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.Londra.
Ormai la conosco. Non di certo perché ci ho vissuto nove giorni, ventidue ore, trentasette minuti e forse quattordici secondi. É che qui non ho tutte le mie pessime esperienze, né ho anche di carine, come la festa di febbraio a casa di Harv. Va bene, va bene, non emano gioia da ogni poro visto il recente casino che è successo però non sono nemmeno così affranta o depressa da non pensare di passare alla villa per salutarlo. A caso. Senza preavviso. Voglio dire devo davvero avere ub motivo per salutarlo? Ormai mi trovo qui, posso anche lasciare detto a chi apre la porta di salutamelo. Non importa, il treno per il castello è più tardi, e meglio così visto che le sorelle mi stanno ampiamente mettendo il fiato sul collo con i controlli e le domande :dove vai, cosa fai, quando torni? C'è ancora della tensione fra di noi e sono perennemente sotto il loro occhio. Mi infastidisce e pertanto per quello sono uscita in città, per avere il mio spazio. Voglio essere libera.
Varco il cancello notando che il giardino al di là della scalinata è sempre perfetto. Non c'è anima viva fuori e dubito che sia a casa a quest'ora del pomeriggio. Accademia full immersion.
Non importa, mi dico, busso comunque.
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.A villa Hollingsworth il campanello non può mai suonare due volte. È una regola non scritta, l'obbligo a rendersi sempre, fintamente, disponibile ai visitatori. Lascio andare il bilanciere sul pavimento, avviandomi a petto scoperto verso la porta. Non è concesso agli elfi domestici di accogliere gli ospiti: sarebbe il segno di un mancato rispetto verso l'ospite.
Quando apro la porta e mi ritrovo dinanzi un volto conosciuto, sono tentato di esordire in un sorriso ed in una battuta ma il dettaglio ingombrante del suo ventre gonfio mi distrae. La Rosencrantz è alla mia porta e di sicuro non ha mangiato un'anguria. “Woaaah.” Esclamo, inarcando un sopracciglio. La mano incollata alla porta quasi come se fossi pronto a richiuderla con foga. Non lo faccio. “Vanja.” Biascico poco dopo, stringendo le labbra nel tentativo di trattenere qualsiasi espressione eccessiva. “Wow. Sei molto incinta.” Umetto le labbra palesando l'ovvio. “Wow.” Ripeto annuendo, cercando di riempire il silenzio che mi agita. Distolgo lo sguardo dal suo ventre per puntarlo sul suo volto, un gesto che mi richiede fatica. “Tutto bene?”. -
.La faccia di Harv non è mai stata così tirata. Stranito, spaventato oppure semplicemente incuriosito e stupito non so spiegarlo con precisione. Si appoggia allo stipite e io di rimando gli sorrido lateralmente. Giusto un po' commento sarcastica. Non sono preoccupata di nulla, mi aspettavo una reazione non troppo semplice quando ho deciso di venirlo a trovare senza preavviso. Ti mancano le parole Harv? Quando mai! la butto in ridere. Non c'è bisogno di specificare molto visto le circostanze. Sciogli quella strana faccia, sono sempre io sottolineo. Ti odio se devi trattarmi come una cosa fragile, una persona a cui porre attenzione. Esattamente devi essere il solito di sempre. Tutto benissimo no, però non mi lamento. Scherzavo! dico battendo le mani una contro l'altra. Mi sono lamentata assai troppo finora, ma ho smesso faccio spallucce. Infine quasi quasi mi piace e sì mi sto riferendo a lei, lei che non è stata programmata o desiderata. Non lo dico a voce alta, ci credo a ciò che Skylee e Niels sostengono, lei sente.
Facciamo che mi racconti come stai tu dopo tutto questo tempo che non ci vediamo mh? Pensandoci su probabilmente l'ultima volta che sono stata alla villa da lui ero già incinta e non lo sapevo. Qualche volta l'ho pensato, scavando della mia testa quel giorno lui poteva averci capito qualcosa? Rimane una silenziosa domanda che non gli farò mai.. -
.Non posso evitarmi di guardarla quasi fosse una aliena e la mia sorpresa non passa inosservata. Come potrebbe. “Beh, converrai con me che è una situazione particolare.” Le rispondo quindi di rimando, indicando con un gesto della mano la sua condizione, una di cui non nego di avere un certo timore. Insomma, perchè una ragazza dovrebbe presentarsi da te in condizioni simili se non per darti cattive notizie? Provo a non pensarci, aiutato dalle sue parole. Immagino ci sarà comunque occasione di parlare delle sue novità. “Io sto bene. Come sempre.” Le rispondo quindi con un sorriso, invitandola ad entrare. Non vorrei di certo far affaticare una ragazza nelle sue condizioni. Sarebbe poco da gentleman. “Vieni, dai.” La invito a seguirmi verso il salotto dove potrà accomodarsi e starsene a riposo per qualche attimo. Io intanto mi dirigo verso la vetrinetta degli alcolici. Ho bisogno di distendere i miei nervi. “Immagino di non poterti offrire nulla di alcolico, giusto?” Le chiedo conoscendo già la risposta. “Un frullato?” Le chiedo allora, incaricando l'elfo domestico di accontentare qualsiasi sia la richiesta della ragazza. Riempito il mio bicchiere, torno a lei, non prima di averne ingurgitato un generoso sorso. “Okay, non ci girerò intorno.” Le dico, sedendomi sul bracciolo del divano, guardandola. “Non sono il padre, vero?” Non sono un granchè bravo con queste cose, e nemmeno ricordo l'ultima volta che è successo qualcosa tra noi. Meglio essere chiari però..
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.Harv dice che sta bene come sempre, insomma io non l'ho mai visto abbattuto ma sono certa che nemmeno lui è inscalfibile dopotutto. Mi invita ad entrare e io lo ringrazio, come di consueto si serve qualcosa di alcolico ma stavolta credo stia esagerando perchè la porzione pare doppia se non tripla. Scuoto il capo per fargli capire che no, ovviamente non bevo e accetto il suo frullato. Certo, va benissimo noto una certa tensione nei suoi gesti e nelle sue parole. Le sue brevi e pochissime parole. Posso immaginare a costa sate pensando ma temo di volerlo sentire dalla sua bocca, mi goderò il momento quando dirà esplicitamente cosa gli sta frullando in testa. Yogurt e pesca sussurro all'elfo che sta aspettando un comando, mi accomodo sul divano, esattamente nel primo sedile mentre lui si pone sul bracciolo e mi fissa assaggiando il contenuto del bicchiere. Sorrido e scuoto il capo divertita. Lo sapevo dico mordendomi il labbro inferiore. Scuoto il capo di nuovo. No, non lo sei soffio fuori la verità senza tanto farlo penare. Quanto è passato, tipo dieci mesi o giù di lì da quando hai preferito la compagnia di qualcun altro al posto mio? Lo sto prendendo in giro, il sorriso sulle mie labbra ne è la chiara prova. Peccato.. peccato aggiungo tamburellando le dita sul bracciolo. E se anche fosse non sarei venuta qui a chiederti una lira o riconoscerla mi appresto a dire. Insomma, semmai lo avrei messo al corrente ma non gli avrei reso una vita un inferno. Mi volto verso di lui. Non è che se sono una balena adesso mi devi stare a debita distanza aggiungo. E' una bambina non un mostro. E' chiaro che la situazione lo fa sentire a disagio ma davvero la sua distanza sul divano mi pare esagerata. Insomma sono incinta mica pericolosa o impestata da qualcosa da starmi distante. Detto ciò smettila di mettere questa distanza fra di noi e scendi da quel bracciolo.
Faccio spallucce e credo che abbia capito bene cosa intendo, non mi aggrada il fatto che lui debba comportarsi con me in modo differente da prima. Adesso che i suoi dubbi sono sciolti può rilassare i nervi e tornare ad essere il solito di sempre.. -
.Gratto un sopracciglio pensoso, provando a ricordare l'ultima volta in cui sono stato con la Rosencrantz senza vestiti. “Beh lo ricordi meglio di me.” Le confesso con un mezzo sorriso, facendo spallucce. Ammetto di essere uno sprovveduto in merito, né in effetti potrei essere diversamente visto che quando siamo stati insieme a coccolarci c'era l'ausilio di polvere bianca ed alcol. La sua reazione giunge d'improvviso e non mi sembra spropositata. Mi fa sentire però un idiota. “Scusami. Hai ragione. È che... è strano.” Scendo dal bracciolo per avvicinarmi a lei. Mi siedo accanto alla corva, osando guardarla per più di un micro secondo come ho fatto fino ad adesso. È di sicuro una situazione particolare che non mi sarei mai aspettato di vivere. “Non ti ci vedevo in queste vesti.” Le confesso quindi poco dopo, indicando con un cenno del capo il suo ventre gonfio. Avrei scommesso sulla sua incapacità di adeguarsi ad uno stile di vita così pacato come una gravidanza richiederebbe. Forse però conosco meno di quel che credevo la rossa. In definitiva non vedo perchè non dovrebbe non essere così. “E' stata voluta?” Chiedo a questo punto curioso, cercando di conoscere più dettagli di una condizione che mi è stata celata fino a questo momento. “Cosa si dice in questi casi di preciso? Dovrei congratularmi?” Le chiedo ancora, cercando in lei consigli su come agire a questo punto, perchè io sono del tutto spiazzato ed incapace di reagire. “Insomma, tu sei sicura?”
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.Lo ricordi meglio di me. Alzo il sopracciglio. E' chiaro che fra di noi non c'erano mai stati sentimenti, avevamo un rapporto spontaneo e dopo averci saziati abbastanza non ci trastullavamo con dolcezze e carezze. Niente di tutto ciò era nelle nostre corde. Eppure qualcosa in quella domanda mi infastidisce, forse il fatto è che è sparito per un periodo di tempo mentre io frequentavo Noah, il padre della bambina che porto in grembo. Sembri spaventato da una piccoletta che ancora non è fra noi.. commento quando mi guarda torvo, poco prima di avvicinarsi. Non morde, te lo assicuro la butto in ridere perchè è evidente che è impacciato. Non ho mai visto Harv in difficoltà come oggi. Ammette che non mi avrebbe mai immaginato madre. Faccio spallucce. Nemmeno io sussurro. Dovrei dirgli adesso che ho desiderato liberarmi di lei? No, non mi va di affrontare questi discorsi, ne ho parlato con persone fin troppo. Un no secco risponde alla sua domanda. Lo guardo negli occhi e lui ha già compreso tutto. Lei è un errore ma ciononostante non lo dico a parole.
La sua domanda mi spiazza. Non occorre dire niente in verità ammetto. I complimenti si fanno ad una coppia a cui luccicano gli occhi, si regalano ad una madre con un chiaro senso materno.
Non sono sicura di niente, Harv ammetto con voce molto bassa, distolgo lo sguardo da lui. Non sono pronta a questa cosa. E' la verità e forse sto dimostrando il mio lato "debole" davanti a lui.. -
.Non ha tutti i torti. Sono abituato ai cambiamenti, ma vederla in queste nuovi vesti mi disorienta e probabilmente sconvolgerebbe chiunque, lei stessa in primis. “E' qualcosa che non mi aspettavo.” Le confido senza troppi giri di parole. Non è la gravidanza alla sua età a spiazzarmi ma il fatto che sia toccato a lei e che, soprattutto, abbia lasciato accadesse. “Non da te.” L'ho conosciuta in un contesto diverso, decisamente lontano dalla maturità che preclude una condizione come la sua. Mi sento più che giustificato ad essere quindi stupito da questi nuovi dettagli che non mi aspettavo. Cerco comunque di comportarmi in modo normale. Annullo le distanze sedendomi accanto a lei, grattando il mento con fare pensoso. “Credevo sarebbero stati altri i tuoi obiettivi.” Non sono mai stato bravo con i convenevoli, né poi così portato per le bugie bianche. Sono abituato a dire tutto ciò che mi passa per la testa, soprattutto con quelli che considero amici. “Chi lo sarebbe alla tua età.” Aggiungo poco dopo facendo spallucce. Mordo il labbro inferiore grattando un sopracciglio. “Il padre, sai chi è? Che fine ha fatto?”.
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Sofija Anastasya Bennet
Vanja E. Rosencrantz| Corvonero, IV anno | Gufo | Scheda | ChronologyPerchè ho la faccia di una che se lo sarebbe aspettata Harv? penso alzando un sopracciglio in sua direzione ma non lo dico. Suvvia, sai di che pasta sono fatta, i miei progetti fino a poco tempo fa non avevano niente che fare con famiglia, bambini ecc.
Non da te dice, suona come un rimprovero alle mie orecchie, rimango in silenzio e assumo una facci un po' tirata. Cosa vuole, sentire dalla mia bocca il fatto che ammatto di esser stata una sprovveduta? Lo ha capito chiaramente, non c'è bisogno di specificarlo. Però mi piacerebbe metterlo in difficoltà e sputargli addosso una verità a cui non può mentire: cazzo, Harv, non hai mai fatto sesso senza precauzioni? Dai. Non gli crederei nemmeno un po'.
Rimane il fatto che io sono sono stata una sciocca e un'irresponsabile dall'inizio e su questo non posso inventare tante frottole e nemmeno fare la dispiaciuta e vittima. Me la sono cercata, se vuole dirmelo in faccia non è il primo e ormai non mi incazzo più.
Infine smette di fare lo "sconosciuto" e si siede di fianco a me. Va meglio mormoro concedendogli mezzo sorriso. Oh certo so chi è. Difficile sbagliarsi penso fra me, visto che per un periodo andavo a letto solo con lui per pura facilità. Non me ne fregava un cazzo di lui, sentimentalmente parlando, e mi concedevo appaganti serate o ritagli di tempo fra i nostri progetti nascosti. Era uno studente del castello, eravamo amici e complici per qualche progetto che stavamo elaborando faccio spallucce. Sai come è.. sposto lo sguardo altrove. Dai Harv, sai come è.. fra una cosa e l'altra. Una breve pausa e poi termino il discorso. Non ho idea di che fine abbia fatto, in verità sono completamente disinteressata a riguardo per cui non l'ho nè cercato nè mi sono attivata per capirci qualcosa riguardo la sua scomparsa. La verità era che si era estraniato dal castello durante la sospensione, avevamo continuato a frequentarci al villaggio magico per un breve periodo di tempo e per cercare di portare a termine almeno per metà quello che stavamo trafficando fra il covo e la scuola ma infine io avevo accettato le sue parole "me ne vado per un po'". Avevo fatto spallucce mentre mi rivestivo durante quel semplicissimo saluto. Nessuno dei due aveva sofferto, nè ci eravamo cercati. Il fatto era che Abigail era stata concepita probabilmente qualche settimana prima e nessuno dei due si immaginava nulla. Prima che tu me lo chieda, lui non lo sa ammetto con semplicità senza sentirmi in qualche modo peccatrice. E non me ne frega traspare la mia indifferenza a riguardo.
Il silenzio si fa pesante e solo dopo l'ultima parola mi volto verso di lui sciogliendo le braccia che pochi secondi prima avevo intrecciato sopra al pancione. Una capriola all'interno della pancia mi distrae e di rimando assumo uno sguardo differente, un misto fra il disturbato e il sorpreso anche se dovrei esserne abituata ormai. Tamburello le dita sul fianco del pancione come sono solita fare per comunicare con lei.. -
.Mi prendo qualche attimo per rimuginare sulle informazioni che Vanja mi ha fornito. Non posso nascondere la mia sorpresa. Avendola conosciuta in un contesto differente da quella attuale, vederla in queste veste mi mette in condizioni di chiedermi se io l'abbia conosciuta sul serio. È chiaro, le dinamiche cambiano. Il mondo e le persone lo fanno. Comincio a chiedermi però se io non abbia dinanzi una sconosciuta, ed ancor più se sia in diritto di condividere con lei una notizia così personale. Perchè è qui? Ritiene sul serio io sia la persona adatta a testimoniare quel che sta vivendo? Le sono realmente sembrato così affidabile da farmi dono di una parte così importante della sua esistenza? Ne sono turbato, e non per forza in modo negativo. Non del tutto almeno.
“Beh se ritieni che questa sia la cosa giusta, deve esserlo senz'altro.” Rispondo semplicemente alle sue considerazioni, annuendo lentamente. Vanja non sembra essere una sconsiderata. Se ritiene di dover agire così, avrà fatto le sue valutazioni. Quel che mi preme sapere, per quanto assurdo possa sembrare detto da parte mia, è che stia bene. Che sia serena.
Un impercettibile rigidità del suo corpo, mi spinge ad allarmarmi appena un po'. “Tutto bene?” Le chiedo, avvicinandomi a lei, posando delicatamente una mano sul suo ginocchio. E lo accarezzo per qualche istante, prima di trovare il coraggio di aprir bocca.
“Io non so bene come aiutarti.” Le confesso senza troppi giri di parole. Mi è capitato di aiutare altri amici prima di lei, ma non mi sono mai ritrovato ad avere a che fare con persone nella sua condizione. Continuo a chiedermi quale sia la cosa migliore da fare in situazioni come queste. “Però se avessi bisogno di qualsiasi cosa, voglio che tu sappia che puoi contare su di me.” Annuisco, rivolgendole un sorriso che spero possa essere rassicurante. “E non lo faccio per buon cuore. Degli altri me ne fregherei senza problemi. Però noi siamo amici, no?”. -
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Sofija Anastasya Bennet
Vanja E. Rosencrantz| Corvonero, IV anno | Gufo | Scheda | ChronologyVorrei dire semplicemente al mio amico Harv che non sento di sbagliare nel non informare il padre biologico della bambina, poichè lui non era affatto appartenente a quella che io chiamo famiglia; la mia famiglia ricostruita nel tempo fatta di persone che non hanno alcun legame di sangue con me ma hanno un valore elevato per me.
Oh si va tutto bene annuisco quando lui chiede allarmato. Sorrido leggermente quando scalcia di nuovo in risposta al mio tamburellare di dita sul pancione. Mi volto verso di lui. Harv, ti farei una foto per farti vedere che faccia metti su! Sei incredibile! prima o poi gli passerà questa rigidità e smetterà di vedere questa creatura come qualcosa di "strano". Ma come dargli torto, per parecchio tempo ho nutrito dei sentimenti orribili verso di lei, se penso alle pagine che lessi su intrugli illegali e difficili da preparare mi si contorcono le viscere.
Stranamente prende coraggio di toccare proprio quel punto. Beh, signorino, stai facendo passi da gigante!
Devo dire che il tempo è stato prezioso, per modellare ciò che pensavo del tutto e rendermi per così dire più umana. Come sarebbe andata se avessi fabbricato di nascosto quella pozione? Lei sarebbe morta e io come avrei vissuto? Chissà se ne avrei patito le conseguenze o meno. Suvvia, non sono venuta per cercare il tuo aiuto ammetto osservandolo. Sono passata a salutarti ricordi? Non devo venire alla villa sempre per un motivo, non devi risolvere i miei problemi. Per andare a casa di un amico devo per forza avere qualche motivo? Scuoto il capo e ascolto ciò che dice con attenzione. Ti ringrazio, Harv, proprio così! annuisco e gli sorrido anche se non voglio appunto fargli pena, il rapporto che si è instaurato nel tempo è sincero e veritiero. E' un rapporto pulito nel vero senso della parola: amicizia, senza appuntamenti al buio con sostanze stupefacenti e similari. Tranquillo, spero che vada tutto bene dico dandomi coraggio, ti farò sapere quando la signorina fa capolino nel nostro mondo!.
Watermelon |
