Black Opium

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    Venerdì 12 novembre 2021.
    Ho cercato di sistemare le mie idee in questi giorni. Di certo il periodo non è dei migliori e il fatto di non aver sistemato al cento per cento con le sorelle mi fa stare appesa come la frase dice.
    Oggi ho appuntamento con la dottoressa Norton e ci siamo viste l'ultima volta i primi di settembre. Il giorno esatto in cui Lennox venne all'appartamento a Londra. Ripensare a come sarebbero oggi le cose senza cazzate di mezzo mi fa pensare e non poco.
    Mentre spingo la porta d'entrata sospiro e decido di non pensarci. Pronuncio il mio nome all'addetta e come già so mi avvio verso l'ambulatorio della dottoressa. I corridoi sono silenziosi, sembra esserci meno personale od é una mia impressione tanto vago fra i miei pensieri.
    Prendo posto in una sedia bianca appoggiata alla parete, chiaramente nervosa. Odio questo ambiente. E non mi ci sono abituata nemmeno un po' nonostante i miei appuntamenti per Abigail.
    L'odore di alcol mi stuzzica il naso, accavallo le gambe per come riesco visto che sì, sono dannatamente grossa adesso che mancano meno di due mesi.
    Vedo la figura in camice comparire sulla porta, é sempre così sorridente che quasi mi spaventa. Forzo un buon pomeriggio, sono le diciassette e il tempo é uggioso e umido.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 9/11/2021, 12:26
     
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    Nora Norton • 26 y. o. • Guaritore • PC
    Ore 17 Vanja Rosencrantz
    Così narra la mia agenda per quel venerdì pomeriggio. L’ultimo appuntamento di una giornata operosa ma anche noiosa. Capita anche a noi Guaritori di avere giorni in cui non capita nulla di interessante, se per i pazienti è un bene per noi è strano. Viviamo anche di adrenalina, quelle che corre nelle vene quando c’è qualcosa che attira la nostra attenzione, una diagnosi da fare, un bacillo da identificare, un sortilegio da scoprire e del quale trovare l’antidoto.
    Vanja era semplicemente incinta e questo poteva far pensare che la giornata si sarebbe conclusa esattamente come era iniziata e cioè con la normale routine di un controllo per gravidanza più che accertata visto che mancavano meno di tre mesi al parto.
    Non è così. Se la gravidanza è una situazione compresa in ciò che riguarda la vita di una donna era la paziente ad essere piuttosto singolare. Un bel tipino difficile da trattare e da inquadrare. Non la vedo da un po’ e da come ci siamo lasciate l’ultima volta non sono nemmeno tanto sicura che si presenti.
    Il dubbio viene risolto prima che prenda forma concreta. Puntuale e parecchio di tonda di come la ricordavo la ragazza trovo nel mio studio ad attendermi. In mano ho due bicchieri di the e non è un caso. L’eco fatta a vescica piena è più precisa.
    Chiudendo la porta alle mie spalle col tallone la saluto cercando di essere il più rassicurante possibile. Ho capito che mal tollera i camici e quant’altro abbiano a che fare con gli Ospedali e mi rammarico di non aver pensato prima togliere la divisa.
    Ciao Vanja, sei …in forma!
    Lo era davvero. Bella tonda, con un panciotto ben visibile e l’espressione di vorrebbe essere da tutt’altra parte.
    Ti ho portato un the, sai, per l’ecografia. Viene meglio se bevi.
    Speravo sapesse che sarebbe stata più lunga della precedente e speravo che non si sarebbe spazientita durante la rilevazione dei parametri. Dal suo aspetto pareva che, compatibilmente con il suo stato, stesse bene ma in caso la domanda di rito era necessario porla.
    Mi accomodai accanto a lei tendendo il bicchiere per un preliminare colloquio teso ad accertarmi non avesse avuto problemi fisici. Indagare su quelli legati alla sua sfera personale non rientrava nel mio ruolo ma avrei comunque fatto in modo di mostrarmi disponibile se mi avesse accennato o fatto capire di volerne parlare.
    Come sta andando? La tua piccola si fa sentire? Ci sono domande che vuoi pormi prima che iniziamo l’eco?
    Facile possa rispondermi con un grugnito ma tentar non nuoce e mi adeguerò alle sue risposte e alle sue reazioni.

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    Edited by nora/ - 26/1/2022, 23:31
     
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    Il suo complimento mi fa alzare un sopracciglio. Forse è stata antipatia a prima vista, però ogni volta che la dottoressa mi parla mi infastidisce. Sono in forma dice, questo risveglia la sensazione di disagio che continuo a percepire da un paio di mesi a questa parte: non mi piaccio più, detesto le mie forme anche se per una volta nella vita ho un seno prosperoso. Sospiro e scuoto il capo ripensando a me nascosta sotto la coperta a casa di Dillon, dalle sue parole capii che le fisime erano solo mie. Eppure ciò non bastò a farmi credere che una donna può essere bella anche se aspetta un figlio, con la pancia grande e le forme diverse.
    Mi offre il the e decido di prendere il bicchiere senza storie. Ormai non manca tantissimo e non ha senso fare i capricci.
    Lo rigiro fra le dita soffiandoci sopra, l'aroma di limone si sparge nell 'ambulatorio.
    Va tutto bene mento chiaramente. Non mi va di dirle che sto tirando la pazienza di me e della piccola agli estremi. Dormo poco e ho picchi di nervosismo epocali. Sposto lo sguardo dalla dottoressa. Lei sta bene mi correggo. Io.. Non proprio. Soffio fuori il fiato. Ma non sono qui per parlare di me ma di lei schiarisco la voce e per un attimo sono titubante. Certo, lei ha esperienza come medico.. Al San Mungo vede cose di ogni tipo.. E allora devo chiederglielo faccio una breve pausa. Cosa ne sa delle nascite di licantropi? La fisso dritta in faccia. Sì, dottoressa, lei lo è.
     
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    Ricordo bene Vanja. L’ho vista solo una volta ma ricordo perfettamente quanto sia brava a volersi mostrare poco simpatica. Non è un problema, non dobbiamo essere amiche. Lei è la paziente e io il Medico. Mi basta che collabori per il suo bene e per quello della figlia che porta in grembo. E’ così giovane e spaventata che fa tenerezza ma mi guardo bene dal dirglielo.
    Dopo aver accettato il the la ragazza comincia ad aggirare un discorso che stento a capire dove voglia andare a parare. Non mi pare nel suo stile non giungere al sodo ma quando ci arriva per poco il the che sto bevendo non mi va di traverso.
    Appoggio il bicchiere sulla scrivania deglutendo e scuotendo il capo. Quando la osservo sono seria. Solo seria. Non spaventata o preoccupata.
    Quando intendevi dirmelo? Ti rendi conto che quello che hai omesso non è proprio un dettaglio?
    Dov’era il padre? Dargli una controllata sarebbe stato utile al fine di prevenire soprese dell’ultimo minuto ma era evidente che chiederglielo sarebbe stato tempo e fiato sprecati.
    Con un sospiro incasso la notizia e la metabolizzo visto che non posso far altro. Adirarsi non serve, non è un crimine avere rapporti con una creatura magica ma è mettere a rischio una paziente e la nascitura di cui mi sono assunta la responsabilità è un bell’impegno se non la sua piena collaborazione.
    Tua figlia nascerà in forma umana. L’eco che abbiamo fatto è quella di una bambina e non di una cucciola. La sua trasformazione avverrà in seguito e potrebbe non essere facile per te gestirla se non hai più rapporti col padre della piccola.
    Se ci fosse stato il padre avrebbe saputo affiancare la piccola durante il percorso, dovevo metterla al corrente anche non sarebbe stato facile gestire il momento della trasformazione da sola. Sicuramente lo sapeva o lo immaginava ma era mio dovere ricordarglielo.
    Mi rendo conto che c’è di peggio nella vita ma, per Merlino ululante, proprio un licantropo doveva scegliere? Un licantropo assente per giunta.
    Dovremo calcolare bene le fasi della luna. Potrebbe nascere in di anticipo rispetto al termine per cui ti consiglieri non allontanarti da Londra da ora in avanti.
    Alzandomi dalla sedia mi avvicino alla scrivania, cerco e trovo la cartella clinica di Vanja per aggiungere quel non insignificante dettaglio alla sua anamnesi. Mentre scrivo interrogo di nuovo la ragazza.
    Siamo qui anche per parlare di te. Se tu non stai bene, se hai dei problemi lei li sente e li somatizza quindi se c’è qualcos’altro che devo sapere è il momento giusto per dirlo, prima che sia troppo tardi.
    Visto quanto era brava ad omettere era meglio parlar chiaro. Era responsabile per sua figlia ed era meglio che si mettesse nell’ordine d’idee che lo sarebbe stata per sempre.


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    Edited by nora/ - 27/1/2022, 11:23
     
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    Appoggio il bicchiere davvero infastidita. Io più di lei. In silenzio penso ma davvero devo raccontare ad un medico ed ad una donna più grande di me come funzionano i concepimenti accidentali? Non so se riderle in faccia o dirle pari pari la verità come un insegnante alle scuole elementari : scopare si chiama, Norton quello che fanno le persone anche senza sapere come si chiama l'altro. Che cazzo non ha capito dell'arrivo di questa bambina?
    L'ho saputo sentenzio a denti stretti con una forza sovrannaturale per non alzarmi e urlare addosso. Pensa che io ne sia felice? Credo che possa arrivarci da sola: non conoscevo così bene suo padre da sapere anche questi segreti.
    Assolutamente no rispondo al fatto di aver contatti con Noh. Le basta sapere che non sa di lei? Nuda e cruda verità, così tagliente che la zitterá all'istante. Così non fosse questo è il momento giusto per alzare il culo da dove sto adegiata. Non sono qui per sentirmi dire cosa devo o non devo fare a livello relazionale e sociale per la mia bambina. Mi sono già affezionata a lei, questo è una cosa che non credevo possibile. Eppure è successo ma questo non glielo dico.
    Fasi della luna? La guardo stranita. Per quel poco che so mi confonde questa frase. Perché? Ho detto lycan non mannaro. Questi ultimi sono macchiati per contatto da una bestia, gli altri lo sono per genetica no? Non sono abbastanza esperta quindi lascio a lei la parola.
    É più pericoloso e difficoltoso del previsto il parto. Corro il rischio di non farcela? un brivido mi percorre la schiena, é quasi simile a quel giorno in cui alla lezione di veleni ingoiai un biscotto contaminato. In quel momento sentii la paura della morte da lontano. Era chiaro che gli insegnanti avevano la situazione sotto controllo ma esserci dentro cancella dalla mente il fatto di essere in buone mani. Sia sincera la incalza con rigida voce. E la farò una domanda non troppo gradita, dottoressa. Qualora le sfuggisse il controllo della situazione. Chi salverebbe?
     
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    Vanja è infastidita dalle mie domande e non lo nasconde. Sicuramente avrebbe preferito non rispondermi, alzarsi ed andarsene ma è sua responsabilità starmi a sentire e anche se lo fa malvolentieri…lo fa.
    Stringo le mascelle quando la sento dirmi che non è felice. Lei non può saperlo e anche se lo sapesse gli interesserebbe meno di niente ma per chi ha perso un figlio sentire certe cose fa rabbia. Dirle che avrebbe dovuto pensarci prima sarebbe inutile. Non sono sua madre e nemmeno sua sorella e, fra me, penso ‘per fortuna’.
    Sono il Medico che la segue però e per quanto irritata e scontenta lei possa essere io ho il dovere di informarmi e anche quello di risponderle.
    Spero che sarai felice in futuro, lo spero per te e per la creatura innocente che porti in grembo il cui padre avrebbe il diritto e il dovere di sapere della sua esistenza.
    Non insisto oltre sull’argomento. Non mi occupo anche delle relazioni delle mie pazienti e nel caso di Vanja è già abbastanza impegnativo seguire lei. Manca solo che debba mettermi problemi anche per il lycan con la quale si è divertita.
    Senza nemmeno rendermene conto ho incrociato le braccia al petto mentre mi accingo a rispondere circa le fasi lunari.
    Le fasi della luna influiscono sui parti. Anche su quelli umani. Se tu fossi una mannara o se lo fosse il tuo partner la tua gravidanza sarebbe stata di circa tre, quattro mesi. Trattandosi di lycan invece dovresti arrivare a termine ma la luna potrebbe decidere di farti partorire con qualche settimana d’anticipo quindi mi raccomando. Appena senti qualcosa di strano non aspettare a correre in ospedale.
    Scuotendo il capo mi affretto a tranquillizzarla. Tanto spavalda quanto spaventata fa perfino tenerezza il suo timore di non potercela fare.
    Ce la farai. Partorire è naturale per tutti gli esseri viventi e tu sei giovane e sana.
    Comprendo i suoi timori ma non voglio affatto alimentarli.
    Non pensare a queste cose. Starete bene entrambe, non c’è motivo per dubitarne.
    La bacchetta appare nella mia mano dando il via al rituale che ormai conosce e che precede l'eco. Forse le immagini delle sua creatura la faranno rilassare ed evitare di pensare a scenari che pur non essendo impossibili sono piuttosto rari.



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    Edited by nora/ - 27/1/2022, 12:54
     
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    "Spero che sarai felice in futuro, lo spero per te e per la creatura innocente che porti in grembo il cui padre avrebbe il diritto e il dovere di sapere della sua esistenza". Il mio cervello elabora chiaramente come cazzo ti permetti, il mio viso lo spiega senza bisogno di dirlo. Pianto le unghie sul morbido sedile della sedia e rizzo la schiena. Non intendo pronunciare altro con una persona estranea al tutto. Non sai un beato cazzo Norton, di me e di lui. Limitati a studiare il quadro clinico, non è il tuo lavoro sapere il resto. Secondo lei dovevo mandare un gufo a Noah con scritto Hei Ciao, diventi papà tra meno di tre mesi? Non sento Abigail figlia sua, per nulla. Noah é solo biologicamente suo padre e nulla di più. Credo che se si palesasse senza preavviso non gli racconterei comunque nulla di tutto ciò che sto passando e non avrei alcuna reazione emotiva. Probabilmente gli direi che è sua figlia solo se per circostanza dovesse chiedermelo, di certo non prenderei il primo espresso e correrei da lui per dirglielo. Voglio dire che me ne fotte?
    Abigail é mia e delle sorelle. Punto e basta.
    Non sarà un problema nemmeno raccontarglielo un giorno, alla piccola bambina che vedo nelle mie visioni. Di certo sarò una mamma diretta, nessuna frottola e balla di circostanza.
    Ascolto con interesse il discorso del parto, lei non ha risposto alla mia domanda e dà per scontato tutto andrà bene. Mi infastidisce parecchio quando davanti ad un bivio una persona non risponde chiaramente e intraprendere una strada differente.
    Oh si! Partorire é naturale! Merlino freni le parole che cercano di uscire dalle mie labbra o é chiaro che non si metterà bene quest'oggi. Io sono particolarmente irritabile ma lei diamine non ha nessuna caratteristica mi piaccia. La scruto con fare davvero infastidito.
    Sempre se riesco a correrci in ospedale sibilo a denti stretti. Nemmeno posso smaterializzarmi! Borbotto. Mi trovassi anche in capo all'Inghilterra, la strada è lunghissima prima di arrivare al S Mungo. E poi come stracazzo ci entro? Faccio probabilmente in tempo a crepare di dolore e probabilmente subire le conseguenze di un parto diverso dal normale. Ecco perché la mia domanda. L'unica che mi interessava l'ha bypassata. Risponda alla domanda. Dico categorica, intreccio irremovibile le dita sul grembo chiaro segno che voglio una risposta chiara o assolutamente non proseguiamo con ma visita : me o lei?
     
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    Vedo Vanja irrigidirsi. Accennare al padre del bambino non è stato di suo gradimento.
    Poco importa, pensi quello che vuole ma un giorno dovrà confrontarsi con sua figlia in merito e allora forse la sua insofferenza potrebbe diventare un problema. Mi viene da chiedermi se anche Zoja, quando si è accorta di attendere la figlia di Jon, ha reagito nello stesso egoistico modo. Mi fa strano confrontare la mia paziente con la Pozionista e mi fa anche strano che sia capitato proprio a me, in questo particolare momento, di dover affrontare questo tipo di problema. Continuando a ringraziare il cielo per essere solo la Guaritrice di quella indisponente ragazzina che farebbe saltare i nervi anche al buon Merlino in persona sospiro.
    E’ evidente che mal mi sopporta ma essendo reciproca la cosa ce ne faremo entrambe una ragione e siccome sono io a dover mantenere il controllo evito di esternare qualsiasi tipo di manifestazione di disappunto tranne quello di dover mandar giù un comportamento che reputo poco maturo per una futura madre.

    Se non fai in tempo a raggiungere l’ospedale chiamami. Verrò io da te.
    Così dicendo le porgo il mio biglietto da visita che prendo dalla scrivania. Sopra potrà leggere i miei recapiti telefonici ma essendo una Strega presumo sappia anche usare i gufi oltre che la lingua.
    Imperterrita nel voler sapere quale decisione prenderei dovendo scegliere fra salvare lei o sua figlia in caso di estremo bisogno decido di affrontarla a viso aperto.
    Tutte le future madri hanno dei dubbi; è comprensibile e anche giusto che chiedano informazioni ma Vanja più che chiedere da la netta impressione di pretendere. Comincio a capire il padre della piccola.
    Se dovesse essere necessario e, ripeto, non lo sarà, la priorità sarà quella di salvare te. Questo è ciò che dice il protocollo ed è questo ciò che farebbe ogni Guaritore responsabile e degno di svolgere questa professione.
    Ora, se non ti dispiace, sdraiati sul lettino e cominciamo l’eco.
    Non voglio metterle fretta ma incitarla a pensare ad altro di meno drammatico di una scelta così drastica.



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    Edited by nora/ - 27/1/2022, 13:41
     
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    Quale è la definizione di medico dal dizionario? Credo che sia un professionista abilitato all'esercizio della medicina. Non di certo psicologo, figura per problemi relazionali e nemmeno impiccione con laurea.
    Verrà lei da me ripeto a me stessa. Certo, mi fido. Qualcosa saprà fare in quel momento no? Ormai dopo essermi affidata al Dottor Bennet ripongo gran poco fiducia nel personale del San Mungo, in verità ne ripongo gran poca in genale nei camici bianchi. Intasco un altro biglietto da visita, chissà se si ricorda che me lo aveva già dato.
    Ascolto finalmente la sua risposta, dilato le iridi sbigottita. Non me Ne frega un cazzo di ciò che sta blaterando e delle regole. Bypasso il suo ordine e rimango esattamente dove sono. Lei ha la priorità sibilo. So che un medico non andrà oltre il protocollo, né gli conviene mentire per convenienza perché perde la fiducia del paziente. In questo caso si trova di fronte ad un bivio e io voglio proprio sentire cosa ha da dire. Stringo le mani sui braccioli e mi tiro in piedi, lei è nei pressi dell'ecografo.
    Lei ha la priorità sibilo a denti stretti. Creatura o umana sia. Ha capito?
    Mi concedo una breve pausa, la sua risposta mi ha assai delusa pertanto non sono incline a farmi visitare da una dottoressa che mi da tutto fuorché la sicurezza che voglio. La priorità della mia bambina nonostante ciò che accadrà, se accadrà.
    Faccio il giro della sedia e mi allontano da lei, sono talmente nervosa che forse dovrei andarmene e richiedere un altro appuntamento. Con un altro medico di certo.
    Le do le spalle e appoggio la mano sul pomello, non intendo litigare con la dottoressa ma non mi sento a mio agio grazie alla sua risposta. É così tanto pro bambini, si preoccupa della sua salute, spera nella felicità del domani e poi mi dice che in caso di problematiche gravi salverebbe me? Ma che cazzo vuol dire.
    Sei una donna, Norton, mettiti nei panni della tua paziente, dovrei essere felice di stare sotto il tuo controllo?
     
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    Venerdì
    Domani si va di giorno libero, ho chiesto a Zoya di tenersi libera visto che gli ho promesso una cena con il suo piatto preferito, sono tornato dalla riunione mondiale dei medici per stabilire le ultime cose sul coronavirus, è stato abbastanza stancante e quando sono tornato subito ho cominciato i turni in ospedale. Quindi domani sarà il momento in cui potrò staccare il cellulare e prendermi il giorno di riposo come si deve. Ormai mancano dieci minuti al via libera, sono nel mio ufficio che sistemo le ultime scartoffie prima di andare via dall'ospedale, il turno notturno non è stato molto pesante e menomale direi, ho bisogno di staccare da tutto ma il destino sembra essere ben diverso oggi. Sento dei rumori e vedo il mio gufo cercare di entrare dalla finestra, subito la apro e prendo al volo la lettera, sembra proprio provenire dal dipartimento auror e quindi dal ministero, è qualcosa di ufficiale e non perdo tempo ad aprirla. Mi siedo sulla scrivania e prendo il tagliacarta, apro la lettera e i miei occhi scorrono sulle parole che magicamente appaiono. Passa qualche secondo. Faccio fatica persino a respirare, le mie labbra formano una "o" per lo stupore, mi metto la mano sul petto. Poi infilo la lettera dentro la tasca del camice da medico, mi alzo di scatto e con molta fretta guardo l'agenda degli appuntamenti, non trovo nulla. Esco fuori dall'ufficio, poi rientro ed esco fuori la bacchetta: la punto verso la finestra < Expecto Patronum! > l'orso esce a grande velocità e invia un messaggio preciso che corre verso Zoya, ovunque si trovi la raggiungerà. Quindi a passi veloci esco nel corridoio e vado alla reception. < La dottoressa Norton è di turno, giusto? > l'infermiera risponde di sì, chiedo di vedere se in questo momento ha visite.
    20211103-193113
    Neanche il tempo di farla parlare sono già spartito. Corro verso quella porta come se fossi in urgenza, mi fermo, faccio un respiro profondo prima di bussare e aprire. < Buongiorno dottoressa. > saluto gentilmente Nora notando la presenza di Vanja. Ringrazio l'addestramento e l'esperienza come medico che riesce a farmi stare con i nervi saldi anche nei momenti più difficili, quindi guardo le loro facce e noto che la rossa è arrabbiata. Quindi la scruto con attenzione prima di voltarmi verso Nora. < Scusami volevo comunicarti delle cose ma sembra che qui la situazione sia abbastanza tesa.. > forse poco professionale lo so, non riesco a fare di meglio in questo momento. Ma conosco Vanja si, l'ho avuta come paziente e so quanto è difficile con lei, posso solo immaginare che cosa stia provando Nora in questo momento. Imbarazzo, tensione, mi sbatterebbe una cartella clinica in faccia di sicuro in questo momento, poco professionale che un collega interrompi così una visita. < Tutto bene Vanja? > aggiungo con tono dolce, rivolgendo tutta la mia attenzione a lei che si trova proprio vicino alla porta. < Come stai? > come stai Vanja? nessuno può descrivere il mio sguardo in questo momento, se i miei occhi potessero parlare direbbero tante cose che sono state fin troppo taciute. Il mio sguardo appare persino imbarazzato, come quando ti senti osservato e non ce la fai a resistere, e forse è anche orgoglioso, un misto di cose che al momento non conoscono un nome preciso.
    Il cuore pulsa forte.
    :look: scusate l'intrusione... Dovevo intervenire.

     
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    La pazienza fuori dall’ospedale a volte mi difetta ma quando sono a lavoro mi impongo di essere professionale. Viene spontaneo per un Guaritore provare empatia per i pazienti, soprattutto se sono giovani e in difficoltà. Per quanto mi sforzi però non riesco a provarne per Vanja. Provo comprensione ma non empatia. I suoi modi sono quelli di una ragazzina arrogante che pretende di dettare regole in un campo che non conosce e che non gli appartiene. Leggendo la sua cartella so quanti anni ha, è maggiorenne ma dimostra di essere rimasta infantile.
    Se fino a quel momento il mio tono è risultato distaccato ma pacato quando la sento sibilare aggrotto le ciglia.
    Non ha importanza che sia umana o creatura. Il protocollo dice che in caso di scelta estrema fra la vita della madre e quella del bambino bisogna dare la priorità alla madre. Che ti piaccia a no.
    Non le ho fatte io le regole. Sono certa che è drammatico per lei non sentirsi dar ragione ma questa è la vita signorina. Vorrei tanto potergli dire che doveva pensarci prima, mi fa così arrabbiare il suo atteggiamento che faccio un’enorme fatica dal trattenermi per non dirle che doveva almeno usare precauzioni se proprio doveva spassarsela con qualcuno e se quel qualcuno era pure lycan doveva satare ancora più accorta ammesso che lo sapesse.
    La vedo girarmi le spalle ed avvicinarsi alla porta, la sua intenzione è chiara. Vuole andarsene. Nemmeno il tempo di reagire che dalla medesima porta appare Bennet.
    D’istinto faccio un passo indietro per la sorpresa. Compunto e compasso come sempre quando indossa il camice Jon saluta ed accenna di dovermi informare di qualcosa che passa in secondo piano rispetto all’aria pesa che regna nel mio studio.
    Anticipo la risposta sulla salute di Vanja. Non è il suo stato fisico a destare preoccupazione
    Buongiorno Dottor Bennet. La Signorina Rosencrantz sta bene. I suoi nervi un po’ meno.
    Non stavano benissimo nemmeno i miei a dire il vero. Vanja era un ‘regalino’ di Jon e lo sguardo che rivolgo al Guaritore la dice lunga su ciò che penso in merito a questa eredità.
    Sicuramente Jon non è capitato per caso nel mio studio ma Merlino ha voluto che per una volta fosse al posto giusto nel momento giusto.
    E’ venuta per un controllo e per fare delle domande…cioè…per imporre condizioni.
    Probabilmente più che per controllare lo stato di salute e di crescita di sua figlia la ragazza era interessata e preferiva immaginare scenari drammatici che la vedevano eroina della situazione. Evidentemente non le era bastato ciò che le era successo.









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    Edited by nora/ - 29/1/2022, 19:48
     
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    L'unica cosa a cui penso è andarmene, non starò in questa stanza che puzza di disinfettante un secondo in più. Probabilmente appena smaltisco il nervosismo mi darà enormemente fastidio non esser rimasta e quindi dover fissare un altro appuntamento con la dottoressa. Posso avere un altro medico? Sento la mia mente sbuffare. Non ci siamo mai piaciute dal primo istante, questo è chiaro. Come è enormemente scontato che nessun camice bianco mi piace. Ciononostante se lei non usasse frasi che mi danno fastidio sarei rimasta per la visita. Come mi danno fastidio le sue frecciate di vita sparse nei suoi discorsi. Io pretendo solo professionalità, è troppo al San Mungo? Per fortuna è l'ospedale magico per eccellenza! Morgana cara!
    La mandibola è serrata, gli occhi puntati sul pomello di fronte a me, pronta rotearlo che ancora riaffiora la sua fastidiosa voce. Lei deve per forza dire la sua, come una cornacchia che tacita non riesce a stare. Che cazzo ne poteva sapere lei di me e Noah? Dal punto di vista di uno sconosciuto ci potevano essere miriadi di possibilità per cui il padre poteva non essere presente. Si sente ogni giorno parlare di coppie che hanno avuto un figlio e il loro amore è durato meno della gestazione stessa. E allora non facciamo i saccenti, giudicando la vita altrui e le scelte. Il papà di Abigail è sicuramente un bel ragazzo, ce la siamo spassata per un bel po', ma ciò non significa che dobbiamo rincorrerci come due innamorati solo perchè c'è un bambino di mezzo. E fingere cosa? Che ci sia qualche sentimento carino di mezzo? Cercare di riconciliarci per fare quadrare le cose? Non ne ho mai sentito il bisogno e non lo farò una volta uscita di quì. E' andato dove ha voluto, io anche, perchè cazzo le persone non accettano la realtà per quella che vedono davanti a loro? Sono tutti bravi a dare consigli o rimproveri. Mi sarebbe piaciuto sbatterle in faccia la verità poco fa: il papà di Abigail è un gran fottuto manzo da far spavento e le parti migliori di lui che ricordo perfettamente sono i suoi occhi blu oceano è il petto glabro sopra di me, adesso possiamo continuare? Grazie.
    Sono accecata dal fastidio e dalla sua presenza per cercare di non partorire cattiverie o finali differenti da quello che sto appunto varcando, ovvero lasciare lo studio dove mi trovo.
    Ci do un taglio quando la porta si apre prima che io possa effettivamente toccarla, mi faccio da parte mentre un medico, il Dottor Bennet per la precisione, entra in ambulatorio dirigendosi dalla Norton. Lo scruto accigliata, chiedendomi cosa mai sia successo per piombare quì. Dopo un breve istante mi viene da pensare che quel medico tanto famoso è come il prezzemolo, è ovunque. Questo però non cambierà il fatto che voglio andarmene, spero che rubi l'attenzione della dottoressa in modo da poterla salutare e marciare verso la reception al piano terra.
    Li sento farfugliare qualcosa, ancora semi voltata verso i due medici sto in silenzio fino a che mi viene rivolta la parola, da lui. Lo guardo, il suo modo di porsi è sempre lo stesso anche se stavolta credo che sia di circostanza la sua domanda. Avrà notato di certo delle tensione nell'aria e probabilmente nel mio stato non gli è venuto altro da dire. Mi mordo il labbro inferiore prima di proferire parola, proprio i secondi che servono per la Norton per lamentarsi come un'oca con suo collega, superiore, amante, che altro è, dottor Bennet. Quello che dice poco dopo mi fa innervosire di brutto, quasi non riesco a controllarmi, sento la schiena irrigidirsi e i palmi chiudersi; le lancio un'occhiata in cagnesco. Ma davvero dottoressa?
    penso con ironico disprezzo. Desidero cambiare medico, grazie. Sputo di punto in bianco. La frase che sancisce il termine di questa battaglia di lamentele iniziata dalla Norton in persona. Di certo da una donna della sua età e delle sua mansione non mi sarei aspettata dei commenti di questo genere, sembra una bambina che si lamenta alla sottana della bambinaia. Vedo che non c'è molta simpatia fra di noi, ogni volta che giungo quì non mi sento a mio agio, cosa che non si dovrebbe proprio verificare quando il termine è così vicino. Oggi le mie domande e preoccupazioni riguardo il parto e la mia bambina sono risultate assai fastidiose per la dottoressa, a tal punto da esserne spazientita e sentire pure parlare di imposizioni. Sbuffo e piego le braccia al petto.
     
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    Quando ho affidato Vanja nelle mani della dottoressa Norton ero sicuro che la mia collega sapesse benissimo come procedere e comportarsi, non ho mai dubitato sulla sua professionalità, Nora è praticamente cresciuta al mio fianco nell'ultimo anno e conosco benissimo la serietà che mette nel suo lavoro, ho persino scelto le sue mani per aprire la mia testa che ormai mesi fa ha ripreso interamente la memoria. È stato un percorso difficile, anche il recupero della parola in modo corretto non è stato facile, insieme ci siamo riusciti, studiando e impegnandoci. Abbiamo poi attraversato un periodo molto personale, fuori dal rapporto lavorativo, ho avuto modo di conoscere la persona che è anche quando non sta con il camice addosso e posso essere del tutto certo che ci troviamo davanti ad una persona responsabile, forse un po' acerba sotto alcuni punti di vista, ma una donna eccezionale di sicuro, che ammiro e che non ho mai smesso di ammirare per le sue sviluppate qualità personali e professionali. Oggi però la situazione è quasi allo stremo del ridicolo.
    Ogni uomo fuggirebbe all'istante davanti a due donne che litigano, due che non si possono vedere. È quello che sta accadendo in questa stanza, è così buffo che la tensione che sento dentro di me si allenta, diventa tutto percettibile.. Come "normale", calmo, leggero. Okay non proprio leggero, però ci rifletto un attimo sopra quando la dottoressa risponde al posto di Vanja dicendo che la rossa è nervosa. Guardo accigliato la mia collega e non credo alle sue parole, stiamo andando fuori, decisamente. Per imporre condizioni....
    Guardo Vanja che anche lei si lamenta, incavolata come una belva stringe la braccia al petto e chiede di cambiare medico, così.. All'istante. Trovo assurda questa situazione e non capisco proprio come si è arrivati ad una situazione simile, o forse sono io che sono uomo e non capisco niente del misterioso modo di ragionare delle donne. Spontaneamente alzo gli occhi al cielo pensieroso, poi sorrido. < Okay, un attimo.. > per prima cosa mi rivolgo a Vanja < Credo che la dottoressa Norton abbia svolto un eccellente lavoro e mi dispiace molto se caratterialmente non ti sei trovata a tuo agio con lei, in fondo siamo tutti esseri umani Vanja.. Ma questo non vuol dire che devi cambiare medico all'istante, lei ti ha seguita fino ad ora e sarebbe un peccato oltre che controproducente cambiare adesso, che sei a buon punto. > cerco di essere chiaro e sintetico, poi ripenso al motivo per cui io sono qui, e mi dico che non resisterò a lungo con un discorso chilometrico cercando di convincere due donne a starsi simpatiche. < Dottoressa se non ti dispiace, ero venuto anche per parlare con Vanja, visto che oggi c'è abbastanza tensione posso finire di visitare io la signorina Rosencrantz così puoi avere un attimo di pausa e noi nel mentre scambiamo due parole. > sorrido in sua direzione < In ogni caso ti riporterò tutto sulla cartella, non c'è assolutamente bisogno di cambiare medico ma posso darti una mano, in questo caso. > quindi mi volto nuovamente verso Vanja che ora ha la mia attenzione, faccio un gesto con il braccio per accompagnarla fuori da quella stanza. < Puoi seguirmi nel mio ambulatorio, Vanja? >

     
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    Credo che le parole della Norton abbiano imbarazzato il signor Bennet. Piego la testa di lato avendo sempre cura di tenere fisse le braccia incrociate sul petto sopra al pancione per esternare il mio fastidio e disappunto. Godo dentro di me quando noto una risata soffocata del dottore riguardo la scena che ha interrotto entrando velocemente quest'oggi. Alzo il sopracciglio in sua direzione quando dice che è controproducente cambiare medico al momento. Non voglio partorire assistita da lei, è ciò che penso mentre le iridi infiammate si spostano su Bennet che ha pronunciato questa filosofica frase. Sospiro, sono davvero stanca e se la situazione non si smorza all'istante giuro che me ne vado e non me ne frega niente di essere additata come una scema. Voglio che la Norton si faccia da parte. Almeno oggi non voglio sentire un altra parola uscire dalla sua bocca. Le lancio un'occhiata silenziosa, ancora profondamente irritata dalla sua risposta su chi salvare in caso di problemi durante il parto.
    Rimango in attesa che si mettano d'accordo, a quanto pare non posso proprio fuggire da questi due. Sbuffo chiaramente spazientita ma almeno vittoriosa di proseguire l'appuntamento del giorno con qualcuno diverso dall'acida donna.
    Lo seguo fuori dall'ambulatorio della Norton entro un altro poco distante. Fra me penso che ancora poco e sarò in viaggio per tornare ad Hogwarts. Mi farò dare un paio di foto i movimento, ormai l'album che teniamo in dormitorio è pieno di foto di Abigail e tra non molto ce ne metteremo una di concreta. Mi viene la pelle d'oca a pensare che fra due mesi circa le cose cambieranno. Skylee, El ed io saremo messe a dura prova e ciò mi spaventa. Devo ammetterlo, non sono ancora pronta ad essere davvero mamma, però sento di volere bene a questa creatura che è diversa da tutti gli altri. Non sarà una passeggiata ma ce la faremo.
    Prendo posto in una poltrona di fianco alla scrivania, prima che inizi la visita domando. Doveva parlarmi? chiedo incuriosita. Sono dell'idea che in qualche modo la dottoressa l'abbia chiamato in aiuto e che la sua frase fu pronunciata per circostanza per convincermi a collaborare. Prima di iniziare la visita avrei delle domande per lei.. è chiaro che per me è un enorme sforzo chiedere il suo aiuto ma lo devo fare perchè non ho un'altra fonte con cui parlare. Di certo non andrò dal professor Abberline a parlare di problemi o curiosità personali, sembra un po' rincitruillito e perciò potrei incappare in un discorso pieno di domande e meno risposte.
    Abbiamo affrontato un pochino, mesi addietro, l'argomento sulle visioni. So che lui è veggente e che lo sono anche io in qualche modo. Anche se non so capire ciò che vedo, quando succede, come farlo. Eppure da come gli raccontai gli episodi lui ne era certo. Lei sa.. consigliarmi o spiegarmi come avvengono? faccio un gesto col mento. Le visioni..? Schiarisco la voce. Il contatto è strettamente necessario con la fonte..? L'attendibilità.. è.. assoluta? So per certo che risponderà di no, è chiaro. Nella vita non c'è niente di certo e sicuro.
    Ho un paio di domande dirette da fargli, forse gli racconterò l'episodio che mi ossessiona anche se per me sarà difficile e doloroso narrarlo quando tutto ciò è legato al bibliotecario. Persona che sto evitando con ogni lembo di me stessa.
     
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    Vanja accetta di venire con me nel mio ambulatorio, mentre esco lancio un'ultima occhiata di intesa con Nora e ci dirigiamo alla porta accanto, la faccio entrare per prima e chiudo la porta alle mie spalle: ora siamo soli. < Prego. > lei si accomoda sulla poltrona ed io nella mia, ha qualcosa da chiedermi e quella che gli rivolgo è assoluta attenzione, anzi meticolosa, studio le sue espressioni e il suo modo di parlare, abbasso lo sguardo sull'agenda che ho davanti per non sembrare troppo insistente con lo sguardo. < Si, più che parlarti volevo portarti via con me, non volevo che continuassi una visita in quel modo.. Ci teniamo molto alla tranquillità dei nostri pazienti.
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    E poi volevo chiederti come stava andando.
    > rispondo alla sua domanda dicendo una mezza verità, la realtà invece è molto diversa sebbene ho anche bisogno di sapere come sta, chiaramente non aprirò bocca fino a quando non sarò assolutamente sicuro delle cose che voglio dire, per adesso mi sembra tutto un'illusione e la sua spiegazione sulle visioni, le sue domande, accelerano notevolmente i miei battiti, mi sto innervosendo e questo non deve succedere. Sono un veggente, e lei lo è anche. Un primo indizio. Sono però molto incuriosito dal suo quesito sulle visioni, avrà visto qualcosa ed ora si sente turbata? Mi fa comunque piacere che lei abbia messo in ballo questo discorso, dopotutto sono qui per lei. < Sai.. Le visioni non avvengono per tutti allo stesso modo, questa è la prima cosa che devi sapere Vanja, ma posso dirti con certezza che in una buona parte sono veritiere, anche se spesso si riesce a comprendere poco o comunque sono impastate da tante altre cose false. Il problema è sapere riconoscere il vero dal falso.. E questo purtroppo non si può insegnare, perché è una cosa molto personale e soggettiva. > le visioni non si controllano, non è un potere che possiamo usare a nostro piacimento, a volte non arrivano.. E a volte arrivano nei momenti sbagliati. Ricordo ancora la visione che ho avuto la prima volta che ho toccato Vanja, se dovessi dargli un senso adesso credo che come minimo impazzirei. Letteralmente. Il signor Lennox stamattina mi ha inviato una lettera, la tocco infilando la mano dentro la tasca del camice, è qui con me e non riesco a guardare la ragazza davanti a me in modo diverso da come sto facendo. Se Zoya vedesse il mio sguardo, lei che mi conosce, capirebbe all'istante che mi brillano gli occhi, che dentro di me si è acceso qualcosa di forte. < Il contatto con la fonte nella maggior parte di volte è strettamente necessario. > sono sicuro di ciò che dico, almeno il novanta per cento dei veggenti hanno bisogno di toccare qualcosa per avere delle visioni. < Però per esperienza personale posso dirti anche che a volte basta visitare un luogo particolare per noi, affinché queste visioni avvengano.. A me è successo parecchie volte, il luogo stesso può diventare una fonte potentissima per le visioni. > la mia visita in orfanotrofio è stata sconvolgente, questa di sicuro è stata una delle visioni più eccezionali che io abbia mai avuto. < Come mai queste domande..? Se posso chiederti.. > aggiungo incuriosito dalle sue domande, e mi chiedo come mai le abbia fatte proprio a me. < Ti è successo qualcosa di spiacevole? > avrà forse visto qualcosa che la preoccupa o.. e se fosse già a conoscenza di tutto attraverso le sue visioni?
    Non posso neanche immaginarlo, quasi sento l'imbarazzo crescere dentro di me, mi sento come se il mondo intero mi stesse osservando, ed io fossi l'attore di uno spettacolo che non ammette errori di battute.

     
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66 replies since 21/10/2021, 20:18   1755 views
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