Sígueme y baila conmigo

Seguimi e balla con me!

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    Ci sarebbe una terza opzione ma penso che la terrò per la prossima volta, non è mai semplice al primo tentativo.
    Lei intuì si trattasse di qualcosa di magico, per cui non fece ulteriori domande, ed era d'accordo, al momento meglio evitare.
    Dayane disse immediatamente la meta al tassista, ricordava perfettamente il locale e l'indirizzo.
    C'era traffico nella notte di Londra, ma non importava. Non c'era un orario in cui entrare in un locale risultava "troppo tardi"; anzi , il rischio era sempre quello di fare troppo presto forse.
    Erano seduti in taxi, seduti uno a fianco all'altra, forse non erano stati seduti così vicini nemmeno a cena.
    "Spero ti piaccia questo posto e...spero tu ti diverta".
    Chissà se avrebbe incontrato il suo solito gruppo di amici, lei aveva detto che quella sera aveva un appuntamento per cui poi non aveva seguito l'organizzazione della loro serata, ma era certa che l'indomani avrebbe trovato il telefono invaso di messaggi o chiamate.
    Tutti a chiederle come era andata e a fantasticare, eppure non era così raro che lei avesse appuntamenti o tornasse a casa assieme a qualcuno, ma appunto per questo, dato che un paio di loro del gruppo erano sposati e l'altro single seriale, era l'unica su cui si intrecciassero le fantasticherie, anche se si erano arresi nel presentarle gente.
    Il taxi sfrecciava nella notte, ma si interrompeva spesso per il traffico del sabato sera a Londra. Poco male, il tassista sembrava non far caso a loro, per nulla, e la musica della radio faceva da sottofondo.
    Non era nervosa, al contrario era contenta di portare Liam in uno dei suoi locali preferiti.
    Nel mentre chiacchierarono, mentre lei osservava il solito spettacolo di luci che non stancava mai.
    Arrivarono all'indirizzo indicato, pagarono e scesero dal taxi.
    Dayane sorrise felice, sentiva la musica e si sentiva già carica.
    Entrarono insieme nel locale, era affollato ma non eccessivamente. "Hola!" salutò lei l'uomo all'ingresso, se non ricordava male si chiamava Ricardo ma non voleva rischiare di fare brutte figure. L'uomo le rispose con un cenno del viso e le sorrise, salutandola. SI vedeva che lei era una conoscenza fissa del posto. "Puedo pedir una mesa para dos? por favor?" gli chiese, un tavolo per due.
    Il locale era ampio, con una pista da ballo al centro e i tavolini lungo gli angoli, il bancone bar al centro del locale. C'era il gruppo che suonava dal vivo, altra cosa che lei gradiva in particolar modo rispetto ai soliti deejay che spingevano due tasti e basta.
    Il presunto Ricardo li accompagnò ad un tavolo, dal quale avevano una distanza perfetta dal bancone del bar e dalla pista da ballo.
    Si accomodarono insieme e Dayane si tolse il soprabito, faceva già caldo lì, come sempre.
    La musica c'era ma non era invadente, e diverse persone erano già all'opera sulla pista da ballo. "Vado a prendere qualcosa da bere...cosa ti va?" chiese lei. "Sai, qui c'è il servizio al tavolo anche, ma ho sempre trovato più rapido andare a direttamente al bancone. Ci sono due cameriere forse per, uhm, una ventina di tavoli..." osservò guardandosi in giro. "E poi, poverine, con questa confusione non deve essere facile"
    E lei Markus, il barista, lo conosceva ormai da dieci anni.
    Era decisamente un posto diverso da quello in cui erano stati fino a quel momento. Ma d'altronde, che gusto c'era sennò, a non sperimentarsi anche in momenti diversi?


    Musica di sottofondo:
     
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    La serata stava continuando, anche perché la cena era stata solamente la prima parte di ciò che sarebbe stato quel sabato sera per entrambi. Mi ero buttato, proponendo di andare in un locale dove si ballava, anche perché non ero solito fare serate come questa, almeno non in locali dove non bevevo solamente. Ricordo ancora bene gli ultimi mesi prima dell’estate e di come era stato veramente difficile far quadrare ciò che era successo. Fortunatamente il tempo è sempre il miglior amico e riesce ad appianare ogni problematica. Ora mi ritrovavo in taxi con lei, ero abituato a viaggiare in auto, meno a farmi portare in giro ma ci si abituava velocemente se si aveva una donna così al fianco. Non eravamo mai stati così vicini, anche perché a cena eravamo uno di fronte all’altro, mentre ora i nostri abiti potevano praticamente toccarsi. Non mi creava imbarazzo o altro, mi sembrava normale. Sono sicuro che sarà così. Difficilmente pensavo di non riuscire a divertirmi, anche se non avevo mai ballato quel genere di musica, ma non c’è un limite di età per imparare a farlo. Come c’era da aspettarsi il taxi dovette fare diverse fermate per via del traffico del sabato sera ma fortunatamente riuscimmo ad arrivare all’indirizzo che Dayane gli aveva dato. Pagammo quanto dovuto, scendendo ed entrando già nel clima del locale, dato che si sentiva chiaramente la musica provenire dall’interno.
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    Entrammo così nel locale trovando con abbastanza gente ma non si poteva definire affollato o pieno. Si vedeva che lei si trovava a suo agio e conosceva bene il posto, perché subito chiese un tavolo per due, non è che avevo perfettamente capito ogni singola parola pronunciata ma ero andato ad intuito. L'interno era sicuramente molto bello, con uno stile tutto suo, mi piaceva a prima impressione, anche perché ero sicuro di non esserci mai venuto. L’uomo ci accompagnò al tavolo designato, dove potei togliere la giacca e lei il soprabito, anche perché faceva decisamente più caldo ora. Un Whiskey grazie. Anche perché fino a questo punto nulla di strano, il bere non era mai stato un problema, non con la mia corporatura e resistenza, il dopo sicuramente sarebbe stato da vedere. Così gli faciliti il compito. La vidi allontanarsi, andando verso il bancone centrale, nel mentre che osservavo i presenti, soprattutto quelli che si erano già buttati sulla pista da ballo. Avevano molta esperienza si vedeva, forse un giorno anche io sarei arrivato ad essere così bravo. Attesi così che tornasse con i due drink, prima di prendere in mano il mio. Ora siamo nel tuo mondo, puoi far di me ciò che vuoi. Affermai sorridendo, mettendomi leggermente a ridere poco dopo. Bevo un sorso prima di posare il bicchiere su tavolino. Sono pronto a buttarmi in pista quando vuoi.
     
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    Lei era praticamente nel suo habitat naturale, e Liam...Al momento, sembrava almeno non essere sconvolto dall'ambiente.
    Così gli faciliti il compito
    "Lo facilito più a noi, credimi!" esclamò prima di alzarsi dal tavolo ed andare al bancone del bar.
    Lì c'era il solito Markus, che lei salutò con affetto. "Holaaa allor! Un whisky e per me un mohito por favor!" ordinò. *Arrivano bambola!* Era particolarmente brava anche a saltare le persone in fila. Beh, non era lei che saltava la fila, era che spesso se aspettava lì bastava fare un sorriso e la facevano passare, o Markus la chiamava come se fosse la padrona, e la sbrigava subito. *Appuntamento galante stasera? Non sei con il solito gruppo di scoordinati* "Ehi!" lo ammonì Dayane, ma in realtà quanto aveva ragione..."Si, stasera ho un appuntamento, esattamente!" sorrise al suono di quelle parole, in effetti poteva suonare strano a lei stessa. *Sembra un tipo apposto...* concluse mentre preparava i loro drink. *Ma se hai problemi, lo sai, qui sei in famiglia eh!*. Lei scoppiò a ridere. "Si lo so Markus...gracias!" gli lanciò un bacio con le labbra e prese i loro drink, tornando al tavolo mentre reggeva il suo equilibrio sui tacchi con due drink in mano con una severa dignità.
    "Ecco qui, veloce come un fulmine!..."annunciò il suo ritorno e poggiò i drink sul tavolo "...piu' o meno. Ti sono mancata?" gli chiese ridendo.
    Ora siamo nel tuo mondo, puoi far di me ciò che vuoi. Sono pronto a buttarmi in pista quando vuoi. lei rise mentre beveva anche lei. "Oh si, con questo entusiasmo farò sicuramente di te ciò che voglio! Non darmi troppa libertà, potresti pentirtene..." il suo tono di voce era leggermente cambiato, era passato da allegro e gioviale ad allegro e...seducente, abbassando un minimo la voce.
    Bevve un altro pò. "Allora, ti spiego un'altra cosa. Qui in genere il clima è tranquillo, nonostante il chiasso e la musica, ma in genere non ci sono persone che vengono per fare casino, ma solo per divertirsi e soprattutto ballare.
    Per cui, può capitare anche che le signore già accompagnate vengano invitate a ballare anche da qualcun altro, così come può capitare che uomini sposati anche ballino con altre donne."
    Era così, in genere si ballava sempre un pò con tutti, e alla fine tutti amici, anche perché poi bene o male erano sempre i soliti volti conosciuti, e accadeva tutto così, senza malizia. Lo scopo non era quasi mai conquistare qualcuno, o meglio se capitava di conoscere qualcuno di interessante, tanto meglio, ma non era l'obiettivo principale, rimorchiare.
    "La maggior parte delle volte poi sono persone delle scuole di ballo e quindi un pò per esibizione, un pò magari per pubblicità, cercano di ballare e chiacchierare con piu' gente possibile...Questo per dirti che si possono invitare anche altre donne, così come io potrei venire invitata anche da altri uomini. In genere poi sono io che invito gli uomini...ma stasera non lo farò, sono già in ottima compagnia"
    Il suo mohito tintinnò nuovamente. Ebbe la sensazione che fosse un po' annacquato, in genere un altro motivo che portava lei e il suo gruppo di amici lì era proprio il fatto che le bevande fossero fatte bene e con maestria. Markus aveva grande esperienza, e non ne sbagliava una, se non....se non consapevolmente. Che le avesse messo poco alcol perchè preoccupato per lei? Lo guardava ogni tanto che gettava occhiate per capire se era tutto apposto. Lei ridacchiò a quel pensiero, una donna adulta e con figli che preoccupava un amico se usciva con qualcuno che non conosceva ancora. "Come è il tuo whiskey?" chiese per conferma a Liam, mentre ancora tentava di capire se il suo mohito fosse poco alcolico o se era solo una sua impressione.
     
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    Sicuramente l’abitudine sarebbe venuta con il tempo, frequentando maggiormente locali come questo ma soprattutto frequentando lei. Era questo che mi faceva rimanere abbastanza tranquillo, anche perché era chiaro che non era il tipo di luogo che ero solito frequentare la sera. Nulla però toglieva che non si poteva fare un'eccezione, bastava un singolo tentativo per stravolgere il concetto che si aveva di una determinata cosa. Dayane prima di alzarsi dal tavolo mi disse di crederle che facilitava più a noi la cosa, il fatto di andare direttamente al bancone a fare l’ordinazione. Le sorrisi, credendole sulla parola, continuando a guardarmi intorno e portando spesso lo sguardo verso la sua figura mentre parlava con il barista. La vedo tornare poco dopo con i due drink in mano, facendo attenzione alle persone che incrociava. Abbastanza, iniziavo a sentirmi solo e abbandonato. Le risposi allo stesso modo, ridendo leggermente, prima che lei mi disse cambiando tono di voce, che se le davo troppa libertà potevo pentirmene. Più è il rischio, maggiore può essere la soddisfazione finale.
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    Un grifondoro che si faceva rispettare amava il rischio, avendo il coraggio di corrergli in faccia senza voltarsi indietro. Bevo nel frattempo un sorso di whiskey, mentre lei mi da alcune delucidazioni su come funziona solitamente in questi locali. Mi spiegò che solitamente erano locali tranquilli dove il massimo del caos era dato dalla musica e le persone che ballavano. Non era strano che una donna ballasse con altri uomini così come il contrario perché era il bello di questo tipo di locali. Infine disse che questa sera non avrebbe invitato uomini, anche se in genere lo faceva ma essendo in ottima compagnia non ne aveva bisogno. Credo di riuscire a capire abbastanza bene il meccanismo o meglio il pensiero che si crea in locali come questo. Capisco, beh io sono perfettamente soddisfatto della compagnia, anche perché potrei fare delle brutte figure ballando con altre donne. Ammisi ridendo leggermente, prima di prendere un altro sorso di whiskey Poco dopo mi chiese com’era la mia ordinazione. Buono. Diciamo nella norma. Ovviamente come in tutte le occasioni ne avevo assaggiati di meglio e di peggio ma questo sicuramente non sarà ricordato tra i peggiori. Posai così il bicchiere sul tavolo alzandomi in piedi. Allungando così la mano verso di lei, in un chiaro segno di invitarla a ballare. Iniziamo? Domandai, anche se potevo già conoscere abbastanza bene la risposta.
     
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    Abbastanza, iniziavo a sentirmi solo e abbandonato. lei rise mentre continuava a sorseggiare il suo drink.
    Liam non sembrava a disagio, anzi sembrava contento di stare lì. Scherzò dicendo che quello era il suo mondo, ma in effetti era vero. Lei pensava che Liam non sarebbe mai entrato in un locali così, se non con una precisa motivazione, ed in quel caso, la motivazione era stata lei, che l'aveva trascinato lì, ma non c'era stata opposizione da parte sua.
    Più è il rischio, maggiore può essere la soddisfazione finale
    Lei gli fece l'occhiolino, sorridendo. Il ragionamento di Liam non faceva una piega in effetti, nel caso del ballo ma anche nel caso della vita quotidiana. "Mi piace questo ragionamento, c'è bisogno di una buona dose di coraggio qui, ma anche di un pò di...fiducia" il suo drink suo era finito, ma al momento non ne voleva altro.
    Ecco, la fiducia doveva essere qualcosa di dato, una specie di atto di fede; certo, poi c'era la costruzione di una relazione che non era mai una cosa scontata, bisogna anche lì impegnarsi ed avere coraggio, ma la fiducia era una cosa che bisognava sentire dentro. Senza quella, non era possibile poi fare tutto il resto.
    Iniziamo?
    Stava iniziando proprio ora una delle canzoni che lei conosceva, era una delle sue preferite anche se ormai risaliva a parecchi anni fa, ma era sempre tra le sue preferite.
    Si alzò prendendo la sua mano e dirigendosi sulla pista.
    "Bueno, questo è una salsa. Ha tre passi base, possiamo semplicemente far quelli!" gli spiegò, mentre gli mostrava i passi da fare con i piedi. Era un ballo in cui dovevano tenersi essenzialmente per mano.
    Nei balli di quel tipo, anzi in realtà in qualunque tipologia di ballo, era sempre l'uomo a portare, ma per questa volta avrebbe condotto lei, in realtà dovevano solamente iniziare con i passi più semplici e qualche volta improvvisare qualche giravolta.
    Senza rendersene conto, si ritrovarono ancora più vicini di quanto stessero prima in taxi, riusciva a percepire il suo profumo nonostante il caldo del locale e l'odore di diverse tipologie di alcolici che si mescolavano.
    Anche le mani, che in genere fino a quel momento non si erano mai toccate, si ritrovarono intrecciate.
    Continuarono a girovagare sulla pista da ballo, riproducendo quei passi che lei gli aveva insegnato, mentre la musica andava, e non stavano andando male.
    Prese la sua mano e fece in modo che lui le facesse fare una giravolta, non fu complicato, lei girò sul posto e tornò in posizione ricominciando a fare i passi un-due-tre.
    Iniziò a canticchiare, conosceva quella canzone da quando era piccola, era un classico in un certo qual modo.
    No vale la pena, no vale la pena enamorarse
    No vale la pena, no vale la pena enamorarse
    El amor te da la vida, también te la quita
    Cada vez que te enamoras y luego terminas

    Liam sembrava apprezzare, era solo per far contenta lei o perché in generale piaceva a lui trovare posti in cui poter sperimentare cose?
    Lei continuava a canticchiare e a ballare con lui, nel mentre, i loro sguardi si incrociavano, e si guardavano negli occhi.


    Edited by Dayane‚ - 15/12/2021, 09:40
     
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    Di sicuro era un’esperienza totalmente nuova per me, ma come avevo già detto prima volevo provarci, sperimentare, perché senza non avrei mai potuto sapere come sarebbe stato. Dovevo ammettere che fino ad ora non potevo lamentarmi, anzi mi stavo divertendo molto, in tutto questo però era chiaro che buona parte della riuscita dipendeva da lei, Dayane, che rendeva tutto ciò così speciale. Non posso sapere se in altre occasioni avrei provato le stesse sensazioni, ma ero del tutto convinto di volermi mettere totalmente in gioco. La fiducia ed il coraggio vanno spesso a braccetto, vuoi nello sport, vuoi nella vita di tutti i giorni ed anche in questa occasione non possono mancare, come mi ha appena confermato lei. Sorrido in maniera naturale nel mentre che mi alzo per invitarla a ballare, scoprendo così i passi che dovevo fare. Erano basilari, tre per la precisione, così quando la canzone inizia ci buttiamo in mezzo alla pista con lei a dirigere il tutto. Ho ben memorizzato questi passi e la sua vicinanza fa il resto, d’altronde non siamo mai stati così vicini se non in questo momento, con le mani che per la prima volta si intrecciano. Potrei dire di aver sentito una scossa percorrermi tutto il corpo nell’esatto momento in cui le nostre dita si sono sfiorate prima di intrecciarsi. Posso sentire il suo profumo mentre iniziamo a muoverci per la pista, facendole fare un giro quando capisco che è il momento giusto, spinto ovviamente da lei.
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    Sorrido divertito mentre inizia a canticchiare la canzone, incrociando spesso i nostri sguardi, era chiaro che ci fosse intesa tra di noi, questa ne era la prova. Avevo osservato poco prima anche gli altri ballare, muoversi, così da cercare di scoprire maggiori informazioni su questa tipologia di ballo. Cerco così di prendere maggiore sicurezza nelle mie doti, anche perché non stiamo andando male, anche se è lei che sta dirigendo il tutto. Voglio provare ad improvvisare, ho percepito molto bene il momento in cui prima voleva che la facessi girare, quindi voglio tentare di provarci da solo. Decido così di prendere le redini, almeno provarci, conducendo così la ballata, fino a cercare di farla girare su sé stessa. Qualcosa però deve essere andata storta perché mentre cerco di farlo, ci ritroviamo così vicini da sentire ognuno il respiro dell’altro. I nostri corpi erano ora l’uno contro l’altro, chiaramente avevo sbagliato qualcosa, era palese. Scusa. Ammetto, mentre la guardo negli occhi, anche se la distanza è talmente ravvicinata che il mio sguardo per pochi attimi cade sulle sue labbra, prima di allontanarmi leggermente da lei. Volevo vedere se riuscivo a condurre. Come primo tentativo non era andato proprio un granché, però ci avevo provato e mi era decisamente piaciuto.
     
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    Liam la ascolta con attenzione e segue ciò che lei fa, sembra interessato e soprattutto ben disposto a cercare di fare del suo meglio.
    E' divertente osservarlo, ma Dayane rischia di perdere di concentrazione, poichè sente il suo corpo così vicino a lei, e sono le prime volte. Fino ad adesso, i contatti erano stati quasi formali, era anche la prima volta che le loro mani si stavano toccando.
    Ed era attratta da lui.
    Scusa.
    Sono vicinissimi adesso. Dayane inizia a pensare che lui la baci, al momento, ma si allontana. E' tutto coerente con il suo essere così rispettoso, in generale. Forse gli sembra troppo presto? Forse pensa che le possa dispiacere o offenderla in qualche modo?
    Beh, lei non è una donna così morigerata, o all'antica.
    Volevo vedere se riuscivo a condurre.
    Lei gli sorride, non smettendo di guardarlo negli occhi.
    "Apprezzo chi prova subito a mettersi in gioco" gli rispose. "Non devi scusarti" No, non doveva certo scusarsi perchè erano così vicini, ne per il tentativo non riuscito fino in fondo. Anche perchè nessuno faceva effettivamente caso a loro, e non erano in una gara. Era solo per conoscersi, per avvicinarsi...per condividersi.
    E soprattutto, il tentativo non era riuscito bene anche perchè lei non aveva capito cosa volesse fare.
    "Se vuoi farmi fare un giro, conviene fare in questo modo" si allontanò un minimo da lui, e prese la sua mano mentre lei girava su se stessa e mostrava a lui quale movimento dovesse fare. "E se vuoi condurre tu, posso lasciartelo fare...Ma per la ballerina donna, ballare in coppia significa affidarsi completamente all'uomo, questo maschilismo c'è nella maggior parte dei balli di coppia in effetti" gli raccontò, e scoppiò a ridere "ma solo nel ballo posso essere disposta a fare un'eccezione, e lasciare che sia un uomo a portarmi e dirmi cosa fare..." Gli sorride, e lei si rilassa, non pensando ai passi, non pensando a niente.
    Lascia a lui la conduzione, senza opporsi. Non le interessa molto fare quali figure di ballo in realtà, fare passi articolati o cose varie. Al momento, le piace quella sensazione di sentirsi libera, leggera, e le sta venendo spontaneo con lui.
    Lei fa un applauso quando finisce la canzone, restando sempre molto vicina a lui, per poi riprendere le sue mani.
    La musica cambia ritmo, e c'è una canzone più lenta, relativamente anche più facile da ballare. Quella poteva quasi essere considerata un lento, era una bachata, dunque un ritmo meno frenetico, pochi passi da fare, un ritmo meno forsennato.
    Meglio così, era il modo giusto per sperimentarsi.
    Si muovono insieme, e ad un certo punto un'altra coppia li urta. "Ci scusi!!!" dice rapidamente Dayane, ridendo, divertita. Guardando meglio la coppia, scopre che conosce la donna. "Hola Mariasol! Diviértete" saluta la donna con educazione, ma non smette di dedicare attenzione a Liam, mentre si allontanano da loro. E lei nota che Mariasol, una sua conoscente dei locali, lancia una bella occhiata a Liam. E' un viso nuovo, certamente, ed attira molto l'attenzione.
    Beh, ma vuole fargli una radiografia per caso?
    Dayane cambia espressione rapidamente, la fulmina con lo sguardo quando nota che sta guardando troppo Liam, e poi torna a rilassarsi e sorridergli. Succede subito in una frazione di secondo, forse lui non se ne accorgerà nemmeno.
    Certo, al momento non sono una coppia, è solo la prima volta che escono insieme, ma lei è gelosa di chiunque, anche dei suoi colleghi e colleghe di lavoro quando vanno a lavorare in posti nuovi. Forse è un atteggiamento infantile, ma figuriamoci se non è gelosa di una che spoglia con gli occhi il suo cavaliere per quella sera!
     
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    Più praticavo questo stile di ballo e maggiormente capivo come poteva essere bello apprenderne sempre di più. A dispetto degli altri stili, questo ti portava a stare a maggior contatto con la partner, ad avere un affiatamento completamente diverso. Anche nel momento in cui avevo sbagliato qualcosa nel dirigere la coppia, mi era piaciuto, nonostante l’errore. Essere arrivato così vicino al suo viso era stato inebriante, non imbarazzante o altro. Avrei voluto fare quel passo in più, quel passo che forse avrebbe cambiato tutto, ma volevo buttarmi ma allo stesso tempo volevo crearmi la giusta occasione. Mi disse, che non era il caso di scusarmi, che apprezzava chi voleva mettersi in gioco e sicuramente da quel punto di vista avevo coraggio da vendere. Mi mostrò anche come farle fare correttamente un giro, cercai così di apprenderlo al meglio per la prossima volta. Perché si stavo già immaginando ad un prossimo appuntamento, dove saremmo andati a ballare, probabilmente in un altro locale. Mi permette così di dirigere l’ultima parte del ballo, almeno fino alla fine della canzone. Quando vedo che tutti applaudono, faccio lo stesso, forse era usanza farlo per come si aveva ballato durante la canzone. Diciamo che da quando ci siamo buttati sulla pista da ballo, le nostre mani si sono lasciate per veramente poco tempo e dopo l’applauso ecco che mi riprende le mani, dato che stava iniziando una nuova canzone, ben più lenta di quella precedente. I passi, le movenze e tutto erano ben più lenti e tranquilli, lasciando così modo di farlo con particolare tranquillità.
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    Almeno fino a quando ad un certo punto non urtammo un’altra coppia e Dayane si scusò prontamente, riconoscendo poco dopo la donna. Almeno quello era ciò che avevo capito dal saluto che le aveva riservato. Per la parola pronunciata dopo ho subito pensato ad un divertiti o divertitevi, non ne avevo la certezza. Dopo l’urto sono tornato ad osservare Dayane ed ho visto per pochissimo tempo un suo cambio di espressione e sguardo nei confronti della conoscente, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato. È solamente in quel momento che decido di guardare in direzione della coppia e notare che mi stava guardando senza staccare lo sguardo. Forse capivo cosa stava succedendo o meglio credevo di averlo capito. Avvicino così le labbra al suo orecchio. Sta ancora guardando? Ero quasi sicuro che lo stesse facendo ma volevo averne la conferma, prima di gettarmi in una situazione che avrebbe cambiato tutto. Sicuro che la risposta fosse positiva, non ci vuole molto dallo spostare le labbra dall’orecchio fino alle sue labbra, baciandole dolcemente ma con trasporto. Volevo già farlo prima, ma forse cercavo solamente un'occasione migliore per buttarmi, questa lo era.
     
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    Sta ancora guardando?
    La sua voce sussurrata all'orecchio le fece salire un brivido lungo la schiena.
    Pensava, e sperava, che lui non se ne fosse accorto. Invece, era stato davvero così evidente il suo cambiamento di espressione e di sguardo rivolto verso quella donna.
    Lei lo guardò in viso, imbarazzata. "No, ha smesso, perchè evidentemente anche se non sono una strega, deve esserle arrivata tutta la mia energia negativa. Ti stava molestando! "
    Non sapeva se gli uomini fossero a disagio con quegli sguardi così pesanti addosso, come le donne lo erano quando sentivano e percepivano che qualcuno le stava guardando in maniera insistente. Non sapeva come reagissero gli uomini, ma in ogni caso lei Diede un'ultima occhiata a quella donna che era tornata ormai a farsi gli affari suoi dopo che lei l'aveva praticamente incenerita con gli occhi.
    Decise di smettere di pensarci e tornare a divertirsi con lui.
    Mentre si girava di nuovo verso il suo viso, le loro si incontrarono, intenzionalmente. Lei ricambiò immediatamente il suo bacio, toccandogli il viso.
    Dal suo punto di vista, era inevitabile: due adulti, evidentemente attratti l'uno dall'altro sin da quando si erano visti la prima volta forse, ad un primo appuntamento, in un posto in cui era naturale stare così vicini l'uno all'altro.
    Quando smisero di baciarsi, i loro visi restarono ad un millimetro l'uno dall'altro.
    "Capisco, mi hai baciata per far ingelosire Mariasol?" disse lei, ironica e divertita. Sapeva che il motivo non era sicuramente quello, era convinta che non gliene poteva fregar di meno di quella donna, ma voleva scherzarci su, e l'espressione che aveva lei non lasciava spazio ai dubbi.
    "Continuiamo a ballare?" gli chiese. Non sapeva se volesse proseguire in pista, o andare a sedersi. Lasciò la scelta a lui, mentre sorrideva e gli stampò un bacio rapido sulle labbra, mentre faceva una giravolta su se stessa.
    Mentre girava, vide il barista che sghignazzava da dietro al bancone, certo doveva essere stata una bella scena da osservare da lì, divertente.
     
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    La mia era una domanda semplice, anche se al tempo stesso era una scusa per potermi avvicinare maggiormente a lei. Mentre mi risponde, dicendomi che ormai non ci stava più guardando, spostò lo guardo sulla conoscente, non accorgendosi che mi stavo avvicinando alle sue labbra. Solamente quando tornò a guardarmi se ne accorse ma questo non la fermò dal ricambiarlo. Era forse un timore che potevo avere in qualche antro nascosto del mio cuore, la possibilità di un rifiuto, ma sapevo ed ero sicuro che anche lei provasse qualcosa e questo bacio ne era la conferma. Porta anche una mano a toccarmi il viso e rimaniamo così vicini fino a quando le nostre labbra non si staccano, di pochissimo, giusto per dire qualche parola. Beh se ci avesse visto, ora sarebbe sicuramente gelosa di te. Le rispondo sorridendo in maniera così naturale, sentendomi veramente bene, come non mi succedeva da un bel po’ di tempo. Mi pone ancora una domanda, se volevo continuare a ballare, non attendendo la risposta prima di darmi un rapido bacio sulle labbra e compiere una giravolta su sé stessa. Visto che siamo qui e la canzone non è ancora finita, possiamo goderci il momento fino alla fine, poi possiamo sederci un attimo. Le energie di certo non mi mancavano, dato che avevo deciso di proseguire, le prendo nuovamente le mani, riprendendo a ballare in maniera lenta, ma decisamente più vicini rispetto a prima.
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    Li avevo appresi abbastanza bene i passi e dato che non vi erano giravolte o altre cose complicate, ballare così non era per nulla complicato. La osservo in quei suoi occhi verdi, particolari, perché tendenti ad una tonalità più scura. Potevo perdermi mentre li osservavo ma mi ricordavo anche che avrei fatto un casino se mi fossi perso i passi. Lentamente la canzone finì, così tenendo solamente più una mano di Dayane la accompagno al nostro tavolo, prima di sederci comodamente. Non pensavo che mi sarei divertito così tanto. È stata un’enorme sorpresa e gran parte del merito è tuo. Le sorrido, prima di ricordarmi che avevamo terminato entrambi i nostri bicchieri. Questa volta vado io al bancone a prendere da bere, vuoi lo stesso drink di prima? Mi sarei poi alzato per andare a ordinare al barista, non sapevo come si chiamava ma ero sicuro che era in buoni rapporti con Dayane. Gli ordinai così entrambi i Cocktail, aspettando li, appoggiando i gomiti sul bancone. Mentre mi portavo quello che avevo chiesto, mi dice solamente poche parole. Trattala bene, è una di famiglia. Era normale che si preoccupasse per lei, dopotutto dovevano conoscersi da un bel po’.Non ho alcuna intenzione di ferirla, anzi voglio solamente che stia bene con me. Gli risposi, prima di pagare quanto dovuto e tornare al tavolo con entrambi i drink. Ecco il tuo. Dissi, mentre mi sedevo nuovamente al mio posto.
     
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    Subito dopo il bacio, lui le parlò.
    Beh se ci avesse visto, ora sarebbe sicuramente gelosa di te.
    Se pure ci avesse visto, non l'avrei mai notata rispose prontamente lei, alludendo al fatto che era troppo concentrata su di lui, in quel momento, per poter notare altro.
    Infatti, continuavano a ballare, più lentamente, e avevo lo sguardo l'uno fisso negli occhi dell'altra.
    Dayane si chiese cosa potesse pensare Liam in quel momento, mentre si guardavano, e lui lo faceva in una maniera così intensa che quasi la metteva in imbarazzo, ma non perchè le desse fastidio, ma perchè era come se l'intensità di quello sguardo lo portasse...altrove.
    Lui propose di continuare a ballare un pò, per poi fermarsi. Lei era d'accordo, più che altro perchè adesso sentiva un pò il bisogno di stare da sola con lui. Da soli in una sala da ballo affollata non era proprio possibile, ma ci si poteva prendere uno spazio di intimità.
    Non pensavo che mi sarei divertito così tanto. È stata un’enorme sorpresa e gran parte del merito è tuo
    E' anche vero che tu ti sei particolarmente impegnato. gli rispose, facendogli l'occhiolino.
    Si erano ormai accomodati, e Dayane spostò la sua sedia in direzione di Liam, non più uno di fronte all'altro ma più...vicini.
    Questa volta vado io al bancone a prendere da bere, vuoi lo stesso drink di prima?
    "Si dai va bene, ma dici a quel soggetto lì" e indicò Markus, certa che lui la stesse guardando "Di non annacquarmi il cocktail" e scoppiò a ridere.
    Lui si allontanò dal tavolo, andando a prendere i loro drink.
    Dayane si faceva vento con una mano, mentre osservava Liam da lontano. Diede uno sguardo rapido al cellulare in borsa, per controllare l'orario e se ci fosse qualche messaggio urgente o chiamate perse importanti.
    Mentre guardava lo schermo, le iniziò a tremare la mano.
    C'erano diverse chiamate perse di un numero sconosciuto, aveva provato a chiamarla diverse volte nel giro della serata.
    Ecco il tuo. Alzò lo sguado, offuscata.
    "Oh, grazie." Fece un sorso, ma non assaporò nulla. Il suo tono di voce era cambiato, e la sua espressione non era più distesa come prima. Non riceveva mai chiamate così, improvvise, e così numerose.
    Il cuore iniziò a batterle forte. Doveva essere successo qualcosa. "Ti dispiace se esco un attimo fuori? Scusami, in genere non sto al cellulare quando sono con qualcuno, è un'abitudine che non ho e non mi piace"" precisò, dato che in genere se capitava prendeva il cellulare solo per controllare che non fosse successo nulla di cui preoccuparsi "ma ho trovato diverse chiamate fatte da un numero che non conosco, sono tante e non mi capita mai, vorrei richiamare e capire, ho bisogno di silenzio. Arrivo subito" fece un sorriso imbarazzato, spiegando velocemente la situazione, prese il soprabito e si allontanò dalla sala chiassosa, facendo qualche passo fuori dal locale.
    Ricompose il numero che aveva chiamato lei. Squillava. Questo era...era già un buon segno, no? Forse era solo qualcuno che voleva divertirsi a fare scherzi telefonici.
     
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    Il bacio era stato sicuramente il momento che aveva completamente stravolto questa serata, come uno spartiacque tra ciò che era successo prima e ciò che doveva ancora succedere. In risposta alle mie parole lei mi disse che anche se avesse guardato lei non se ne sarebbe minimamente accorta. Valeva per entrambi, anche perché da parte mia quel momento era solamente nostro e quella donna che in pratica non conoscevo per nulla, non aveva avuto importanza. Era giusto una curiosità che mi volevo togliere visto come stavano evolvendo le cose prima del bacio. Balliamo così ancora un po’ anche perché ora che ci avevo preso un po’ la mano non volevo subito andare a sedermi ed in più era un'ottima motivazione per stare “solo” con lei. Non mi piace avere rimpianti, per questo do sempre il meglio di me in ogni occasione, così che guardandomi indietro, posso dire, ho fatto tutto quello che potevo e volevo, senza risparmiarmi. Sorrido mentre ci avvinciamo nuovamente al nostro tavolo, andando io questa volta a prendere da bere.
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    Ascolto il consiglio che mi dà Dayane, più che altro una richiesta da dire al barista visto che a questo punto il primo cocktail era annacquato. Mi dirigo così al bancone, tornando poco dopo con ciò che avevo ordinato ma non appena le sporgo il suo noto un cambiamento in lei. Non era difficile notarlo, anche perché sia il tono usato, sia l’espressione che aveva in volto era decisamente diversa. Inizia a dirmi che ha bisogno di uscire per telefonare ad una persona sconosciuta, perché aveva ricevuto molte chiamate perse e si stava quindi preoccupando, anche se non era solita farlo quando era con qualcuno. Figurati, fai pure, anzi se hai bisogno possiamo anche andare via, altrimenti ti aspetto qui. Per qualsiasi cosa sai che ci sono, non hai che chiamare ed arrivo. Capivo l’urgenza e la sua preoccupazione, così la guardai uscire dal locale con il telefono, mettendomi seduto, bevendo giusto un sorso senza neanche gustarmelo appieno. Guardai per un attimo la sala, prima di porgere le mie attenzioni verso l’ingresso del locale.
     
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    Più il tempo passava, più lei iniziava a pensare le cose peggiori.
    Il telefono squillava, fece qualche passo allontanandosi dal locale, per cercare di sentir meglio, dall'altro lato del telefono però non sentiva ancora alcuna voce. Non rispondeva nessuno, eppure il telefono squillava.
    Istintivamente, chiamò il numero di Gabrièl.
    Le rispose la voce meccanica dell'operatore telefonico, dicendole che quel numero non era raggiungibile.
    Ecco.
    Il cuore iniziò a batterle forte. Gabrièl non spegneva mai il telefono, per suo ordine ovviamente. Non doveva farlo, e non lo faceva mai per non farla preoccupare. Gli scrisse un messaggio, che non fu consegnato.
    Era tutto molto strano ed iniziava a preoccuparsi che qualcosa fosse successo.
    Chiamò nuovamente, ma non riceveva alcuna risposta, niente. Non sapeva cosa fare, non le sembrava il caso di allertare la polizia, non adesso, non sapeva nulla, e il fatto che il telefono di Gabrièl fosse irraggiungibile poteva anche semplicemente significare che fosse in metropolitana, a quell'ora, o in un club. Respirò, profondamente.
    Era preoccupata, ma decise di tornare alla sua serata, non riusciva in quel momento ad avere più informazioni, anche se era meglio tenere con lei la borsetta con il telefono in bella vista, almeno per sentirlo squillare.
    Si recò nuovamente dentro, cercando di sorridere, ma una vena di preoccupazione aleggiava nei suoi occhi. Raggiunse il suo cavaliere della serata. "Scusami, tutto ok? Non sono riuscita a capire chi fosse, ho richiamato il numero ma non mi risponde nessuno" . Sospirò. "E mio figlio ha il cellulare staccato o forse non c'è campo dove si trova adesso. So che non devo farmi prendere dall'ansia, anche se è tutto molto...." il suo telefono, ancora nelle sue mani, adesso squillava, nuovamente.
    "Devo rispondere...faccio subito!" si congedò nuovamente da Liam, sperando che non la trovasse maleducata. Non aveva portato con sé il soprabito, presa dalla fretta di rispondere a quel numero, uscì fuori dal locale e fece qualche passo.
    Si congelava, ma non avvertiva il freddo, anzi, stava quasi sudando. "Pronto? Chi è? Sono Dayane... poi, si rese conto che forse dire il suo nome era troppo generico. Poteva anche essere...un'emergenza lavorativa, alla quale non avrebbe dato lo stesso peso di un'emergenza familiare, chiaramente "La dott.ssa Dayane Rivera, chi mi ha cercato?"
    Dall'altro lato del telefono rispose una voce femminile. Sentiva un brusio di sottofondo, ma la voce spiccava sulle altre.
    "Signora Rivera. Salve, buonasera, mi dispiace disturbarla. Sono la dott.ssa Whitaker. Premetto che non è successo nulla di grave..." Dottoressa. Era il lavoro, dunque ?
    La parola grave però non le piaceva, sembrava l'anteprima di una tragedia, ai suoi occhi.
    "Di grave rispetto a...COSA?"
    "Non si preoccupi signora, si calmi. Suo figlio ha avuto un incidente, ma sta bene, è qui al Pronto Soccorso dell' Ospedale St. Mary, ma è assolutamente fuori pericolo, è cosciente, ha qualche arto malconcio ma sta bene. E' stato investito mentre attraversava, semaforo verde, ma un pirata della strada gli è sfrecciato davanti e l'ha preso. Ma non si preoccupi...sta.."
    Non fece in tempo a far finire la donna al telefono. "Arrivo subito"
    Si guardò attorno, spaesata, ma subito fece mente locale, aprendo il cellulare e cercando la posizione dell'ospedale sulle mappe. Il St. Mary era dall'altro lato della città. Ci avrebbe messo un'infinità di tempo ad arrivare, a Londra il sabato sera.
     
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    Non potevo fare molto, solamente aspettare che Dayane tornasse dalla sua chiamata che era andata a fare fuori. Mi sentivo agitato, perché avevo notato la sua espressione preoccupata quando aveva visto tutte quelle chiamate perse. Il mio sguardo si spostava dall’entrata del locale, fino alla pista da ballo, per cercare di non pensare subito a qualcosa di grave, anche perché i minuti passavano e lei non stava ancora tornando. Ad un certo punto la vedo tornare dentro, l’espressione ancora preoccupata in viso. Si. Mi chiede se è tutto ok, ma è chiaro che tra i due quella che sta passando il momento peggiore e lei. Proprio in quel momento arriva una chiamata e capisco che forse era ciò che stava aspettando per tornare ad essere più tranquilla. Avevo notato che nella fretta aveva lasciato il soprabito dentro, quindi se non faceva in fretta avrebbe sicuramente preso freddo. Attendo un attimo, osservando la porta per vedere se tornava, ma quando non vedo sue tracce, prendo il soprabito ed esco per andare a vedere dov’è. La vedo che osserva il cellulare, come a cercare qualcosa, mi avvicino. Mettiti questo, altrimenti prenderai un malanno.
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    Esordisco, mentre le appoggio il soprabito sulle spalle. Posso esserti di aiuto? È successo qualcosa di grave? Se mi avesse detto cosa stava accadendo avrei immediatamente trovato un modo per risolvere il problema della distanza dall’ospedale, un metodo non proprio babbano per spostarsi, ma sicuramente molto rapido. Possiamo raggiungere il St. Mary in un attimo, ma potrebbe scombussolarti un po’. Devi solamente esserne convinta e prendere la mia mano, non lasciandola mai. Osservandola era chiaro che la sua preoccupazione era decisamente aumentata rispetto a prima, per questo non c’era un attimo da perdere. Se avesse accettato il mio aiuto e preso la mia mano mi sarei spostato leggermente dall’entrata, in un luogo meno in vista, prima di smaterializzare entrambi in una via molto vicina all’ospedale. Attesi così che si riprendesse, in quanto la prima volta era sicuramente la più dura da affrontare. L’ospedale è qui dietro, possiamo entrare subito.
     
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    Liam la raggiunse poco dopo, mentre lei smanettava col gps sul cellulare e le mappe, cercando di calcolare il percorso migliore. Le poggiò con delicatezza il cappotto sulle spalle, e lei se lo avvolse addosso, in effetti aveva freddo, ma non si era resa conto di essere ad una temperatura bassa, presa com'era dalla sua preoccupazione.
    Posso esserti di aiuto? È successo qualcosa di grave
    Lei alzò lo sguardo dal suo schermo. "Io...si, cioè insomma no, mi hanno chiamato dall'ospedale, dal St. Mary, mi hanno detto che...hanno portato mio figlio al pronto soccorso. Non hanno specificato cosa è successo, dicono che è fuori pericolo e di stare tranquilla ma...non riesco a stare a pensiero tranquillo, ovviamente."
    Era visibile la preoccupazione dal suo volto, aveva il viso contratto, teso, le comparivano delle rughe d'espressione sulla fronte.
    Possiamo raggiungere il St. Mary in un attimo, ma potrebbe scombussolarti un po’. Devi solamente esserne convinta e prendere la mia mano, non lasciandola mai. propose lui.
    Lei pensava di aver capito a cosa si riferiva, era una pratica magica, era una sorta di teletrasporto. Ricordava quando Gabrièl fece l'esame, era entusiasta, era felicissimo di potersi spostare così, liberamente. E lei lo prendeva in giro, spesso, dicendo che poteva usare quelle capacità per darle una mano in casa, almeno.
    "Io...capisco" La spaventava quell'idea di scomparire e ricomparire in un altro posto della città, così, senza una logica di spiegazione. Ma in quel momento non poteva permettersi di pensare diversamente. Ed era fortunata che ci fosse Liam lì, ad aiutarla."Ok. Non fa nulla che mi scombussoli, lo sono già!" anche in una situazione così riusciva a mantenere il suo tono ironico.
    Afferrò la mano di Liam, e chiuse gli occhi.
    Non seppe descrivere quanto tempo era passato, ma si ritrovarono immediatamente in un altro luogo, quando aprì gli occhi.
    Si sentiva la testa pesante, come se girasse tutto attorno a lei, ed una fortissima morsa allo stomaco. Si resse a lui quando aprì gli occhi, si aggrappò al suo corpo praticamente perchè aveva la sensazione di cadere a terra.
    Nel giro di qualche istante, però, il mondo smise di girare attorno a lei, aprendo gli occhi si rendeva sempre di più conto di stare con i piedi per terra.
    Si guardò attorno, si vedevano in lontananza le luci dell'ospedale.
    "Io...mi dispiace, è stata una bellissima serata, sono stata bene, ma...è un'emergenza."
    Gli sfiorò la mano, per poi stringerla. "Grazie per questo..." abbassò la voce , quasi un filo "teletrasporto. Mi hai fatto un favore enorme, non saprei come ringraziarti..." e al momento, non le veniva in mente assolutamente nulla, ma la sua mente era occupata a pensare a tutt'altro.
    Lo salutò con un bacio sulle labbra prima di andar via, e poi entrò nella hall dell'ospedale, cercando di chiamare a rapporto tutte le sue energie calmanti.
     
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