A quiet magical day...

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    Il lavoro alla caffetteria babbana stava finalmente dando i suoi frutti e portava grandi benefici ad Heidi, che ad occhi altrui magari potevano sembrare piccolezze superflue. Come comprare nuovi colori per dipingere e nuove tele, passione che porta dentro se da bambina.
    Stavolta si trovava nuovamente a Diagon Alley, per cambiare il denaro babbano con quello magico e fare gli ultimi acquisti per la scuola. Se da un lato la sua parte luminosa ne era entusiasta, dall'altro c'era quella cupa che continuava a ripetere che la sua esistenza era inutile senza Peter ed Ezra e abbandonare anche l'unica ragazza con cui aveva fatto amicizia, non aiutava ad alleggerire i pensieri. Era con questo stato d'animo altalenante che vide un cesto di palle pelose rosa e viola, fuori il negozio de Il Serraglio Stregato, grandi quanto un pugno. Incuriosita da quei esserini, Heidi si accovaccia di fronte al cesto, venendo quasi stonata dagli strilli acuti che si lasciavano sfuggire, magari per la fame. La scritta animata diceva che quelle palle di pelo costavano 7 galeoni ciascuno, controllò nelle tasche per vedere quanto gli fosse rimasto e soprattutto, se fosse riuscita ad arrivare alla fine della settimana con quello che rimaneva dello stipendio. La ragazza aveva con se soli 13 galeoni, ma il richiamo di una bestiolina rosa che le faceva gli occhi dolci, era più forte del suo buon senso. "Comprare una creatura magica quanto a mala pensa riesci a sfamare te stessa? Pessima idea Heidi, pessima idea." Continuava a ripetere nella sua mente, ma quando una di quelle puffole pigmee riuscì a salirle sul braccio, fermandosi esattamente sulla spalla, fu impossibile per la ragazza separarsene. Decise dunque di acquistarla, chiedendo tutti i pro, i contro e soprattutto cosa mangiava. Mentalmente segnò tutte le nozioni importanti e felice come non lo era da un po', coccolava la -ormai sua- puffola che d'altro canto ricambiava con versetti striduli. Il negoziante le ha detto che nonostante il colore, l'animaletto è un maschio e a Heidi toccava decidere un nome da dargli per tutta la vita, una bella responsabilità, doveva pensarci bene, magari Arya saprà consigliarla.


    Aspettò qualche minuto prima di passare nel vicoletto del paiolo magico che portava ai babbani, dato che c'era un ragazzo che tentava di entrare, senza però riuscirci e la ragazza non riusciva a capire se si trattava di un mago o meno. "Che dici piccoletto, l'aiutiamo?" Gli occhi smeraldo della ragazza si posarono insistentemente sul corpo e le movenze della persona che stava tentando d'aiutare, fino a quando non diede un paio di colpi con la bacchetta ad un paio di mattoni posti in modo diverso l'uno dall'altro. "Hey?" Richiamò la sua attenzione, mentre la palla di pelo rosa risaliva sulle sue spalle e con la lunga lingua, leccava alcune parti del suo viso. "Sei nel posto che cercavi?" Domandò, notando un briciolo di smarrimento nei suoi occhi.


    Edited by Adelheid - 14/8/2021, 07:59
     
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    Da quando Desmond e sua madre si erano trasferiti a londra erano cambiate tantissime cose, prima fra tutte la loro routine quotidiana. Cominciare le giornate senza la paura e l'angoscia tipica della loro vita fino a quel momento, era stupendo. Avevano iniziato finalmente a vivere e ora non rimaneva che godersi la vita e iniziare a fare ciò che volevano sul serio. Sua madre si era decisa a iscriversi a un programma di disintossicazione e tramite un dirigente del posto era riuscita a trovarsi addirittura un lavoro dignitoso. Desmond invece, spinto dalle parole di incoraggiamento della madre, aveva preso coraggio e si era, dopo fin troppo tempo, deciso ad accettare la lettera d'invito a iscriversi a Hogwarts, la scuola di magia per maghi e streghe di tutto il mondo. Di istituti magici ce n'erano svariati, sparsi un po' per tutto il globo, ma quella di Lodra si diceva fosse la più prestigiosa, non che Desmond potesse saperlo, fino a quel momento aveva sempre ignorato l'esistenza della magia e di un mondo diverso dal suo, ma ora avrebbe dovuto farci i conti e si sarebbe visto costretto ad accettare il modo repentino in cui la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Perplesso seguì le indicazioni riportate sulla lettera d'ammissione, spiegava il luogo in cui recarsi per raggiungere il passaggio celato ai babbani, per aver accesso alle strade magiche di Diagon Alley, ma una volta giunto al locale indicato dalla lettera si ritrovò a litigare con il muro che lo divideva dalla magia. La lettera spiegava sommariamente il modo per risolvere l'enigma e far spostare i mattoni necessari a creare un passaggio nel muro, ma a Desmond sarebbe servito un intero manuale su come farlo, gli sembrava tutto così strano che quando si ritrovò di fronte ai mattoni color cremesi rimase come bloccato. Fu una ragazza dai capelli scuri e dall'aspetto piacente ad aiutarlo risolvendo l'enigma al posto suo. «Mentirei se lo affermassi con certezza» Rispose alla ragazza guardandola con aria confusa. «Come hai fatto a fare... hem... quella cosa?» Gli serviva assolutamente qualcuno che gli insegnasse come accedere al vicolo magico, immaginava che ci sarebbe dovuto tornare svariate volte in futuro e scoprire come vi si poteva accedere era per lui fondamentale, dopotutto non poteva certo sperare che ad ogni sua visita ci fosse una giovane benefattrice pronta a risolvere l'enigma per lui. Rimase per qualche secondo fermo sulla soglia del passaggio, aveva quasi paura di attraversarlo, quei pochi passi avrebbero segnato l'inizio della sua nuova vita, il che significava che sarebbe cambiato tutto e nel profondo Desmond non era certo di essere pronto a stravolgere la sua vita tanto repentinamente, ma dopotutto si diceva che peggio di com'era stata fino a quel momento non poteva essere. Era ora di iniziare a vivere sul serio.
     
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    Il giovane ragazzo dagli occhi chiari guardò Heidi con aria confusa, quasi come se s'aspettasse istruzioni su cosa dire e soprattutto come dirlo. "Dove sei diretto? Magari posso aiutarti. Sei nuovo, vero? Se leggi bene, dovresti avere delle istruzioni dettagliate. La mia pergamena diceva che c'erano dei mattoni posti nel modo sbagliato, li ho messi al posto giusto e tadan! Eccoci qui." Soffiò sulla punta della bacchetta con fare scenico, come se avesse appena premuto il grilletto di una pistola da Far West e messo K.O il suo avversario.
    Teneva ancora la bacchetta tra le mani quando la sua estrema curiosità la stava quasi spingendo a sbirciare sulla pergamena che il ragazzo teneva tra le mani e anche se uno sguardo di troppo l'aveva dato, tentò di dissimulare prendendo la palla pelosa dalla spalla destra, per portarla alla sinistra. Ma il piccolo esserino aveva altri piani per se, attirato da chissà cosa, fece un lungo salto diritto sulla faccia del moro, senza che Heidi potesse fare nulla. L'impatto sembrava andare a rallentatore, la ragazza vide l'esatto momento in cui la palla si aggrappò al viso del ragazzo, facendo portare inevitabilmente le mani avanti alla bocca di Heidi, con fare stupito.

    In quei pochi minuti di amicizia con il suo nuovo cucciolo, aveva capito che fosse invadente, ma non tanto da saltare addosso al primo ragazzo che capitava. "No, no, no! Cosa fai piccoletto? Non si fa, torna immediatamente dalla tua mamma!" Maldestramente la neo mamma tentò di tirare a se la puffola, ma quella non voleva saperne a staccarsi dal viso del povero mal capitato e Heidi non poteva che sentirsi in imbarazzo per ciò che stava succedendo, tant'è che iniziava a scusarsi nella sua lingua madre. "Es tut mir Leid!" D'improvviso le venne un'idea, puntò la bacchetta sula piccola palla di pelo rosa e scagliò un locomotor per rimuoverla delicatamente dal viso. "Tutt'ok? Sei ferito? Non so cosa gli sia preso, L'ho appena adottato, devo imparare a tenerlo a bada. Credo che gli piaci, sai?" Sorrise, mentre lottava ancora con l'esserino, cercando di farlo stare fermo e buono se non in borsa, almeno sulla sua spalla. Ma quanto poteva essere difficile far stare buono una minuscola palla di pelo? Aveva fatto bene a prendere con se un cucciolo o sarebbe stato troppo impegnativo tenerlo a bada? Oltretutto tutta sola. Adesso che ci pensava, come faceva a spiegarlo alla sua coinquilina che aveva appena adottato un cucciolo senza nessun avviso? Avrebbe fatto la scelta giusta nel caso voleva cacciarla di casa, Heidi era sempre abituata a fare ciò che voleva, essendo la piccola e coccolata della famiglia. Doveva ancora abituarsi che non tutti potevano capirlo come prima. "Io sono Heidi e magari per farmi perdonare, ti offro un gelato, ti va?" Un momento, aveva abbastanza galeoni con se da acquistare due gelati? Che brutta la povertà.

    Es tut mir Leid -> Mi dispiace
     
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    «Dovrei arrivare a Diagon Alley, mi pare, credo di dover acquistare lì tutto il necessario per cominciare i miei studi magici» Quasi non ci credeva che quelle parole gli fossero appena uscite dalla bocca. "I miei studi magici" suonava ancora incredibilmente strano alle sue orecchie e non riusciva a capacitarsi che quella sarebbe presto diventata la sua realtà. «Quella è sul serio una bacchetta magica?» Interruppe sbalordito la ragazza mentre cercava di spiegargli che sulla pergamena che teneva tra le mani dovevano esserci spiegazioni dettagliate. «Devo prenderne una pure io...» Disse fra sé e sé sotto voce. «Che cazzo è questa cosa?» Un animale strano gli era appena balzato in faccia e si teneva aggrappato a lui con le sue minuscole unghiette, non facevano male, al massimo solletico, ma continuava a non capire che dimamine di creatura fosse. Davanti a lui vedeva solo pelo colorato e nonostante i suoi sforzi per levarselo dal volto non c'era verso, quel coso voleva rimanere lì. Con l'ausilio della magia, o almeno così aveva intuito Desmond, la ragazza riuscì finalmente a liberarlo dalla presa di quell'esserino e se lo riprese cercando di tenerlo a bada, seppur senza molto successo. «Pensa un po' se non gli piacevo» Sorrise cercando di alleggerire la tensione che si era creata per colpa di quell'incidente. Ora che lo vedeva da lontano non era nemmeno così orribile come animale, perché era un animale, vero? «Cos'è esattamente?» Chiese puntando il dito verso la palla di pelo. «Hum, volentieri...» Fece spallucce accettando disinvolto l'invito. Finché era offerto gli andava pure bene, quei pochi soldi che era riuscito a mettere insieme bastavano a malapena per comprarsi il necessario per iniziare l'anno, non poteva certo sprecarli per prendersi uno stupido, ma delizioso gelato. Che schifo essere poveri. «Temo dovrai fare strada tu, è già tanto se capisco da che parte si trova il nord in questo momento» Tutto troppo caotico per lui. In lontananza vedeva insegne che si muovevano da sole, libri che volavano per la via e strani utensili da pulizia che ripulivano la strada ogni qual volta che qualcuno gettava qualcosa a terra. Tutto troppo caotico.
     
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    La piccola palla di pelo non voleva saperne di entrare in borsa e forse Heidi, ne capiva il motivo. Con quel caldo, l'esserino sarebbe morto d'asfissia e quindi, lo lasciò andare sulla sua testa, sperando che non salti nuovamente sul viso di.. come aveva detto che si chiamava? Forse non l'aveva detto affatto. "Esatto! E' proprio una bacchetta magica, ma io non l'ho acquistata qui, mi sono trasferita dalla Germania. E tu? Eri già a conoscenza della magia e da dove vieni? A proposito, come hai detto di chiamarti? Mi fa strano parlare con qualcuno di cui non conosco neppure il nome." Una raffica di domande uscì dalla bocca della giovane ragazza, senza pensare di essere invadente o meno perchè lei era fatta così, sincera e persino un po' ingenua. Quando una persona le piaceva, iniziava ad essere logorroica, spaventando i più. "Esattamente? Non ne ho idea. C'era scritto puffole pigmee. Sono sicura che nel libro di cura delle creature magiche, ci sarà qualcosa al riguardo. Sembra un cricetino appena uscito dall'aria cinquantuno.." Quell'ultima frase voleva essere un pensiero, detto però ad alta voce. Chissà se al ragazzo interessava davvero tutto ciò o la stava ad ascoltare solo perchè era riuscito a farlo entrare in questo posto magico.

    Arrivati al punto, Heidi notò che non aveva abbastanza soldi con se, ma si vergognava troppo nel dirlo, optò quindi di comperare un cono gelato per lui, come promesso, ed una semplice bottiglina d'acqua per lei, in modo da dissetarsi almeno. "Che gusto preferisci: Carbone zuccherino o occhi di salamandra al pistacchio?" Guardò con espressione seria il ragazzo, aveva capito che era nuovo in tutto ciò e si divertiva a veder cambiare le espressioni in men che non si dica. Heidi scoppiò a ridere, prima di riferire i veri gusti del gelato.
    Porse il cono al ragazzo, prima che la lunga lingua della puffola potesse toccare il gelato. Non sapeva che fossero così golose o forse, il piccolo esserino aveva solo fame? "Puoi tenerlo un minuto? Mi sa che ha fame e devo cercare la scatola dei semini in borsa." La borsa era davvero molto piccola, per questo la mora faticava a cercare il suo cibo, anche se all'interno c'era uno spazio immenso, l'entrata e l'uscita limitavano i suoi movimenti.
     
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    «Hai ragione, perdonami sono Desmond e no, non avevo idea dell'esistenza della magia» Per quel che ne sapeva lui era un nato babbano e come tale non aveva mai nemmeno avuto il sospetto che la magia fosse reale, né tanto più che lui stesso fosse un mago. «Nato e cresciuto nei pressi di Londra, però ho origini francesi» Sorrise ammettendo le sue radici. Era molto fiero di avere sangue Francese, la lingua le abitudini e gli artisti Francesi lo avevano sempre affascinato, che si trattasse di pittura, musica o poesia poco importava, era tutto dannatamente superbo. «È davvero particolare» Disse allungando una mano per farsi annusare dal criceto alieno. «Dici che proviene veramente da lì?» E se gli alieni fossero in realtà sempre stati esseri magici dalle forme più disparate? Un brivido percorse la spina dorsale del ragazzo. Tutto ciò che aveva sempre creduto di sapere poteva essere spazzato via con l'entrata in scena della magia nella sua vita, era spaventoso ed eccitante al tempo stesso, ma ora le domande nella sua testa erano appena aumentate a dismisura. «Occhi di cosa?» Chiese con espressione disgustata sul volto. «Non c'è un gusto normale tipo la crema o il cioccolato?» Si grattò nervosamente il capo. Avrebbe pure potuto tentare la sorte con un gusto strambo, ma gli occhi di salamandra erano totalmente fuori questione. «Credo che proverò la liquirizia piccante e la fragola assoluta» Sembravano i gusti meno strani e quando la ragazza gli porse il cono ne assaggiò subito una cucchiaiata. La liquirizia piccante non era affatto male, era come quella normale babbana però dopo averla ingerita una sensazione calda e frizzantina prendeva possesso di tutto il palato. «Ah si certo, dammi pure» Prese l'animaletto in spalla e prima che riuscisse ad allontanare il cono gelato da lui ľesserino riuscì a darci una bella leccata. «Questa cosa è un pelo disgustosa» Si rivolse alla creatura mentre la ragazza era ancora intenta a cercare il mangime nella borsa. «Non si fa!» Scosse vistosamente l'indice davanti al suo musetto. L'animale assunse immediatamente un'espressione dispiaciuta e in quel momento Desmond si domandò seriamente se l'animale l'avesse capito sul serio. «Capiscono il nostro linguaggio?» Chiese stupito quando finalmente la ragazza tirò fuori la bustina dalla borsa. Gli porse nuovamente l'animale e dopo aver eliminato col dito la parte del gelato leccata dalla puffola, gli diede nuovamente una cucchiaiata, questa volta all'altro gusto. «Non prendi nient'altro tu?» Indicò la bottiglietta d'acqua che teneva sottobraccio. All'improvviso si ricordò di come lui facesse lo stesso quando usciva con i suoi amici e di come al momento della scelta, nel caso toccasse a lui pagare, cercasse di prendere la cosa meno costosa sul menù. «Non voglio sembrare uno cafone, ma vuoi che te ne prenda uno io? Oppure che so, possiamo condividere questo...» Propose sperando di non aver frainteso e di non star facendo una maestosa figura di merda. «Dovrei solo cambiare prima i soldi...» Non che pure lui ne avesse tanti, ma tra i risparmi della madre e i suoi cospiqui guadagni con la vendita di erba, aveva messo assieme un dignitoso gruzzoletto.
     
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