Cani sciolti

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    -Quindi ho preso un buon voto e voi, da bravi rosiconi, neanche mi fate i complimenti?- erano passati diversi giorni dall’incontro con Karen, per quanto fosse ancora non totalmente guarito dalle ferite interne riportate, trovarsi in compagnia di Logan e Murphy quasi lo faceva sentire bene.
    Quasi, ma solo perché quando se ne sarebbero andati sarebbe tornato a rotolarsi dai dolori e a urlare di notte in preda al panico.
    Non lo aveva detto ad anima viva ma le nottate per lui non erano più serene.
    Aveva iniziato ad avere paura del buio e non stava tranquillo se in camera non aveva almeno una candela accesa.
    Odiava gli attacchi di panico, uno come lui poi che non ne aveva mai sofferto iniziava a sentirsi un completo idiota.
    Per il resto faceva parlare loro. La mente ancora non si era del tutto abituata a quella situazione, non credeva a quello che gli “adulti” gli dicevano e l’inquietudine non era del tutto svanita via.
    Eppure in quel momento finse che tutto fosse apposto.
    -Ma.. da quando voi due ve la intendete?- questa era una novità, gradita se ci pensava, ma la sua testa immaginava possibili coalizioni e ne usciva sempre perdente con quei due.
    -Dite la verità, senza di me vi annoiate-
     
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    Questo posto, maledizione, mi rende irrequieto. Non ho proprio degli ottimi ricordi qua dentro, tra il coma e tutto ciò che ne è seguito.
    Ogni volta che ci capito è sempre la stessa storia, cammino per i corridoi e rivedo il me stesso di anni fa. Magro, debilitato, confuso e debole. Fottutamente debole e privato del sorriso di mia madre.

    Scrollo la testa mentre proseguo, strano ma vero una volta ancora, fianco a fianco con Dylan.
    "Dovrebbe essere da queste parti, no?", così ci hanno detto all'ingresso,"Ecco appunto, guarda...li dentro fa capolino quella sua bellissima faccia da scazzo costante."
    Porca Morgana se è messo male, con gli unguenti tipo ovunque e tutto il resto. Brutta roba le ferite oscure, lasciano cicatrici e non c'è medimagia che tenga.
    Offro un sorriso a Stefan accostandomi al suo letto, incrociando le braccia sul petto mentre Murphy gli comunica il voto che ha preso a difesa.
    "Più che altro, fratello, ti farei i complimenti per il tuo aspetto.", ridacchio battendogli una mano sulla spalla, "Per la barba di Merlino, fai più schifo del solito!"
    Con noncuranza avvicino una sedia al suo e, con ancora meno interesse, ne scippo una seconda per Murphy posta di fianco al capezzale d'un tizio che, tutto rinsecchito come un asticello, fissa il soffitto con gli occhi vitrei mentre emette rantolii soffocati dalla gola. Sono abbastanza sicuro che A, non possa sentirmi e B, non gli dispiaccia.
    "Mai quanto quello lì però, lui è decisamente più inquietante.
    Comunque, noi due ce la intendiamo, se così si può dire, da quando abbiamo saputo che ti avevano fatto il culetto a strisce. "

    Allargo le braccia, strizzando un occhio al suo concasato e infilando, con fare circospetto, una mano sotto al soprabito.
    "Ti correggo, sei tu che ti annoi qua dentro e immagino che nessuno faccia qualcosa di concreto per aiutarti, ecco perché ti ho portato questo."
    Appoggio la mia fiaschetta d'argento sul suo comodino, sicuro che un goccetto di whiskey incendiario irlandese, di tanto in tanto, male non gli farà.
    "Personalmente, siccome ero certo di essere incluso nel tuo testamento, son venuto a vedere se i tempi erano maturi per rivendicare la mia fetta. Ahimè, una delusione."
    Si schiferà se mi faccio un goccio io prima di lasciargli tutto il resto? Nah, non credo. E comunque ormai è tardi, lo sto già facendo.
    "Scherzi a parte, cosa ti hanno lanciato addosso?
    Ho chiesto al vecchio, ma come al solito non ha voluto dirmi un bel cazzo di niente..."
     
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    Detto fatto, Murphy ora si trovava proprio al San Mungo insieme a Logan, diretto verso la stanza in cui era ricoverato Stefan. Il tutto ovviamente guardando male i medimaghi di passaggio, ma giusto perché gli ricordavano quegli stronzi - seppur giusti - in camice bianco che lo obbligavano a prendere i suoi farmaci. Murpht rivolse un "boh" non parlato, ma solo espresso sul viso, alla prima domanda del grifondoro. Che tanto una risposta non sarebbe servita visto che un momento dopo si ritrovarono davanti alla stanza del mezzo morto. E cazzo se era davvero mezzo morto dall'aspetto che aveva. Al contrario di Logan, Murphy non offrì un sorriso a Stefan, ma ehi, era solo la sua faccia ed era contento alla fine dei conti di non essere dovuto andare a trovarlo al cimitero. "Eccolo qua, il nuovo beniamino di White con il suo perfetto compito svolto." Un annuncio che non seguì complimenti, ma solo il bel voto. Tanto non erano necessari, no? E fu proprio su questa mancanza che il suo compagno di stanza scherzò. Anche se non lo rese evidente, il neo-ventenne si fece decisamente una risata sotto i baffi per come l'altro aveva fatto scherzosamente notare a Stefan che il suo aspetto era bello messo male. Si, Murphy di poche parole come suo solito, ma sarebbe arrivato anche il suo momento per tirare fuori qualche presa per il culo. "Ah si, non posso negarlo, il caposcuola qui presente non è poi tanto male." E lanciò un cenno con la testa verso il grifondoro, a braccia conserte e con un impercettibile sorrisetto laterale. "Mi ha chiesto lui di venire insieme qui, credo che già non possa fare a meno della mia presenza." Un ghigno sarcastico, prima che Logan rispondesse al fatto della noia con una fiaschetta. Niente male. "Ehi, non è detta l'ultima parola. Possiamo sempre farlo fuori noi, guarda come sta messo, neanche ci penserebbero a sospettare di noi." Seh, come no. Ma tanto si scherzava, dai. O forse no. Ma lo scherzo, per l'appunto, andò a mettersi in pausa con la domanda di Logan. Incuriosito, prima guardò chi gli stava ponendo la domanda, poi spostò lo sguardo su Stefan in attesa di risposte. Effettivamente, alla fine dei conti, pur trovandosi lì Murphy ma era quello che sapeva letteralmente un cazzo e niente.
     
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    -Non vi si può lasciare soli neanche un giorno, che mi diventate ancora più stronzi del solito- se la ghignò per quanto gli ematomi vari sul viso glielo permettessero.
    Oramai anche ridere era diventato un lusso, meno male che gli capitava di rado.
    -Forse il culo è l’unica cosa a strisce che non mi hanno fatto- ironizzò ricadendo con la testa in dietro sul cuscino per fortuna sollevato.
    -Per il resto… vaffanculo- un vaffanculo un po' generale, all’antico, alle sue ferite, alla sua insonnia, alla vita di merda che lo aspettava fuori dal San Mungo, o meglio all’incognita perenne che aleggiava nell’aria sulle prospettive future.
    Forse avrebbe dovuto focalizzarsi semplicemente sul presente.
    -La Olsson mi fa visita tutti i giorni, conta?- se non altro un bel vedere, nonostante anche lei ridesse con il contagocce.
    Conclusione si, si annoiava da morire.
    Aveva persino chiesto se poteva continuare la convalescenza al castello, perché si era decisamente rotto il cazzo di quella puzza di ospedale che c’era ovunque, per non parlare del vicino di letto che rantolava in continuazione.
    Con lo sguardo seguì la fiaschetta che gli aveva portato Logan e pensò in quale fase della giornata potersela sorseggiare in santa pace.
    Probabilmente nell’unico momento in cui non era legato a flebo o quant’altro.
    -Murphy mi meraviglio di te. Il testamento sta sotto il cuscino, non hai guardato per niente?- lo prese in giro – ci hai messo troppo a venire, il primo giorno ti avrei anche dato qualche speranza- accompagnò le parole con un medio bello chiaro che accoglieva entrambi.
    -Offri, tanto non mi schifo- indicò Murphy – potrei sbagliarmi di qualche ora, ma sono quasi certo che siamo prossimi al tuo compleanno, vedi che bel regalo ti ho fatto? Hai ancora un compagno di stanza- pollice all’insù e una fitta atroce al petto che lo costrinse a riabbassare il braccio perché cazzo si era dimenticato che doveva stare fermo.
    Poi Logan si fece serio, gli chiese cosa nello specifico gli avessero lanciato addosso.
    Il ricordò andò a quei momenti, attimi che lui avrebbe volentieri rimosso ma che invece riviveva giorno dopo giorno ogni volta che calava il sole.
    -La maggior parte delle ferite sono state causate dal sectumsempra- gli spiegò mentre il volto di Keegan sfigurato dalla sete e dal godimento nel vederlo dissanguarsi e urlare dal dolore tornava con prepotenza davanti ai suoi occhi – dopo l’imperio non ricordo più nulla-ma poteva quasi giurare di essere stato schiantato da qualche parte visto il numero di costole rotte che si era ritrovato dopo.
    -Devo ringraziare tuo padre, ho saputo che ha aiutato- peccato che lui in quel momento era bello che andato.
    -Ma voglio sentir parlare voi, mi state facendo affaticare- li accusò teatralmente – qualcosa di divertente ma che non faccia ridere, chiedo troppo?-
     
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    Da quando Christian era tornato, non aveva trovato nessuna traccia di Stefan, come se si fosse volatilizzato da un momento all'altro e al neo lycan questo non poteva che dispiacergli, dopotutto avevano creato una sorta di legame quei due e gli avrebbe fatto piacere salutarlo, dopo un mese che non avevano avuto modo di comunicare; o almeno, farsi un'altra bevuta insieme, facendo da psicologi l'uno all'altro. Rimase estremamente sorpreso nel sentire in giro per il castello che la serpe si ritrovava ricoverato al san Mungo, in condizioni pessime. Per questo ora Christian si trovava a litigare con l'infermiera che non voleva rivelare dove si trovasse Stefan perchè, parola sue: "C'è già troppa gente in quella stanza, non fa bene ai pazienti sentire troppo baccano." Come se Christian fosse li per creare scompiglio, pff. Eppure aveva il suo solito abito elegante indosso, la sua area da damerino doveva destare da lui ogni sospetto e invece, quegli occhietti vispi non erano passati inosservati all'infermiera che continuava a tenergli nascosta la posizione attuale del suo compagno di casata. Stava per perdere le speranze e andare via, prima di notare che quella stronza finalmente impegnata a dare informazioni ad un altro paziente, aveva lasciato incustodite diverse cartelle cliniche tra cui anche quella di Stefan, dove rivelava la stanza nella quale si trovava. Dovette abbassarsi ad indossare una di quelle tuniche per non destare sospetti e quando riuscì a trovare la stanza, rimase stupito nel costatare che Stefan avesse realmente delle visite.
    Gli occhi di Christian squadrarono entrambi dalla testa ai piedi. Aveva incrociato entrambi per Hogwarts e se con la serpe non aveva mai avuto modo di scontrarsi, con il caposcuola dei grifondoro invece si e la serpe gongolava nel ricordare come l'aveva messo a tacere, di fronte a tutta la classe. Certo, dopo era stato punito, ma questo ed altro per levare dal grifondoro quell'area di superiorità che gli stava sul cazzo. "Hey amico, adesso te la fai con i grifoscemi?" Si palesò così di fronte ai tre ragazzi, lanciando una provocazione bella e buona a Logan e salutando Murphy con un cenno del capo. Anche se, ripensando a quanta fatica aveva fatto per entrare in quella stanza, avrebbe fatto meglio a smetterla con le provocazioni. Era li per Stefan, questo doveva ricordare.
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    "Hai un debole per le crocerossine eh? Cos'è, sei uno di quei tipi da giochi di ruolo e cosplay sotto le coperte?"
    Trovo che non sia male l'idea di farlo ridere, forse sarebbe il caso però di spingere un po' meno sull'acceleratore.
    Più che altro perché qui, ad ogni sua risata, segue una smorfia di dolore. Non proprio il massimo da vedere.
    "Riguardo al non poter fare a meno della tua presenza Murphy...", faccio all'altro deglutendo il mio sorso e passandogli la fiaschetta, "Dovresti decisamente smetterla di trasformare i miei sogni in incubi.
    Voglio dire, ieri stavo sognando la mia ragazza con un completino sexy, poi si è girata è aveva la tua faccia. Dovrai pagarmi la terapia per le prossime tre vite."

    Ovviamente non è vero manco per il cazzo ma io sono qui per tirare su il morale a Stefan, quindi posso solo che fare quello che mi riesce meglio: il cazzone.
    Appoggio beatamente le chiappe sulla sedie mentre i due figli di Salazar se la raccontano tra di loro, vagando per la stanza con lo sguardo alla ricerca d'un qualcosa di interessante da guardare che non sia il vecchio rantolante, solo per poi riporre la mia attenzione su Salvatore quando questi risponde alle mie curiosità.
    "Sectumsempra e imperio eh? Ma davvero? Una cosina da nulla insomma. Di un po', le maledizioni cruciatus erano finite?", chissà che serata di merda che deve aver passato, "Non credo sia necessario, per lui è stato una sorta di piacere misto a dovere.
    Sai com'è i lacchè di quello hanno cercato di attaccare anche me quella sera vicino alla stamberga, e il mio vecchio ha la fama di essere un tipo piuttosto vendicativo. Sono sicuro che non si sarebbe perso lo scontro per nulla al mondo."

    Eh già, il caro Jack tende a diventare abbastanza risoluto quando qualcuno minaccia la sua famiglia - sia direttamente che non - o, in alternativa, mette a rischio vite innocenti entro e furori i confini della sua giurisdizione. È uno all'antica.
    Comunque, riafferro la fiaschetta e la appoggio nuovamente sul comodino dove, piena a tre quarti, attenderà di consolare il nostro sanguinolento amico durante le lunghe e silenziose notti qua dentro.
    O almeno lo sono state per me anche se temo che io non faccia testo, considerando che avevo la bavetta alla bocca dall'alto del mio stato comatoso. Fanculo, sono certo che apprezzerà comunque.
    "Oh hai sentito? Lo stiamo facendo affaticare, piccino.", ribatto teatralmente dando di gomito a Murphy e sghignazzandomela.
    Avrei anche la buttata adatta per essere definita "divertente che non faccia ridere, una roba politicamente scorrettissima ovviamente, se solo non venissi interrotto da una quarta persona, dal tono più o meno fastidioso, proprio mentre sto per iniziare a raccontarla. È così se ne va, me la scordo, tanti cari saluti.
    Inoltre il nuovo arrivato, che a malapena riconosco dalla voce, a quanto pare decide di punzecchiarmi fin da subito visto che, d'altronde, non ho dubbi di essere io il bersaglio della sua provocazione; a quanto pare sono letteralmente finito nella fossa dei serpenti.
    Alzo gli occhi al cielo teatralmente per il mio amico e quello che, continuando così, potrebbe diventarlo a sua volta, prima di alzarmi e voltarmi con le intenzioni più reazionarie di questo mondo. Avanzo anche verso il nuovo arrivato, con un ghigno beffardo in viso, solo che poi..."Aspetta, ma tu non sei il leccacazzo preferito di White? Sisi mi ricordo di te, e di quando hai avuto una crisi da deficit dell'attenzione a trasfigurazione."
    Che lui voglia giocare alle provocazioni o meno, non si sfida chi di essa ne fa il proprio pane quotidiano senza uscirne privi di risposta. Mi spiace.
    "È stato quel giorno in cui lo stronzo ha cercato in tutti i modi, senza successo tra l'altro, di mettere in cattiva luce la De Masi.
    Di un po', giochi ancora ad attaccare la gente mentre non sta guardando oppure ultimamente ti sono cresciute le palle, uhm?"

    Mi appoggio i pugni serrati sui fianchi sorridendogli, con la tipica espressione perculatoria di uno che ti sta dicendo "Oh, ma guarda un po' chi c'è qui." E potrei anche andare avanti.
    Ricambiargli il favore, affatturarlo, mollargli un sinistro su quelle bel visino o, volendo, rovinargli il vestitino. Non fosse, ahimè, che entrando ha palesemente salutato Stefan con un "amico", il che implica che, ci piaccia o meno, siamo qui per lo stesso motivo. Mi toccherà sopportarlo e, perché no, vedere se magari conoscendolo può starmi un po' meno in culo. Mi sbaglio di rado sulle persone, è vero, ma non sarebbe di certo la prima volta in fin dei conti.
    Rimango a fissarlo per qualche istante allora, scoppiando poi in una risata divertita e mollandogli un'energica - forse un po più del dovuto - amichevole pacca sulla spalla.
    "Dai facciamola finita, immagino che alla fine siamo qui per trovare lo stesso ragazzo mezzo morto con l'aria da disadattato, dico bene?"
    Mi volto in direzione del Salvatore, guardandolo come si farebbe con un cucciolo in fin di vita, solo per poi indicare la fiaschetta al nuovo arrivato.
    "Lì dentro c'è della roba buona da bere quindi, a meno che tu non si portatore di strane malattie alla bocca contratte in seguito alle tue opinabili abitudini di lecchinaggio e il nostro moribondo preferito non abbia nulla in contrario, serviti pure. Offre il grifoscemo."Coglioncello.
    Io riprendo il mio posto a sedere, e di certo non mi metterò a cercare una sedia pure per Morgan visto che, in primo luogo ha due belle manine tutte sue e, secondo poi, per quanto mi riguarda può pure sdraiarsi di fianco al rantolante se la cosa lo aggrada.
    "Una cosa interessante ma che non faccia ridere Stefan, eccola qui. Ti sbagliavi sulla Reed.", grazie incravattato per avermi riportato alla mente quel giorno dimostrando che forse hai qualche utilità dopotutto,"Non è poi così inquietante, in effetti basta scavare un po' sotto quella sua scorza da essere errante per scoprire una ragazzina decisamente brillante."
    Qualcuno mi lancia la fiaschetta e, vedendola arriva, la afferro al volo prendendone un altro sorso.
    Poco male, il fottuto incantesimo di riempimento è stato il primo che ho imparato lo stesso giorno in cui mi hanno messo in mano la bacchetta.
    Le priorità, nella vita, contano.


    Edited by L. McCormac - 15/11/2021, 15:51
     
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    "Cazzo, non ci avevo pensato. Ho messo a soqquadro la tua intera parte della stanza ed è sempre stato la?" Scosse ironicamente deluso la testa, sorpreso poi che l'altro si fosse ricordato del suo compleanno. Nemmeno tanto prossimo, compieva gli anni era proprio quel giorno e dove si trovava? In ospedale. Meritava un premio per l'amicizia solo per questo! "Ma guarda guarda chi si è ricordato del mio compleanno, della serie che fra un po' nemmeno io." Un sorrisetto in risposta a ciò che aveva detto Stefan, notando come solo muovere un braccio per allzare un pollice gli provocava dolore. "Però amico, incredibilmente vorrei che questo regalo durasse, quindi magari evita di sforzarti." Wait a damn minute, non era forse una frase da amico premuroso e preoccupato questa? Cazzo, forse era meglio farsi ricoverare pure lui, qualcosa non andava mica. Meglio bere, si, meglio bere. Prese in mano la fiaschetta passata da Logan e, nel mentre mandava già un sorso di whiskey incediario, non poté evitare una risata sotto i baffi per le parole del grifondoro. "E questo era niente, sarò la protagonista dei tuoi sogni per il resto della tua vita, cucciolotto." Lo sguardo da presa per il culo e una vocina femminile che di femminile non aveva un cazzo. Ma scherzando scherzando, quando più avanti Murphy avrebbe imparato a usare l'incantesimo Dulcisonium potete scommetterci che il caposcuola sarebbe stato il primo sui cui l'avrebbe usato, facendogli avverare quella traumatizzante visione durante i suoi sogni. Questa è una promessa, McCormac. Poi, Murphy ricadde nell'ennesimo silenzio Stefan rispose alla domanda di Logan, spiegando gli incantesimi - e la maledizione - che lo avevano ridotto in quel modo. Se l'era passata decisamente male, e a dir la verità, era pure fortunato se ora si trovava in quel letto d'ospedale a parlare con loro. Quando poi il suo compagno di stanza li accusò teatralmente di starlo facendo affaticare, se la rise leggermente - okay, vi giuro che le sue risate seppur leggere e a bocca chiuse, esistevano davvero, non erano un miraggio! -, ma tra uno sghignazzo e l'altro di Logan e lui, neanche il tempo di dire altro che fece la sua entrata nella stanza qualcun'altro. "Morgan." Rispose semplicemente Murphy, a mo' di saluto, in seguito al cenno del capo del concasato. Si fece beatamente i cazzi suoi mentre il grifondoro e il nuovo arrivato in stanza si provocavano a vicenda, seppur trattenendosi per il bene dello zombie nel letto, con cui alla fine dei conti erano entrambi amici. E non accennò ad alcuna parola nemmeno quando Logan nominò "la cosa divertente che non faceva ridere". Non conosceva bene la Reed, ma il fatto che fosse stata nominata in seguito a una richiesta simile e che rientrava nel tema divertente parlava chiaro sulle idee che la gente si faceva di lei. Per Murphy, bhe, era solo la ragazzina che aveva avuto l'onore di passare un po' di tempo con lui in biblioteca aiutandolo a recuperare il debito, no perché seriamente se non lo avesse aiutato col cazzo che ci sarebbe riuscito. Ed era anche la ragazzina che aveva bisogno di imparare a socializzare un po' di più anziché freddare i ghiacciai più di quanto non lo erano già - non che lui fosse chissà quale grande socievole chiacchierone, e lo si poteva notare pure in quel momento, dove i suoi silenzi venivano giusto giusto fatti ombra dal fatto che quel Grifondoro parlava parecchio, pure troppo.
     
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    -Ricordatevene per il futuro, Stefan conosce la data del vostro compleanno- non propriamente vero ma a volte capitava, come in quella occasione, che gli venisse il lampo di genio.
    -Allora coppinalo per me, vuole ammazzarmi con le sue battute- disse in risposta al suo non morire e al fatto che Logan stesse particolarmente di aria quel giorno, niente di diverso dal solito in vero, ma in una situazione così intima sembrava spiccare ancora di più la sua vena ironica.
    -Probabilmente gli è sembrato il modo più veloce per dissanguarmi- visto che era il sangue che gli serviva. Stefan restava comunque riconoscente a entrambi i maghi che lo avevano aiutato.
    Il pensiero corse a Kain, non appena si sarebbe sentito meglio gli avrebbe chiesto di vedersi, aveva delle scuse da fargli, era stato uno stupido egoista, solo in quei giorni, nel silenzio della sua stanza d'ospedale si era reso conto di non avergli chiesto come lui stesse, e se poteva fare qualcosa per lui.
    Certo era piccolo, probabilmente inutile per uno del suo calibro, ma questa non era stata una buona scusante.
    -Sembrate già una coppia di amanti over ottanta, datemi qua, ne ho bisogno pure io- e così, sperando che nessun inserviente lo vedesse, fece un sorso anche lui, stava allungando la fiaschetta verso Logan quando a raggiungerli fu Morgan.
    -Sono divertenti- gli rispose lasciando a loro la gioia di vedersela e dissipare i malumori mentre con lo sguardo si posò su Murphy che non poteva sapere a cosa stessero alludendo quei due e dunque come lui era un po' un pesce fuor d'acqua.
    -Possibile che queste scene io me le perdo sempre?- chiese rivolto al compagno di stanza – Morgan ce ne vuole di coraggio a leccare il culo a White, io mi aspetto avada kedavra anche se la dovessi partorire nella testa una cosa del genere-
    Innegabile che Stefan per ogni professore esistente al castello avesse stima e rispetto, di qualsiasi natura essi fossero.
    Non era nella sua indole andare contro nessuno che fosse superiore a lui, non per lecchinaggio bensì per semplice educazione impartitagli dalla sua madrina.
    Gli fece piacere vederlo lì, non se l'aspettava, ma del resto non se l'aspettava da nessuno dei presenti, abituato com'era a sentirsi etichettato come l'asociale per definizione non aveva neanche fatto caso alle persone che, nel corso di quegli anni, erano riuscite a capirlo anche nei suoi modi, e soprattutto nei suoi silenzi.
    Non potè esimersi dal mandare nuovamente a fanculo Logan con il medio bello in vista, disadattato un cazzo.
    Ma mezzo morto glielo poteva concedere tutto sommato.
    -Bevi pure, è roba buona- volendo fare il paragone con l'ultima bottiglia che si erano scolati insieme poteva dire che soddisfaceva gli standard.
    A catturare la sua attenzione fu nuovamente Logan – a si? - chiese senza capire bene in cosa si fosse sbagliato.
    Poco dopo chiarificò.
    “Cazzate” pensò, la Reed era inquietante, aveva quattordici anni, e neanche era sicuro li avesse veramente, e sapeva lanciare le maledizioni meglio di lui. Cazzo se lo era.
    -E quando è che ci hai avuto a che fare?- chiese pensando che si era perso più di un pezzo in quel periodo, distratto com'era ad autocommiserarsi.
    -Come va al castello?- chiese poi a Morgan – non vedo l'ora di tornare, strano ma vero- poi rivolto a Murphy – dimmi che non mi hanno di nuovo rubato tutte le mutande- oramai spendeva fior di galeoni solo in itimo.
     
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    L'antipatia che Christian e Logan provavano l'un l'altro era palpabile e tagliente, di certo non si poteva dire che quei due avevano iniziato col piede giusto ma il lycan doveva stringere i denti, si trovavano in ospedale entrambi per Stefan, per questo si fece scivolare addosso quasi tutto ciò che disse, ascoltandolo mentre si accingeva a levare il camice da dottore e la cuffia. "In realtà White mi sta sul cazzo quanto voi." Forse qualcosa in più, sapendo che era molto severo con Rose. "Ma in quella lezione hai fatto una cazzata, amico." Ricambiò la pacca sulla spalla e cambiò totalmente discorso. Dopotutto non gli fregava un cazzo dei problemi che potevano avere il White e la De Masi. "Murphy, sempre più silenzioso, uhm? Ho saputo che a volo hai fatto un figurone." Lo punzecchiò, mentre si scolava una generosa sorsata di Whisky di ottima qualità, doveva ammettere. Si sedette ai piedi del letto, facendo attenzione a non toccare Stefan, avendo il timore di fargli male anche solo con lo sguardo, dopo quello che aveva passato. "Sai che non volevano farmi entrare? Ho fatto un casino per vedere la tua faccia da culo." Risolino finale. "Come stai?" Domandò in fine ed ascoltò nuovamente la voce irritante di Logan che parlava di Ade, che era una ragazzina brillante e affatto inquietante. Il verde-argento non era d'accordo o meglio, lo era a metà. La Reed era sicuramente brillante ma anche molto inquietante, sembra che possa folgorarti con lo sguardo e odiava essere inferiore a una bambinetta. Cazzo quanto lo detestava. "Venne a fare l'eroe quando la De Masi lasciò temporaneamente la classe in mano ad Ade." Anticipò la risposta del grifo. "Non sapeva che stavamo solo.. scherzando." Si chiedeva ancora perchè quella ragazzina non aveva fatto nulla, dopo ciò che Christian gli aveva fatto passare. Faceva bene ad evitarla per un po', se non voleva essere cruciato nuovamente. "Ti rubano le mutande?" Scoppiò in una fragorosa risata, prima di fare l'ultimo sorso dalla fiaschetta, per poi passarla ad uno dei tre. Possibilmente non al grifoscemo.
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    Pacche sulle spalle, visioni contrastanti sul concetto di "fare una cazzata", proposte di popolare i miei incubi, cucciolotti e dissanguamenti vari a parte, alla fin fine qua dentro le cose non sembrano affatto andare poi così male.
    Che sia merito del nostro ora non più esangue amico in comune, o forse della bontà del mio whiskey distillato tre volte, sembra che con un minimo di disponibilità da parte di tutti si riesca pure ad andare d'accordo. Meglio così.
    Dopotutto io non sono mai stato un tipo rancoroso o che "brucia" le conoscenze al primo colpo; una seconda occasione, a mio avviso, solitamente se la meritano più o meno tutti.
    "No Morgan, suvvia, sei abbastanza grande da non aver più bisogno di rigirarti le cose per tuo tornaconto.", asserisco in direzione del serpeverde prima di voltarmi e, sibilando, puntare la bacchetta sulla fiaschetta castando un incantesimo di riempimento. Poggiando poi l'oggetto, ora nuovamente pieno e fruibile, difinitivamente sul comodino di Stefan che, immagino, ne disporrà a proprio uso e piacimento.
    "Non stavate scherzando, avete semplicemente pensato di sfruttare la prima occasione buona per fare i babbuini, fottendovene altamente del ruolo di Ade e delle parole della De Masi. Easy easy.", allargo le braccia del tutto noncurante, "L'avete vista piccola e vi è sembrata una buona idea approfittarne, tutto lì. Solo che quella, se l'avesse voluto, poteva farvi il culo in ben due modi.
    Metaforicamente, come caposcuola, e pure fisicamente in quanto parliamo di una ragazza che padroneggia magie ben superiori alla roba mediamente conosciuta da quelli del primo e secondo anno."

    Poiché sono seduto al contrario sulla sedia, dunque, lascio ricadere le braccia sullo schienale scambiandomi un'occhiata con gli altri due e riservando un'espressione di pura ovvietà al caro Christian.
    "Potrei anche averti salvato le chiappe da una possibile sonora batosta compare, quindi prego. Non c'è di che. Cooomunque...", e qui volgo il capo in direzione del mio ormai non più tanto solitario e taciturno figlio di Salazar preferito, "Dopo un "piccolo scambio di posizioni" con Mr. White mi son ritrovato a redigere una relazione sulle maledizioni senza perdono insieme alla Reed. E, conoscendola meglio, ho capito che la ragazzina ha il perché. Voglio dire, è sempre un po' inquietante per una della sua età, certo, però nulla di eccessivo. Una sorta di retrogusto creepy ben dosato che me la fa pure stare simpatica, ecco."
    Butto uno sguardo all'orologio da polso, prendendo dunque coscienza del fatto che - se davvero voglio fare un salto a casa prima di tornare al castello - ad occhio e croce ho ancora circa una mezz'oretta buona prima di dover dire addio a questo covo di bisce mal assortito.
    In ogni caso, giusto per non farci mancare niente, anche io mi sento in dovere di dire la mia sulle mutande del Salvatore.
    "Aaah, potresti fare come me: non metterle. Si risparmia un sacco di tempo in molteplici situazioni, ndáiríre."
    Sto scherzando ovviamente, come tutti anche io sono solito mettermi addosso un bel paio di boxer reggipalle sotto ai pantaloni. Salvo forse in quei casi, non poi così rari a dirla tutto, in cui mi scordo di portarmene un paio pulito da indossare dopo la doccia post allenamento.
    Cose che capitano a tutti di tanto in tanto, ma a me un po' di più.
     
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    Christian nominò la lezione di Volo, in cui effettivamente era andata bene fino a quell'incidente che non era stato causato da lui. Un sorrisetto laterale nel rispondere al concasato, rompendo il proprio silenzio. "Sarebbe andato tutto bene se la tua ragazza non mi si fosse lanciata addosso." Era la sua ragazza, Rose, no? Boh, non ci capiva un cazzo di chi stava con chi in quella scuola, ma ricordava comunque un dettaglio. "Fortuna c'era la tua ex a darmi gentilmente un passaggio sulla sua scopa." Due in una, forse era meglio quando stava in silenzio. Ma ehi, niente contro Christian, anzi stranamente non gli stava sul cazzo come la maggior parte della scuola e aveva nominato le due ragazze giusto perché era stato il primo a punzecchiare lui. Tutto quello che venne nominato in seguito in quella stanza d'ospedale riguardò la ragazzina corvonero e la lezione in cui tutto quel casino era successo e a cui con dispiacere non aveva assistito. "Ma che cazzo di lezioni si fanno ora ai primi anni? Per il perizoma di Morgana, da come ne parlate mi sono perso praticamente una festa, altro che lezione." Rise, fregandosene altamente del dibattito Ade inquietante, Ade capace di fare il culo, Ade qua, Ade di la. Quella tipa un po' inquietante lo era, ma a differenza loro Murphy sapeva molte meno cose per poter dire davvero che tipo fosse. Di sicuro era una secchiona asociale, su questo non aveva alcun dubbio. Ma calcolando che asociale lo era pure lui, era meglio che se ne restava zitto sull'argomento. Intanto era stato promosso solo grazie a lei, quindi dai, c'era di peggio a Hogwarts.
    "Ehi ehi amico, senza fretta. Si sta bene da soli!" Ovvio che da una parte prima Stefan tornava, meglio era, ma d'altra.. a lui piaceva davvero stare in stanza da solo, era più libero di fare il cazzo che gli pareva così. Senza alcun indugio prese poi la fiaschetta che Christian stava passando a uno di loro, qui serviva un altro sorso e fu quello che fece, ne mandò già uno bello grande mentre cercava di trattenersi da un'ennesima risata. Non funzionò, ovviamente, perché mandato già il whiskey era di nuovo scoppiato. "Tranquillo, ho preso l'intero cassetto e l'ho svuotato buttandole tutte sotto il tuo letto, ora sono tutte ammucchiate la sotto nella polvere accumulata così che nessun pervertito possa trovarle." A differenza di prima, disse questa frase con una tale convinzione che faticava lui stesso a non credere alla propria cazzata. Anche perché seppur l'aveva solo detto, non sarebbe strano assurdo se l'avesse fatto davvero. "Sono un buon amico, lo so."
     
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    -Di un po', che hai fatto per beccarti l’odio anche delle infermiere mh?- lo prese bonariamente in giro, però era stato esilarante vederlo entrare tutto bardato con quella mise da ospedale, quando gli sarebbe ricapitata ai presenti una scenda del genere? Probabilmente mai più.
    Non gli piaceva lamentarsi ma neanche mentire, quindi gli rispose come suo solito – una merda sta meglio di me- e sollevò un pollice a voler dire che comunque era vivo, quindi andava alla grande.
    -Ebbene si, mi rubano le mutande, che ci vuoi fare- si lasciò adagiare la schiena nel cuscino – le ragazze di oggi son tutte pervertite, ricordatevelo quando ci accusano a noi di qualcosa- perché anche se non sapeva chi fosse stato non lo avrebbe mai detto che dietro al furto si celasse un ragazzo.
    Era più divertente pensare che fosse stata una ragazza.
    -Io l’ho vista castare crucio al culo di un maiale- disse con aria solenne e non scherzava, il maiale era morto ma i crucio erano ben fatti ugualmente però.
    -Quando frequentavamo Durmstrang era diversa, c’era sempre un ragazzino con lei, era normale. Non di molte parole ma normale.
    C’è da dire che Hogwarts è una giungla, non è facile integrarsi, ci son troppi gruppetti a numero chiuso
    - non parlava solo di lei, ma in generale se non avevi un carattere brillane, solare, effervescente .. oppure se non eri un grandissimo stronzo, allora eri inesistente.
    -Anche voi concordate sul senza mutande?- chiese ai presenti – naa meglio avercele raccolte, non so tu ma lo trovo fastidioso- ebbene si, stavano veramente parlando di mutande.
    I discorsi, quelli eruditi.
    -Ottimo lavoro, così se le vogliono se le devono sudare, buttaci sotto anche qualche cacca bomba che esplode al tatto, tanto finiranno comunque tra le robe sporche-
    -Allora giovani fuori fuori- ed eccola, arrivò con un fastidioso battere di mani e la verve di un erumpent.
    -Il giovanotto deve riposare, tornate domani, e possibilmente uno alla volta, cosa c’è qua? Un festino? Fuori ! Fuori!- Stefan, impotente, li salutò muovendo due dita, le uniche ancora mobili, quelle che sostanzialmente erano le più operative – bevi e non fare storie- delicata come poche gli aprì la bocca e ci infilò una fiala intera di composto non ancora propriamente identificato.
    D’improvviso la stanza era nuovamente vuota e silenziosa. Ma lui non aveva sonno, la prima cosa che gli venne in mente di fare fu quella di ripetersi gli ingredienti di alcune pozioni. Sarebbe partito dalle più semplici, e chi poteva dirlo, magari il sonno sarebbe venuto da se, prima o poi.
     
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