Lost boy

► Harvey

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    Negli ultimi mesi non mi sono sentito così leggero come oggi, ma è proprio una sensazione di sollievo quella che provo nel salire finalmente su una delle carrozze che porteranno gli studenti ad Hogsmeade questo fine settimana.
    È la prima volta, da quando sono rientrato a scuola, che mi viene concesso di andare in visita al villaggio.
    Una delle condizioni imposte dai miei genitori per permettermi di tornare ad Hogwarts, è stata quella di rinunciare ai fine settimana fuori dal castello per i primi due mesi. Ho accettato, perché qualunque cosa mi sarebbe andata bene pur di andarmene finalmente da quella maledetta casa.
    Non ho osato andare al villaggio di nascosto nemmeno una volta, nel timore che potessero scoprirlo e riportarmi subito indietro, ma finalmente la scorsa settimana mi è arrivato il loro permesso.
    E non solo mi hanno dato finalmente la libertà di visitare Hogsmeade, ma anche quella di rivedere Harvey il quale non ho potuto vedere e sentire per mesi: la punizione più grande che a quanto pare ho meritato per essere stato così idiota da farmi rapire e farmi mettere a soqquadro la memoria, secondo loro.
    È per Harvey che sono impaziente di raggiungere Hogsmeade, di certo non perché mi importi qualcosa del villaggio.
    Certo, dopo mesi rinchiuso nella mia stanza ed altri due a poter girare solo per il castello, sarà bello cambiare un po’ aria, vedere un luogo diverso dal solito, ma per quello avrò tempo, adesso l’unica cosa che voglio è vedere mio fratello.
    Ci siamo dati appuntamento davanti i Tre Manici di Scopa, che raggiungo di corsa e quasi senza fiato.
    Hogsmeade è innevata, addobbata per Natale e piena di gente e quasi devo farmi largo a gomitate per poi cercare Harvey tra la folla.
    Quando finalmente lo individuo, lo raggiungo e lo abbraccio senza dire niente. Nove mesi mi sono sembrati un’eternità e cerco di farglielo capire stringendolo forte e a lungo, prima di decidermi a lasciarlo andare. - Mi sei mancato… - è la prima cosa che gli dico in un getto di sincerità, fregandomene del dovermi dimostrare forte o indipendente. Harvey mi è mancato tantissimo e questo è innegabile - Come stai?! Come vanno le cose in accademia? E… con loro?
    Continuo ad avere paura che possano prendersela con lui per tutto quello che è successo: la mia fuga l’anno scorso (di cui non ricordo niente), il fatto che non mi abbia ritrovato subito e che io sia poi finito nelle mani sbagliate.
    Spero lo abbiano lasciato in pace. - Vuoi entrare o… non lo so, fare un giro. A me va bene qualsiasi cosa… - indico il pub con un cenno del capo.
     
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    Avrei voluto evitarmi questo incontro. Non è Dexter ad angustiarmi, quanto la possibilità di dover fare i conti con la mia coscienza. È un confronto che evito quando posso. Quello che è successo nell'ultimo anno, è una macchia nera sul mio curriculum. Ne ho parecchie, ma questa mi sembra la peggiore.
    Immagino sia così che può sembrare. Ho provato a salvarlo. L'ho liberato dalle grinfie del Chesterfield per rilasciarlo in mani peggiori, quelle dei miei genitori. Credevo che a casa potesse essere al sicuro ma mi sbagliavo. I nostri genitori, gli hanno riservato un trattamento particolare, uno che potesse far fronte ai suoi traumi subiti. mia madre ha continuato ad asserire fosse per il suo bene, ma nella nostra famiglia questo è un concetto così labile da non avere significato. Hanno ripulito la sua memoria dei ricordi peggiori, rimpiazzandoli con una lunga degenza in una camera da cui non aveva possibilità di fuga. Non l'hanno curato, solo rimpiazzato. È il modus operandi della nostra famiglia: quando qualcosa non va, si cambia. Se non funziona, si butta. L'unica salvezza di Dexter è la sua incapacità di ricordare.
    Gli vado incontro quando lo vedo, accogliendo il suo abbraccio e ricambiando a mia volta.
    “Sto bene.” Rispondo placido, rilasciandolo lentamente. La mia mano stringe la sua spalla in una presa affettuosa, guardandolo.
    “Tu come ti senti?” Gli chiedo guardandolo. Non sembra stare male. La sua permanenza ad Hogwarts gli sta facendo bene, e non posso non esserne sollevato.
    “No. No, forse è meglio fare un giro.” Gli dico, invitandolo a camminare mentre mi stringo nella mia giacca. Avanzo tra le persone presenti, guardandomi attorno per assicurarmi non ci sia nessuno di sospetto. “Com'è stato il tuo rientro ad Hogwarts? Già trovato qualcuno da tormentare? O magari una ragazza.”


     
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