Beeing awake is not necessary a desiderable state in Birmingham

Emory

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    Ottobre 2013


    Andromeda si strinse nel mantello, rabbrividendo. Una smorfia sul volto pallido tradì la sofferenza per quel gesto; nello spostare la pesante stoffa invernale aveva tirato inavvertitamente il braccio ferito, che aveva iniziato a pulsare più forte per il dolore. Fuori dalle mura del castello era salva, ma non c’era stato tempo per richiedere le cure di House: presto Castiel Westwood si sarebbe destato dall’incoscienza per denunciare al nuovo corpo auror la sua fuga con la complicità di Thomas. Tutto il mondo magico britannico avrebbe conosciuto il suo volto grazie ai manifesti da ricercati che il Ministro Moon avrebbe diramato promettendo una ricompensa per chiunque avesse contribuito alla loro cattura: agire quella sera costituiva la sua unica possibilità per reperire una nuova bacchetta. Quando giunsero sul posto la targhetta appesa alla porta recava la dicitura “chiuso”, questo non fermò Thomas dall’aprire la porta per spingere la ragazzina al suo interno. A ben poco valse l’invito dell’uomo dietro al bancone a tornare l’indomani; Thomas puntò la bacchetta contro le sue tempie e prima che questi potesse reagire l’incantesimo di confusione prese il sopravvento sulla sua volontà, rimuovendo la natura della loro conversazione.
    Alla ragazza occorre una nuova bacchetta”, aveva ripetuto il mago con una calma innaturale perché il rivenditore potesse assimilare ogni parola. Lo sguardo spaventato di Andromeda, mentre attendevano l’esito dell’incanto, era corso dal rivenditore al suo professore nell’immobilità di secondi che parvero interminabili: ricorrere a quello stratagemma era l’ultima cosa che avrebbe voluto, l’idea di essere scoperta o che a quell’uomo potesse essere fatto del male a causa sua la terrorizzava… la cosa peggiore era rendersi conto di non avere altra scelta. La strega si voltò verso l’ingresso, come per sincerarsi che non ci fossero altre persone nel negozio. Il timore di veder spuntare la vicecapo auror Lloyd da un secondo all’altro era irrazionale ma molto forte e la pietrificava. Fu Thomas a riportarla con loro e a catturarne nuovamente l’attenzione, stringendole la spalla sana. Quando la strega si voltò, sul bancone una scatola di velluto nero mostrava una bacchetta laccata di un rosso fragola, alla cui impugnatura nera culminava era incastonata una gemma di pietra lunare.
    -Frassino e crine di unicorno: per una strega testarda e coraggiosa che non si lascia distogliere facilmente dalle proprie idee. Resterà sempre fedele alla sua unica e legittima padrona.-, il sorriso che abbozzò il rivenditore era malinconico ma incoraggiante: vedendola esitare la incoraggiò con un gesto della mano ad afferrarla.
    -Coraggio, provala.-, Andromeda fece come le era stato chiesto: la mano che strinse l’impugnatura era scossa da lievi tremori, ma quando fu nel suo palmo la mannara sentì che fosse quella giusta. Dalla punta scoccarono scintille rosse, che si spensero dopo qualche secondo.
    -Perfetta-, commentò il fabbricante di bacchette, ma prima che potesse aggiungere altro fu un fascio scarlatto a colpirgli il petto, facendolo svenire sul pavimento. Andromeda si voltò di scatto verso Thomas, gli occhi spalancati dall’orrore.
    Ma che stai facendo?! Non era necessario ferirlo! Lui ci stava solo
    Aiutando?”, la precedette Thomas sottolineando una verità che avrebbe dovuto essere ovvia. “Quanto ritieni sarebbero magnanimi con lui se lo scoprissero? Siamo ricercati, Andromeda.”, Thomas fece evanescere lo scatolino con la bacchetta per guadagnare tempo, poi fece scattare il sistema d’allarme attivando l’incantesimo gnaulante per conferire più credibilità alla storia del mago, sia per attirare l’attenzione di qualcuno che potesse soccorrerlo sia per non coinvolgerlo come loro complice nel malaugurato caso in cui il nuovo corpo auror avesse deciso di fargli visita.


    A distanza di otto anni Andromeda aveva scoperto che il negozio al quale aveva sottratto quella bacchetta apparteneva ai Caine: l’uomo gentile che l’aveva assistita la sera della sua fuga dal castello era il padre di Emory, viveva ancora a Birmingham e gestiva ancora quel negozio.
    A distanza di otto anni le parole di quell’uomo si erano rivelate veritiere: soltanto una strega testarda, difficile da sviare dalle proprie idee, poteva dimostrarsi degna di detenere una bacchetta di frassino. Tuttavia, non era mai stata fiera di come l’aveva ottenuta: non importavano né le circostanze, né che la mano artefice del gesto appartenesse a qualcun altro; Andromeda l’aveva sottratta al negoziante avvalendosi dell’inganno e della forza. Cosa della quale non andava affatto fiera. Inviargli un gufo per fissare un appuntamento in negozio aveva richiesto coraggio: da un po’ di tempo l’arma non aveva le stesse prestazioni di quando l’aveva impugnava per la prima volta, qualcosa non andava ma non riusciva a definire la causa del malfunzionamento. Avrebbe potuto risparmiarsi il viaggio, facendola analizzare da Ollivander come aveva sempre fatto in quegli anni… ma c’era un conto in sospeso che avrebbe sempre bussato alla sua coscienza finché non lo avesse saldato. Quando mise piede in negozio l’impatto fu strano. Non era più una ricercata in fuga bensì un’aspirante auror: eppure, fatta eccezione per qualche ruga in più e per i capelli brizzolati, quell’uomo sembrava lo stesso di allora. Come se il tempo in quel luogo si fosse fermato.
    Signor Caine”, esordì, abbozzando un sorriso mentre avanzava verso il bancone.
    Andromeda Ramirez, ci siamo sentiti per lettera.”, chissà se, alla fine, dopo essere rivenuto dallo schiantesimo aveva avuto modo di riconoscerla sui manifesti.
    La mia bacchetta non agisce al meglio da qualche tempo. Speravo potesse aiutarmi.”, Andromeda poggiò l’arma sul bancone, per mostrargli di non avere cattive intenzioni, poi lo guardò negli occhi.
    La riconosce, signor Caine?
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    Arthur Thomas Caine è un uomo molto solo.
    Conosce ogni singolo scricchiolio del suo negozio e saprebbe indicare senza la minima esitazione dove si trova questa o quella specifica bacchetta, non importa quanto in alto o nascosta sia, lui riesce sempre a trovare ciò che cerca. La testardaggine è, in un certo senso, ciò che ha identificato la sua famiglia nel corso delle generazioni e il vecchio venditore va fiero di ciò che gli avi hanno costruito per lui, così come prova orgoglio per i raggiungimenti di carriera e scolastici dei figli sebbene loro vogliano avere a che fare con lui il meno possibile.
    E come potrebbe biasimarli? E' colpa sua se sono rimasti senza madre e fratello maggiore; l'ostinazione dei Caine lo ha abbandonato nel momento peggiore della loro vita, e l'uomo se ne da la colpa ogni singolo giorno.
    Agatha, la sua dolce Beanie, è quella che lo passa a trovare più spesso e lo spinge a cercare un'aiuto professionale adeguato per la sua malinconia e Arthur le ha promesso che l'avrebbe fatto, ma non si è mai presentato al primo appuntamento conoscitivo perchè una parte di lui sa di meritarsi tutta quella tristezza, i sensi di colpa che lo attanagliano nelle notti più fredde quando si rende conto che la sua amata Myra non è nel letto accanto a lui.
    Emory va da lui un paio di volte l'anno, se è fortunato, e lo sguardo del secondogenito è sempre distante ma raggiunge vette di riottosità quando pare rendersi conto del luogo in cui si trova. Arthur spesso si chiede se il secondogenito gli vuole ancora un briciolo di bene, o se lo considera un semplice accessorio del negozio, una bambola di porcellana vuota che sta lì, ferma a subire le conseguenze del mondo.
    E quindi l'uomo molto solo cerca la compagnia delle sue bacchette ed i clienti, servendoli come meglio può, perchè è in quei attimi che si sente davvero utile. Avrebbe potuto vendere il negozio molti anni fa, ma non riesce perchè quel luogo è pieno di ricordi, brutti o belli che siano, e lui non riesce a lasciarli andare, vi si aggrappa con tutte le forze e sa che probabilmente un giorno morirà lì dentro, tirandosi addosso una pila di bacchette addosso. Però finalmente potrà rivedere moglie e figlio morti proprio tra quelle mura, e nel riabbracciarli sarà felice.
    Sul muro dietro al bancone del piccolo negozio stipato di oggetti vi è un piccolo spazio su cui sono appese diverse fotografie: il bisnonno Caine che ha aperto l'attività per primo all'inizio del 1900, il giovane Arthur col padre e un'immagine in movimento di uno degli ultimi momenti felici della famiglia ancora unita, erano a Brighton sulla spiaggia e lui sta tenendo sulle spalle una piccola Agatha di appena nove anni mentre Shelby fa lo stesso con un Emory imberbe e ancora in grado di sorridere, tra le due coppie vi è Myra, moglie e madre amorevole, che con le braccia cinge i busti dei due uomini che sorreggono i membri più piccoli della famiglia.
    Sta guardando quella foto, quando il rumore della porta d'ingresso lo fa voltare verso la nuova venuta.
    Si ricorda di quel viso dai tratti eleganti, era stampato su molti manifesti della parte magica di Birmingham durante il periodo oscura e, seppur con qualche vuoto di memoria dovuto allo svenimento, ricorda anche il momento in cui varcò la soglia del negozio insieme ad un uomo, tanti anni fa.
    Arthur non si immischia molto negli affari governativi, non è un'argomento che lo interessa particolarmente e da quando lo strozzino che gli ha devastato la vita è stato rilasciato ha perso ogni briciola di fiducia per la giustizia, quindi non immagina il grado di parentela importante che giace nel cognome che lui le rivolge. Forse la relega ad una semplice coincidenza, ma poco gl'importa.
    Signorina Ramirez.
    La saluta con un lieve sorriso, tinto come sempre di quell'innata malinconia che non l'abbandona mai. Non prova rabbia per quello che la ragazza ed il suo accompagnatore gli fecero anni orsono, effettivamente non è che provi poi molto... Anche se, da qualche parte dentro di lui, sente di doverli ringraziare per quel furto perchè se le persone sbagliate avessero deciso che lui aiutava dei fuggitivi allora i suoi figli sarebbero rimasti probabilmente totalmente orfani.
    Carezza la bacchetta di legno abbandonata sul bancone, il legno è ancora brillante ma la pietra lunare ai suoi occhi esperti sembra spenta.
    Per una strega testarda e coraggiosa... Due caratteristiche che l'hanno aiutata a rimanere in vita durante i tempi bui, immagino.
    Quel periodo di oscurità per lui è stato distante, un rumore di fondo a quanto accadeva nel suo animo tormentato. Provava dispiacere per coloro che soffrivano a causa dei maghi oscuri, ma il suo carattere era ormai troppo debole e remissivo per anche solo tentare di tener testa a coloro che si credevano migliori degli altri. Non aveva agito per la sua famiglia, quindi perchè avrebbe dovuto con degli estranei?
    Che tipo di problemi le da? Di solito quando non ubbidiscono più al proprietario è perchè sentono che vi è del cambiamento dentro di loro. Possono essere dispettose quanto un'essere umano, quando ci si mettono, sa? Forse le sta suggerendo di tornare sulla retta via.
     
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    Andromeda si chiese quanto l’anziano rivenditore ricordasse di quella sera e se avesse riconosciuto la strega che lo stava osservando dall’altro lato del bancone. Fatta eccezione per la cicatrice che le solcava la guancia sinistra, l’aspetto della mannara non era cambiato poi molto da allora: era lo sguardo ad aver acquisito nuove sfumature, più cupe e dure.
    Corretto, signor Caine. Sono profondamente ostinata a non volerla dare vinta alla morte.”, ribatté, dopo aver annuito alle sue parole con un cenno del capo.
    Mi auguro che caparbietà e coraggio mi accompagnino ancora a lungo. Ne ho di strada da fare… per questo ho preferito consultare lei. È stato lei a fabbricare questa bacchetta, e chi meglio di un genitore per capire quali cambiamenti affrontano i propri figli…”, la guerra aveva giocato un ruolo chiave nel lasciare il segno ma non era stata la sola responsabile del peggioramento della sua indole introversa: il susseguirsi di delusioni protratte negli anni era stato tale da spazzare quasi del tutto la speranza nel poter condurre un’esistenza, se non appagata, quanto meno tranquilla. Della ragazza ingenua che mostrava dolcezza a chiunque e che sorrideva con malinconia era rimasto ben poco: Andromeda era diventata cinica in un modo che aveva spiazzato i suoi stessi genitori, che nel vivere a stretto contatto con lei avevano stentato a riconoscerla. Una metamorfosi che malgrado tutto non rimpiangeva, perché le aveva garantito la sopravvivenza perfino nelle circostanze più buie.
    Non è ancora arrivata al punto da rifiutarsi di eseguire gli incantesimi, ma la sento, come dire… sottotono. Fiacca. E va solo peggiorando ogni giorno che passa”, più la bacchetta calava in prestazioni, più l’auror si poneva in stato di allerta. Non ne aveva ancora messo al corrente Dell, per non fasciarsi la testa prima del tempo, ma di quel passo sarebbe stata costretta a non poter fare diversamente.
    Gli incantesimi non hanno più la stessa forza e la stessa precisione di un anno fa, a volte perfino la durata è stata a malapena sufficiente. Scoprire di essere di nuovo visibile grazie a uno schiantesimo nemico non è qualcosa che tengo a sperimentare, eppure di recente ci sono andata molto vicina”, Andromeda ne scrutò gli occhi con vivido interesse, soppesando per un po’ la sua domanda.
    Non so cosa intenda per “retta via”… ma sto cercando di essere un bravo Auror.”, forse non era a quello che si riferiva il mago. Se si voltava indietro Andromeda non avrebbe visto altro che cenere: in pochi mesi una relazione creduta solida si era sgretolata alla prima avvisaglia sotto le sferzate del vento, che insieme alla polvere di ciò che erano stati aveva portato via con sé l’illusione di avere una famiglia che fosse sua. I sentimenti che aveva provato per Cris si erano raffreddati fino ad estinguersi, l’unica “magra” consolazione di tutta quella storia se considerava in che modo avevano agito sulla sua salute. Era ancora arrabbiata con lui tanto da averne mantenuto i rapporti esclusivamente per poter vedere occasionalmente Diego, pur diminuendone tuttavia la frequenza. Ma se c’era qualcuno che più di tutti le faceva rabbia… era sé stessa.
    Forse si è accorta che non sono stata del tutto onesta.”, esordì, fissando l’arma con un’espressione pensierosa. “Forse si è resa conto… di essere stata ottenuta con la prepotenza…”, Andromeda sollevò lo sguardo sulla parete alle spalle del mago. Una fotografia aveva catturato la sua attenzione, il ritratto di una spensierata giornata in famiglia.
    La sua famiglia?”, domandò, sia per soddisfare una piccola curiosità sia per distogliere temporaneamente l’attenzione da sé, in modo da riprendere respiro.
    Fuori dal negozio ho visto che la stava osservando. Sembrava così assorto che quasi mi dispiaceva entrare.


    Edited by ×Ashelia× - 16/1/2022, 13:52
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    L'uomo molto solo un tempo conosceva i propri figli, li amava come solo un padre affettuoso è in grado di fare, ora invece gli sono distanti, figure nebbiose in una città già di per se avvolta dalle nubi.
    Capisce la disillusione di Emory nei confronti della giustizia poichè ci è passato anche lui, ma non riesce a vedere oltre la ferma corazza che il secondogenito ha messo su per affrontare il mondo e lo vede ormai così poche volte all'anno da non poter percepire le spoglie del suo vecchio figlio ancora disperse dentro l'uomo che è diventato.
    Agatha invece... Lei è tutta un'altra storia. Arthur non sa di lei, di quello che fa quando esce di notte per cacciare, perchè se ne fosse a conoscenza il suo cuore malandato si preoccuperebbe troppo dandosi ulteriori colpe. No, la sua Beanie è una brava studentessa di Duelli che lo va a trovare ogni volta che può e si preoccupa per lui, e questo basta al vecchio Caine.
    Le bacchette sono coloro che meglio riesce a comprendere, create dalle sue stesse mani e tendenzialmente ubbidienti, seguono schemi seppur a volte risultano capricciose e testarde, ma si riesce sempre a trovare una soluzione quando si parla di loro, e di questo Arthur ne è grato. Cosa penserebbe di se stesso se non fosse più in grado nemmeno di compiere il suo stesso lavoro? La vita perderebbe persino quel minimo di significato che ancora le da, e per quanto in parte sia pronto a riabbracciare i suoi cari sente che qualcosa lo tiene ancorato al mondo terreno. Un bisogno di redenzione, forse.
    Ascolta la giovane donna mentre carezza il legno della bacchetta, quasi ne stesse percependo i sussurri. Alza lo sguardo solo quando lei dice di essere un auror e si sofferma su quegli stessi lineamenti che, tempo fa, lo avevano squadrato con timore... Come se la piccola versione della persona che ha ora davanti avesse paura di toccare con mano la bacchetta che lui le andava offrendo, quasi rischiasse di spezzarsi sotto le sue dita pallide.
    Oh no, signorina, non parlavo della sua professione.
    Le sorride appena, come farebbe un padre che tenta di rassicurare la figlia riguardo un'affermazione errata.
    Intendevo qualcosa di più profondo, per esempio dei dubbi su se stessa. Forse ha smarrito la strada e la bacchetta sta tentando di dirle di tornare indietro, prima che sia troppo tardi.
    Magari non è più testarda come un tempo ed il frassino a contatto con la sua mano lo sente, nel suo funzionare male le sta dicendo di non mollare perchè non è questa la donna che ha imparato a conoscere e con cui ha lottato insieme.
    Il sorriso di Arthur si addolcisce appena quando la sente parlare di come è stata ottenuta, e una parte di lui si convince che è il modo della giovane di chiedergli scusa per quanto accaduto anni fa nel suo negozio; non la cosa peggiore che gli sia mai capitata, e neppure la più bella certo, ma non porta astio nel cuore nei confronti della Ramirez. Quanto le ha detto ora è sempre più di quello che ha ottenuto dopo la perdita di metà della sua famiglia.
    Allora dovremmo farle sapere che l'uomo che le ha dato la vita non prova riserbo nei confronti della padrona, che ne dice? Magari potrebbe aiutarla e renderla più collaborativa.
    Se il legno ha orecchie sentirà e comprenderà, oppure nel tornarle in mano percepirà il suo sollievo e tornerà a lavorare insieme a lei come un tempo. L'uomo solo ne è sicuro.
    Volge lo sguardo alle sue spalle, come sorpreso dalla domanda e dalla stessa presenza della foto alle sue spalle, quel breve e ultimo momento felice prima del disastro. Si perde nei capelli scuri della moglie, negli occhi che Agatha ha ereditato da lei e sente una fitta nel petto, il cuore salta un battito come ogni singola volta in cui ricorda che non ha più Myra accanto a se.
    Si, mia moglie e i miei figli.
    E' con voce malinconica e sguardo perso che torna a rivolgersi all'auror Ramirez, lasciandosi poi andare ai ricordi quasi sentisse il bisogno di condividerli con qualcuno di esterno a quel piccolo mondo in cui è rinchiuso da troppi anni.
    Eravamo a Brighton, a Myra piaceva moltissimo il mare e non perdeva occasione di trascinarci sulla spiaggia quando le ferie ce lo permettevano. Era di origine greca e la nostra bambina ha preso da lei, i due maschi invece somigliano a me.
    Non in tutto, ma non sa decidere se sia un pregio o un difetto. Shelby era il più testardo di tutti, meno incline del padre a cedere alle minacce e questo gli è costato la vita, portandosi dietro anche quella di sua madre. Invece Emory...
    Sorrideva così tanto.
    Gli esce come un sussurro, sfugge dalle labbra ed è rivolto più a se stesso e a quel figlio che ha perso per metà che all'interlocutrice a cui torna a rivolgersi dopo aver scosso il capo, come a voler sfuggire a quei ricordi rimasti fermi nel tempo.
    Mi perdoni, signorina, a volte mi lascio trasportare via. Credo sia dovuto alla vecchiaia, o al fatto che passo tutto il mio tempo qui da solo... Comunque, vuole che tenga la sua bacchetta per qualche giorno per darle una controllata più approfondita?
     
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    Andromeda si impose di sostenere lo sguardo del signor Caine, in modo da affrontare a testa alta il senso di colpa e l’imbarazzo. Non lo avrebbe biasimato nel vederlo reagire con freddezza, e per quanto potesse non essere sano sperarlo era con quell’aspettativa che aveva aperto la porta del negozio. Indirettamente sentiva di dover essere punita, di non meritare tregua perché tutto quel che toccava marciva e moriva, o si guastava fino a sgretolarsi… in quel complesso quadro di emozioni la bacchetta ribelle rappresentava soltanto la punta dell’enorme iceberg contro cui la sua piccola imbarcazione si stava schiantando. Vedere il negoziante bendisposto ad aiutarla fu quanto di più inaspettato potesse capitare: il signor Caine non esitò a metterle la pulce nell’orecchio ponendole una serie di interrogativi, e offrendole il suo perdono diramò parte della nebbia che le aveva fatto smarrire la strada di casa.
    In tre mesi ho perso quelle che credevo essere certezze” fu con un fievole sorriso che reagì alle parole del mago. Cris non avrebbe potuto scegliere momento peggiore per infiltrarsi al castello: la mannara aveva avuto molto tempo per stare in compagnia dei suoi peggiori timori fino a perdere lucidità e a gettarsi nello sconforto totale, tanto che dopo non aver trovato riscontro nell’altro la separazione le era parsa l’unica cosa da fare per riprendere il controllo della sua vita.
    Ho cominciato a pensare di non essere adeguata per certe cose. Finché l’idea non ha messo su radici diventando una convinzione”, una famiglia, una vita comune… l’amore di un compagno… ormai era tardi per tornare indietro, non erano scritti nel suo destino. Forse in serbo per lei c’era altro. O forse non era a questo che si riferiva la sua bacchetta? Che non fosse stato il momento giusto?
    Quanto meno… sarà un nuovo inizio per la sua padrona.”, gli rispose, nascondendo entrambe le mani dietro la schiena per afferrarne un polso. Sapere che il signor Caine non le riservava rancore poteva essere un punto da cui partire se non altro per chiudere una delle “faccende in sospeso” che si trascinava dal passato. Sentirlo parlare della sua famiglia fu toccante: la sua voce accarezzava con affetto le figure evanescenti della sua famiglia, diventando più malinconica e nostalgica quando si soffermava sui componenti che non lo avrebbero più affiancato in vita. Andromeda scosse flebilmente il capo come per lasciargli intendere che scusarsi non era necessario.
    Quando si ama così intensamente una persona… è difficile lasciarla andare. Abituarsi alla sua assenza”, commentò, sincera. “È davvero un bello scatto.”, per un po’ tacque. Trovò singolare il modo in cui invece parlò al presente di entrambi i figli maschi: Emory le aveva confidato che il fratello maggiore non c’era più… che fosse una svista o una sorta di negazione non era da escludere.
    Le sarei davvero riconoscente. È una leggerezza che il mio capo auror non mi perdonerebbe”, Andromeda tirò fuori dalla borsa la custodia di pelle, lasciandola sul bancone.
    Non esiste cifra che possa riscattare il modo in cui questa bacchetta è stata ottenuta”, precisò, guardandolo negli occhi. Il signor Caine le aveva dato dei consigli validi, forse c’era più di un modo in cui poteva aiutarla…
    Ma c’è qualcosa di più prezioso che posso offrirle. Se mai dovesse occorrerle protezione… la consideri impugnata per lei. Basterà un suo patronus e sarò da lei in qualsiasi momento. Mi permetta di ripagarla
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    Si sente un confessore, il vecchio Arthur.
    La giovane donna confida i suoi dubbi al fabbricante di bacchette e lui l'ascolta come solo chi è passato per le stesse sofferenze è in grado di fare, e pur non conoscendo i drammi dell'auror sente affinità in quelle certezze crollate in così poco tempo.
    Un lavoro stabile e sicuro, costruito attorno ad un nucleo famigliare stretto e che mai potrà essere spezzato... In questo lui credeva, prima che arrivasse il signor Gold a sfilargli la terra da sotto i piedi, ed ora all'uomo solo non resta altro che cadere sempre di più in quel vuoto buio, nella speranza che prima o poi toccherà il fondo.
    Non deve lasciare che il dubbio distrugga la sua testardaggine, signorina. Troverà il suo posto nel mondo, in un modo o nell'altro.
    Le sorride con dolcezza, come farebbe se la sua piccola Beanie si presentasse a lui con gli stessi problemi. Per i giovani come loro non è troppo tardi, vi è possibilità di redenzione, di trovare una nuova strada in mezzo a quei rovi che inizialmente sembrava troppo pericolosi da attraversare. Basta solo avere coraggio, e la testa abbastanza dura per prendere di petto gli ostacoli.
    Agatha direbbe che anche per lui il tempo non è scaduto, ma Arthur non ci crede e si limita a produrre le sue bacchette con gli stessi movimenti lenti e sapienti, chiuso nel suo piccolo mondo.
    Lui ha un peccato troppo grande da espiare, ed i fantasmi del suo passato glielo ricordano ogni singolo giorno.
    Come dice la giovane auror, trova difficile lasciar andare chi ha amato, specialmente dopo tutti quegli anni d'amore e sorrisi, discussioni risolte con parole ed abbracci... L'assenza di Myra e Shelby ha un peso nel cuore dell'uomo, un macigno impossibile da spostare e sostituire con qualcun altro. Potrebbe spostare quelle foto, portarle a casa sua e metterle su una bella credenza accanto ad un vaso di fiori colorati, così non dovrebbe vederli ogni qual volta girerebbe lo sguardo e non soffrirebbe perdendosi nei ricordi, ma ovviamente non lo farà mai.
    Sarebbe troppo facile, e non è ciò che pensa di meritarsi.
    Ascolta la proposta della Ramirez con espressione sorpresa, ed inizialmente vorrebbe dirle che non serve perchè è davvero tutto perdonato, non vi è astio nel suo spirito per questa ragazza dal volto gentile... Eppure non fa nemmeno questo, poichè negli occhi della giovane legge il bisogno di fare qualcosa per lui, di fare ammenda nell'unico modo che conosce, e chi è Arthur per negarle un briciolo di pace?
    Molto bene, terrò a mente questa sua promessa. Grazie.
    Sorride di nuovo, pur in parte dubitando possa mai servirgli protezione per qualcosa dato che passa tutto il suo tempo in negozio. In fondo la vita gli ha già donato così tante brutte sorprese, perchè dovrebbe accanirsi ancora?
    Torni tra un paio di giorni, d'accordo? Nel frattempo le vado a prendere una bacchetta sostitutiva sul retro. Il suo catalizzatore tornerà come nuovo, si fidi di me.

    Cinque giorni dopo

    Per le strade della Birmingham magica è buio ed una pioggia fitta cade senza sosta da ore. Tutti si sono rintanati in casa per cenare e passare una bella serata con le proprie famiglie mentre fuori i vicoli rimangono vuoti, ma una piccola candela solitaria illumina fiocamente il retro dello stipato negozio di bacchette della famiglia Caine.
    Arthur si è chiuso la porta alle spalle dopo aver girato la chiave nella toppa della porta principale, e sta lavorando in totale silenzio nello studiolo dove solitamente produce catalizzatori per i giovani maghi. Prende appunti, il vecchio artigiano, e se non fosse per la stanchezza e il rumore della pioggia forse sentirebbe molto prima la maniglia cigolante dell'entrata frontale che viene girata.
    Sono un paio di ladri giovani, ragazzi che desiderano fare un bel colpaccio rubando quante più bacchette possibile per rivenderle al miglior offerente, e non si sono accorti della presenza dell'uomo sul retro così si prendono la leggerezza di poter parlare a voce un po' più alta di quanto sarebbe saggio fare.
    Il cuore di Arthur salta un battito quando percepisce delle risatine dall'altro lato della porta, inizialmente pensa di stare sognando ma quando a queste si aggiungono voci maschili e rumori di tonfi sordi allora ogni muscolo del suo vecchio corpo si irrigidisce.
    Scioccamente pensa siano i licantropi dello strozzino che gli ha sterminato mezza famiglia, giunti da lui per terminare il lavoro, ed inizia a sudare freddo, dalle mani tremanti scivola la penna d'oca che cade a terra con un rumore così leggero che sarebbe stato impossibile per chiunque coglierlo.
    Il panico fa accelerare l'organo malandato che gli batte in petto, ma nonostante questo riesce a trovare un briciolo di lucidità in sé per capire che non si tratta di loro, o a quest'ora sarebbe già in compagnia della sua Myra.
    Potrebbe stare zitto e lasciarli fare, farsi rubare mesi o anni di lavoro in un batter d'occhio, e così sarebbe il solito Arthur Caine che abbassa la testa dinnanzi alle avversità, troppo codardo per agire persino di fronte al pericolo... Oppure potrebbe alzarsi e affrontarli, anche solo per spaventarli, ma sa di essere troppo vecchio e debole e qualcosa dentro di lui vuole ancora lottare per rimanere ancorato al mondo, e non ne capisce il motivo.
    E così, opta per la terza opzione, facendo ciò che avrebbe dovuto fare quando i malvagi vennero da lui la prima volta ed aveva ancora un briciolo di fiducia nella giustizia: sceglie di chiamare un'auror.
    Non una qualsiasi, però. La signorina Ramirez gli ha promesso protezione per ripagare il suo debito e quando le ha restituito la bacchetta, appena tre giorni fa, ha visto nel suo sguardo una gratitudine che gli ha scaldato il cuore.
    La mano tremante raggiunge la bacchetta mentre la mente si concentra sul ricordo felice della sua famiglia unita a Brighton, tutti sorridenti mentre posano per una foto di gruppo che racchiude tutto l'amore che provano l'uno per gli altri, ed ecco che davanti a lui appare il patronus un po' spento di un passerotto. Da giovane era stato un falco, come quello dei suoi figli maschi, ma col tempo aveva perso tutta la sua forza e carisma, diventando l'ombra di se stesso.
    Sono chiuso nel retro del mio negozio, credo siano entrati dei ladri.
    Il messaggio è veloce e sussurrato per paura di destare attenzioni indesiderate, e dopo che il piccolo pennuto vola via l'uomo rimane nuovamente solo ed immobile, in attesa di vedere cosa ne sarà del suo destino abbandona la bacchetta sul tavolo.
    Non ha voglia di lottare, nemmeno quando sente dei passi avvicinarsi alla porta del suo nascondiglio. Sente di aver fatto abbastanza per sforzarsi di rimanere a questo mondo, e l'appiglio cede appena.
     
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    Vederlo accettare quella proposta le tolse un pesante macigno dal cuore. Arthur Caine l’aveva perdonata da tempo, aveva compreso che Andromeda aveva soltanto bisogno di un aiuto per perdonare sé stessa.
    D’accordo allora. Attendo un suo gufo”, fu con animo più leggero e la promessa di protezione che lasciò il negozio, ma soprattutto con l’intenzione di avere maggiore cura di sé stessa. La salute della strega negli ultimi mesi aveva conosciuto un lento ma graduale declino, al punto che il fumo l’aveva portata a una tosse canina persistente e a un acuta bronchite cronica. Quasi un anno prima il guaritore l’aveva messa in guardia, analogamente suo padre la stava mettendo in guardia da quando la famiglia si era trasferito a Londra: se la mannara non avesse rinunciato al tabacco sarebbe diventata ospite fissa al primo soccorso. Rinunciare alle cattive abitudini era difficile: Andromeda non era pronta a fare a meno del sollievo psicologico che le restituivano i momenti in cui aspirava una boccata di fumo, alla stregua di una boccata d’aria metaforica, ma dal suo quotidiano. La strega alternava giorni in cui era più tranquilla, e riusciva a contenersi, ad altri in cui il nervosismo prendeva il sopravvento e quella dipendenza la trascinava in un circolo vizioso dal quale non riusciva ad uscire. La bacchetta restituita continuò a non lavorare al massimo delle sue prestazioni smise di rifiutarsi di obbedirle. Era soltanto una sensazione, la volontà reciproca di collaborare per lo stesso fine: il catalizzatore doveva aver riconosciuto la mano del suo creatore, ne aveva percepito l’assenza di ostilità e la volontà della sua padrona a riguardarsi. A modo suo le stava dicendo che stavano dalla stessa parte e che se avesse voluto continuare ad usufruire del suo aiuto non avrebbe dovuto arrendersi. I giorni seguirono nella piattezza assoluta, con ronde tranquille e incarichi di poco conto finché il patronus di un passerotto non si posò sulla spalla per riferirle un messaggio. La voce di Arthur Caine trasmetteva emergenza: il fabbricante di bacchette era nascosto nel retro del negozio e aveva compagnia. Andromeda non esitò a materializzarsi nella Birmingham magica, quando ricomparve in uno dei vicoletti in prossimità dell’esercizio commerciale si celò alla vista con un incantesimo di trasfigurazione.
    I ladri erano due, ma non escluse la presenza di un terzo di vedetta all’esterno. I soldi non sembravano l’obbiettivo principale vista la foga con la quale cominciarono ad infilare in una valigia in pelle di moke quante più bacchette riuscivano ad afferrare dagli scaffali. Fu un dettaglio a metterli in allerta: una bacchetta fuori dalla custodia, lasciata in bella vista su un tavolo. Fu allora che cercarono riscontro dei loro sospetti, immobilizzando il proprietario con un incantesimo prima di verificarne la posizione.
    «Guarda un po’ quale ratto di fogna si nascondeva nella tana», se la rise con scherno il capo dell’operazione. Nonostante i lineamenti dei volti fossero camuffati da strati di pigmento trasfigurante, dal tono dedusse che entrambi erano molto giovani.
    «È soltanto un vecchio. Se ha dato l’allarme siamo fottuti, andiamocene»
    «Non così in fretta. Merita una lezione: uccidilo» l’altro sgranò gli occhi, esitava, mostrando dei ripensamenti.
    «È la tua occasione per dimostrare alla crew che hai le palle per essere uno di noi. Non ne avrai un’altra», Andromeda non gli permise di proseguire: fece evanescere la vetrata della finestra, lo schiantesimo tramortì l’aggressore. L’altro lasciò andare la refurtiva e colse la palla al balzo per smaterializzarsi, sparendo alla vista. Disarmato e bloccato da fitte funi, il ladro giaceva sul pavimento privo di conoscenza. Andromeda si introdusse nel negozio, in soccorso di Arthur Caine. Quando gli fu vicina lo sbloccò e si rese nuovamente visibile.
    Signor Caine, sono Andromeda. Sono qui per aiutarla. È ferito?”, si sincerò, cercando di capire se fosse sotto shock. Non trovava altra spiegazione per quanto aveva assistito.
    Perché era ancora in negozio? Disarmato, per giunta!”, un colpo di tosse stroncò il principio di una sfuriata. Andromeda si allontanò di scatto coprendo la bocca con un fazzoletto, il viso divenne rosso per lo sforzo. Solo quando fu certa di respirare regolarmente interagì nuovamente con il fabbricante. Non essendo in servizio la prima cosa che fece fu avvisare il dipartimento dell’aggressione. Il dingo argenteo avrebbe compiuto un’altra deviazione, cercando Emory in Accademia, o dovunque fosse: suo padre aveva bisogno di tutto il sostegno possibile, aveva bisogno della sua famiglia.
    Le assicuro che farò il possibile perché tutti quelli coinvolti in questa storia non la passino liscia. Ma lei deve spiegarmi cos’è successo… perché non ha cercato di difendersi?

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    Impossibilitato a muoversi, Arthur Caine ascolta a capo chino lo scambio di battute tra i giovani ladri intenti a scegliere il suo destino.
    Vi è calma sul suo volto intriso di rughe ed ormai arreso al raggiungimento della propria fine. Lo uccideranno nel suo negozio per una sciocca dimostrazione di forza, e chissà, forse un giorno il ragazzo che ha sferrato il colpo di grazia arriverà persino a pentirsi di quel gesto e chiederà perdono all'anima di quel vecchio artigiano, senza sapere di avergli fatto un favore.
    Arthur desidera morire per raggiungere moglie e figlio, e trova sia simbolico il fatto che stia nuovamente avvenendo nella bottega di famiglia, luogo di risate, lacrime e sangue. Il centro del suo mondo.
    Alza lo sguardo sui ladri, e se facessero attenzione noterebbero un lontano brillio in quegli occhi chiari, un ricordo della testardaggine di chi è legato alla vita e a tutto ciò che è in grado di donare... Ma loro sono troppo giovani, e l'uomo solo desidera riposare. Lo guarda, ed è come se gli stesse dando il permesso di colpirlo con quel volto paterno che lascia trasparire una sola ed unica sicurezza: andrà tutto bene.
    Prega che la giovane auror arrivi in ritardo, giusto in tempo per scoprire il suo corpo ancora caldo da poter consegnare ai due figli rimasti, ma la Ramirez possiede la velocità e destrezza che sono mancate a lui nel momento del bisogno, ed il suo attacco è letale.
    Osserva la scena ed il ragazzo privo di sensi accanto a lui, una volta che tutto è terminato, e gli invidia quella serenità, seppur essa sia nata da un'evento tanto violento. Perso in una nebbia di fitti pensieri ne rimane avvinto finchè non è la voce di Andromeda a farlo tornare in quel mondo di cui lui tanto voleva liberarsi.
    Strabuzza gli occhi davanti a quella figura leggiadra, come se la vedesse per la prima volta. Non riesce a risponderle, non subito almeno, e quando l'altra inizia a tossire con forza il suo istinto da padre non può fare a meno di provare un pizzico di preoccupazione per lei. Vorrebbe raggiungerla per allungare un braccio verso la sua spalla e chiederle se sta bene, ma rimane bloccato sul posto a contemplare... Non sa nemmeno lui bene cosa, forse nuovamente il ragazzo svenuto, o forse solo quella che lui ritiene essere stata una possibilità persa.
    Presta poca attenzione al canide argenteo che corre via diretto chissà dove, e quando Andromeda torna da lui con le sue domande si sente crollare dal peso di anni di sensi di colpa, dolore represso e paura.
    Se fosse morto stanotte i suoi figli sarebbero stati liberi, sollevati di essersi lasciati dietro una tale ancora grondante sangue, Agatha avrebbe pianto si, ma poi sarebbe stata meglio grazie ad Emory ed entrambi lo avrebbero dimenticato. Perchè non gli è stato concesso nemmeno questo lusso? Quest'ultimo regalo per espiare i suoi peccati?
    Inizia a piangere, l'uomo solo, e se ne vergogna più di quanto potrebbe mai ammettere, ma non riesce a smettere.
    Li ho sentiti entrare, pensavo fossero...
    Inizia a spiegare tra i singhiozzi, le parole rimangono soffocate in gola e tenta di sbloccarle con un colpo di tosse mentre mani agitate scostano lacrime calde dalle gote.
    Volevo solo rivedere Myra e Shelby. Mi mancano così tanto e v-voglio solo morire perchè n-non merito di vivere! Sono m-morti per causa mia, capisce?!

    **


    Il dingo mi raggiunge nel mio personale laboratorio di pozioni, nascosto da occhi estranei sotto metri di terra e cemento.
    Il suo arrivo improvviso mi spaventa, facendomi così rovesciare un po' del contenuto della pozione corroborante che stavo preparando per mia sorella. Nonostante il periodo mentalmente agitato che sta affrontando non ha smesso di uscire la notte per i suoi scopi di caccia, e non posso permettere che il poco sonno la renda meno attenta.
    L'ho pregata di stare a casa più spesso per dormire di più mentre questa situazione con Hades è in via di districamento, ma la mia Beanie è testarda e per nulla disposta ad abbandonare la sua routine. E così, da bravo fratello maggiore che non potrebbe mai legarla al suo letto, tento di proteggerla ed aiutarla come meglio posso.
    Anche io dormo poco, e le occhiaie scure che mi segnano lo sguardo ne sono la prova concreta, ma fortunatamente ho molto lavoro e molti hobbies con cui poter riempire le serate che non sembrano voler raggiungere una fine. A volte mi capita di pensare alle occasioni perse, nei momenti in cui il silenzio si fa più pesante, ed è quindi con estrema sorpresa che la voce di Andromeda Ramirez mi coglie in quell'istante, quasi fosse apparsa per ricordarmi la sua esistenza e tutto ciò che sarebbe potuto essere se la mia vita fosse stata diversa.
    Però le notizie che porta non sono delle migliori, ed è con un'infastidito arricciamento del naso che apprendo della sua presenza a Birmingham accanto a mio padre, tuttavia un sentimento di apprensione mi coglie al petto quando capisco che il vecchio artigiano è sfuggito ad un pericolo per il rotto della cuffia.
    E' strano... Mai pensavo di poter provare ancora affetto per quell'uomo inutile che non ha trovato la forza di alzare un singolo dito nel momento in cui la sua famiglia aveva più bisogno di lui, ma immagino sia quella parte di me che tento di soffocare ad essere preoccupata, quell'Emory che lo abbracciava ogni volta che doveva tornare ad Hogwarts una volta finite le vacanze estive e che non vedeva l'ora di rivedere lui e mamma a Natale.
    Potrei ignorare quel richiamo, fingere di essere occupato ed evitarmi di rivedere quel negozio stipato di bacchette e ricordi, ma se lo facessi ne ricaverei solo seccature da parte dell'auror e cosa accadrebbe se papà decidesse di lasciarsi andare con la lingua verso un lontano viale di sensi di colpa?
    Certo, se Andromeda si mettesse a cercare troverebbe i vecchi articoli del processo, ma è meglio tenerla lontana dalla verità, per quanto possibile. Abbandono il lavoro sul tavolo, prendo al volo un cappotto e, con lo stomaco stretto dall'ansia, mi smaterializzo a Birmingham, davanti a quel luogo che sono giunto ad odiare.
    Stringo i pugni e mi morsico l'interno delle guance per farmi coraggio, sento delle voci all'interno e vedo del disordine, ma rimango comunque sotto la pioggia battente per lunghi attimi prima di trovare la forza di muovere un singolo passo. Se entrassi starei male, mi sentirei soffocare come il giorno in cui incontrai l'auror, ma devo farlo per proteggere Beanie. Devo fare ciò che nostro padre non è mai stato in grado di compiere a causa di tutte le sue paure ed arrendevolezze, poco importa se le grida di mamma mi infesteranno le orecchie nell'esatto istante in cui solcherò l'uscio ed il sangue di Shelby inizierà a gocciolare dalle pareti.
    Andromeda?
    La chiamo ad alta voce mentre mi muovo su gambe appena tremanti, ostento sicurezza irrigidendo il volto da cui sento trasparire sudore freddo, fortunatamente mascherato dalla pioggia.
    Le pareti sembrano stringermisi attorno, ma proseguo finchè non li vedo assieme ed è con orrore che mi rendo conto delle lacrime che stanno solcando il volto del vecchio. Deve essersi spaventato molto per quella che, a tutti gli effetti, sembra una rapina, eppure non riesco a compatirlo del tutto e ciò che sento mentre lo osservo è solo un profondo astio.
    Gli hanno fatto del male?
    Chiedo alla donna con voce sfiatata, più per il senso di soffocamento che per una vera preoccupazione, ma se può servire a mascherare i miei veri intenti allora meglio così. Una domanda mi sovviene, una a cui non avevo avuto tempo di pensare per la sorpresa ed il bisogno di correre cui per cercare di tamponare gli eventuali errori di Arthur...
    Come fate a conoscervi?
    Già, come? E se la recluta si fosse decisa a infiltrarsi nei miei affari tramite mio padre a causa di quanto successo l'ultima volta che ci siamo parlati? Una donna offesa può arrivare a smuovere il mondo, pare.
    Usciamo da qui per parlare, è pur sempre una scena del crimine.
    Le metto fretta puntando sulla professionalità, il cuore mi batte in gola mentre vago sulla figura di mio padre che mi osserva con la sua solita espressione piena di senso di colpa e tristezza, come se lui fosse l'unico ad aver sofferto da ciò che abbiamo perso. Non è mai stato bravo a capire quando e come muoversi, questo maledetto uomo che si merita la solitudine che gli è piovuta sulla testa.
     
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    Pensava cosa?”, Andromeda lo scrutò a fondo, attendendo una giustificazione che la colpì alla stregua di uno schiaffo in pieno volto. Non poteva capire perché si ritenesse responsabile della morte di sua moglie e del figlio maggiore, ma poteva capire quanto quella perdita lo devastasse, al punto da spingerlo a cercare la morte per mani estranee. La strega non disse una parola, in quel momento sarebbero state superflue: l’unica cosa che le restò da fare fu avvicinarsi al corpo chino di quell’uomo, poggiargli una mano sulla spalla e trarlo a sé in un abbraccio. Rimase a lungo in quella posizione, lo sarebbe rimasta tutto il tempo necessario affinché Arthur Caine si fosse tranquillizzato realizzando che il peggio era passato.
    Andromeda gli rimase accanto mentre uno dei medimaghi giunti sul posto si sincerò che il fabbricante di bacchette non fosse ferito. Non poté dire lo stesso per il ladro catturato, che mostrò segni di un trauma cranico lieve e venne portato sotto sorveglianza al San Mungo. Lo spazio del negozio mentre si affollava di auror in servizio pronti ad accogliere le loro deposizioni sembrò assumere carattere più angusto, percezione che era consapevole dipendesse in parte dall’astinenza dalla nicotina. Tuttavia, non se la sentì di lasciare Arthur da solo per appagare quello che era diventato un bisogno primario, quindi non le rimase che resistere all’impulso.
    Fu una voce familiare ad attirare la sua attenzione. Quando si voltò, gli occhi chiari si soffermarono sulla figura di Emory che avanzava verso suo padre per sincerarsi di quanto appena accaduto nel negozio.
    Non ne hanno avuto il tempo.”, rispose asciutta, guardando con la coda dell’occhio il volto di Arthur ancora rigato dalle lacrime. La domanda che seguì fu spiazzante: surreale che tra tante cose che avrebbe potuto chiederle quella che trovava più urgente riguardasse la natura della sua presenza in negozio. Singolare che presupponesse tra i due una conoscenza retroattiva. Ciononostante, nulla nello sguardo della mannara, fatta eccezione per un lieve assottigliamento delle palpebre, lasciava spazio al sospetto. Dettaglio che probabilmente non sarebbe sfuggito all’avvocato del diavolo.
    Ha realmente importanza in questo momento?”, durante la loro ultima conversazione non avrebbe potuto essere più esplicito: non c’era spazio per alcun tipo di legame. E il messaggio era stato recepito forte e chiaro: che importanza aveva, alla luce di quanto appena successo, che lei e suo padre si conoscessero? Non era un’informazione vitale, o almeno… non era la prima cosa che le sarebbe passato per la mente di chiedere davanti a un’aggressione.
    Ha costruito la mia bacchetta.”, fu per non guadagnarsi la sua ostilità che rispose, tuttavia, omettendo il reale motivo di quell’incontro: non era prudente diffondere in giro notizia del malfunzionamento della bacchetta. Guardinga lo seguì fuori dopo aver gettato un’occhiata dubbiosa ad Athur, e quando furono da soli fuori dal negozio fu un silenzioso disagio a prendere il sopravvento. Andromeda incrociò le braccia al petto e prese un respiro profondo.
    Due mi sono sfuggiti: credo che uno fosse nascosto in uno dei palazzi dei dintorni come sentinella. L’altro complice si è smaterializzato prima che potessi schiantarlo”, spiegò, guadagnando tempo per riflettere.
    Non sono riusciti a sottrarre niente e dubito ci riprovino tanto presto… ma non è da escludere che valutino un altro colpo futuro. Mentre li rintracciamo posso solo suggerirti di avvalerti della protezione degli auror, almeno finché non si siano calmate le acque.”, una protezione temporanea alla quale avrebbe dovuto seguire un piano per intercettarli e catturarli, ma vista la sua inesperienza non poteva avanzare proposte sul lungo termine. Preferiva consultare prima Dell. Si interruppe scostandosi solo per tossire nel pugno chiuso, un colpo di tosse improvviso, sempre più frequenti a causa delle sigarette. Quando la crisi si calmò riprese da dove si era interrotta.
    Emory…” esordì, mordendosi il labbro inferiore. Più ci pensava, più giungeva alla medesima conclusione: non esisteva un modo delicato per affrontare il problema.
    Tuo padre… potrebbe aver bisogno di aiuto.”, Andromeda sciolse la postura, infilando le mani nelle tasche dei jeans. Lo sguardo era fisso sugli occhi chiari dell’avvocato, ne scrutava attentamente ogni minima reazione.
    Quando sono arrivata la sua bacchetta era sul tavolo. È difficile da accettare ma… credo che l’abbia lasciata lì di proposito. Ha avuto tempo per reagire, ma non ci ha nemmeno provato” sospirò, dispiaciuta.
    Non so se sia la prima volta che mostra un comportamento anomalo… ho paura però che possa capitare ancora.
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    Guardo il volto della giovane donna, concentrandomi sui suoi lineamenti ed espressioni. Vorrei poter dire di aver scordato quanto fosse affascinante ed algida, ma sarebbe una bugia.
    Mi è capitato di pensarla, di tanto in tanto, ed ora mi fisso nei suoi occhi per mantenermi ancorato alla realtà. Se dovessi scostarmi, anche solo di pochi centimetri, temo che vedrei il volto di Shelby dietro uno di quegli scaffali, intento a spiarmi con le cavità oculari vuote ed un taglio purulento al posto della gola.
    Mantengo la concentrazione sulla sua voce invece che sul leggero tremore alle gambe, il sudore freddo cola lentamente lungo le tempie più i secondi qui dentro aumentano.
    Pur volendo mi riuscirebbe difficile mostrarmi felice riguardo l'incolumità di mio padre, del suo stato fisico m'importa poco ed ora sono troppo egoisticamente preoccupato a mantenere i nervi saldi, ed Andromeda non mi sembra da meno.
    Risulta infastidita, la lupa, e visto il mio comportamento dell'ultima volta non mi sento di biasimarla del tutto. Forse speravo le sarebbe passata prima, e sicuramente nessuno dei due aveva in programma di rivedere l'altro tanto presto. Pensare a ciò che sarebbe potuto esserci tra noi, anche una semplice amicizia, non è saggio, così come tentare di rinvangare il passato... E' questo ciò che hai fatto, papà? Le hai mostrato i tuoi scheletri nell'armadio?
    Con gli occhi vado sul viso di lei e poi quello di Arthur, ancora intento ad sciugarsi le lacrime e superare lo shock della rapina. Lui le ha costruito la bacchetta, così dice, però qualcosa non mi quadra... Lei vive a Londra, penso da sempre se le mie informazioni sono corrette, quindi come è finita a Birmingham? I Caine sono bravi nel loro lavoro di artigiani, ma non così tanto da attirare clientela estranea.
    Vorrei poter pensare come al solito, freddamente e senza inciampi, ma le pareti del negozio sembrano farsi sempre più scure e devo lottare per mantenere un respiro regolare.
    Mi muovo velocemente senza l'esterno senza prestare troppa attenzione a mio padre, finito comunque tra le mani di chi saprà prendersi cura di lui. L'aria esterna è fresca, mi punge insieme alle ultime gocce di pioggia che cadono dal cielo scuro, mi riempio i polmoni più che posso ed il masso poggiato sul petto scivola via, quel tanto che basta da evitarmi l'inizio di un'attacco di panico come quello avuto il giorno in cui io e la lupa c'incontrammo.
    La guardo in silenzio, gli occhi cerchiate dalle occhiaie che vagano nei suoi, attendo una spiegazione più approfondita che non tarda ad arrivare. La descrizione di quanto avvenuto delinea un quadro per nulla idilliaco, ma abbiamo visto di peggio. Se lo avesse saputo, se papà le avesse raccontato di quanto accaduto a mamma e Shelby, penso che Andromeda me lo avrebbe accennato in qualche modo, anche solo per mostrare empatia.
    E non le manca, in effetti, ma ha scelto di donarla ad un vecchio che, a mio avviso, merita la solitudine che si è creato attorno a se. Vorrei poter dirle di come quello stesso uomo che ha difeso poco fa abbia evitato di chiamare i suoi colleghi auror nel momento in cui ce ne sarebbe stato più bisogno, in nome di un terrore che gli mangiò tutto il buonsenso... Però rimango ancora in silenzio, limitandomi ad annuire per farle intendere che la proposta verrà presa in considerazione.
    Ciò che segue dopo non mi sorprende più di tanto, Agatha aveva accennato a come il vecchio fosse sempre più spento, anche con lei che era la piccola di casa che ancora gli dava retta, e all'idea che lei aveva avuto sul mandarlo a parlare con uno specialista, uno psicologo per i suoi demoni.
    Arthur deve averle mentito, o quanto meno ha rallentato la ricerca di una terapia. Stanotte ha avuto la possibilità di ricongiungersi con coloro che ha perso, e forse è per questo che piange: la lupa gli ha tolto quel briciolo di redenzione a cui aspirava.
    Mio padre è depresso, Andromeda. Depresso e cocciuto. Avrebbe bisogno di andare in pensione e chiudere questo maledetto posto per sempre.
    Guardo per un'istante l'insegna con disgusto ed astio. Se mi dicessero che, dando fuoco al negozio, liberei me e mia sorella dai ricordi allora non esiterei un singolo istante a bruciare tutto, ogni singola bacchetta e foglio di carta, ogni foto di famiglia e cimelio prezioso.
    Grazie per quello che hai fatto, comunque. Spero che la tua presenza qui sia solo una coincidenza slegata da quello che è successo tra noi.
    Un'insinuazione tagliente e forse esagerata a cui lei risponderà con fastidio, ma se servirà a tenerla lontana, meglio così. Ho già abbastanza fantasmi che mi tormentano, non me ne servono altri, specialmente se hanno i suoi occhi.
    Ora vorrei portare Arthur a casa, ha bisogno di riposare. Arrivederci, lupa.
     
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