Lo so.. ma non sto parlando di quello che ti ha fatto un anno fa. La reazione di Helena la spiazzò per qualche istante. Daphne esitò, in bilico tra la convinzione di essersi espressa male e il sospetto che fosse Helena quella confusa. Stavano parlando delle ultime trovate di Lorence, eppure la Haugen sembrava fare riferimento più a quanto accaduto in passato, a ciò che aveva determinato l'inizio dell'Inferno in cui la norvegese continuava ad annaspare. Daphne non ne era sicura, dal momento che infondo l'amica non era stata particolarmente esplicita nella sua reazione, ma vederla così scossa le faceva pensare che la loro conversazione si fosse spostata improvvisamente su un altro piano nella mente di Hel, senza che lei potesse rendersene conto. Pur nutrendo dei dubbi circa la capacità dell'altra di prestare realmente ascolto alle sue parole in quel momento di estrema fragilità, la rossa fece del suo meglio per spiegarsi. Sto parlando di questi continui sequestri di persona! Ma è possibile che ti chiuda in una stanza d'albergo, ti obblighi ad un fidanzamento con le minacce.. senza paura delle conseguenze? cosa gli dava la certezza di restare impunito, la sicurezza di non rischiare troppo spingendosi così in là? Doveva sentirsi realmente al di sopra di ogni legge o convenzione sociale per ostinarsi contro la sua vittima senza alcuna esitazione Continua a perseguitarti e sarà sempre peggio. La risposta era ovvia, in realtà. Ovvia.. solo molto difficile da accettare. Rendersi conto di quanto l'arroganza e la convinzione di essere al di sopra del concetto di Giustizia di Volhard fosse identica a quella del giudice Bachskov le provocava un senso di nausea crescente. Sicuramente Soren era più pericoloso e più potente, magari anche più depravato, ma la convinzione di Lorence di provare realmente qualcosa per la ragazza che aveva violentato e che continuava a terrorizzare e sottomettere era a sua volta sintomo di una malsana condizione mentale. Anche Bachskov si era convinto di amare la sua prima vittima, al punto che quando Daphne aveva pronunciato davanti a lui il nome della madre di Dominick suo padre l'aveva quasi strangolata. I sentimenti di Lorence preoccupavano la Mikkelsen quasi più di tutto il resto. Helena, in ogni caso, era troppo sconvolta e terrorizzata perché la danese potesse cercare di farle cambiare idea circa l'errore più grande che avrebbe mai potuto commettere. L'angoscia la faceva sentire così in trappola che non sarebbero valse a nulla le parole di nessuno e Daphne se ne rendeva drammaticamente conto. Non lo farà, di sicuro non con me. Perché ti giuro che io non smetterò di dargli il tormento. La sua voce suonò dura e minacciosa. Ferma eppure carica di rabbia. Dal momento che lei non si sarebbe tirata indietro e non avrebbe smesso di stargli addosso, Lorence avrebbe probabilmente reagito di conseguenza. Ma lei voleva che lui si rendesse conto di non aver vinto alcuna guerra, voleva che non si sentisse al sicuro. Non aveva il diritto di sentirsi al sicuro. Non ti lascerò sola, ricordatelo. A metà strada tra una rassicurazione e una condanna. Daphne non poteva fare a meno di sentirsi opprimente, eppure per nulla al mondo avrebbe mollato la presa. Helena non sarebbe rimasta sola com'era successo a Theresa. Le allungò una rapida carezza sulla guancia, prima di precederla fuori dalla camera. Ci vediamo presto.
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