Black Opium

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    Sono leggermente felice che mi abbia trascinata distante dalla dottoressa, se davvero ha capito che stava dando di matto lo dovrei anche ringraziare. Annuisco per far capire che apprezzo il gesto, sperando che lui rimanga al suo posto con le parole come sta facendo. É chiaro che non mi garbano nessuno dei due però se proprio devo scegliere preferisco lui a lei. Sta andando piuttosto bene rispondo alla sua domanda, sposto lo sguardo distante da lui ripensando alla lezione di cura. Lei è sana e piuttosto attiva.. É tutto ok tranne per lo spavento avuto circa una settimana fa a lezione faccio spallucce. Ellie.. Cioè la mia compagna ha detto che era un falso allarme. Praticamente pensavo di avere le contrazioni da parto anticipato. Ripenso a quanto detto da Nora poco prima, che la nascita di un lycan può essere influenzata da tantissime cose. Mi sono fidata di lei perché é laureata in infermieria. E comunque si sono scatenate a causa di un evento stressate a lezione. Non nomino bracconieri, ippogrifi e altro per non farmi dare della pazza irresponsabile ma è esattamente ciò che in verità merito di sentire anche se all'inizio a quella lezione avevo chiesto espressamente se era pericoloso o no. Probabilmente le cose sfuggirono di mano e quindi la situazione degenerò contro ogni previsione.
    A detta della dottoressa dovrei stare Attenta non solo allo stess. Ma anche alla luna un sorriso isterico compare sulle mie labbra, sinonimo del fatto che sono terrorizzata dal parto.
    Osservo il dottore seduto di fronte a me, mi soffermo sulle iridi grigiastre e ne seguo il movimento, ho l'impressione che mi stia studiando. Io lo faccio con ogni persona ho di fronte, é più forte di me. Un guizzo delle sue pupille mi fa chiaramente capire che sta meticolosamente osservando il mio modo di esprimermi. Tipo la cadenza della voce, quanto mi sbilancio e le parole che uso.
    Quindi ho capito bene, le visioni sono un miscuglio di cose da cui bisogna dedurre il vero dal falso. É un lavoro difficile per un'inesperta come me. Sospiro e scuoto il capo, penso al volto della mia bambina che ultimamente è appannato. Lei dice che il contatto è pressoché fondamentale. Faccio una breve pausa e penso al momento in cui poggiavo le labbra su quelle del bibliotecario: la felicità di Abigail era palpabile e non serviva nemmeno sentirla parlare nella visione per capirlo. Il modo in cui lui la trattava era chiaramente paterno. Il legame con la persona influenza la veridicità della visione stessa? Punto gli occhi sui suoi e comprendo le sue domande. Io.. Io vedo la mia bambina spiego. In modo non programmato, quando sfioro le mani delle persone a cui tengo. Penso alle sorelle e a Lennox. E.. Costantemente l'ho vista in compagnia.. Di una persona particolare sento un movimento allo stomaco e non è un calcio di lei. Sono convinta si tratti di Abigail e non di una visione fasulla ne di una bambina qualsiasi. Mi domando solamente come mai non riesco più a vederne bene i lineamenti del viso.. A sentirne la voce.. A capire bene le dinamiche della visione. Mi tocco i capelli. Mi chiedo se è perché le cose fra me e questa persona si sono incrinate.
    Schiarisco la voce. Può essere?
    Lo Chiedo a lui perché è un esperto. Magari gli è già successo.
    Inoltre vorrei parlargli di ciò che Harvey mi ha fatto ricordare a casa sua, dottor Bennet possiamo accedere attraverso le visioni a cose del passato?
     
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    È attenta e precisa in ciò che dice, mi spiega cosa le è successo circa una settimana fa e analizzo ciò che racconta, mi dice che ha avuto delle contrazioni da parto anticipato, e che questo può essere stato causato da forte stress. Nomina Ellie, so che Vanja è amica di mia nipote e so anche quando si stia preoccupando per lei ultimamente, sono orgoglioso di lei e penso che abbia fatto benissimo ad assisterla in quei momenti, El ha la stoffa per diventare una guaritrice con i fiocchi, non ho dubbi su questo. < Si, lo stress di sicuro non ti fa bene.. Ti consiglio di non frequentare quelle lezioni che possono in qualche modo disturbare l'andamento normale della gravidanza, penso che la preside non abbia problemi a darti una giustificazione. > poi parla di luna e il mio sguardo si fa stupefatto, è chiaro che non sono abbastanza informato, ma se le cose quadrano forse sta parlando di.. < La luna? Perché... Sei un lupo mannaro? > la domanda sorge spontanea, appoggio il braccio sulla scrivania e metto le dita sulla mia tempia, riflettendo e osservandola. Mi dico che non è possibile, forse ho frainteso la cosa quindi chiedo spiegazioni. < Posso sapere di che cosa avete parlato tu e la dottoressa Norton? C'è qualcosa che devo sapere? > la domanda è spinta più per il vivo interesse nei suoi confronti che per altro, sentendo parlare di luna qualche pensiero mi viene ed effettivamente mi preoccupo per lei, e anche per la bambina, se davvero è così bisogna davvero saper indicare a Vanja le modalità giuste per affrontare una gravidanza più serena possibile. Vanja mi fa una domanda molto difficile al quale io non posso rispondere con assoluta certezza, quindi sono del tutto sincero con lei. < A questa domanda non posso rispondere con certezza, solo il tempo può dirci se una visione è vera o falsa, bisogna aspettare gli avvenimenti e vedere se si realizza o meno. > questa è la mia risposta alla sua domanda sul legame e sulla veridicità di una visione. Mi racconta di una visione in particolare, e di una persona.. Della sua Abigail. Il mio sguardo si intenerisce davanti a quel racconto. So già cosa rispondere, questa cosa è successa anche a me con Zoya. Quando abbiamo litigato le mie visioni sono totalmente scomparse o comunque le rare volte che le avevo erano molto confuse e poco definite, quando poi ci siamo ritrovati in Russia, dopo quella notte, nonostante il nostro distacco ho potuto riavere le visioni dentro l'orfanotrofio, e questo credo sia accaduto perché si era riaccesa qualcosa tra noi due, ed io ero stato molto a contatto con Zoya durante la notte. < Si è molto possibile. > quindi rispondo senza dubbi < Soprattutto se si tratta di una persona a cui tieni particolarmente.. Se in qualche modo il legame si è rotto, come conseguenza potresti non vedere bene le visioni o non vederle completamente. > con tono paterno allora mi sento si dargli un consiglio < Se ci tieni... A rivedere queste visioni, dovresti forse.. Provare a riallacciare i rapporti con questa persona.. Perché se hai questi effetti vuol dire che questa persona è importante.. > i suoi occhi limpidi e cristallini mi fissano, le mie labbra si stringono e si curvano in un leggero sorriso, probabilmente non deve essere un medico sconosciuto a consigliare una cosa del genere, ma io non l'ho fatto in qualità di medico stavolta, e il mio sguardo è totalmente immerso nella sua figura, sono intenerito, ammaliato dalla sua presenza, e comincio a riconoscere qualche tratto in particolare: la sua pelle chiara e le sue guance rosate. È così luminosa. Ed io ho come la sensazione di innamorarmene ogni secondo di più.

     
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    Annuisco quando commenta l'avvenimento della lezione. Ho già risolto la questione ma vivo decisamente mordendomi la lingua mentre gli altri a lezione sono messi a dura prova o affrontano degli avvincenti argomenti. Mi rincuora e mi è sufficiente pensare che l'ho fatto per lei e per me. Se ricordo la tensione al ventre e la sudorazione che mi inondava le tempie e la colonna vertebrale mi vengono i brividi. Per un attimo ho letto la preoccupazione negli occhi dorati di El e pensavo che la magiambulanza fosse già in arrivo.
    Accigliato, il dottore, si sporge in avanti, le sue iridi grigiastre si allargano. Mi chiede se sono una creatura. Scuoto il capo e indico il pancione con un dito. Lei.. Vi è un'elevata probabilità lo sia sospiro. Da parte di padre mh.. Aggiungo in fretta. La dottoressa Norton ha quindi avanzato l'ipotesi che la data del termine possa variare in base alle interferenze lunari. Spiego. E..poi le ho chiesto cosa farebbe nel caso il parto fosse complicato.. Lei sa meglio di me che la nascita di una creatura non è una passeggiata. Lo è se nasce in forma umana.. I miei occhi tornano a velarsi di fastidio, si rabbuiano un po' e mi guardo le dita delle mani. Ha detto che salverebbe me, sempre e comunque. Sposto lo sguardo sul dottore, dritto in faccia. Come posso avere fiducia nel mio medico se si ostina a non intraprendere la strada che io desidero? Al diavolo il vostro codice! Le regole! In quanto donna come può dire una cosa simile? Le parole sono state pronunciate con durezza e delusione.Lei cosa farebbe?
    Solo il tempo può definire una visione vera o fasulla, lo immaginavo perché è scontata come cosa.
    Alzo il sopracciglio e compare un sorriso sulle mie labbra, ripensando alla sera in cui io e Dillon abbiamo guardato Londra a debita distanza, sul terrazzo del ristorante. Non ho capito di preciso quando il mio cuore ha cambiato definitivamente battito. Forse quando mi ha nascosta sotto la coperta nel suo divano e ha accettato le mie preoccupazioni e il fatto che non mi piaccio più. Probabilmente la bambina che porto in grembo ha ricevuto più di quel che credo da Dillon ed è forse anche questo che ha contribuito a fottermi il cervello. Non è così semplice mormoro. Anzi, non è fattibile mi correggo schiarendo la voce. Bennet penserà che la relazione con suo padre stia andando a puttane, beh non può sapere nulla del resto. Attenderò il momento di vederla dal vivo allora, senza dover intestardirmi a cercare contatti con la persona che mi permetteva di vederla in anticipo. Sfioro il pancione e soffermo le dita della mano sulla sinistra, esattamente dove in questo momento vi é un movimento.
    Il silenzio aleggia nell'aria e piego la testa di lato stranita quando vedo che Bennet mi osserva a lungo e in silenzio. C'è qualcosa che non va? Domando diretta aggrottando la fronte.
    Sa.. Ho un'altra domanda prima di iniziare la visita. Un veggente è in grado di vedere il passato dimenticato? Sono abbastanza sicura della risposta. Ho un ricordo ricorrente che continuo a pensare. L'ho riprodotto così tante volte che ne conosco i minimi dettagli perché sono certa che un giorno avrò le mie risposte prendo fiato. É piuttosto triste questo ricordo di cui le parlo ma è così intenso seppur breve. Lei non si è mai servito delle informazioni ricavate dalla sua mente per ricavare qualcosa dal presente? Tamburello le dita. Mi scusi.. Mi sto infilando in un discorso tortuoso.. È che.. La mente e la veggenza sono così affascinanti e terribilmente pericolose.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 21/11/2021, 11:56
     
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    Adesso sembra essere tutto più chiaro dopo le spiegazioni di Vanja, sapere che cosa si sono dette è fondamentale per affrontare la visita, anche se la priorità in questo momento è molto diversa da quella che sembra. In ogni caso mi impegnerò al massimo, lei deve essere visitata e trattata in modo dignitoso sempre e comunque, anche se si dovesse ribellare perché ogni paziente lo merita. È così difficile però la situazione per me, soprattutto dentro di me. < Si, la dottoressa Norton ha fatto bene a dirtelo, le fasi lunari in questo caso potrebbero essere molto importanti, per questo dobbiamo tenerti particolarmente sottocontrollo. > Mi fa delle domande molto particolari e sono sicuro di non poter rispondere con la testa di un guaritore, probabilmente il mio atteggiamento e la mia risposta sarà semplicemente soggettiva, che cosa farei io se mi dovessi trovare in una situazione del genere? E soprattutto se la persona coinvolta fosse proprio lei? Vanja è arrabbiata dalla risposta della mia collega, ora comprendo tutto, ma la dottoressa ha ragione.. In ogni caso un medico deve sempre salvare la persona più grande, e quindi quella che ha più probabilità di sopravvivere, ma come sappiamo le scelte possono essere diverse, ci sono madri che hanno sacrificato la vita per i propri figli, io condivido del tutto questo pensiero, ma come medico io non permetterei mai la morte di nessuno se potessi, quindi so già cosa rispondere. Quindi con gli occhi fissi nei suoi, lo sguardo serio, rispondo sinceramente.
    null
    < Io proverei a salvare entrambe. Lotterei al massimo delle mie forze e competenze per assicurarvi la vita.. Perché quella di entrambe è preziosa, e non vorrei mai lasciare una figlia senza la sua mamma. > rispondo con il cuore in mano, ma anche con quel sottile orgoglio che mi contraddistingue quando parlo delle mie capacità come guaritore, un difetto che forse non imparerò mai a schiacciare via, ma che moltissime volte mi è servito per fare cose incredibili, salvare persone che non avevano nessuna speranza di vivere, e forse è un po' per questo che sono conosciuto nel mondo, anche se questa cosa non mi piace particolarmente. Ma è davanti ad una persona importante che sto parlando, darei il mio sangue, la mia stessa vita per le persone che amo, non posso minimamente pensare ad uno scenario così drammatico, e non ci tengo a viverlo anche perché si, sono un guaritore di alto livello, ma sono un essere umano e in quanto tale potrei essere travolto dai sentimenti se mi ritrovo ad affrontare qualcosa di molto personale.. In quel contesto non esiste professionalità che tenga. Vanja coglie qualcosa in me, mi richiama e solo adesso capisco che mi ero immerso totalmente nei miei pensieri, e la stavo guardando forse troppo insistentemente. < No no scusami, stavo r-riflettendo sulle cose che hai detto. > dico mentre scuoto la testa e appoggio le mani sulla scrivania, stringo una penna che aiuta ad allentare la tensione, la mia maschera si sta lentamente sbriciolando e alzo lo sguardo guardando l'orologio, vorrei che Zoya fosse già qui perché ora come ora, non sono più sicuro di saper affrontare una cosa del genere da solo, penso di essere completamente disarmato, inadatto e non ancora pronto. La sua prossima domanda mi fa riflettere parecchio su me stesso e su tutto quello che ho vissuto. < Assolutamente si, le visioni possono farti vedere cose che hai completamente dimenticato. > rispondo alzando lo sguardo su di lei, poi mi racconta di una visione particolare, mi viene in mente la mia visione ricorrente e triste, e vorrei chiedergli di che tipo di visione si tratta. Ma arriva un'altra domanda che mi spiazza ancora di più, come se lei stessa mi leggesse dentro. Nonostante tutto mantengo un'aria abbastanza tranquilla e gli occhi puntati ancora sulla sua figura. < Si Vanja. > rispondo ora con un tono basso e paterno, decisamente personale < Ultimamente mi sono servito molto di questo dono, sto facendo delle ricerche particolari e posso dirti che questo dono mi ha aiutato a mettere insieme i pezzi.. Se è questa la tua domanda io ti rispondo sì, e non preoccuparti.. Mi fa piacere parlare con te anche di questo, comprendo che per te non è facile.. Non lo è stato neanche per me e non lo è tutt'ora. > avere le visioni, convivere con questa cosa non è facile, soprattutto se sei tormentato da una visione ricorrente particolarmente triste. Mi inclino leggermente in avanti e abbasso il tono, le righe d'espressione sulla mia fronte indicano un atteggiamento di interesse. < Che tipo di visione hai avuto.. Vuoi raccontarmela? > quindi a mio rischio e pericolo infine chiedo.



    Edited by ;dr.strange - 14/11/2021, 14:56
     
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    Confermato. La storia delle fasi lunari allora non è una cazzata. Sospiro incredula, insicura di poter stare fino all'ultimo al castello. Dovevamo prendere una decisione io e le sorelle, per quanto riguarda l'alloggio esterno alle mura. Se la luna influenza la gravidanza della sottoscritta è bene essere pronte per un arrivo anticipato.
    I miei occhi si soffermano sulle labbra del dottore, spiega che in caso di problemi lui cercherebbe di affrontare la situazione a sangue freddo, tentando di salvare sia me che la bambina. Il tono di voce non è rigido, pare sincero e sembra immergersi completamente in questo discorso, come se lui avesse seguito dal principio la gravidanza in ogni sua fase. Come se avesse a cuore me e Abigail più degli altri pazienti. É probabile io confonda il suo attaccamento al lavoro con un interesse elevato verso di me. Probabilmente è solamente un uomo che ama il suo lavoro e forse in particolare i bambini.
    Quando domando incuriosita se qualcosa non va, il dottore pare risvegliarsi dal torpore, si sistema un attimo seduto nella sua sedia e assume un tono professionale.
    Quindi se hai dimenticato qualcosa può essere ripescato dalle visioni penso fra me. Se un ricordo è andato disperso é perché lo abbiamo vissuto troppo tempo addietro, era di scarso interesse oppure lo abbiamo in qualche modo accantonato per via della reazione che scaturiva in noi. Per quanto mi riguarda il ricordo di mia madre é andato a perdersi nel tempo perché ero troppo piccola quando l'ho vista la prima e ultima volta. Nel trascorrere degli anni vivere in una menzogna non ha mai smosso tale episodio per andarlo in qualche modo a "risvegliare". L'aiuto di Harvey se pur doloroso é stato fondamentale.
    Adesso quella scena fa parte della mia memoria e dentro di me brucia l'impotenza di non vedere il volto di mia madre meglio di come le iridi annebbiate di un neonato l'hanno vista in quell'occasione. Non è altro che un volto sbiadito e poco chiaro.
    Non é una visione spiego abbassando gli occhi sul pancione. Osservando quella parte di me in modo nervoso. É un ricordo di quando ero troppo piccola per capire sospiro. É l'unica immagine che ho di mia madre. Anche se non ne vedo bene i lineamenti, gli occhi, i dettagli.. Però ne sento la voce. Tamburello le dita sul bracciolo chiaramente nostalgica e impotente. Il dottore di fronte a me conosce vagamente il fatto che non conosco i miei genitori biologici, ricordo che il discorso è uscito al primo incontro per via dei disturbi del sonno per cui richiesi una visita. Infine non sembrava un problema legato alla genetica o altro.
    Non ho molto su cui basarmi sentenzio infine con aria sconfitta. Magari un giorno imparerò a studiare le visioni e a ricavarne qualcosa come lei è riuscito a fare. Parlare con il guaritore mi ha dato un po' di speranza: se lui si è servito di visioni o di ricordi per la sua vita attuale perché non posso farlo io?
    Le ho rubato troppo tempo.. Mi alzo dalla poltrona e sistemo la maglietta spiegazzata sulla schiena, la borsa la lascio appesa al bracciolo. L'orologio segna le diciotto e sette minuti. Vorrei essere al banchetto serale per le diciannove a trenta, stasera io e le sorelle aggiorneremo l'album fotografico.
    Possiamo perseguire? Guardo il lettino rivestito di carta monouso, la visita la prende in carico lui quest'oggi e a dire il vero nonostante detesti il luogo sono più serena di prima.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 15/11/2021, 15:30
     
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    Mi costringo a rimanere impassibile davanti a quel breve ma intenso racconto, non è una visione ma un ricordo, incredibile come le siano rimasti quei piccoli attimi, anche se non è molto di quel ricordo.. Ma dice di ricordarsi la voce di sua madre e penso che dentro di me sta nascendo una specie di tempesta. Vorrei dirgli tante cose, fare tantissime altre domande, ma so che proverebbe fastidio perché non è affatto normale che un medico qualunque le faccia domande così personali. Non so minimamente come dirle ciò che vorrei, mi riscopro sempre più impreparato a tutto questo. Annuisco quindi alle sue parole con un leggero cenno della testa, la sto ad ascoltare attentamente e i miei occhi non si sono mai spostati da lei, raccolgono ogni piccolo pezzo delle sue espressioni. < Ci riuscirai di certo. > rispondo fiducioso, perché per tutti all'inizio è molto difficile capire e interpretare bene le visioni, è un'arte molto complicata e se non si fa attenzione si rischia di capire una cosa per un altra. Vanja si alza in piedi e mi chiede di proseguire con i controlli, faccio un sospiro e mi alzo anch'io sistemando il camice bianco per bene sopra la candida camicia azzurra, poi sfilo una piccola penna dal taschino e appunto qualcosa sulla mia agenda: Vanja Rosencrantz. < Okay Vanja, sdraiati sul lettino.. Misuriamo la pressione, poi facciamo un controllo e dopo l'ecografia.. > quindi con un colpo di bacchetta faccio apparire i macchinari che serviranno per l'ecografia, si posizionano proprio affianco al letto in cui lei si sta già sdraiando. Mi avvicino a lei < Mi mostri il polso sinistro per favore? > quindi appoggio la punta della mia bacchetta sul suo polso e guardo in silenzio il mio orologio, rimaniamo così per circa un minuto prima di veder spuntare dalla bacchetta una piccola nuvola di fumo con i risultati della pressione. < Ottimo. > la cartella vola nelle mie mani e ci scrivo sopra, appunto tutto con cura. < Ti è capitato di avere mal di testa?.. Episodi di magia involontaria?.. > sono le classiche domande che si fanno ad ogni controllo, le sue risposte sono fondamentali, mi servono per avere un chiaro quadro sulla sua salute attuale durante la gravidanza. < Puoi scoprire il pancione. > prendo lo stetoscopio dalla tasca del camice, lo metto alle orecchie e sono pronto per ascoltare i battiti di Abigail.. Anche se il mio lato umano non è pronto per nulla, mi sento nervoso ogni secondo di più e ho tante sensazioni contrastanti dentro di me: toccare Vanja significa prendersi dei rischi con le visioni, spero che in qualche modo tutto questo non avvenga, non aiuterebbe per niente me in questa situazione già di per sé complicata. Ma dall'altro lato lo trovo emozionante, è qualcosa di unico sentire i movimenti di Abigail. < Adesso ascolto la bambina, vorresti ascoltarla anche tu? > appoggio la bacchetta sugli archetti dello stetoscopio che si duplicano, pur avendo lo stesso tubo e la stessa testina che appoggerò sulla pancia di Vanja. Aspetto il suo consenso prima di cominciare.

     
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    Colgo le sue incalzanti frasi come un augurio, penso che anche lui prima di essere un veggente che ha fiducia in se stesso e in quello che vede sia passato attraverso la mia stessa fase. Una ricca di confusione, incertezze e domande. Non sono certa praticamente di niente, tranne nella voce e del volto sfuocato di mia madre. Questo perchè è concretamente un ricordo dimenticato e rievocato, non una visione dal nulla. Pertanto c'è un margine di dubbio che quella bambina biondiccia e dagli occhi azzurri che vedo possa essere davvero Abigail. Però è inconfondibile, la figura di Ethan al suo fianco. E' lui e la sua figura è sempre stata nitida e troppo veritiera per smentirla.
    Scaccio ciò che vidi con lui per non pensare a quanto successo di nuovo. Non me lo faccio ripetere più volte, prendo posto sul lettino in modo un po' difficoltoso. La mia stazza è aumentata e provo sempre un certo imbarazzo anche se di fronte a me ho un medico che vede di tutto per mestiere. Misura la pressione con un metodo magico e io sto in silenzio osservandone curiosa i movimenti, così come la nuvoletta che scaturisce dal suo orologio da polso. Mi domando se il dottore sia stanco, se sia piuttosto nervoso perchè non toccava a lui questa visita e si è dovuto accalappiare la responsabilità perchè ha dovuto dividere me e la dottoressa Norton. Forse lui doveva staccare dal turno e quindi è più stanco del previsto. Ciononostante non sono problemi miei e non glielo chiedo nemmeno.
    Mhh mi mordo il labbro inferiore quando mi pone un paio di domande. Magia involontaria no spiego, al momento non ricordo proprio niente di particolare e se l'ho avuta nemmeno me ne sono accorta probabilmente. Però mal di testa abbastanza spesso, visto che dormo poco.. e.. l'ultimo periodo è davvero stressante. Serro le labbra perchè non mi riferisco alla lezione rischiosa citata prima ma alle mie furbate che hanno portato ad una marea di problemi: con le sorelle, con Dillon, una discussione con Lennox. Mio padr.. soffoco un'ironica risata quando sto per definire Lennox papà, in verità lo penso così spesso che stavolta le parole stavano per essere pronunciate per davvero. Una cara persona mi dice sempre che dovrei cercare di smettere di tirarmi i problemi addosso e di mettermi tranquilla. Visto che ormai ci siamo dico questa frase generica per cercare di giustificare il periodo di tensione che sto attraversando.
    La visita prosegue, faremo l'ecografia e tra poco finalmente stamperà le tesserine animate che poterò con me fino alla scuola. Sospiro e arrotolo il tessuto della maglietta sistemandolo sotto al seno. Il dottore sta agendo professionalmente anche se una vena di emozione lo tradisce e come pensavo in precedenza anche lui è un po' come la sua collega: se si tratta di bambini sono tutti fortemente attirati e increduli davanti al mistero affascinante della vita. Lo osservo per mezzo secondo negli occhi poi punto lo sguardo sul display, prima di tornare stranita su di lui per via della domanda. Anche la Norton una delle prime volte fece sentire il battito della bambina, è da un po' che in effetti non lo sento e visto che Abigail è cresciuta e il mio interesse per lei anche, perchè no?
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    Annuisco senza dire nulla, la bacchetta del guaritore amplifica il suono dello stetoscopio. Mentre lei risponde con movimenti leggeri perchè sveglia, la stanza viene interrotta da un battito piuttosto veloce rispetto al normale. Credo sia la sua natura o semplicemente è normale così, sta difatti che sono immobile e fisso un punto impreciso nella stanza, prima di rendermi conto che sto sorridendo e involontariamente la mia mente partorisce una visione settimane addietro. Credo di percepire la felicità e la tranquillità di quel momento come se lo stessi vivendo di nuovo. Sento le viscere contorcersi perchè è palese che non voglio dare voce a quanto in verità è chiarissimo: lui aveva quel potere su di me. Perchè evito sempre le cose che mi fanno bene?
    Quando riprecipito nella realtà mi schiarisco la voce imbarazzata, certa di aver attirato il suo sguardo su di me. Mi volto verso di lui. Lei che ne pensa? domando formalmente, so che deve ancora vederla attraverso lo strumento però chiedere la sua opinione non è reato. Sapere che è una creatura implica più attenzione dico giustificando la mia domanda. Lei ha visto nascere lycan, mezze veela o chissà che altre creature che or ora non mi vengono in mente? una piccola pausa per poi lasciarmi sfuggire un innocente domanda. Lei ha dei figli dottore?
     
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    I suoi sintomi li reputo del tutto normali, è ovvio che ci sia agitazione dentro di lei perchè la prima gravidanza è qualcosa che le donne non conoscono, un po' come la prima volta per tutte le cose, dice che è stressata e non oso interrogarla ancora, ho già fatto abbastanza domande e mi metto all'opera. Stava davvero per dire mio padre? , la guardo perplesso più che altro perchè so più o meno la sua situazione attuale, non mi pare ci sia qualcuno che si possa definire padre per lei, o è semplicemente la mia mente di padre che lo pensa.. e la verità è che in fondo potrei persino diventare geloso se qualcuno mi dicesse che esiste una persona che chiama padre. Ovviamente questo lo penserebbe il mio egoismo, se devo guardare alla felicità di Vanja posso perfettamente dire che se esiste un"padre" per lei, che si è preso cura di lei per tutto questo tempo io ne sono felice, vuol dire che alla fine non ha del tutto subito l'errore che abbiamo fatto, almeno qualcuno ci ha pensato prima di me ad essergli padre mentre io ancora non sapevo niente. Sostituisce la parola con "persona cara" Penso che abbia ragione sai? devi viverti questo momento fino in fondo e senza ulteriori problemi, è un'ottima cosa sia per te che per la bambina.. vedrai che andrà tutto bene. annuisco e sorrido prima di prendere in mano gli strumenti. Comincio con lo stetoscopio tra le dita, osservo il suo pancione e stringo le labbra
    null
    , cerco di non pensare a niente e mi dico che metterò fine a questa agonia quando finiremo di fare la visita, la salute viene prima di tutto. Quindi appoggio delicatamente lo stetoscopio sul suo pancione e ho i brividi. Proseguo e ringrazio merlino per non avermi fatto vedere niente, non è quello che voglio.. oppure si.. ho bisogno davvero di una conferma? Penso sia normalissimo il battito accelerato, per un neonato è normale, lo è ancora di più per una creatura.. quindi non preoccuparti, ti teniamo sotto controllo, ho visto nascere tantissime creature. metto via lo stetoscopio, adesso procedo con la manovra di Leopold appoggiando i polpastrelli sul pancione, la sento muoversi e sorrido. E' molto movimentata Abigail. porto gli occhi increduli nei suoi, la guardo come se qualcosa mi avesse letteralmente tagliato dentro.. poi mi volto a guardare il nulla di fronte a quella domanda improvvisa. Lei ha dei figli dottore? Cos..? scuoto la testa e stacco le mani dalla sua pancia Emh io .. si, ho figli. Certo. fantastico, quindi quando ti farà qualche domanda tu non saprai più cosa inventare, anche se questa è la pura verità. Bella mossa dottore. Torno ad appoggiare le dita sul pancione continuando la visita, non la guardo assolutamente in faccia. Valuto il tono dell'utero, vedo una manina spuntare da sotto la pelle si.. è emozionante. Però sto riflettendo ancora alla sua domanda, lo sguardo è rimasto scioccato come prima e a quel punto mi fermo, guardando davanti a me come nel vuoto. Ho una figlia. comincio trovando finalmente la forza di guardarla. Sorrido, o almeno cerco di farlo. .. che non ho mai conosciuto a causa di .. di tante cose. e la cerco, ma questo muore sulle mie labbra, non lo dico. Mi rendo conto che mi sono spinto ben oltre la professionalità, la maschera si sta sbriciolando sempre di più. Mi sono sempre chiesto come fosse la vita di una bambina senza un padre.. che cosa si prova. so che lei si sentirà chiamata in causa, visto che entrambi sappiamo com'è la sua situazione S-scusa.. è solo che un po' di ricordi riaffiorano quando incontro delle ragazze molto giovani .. penso che dovremmo continuare. annuisco e mi sposto dalla sua visuale per andare a recuperare il gel che useremo per l'ecografia. Mi fermo davanti al cassetto, respiro, mi guardo le mani: tremo. Torno da Vanja ora con la faccia rilassata, sono un attore. Okay ora facciamo l'ecografia, vuoi che ti stampi delle foto?

     
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    Le dita del dottore rallentano mentre parliamo, alle volte mi pare titubante e mi domando se è perché sta pensando. Qualcosa non va durante la visita : Abigail non sta bene? Lo osservo in silenzio cogliendo le espressioni del suo viso: passa dal teso, rilassato e pensieroso di continuo. Ricomincia a parlare con voce rauca come risvegliato da un torpore, sentenzia che è giusto passare gli ultimi mesi di gravidanza in totale relax, senza avvenimenti drastici o stressanti. In pratica dovrebbe essere stato così fin dal principio, ma tale non è stato mai.
    Mi rilassa la sua risposta, sicuramente più della Norton che è stata solo capace di alimentare le mie insicurezze e paure. Bennet ha fatto nascere più bambini 'diversi' e questo mi è sufficiente per avanzare una possibilità. Lei può esserci? Domando. Al fianco o al posto della Norton fa uguale, però vorrei che una persona saccente ci fosse quando Abigail nascerâ. Psicologicamente potrei essere più rilassata.
    La visita prosegue, le sue dita si poggiano sul pancione prima dal lato destro poi sinistro ed è sempre li che lei risponde. Rimane in silenzio con gli occhi fissi su quel punto e le dita immobili che pressano appena la cute tesa. É una comunicazione silenziosa quella che sta avvenendo? Non importa, é strano vedere un medico incantato dai movimenti di un bambino nella pancia di sua madre. Il tutto però mi sembra esagerato, se ha visto nascere così tanti bambini nella sua carriera perché un calcio di Abigail cattura così tanto la sua attenzione? Spiega che è movimentata e la prendo come una buona notizia. Può dirlo forte, lei comanda faccio spallucce ed evito di metterlo al corrente di aver passato quasi trenta ore sveglia, poche settimane fa, e averle causato uno stress disumano. Mi sento colpevole a pensarlo eppure non riuscivo a calmarmi dalla notte del piano sventato in biblioteca. Abigail me l'ha fatta pagare per bene. Ho quasi pianto percependo la sua agitazione, fatta di calci e movimenti, quando ho lasciato l'appartamento di Londra. Eppure non l'ho fatto perché ero così amareggiata e arrabbiata che ho smorzato ogni sfogo di cui avrei avuto bisogno al posto di continuare a rimuginarci su. Cosa errata perché lei ne risentiva tantissimo. Skylee ed El avevano preso le sue difese, come potevo dar loro torto d'altro canto?
    La mia domanda forse l'ha infastidito, improvvisamente stacca le mani da me mi guarda dritto negli occhi senza rimanerci a lungo. É incerto ma ammette di avere una famiglia. Non mi sento a disagio ad averglielo chiesto, infine ho sempre poco tatto per le debolezze o incertezze altrui quindi non commento la sua insicurezza.
    Riprende da dove era rimasto e ho la chiara sensazione che stia evitando il mio sguardo. Non sono Interessata a farlo cadere su di me quindi non studio questo repentino cambio d'umore.
    Spiega che ha una figlia, la voce gli è uscita di sforzo, come se fosse di fronte ad un giudice. Che problemi ha?
    Prima di poter dire qualcosa la mia faccia assume un'espressione stranita.
    Non ha mai conosciuto la sua bambina e questo per un attimo azzera le mie domande e si focalizza sulle sue parole. Comincio a pensare che tanti padri non sono in contatto con i loro figli. Se fosse divorziato almeno la conoscerebbe, penso fra me. Un brivido mi percorre la schiena e risveglia ciò che sto subendo da più di un anno, dalla scoperta dell'adozione e le parole mi fuggono dalle labbra prima di poterne addolcire il tono. Spero vivamente che vi siano dei motivi gravi, dottore, per non averla potuta conoscere. Penso un po' ai medici che lavorano oltre Oceano, nei campi di guerra, dove rimangono così a lungo da doversi privare di scenari o cose fondamentali di coppia o famiglia. Però Bennet, é un uomo famoso, con una carriera brillante e in verità potrebbe avere facilmente una compagna di tutto rispetto, per questo la sua voce rammaricata attira la mia attenzione. Mi viene solo da pensare a spiacevoli eventi che non ha potuto controllare. Sospiro e la sua successiva frase mi innervosisce. Secondo lei? Sbotto chiaramente infastidita. Come cazzo dovrebbe sentirsi un bambino senza suo padre o sua madre? Persona sbagliata con cui parlarne, Bennet. Sia per la sottoscritta sia per il fatto che Abigail non ha un papà presente. Io.. Come Lei. Abbiamo lo stesso problema. L'importante è saperlo e non navigare nella menzogna o in racconti incompiuti.
    Io racconterò ad Abigail come mai papà non c'è, sarò trasparente anche se ometterò chiaramente il modo in cui è stata concepita e il fatto che non era desiderata. Comunque Abigail lo saprà fin da piccola che io e le sorelle siamo la sua unica famiglia. Così non coverá false idee, non ci rimarrà male quando scoprirà qualcosa perché sarà a conoscenza di tutto e niente della sua storia le farà male.
    Non comprendo le sue scuse e non indago più di tanto e colgo al volo il fatto che vuole proseguire con l'ecografia. Indugia sul cassetto mentre mi da le spalle. Il silenzio inonda la stanza e mi domando che cosa succeda nella sua testa, questa visita è fatta di sguardi e di pause troppo spesso. Forse in verità il dottor è sempre così e io non l'ho potuto sapere prima di oggi perché gli incontri precedenti erano stati molto brevi.
    Si certo, come ogni volta ne porto via un paio rispondo. Si siede di fianco a me ed è inevitabile fissarlo in faccia per un paio di secondi in più rispetto a prima perche adesso il suo atteggiamento sembra sotto controllo e per nulla provato.
     
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    La sua domanda mi spiazza, mi sta davvero chiedendo di esserci quando Abigail nascerà? Professionalmente potrebbe anche essere un torto nei confronti della dottoressa e della sua competenza, ma non posso di certo rifiutare una proposta del genere, ne perchè lei me lo ha chiesto, ne per me stesso. Voglio esserci. Certamente, come desideri.. affiancherò la dottoressa Norton. mi prendo in carica questo compito se questo può farla stare più tranquilla, lo faccio anche molto volentieri al dire il vero, anche se on conosco ancora la sua reazione alle prossime rivelazioni. Il discorso si fa ostico e mi sento sempre più osservato, Vanja percepisce della tensione nell'aria e si capisce anche da come mi guarda, credo di esplodere da un momento all'altro, ma l'autocontrollo che ho imparato per i momenti di forte tensione nel mio lavoro mi sta aiutando molto. Spero vivamente che vi siano dei motivi gravi, dottore, per non averla potuta conoscere. annuisco senza rispondere, penso tra me e me che l'unico motivo per cui non ho potuto vederla è che non sapevo assolutamente nulla. Ripenso a Zoya, alle sue parole e alle sue scuse, e mi dico che ormai non ha più senso tirare fuori il discorso con lei, abbiamo sbagliato entrambi. La mia domanda retorica infastidisce molto Vanja, mi sembra che sia assolutamente comprensibile anche se non conosco praticamente nulla della sua infanzia e della sua vita. Mi sto scontrando con un muro rigidissimo ed ho paura che non prenda per niente bene le mie parole, sono sempre più confuso e agitato, ma mantengo ancora il controllo.
    Mi siedo al suo fianco e prendo il gel che accuratamente spalmo sul suo pancione: mi osserva continuamente e il mio sguardo rimane abbassato sulle mani che preparano il macchinario. Respiro. Deglutisco. Mi metto all'opera sorridendo brevemente, incrociando il suo sguardo per farla sentire sicura, che è tutto a posto, che il discorso va archiviato. Appoggio la sonda dell'ecografo sul pancione, lo schermo si accende e fa vedere i movimenti di Abigail. Eccola qui! sono intenerito da tutto questo, non credo di poter resistere a lungo.. penso sia una delle visite più difficili della mia intera carriera ed esistenza, eppure dovrebbe essere così tutto semplice, ma è complesso, il lato umano di me sta urlando cose incomprensibili, che non si possono decifrare.
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    Sono dentro una camera, la stessa che ho sempre visto nella visione più ricorrente di questi ultimi mesi. Sento il mio cuore pulsare forte. E' sempre lei: una bambina seduta sul tappeto, con i capelli rossi e davanti ad un camino acceso. Lei piange, è molto triste e sola.. tutta rannicchiata, con le ginocchia al petto. Ora però la vedo molto più nitidamente, sono alle sue spalle, faccio qualche lento passo verso di lei e allungo il braccio per poterla toccare. Anastasya sussurro in sua direzione mentre mi accovaccio alle sue spalle e riesco ora a toccare la sua spalla. Non piangere più, sono qui. è tutto così incredibilmente reale che probabilmente i miei occhi non possono trattenersi dalle lacrime che fatico a trattenere, mentre lei, per la prima volta, si volta verso di me. Papà? la sua faccia sembra quella di un gatto, è visibilmente brutta da vedere, quasi mostruosa, i suoi denti taglienti escono dalle sue labbra, i suoi occhi sono grandi e gialli. Mi allontano improvvisamente, spaventato da quella vista. balzo all'indietro nel momento in cui la visione finisce, mi cade la sonda a terra e rimango fermo a riflettere: le pupille degli occhi che sembrano impazzite, non capisco, sono sconvolto. Mi dispiace! prendo subito della carta e tampono i suoi vestiti che si sono sporcati con il gel che è schizzato da tutte le parti. io.. continuo a pulire i suoi vestiti nervosamente. Ho avuto una visione. ammetto la verità e mi fermo all'improvviso, guardandola negli occhi. Ti ricordi quando.. quando la prima volta che ci siamo visti me ne andai all'improvviso? sospiro e guardo l'orologio appeso alla parete. L'ho avuta anche l'altra volta e.. sono stato.. turbato da questa cosa. ora la guardo, mi blocco, non so neanche come proseguire.

     
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    La figura di Abigail compare nello schermo e io ne osservo la figura in bianco e nero, mentre la sonda sfiora la cute resa viscida dal gel applicato. Ho imparato, durante tutte le visite, a riconoscerne i dettagli; certo non ho le conoscenze di un medico e di uno specialista ma adesso riesco a vedere da sola se sta muovendo un braccio oppure è addormentata. Ricordo una delle prime volte in cui la Norton mi fece un ecografia: Abigail si stava ancora sviluppando e aveva le sembianze di un qualcosa di astratto. Diciamo che Abigail è stata un mistero per i primi mesi quindi non vidi mai un agglomerato di cellule, ciononostante il suo sviluppo era lampante e al tempo d'oggi era ben formata. Cosa che mi faceva rabbrividire perchè il momento in cui sarebbe ufficialmente venuta al mondo era sempre più vicino. La cosa mi preoccupava, lo avevo detto sia alla dottoressa e oggi anche a Bennet. Mi faceva sentire più tranquilla sapere che oggi aveva acconsentito di affiancare la donna.
    Il silenzio colma la stanza, il ronzio leggero dell'apparecchio è l'unica cosa che si percepisce; mi stacco dallo schermo per osservare il dottore poichè spesso si ferma troppo a lungo, come se dovesse dire qualcosa. In verità non pronuncia nulla e i suoi occhi grigi sono alle volte immobili sulle sue dita che stringono la sonda medica. Mi domando ancora una volta cosa sta succedendo dentro il cervello dell'uomo per risultare ai miei occhi sconnesso da quello che sta facendo. Ho Smesso di pensare che debba dire qualcosa sulla salute della bambina, credo che abbia dei pensieri personali e io non sono una brava consolatrice o una che si fa gli affari altrui; ciononostante non posso far finta di nulla, è lampante che il guaritore ha bisogno di una pausa o comunque di esternare qualcosa con la sua bocca. Sono costretta a farlo quando si irrigidisce, i suoi occhi si bloccano come se stesse per avere un attacco di qualche tipo e le sue dita smettono di stringere l'oggetto che sta manovrando. La sonda cade e a quel punto è mio dovere porre un quesito. Dottore, lei si sente bene? piego la testa di lato con una faccia che è a metà tra l'indagatore e l'infastidito.
    Sembra non udirmi, tanto è che scuote il capo, scioglie le spalle e recupera la sonda con chiara tensione e agitazione nei movimenti. Si scusa ma non mi guarda in faccia mentre tampona il gel e io afferro la carta per terminare il tutto. E' scosso e provato e allora copro la mia cute con la maglietta per captare dettagli sull'accaduto come meglio riesco. Dice che ha avuto una visione e questo mi fa pensare che ha visto qualcosa di particolare per avere una reazione simile. Pongo i piedi a penzoloni dal lettino mentre spiega che anche la prima volta che sono venuta al San Mungo ne ha avuto una di simile. Faccio spallucce perchè non comprendo il motivo per cui mi sta raccontando dei suoi episodi. Se.. le accade spesso durante il lavoro dovrebbe esserne abituato ormai sussurro come a significare che visto che ormai è un esperto in materia non dovrebbe più essere scosso quando accade. Mi sovviene però una domanda che non mi lascia in pace se non gliela porrò. Diceva che le visioni sono influenzate e rafforzate dal legame che si ha con le persone inizio a dire. Mi domando allora se un veggente guaritore vede spezzoni di vita privata del paziente praticamente a random. Non è un'appropriazione non autorizzata? Il fatto che lei ne abbia con i suoi pazienti che significa? Che ha a cuore il suo caso? Lo fisso negli occhi e gli sto chiaramente domandando se è l'ordine del giorno avere delle visioni in presenza dei suoi pazienti. Quindi.. mi dica.. se vuole.. dico con mezzo sorriso laterale convinta che si tratti di una visione del tutto innocua e proficua. Ha visto la mia bambina? Se così fosse vorrei sentire narrare i dettagli della sua figura, avrei finalmente l'occasione di capire quanto sono stat veritiere le mie fino ad oggi.
     
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    La domanda arriva proprio come era prevedibile, nonostante i miei sforzi di provare a nascondere ciò che dentro di me si sta scatenando lei ha capito. < Sto bene. > rispondo lapidario passandomi una mano sulla fronte, è palese che invece non sto per niente bene, la visione non ci voleva e non ha fatto altro che peggiorare la situazione. È ora della verità dottor Bennet, devi fare la cosa che ti viene spontanea, devi agire e devi farlo in fretta mettendo fine a queste scene poco chiare davanti a lei, crederà che sei impazzito ma devi rischiare. Lei si siede sul lettino e le sue domande sono sempre più difficili, io rimango vicino a lei ad osservarla in silenzio, respiro, cerco di essere tranquillo e mi dico che alla fine se non lo faccio adesso non posso farlo magari un'altra volta. Sono felice e confuso allo stesso tempo e credo che sto perdendo tempo dietro alle mie ansie, dovrei invece liberarmi ed esprimermi al meglio. Quindi mantengo il controllo e parlo con un tono pacato, sereno, ora sono sicuro di quello che ho visto.. Anche se non è come lo volevo vedere. Ora ho una doppia conferma. Metto la mano dentro la tasca del camice e tocco la lettera che mi ha spedito il signor Lennox. < Non mi capita spesso di avere delle visioni con i pazienti, e certamente sono abituato si.. > come spiegargli che questa cosa mi tocca più da vicino? < ma non ho visto la tua bambina. > dico sicuro alzando gli occhi nei suoi, che sono così chiari, così espressivi. < Ho visto te. > la mia mano spontaneamente si appoggia sul suo braccio, non posso fare l'indifferente ora che la mia maschera è completamente caduta.. E mi dice ciò che ho detto prima io, che bisogna anche avere un legame o almeno un motivo valido per essere legati da una visione con una determinata persona. < Ho avuto la stessa visione della scorsa volta.. Ma un po' più completa oggi, penso di averti vista da bambina, eri in una camera e.. Piangevi davanti ad un camino, eri piccolina, triste.. Ti ricorda qualcosa Vanja? Hai mai vissuto questo momento nella tua vita? > mi basta solo che mi dica si, i miei occhi non smettono di fissare la mia mano che faccio scivolare dal suo braccio e le dita passano delicatamente sul dorso della sua mano, prima che le lascio scivolare via per evitare di dargli fastidio. Alzo lo sguardo nei suoi occhi attendendo una risposta.

     
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    Prontamente il dottor Bennet smette di farsi pregare, risponde alla mia domanda e il mio sorriso speranzoso di avere un confronto con le mie visione su Abigail si spegne. Lo guardo, dice che ha visto me e piego la testa di lato facendo scivolare i boccoli ramati sulla spalla, involontariamente i miei piedi ondeggiano nell'aria perchè sto ancora seduta nel lettino da dove mi sono appena rialzata. Lei ha visto cosa di preciso? domando deglutendo. Non capisco dove vuole arrivare; va bene il soggetto delle sue visioni sono io, perfetto, sono una sua paziente, capita no? Prima di proferire altro, la sua mano si appoggia sul mio braccio coperto da un tessuto leggero grigiastro. Le mie iridi si dilatano, osservo le sue dita avvicinarsi e sfiorarmi. Non capisco se sono sbigottita o infastidita, lentamente alzo il mento verso di lui con chiara espressione di disapprovazione. Non capisco questo suo gesto, cosa ha da dirmi che cerca un contatto? Solitamente le persone lo fanno per infondere calma, per prepararle a qualcosa di difficile da dire o perchè hanno un legame affettivo. Mi sottraggo dal suo tocco, spostando la schiena leggermente indietro. Schiarisco la voce e lo guardo a lungo in silenzio per scovare risposte chiare prima di fargli delle domande che mi inondando la testa. Si sta comportando in modo strano, c'è qualcosa che non mi dice. Penso di averti vista da bambina, eri in una camera e.. Piangevi davanti ad un camino, eri piccolina, triste.. Ti ricorda qualcosa Vanja? Hai mai vissuto questo momento nella tua vita?nel preciso istante in cui sento queste parole strabuzzo gli occhi, chiudo i pugni e scivolo giù dal lettino, letteralmente allontanandomi da lui. Schiarisco la voce insicura di aver sentito bene. Quel che ha visto è probabilmente vero dico vagamente senza degnarlo di uno sguardo. Appositamente non gli ho fornito una chiara risposta, perchè mai dovrei? E' un guaritore qualsiasi, non uno psicologo, non è Lennox o le sorelle a cui direi qualcosa di intimo e prezioso. Mi sento in qualche modo violata perchè ha visto qualcosa di profondo: i miei dolori nascosti che gran poche persone hanno sentito raccontare dalla mia bocca. Anche se la sua domanda era posta educatamente e in modo innocuo per capire se ho vissuto qualcosa di lacerante che si ripercuote nella vita attuale, non fa a meno di infastidirmi. In verità sono spaventata dal fatto che lui abbia visto me in quelle condizioni, da piccolina mi succedeva molto di rimanere da sola a lamentarmi a lungo, non è stata una vita facile e felice quella in orfanotrofio. Credo che la visita sia terminata giusto? é chiaro che non ho risposto alle sue domande, sfioro la borsa con le dita, lui è dietro di me di fianco al lettino e appositamente gli do le spalle, come se i suoi grigi occhi potessero leggere la verità se mi guardasse in volto.
    Mi appresto a prendere il cappotto e la borsa, so bene che dobbiamo fissare un ulteriore controllo prima del parto, rimango voltata cercando di ridurre al minimo ogni possibilità di continuare il discorso sul mio passato.
     
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    Vanja si scosta come se avesse preso una scossa improvvisa, stringe i pugni e fugge via dal lettino con una mezza risposta che non è del tutto esaustiva. Ci siamo. Ora è semplicemente il momento della verità e capisco che ha una grande fretta di andare via, sembra piuttosto infastidita e probabilmente non ha preso bene il fatto che ho visto tutte quelle cose nella visione. Quello che ho omesso però è ciò che più mi ha colpito, il fatto che nella visione finalmente la raggiungevo, ma allo stesso tempo la sua faccia strana, quasi poco umana che ho visto mi ha spaventato. Probabilmente si tratta di distorsioni dovute alla stanchezza o all'immaginazione, sappiamo tutti che le visioni non sono mai totalmente affidabili e ne devo tenere conto. La vedo mentre mi da le spalle nervosamente e sta quasi per andare via. A quel punto io non ho altra scelta, non rispondo più alle sue domande in modo professionale o distaccato, ormai non ci riesco, ci sono troppo dentro e non voglio che se ne vada proprio adesso. Faccio quindi dei passi verso di lei. < Vanja. Aspetta. >
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    la mia voce ha un tono basso, irrequieto, non voglio che se ne vada e lo dimostro mettendomi proprio davanti a lei, coprendo tutta la sua visuale. I miei occhi sono pieni di speranza, di sentimenti e molteplici sensazioni, le mie mani si appoggiano alle sue spalle nonostante prima dimostrasse fadtidio sentendo quel contatto troppo personale per un rapporto che normalmente è distaccato, un dottore non si comporta mai così con una paziente, finirebbe di sicuro in tribunale se si azzardasse di toccare una paziente quando questa non lo vuole. Le mie dita quindi tengono salde le spalle della ragazza, rimane un momento come sospeso nell'aria, il momento in cui la guardo negli occhi e tutto il mondo intorno a noi si ferma, rallenta, perde completamente importanza. < io... Sono tuo padre. > ammetto chiaramente mentre non riesco a contenere il cuore che sembra strapparsi via dal petto. < Sei tu la persona che stavo cercando. > quella frase spezzata dall'emozione che mi tradisce e che fa diventare gli occhi lucidi, mentre tolgo le mani dalle sue spalle e lascio cadere le braccia lungo i fianchi < È la verità > un sogno che si avvera così, sul posto di lavoro un giorno incontri per caso quella che è la persona più importante della tua vita, ora che la guardo ha alcune espressioni di Zoya, non riesco a guardarla diversamente.. Ho gli occhi dell'amore, quelli di un uomo che non sa neanche da dove cominciare eppure ha tanta voglia di riparare, di riconquistare e avere tutto quello di cui è stato forzatamente privato, in ogni modo sono stato la causa e la vittima di questa situazione e vorrei trovare ora il modo migliore per ricucire questa storia che non è per niente facile. Vanja ha sofferto, ora ne ho la conferma e non posso minimamente immaginare che vita abbia attraversato prima di questo giorno.

     
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    Chiudo il gancetto della borsa in cuoio, sospiro e mi dico che posso prendere anche un appuntamento con la signorina alla reception anche un altro giorno e non proprio adesso. Ho troppa voglia di lasciare l'ambulatorio e dimenticare questa strana giornata; prima la Norton che si lamenta come una fanciulla immatura, poi Bennet che ha qualche problema comportamentale. Non posso dire molto sulle sue visioni, non sono controllabili quelle e non è colpa sua se vede gli affari degli altri; solamente non ero pronta ai dettagli privati. E sapere che lui ha visto me quando avevo pochi anni di vita mi ha fatto sentire piccola ai suoi occhi e debole. Risvegliare quelle cose e parlarne mi fa sempre sentire impotente riguardo al fatto che la mia storia è un mistero e non ne vengo a capo.
    Sento che compie dei passi, mi chiama per nome e si pone davanti a me. Sto ancora sistemando le piccole foto dell'ecografia sul taschino esterno della borsa che tengo fra le mani. Lo guardo alzando lo sguardo e non capisco questa presa di posizione; il suo camice bianco ne definisce i contorni, è aperto sul davanti e la sua faccia è tirata in un modo che non ho mai visto prima. Sembra concentrato sul fatto che il mio appuntamento non debba finire, ma che c'è?I suoi occhi puntano dritti sul mio volto, il silenzio fa padrone e io rimango a fissarlo con aria incomoda e resistente. Mi scusi, io.. non posso trattenermi. La balla più veloce che mi esce dalle labbra che racchiude una piccolissima verità: voglio andarmene il prima possibile; non voglio stare ancora nell'ambulatorio con un guaritore che sta dando di matto.
    Nonostante io prima si sgusciata via da sotto il suo tocco stavolta appoggia entrambe le braccia sulle mie spalle costruendo un ponte di contatto per nulla scontato. I miei occhi sembrano fuoriuscire dalle orbite, adesso sto perdendo la pazienza e non mi piace per niente questo atteggiamento di "creare contatto". Deglutisco tirandomi indietro di un passo e guardandolo con ostilità. Prima di poter spiegare (cosa che secondo la sottoscritta dovrebbe essere ovvia) che non mi aggrada questo modo di fare lui rompe il silenzio; la sua voce ha un tono diverso e sembra dannatamente sincero. Sento del rammarico, della frustrazione, tristezza e speranza. Non conosco il dottore così bene per dire di esserne certa ma il suo modo di porsi e di parlarmi in questo momento non è lontanamente professionale. Sono tuo padre dice ispezionando il mio volto, come a volerne registrare ogni dettaglio per paura di non vedermi più. Due secondi dopo Sei tu la persona che stavo cercando. Arretro definitivamente mentre maschero il cuore che comincia a mantellarmi in petto, non riesco a domare la forza con cui sto stringendo il gancio della borsa fra le dita ma in verità lo sto stringendo così forte che le pieghe fra una falange e l'altra sono biancastre e tiratissime. Arretro di un paio di passi ancora e mantenendo il controllo sulle mie emozioni vomito la risposta più banale che mi viene, nonostante lui si sia assicurato di sottolineare che sta dicendo la verità. Scuoto il capo Signor Bennet lei, deve aver visto cose errate, si è immerso nelle visioni troppo sospiro anche se dentro di me una tempesta di domande e ipotesi si sta sprigionando Voglio dire, cosa le salta in mente? Non sa niente di me..Una risata nervosa e isterica che sancisce il fatto che non credo ad una parola di quello che dice. Se me lo sta dicendo perchè ha capito un po' la mia infanzia, è davvero una cosa di pessimo gusto. Alzo il sopracciglio chiaramente accigliata dal fatto che un medico si sia inventato una farsa tanto grossa. Come dicevo.. sistemo la bretella della borsa sulla spalla. Ci vediamo la prossima volta sospiro e voglio andarmene perchè anche se io lo sto allontanando ci penserò molto una volta fuori di quì. Non nego che dentro di me una piccola speranza si è accesa e nonostante io non lo abbia detto, so per certo che stilerò delle ipotesi atte a giustificare la sparata del giorno.
    Lo sorpasso standogli però a debita distanza e non mi faccio affatto intenerire dal suo sguardo, è un bravo attore magari?
     
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66 replies since 21/10/2021, 20:18   1755 views
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