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Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non
importa che tu sia leone o gazzella,
l’importante è che cominci a correre. Vorrei far finta che questa frase mi faccia ridere ma la verità è che ultimamente la mia vita è un dramma che non riesco a schiacciare. E mi sono detto che ormai sono stanco di fare il medico. Stanco davvero, perchè semplicemente ho la voglia sotto i piedi. Eppure non potevo ignorare quel codice rosso. Il lupo è tornato. perde il pelo ma non il vizio. Merlino solo lo sa perchè sto correndo per salvare quella donna che non fa altro che arrivare sempre in codice rosso. Ma ho fatto un giuramento e devo rispettarlo. Essere un dottore non è un lavoro, è qualcosa che hai dentro di te, fa completamente parte di te e desideri far stare bene tutte le persone che ti circondano. Almeno per me è così. Per fortuna esiste la smaterializzazione, è di quella che mi servo per raggiungere il San Mungo e correre verso l'ospedale che ora ho davanti: mi precipito dentro i corridoi, prendo la bacchetta e trasfiguro i miei vestiti, sono già in camice bianco quando arrivo al pronto soccorso, la donna è distesa e ha le palpitazioni. Hey, sta tranquilla.. è tutto a posto. PORTATE SUBITO L'OSSIGENO! sposto la barella insieme agli infermieri. Subito in sala operatoria, dobbiamo lavare il sangue di questa donna.. è avvelenata! Ma dottore morirà in questo modo. Ha altre idee in mente signor Wilson?? mi volto brevemente verso l'infermiere, ci guardiamo un secondo prima di correre in sala operatoria. La donna viene intubata, poi viene attaccata ad un macchinario magico che da una parte le tira via il sangue e dall'altra torna pulito. E' una procedura molto delicata che richiede molte ore, io decido di rimanere accanto alla donna monitorandola minuto dopo minuto con molta cura, segnando qualsiasi cosa sulla cartella che ho in mano.Dottore potrebbe venire un attimo? l'infermiera affaccia dalla porta, mi alzo in piedi e ascolto le informazioni importanti che mi comunica. Ericanto è questo ciò che circola ancora nel corpo della donna, e le mie domande sono tante in merito. Perchè dovrebbe prendere una cosa del genere? per quale motivo. La ringrazio, torno dentro. saluto l'infermiera e prendo lo sgabello che metto affianco al letto, mi siedo e osservo il viso della donna, studiandolo. Che strano.. sussurro tra me e me prima di appoggiare una mano sul suo braccio. Improvvisamente ho una visione, mi porto la mano sulla fronte e chiudo forte gli occhi: mi da estremamente fastidio e vedo tutto confuso. Mi stacco da lei e finisce. Lei si sta svegliando.. Mi sei mancata molto. dico con tono ironico prima di tornare serio. Come ti senti?
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Hai vissuto momenti migliori, decisamente.
Non comprendi a pieno cosa sia successo, o meglio ricordi perfettamente come ci sia finita lì ma tutto il resto è un enorme buco vuoto che non ti interessa colmare, tanto puoi fare ben poco.
Sei nuovamente in questo ospedale, ti hanno fatto delle cose schifosissime ma sei viva, e tutto sommato questo è l'importante.
Drago dovrà spiegarti cosa sia andato storto, sei sicura di aver dosato perfettamente il tutto.
Maledire le infermiere ti diverte, un po' meno vedere la faccia saccente di Bennett, soprattutto da appena svegliata poi, una gioia per il cuore proprio.
-Viceversa- biascichi comunque, perchè si sa che non te ne tieni una.
-Mi sento come se mi fosse esploso uno tsunami nel corpo- spieghi e trovi tremendamente confortevole quel cuscino che ti sta sotto la nuca, appena dietro le spalle.
-So già cosa avevo ingerito. Vai con la predica- un modo come un altro per dire che stai bene e sei pronta a sorbirti minuti interi di ramanzina sul perchè e il percome ti trovi lì.
Chissà se ha avuto modo di vedere l'ennesima ferita che ti ha lasciato Blackwood, probabilmente se ti avesse operata lui non ne sarebbe rimasta traccia.
Ma eri al Nord, troppo lontana, non si poteva fare.
-Dalla tua faccia direi che stai peggio di me, Dottore- noti dopo averlo scrutato attentamente per alcuni istanti
- Perchè non ti riposi un po'?.-. -
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Sorrido alla sua risposta, si vede che sta un po' meglio perchè è perfettamente in grado di parlare e dire cose connesse. Benissimo. Rimango seduto accanto al letto e alzo lo sguardo sulla flebo che è a metà. Quindi sappiamo entrambi che quel tipo di "pozione" che si chiama Elisir di Eris ha degli effetti collaterali se usata troppo spesso ma.. quello che mi chiedo io è: perchè hai usato una cosa del genere? la domanda è lecita no? Lo sapevi che avevi alta probabilità di morire? questa donna è un mistero impenetrabile, vuole nascondersi da qualcosa ma uno che ha cucito il suo corpo svariate volte sa che non ha una vita facile. Punto gli occhi in alto e sospiro. Sono il tuo medico di fiducia.. dovresti raccontarmi la verità. Forse non ho neanche bisogno di farti la predica.. Moses, perchè ci ha già pensato la tua condizione. Quante volte ti devo dire che devi prenderti cura di te stessa? anche se dubito che imparerà la lezione, sembra amare particolarmente il fatto di finire in ospedale di continuo, alcuni lo fanno per sport. Ora dice pure che sto peggio di lei, ma va lah. Ho avuto delle giornate pesanti, sono stanco. mi passo una mano sull'occhio Riposerò solo quando mi avrai detto che cosa ti è successo .. abbiamo notato che hai delle ferite non esattamente cicatrizzate, anzi.. dovrei controllartele .. chi è stato l'incompetente? chiedo senza troppi giri di parole. E se non si prende cura un guaritore di lei chi può farlo? è trascurata ai massimi livelli, io non ho visto di persona quelle cicatrici, ma gli infermieri che l'hanno vestita mi hanno descritto la cosa, sarebbe ora di valutarla.
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-Una sola volta- lo correggi, non sei così folle da voler morire.
Hai un'intera vita davanti a te.
Ti chiede perchè e istintivamente ti compare davanti agli occhi un viso, tuttavia non gli rispondi, senti che la ramanzina non è ancora finita.
-Certo che lo sapevo, sono perfettamente cosciente dei rischi quando prendo delle decisioni- questo discorso però non puoi farlo restandotene stesa su questo letto con la voglia di dormire ogni tre per due.
Allora ti costringi a sederti e stiri le lenzuola davanti a te.
Non lo contraddici neanche quando si definisce il tuo medico di fiducia, glielo puoi concedere, in fondo un po' lo è.
-Hai figli, Bennett?- ti piace chiamarlo Dottore ma solo per sfotterlo un po', in questo caso sei seria e con la stessa serietà prosegui – o qualcuno che ameresti allo stesso modo?- vuoi che capisca l'entità del sentimento che ti ha spinta a questo punto.
-Per lui darei la mia vita. E' stato necessario- spieghi – sebbene avrei potuto fare di meglio- sai che Stefan si trova in questo ospedale sei solo incerta se chiedere di lui oppure no.
-Pensare che sono davvero poche le persone per cui darei la vita- alzi le tre dita centrali –bella fregatura eh -
Ora può andare a riposare, ha detto così no?
Invece si è accorto del ricordino che ti ha lasciato Blackwood.
-Sono cicatrizzate, perchè dubiti? Mi sono curata sola, non sapevo facessi anche interventi a domicilio- probabilmente è la stanchezza e anche un po' di rabbia per essere stata incapace di prevedere questo inconveniente, che ti fa parlare in questo modo, in fondo si sta preoccupando per te, dovresti apprezzare.
-Cosa sono delle cicatrici sulla pelle? Permettono di non dimenticare, un ottimo memento, e sicuro guariscono prima di quelle dell'anima, non trovi?-. -
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La lascio parlare e mi dico che è folle ma mi contraddico appena la sua domanda raggiunge le mie orecchie, alzo lo sguardo e il mio viso è serio, la cosa successa pochissimi giorni fa ancora mi fa male e so bene di cosa sta parlando. < Si. > rispondo semplicemente alle sue domande perché si, ho delle persone importanti e avrei dovuto proteggerle meglio, potevo fare molto di più proprio come adesso sta dicendo lei stessa sulla sua situazione, anche se la situazione della donna io non la conosco e neanche riesco lontanamente ad immaginarla. In fondo però sembra sincera, si mette seduta sul lettino anche se nella mia mente non sono del tutto d'accordo, è ancora troppo debole per mettersi seduta, ha un colorito orribile e si vede a vista d'occhio che non sta bene. Ascolto le sue parole che mi capiscono, lei darebbe la sua vita e mi viene da pensare a Vanja e a Zoya, non è così pazzo il suo ragionamento, tutto sommato io forse farei anche di peggio per loro, anche se dovessero odiarmi a morte per tutta la vita, farei sempre qualcosa di buono per loro in ogni occasione, non mi tirerei mai indietro anche se dovesse capitare la cosa più grave. Mi rendo conto di essermi soffermato troppo tra me e me a pensare. < Parli del tuo figlioccio? > alla fine mi butto e chiedo, in teoria non è una domanda invadente e visto che lei poco fa mi ha fatto la stessa domanda perché no? Aspetta.. Ci siamo già fatti questa domanda in passato!
Risponde alla mia domanda in modo nervoso, io non mi muovo e le sue parole non mi toccano, alla fine ho avuto a che fare con pazienti che mi sputavano in faccia, questo non è nulla al confronto. Spalanco gli occhi. < Ti sei curata da sola? > mi porto la mano sulla fronte e sospiro sconfitto. < Uhura ma lo sai che le ferite si devono curare anche internamente giusto?.. Devo controllarti! > dico allarmato perché la storia che si sia curata da sola non mi suona per niente bene. < Per favore adesso sdraiati, sei ancora troppo debole e ci pensiamo dopo a quelle dell'anima. > quella frase in verità mi ha colpito profondamente e mi sa quasi fastidio se devo rifletterci sopra. Porto le mani sulla flebo e sistemo l'intensità, scuoto ancora la testa e rispondo. < Se potessi curare le ferite dell'anima molti problemi nel mondo finirebbero, ma purtroppo non possiamo scappare da quel tipo di ferite. È vero. > alla fine ammetto a me stesso.
Edited by ;dr.strange - 8/12/2021, 12:48. -
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-Esatto, parlo di lui- si ricorda quando gliene hai parlato, da non crederci, stava veramente ascoltando quel giorno.
Non ti saresti comunque offesa se fosse scomparsa dalla sua mente questa informazione, del resto a volte è così affollata la mente di un uomo impegnato che risulta necessario mettere da parte qualcosa.
-Sono passati mesi e non ho avuto nessun problema interno, secondo me sono stata brava- lo dici con convinzione tuttavia non hai davvero voglia di impuntarti su questo punto, tanto fa sempre come gli pare in questo ambito.
-Se ci tieni, comunque, controlla pure- e ti sdrai, perchè si dai, hai bisogno di riposo e tutto sommato non va alla grande.
Ti rendi conto che sta ancora pensando alle tue parole quando dopo un po' ti risponde con senno.
Allora volti il capo e lo fissi, esternamente sta bene, è in salute, si vede. Ma la sua risposta è tinta da sfumature di rassegnazione.
Sembra che abbia vissuto in prima persona questo tipo di dolore.
-Ricordo che l'ultima volta non avevi figli- dici per cambiare discorso e non far si che venga totalmente assorbito dalle sue ferite – cosa è successo da far si che la tua risposta questa volta sia diversa?- nel frattempo è forse nato un piccolo Bennett e ora avresti dovuto complimentarti con lui?. -
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E così Uhura era disposta a dare la vita per il suo figlioccio, una persona per lei importantissima. Forse ci troviamo in una situazione simile, dove io non ho potuto fare abbastanza e neanche lei, per quanto ho capito, si dice che poteva fare di meglio. Darei la vita per le persone che amo, questo è vero.. ma a volte non serve a niente dare la vita, ci vogliono dei gesti concreti.. e nel mio caso io dovevo preservare una vita. Non ce l'ho fatta, e la responsabilità di questa cosa mi pesa ancora come un macigno. I rapporti sono freddi e distaccati, mi ritrovo a dover affrontare questa cosa solo con me stesso, solo davanti alla paura più grande. Poi ci sono anche altri problemi, e mi stupisco di me stesso se sono ancora sano di mente oltre che un guaritore richiestissimo. A volte questa cosa non la amo particolarmente, vorrei che la gente si dimenticasse di me. A cosa mi serve una carriera brillante se le persone che amo non sono al mio fianco?
Lei dice che non ha avuto problemi, io voglio solo assicurarmi perchè gli infermieri non mi hanno detto nulla di buono. Aspetto che si sdrai e mi alzo in piedi, alzo le maniche del mio camice. Spero solo che sia come dici tu.. rispondo quando mi dice che secondo lei è guarita bene. Fammi vedere. chiedendo il permesso Scusami. alzo il suo camice fino a sotto il seno, dove ho appena visto le cicatrici mal ridotte, orribili. Sectumsempra? le mie dita toccano quelle ferite, con i polpastrelli tocco le estremità .. la parte cucita male. Malissimo. Dovrei fare un controllo interno ma non adesso, sei troppo debole. finirebbe solo che sentirsi ancora più male Come hai curato queste ferite? sono cicatrizzate male, avevi bisogno di un medico.. poteva venirti un infezione. scuoto la testa e delicatamente la copro di nuovo. Non sapevo di avere una figlia in giro per il mondo. rispondo senza mentire perchè è la verità. Dopo che ci siamo visti, ho incontrato una donna che ho conosciuto in passato.. e me l'ha rivelato. Una sorpresa, no? nelle mie parole si sente ancora l'amarezza di quel gesto da parte di Zoya, non dirmelo per vent'anni è stata la peggiore cosa che potesse fare.. -
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Non sei incappata in inconvenienti di percorso, sicuramente è come dici.
Certo è che non hai fatto molto caso a come si è mal ricucita, in fondo hai pensato pure che quella cicatrice ti serve come monito.
Annusci quando ti chiede se si tratta di sectumsempra.
Non approfondisci, prima o poi lo capirà che non sei la brava persona che forse pensa tu sia.
Quello che la gente pensa di te sostanzialmente non ti interessa, non agisci per tornaconto, hai una vita piena, di giorno sei rispettabile, nell'ombra non sei da meno.
Ovunque tu sia emani fiducia, ed è quello di cui hai bisogno per muoverti al meglio in entrambi gli ambienti.
Le migliori guerre partono da abili diplomatici.
- Vulnera Sanentur, -rispondi – tuttavia potrei aver avuto la mente impegnata con altro e non ci ho prestato molta attenzione- oltre al fatto che era buio e non volevi accendere la luce, te lo ricordi Uhura?
Ricordare non ti fa bene, in fondo sono momenti in cui vuoi mostrarti forte, quelli in cui c'è lui, del resto ti sei fatta una promessa e ci tieni a mantenerla, per te stessa se non altro.
Poi ti sorprende, perchè inizia a raccontarti qualcosa di se.
Ti viene in mente l'album che hai visto su quel tavolino quel giorno, come si sia affrettato a metterlo via.
Ti chiedi se già da allora sospettava qualcosa, era in cerca, o se i due episodi sono totalmente separati.
Eppure non puoi fare a meno di pensare che la donna di cui parla sia quella della foto.
-A volte- dici – la paura ci fa fare cose che non faremmo- tu per paura hai lasciato che la tua bambina venisse cresciuta dai tuoi genitori, e le fai credere tutt'ora che sei morta.
Paura di avere di non poter essere te stessa, di venire giudicata per quello che sei.
Paura dei legami, paura di un rifiuto.
Qualsiasi sia la natura solitamente è lei a monitorare le scelte umane, a volte anche le tue.
-Sei giovane, hai una vita per poter recuperare questa sorpresa. E magari anche per perdonare-
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Menomale che ha usato l'incantesimo giusto direi, chiunque conosce il contro incantesimo del sectusempra, tuttavia non tutti sono in grado di usarlo su se stessi in un momento di così tanto dolore. E mi chiedo allora che forza di volontà e quanto allenamento ha questa donna per affrontare un momento così delicato. Ancora non ho capito che tipo di lavoro fa, ma si che in qualche modo ha un legame con l'uomo che ha aggredito me e Zoya, dovrò semplicemente mantenere la sua fiducia anche perché questa situazione mi puzza di bruciato, se il suo nemico si fa rivedere perché è tornata qui sono guai. In ogni caso io continuo a fare il mio lavoro, questo per me non è un problema, mi preoccupo solo per la sicurezza delle persone che mi circondano e Uhura potrebbe essere l'unica a cui potrei affidarmi, se lo conosce siamo già un passo avanti. Ecco perché non m'intrometto per il momento, non voglio forzare la cosa anche se continuo a domandarmi che tipo di lavoro faccia, per adesso la cosa sembra essersi chiusa solo a quell'episodio.
Mi dice che la paura a volte ci fa fare cose che non faremo in altre occasioni, cerco di collegare le sue parole con quello che ho appena detto e ripenso a quanto successo negli ultimi giorni, mi sono comportato di merda ma alla fine è comunque colpa di entrambi, non posso certamente prendermi tutta la colpa io di quanto successo, ed è così difficile perdonare una cosa così grande. Non ho avuto mia figlia con me per più di vent'anni perché è stato deciso da qualcun'altro che non dovevo vederla. Cosa c'è di peggio? Ora Vanja mi odia, che cosa ci ho guadagnato nella vita? Sono il miglior guaritore al mondo ma la mia vita è un disastro, anni a studiare e ad avere successo e adesso.. Sono solo. Per questo le sue parole fanno breccia dentro di me, la donna sembra davvero molto saggia e penso possa capirmi, anche se non conosco quasi niente di lei, per certi versi sembriamo simili e non posso fare a meno che annuire alle sue parole. < A volte è davvero difficile perdonare, ci sono ferite che rimangono a vita e non si possono cancellare. > dico a lei ma più a me stesso, sospiro e guardo l'orologio. < Spero di sfruttare bene questo tempo che mi rimane. > sorrido sdrammatizzando < Ora riposa, ci vedremo nei prossimi giorni così controllerò quelle cicatrici e mi assicurerò che tornerai a casa più sana che mai. > mi sposto ai piedi del letto e prendo la cartella, ci scrivo sopra le informazioni utili per ricordarmele, poi alzo lo sguardo sulla donna. < C'è una persona che è venuta a trovarti adesso.. Noi ci vediamo presto. > così dicendo lascio spazio all'uomo alto, con gli occhi di ghiaccio, che ho incontrato poco fa prima di entrare. Mi sposto lateralmente per farlo entrare e poi esco. < Uhura.. Ci risiamo.. > dice l'uomo entrando e focalizzando il suo sguardo sulla donna.
Edited by ;dr.strange - 9/12/2021, 14:01. -
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Lo comprendi benissimo, tutto sommato tu neanche sei capace di perdonare.
Sei convinta che siano solo parole che nel momento giusto vengono dimenticate e i dissapori perdonati ritornano a galla come tappi di sughero nell’oceano.
Del resto il mondo è bello perché vario, e magari lui riuscirà veramente a perdonare e voltare pagina.
Parla di giorni e allora ti chiedi quanto abbia intenzione di tenerti qui tra queste fredde e gelide mura.
Tutto sommato potrebbe comunque farti comodo. C’è Stefan qui, un modo per passare il tempo lo troverete.
Lui scrive delle cose, sta per andare via, allora volti il capo verso la finestra e lasci che i tuoi pensieri vadano da soli.
Poi ti dice che c’è una visita.
Chi sarà mai? Ti chiedi. La prima persona che ti viene in mente è Dragomir. Eppure questo è un ambiente che non lo aggrada particolarmente, il secondo volto è quello di Loki. L’elfo ti è accanto come un fedele amico, lo è sempre anche quando non è d’accordo su quello che fai.
Eppure mai una volta ti ha lasciata per tornare dal suo amato padrone.
Il pensiero di Kurt ti fa spuntare un sorriso sulle labbra che tuttavia non esprime a pieno la gioia che provi quando lo vedi poco dopo entrare dalla porta appena lasciata dal caro Dottore ne vuoi dare un nome alla sensazione di vuoto che ti attanaglia lo stomaco.
Il suo saluto è un monito di rimprovero, ti senti una bambina mentre avanza e ti scruta con i suoi occhi chiari.
-Sembra sia diventato l’unico modo per vederti – il tuo non è un rimprovero, più che altro una battuta che fai perché hai bisogno di smorzare l’aria che senti essersi creata attorno a te.
-A parte gli scherzi ne ho abbastanza per quest’anno. Ho dato così tanto che mi sento sfinita- lo fissi intensamente e increspi le labbra in un mezzo sorriso – dimmi che in quel giaccone hai portato qualcosa di dolce per me-
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Ci hai dato un taglio con le conseguenze del gioco con Azzurra ultimamente, la sua presenza non ha fatto altro che intossicarti completamente, e tu hai dovuto optare di allontanarti e prenderti una lunga pausa di riflessione. Nel frattempo ti sei schiarito un poco le idee e hai capito cosa bisogna fare nei prossimi mesi, le maledizioni che hai portato in atto sembrano procedere bene e i tuoi nemici muoiono uno dopo l'altro. Non è facile gestire da soli così tanti nemici, ma dalla tua parte hai l'astuzia e l'inganno che ti sono sempre statti fedeli compagni di viaggio. Le uniche cose fedeli diresti. O forse no.. Uhura è una delle pochissime persone che tutto sommato non ti hanno mai veramente rifiutato. Non sai perchè sei venuto a trovarla, senti dentro di te la necessità di vederla e segui semplicemente il tuo istinto. Quando vedi spuntare il dottore che hai dissanguato mesi fa rimani impassibile, sai che è rimasto vivo e le tue vendette le stai progettando, perchè in fondo vivi di questo tu. Odi da morire gli ospedali, le uniche volte in cui sei venuto quì sono state le volte in cui Uhura ci è finita dentro, sembra quasi che lei ami questo posto. Quando lo vedi uscire neanche lo guardi, entri dentro la stanza e la saluti con una frase di circostanza. Lei risponde con sincerità. Dice che è una scusa buona per vederti, fai un mezzo sorriso ma torni quasi subito serio. Ti avvicini a lei rimanendo in piedi, e la scruti. Si vede bene che sei sfinita. Non ho dubbi. Uhura infatti non ha una buona cera, sembra molto stressata e diresti anche un po' strana, non sai che cosa le passa per la testa, ma non importa, tu sei quì solo per lei. Ti siedi sul lato del letto e appoggi la mano sulla sua. Ti chiede se hai portato qualcosa di dolce per lei e scuoti la testa in modo quasi impercettibile prima di abbassarti e avvicinarti a lei, vi separano pochi centimetri e i tuoi occhi di ghiaccio mirano i suoi, senti il suo respiro e con l'indice della tua mano libera accarezzi delicatamente la sua fronte, disegnando cerchi. Rimani in silenzio e continui a fissarla. Mi sei mancata. sussurri prima di dargli un bacio sulla guancia, un bacio lento e delicato. Ti scosti un poco e stringi la sua mano. Ti basta solo chiedere. fai spallucce Non ho portato dolci ma posso recuperarteli. ti guardi intorno con sdegno, non lo ami questo posto e non ami neanche la gente che ci lavora. Per quanto tempo resterai ancora qui?. -
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Tra tutti quelli che potevano stare fuori l’uscio di quella porta tu non avresti mai immaginato ci potesse essere Kurt, lui odia gli ospedali e odia che tu ci finisca periodicamente.
Purtroppo non sei abile come lui, né nella cura e neanche nell’evitare di farti ferite così letali.
Il fatto che sia davanti a te ti suggerisce qualcosa, tipo che non sta passando lui stesso un buon periodo e persino la vista di quelle mura così odiate diventa accettabile se dentro ci sei tu. Ti stupisci solo di come abbia mantenuto il controllo, tu lo sai quanto mal sopporta il Dottor Bennet.
Il suo sguardo ti crea disagio, eppure non devi accontentarlo di nulla, nonostante non puoi negare che ogni volta che ci finisci dentro ripensi alle sue parole.
-In vena di complimenti vedo- fai dell’ironia del resto non ami prenderti sul serio, non avrebbe davvero senso.
Si siede sul tuo letto e tu volti la mano per sfiorare appieno la sua che si posa su di essa.
Stai per dire “peccato” quando ti fa capire che non ha nulla di buono per te, il nulla che neanche sei certa avresti potuto mangiare anche ammesso ci fosse stato.
Ma le parole ti muoiono in bocca, lui sa perfettamente l’effetto che ha su di te eppure non si crea il problema, come se volesse ricordarti cosa provi, come se percepisse che il sentimento sta affievolendo allora bisogna ridargli nuova vita perché possa mantenersi sempre costante.
-Anche tu- lasci che ti baci una guancia e fotografi quel momento per i mesi che seguiranno senza che lui sia presente.
-Facciamo che per questa volta mi accontento di te- perché in fondo non hai veramente bisogno di nulla di dolce per essere felice.
-Non lo so, forse pochi giorni, spero il minor tempo possibile- specifichi – troppo tempo comunque, mi sembri pensieroso. Posso ascoltarti, se ti va di parlarne- dopo un attimo di silenzio chiedi - va tutto bene?-. -
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Oggi sei venuto qui per sapere come sta Uhura, puoi dire di te di non essere completamente un menefreghista anche perché hai avvertito sofferenza nelle parole della lettera che ti ha inviato. Tuttavia anche tu stesso sei cambiato, fuori sei lo stesso ma al tuo interno tutto è cambiato, la rigidità ti protegge, la corazza ti fa invincibile e non vuoi assolutamente che qualcuno la oltrepassa di nuovo. Hai avuto una brutta esperienza con Uhura, hai rischiato grosso con lei, ne hai avuta una altrettanto brutta con Azzurra, anche se con lei è stato molto diverso, due facce della stessa medaglia alla fine. Uhura troppo simile a te, Azzurra l'opposto. E questo sai benissimo che non va bene. Tuttavia tu per Uhura provi molta stima, è una grande donna nonostante tutto e a volte però fai fatica a capirla, ma in generale non capisci le donne tu. Ti dice che anche tu gli sei mancato, che si accontenta della tua presenza e forse lo sai che cosa vogliono dire quelle parole. La guardi negli occhi appena le tue labbra si staccano dalla sua guancia, la tua espressione è priva di sentimento. < Dovresti accontentarti di ben altre cose, io non posso aiutarti molto.. Sai? > sorridi e sei sincero, in fondo tu che cosa puoi dare a lei? Il nulla. Ti chiede come stai e tu questo te lo aspettavi, ti alzi in piedi e rimani sempre vicino al letto, ti porti le mani dentro le tasche del giaccone nero e sbuffi un po'. < Ho avuto qualche problema con "mia moglie" che in teoria non è mia moglie, è solo per dire.. Lo sai come sono un disastro nelle relazioni no? Mi ha combinato un po' di casini eh.. Beh la storia è davvero lunga. > non hai neanche voglia di parlarne in realtà, talmente poco t'importa. < Vedo che sei tornata a farti curare da quella specie di Lontra. Sono felice. > dici con tono di disprezzo guardando la porta per un attimo. < Ma sono soprattutto contento che tu sia viva, non è facile sopravvivere a tutto quello che ti è successo.. Dimmi un po', stavolta è finita veramente o..? >. -
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Non ti meraviglia più il suo modo di fare. Un attimo prima dolce come il miele, un attimo dopo spinoso come una rosa.
-Allora la voglio bella grande, al cioccolato, annaffiata di Rum e con almeno un centimetro di crema all’interno- ci pensi un attimo e poi aggiungi – crema chantilly e croccantino. Non deludermi- gli scocchi un occhiolino e già pregusti il tuo dolce come se lo stessi assaporando; è proprio vero che quando desideri fortemente qualcosa quasi ne senti il sapore tra le labbra.
-Eh beh, amico mio, fa parte del pacchetto matrimonio, gioie e dolori.
Chi lo sa delle due cose quale prevalga sull’altra?- smuovi una mano per confutare le sue parole – una moglie è una moglie, non puoi minimizzare.
Hai fatto una scelta devi prenderne atto non cercare spiegazioni obsolete per giustificare l’errore- perché un errore è stato.
Tu non credi assolutamente nel matrimonio e non sei certa che neanche per quel forte sentimento chiamato amore cederesti.
Il matrimonio genera un legame, se poi ti stanchi come te ne liberi?
-Va bene, non ti va di parlarne, lo accetto- lo canzoni un po' ma è così, accetti che non abbia voglia di confidarsi con te, in fondo parliamo di Kurt, non ci si potrebbe aspettare altro.
Ti chiede se questa volta sia veramente finita – non lo so con certezza, sono svenuta, ma mi fido delle parole di Dragomir- tuttavia non te la senti di dire che sia stato messo un punto alla questione.
-Sai quando una si sente che ancora non c’è un reale punto? Nonostante ciò che è stato dico- ecco, tu ti senti così.
Sai che è morto ma non sei serena.
-Io però aspettavo una tua chiamata. Mi hai chiesto aiuto a Stoccolma, ricordi? Ma poi ..- ti stringi nelle spalle e non aggiungi altro.
-Spero tu abbia qualcosa per me, se davvero abbiamo chiuso la questione Keegan non vorrei annoiarmi per troppo tempo-
Edited by _Uhura_ - 21/12/2021, 09:56. -
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Nello stesso istante in cui lei esprime il desiderio premi il bottone per chiamare l'infermiera che prontamente Imperi Porta una torta al cioccolato, grande e con almeno un centimetro di crema all'interno, innaffiata di rum. Se non torni entro mezz'ora muori, ci siamo capiti? ordini all'infermiera che obbedisce prontamente, dopo farai in modo che sia obliviata, basta chiedere a quei quattro scagnozzi che ogni tanto paghi per i lavori più utili.poi ti spiega pure come funziona il matrimonio, non la facevi così informata su una cosa che molto probabilmente non ha vissuto: ma tu lo sai, le donne sono sempre un passo avanti di voi uomini, questo devi accettarlo e basta. Mi libererò di lei, in qualche modo. il come ancora non lo sai, ma hai smesso di rovinare la vita altrui e non hai assolutamente intenzione -per ora- di continuare su questa strada, Uhura questo non lo sa. Ovviamente. No Uhu, dovresti prenderti una bella vacanza, sai? io credo che per un bel po' di tempo sparirò dai radar, e sono venuto anche per questo in realtà.. ti soffermi a guardarla con mezzo sorriso in volto Me ne vado, mi prendo una pausa. E' massacrante questa vita, dovresti essere a godertela per un po' e non sempre qui in ospedale. ti avvicini a lei e ti abbassi posando un bacio sulla sua fronte. Perdonami se sono di brutto umore .. ma lo sto facendo davvero, me ne vado via per un po'. ti allontani e stringi le braccia al petto.. rifletti a lungo. Non vuoi dire a nessuno dove andrai, tuttavia dirlo a lei ti può sempre tornare utile in caso di difficoltà. Lei almeno saprà dove trovarti. Quindi esci dalla tasca del cappotto un piccolo block notes e ci scrivi sopra con una piccola matita, poi porgi il foglio a lei. Solo tu sai dove mi troverò, cercami solo per necessità assoluta. Stammi bene Uhura, riposati ed esci da questo schifo di ospedale al più presto. la guardi un'ultima volta prima di voltarti e sparire velocemente da quella struttura.SPOILER (clicca per visualizzare)Uscito.
Hai ricevuto l'indirizzo della casa a New York dove Kurt vivrà nei prossimi mesi..
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.privata. |
