promised bride

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    Febbraio 2002, Palazzo Bardenfleth

    Non mi interessa Nora! urla con gli occhi fuori dalle orbite Dimitrij. Se è vero quello che sostieni ribellati! La sua voce è pari ad un ruggito, dalla collera ribalta una lampada ad olio che si rompe a terra e macchia un pregiato tappeto del piano superiore. Fatti avanti ogni tanto e affronta nostra madre, quell'arpia ti sta comandando da quando hai cominciato a gattonare! Cazzo Nora!
    Compie delle ampie falcate fino davanti al caminetto che arde. Sono al piano superiore, in un salotto poco frequentato e si sono chiusi a chiave per parlare. Dimitrij ha la gola secca, ha urlato contro sua sorella come mai prima. Si tocca con le dita il mento e poi la gola, con la bacchetta richiama un'ampolla di distillato ambrato e col minimo sforzo si versa due dita in un bicchiere rigato. Lo rigira un paio di volte, facendo quasi spandere il contenuto, adagiato con le culatte sulla poltrona che sa di polvere guarda la sua amata da dietro il liquore. Non voglio sentire altre scuse uscire dalla tua bocca proferisce con durezza. Poi trangugia un bel boccone e le speranze che la quantità sia sufficiente a togliergli la rabbia e inumidirgli le corde vocali scema all'istante. Un'altra ondata di collera lo fa balzare in piedi, scaraventa il bicchiere dritto nelle fiamme che rispondono con una mediocre esplosione e un rumore di vetro rotto. Si avventa quindi sul collo della bottiglia, vorrebbe usarlo per tranciare la gola del futuro sposo di sua sorella. Quel lurido maiale che otterrebbe le cosce della sua donna. Quello che subirà la sua ira funesta se davvero la toccherà.
    Stappa con arroganza il tappo in sughero e incolla le labbra. Ne beve così tanto che pensa in poco tempo che gli manca il fiato. Il suo petto non smette di gonfiarsi dalla collera.


     
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    Lo sapeva che non sarebbe dovuta tornare in quella casa, fosse stato per lei non sarebbe accaduto neanche dopo il diploma.
    Invece Dimitrij si era ostinato, l'aveva voluta costringere a passare quel natale lì, il capodanno e persino in quel momento, che oramai era giunto febbraio, si ritrovava ancora tra quelle quattro mura.
    A volte faticava a comprenderlo. O lui faticava a comprendere lei.
    Era arrabbiato quando gli aveva dato la notizia che si sarebbe sposata da li a qualche mese.
    Non lo aveva mai visto così ..
    -Credi che non lo abbia fatto?- gli disse fronteggiandolo con pari enfasi -ti avevo pregato di non tornare a casa, cosa dovevo fare? Implorarti? Ora mi dici di ribellarmi come se non ci avessi già pensato di mio!-
    Come poteva non rendersi conto che nove volte su dieci le sue scelte dipendevano da lui?
    Aveva affrontato la madre appena il giorno prima, le aveva detto che amava suo fratello, che erano stati amanti, che nessuno poteva obbligarla a sposare un altro contro la sua volontà.
    Era convinta di riuscire a prevalere su di lei, di averle giocate un bruttissimo tiro lasciando che fosse Dimitrij a prendersi la sua purezza, invece a nulla era valso.
    Tutt'altro, questa informazione le era servita per avere maggior presa su di lei.
    Aveva minacciato di colpire il suo gemello, di fargli del male e alla fine avrebbe comunque dovuto sposare un altro.
    Probabilmente se ne avesse parlato con Dimitrij lui le avrebbe detto che bluffava, che non poteva fargli niente, ma entrambi sapevano quanto lui ci tenesse al titolo e al potere.
    Non lo avrebbe mai privato di ciò, nemmeno se lo scotto da pagare era sposare un altro.
    -Ti prego Dimitrij, non ti fa bene urlare così- cercò di placarsi lei stessa ed essere ragionevole.
    -Non mi toccherà, non glielo permetterò- lo rassicurò – non vuoi capire che non c'è via d'uscita? Se non farò come dice passerà a te, ora per lei è una questione di principio!-
     
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    Se lo hai fatto non sei stata convincente Nora o sei più debole di come ti dipingi! risponde lui arrogante leccando le labbra sporche di alcolico. Appoggia l'ampolla sul piccolo tavolino pregiato. Si alza affondando le dita sui braccioli della poltrona. Che cazzo cambia essere tornati? aggiunge bruciando la distanza che li divide. La riteneva una sciocchezza non tornare a casa quell'inverno e pareva che la sorella scappasse dall'inevitabile in quel modo. Dimmelo! Hai la possibilità di importi stando quì il suo braccio fende l'aria e indica la porta pensate da dove sono entrati, dietro la quale qualche distanza più in là si trovava di certo la loro madre. Artefice del matrimonio combinato di sua sorella. Volevi stare distante da casa per fuggire a questo vero? Non hai il carattere Nora! Non ce l'hai! Smettila di dirmi che hai fatto, che hai già parlato con lei, che ci hai provato. NON. E'. SUFFICIENTE La sua voce fa tremare le finestre e la sua schiena si piega in avanti dallo sforzo e dalla rabbia che lo pervade. E' rosso in viso. Se ti importa devi arrivarne a capo dice dopo soffiando fuori il fiato cercando di calmarsi. Ha sfiorato il suo naso urlando e delle piccole gocce alcoliche l'hanno colpita sulle gote. Si asciuga la bocca con l'avambraccio coperto da una vecchia camicia di flanella visto le temperature del castello di famiglia. Lo sai benissimo che potrei non avere il controllo delle mie azioni se parlassi io al posto tuo. Si allontana e si pone davanti al caminetto e la sua voce si abbassa quasi ad un sussurro. Io non ho paura di lei Nora specifica a denti stretti guardandola in volto con durezza rispondendo alla sua ultima frase. E' lei che deve averne di me, credi che mi importa qualcosa che sia nostra madre eh? sputa sul fuoco e le sue pupille venate di rosso fissano le fiamme. Non ti toccherà ripete Non ti toccherà ride come una iena. Ma che cazzo dici Nora, ti senti quando parli? Si scatto volta il mento di nuovo verso la figura sinuosa di lei. Il tuo promesso sposo non è un idiota, parliamoci chiaro. Sarebbe uno stolto un uomo che sposa una giovane fanciulla per nulla in cambio mh? I soldi non bastano. Schiocca la lingua sul palato disgustato e rabbioso al sol pensiero che uno possa infilarsi fra le sue cosce. Le sue cosce. Scuote i capelli biondi appoggiando un braccio sul marmo del caminetto, la faccia è caldissima e non ne vede una via d'uscita se non che sua sorella convinca la madre o che lui la uccida.
    Se non lo farai ucciderò nostra madre sussurra e non sta scherzando. In estrema alternativa ucciderò tuo marito prima della vostra prima notte di nozze.

     
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    Suo fratello era nella fase in cui ragionare non era tra le variabili possibili.
    Era convinto che tutto fosse molto semplice e lineare, che le parole delle persone avessero un peso solo se glielo si concedeva.
    Non aveva mai capito quanto bene lei gli volesse e cosa sarebbe stata disposta a fare pur di non riversare su di lui le cattiverie della madre.
    Non metteva in dubbio che sarebbe stato in grado di ucciderla con le sue stesse masi, non era questo.
    Ma poi? Cosa si sarebbe portato dietro negli anni a venire se lo avesse fatto? Per colpa sua persino.
    Se ne risentì quando la considerò debole.
    -Cambia- gli disse infervorandosi – cambia perchè non è con te che si intrattiene, non è a te che fa il lavaggio del cervello, non è te che .. - minaccia, ma la parola le morì tra le labbra al ricordo di quello che aveva giurato di fare se solo glielo avrebbe detto.
    -Volevo solo stare con te, ovunque ma non qui- disse – e anche fosse? Volevo fuggire da tutto questo si, è un peccato?- la ferì nuovamente, le diceva di non avere carattere, al pari dell'ingiuria di essere una debole.
    Incassò le offese ma le fu chiaro il concetto di quello che sarebbe stato.
    Le confermava cosa sarebbe successo se avesse preso lui in mano la questione.
    Qualsiasi cosa lei dicesse oramai non aveva senso per lui, non metteva neanche in conto che gli avrebbe staccato gli attributi se solo ci avesse provato ad averla, il suo futuro sposo.
    Certo che non lo aveva messo in considerazione, per lui era una debole no?
    -Bene- disse in conclusione di quello sfogo – lo farò, le dirò quello che vuoi che le dica, affronterò la questione come si deve, come secondo te dovrei fare- si avvicinò a lui e lo fulminò con lo sguardo – ma se non dovesse funzionare vedremo se tu stesso agirai così come dici- lo avrebbe ucciso, aveva detto.
    Ma lo avrebbe veramente fatto?
    Solo il tempo avrebbe dato questa risposta.
     
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    Non è te.. non è te cosa?! urla rabbioso sputacchiando sulle fiamme, Il braccio ancora ancorato al marmo del caminetto. La osserva con le iridi venate di rosso, fuori controllo. Smettila di fare la vittima! Taglia corto. In cuor suo sa che sta esagerando, comprende che sta riversando la sua rabbia e frustrazione verso la donna amata ma non lo ammetterà mai. Piuttosto preferisce farla stare male invece di dire che sta errando. Lui ha un modo tutto suo di amare, senza dirlo, senza compiere moine da stupidi. Lei lo conosce e sa, e ciononostante fra loro è sempre funzionata. Dimitrij però doveva anche confessare che era molto amareggiato del fatto che Nora non aveva tirato fuori le unghie, davanti ad una cosa così assurda pensava che la paura e il rispetto di loro due fossero sufficienti a farla diventare una belva di fronte alla loro madre. Invece diceva semplicemente che la donna la persuadeva, usava lei come bersaglio per le sue cattiverie. Volevi stare con me ripete Dimitrij mordendosi il labbro e ferendosi senza sentire dolore, sputa un bel po' di sangue sul fuoco scuotendo il capo mentre il ciuffo ribelle gli cade sulla fronte sudaticcia a causa del caldo. Perchè non cominci a smettere di fuggire da ciò che non riesci ad affrontare? Stiamo sempre insieme a Durm, Nora le ricorda. Stiamo insieme. Sottolinea. Il fatto è che questo tempo sta terminando perchè stai in pratica concedendo di diventare proprietà di un altro. Quindi si stacca e cammina verso di lei fermandosi di fronte soffiando sul suo volto. E sai che non mi piace condividere le mie.. si avvicina alle sue labbra. Cose.. Il suo intento non è paragonarla ad un oggetto, è il suo modo di chiarire che lei è sua ed è geloso, possessivo e non ammette scusanti o deviazioni alle sue idee. Nora si avvicina, la vede cambiare espressione. Ha ottenuto una reazione e questo conferma quanto lei piaccia a lui quando è nervosa. La trova più affascinante di quella che normalmente è quando pacata. Sorride sghembo e si succhia il labbro che ormai ha smesso di sanguinare. Brava sorella dice aprendo le braccia verso l'alto in segno di complimento ma il suo tono è chiaramente ironico e per nulla un complimento vero e proprio. Chiude le braccia ai fianchi dei suoi e soffia in modo malizioso sulle sue labbra. Dubiti di me mh? dice sfiorandole il naso, la sua cute sudata si appoggia alla sua fronte, incollandosi. Lo sai che uccidere per una donna non è peccato vero? cerca di giustificare le azioni che lui non ha paura di compiere. Poi in un sussurro al suo orecchio aggiunge. Impiccherò mamma annuncia. Se ti tormenterà provocandoti un sonno turbolento. Prima che lei possa esprimere una reazione o pregarlo di risparmiarla soffoca sulle sue labbra, con voce pari a quella di un folle, Ucciderò mamma. E lui. E tu non mi fermerai.

     
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    Sapeva di non meritare tutta quella rabbia, così come sapeva che lui l’amava e che era il suo modo di dimostrarglielo.
    Cercava di spronarla ad essere migliore, quello che Dimitrji non capiva era tutto ciò che invece lei vedeva.
    L’unico che poteva salvarla era suo padre, sarebbe andata da lui, lo avrebbe implorato di fare qualcosa.
    Insieme potevano vincerla.
    Ma non se la sentì di fare questa promessa al gemello, né di comunicargli questa intenzione che le era venuta in mente mentre le dava della codarda. Del resto forse lo era stata fino a quel momento, aveva solo immaginato di scuotere quella donna priva di cuore quale era loro madre fino a farla desistere.
    Una cosa era certa, lei non voleva che Dimitrji perdesse il controllo con la sua carnefice, tutto sommato lui la rispettava e se fosse arrivato a ucciderla nel tempo se ne sarebbe pentito.
    Sebbene dal suo punto di vista fosse una questione che riguardava entrambi, in quanto amanti, lui riteneva che se la dovesse sbrigare da sola, e lo avrebbe fatto. Glie l’avrebbe fatta vedere a lui come ne sarebbe uscita vincente.
    -Perché non la smetti tu di accusarmi e basta?- lo redarguì – volevo stare con te si, non è un’assurdità. E allora? Stiamo insieme a Durm cosa vorrebbe dire? Che fuori da quel castello ognuno se ne va per i fatti suoi?- gli chiese con le mani sui fianchi – cosa vuol dire che vado bene finchè sono lì ma se ti chiedo di stare insieme in qualsiasi altra parte del mondo allora sono obsoleta?- lo sospinse toccandogli il petto con le dita – sei tu che mi stai spingendo verso un altro. Potevamo andare via, potevamo farlo essere noi e non tornare più qui, ma tu vuoi sfidarla no? Qui non centro io, non centriamo noi, è una sfida tra te e lei!- e chi dei due l’avrebbe spuntata sull’altro.
    Una sfida che vedeva lei come pedina di gioco.
    Fu in quel frangente che lui le andò incontro e la catturò tra le sue braccia.
    Inizialmente si divincolò, stava discutendo e non voleva essere distratta, cosa che sarebbe successa se lui continuava a starle così addosso, come sempre accadeva del resto.
    Il suo maledetto punto debole..
    -Uccidere tua madre si , però..- gli rispose – Dimitrji…- stava per ribattere ma lui fu più lesto facendole tremare il cuore con l’ira della sua voce e non riuscì a proferire parola.
    Si divincolò invece per concedersi un po' di respiro.
    Non prese nulla, gli riservò solo un’occhiata prima di uscire da li dentro.

    Dopo l’ennesima lite con sua madre era andata da suo padre.
    L’uomo l’aveva coccolata e le aveva assicurato che qualcosa avrebbe fatto, neanche a lui piacevano queste imposizioni, non vivevano più in un’epoca tanto arcaica e il suo matrimonio non era stato dei migliori sebbene avesse fatto di tutto per farlo funzionare. Non desiderava questo per sua figlia.
    -Nostro padre è d’accordo con noi, ha detto che non lo permetterà- erano in giardino, faceva freddo ma non era importante, sembrava l’unico posto in cui poter parlare in santa pace.
    -Tu credi che ce la farà a convincerla?-
    Nora non ci era riuscita, le mura avevano tremato in seguito all’ultima lite, erano volati incantesimi, le era arrivato uno schiaffo che ancora le doleva la guancia se ci pensava. Non aveva mai creduto che una creatura così minuta potesse avere un man rovescio così forte.
    -Per me no.-
     
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