Un po' di relax con "intrusione"

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    Kisuke Urahara

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    Le lezioni e tutte le routine a cui ero abituato erano così riprese, tanto da farmi trovare anche il tempo di rilassarmi nei vari luoghi che la scuola disponeva. Sicuramente rispetto all’anno passato ero decisamente più calmo, non come gli ultimi mesi dove sentivo dentro un’aggressività che non era da me. Fortunatamente avevamo a scuola una piscina che d’estate rimaneva scoperta mentre d’inverno era coperta. Non ero mai stato solito andare lì per rilassarmi un po’ ma avevo deciso di cambiare di provare a vedere come sarebbe andata, anche perché le lezioni fino a questo momento erano state veramente interessanti. Sicuramente avere il padre di Rose come professore era già una sciagura per l’intera scuola e con il tempo sicuramente l’avrebbero capito tutti. Questo luogo non faceva per le persone come lui, ma purtroppo almeno per quest’anno avremmo dovuto sorbirci la sua presenza. Partendo dal dormitorio avevo giusto preso il costume, un asciugamano e gli infradito, tutto ciò che mi serviva per passare un po’ di tempo in tranquillità. Le ore buche erano sicuramente un toccasana per noi studenti, soprattutto quando non bisognava studiare, almeno non ancora. Avevo quindi deciso di sfruttarla al meglio con una sana nuotata. Arrivato in piscina vado subito a cambiarmi mettendo il costume per poi toccare l’acqua per saggiarne la temperatura. Andrà benissimo. Come potevo immaginare era perfetta, essendo già al chiuso manteneva una temperatura favorevole dell’acqua. Lascio l’asciugamano con le mie cose su uno sdraio, togliendomi gli infradito ed avvicinandomi al bordo. Mi tuffo così dentro, sentendo subito un leggero cambiamento nella temperatura, iniziando poi a nuotare da un lato all’altro della piscina. Era si relax ma ci mettevo dentro anche un po’ di allenamento, anche perché vedevo che non c’era nessuno a quest’ora che usufruiva della piscina. Dopo alcune vasche mi fermo sul bordo, alzando la testa per vedere se c’era qualcuno o meglio se era arrivato qualche studente. Non vedendo nessuno riprendo a nuotare, passando così da un lato all’altro, nuotando a stile libero.

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    Aveva passato l'intera mattinata nell'aula di pozioni a ripassare la pozione che nell'ultima lezione non le era riuscita molto bene. Era pure stata invitata dalla sua amica Heidi a Lago Nero per passare una giornata tranquilla mentre la tedesca si cimentava nell'arte della pittura, ma ad Arya premeva che per la prossima lezione avrebbe almeno presentato alla professoressa un intruglio decente, e quindi aveva passato quella mattina a preparare quella pozione secondo le indicazioni del libro, ottenendone un risultato abbastanza discreto.
    Tornata in dormitorio si aspettava di trovarci Heidi, invece la sua amica non era ancora tornata. Stava pensando di raggiungerla, il Lago Nero la rilassava, come anche guardare l'amica dipingere. Arya amava l'arte, non era brava come l'amica nel dipingere, ma apprezzava il talento che essa possedeva. Anche lei era una creativa, in un ambito diverso da quello della tedesca, certo, ma considerava anche il mondo della moda un arte. Alcuni abiti erano delle vere e proprie opere d'arte, ed Arya sperava un giorno di poter essere tanto brava, quanto gli stilisti che avevano realizzato tali abiti, per poterli realizzare anche lei, magari anche grazie all'uso della magia.
    Avrebbe tanto voluto anche poter fare una nuotata nel lago, ma dicevano che non era consigliabile data la presenza delle creature che lo popolavano. Le venne poi in mente che le avevano parlato di una piscina, scoperta in estate e coperta in inverno. Da quando era arrivata al castello aveva pensato spesso di recarsi in piscina, ma tra le tante cose da fare e i tanti posti che poteva esplorare non lo aveva più fatto. Forse era arrivato il giorno. A lei piaceva nuotare e dato che cercava qualcosa di diverso da fare perché non recarsi in questa famosa piscina?!
    Indossò un costume intero di color azzurro e preparò la borsa mettendoci all'interno un asciugamano, dei libri da leggere e la sua bacchetta. Avrebbe potuto chiedere ad Heidi di accompagnarla, ma aveva la sensazione di conoscere già la risposta. D'altronde per lei non era un problema andarci da sola. Anzi, forse era da parecchio che non passava un po' di tempo da sola con se stessa, ed ogni tanto ne sentiva il bisogno. Soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, era felice di essersi ritrovata la sua coinquilina che pensava babbana qui ad Hogwarts, ma ritrovarsi anche il suo fratellastro, figlio riconosciuto dall'uomo da cui era stata abbandonata, non aveva suscitato in lei lo stesso sentimento.
    Arrivata a destinazione, scelse una delle sdraio posizionate intorno alla grande piscina e ci appoggiò sopra la borsa. Tolse gli shorts che aveva indossato al di sopra del costume e si diresse verso la piscina. Non si era ancora resa conto di non essere sola se non quando si avvicinò al bordo. C'era Damon in acqua. Era di spalle, era concentrato nel nuoto e non si era accorto dell'arrivo della ragazza. La francese sorrise sedendosi sul bordo, immergendo solo i piedi in acqua. Lo osservò nuotare fino al lato opposto senza proferire parola, mentre rifletteva sui giorni trascorsi in quella scuola con un velo di malinconia. Come previsto non si era fatta molti amici, se non Heidi e il ragazzo di fronte a lei, ma conoscendosi se lo aspettava e non se ne faceva un problema, era abituata, e molto spesso era lei ad evitare le persone proprio perché le risultava difficile farsi piacere qualcuno. Il suo problema era Christian, la presenza di suo fratello era un peso per lei in quella scuola. E non perché faceva riemergere vecchie ferite, lei non provava nulla nei confronti di suo padre, ma si sentiva come se da un momento all'altro la verità potesse saltare fuori e stravolgere la sua vita ad Hogwarts, anche se si rendeva conto che anche al momento non se la stava vivendo con serenità.
    Appena Damon si voltò verso la sua direzione accorgendosi della sua presenza, alzò la mano per salutarlo. Hey Damon! Sorrise al Grifondoro aspettando che si avvicinasse. Scusa, sono qui da un bel po' ma ti ho visto tanto concentrato e non volevo disturbarti.
     
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    Quanto quella pausa che avevo deciso di prendermi mi stava risollevando, lo sapevo solamente io. Ero sempre stato solito utilizzare le ore buche per andare nella foresta proibita, almeno fino all’anno scorso, ma dopo il corso tenuto in estate e l’incontro con la psicologa della scuola, trovavo che riuscivo a controllarmi decisamente meglio. Sicuramente avevo ancora molto lavoro da fare, mi ritenevo però sulla giusta via. In più potevo bearmi di tutta la piscina per conto mio, non essendoci nessun’altro oltre al sottoscritto. Avevo così iniziato a nuotare, facendo una vasca dopo l’altra, mantenendo così attiva la mia muscolatura. Per me era relax, altri potevano chiamarla palestra per allenarsi, ma di sicuro avevo un concetto diverso di allenamento. Mentre nuotavo da una parte all’altra della piscina, erano poche le volte che alzavo la testa, giusto per respirare, prima di riprendere con maggiore energia. Sentivo i muscoli spingere, l’acqua che si smuoveva al mio passaggio, fino a quando toccai il fondo della vasca, facendo per tornare indietro. A differenza delle altre volte, alzai maggiormente lo sguardo, notando la presenza di una ragazza, non una qualunque, bensì Arya. Rallentai così l’andatura, nuotando più lentamente mentre mi avvicinavo a lei dall’altra parte della piscina. Sorrisi. Ciao Arya. Le dissi fino a quando non mancavano che pochi metri ad arrivare alla sua posizione. Oppure ti stavi godendo il panorama. Risposi, mettendomi a ridere, prima di tornare serio. Sto scherzando, cosa ti porta in questo luogo sperduto? Non era tanto sperduto anzi, era facilmente raggiungibile, ma era chiaro che stavo scherzando. Ora buca oppure hai finito le lezioni? Ormai ero arrivato praticamente sul bordo della piscina, a pochi passi da lei. La osservai un attimo prima di riprendere a parlare. Sai che non è bello stare fuori dalla piscina quando qualcuno è dentro. Sorrisi appena, muovendomi molto velocemente verso di lei, dovevo ringraziare l’allenamento ed il fatto di essere un Lycan. La presi praticamente in braccio, senza però farle toccare ancora l’acqua. Una mano le teneva le gambe sotto le ginocchia, mentre l’altra era sotto la schiena a sorreggerla. Direi che ora va decisamente meglio rispetto a prima.

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    Di quale panorama parli?! Rispose ironica. Era ovviamente chiaro a quale tipo di panorama si riferiva il ragazzo, come era chiaro dal suo tono di voce che stesse scherzando. Arya d'altro canto si divertì a prenderlo a sua volta in giro. Era suo amico ed era indubbiamente un bellissimo ragazzo, ma ad alta voce la francese non lo avrebbe mai ammesso.
    Lezione rimandata. Mi mancava il mare e mi sono ricordata di questo posto. Non è esattamente la stessa cosa, ma mi accontento comunque. D'altronde anche se in quel momento non si trovasse al castello, al mare non ci si poteva recare comunque, considerando la stagione. Arya amava il mare, il solo udire il rumore delle onde le trasmetteva pace e tranquillità. Quando era vicina ad esso si sentiva bene, come se tutti i problemi svanissero e non potessero più raggiungerla.
    Nel frattempo Damon aveva raggiunto il bordo su cui la Grifondoro se ne stava seduta. Era sicuramente intenzionata a tuffarsi in acqua, era venuta lì per quello, ma esitava, probabilmente per la presenza del Grifondoro all'interno di quella piscina. La francese odiava il contatto fisico, e non era un problema che aveva esclusivamente con i ragazzi. Non era una ragazza molto affettuosa, a modo suo dimostrava affetto ai suoi pochi amici e familiari con altri gesti e raramente si lasciava andare ad effusioni che comprendevano baci e abbracci. Il contatto fisico la metteva a disagio, ma c'erano altre motivazioni per cui la Grifondoro non voleva essere toccata.
    In piscina o al mare i ragazzi tentavano sempre un approccio fisico con le ragazze, e sebbene Arya aveva imparato a conoscere abbastanza bene Damon da intuire che non fosse il tipo, in un modo o nell'altro, anche scherzando, un minimo di approccio fisico ci sarebbe sicuramente stato.
    Mentalmente ripeteva a se stessa che doveva superare quel disturbo, che non poteva privarsi di un qualcosa che le piaceva fare solo per evitare che qualcuno la toccasse. Si fece quasi coraggio per darsi la spinta e raggiungere il Grifondoro in acqua, ma egli la precedette facendo ciò che Arya temeva succedesse. Il ragazzo fu talmente veloce che Arya non riuscì neanche a sfiorare l'acqua con i piedi. Si trovava già tra la sue braccia e in quel momento volevo sparire. Deglutì nervosa prima di risponderlo. Hai ragione, va meglio. Ancora meglio se fossi in acqua. Si sforzò nel sembrare tranquilla, come se quel gesto non le stesse creando nessun tipo di problema. Non poteva prendersela con lui, non poteva saperlo. Dai mettimi giù. Le disse sforzandosi di sorriderle. Nel farlo si costrinse a voltarsi verso il viso di lui. Erano decisamente troppo vicini, al punto tale che Arya poteva sentirne il respiro. Spostò lo sguardo nervosa mentre si concentrava ora sulla mano del Grifondoro sulla propria schiena. Stava per scoppiare e alla fine sbottò. Ti prego Damon mettimi giù. E stavolta il suo tono non era affatto tranquillo. Non voleva prendersela assolutamente con lui, era consapevole che non c'era malizia nel gesto del ragazzo. Non poteva essere a conoscenza di quel disagio che la francese provava. Ma in quel momento la ragazza non riuscì più a trattenersi.
     
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    Sorrisi senza dire nulla quando mi chiese di che panorama parlavo, perché era chiaro che stava tenendo il gioco che era da poco iniziato. Di certo lo avrei potuto continuare dicendo una qualsiasi cosa che si vedeva all’orizzonte oppure più vicina, ma alla fine decisi di sorridere solamente. Ci sarà il modo di avere anche il mare, lascia fare a me, dopotutto sono la tua guida scolastica. Sorrisi nuovamente, ridendo leggermente, anche perché era facile per me immaginare come poter accontentare questo suo desiderio, senza neanche troppe difficoltà. Nel frattempo ero anche riuscito ad avvicinarmi al bordo dove lei si era seduta, perché continuando in modo scherzoso quello che avevamo iniziato, avevo già un’idea di cosa avrei fatto da lì a poco. Sarebbe di sicuro stata seduta ancora per poco, perché sul bordo della piscina, o decidi di entrare in acqua o decidi di entrare, erano queste le uniche due possibilità. Infatti non passarono che alcuni brevi e veloci minuti prima che la presi in braccio, anticipando forse la sua fuga oppure la sua voglia di entrare in piscina. Stavo mantenendo il fare scherzoso ancora in modalità attiva, mentre la tenevo in braccio fuori dall’acqua. Come lei mi confermò poco dopo, anche se forse senza pensarci, stava bene tra lei mie braccia, ma preferiva entrare in acqua. Per continuare il gioco attesi ancora, prima che me lo chiedesse nuovamente, ma già qualcosa non sembrava andare nel verso giusto e la conferma arrivò dalla seconda volta che me lo chiese, in maniera un po’ meno tranquilla. Lasciai lentamente andare il braccio che le teneva le gambe, facendola così immergere nell’acqua, prima di lasciarla non appena fosse in piedi. C’è qualcosa che non va? Era una domanda semplice, anche perché era quasi certo che ci fosse qualcosa, ma in questo caso solamente lei poteva rispondere a questo quesito, spazzando via i dubbi che mi erano appena venuti in mente. Da quando l’avevo presa in braccia l’avevo vista leggermente più nervosa, ma inizialmente pensavo facesse parte dello scherzo che avevamo iniziato, probabilmente mi stavo sbagliando. Feci un ulteriore passo indietro, lasciandole lo spazio che cercava o voleva, anche perché riuscivo ancora a toccare in quel punto della piscina. Com’è stato il primo mese ad Hogwarts? Per rompere il silenzio o comunque quel velo di difficoltà in cui eravamo caduti, decido di cambiare argomento, parlando del suo primo mese a scuola. Mi immergo un attimo in acqua, giusto per bagnarmi un po’, sistemandomi i capelli con una passata di mano. Stare in acqua doveva averla nuovamente calmata e speravo che il sorriso che aveva prima tornasse rapidamente, anche perché non era assolutamente bello vederla come per alcuni attimi l’avevo vista io, poco prima. Ci sono tante cose che possiamo fare, ma la scelta spetta a te.

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    Notò l'espressione sul viso di Damon confusa, mentre delicatamente lasciava andare la francese. In quel momento la ragazza si sentiva in imbarazzo. E non provato soltanto dal contatto fisico, ma per il modo in cui essa aveva reagito davanti al ragazzo. Si stava chiedendo a cosa l'amico stesse pensando in quel momento. Lo comprese solo dopo che le chiese cosa non andasse. Dal suo tono di voce sembrava confuso, come l'espressione che Arya le aveva visto poco fa sul volto, e non poteva biasimarlo. No, sto bene... Disse con lo sguardo chino verso il basso, non aveva il coraggio di guardarlo in faccia. Era ovvio che dopo quella reazione Damon non si sarebbe di certo bevuto le sue parole.
    Apprezzò il fatto che si allontanò da lei lasciandole il suo spazio, e ciò le fece capire che il Grifondoro probabilmente l'aveva capito. Allo stesso tempo si sentiva anche in colpa per quella strana reazione, non voleva che il ragazzo pensasse che fosse stato lui a fare qualcosa di sbagliato, ma non riusciva a comunicarglielo. Semplicemente perché non ne voleva parlare.
    Si immerse completamente in acqua restando però ancora ferma lì a quel punto. Si bagnò il viso come se volesse togliersi l'espressione nervosa dalla faccia. Si voltò poi verso Damon che le aveva chiesto come stesse andando questo primo mese a scuola. Apprezzò anche il fatto che cercò di cambiare argomento. Bene. Le lezioni sono interessanti e sto imparando tante cose. Permanenza rovinata dalla presenza inaspettata del suo fratellastro, figlio riconosciuto di suo padre, l'aveva volutamente rimosso dalla conversazione. Era quello che più che altro rovinava la sua permanenza in quella scuola. O meglio, la sua serenità.
    Non le aveva dato una risposta esaustiva, se ne rendeva conto. Arya poteva dirle tante altre cose riguardo questo suo primo mese, ma si rendeva conto che nonostante il tentativo di cambiare argomento da parte dell'amico, l'imbarazzo tra loro continuava a sussistere e lei non si sentiva più a suo agio. Non riusciva a far finta di niente.
    Damon d'altro canto cercò di cambiare nuovamente argomento dando a lei la possibilità di scegliere cosa voler fare. Alla Grifondoro in quel momento non veniva in mente assolutamente nulla da poter fare. Non disse nulla infatti, restò in silenzio, limitandosi a raggiungere l'amico nuotando in sua direzione e fermandosi poi ad una certa distanza da esso. Quell'atmosfera tesa che si era creata tra i due non sarebbe mai sparita se la Blanchard non chiariva con il ragazzo la sua reazione di poco fa. Non avrebbe voluto parlarne, non le piaceva parlare con gli altri delle sue debolezze e dei suoi disagi, ma si rendeva conto che il Grifondoro meritava una spiegazione. Ti chiedo scusa per prima. Le disse improvvisamente dopo qualche minuto di silenzio. Io... Non sopporto il contatto fisico, mi sento a disagio quando vengo toccata... Il motivo però non lo avrebbe mai rivelato, anche perché anche Arya era confusa su esso, lo aveva sempre attribuito al fatto che aveva passato anni a difendere e a vedere sua madre picchiata dal suo attuale marito, ma neanche lei era così sicura che il motivo fosse quello. Tu non hai fatto niente di male, è un problema mio che probabilmente dovrò risolvere, non lo so... Anche perché non succedeva proprio con tutti, c'erano persone nella sua vita che Arya riusciva ad abbracciare senza problemi, anche se non lo faceva spesso. Di sicuro tra i problemi che aveva nella sua vita, quella particolarità era sempre stato l'ultimo dei suoi pensieri.
     
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    Era normale che non mi aspettassi una reazione così forte da parte di Arya, questo quindi mi fece riflettere, pensando a dove potevo aver sbagliato. Sicuramente anche lei se ne era accorta che la mia espressione era un mix tra il confuso ed il pensieroso. Alla mia domanda se c’era qualcosa che non andava mi rispose di no, che andava tutto bene, ma qualcosa non mi quadrava. Osservava in basso, come a voler tenere per sé qualcosa, come a volermi far credere di stare veramente bene, quando era chiaro che qualcosa c’era veramente. Avevo fatto qualche passo indietro all’interno della piscina, riuscendo a toccare potevo muovermi abbastanza liberamente. Vedendola così ho anche pensato di cambiare argomento, per cercare di rasserenare la situazione che si era creata, anche perché le difficoltà che erano uscite si potevano vedere chiaramente. La sua risposta fu molto rapida, di poche parole, come a significare che qualcosa realmente non stava andando nel verso giusto. Lentamente si avvicinò un po’ mantenendo comunque una certa distanza. Dentro di me stavo pensando a diverse cose che potevano essere successe, ma in nessuna di quelle trovava un riscontro. Provai anche a smuoverla un po’ facendole decidere cosa fare, ma il silenziò calo per qualche minuto, fino a quando non fu proprio lei a prendere la parola. Sorrisi, mentre mi chiedeva scusa per prima, esponendo così il problema che c’era stato, ovvero il contatto fisico. Non preoccuparti. Le dico con maggiore tranquillità, cercando di farle capire che non aveva rovinato o cambiato nulla rispetto a ciò che potevamo essere prima. Si amici ma di certo non avrebbe rovinato qualcosa. Quando smise di parlare, dicendo che non avevo fatto nulla di male, che era un problema suo, decisi di prendere la parola, facendo solamente un passo in avanti. Sai, tra amici ci si aiuta nei momenti di difficoltà e di certo non mi piace vederti così, togliendoti il sorriso. Qualcosa però possiamo farla, potremmo provare a creare dei contatti fisici, leggeri e brevi, tipo una stretta di mano, un abbraccio veloce e cose così, ma andando per gradi. Così da farti sentire più sicura, togliendo così quel fastidio che ti provoca il contatto fisico. Faccio così una breve pausa, prima di riprendere a parlare, guardandola bene negli occhi. È una tua decisione, se sei favorevole a questa mia idea inizieremo con calma, quando lo vorrai te. Sorrido convinto di ciò che le avevo appena detto, mentre la osservavo per conoscere la sua reazione alle mie parole. Avrei poi sicuramente stemperato la situazione con un po’ di schizzi d’acqua, giusto per movimentare un po’ la giornata ad entrambi.

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    L'espressione confusa del ragazzo cambiò non appena la francese le confessò la motivazione di quella reazione, sembrava molto più tranquillo, il che andava ad alleggerire quella tensione imbarazzante che si era creata tra i due che il ragazzo aveva provato a smorzare con altri argomenti ma che purtroppo aveva continuato a persistere.
    Damon in risposta si era offerto di aiutarla a risolvere quel problema progettando in pochi minuti una specie di "terapia" per lei. In realtà non ci aveva mai pensato, era un tipo di problema che Arya non considerava importante. Si può dire che non lo ha mai neanche considerato un problema, aveva sempre pensato che in realtà fosse un qualcosa che faceva parte della sua personalità, era ovvio che una ragazza solitaria ed introversa come lei non potesse piacere esprimere affetto con il contatto fisico, eppure in quel momento si rese conto che le dimostrazioni di affetto non c'entravano niente. Damon non l'aveva abbracciata perché le voleva dimostrare affetto, l'aveva afferrata per farla entrare in acqua, per scherzare con lei. E quindi qual è il tuo cazzo di problema Arya?! La proposta del ragazzo quasi le procurava fastidio. Era come se quello fosse realmente un problema serio e che andava risolto. Incosciente Arya non sapeva che in realtà effettivamente lo fosse, seppur poco fa l'aveva definito tale quando lo ha comunicato al Grifondoro, nella sua mente continuava a pensare che fosse una questione di personalità. Non è mai stato un problema. Non ho mai avuto bisogno del contatto fisico, non capisco perché io debba impegnarmi a fare qualcosa che non fa parte della mia personalità. Non lo so, ho sempre pensato che facesse parte della mia personalità. Non sono una persona particolarmente affettuosa e non amo gli abbracci, dimostro affetto alle persone a cui tengo a modo mio. Disse in risposta guardando il ragazzo. Insomma, non ho mai avuto bisogno di risolverlo perché semplicemente penso che mi stia bene così. Non gliene fregava niente se le persone pensassero che lei a loro non tenesse per i suoi mancati abbracci, se tenessero a lei capirebbero che lei non aveva bisogno di certe effusioni per esprimere il suo affetto e quindi di conseguenza avrebbero soltanto dimostrato di non accettare la Grifondoro per quella che era, e se Arya non si sentiva accettata dai suoi amici non li reputava neanche tali.
    Piuttosto... Si avvicinò ad esso cercando di cambiare ella stessa argomento con un tono stavolta giocoso. Ti va di allenarmi con gli incantesimi? Ho notato che alcuni del mio anno sono già in grado di lanciare alcuni incantesimi, il fatto che io invece non ne sia capace mi fa sentire tanto debole rispetto a loro, e non voglio esserlo... Ci stava già pensando da un po' nel chiedere al Grifondoro se le andava di allenarla, dall'ultima lezione di Trasfigurazione di preciso. Quando voleva provare a difendersi dagli scherzetti infantili del suo fratellastro e non poteva perché non era in grado di lanciare incantesimi di difesa o di attacco. Non voleva rischiare ancora una volta di essere vittima di bullismo, né con Christian né con qualcun altro. Non voglio dar loro la possibilità di potermi prendere di mira. Non pretendeva di imparare incantesimi avanzati e che non erano alla portata di una studentessa del primo anno, ma almeno qualche incantesimo del primo anno con cui la Grifondoro potesse difendersi da eventuali attacchi da parte di altri studenti che si divertivano a fare gli stronzi, ed aveva notato che in quella scuola erano abbastanza numerosi.
     
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    Non avevo mai dovuto affrontare una situazione del genere, per questo motivo avevo provato a proporre la prima cosa sensata che mi veniva in mente. La sicurezza che accettasse non era neanche molta, ma d'altro canto se non ci avessi provato me ne sarei sicuramente pentito dopo. Non sapevo neanche come l’avrebbe presa perché la possibilità che fraintendesse ciò che volevo dire c’era. Non passò molto che mi disse che lei non lo aveva mai considerato un problema, credendo che facesse parte della sua personalità. Si riteneva una ragazza poco affettuosa e dimostrava il proprio affetto a modo suo. Alla fine il contatto fisico non era solamente una questione di affettuosità o meno, perché come nel caso di prima riguardava una situazione ben più semplice, uno scherzare tra amici. Non continuai il discorso anche perché era chiaro che non fosse ancora pronta a sostenerlo, ci avrei sicuramente pensato più avanti, dato che non intendevo di certo arrendermi. Arya decise di cambiare argomento e questa volta fu lei a prendere l’iniziativa, avvicinandosi verso di me. Voleva aiuto con alcuni incantesimi o meglio mi stava chiedendo se potevo insegnargliene alcuni per far sì che non venisse più presa di mira dai compagni di corso. Non si tratta di debolezza, solamente del fatto che hai scoperto la magia più tardi rispetto a loro. Però si, posso aiutarti ad imparare alcuni incantesimi del primo anno, così sarai al pari con loro. Dovevo però prima capire cosa aveva imparato fino ad adesso, così da sapere quali incantesimi insegnarle. Sorrisi leggermente prima di tornare a proferire parola. Qui in piscina ti può andare bene come luogo di esercizio? Inoltre quali incantesimi hai imparato fino ad ora a lezione. Dopo questa risposta avrei saputo come agire, utilizzando la piscina come zona in cui allenarsi nell’uso di questi incantesimi. Quasi dimenticavo prima di iniziare con qualsiasi esercizio bisogna fare il giusto riscaldamento, almeno due vasche a nuoto, altrimenti la piscina potrebbe offendersi. Mi metto a ridere mentre pronuncio le ultime parole, ma visto che entrambi eravamo in costume, anche se io avevo già fatto parte del mio esercizio quotidiano, almeno un po’ di movimento per i muscoli bisognava farlo.

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    Di certo Damon White sapeva come risollevare l'autostima di Arya. Anche quando ella si criticava qualcosa Damon era sempre lì pronto a contraddirla cercando di non farla sentire inferiore rispetto agli altri. O anche quando la francese aveva un problema, si faceva sempre in quattro per aiutarla e non le diceva mai di no.
    Arya aveva sempre avuto una buona autostima, ma sapeva anche essere obiettiva con se stessa. Puntava a migliorare e ad essere una buona strega, e pensava che essendo tutti al primo anno partivano da zero come lei, nonostante altri fossero cresciuti già tra i maghi. Non si aspettava di certo che alcuni fossero già abbastanza pratici con la magia, questo perché la maggior parte di loro proveniva da altre scuole, come la sua amica Heidi. Lei si dava le stesse giustificazioni che le stava adesso dando il Grifondoro ma non riusciva a mandare giù l'idea che gli altri fossero più avanti di lei, e si sentiva delle volte fuori luogo per questo. Io in realtà ho scoperto la magia a nove anni, quando ho avuto il mio primo attacco di magia involontaria. Da allora mia madre si è informata e ho... O meglio abbiamo scoperto che ero una strega, cosa che ho ereditato da mio padre. Fece una pausa, nel nominarlo le tornò in mente i suoi problemi per la presenza di Morgan in quella scuola. Il resto della mia famiglia è babbana e quindi mia madre ha voluto tenerlo nascosto impedendomi pure di parlarne. Ma sapevo. Se non l'avessi ascoltata magari avrei cercato di avvicinarmi a questo mondo molto prima e forse a quest'ora non sembrerei un pesce fuor d'acqua. Terminò la frase sarcastica facendo un sorriso rassegnato. Ma recupererò, non mi piace restare dietro agli altri, ecco perché ti ringrazio per aver accettato la mia proposta. Imparare qualche incantesimo, pur se stupido, del primo anno era già un buon inizio. Fin ora abbiamo più fatto teoria rispetto alla pratica e piccoli esercizi anche se appunto piccoli. Gli incantesimi che riterrei di sicuro appresi a lezione e che ormai so utilizzare bene sono quelli dell'ultima lezione di Trasfigurazione, ovvero Cucurbita ed Engorgio. E qualsiasi luogo per me va benissimo. Disse rispondendo alla sua domanda. Aveva dimenticato il Tarantallegra che aveva scagliato contro Christian stranamente con successo, ma forse non le sembrava così importante. A lei sarebbe piaciuto apprendere incantesimi per i duelli più che altro, motivo per cui non vedeva l'ora di metterli in pratica alle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscuri.
    Infine guardò il ragazzo confusa per la richiesta del riscaldamento prima di iniziare, evidentemente scherzava per il fatto che sia scoppiato a ridere, anche se la ragazza nutriva qualche dubbio pure su quello. Di solito i professori a lezione non ci fanno fare nessun tipo di riscaldamento. Non era una prova fisica lanciare incantesimi in fondo a cosa serviva il riscaldamento? E' ovvio che scherza. Pensò e decise di stare comunque al suo gioco. In fondo era appena entrata in acqua e si sarebbe goduta un po' la piscina prima di iniziare. Come vuole maestro. Mi faccia compagnia allora... Le disse ironica facendole un inchino con la testa. Vediamo se riesce a starmi dietro. Disse subito dopo dandosi la spinta ed iniziare a muovere velocemente le braccia per nuotare il più veloce possibile. Non era una grande nuotatrice, probabilmente il ragazzo, a giudicare dal fisico atletico, l'avrebbe pure stracciata, ma lei amava le sfide e si divertiva a sfidare gli altri, pure se per gioco, come in quel caso. Inoltre probabilmente avrebbe smorzato la tensione che si era creata poco prima del tutto.
     
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    Se voleva imparare qualche incantesimo ero felice di poterla aiutare, anche perché non tutti avevano la stessa fortuna quando si trattava della magia. Poi potevo tranquillamente aggiungerci che mi faceva piacere passare del tempo con lei, aveva qualcosa di molto particolare che mi portava a conoscerla sempre di più. C’era anche da aggiungere che per molto tempo ero rimasto sulle mie, era giunto il momento di aprirmi maggiormente verso gli altri e fare la mia parte. Ci potevano essere veramente un sacco di motivazioni che spingevano una studentessa a ritrovarsi più indietro rispetto agli altri e sarebbe mancato poco prima che scoprissi la sua motivazione. Lei aveva scoperto la magia già da giovane ma la madre ha fatto in modo di tenere tutto nascosto, non facendo così crescere insieme a lei la conoscenza della magia. Essendo solamente il padre mago, era chiaro il perché volessero tenere tutto all oscuro, per sembrare dei perfetti babbani a Parigi. Non è mai troppo tardi per farlo. Non c’era una data che ti diceva che non avevi più tempo, la possibilità di rimetterti in pari con il resto del mondo c’era sempre e andava sicuramente sfruttata. Sorrido quando mi ringrazia per aver accettato la sua proposta, mentre poco dopo mi elenca gli incantesimi che ha appreso fino ad ora. Erano per di più inutili per difendersi o comunque non lasciare che gli altri la punzecchiassero. Feci velocemente mente locale per trovare due incantesimi che sicuramente l’avrebbero aiutata in diverse situazioni. Rimane leggermente confusa quando le dico che prima della parte di lezione sugli incantesimi avrebbe dovuto fare un po’ di riscaldamento. Solitamente non hanno una piscina dove potersi allenare ed insegnare e immagino lo farebbero anche loro se si trovassero davanti una bella ragazza in costume. Sorrisi prima si ridere con leggerezza, anche perché era chiaro che stava al gioco che avevo iniziato. Sarà un piacere. Risposi mentre iniziai a nuotare partendo poco dopo di lei, che appena finite le parole si era già messa in moto. Per quanto mi aveva provocato in modo scherzoso sullo starle dietro, feci in modo di mantenere un'andatura che andasse perfettamente alla pari con lei. Non stavo spingendo né troppo né al contrario troppo poco, volevo fare in modo di rimanere al passo e forse avrei accelerato giusto giusto verso l’ultimo pezzo di vasca. Alla fine decisi di non farlo e di mantenere un’andatura costante senza fare strappi, poteva tranquillamente vincere se lo voleva. Arrivati nuovamente sul bordo appoggio le mani, facendo così leva per sollevarmi e uscire dall’acqua. Mi avvicinai al lettino e mi diedi una veloce asciugata al corpo, prendendo poi la bacchetta che tenevo nel borsone. Girandomi attesi che anche Arya fosse pronta, prima di iniziare a spiegare quali incantesimi avrebbe appreso. Pensavo che potrebbe tornarti utile sapere sia un incantesimo per difenderti, sia uno per contrattaccare. Ci sarebbero anche degli incantesimi divertenti da fare su un altro studente, ma quelli penso li lascerò per la prossima volta. Rido leggermente, prima di riprendere a parlare. Andremo ad affrontare prima l’incantesimo chiamato Incarceramus, consiste nell’evocare delle corde, funi, o catene che vanno come dice quasi la parola a intrappolare il bersaglio. Osserva bene. Puntai la bacchetta verso un lettino, sarebbe stato questo il mio bersaglio, andando a muovere la bacchetta a creare due cerchi uno dentro l’altro, come in una spirale. Incarceramus. Delle corde apparvero circondando il lettino. Non è molto efficace contro gli oggetti, ma non avendo altre possibilità ci dobbiamo accontentare. Solitamente lo si usa contro persone o in caso di pericolo contro animali. Se colpiti sarà quasi praticamente impossibile liberarsene da soli se non con l’aiuto di qualcuno. Se vuoi provare a svolgere solamente il movimento, successivamente ci aggiungerai l’incanto. Non c’è fretta quindi prenditi il tempo che ti serve.

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    La ragazza riconosceva essa stessa di essere una persona molto strana. Nonostante odiasse il contatto fisico amava ricevere i complimenti, soprattutto per il suo aspetto. Era molto vanitosa, motivo per cui sorrise ai complimenti di Damon sul suo aspetto, nonostante non se lo aspettasse. Damon era un ragazzo gentile, cavaliere e secondo Arya anche protettivo, ma se ne stava spesso sulle sue. Arya in effetti si accorse di non sapere nulla di lui, sulla sua vita o se dietro a tanta cavalleria ci fosse altro. Si limitava ad ascoltarla e assecondare ogni sua proposta, ma lui non si era mai aperto con lei. Ciò risultava la Grifondoro molto strano, di solito era lei quella che se ne stava sulle sue e per quanto non si sia aperta su alcuni argomenti con il Grifondoro in molti altri sì, e di solito succedeva il contrario.
    Anche in quel gioco Arya ebbe la sensazione che Damon ancora una volta l'avesse assecondata. La francese sapeva nuotare, ma non era così brava. Nonostante avesse fatto la spavalda con il suo amico poco fa, sapeva che a vincere sarebbe stato lui. Prima che entrasse in piscina l'aveva osservato nuotare quando ancora doveva accorgersi della sua presenza, ed era chiaramente molto più bravo e capace di lei. Non ci aveva messo molto infatti a raggiungerla, per qualche strano motivo però non riuscì a superare la francese, lasciando ad Arya infatti la vittoria in quella gara. La Grifondoro l'aveva capito che l'aveva lasciata vincere. Ancora una volta l'aveva accontentata. Sebbene Damon magari l'avesse fatto perché pensava di farla contenta, Arya non era così che si sentiva. Lei amava vincere ma non in quel modo. E sebbene apprezzasse molto Damon come persona e i suoi modi di fare, quel gesto non le piacque. Lei non voleva che qualcuno la trattasse con guanti solo perché era una ragazza. Una ragazzina fragile che doveva essere accontentata e da proteggere. Aveva chiesto al Grifondoro di istruirla proprio per quel motivo, lei poteva difendersi anche da sola. Rivestire i panni della damigella in difficoltà non faceva per lei.
    Osservò il Grifondoro in silenzio uscire dalla piscina e dopo un po' lei seguì il suo esempio dirigendosi verso il suo asciugamano. Quell'atteggiamento l'aveva leggermente innervosita. Le aveva appena detto che non voleva sentirsi debole e poi la trattava come tale?! Il motivo per cui se ne restò in silenzio è che sapeva che il ragazzo lo aveva fatto con tutte le buone intenzioni, così come il gesto del contatto fisico, ma quel giorno la galanteria e la gentilezza di Damon sembrò produrre l'effetto contrario in lei.
    La sua attenzione si spostò poi all'introduzione dell'incantesimo che il ragazzo stava per insegnargli. Afferrò la bacchetta che teneva in borsa e fece scivolare l'asciugamano sulla sdraio a cui era appoggiato prima.
    Conosco quell'incantesimo, l'ho visto usare un paio di volte dalla mia compagna di stanza. Anche a lezione di Trasfigurazione, Arya aveva visto utilizzare Heidi tale incantesimo per aiutare uno studente. Osservò Damon provare l'incanto su una delle sdraio presenti, osservando bene il movimento del polso e ascoltando bene la pronuncia. Prestò poi attenzione alle altre nozioni che l'amico le diede sull'incantesimo e si preparò per l'esercitazione. Ok, va bene... Iniziò con la bacchetta tra le mani imitare il movimento del polso che poco fa aveva visto eseguire all'amico. Lo sto facendo nel modo giusto?! Si voltò verso di lui continuando ad agitare la bacchetta.
    Lo so Damon che prima mi hai lasciato vincere... Esordì mentre continuava provare il movimento. Incarceramus! Iniziò a provare, ma di concentrazione non ne aveva molta al momento, era concentrata su quell'argomento, e quasi si pentì di averlo aperto, ma avrebbe fatto comunque lo stesso, forse se non ne avesse parlato sarebbe stato peggio. Io apprezzo ciò che fai per me davvero, lo so che lo fai con buone intenzioni e mi piace quest'istinto protettivo che hai nei miei confronti, non so se è un lato del tuo carattere che adotti con tutti o è una cosa che hai solo con me perché magari mi vedi spaesata e un po' in difficoltà... Doveva ammettere a se stessa che sì, un po' quell'atteggiamento protettivo che Damon aveva nei suoi confronti piaceva alla ragazza, semplicemente perché non ne era abituata. Si era sempre protetta da sola ed era lei quella protettiva nei confronti di chi voleva bene. Era sempre stata abbastanza forte da difendersi da sola e perfino gli altri pensavano che lei non avesse bisogno, motivo per cui non capiva perché invece a Damon aveva dato l'impressione contraria. Ma ti prego non trattarmi come una bambola di porcellana che vuoi evitare di rompere. Il Grifondoro avrebbe capito o l'avrebbe presa male?! Temeva che presto l'avrebbe mandata a quel paese per tutto ciò che quel giorno gli stava rimproverando.
    Riprovò l'incantesimo ancora una volta con l'ennesimo fallimento nell'attesa che il Grifondoro rispondesse a ciò che la ragazza gli aveva appena detto.
     
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    Kisuke Urahara

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    La scelta di lasciarla vincere non era dettata da nulla di particolare, anche se ero una persona competitiva, non sempre questa mia parte veniva fuori, almeno senza un premio in palio. Potevo dare la colpa agli sport che avevo praticato, dove per tutto il tempo ti mettevano nella testa il fatto che ci doveva sempre essere un premio per dimostrare di essere il migliore. Ora però c’era qualcosa di più importante da fare, ovvero insegnare ad Arya qualche incantesimo che le poteva tornare utile in seguito. Mi ero ormai asciugato, quindi mi ritenevo pronto ad iniziare ed anche lei sembrava dello stesso avviso. Non avevo dei veri e propri bersagli da poter utilizzare, quindi mi ero dovuto accontentare prendendo di mira uno sdraio lì vicino. Le avevo così mostrato il movimento della bacchetta e del polso, seguito dall’esatta pronuncia dell’incantesimo. Si, ma resta concentrata. Le dissi mentre mi chiedeva se lo stava facendo nel modo giusto, ma voltandosi verso di me andava a perdere la concentrazione giusta per eseguire l’incantesimo. Pareva però che l’argomento riguardante il fatto che l’avevo lasciata vincere fosse rimasto ancora fisso nella sua mente, dato che poco volle riaprirlo per parlarne. Le persone provano istinti diversi in base a chi hanno di fronte. Nel mio caso non penso tu sia in difficoltà, solamente che tutto ciò ti è nuovo. Ho potuto vedere il carattere che hai e sicuramente non avrai problemi qui a scuola, manca giusto un po’ di esperienza. Non mi apro troppo spesso, ma le poche volte che lo faccio è per una persona che ritengo importante, quindi un po’ di istinto protettivo esce fuori. Faccio così una piccola pausa, osservandola negli occhi per alcuni attimi prima di riprendere a parlare. Non avevo alcuna intenzione di trattarti come una bambola di porcellana, sono stato abituato a vincere unicamente per un premio, un trofeo, quando non c’è mi piace lasciare la possibilità di vincere anche ad un’altra persona. La prossima volta non mi tirerò indietro e per farmi perdonare vorrei invitarti per fine anno al ballo del ceppo, sempre se ti va di venire. Mi interrompo nuovamente, anche perché eravamo stati sfortunati con la precedente festa, quindi volevo rimediare. Ora però tocca concentrarci su questi incantesimi, altrimenti senza la mente sgombra non troveremo una soluzione. Come succede spesso, cerca di focalizzare nella tua mente l’incantesimo, muovi la bacchetta nel giusto movimento e pronuncialo quando ti senti pronta. Ero molto fiducioso che sarebbe riuscita a riprodurre alla perfezione l'incanto, aveva solamente bisogno di esercizio e convinzione in se stessa.

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    Arya si concesse una piccola pausa per poter chiarire con Damon la sua posizione sulla questione di poco prima. Non sarebbe riuscita a concentrarsi sull'incantesimo nemmeno volendo, se prima non si liberava di quel peso.
    Ascoltò l'amico chiarire la sua decisione di lasciarla vincere. Arya da quando era arrivata aveva conosciuto diverse persone lì al castello, sebbene potevano ritenersi solo dei conoscenti, e per sua fortuna non ebbe ancora grosse difficoltà a misurarsi con qualcuno. Anche perché l'unica persona con cui si era scontrata era il suo fratellastro, ma per fortuna era solo di un anno più avanti di lei, ed anche piuttosto scarso nell'utilizzare gli incantesimi da quanto ha potuto notare. Forse Damon era semplicemente fatto in quel modo. Forse era solo altruista e gentile con tutti e non solo con lei. Le cose però le furono più chiare quando iniziò a spiegarle le motivazioni. Le stava chiaramente dicendo che in un modo o nell'altro il ragazzo tenesse a lei?! Se il suo istinto protettivo le veniva fuori con persone importanti per lui doveva essere forse così. Damon era sempre molto protettivo nei confronti di Arya e il fatto che glielo stesse dicendo le faceva supporre che fosse così. La ragazza non poté fare a meno di sorriderle dinanzi a quell'affermazione. Non era abituata ad avere qualcuno che si preoccupasse per lei. Mi stai forse dicendo che per te sono una persona importante?! Disse in tono scherzoso levandosi di dosso quell'aria rigida, incrociando poi le braccia al petto e inarcando un sopracciglio. Ed io non sono abituata ad essere trattata con i guanti, ma a guadagnarmi le cose con le mie forza. Avere qualcuno tanto protettivo con me mi fa davvero molto strano. No che non mi faccia piacere, ma su alcuni aspetti preferisco cavarmela da sola. Disse sorridendo al Grifondoro.
    L'invito al ballo inoltre la lasciò di sasso. Aveva sentito parlare tra i corridoi del castello dell'organizzazione di questo ballo, solo che Arya non era sicura che sarebbe rimasta in Gran Bretagna per Natale e non si aspettava di certo che Damon la invitasse. Mi piacerebbe tantissimo poterti rispondere di sì, ma non sono sicura di rimanere al castello per Natale. Penso che tornerò dalla mia famiglia a Parigi. Le disse la ragazza con tono deluso. Sarebbe andata al ballo con Damon volentieri se non fosse per il fatto che iniziava a sentire la mancanza dei suoi fratelli e almeno per le feste di Natale, di Pasqua e la pausa estiva si era ripromessa di tornare da loro.
    Raccolse però ben volentieri il suo invito nel proseguire l'esercizio. Si concentrò sulla spiegazione dell'amico cercando di concentrarsi. Stavolta distrazioni non ce ne erano. Guardò intensamente la sdraio come se fosse una preda da dover catturare. Cercò di visualizzare nella sua mente l'immagine di corde che si avvolgono sull'oggetto che stava visualizzando. Puntò la bacchetta verso di esso eseguendo poi il movimento del polso che le aveva mostrato poco prima il moro. Incarceramus! Nonostante tutto però, il suo tentativo si rivelò di nuovo fallimentare. Ci riprovò una seconda volta, una terza, una quarta. Al settimo tentativo Arya guardò finalmente sorpresa delle corde uscire dalla sua bacchetta e avvolgersi attorno alla sdraio davanti a lei. Un sorriso soddisfatto le apparì sul volto. Si voltò verso Damon, felice di esserci finalmente riuscita. Ce l'ho fatta! E grazie a te, sei un ottimo maestro. Si voltò di nuovo soddisfatta verso il suo operato e ancora verso l'amico. Grazie davvero, e scusa se oggi sono stata un po' capricciosa. Riconosco di essere a volte un tantino esigente e pesante. Disse ironica. Ma in fondo era vero, che nonostante non ci fosse alcun motivo in particolare, Arya quel giorno aveva leggermente bacchettato Damon più di una volta e il ragazzo stranamente non l'aveva ancora mandata a quel paese.
     
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