Focolare

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    Manine piccole e capaci di afferrare tutto si sono allungate per ore fra i ciuffi di peli mori che gli ricoprono petto e schiena e la metà di piccole bocche, con pochi denti da latte, hanno finito per sbavarlo nella totalità degli scampoli di pelle scoperta.
    Notti insonni intervallate da lune piene con la figlia maggiore, condite dalla caccia giornaliera e dai lavori in quella baita nel nulla del bosco immerso nella distesa ghiacciata, hanno finito per distruggerlo facendolo crollare sul morbido tappeto avanti al camino.

    Inizia ad avere un’età ormai, questo sembra averlo capito persino il suo corpo che sempre più solerte decide di andare in riserva.
    Un urlacchiare in lontananza, una sorta di vago gracchiare gli fa morire in gola quel rumore sordo che è il proprio russare, muore in un rigurgito e gli occhi si spalancano quando già, meccanicamente, il petto s’è sollevato poggiando sui gomiti, compreso quello della protesi splendente d’un liquido color piombo.
    <bea! Cor! I piccoli!>
    Anche se quel trambusto non pare venire dai neonati quanto più dalla stessa Beatrix occupata a battibeccare con la matrigna in questione.

    Strizza gli occhi e sbuffando di disappunto annusa l’aria captando odore di cibo.
    Cibo freddo ,
    Ma cibo.
    Acquolina sale perché gli occhi captano i resti della cena ancora nei piatti scomposti sul tavolo.

    Con un grugnito va a sollevarsi, ignorando l’arricciarsi del maglione grigio e nero che gli cade un po’ troppo largo, un po’ troppo corto. I pantaloni sono un programma simile: senza una forma, con la stoffa all’altezza delle ginocchia rinforzata con toppe di pelle. Ai piedi dei calzettoni rigorosamente atiestetici, rigorosamente alti ma male arrotolati attorno alla caviglia.
    <ooohdiiooddiooddio...>
    Mani sui reni.
    I capelli arruffati spruzzati di grigio,spettinati, pieni di vertigini.



    Edited by Amok - 23/8/2021, 08:26
     
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    Il tempo era passato, impietoso e ostile come i granelli di sabbia di una clessidra, come il mare che divora le coste stagione dopo stagione. Il ventre si era ingrossato rubando un centimetro alla volta all orlo della gonna. E con l'arrivo dell estate la lupa era diventata madre. E per quanto l avessero aiutata, redarguita sulla maternità, niente era stato sufficiente a prepararla davvero a quell uragano. Era cambiato tutto. Dal momento in cui aveva accolto in petto i suoi cuccioli aveva sentito come un boato nel petto, una scintilla più potente di ogni magia avesse intravisto. Era nata dal caos, la forza primordiale che muove il creato e le sue creature : l amore, quello vero ed incondizionato che vincola madre e figli, ed un lupo alla propria prole.
    Lei che aveva abbracciato la propria natura si da giovane, era finita per diventarne schiava, dinuovo non era riuscita a controllarla.
    Si era ritrovata più di una volta con il manto nero come la notte a circondare i suoi cuccioli. Si era trovata più d una volta a tentare di aggredire chiunque si avvicinasse troppo a loro. E immediatamente anche Bea era diventata parte del nido. Aveva iniziato a manifestare nei suoi confronti la medesima violenza protetta che aveva verso i suoi quattro piccoli e le cose erano diventate scomode molto presto.
    Erano diventati nomadi, avevano iniziato a seguire le tracce degli altri branchi del nord lungo gli antichi cammini dei loro avi, in Luoghi in cui la loro natura li chiamava così forte da scuoterne l anima.
    Se fosse stato per lei avrebbe indossato gli occhi della luna più spesso. Era tutto piu semplice, non v'era bisogno di parole nella foresta.
    Ma cen era bisogno invece in quella casa. Ormai erano un branco di sette ed il lavoro era deduplicato. Si rendeva conto Cornelia che sia Fred che Bea avevano passato così tanto tempo con gli umani da esserne troppo simili in fatto di bisogni e raziocinio.

    <<quando sarai grande e forte ed avrai il tuo branco potrai decidere come e quando fare le cose. Fino a quel momento decido io! Se non vuoi sparecchiare, vai a prendere la legna o rassetti le coperte. Tutti facciamo qualcosa.>>

    In piedi dietro il tavolo osserva la bambina con espressione severa stampata in viso. In quella piccola casa c è poca privacy, un solo ambiente copre tutte le funzionalità necessarie ad una famiglia...di 7.

    <<ma io voglio andare a finire di leggere!>>

    <<beatrix non fartelo ripetere dinuovo sparecchia la tavola!>>

    Ed il tono s è sollevato, in risposta un grugnito frustrato della cucciola ha riportato indietro dalle braccia di Morfeo, il vecchio lupo coi calzettoni.
    Non che lei si presenti molto meglio: i capelli sono legati ed arruffati, il corpo ha trattenuto diversi chili della gravidanza, sviluppando forme rotonde. Indossa abiti alla buona che spesso sono sporchi qui e li.
    I bambini dormono poco lontano, in una culla bassa vicino al camino...Tutti tranne la più piccolina che se ne sta poggiata al petto della madre avvolta in una fascia di tessuto annodata intorno alle scapole di Cornelia, per tenerla al petto.
    La piccola lupa era nata per ultima, più piccola dei fratelli non presentava nessun difetto in forma umana, se non una cagionevolezza tipica dei gemelli più piccoli.
    L alzarsi in piedi del padre aveva dato inizio ad un rituale ormai fin troppo conosciuto: Uno dei piatti sollevato dalle manine di Beatrix, aveva terminato la sua esistenza sul pavimento, schiantandosi in un moto di ribellione.
    Ed alzato il sipario il concerto non era che iniziato dando vita alla potente sinfonia dei neonati in coro.
     
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    La caduta del piatto aveva dato inizio al pianto forsennato dei bambini che si dovevano essere miracolosamente addormentati poco prima.
    Addio calduccio del focolare.
    Addio riposo della sera.

    Cominciava a sentirsi stanco, i nervi a fior di pelle, il continuo battibeccare di Cornelia e di sua figlia quando entrambe si trovavano nella loro forma umana ... dalla gola del vecchio lupo venne fuori un suono che di umano non aveva assolutamente niente.
    Gli occhi in un istante mutarono divenendo quelli del lupo ancora prima che quelli del mago, parimenti parte della dentatura e della muscolatura in ampi scrocchi.

    Quegli sbalzi di umore, quella rabbia repressa, erano da tempo le esternazioni del risultato del loro modo di vivere portato agli estremi.
    E stavolta le zanne al posto dei canini puntavano Beatrix così come i piedi nudi coperti esclusivamente dai calzettoni.

    Un lupo maschio, specie se vecchio, non ha molta pazienza ed i cuccioli possono essere un'ottima parte della dieta, che a propria volta, nell'essere consumata, è un ottimo rimedio contro qualsiasi urlo, pianto, frignare, ribellione possa avvenire all'interno del branco.

    E mentre lui avanza, famelico verso Beatrix, i quattro gemelli piangono, il suo stomaco gorgoglia impaziente e dal corpo nuovi scricchiolii emergono dolorosi.
     
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    I bambini piangono e la donna semplicemente rotea lo sguardo a quell ennesimo capriccio. Non la spazientisce più ormai il caos. È sconvolgente di quanto si è in grado di cambiare difronte alle circostanze che la vita ti para davanti. E in quei mesi si era trovata a sorprendersi più di una volta di sé stessa.
    Ma qualcos altro appare, in quella capanna in mezzo al gelo, l uomo che si è appena alzato dal giaciglio del camino ha mutato i suoi arti in zampe e il viso in un muso di lupo. Ancora prima che l istinto faccia la sua parte, nel momento in cui sente i peli del collo rizzarsi e l adrenalina rimbombare nelle vene, il cassetto degli stracci viene aperto quando basta da diventare il temporaneo giaciglio della bambina che ha al petto.
    Ed il lupo si avvia verso Beatrix, e lei ad ampie falcate tenta di aggirare la cucina, ai passi umani si sostituiscono quelli felpati. Le mani che si aggrappano al bancone si coprono di lunghi e spessi peli neri.
    La belva che ora oltrepassa la cucina è un enorme lupo nero dalle spalle robuste e le zampe enormi. Gli occhi gialli puntano il lupo più grande.
    Il pelo è rizzo, le zanne scoperte ringhiano ferocemente contro colui che ne minaccia la prole. La bava cola copiosa sul pavimento mentre la figliastra emette un gemito di paura. La giovinezza e la natura sono dalla sua parte.
    Ed ora punta al collo di lui, preda di un istinto troppo forte per essere placato dalla razionalità.
    I lupi imparano la lezione una volta sola.
     
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    [CRINOS]L' arto superiore dalla conformazione per metà animale e per metà umana, si protende minaccioso verso la bambina. Le dita sono ancora lunghe e vagamente prensili ma presentano artigli al posto di unghie e cuscinetti dove dovrebbero essere i polpastrelli, il pollice è leggermente spostato nella parte superiore del polso e la muscolatura abnorme non fa che rendere goffi e ancora più pericolosi tutti i movimenti che egli compie.
    Il braccio SINISTRO, metallico grazie alla protesi in parte meccanica, in parte incantata, si solleva, arretra oltre la linea della spalla e CARICA una zampata che si esplica in un movimento dall'alto verso il basso SCAGLIANDOSI con forza alla volta il corpicino della piccola bimba atterrita.
    In quel preciso momento è Cornelia che si pone avanti intrufolandosì nel bel mezzo dell'azione che potrebbe finire per colpire lei al posto del piccolo corpo di Beatrix, ed esattamente all'altezza di quel muso ringhiante, sbavante che minaccia la traiettoria del proprio collo incassato fra le spalle.
    Il pelo, giá lungo sull'intero corpo che conserva ancora fattezze vagamente umanoidi, si è rizzato lungo tutta quanta la colonna vertebrale, e la coda, sollevata da terra, si erge fiera come quella di un capobranco. I labbroni digrignati mostrano zanne lucenti e una spruzzata di peli biancastri sul mento e attorno alle vibrisse dimostra con fierezza la sua età.

    Piangono i bambini, sia quelli nelle culle che quelli nel cassetto, piagnucola anche Bea che si sarà riparata dietro la mole di Cornelia.
     
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4 replies since 22/8/2021, 22:00   76 views
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