi sul fatto che la sua proposta di bere spesso qualcosa insieme venisse accettata.
    Per me va bene, una birretta in compagnia è sempre meglio di una in solitaria no?
    Lei annuì, ridendo. Poteva diventare una specie di appuntamento fisso, dopo il lavoro o dopo le missioni.
    Non si era resa conto di quanto avesse sciolto la tensione fino a quel momento. In genere lo faceva da sola, dopo le missioni, tornando a casa. Invece, adesso, stava disinnescando la tensione, in compagnia di Cris. E non era una cosa che le dispiaceva.
    Il discorso passò sui compleanni.
    Sono nato il giorno in cui ogni bambino del mondo recita una frase “trick or treat” sono uno scherzetto perenne, ora sai perchè.
    "Ma dai mi stai prendendo in giro, sicuro, anche adesso..." disse scuotendo la testa, la differenza però era che adesso riusciva a riderci anche lei su.
    Era davvero impossibile che fossero nati lo stesso identico giorno.
    Tu invece? aspetta aspetta, provo a indovinare io.Sei ... novembrina!
    Lei rise. Nah, ma quasi, ma ci sei andato vicinissimo!
    E dai e poi perchè hai preso la mia scheda e hai detto che sei nato il mio stesso giorno? 31 Ottobre è la mia data di nascita....

    Era convinta che stesse scherzando, come suo solito , ma stavolta invece era serio, davvero.
    "Siamo nati lo stesso giorno? Ma va! Eppure..su te ha avuto l'effetto dello scherzo perenne, della risata, su di me non ha avuto lo stesso effetto...Ma è tutto migliorabile, va!"
    Come era migliorabile la sua capacità di interagire con il genere umano, che doveva mettere sempre più alla prova.
    In genere, quando beveva, provava il campanello d'allarme nel momento in cui gli occhi iniziavano a pesarle, e iniziava a vederci doppio. Quello era il momento di smettere di bere, nell'opzione di voler tornare a casa ancora in condizioni decenti. O poteva continuare ad oltranza, ma il rischio era che iniziasse a ballare sui tavoli.
    "Sai, penso che si sia fatto, uhm, un certo orario!" Non sapeva per davvero che ora fosse, ma iniziava ad avvertire una certa stanchezza.
    "Che ne dici di avviarci a casa ? Ah, e non osare pagare, offro io!" annunciò mentre con un movimento rapidissimo della mano tirò fuori dei galeoni dalla tasca e li piazzò in mano al cameriere che stava passando. "Riflessi da cacciatrice..." e gli fece l'occhiolino, cacciatrice anche se mezza ubriaca.
    Si alzarono e uscirono insieme dal locale, assaporando l'aria fredda della notte andava già meglio.
    "Sai, mi ha fatto piacere che tu mi abbia costretta a parlare con te. Non è stato male" gli mollò una pacca sulla spalla. "Ci si vede a lavoro!" e lo salutò andando via.
     
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