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    Due giorni. Erano passati già due giorni da quando Arya aveva lasciato Parigi e si era stabilita in un piccolo appartamento a Londra. Da quando aveva convinto sua madre a lasciarla andare ad Hogwarts, circa nove mesi fa, si era trovata un lavoretto a Parigi come cameriera in una caffetteria per poter mettere qualche soldo da parte per la partenza. Sua madre non le aveva dato molta scelta, non avevano molti soldi e inoltre quei pochi non voleva usarli per poter mandare sua figlia in una scuola di cui non era entusiasta di far frequentare. Così Arya si è rimboccata le maniche e da buona testarda che era riuscì a raggiungere il suo obiettivo.
    Ed ora eccola lì, a Londra in un appartamento tutto suo in attesa del nuovo anno scolastico che sarebbe giunto tra un mese. Aveva volutamente scelto di approdare in Gran Bretagna un mese prima dell'inizio dell'anno scolastico. Voleva prendere familiarità con i luoghi, in particolare con il Mondo della Magia. Voleva vedere Londra, era la prima volta che lasciava la Francia per trasferirsi in una nazione nuova e il suo spirito d'avventuriera aveva bisogno di esplorare quel paese che l'avrebbe ospitata per sette anni. Inoltre, nonostante sia una ragazza che sapeva badare a se stessa, era curiosa di sapere come se la sarebbe cavata senza sua madre.
    Il primo giorno Arya si era dedicata al riposo e ad una piccola visita alla Londra babbana. Il giorno successivo si decise a voler conoscere per la prima volta il Mondo della Magia approdando a Diagon Alley per aprire il suo conto alla Gringott, ma anche per farsi un'idea di com'era quel mondo che ancora stentava a credere fosse reale. Ad ogni vetrina, persona e ad ogni magia che le si parava davanti restava a bocca aperta, sembrava una bambina al parco di divertimenti anche se all'esterno quell'entusiasmo che sentiva dentro di lei riusciva a contenerlo.
    Si era innamorata di quel luogo e le sembrava incredibile che anche lei facesse parte di quel mondo, di quelle persone che si aggiravano per quelle strade con mantelli, cappelli a punta e armati di bacchetta. Decise che il giorno seguente ci sarebbe ritornata per gli acquisti scolastici, desiderava ardentemente possedere anche lei la sua bacchetta.
    Il giorno seguente sostò al Paiolo Magico per la colazione, dopo aver assaggiato qualche specialità di Londra voleva provare qualcosa di quel mondo così surreale. Le era stato consigliato il succo di zucca che accompagnò con una fetta di torta alle fragole, ma non fu di suo gradimento.
    Iniziò con i primi acquisti: libri, calderone, provette, divisa, ecc... Lasciò l'acquisto della bacchetta quasi per ultimo, avrebbe dovuto acquistare anche un animale e decise che sarebbe stato proprio il suo animale a terminare i suoi acquisti.
    Adesso doveva trovare il famoso Olivander!
    Arya era spesso soggetta a fare tutto da sola, raramente chiedeva aiuto, ed anche oggi cercò di trovare la bottega del fabbricante di bacchette da sola, ma senza successo. Si sentiva inoltre leggermente a disagio nei suoi shorts di jeans e il top corto bianco tra tutti quei maghi vestiti in modo stravagante. Mai in vita sua Arya si era sentita tanto inadeguata per il suo modo di vestire. Si sentì sollevata però nell'intravedere un ragazzo che aveva un abbigliamento "normale" e ciò significava che non avrebbe dovuto girare in quei luoghi per forza con quell'abbigliamento tipico.
    Il ragazzo era fermo ad osservare la vetrina di uno dei tanti negozi del luogo. Doveva avere all'incirca la sua età, anche se molto robusto rispetto ai suoi coetanei. Doveva di certo essere uno studente secondo la ragazza, probabilmente di qualche anno in più dato che era Arya quella in ritardo. Ciò le diede la sicurezza di avvicinarsi, si era stancata di vagare a vuoto e si era finalmente decisa a chiedere aiuto.
    Ehm... Ciao! Si avvicinò accennando un sorriso. Scusami se ti disturbo, sapresti indicarmi la direzione per Olivander per favore?! Sono nuova da questa parti e non so ancora bene come muovermi.
    Di sicuro era già un miracolo che fosse riuscita a portare a termine i precedenti acquisti senza aiuto. Ma ora le premeva solo avere la sua bacchetta.

     
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    Kisuke Urahara

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    Avevo passato più tempo del previsto a scuola, grazie anche ai quindici giorni di “addestramento” /punizione per il fatto di essere un lican. Non lo avevo di sicuro ritenuto tale, ma più un modo per conoscermi meglio, per arrivare a comprendere meglio il mio lato animale. Dovevo ringraziare la preside per questo, oltre alla psicologa ovviamente, era stata di grande aiuto. Ero così in procinto di iniziare il quinto anno, ciò voleva anche dire esami a alla fine della scuola, un ulteriore pensiero che mi sarebbe rimasto in mente per un bel po’. Avevo fatto ritorno a Godric’s Hollow, dove nonostante non avessi più nessuno, era comunque sempre una tappa importante della mia vita. Ci avevo passato si e no una settimana, prima di intraprendere un viaggio per l’Europa. Si avevo deciso di viaggiare parecchio nel tempo che avevo prima dell’inizio della scuola, almeno per una ventina di giorni sarebbe stato così. Avevo visitato diversi stati, molte città, passando si e no due giorni massimo tre nello stesso posto. Nel frattempo avevo fatto ricrescere un po’ anche i capelli, come li portavo qualche tempo prima. Fare questo viaggio mi era servito per liberare la mente da tutto ciò che era successo nell’anno scolastico, ne avevo assolutamente bisogno. C’era anche da dire che ero tornato a Londra anche un po’ abbronzato, per via di alcuni giorni passati al mare, sul finire della vacanza. Riuscivo ad abbronzarmi abbastanza velocemente senza scottarmi, un aspetto molto positivo. Avevo anche notato che la mia rabbia nell’ultimo periodo era decisamente scemata, si era calmata e non conoscevo perfettamente il reale motivo. Decisi però al mio ritorno a Londra di passare subito a fare alcuni acquisti per l’anno nuovo, così da togliermi il pensiero. Mi smaterializzai in una delle vie di Diagon Alley, immettendomi poi nell’enorme caos che prendeva sempre di mira la via principale. Come sempre la maggior parte delle persone era vestita di tutto punto, cappelli, mantelli, abiti da “mago”, a differenza mia che invece avevo un paio di jeans ed una maglietta bianca. Mi fermai in una delle varie vetrine, quella sportiva, dove vi erano gli ultimi accessori usciti per quanto riguardava il Quidditch. Ero quasi immerso nell’osservare delle nuove protezioni, quando udi le parole di una ragazza molto vicine a me. Non ero sicuro parlasse con me, mi girai comunque in sua direzione, stava effettivamente parlando con me. Ciao, figurati, nessun disturbo. Le sorrisi per farla stare a proprio agio, si vedeva che era per così dire nuova. Certo, non è molto distante da qui, ti posso tranquillamente accompagnare. Con la mano le indicai la direzione, prima di iniziare a camminare. Inizierai così il primo anno a settembre, quasi mi stavo dimenticando, sono Damon. Vedo che hai già fatto altri acquisti, hai lasciato la parte più emozionante per la fine.

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    Avvicinandosi meglio al ragazzo notò la vetrina che stava osservando. Era allestita con delle scope, delle palle diverse tra loro e accessori di vari colori con sopra nomi strani come per le squadre di calcio, basket e qualsiasi altro sport babbano. Arya sapeva bene che lo sport praticato in quel mondo si chiamava Quidditch, si era informata sulle regole e come funzionava ma era ancora un po' confusa riguardo l'argomento, d'altronde non le erano neanche mai piaciuti sport dove si rincorrevano palle.
    Merci. Rispose in francese senza rendersene conto. Il ragazzo chiamato Damon non solo le aveva indicato la strada ma si era anche gentilmente offerto di accompagnarla.
    Piacere di conoscerti Damon, sono Arya. Gli sorrise seguendolo poi verso Olivander. Preferisco sempre fare le cose più noiose all'inizio, mi libero del peso per potermi godere meglio le cose belle del dopo.
    Nessuno le aveva ancora spiegato come sarebbe avvenuto l'acquisto di una bacchetta. L'unica cosa che le era stata detta è che era la bacchetta a scegliere il mago e che ovviamente non sarebbe stato un acquisto fatto a caso, nel senso che non sarebbe stata lei a scegliere la bacchetta che esteticamente le piaceva di più, o quella che secondo lei aveva più potenziale tra tutte le altre. La bacchetta l'avrebbe scelta e lei avrebbe probabilmente avvertito quell'energia che le avrebbe legate, il potere che le poteva dare. O perlomeno se lo immaginava così.
    Era insolito, fuori dal comune, come tutta la situazione del resto, ma lei d'altronde amava le cose insolite e fuori dal comune, motivo per cui moriva dalla voglia di provare quelle sensazioni. Inoltre era curiosa di sapere quale sarebbe stata la bacchetta destinata a lei.
    Sei molto gentile ad accompagnarmi comunque. E' la prima volta che vengo a Diagon Alley... Anche a Londra a dirla tutta. Di solito giro sempre da sola ed ho un ottimo senso dell'orientamento, ma ora che sono in un'altra nazione mi sento leggermente in difficoltà.
    Di solito Arya era così introversa che probabilmente avrebbe accettato l'aiuto del ragazzo camminandole di fianco in religioso silenzio. Quel giorno non le andava di essere scontrosa e allontanare quel ragazzo. Prima di partire si era promessa che avrebbe almeno provato ad essere più amichevole con gli altri. Non lo faceva apposta, ma preferiva starsene spesso per i fatti suoi, soprattutto poi se doveva stare in compagnia di persone che lei non gradiva. Al momento però non era il caso di Damon.
    Sei uno studente anche tu? Magari chissà avrebbe potuto guidarla anche all'interno del castello dato che aveva letto fosse molto grande.
    Ma è vero che per smistarti in una delle quattro case ti mettono uno strano cappello parlante sulla testa e a decidere la casa giusta per te sarà lui?! Chiese stranita e incuriosita. Le sembrava una cosa tanto assurda. Un cappello che riusciva ad entrare dentro la testa degli studenti e cogliere la loro personalità. La francese pensava che a farlo fossero i professori. Ma tra l'altro aveva sentito quella storia da un vecchio mago un po' su di giri al Paiolo Magico l'altra sera, quindi per quanto ne sapeva poteva anche essere una storia inventata.

     
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    Quello che stava per iniziare sarebbe di sicuro stato un anno importante, anche perché sapevo bene che al quinto vi era l’esame finale, prima di iniziare gli ultimi due anni di scuola. Certo cercavo di pensarci il meno possibile, soprattutto ora che era ancora estate e volevo godermi gli ultimi sprazzi di tempo libero, prima di immergermi nella scuola. La ragazza che avevo appena incontrato o meglio lei aveva incontrato me, dal ringraziamento che mi fece, doveva probabilmente provenire dalla Francia. Non capitava spesso di sentirsi dire grazie in francese, quindi il primo pensiero che feci fu proprio quello di pensarla come una ragazza proveniente da quello stavo. Contando anche che non avevamo parlato neanche troppo e non conoscevo nulla di lei, a parte forse il fatto che volendo andare da Olivander probabilmente era una futura studentessa di Hogwarts. Il piacere è mio Arya. Sorrido mentre proseguiamo verso la direzione che ci avrebbe portato al negozio. È sempre la scelta migliore, così da togliersi tutto e subito e godersi il resto. Solitamente faccio anche io così. Sicuramente la scelta della bacchetta sarebbe stato un bel momento per lei, particolare si può dire, un po’ come lo è per tutti. Ricordavo ancora quando anni prima mi ero ritrovato nella sua stessa situazione, avevo provato tre bacchette prima di trovare la mia e qualche guaio l’avevo combinato. Rido leggermente mentre proseguiamo. Figurati, come stavamo dicendo mi sono già tolto le cose noiose da fare, quindi posso godermi la giornata. Faccio una breve pausa, prima di riprendere a parlare. Ci vuole solo tempo per abituarsi, poi tutto verrà molto più semplice. Ero totalmente tranquillo mentre conversavo con lei, aspetto che un po’ mi sorprendeva dopo gli ultimi mesi, che erano stati tutto tranne appunto tranquilli e monotoni. Si, inizierò a settembre il quinto anno. Per te sarà il primo immagino. Quando aveva utilizzato “anche tu” era chiaro che lei fosse una studentessa che doveva iniziare ad Hogwarts quest’anno. Se avrai bisogno a scuola ti farò da guida, mi troverai nella casata dei grifondoro. Tanto non doveva mica essere un segreto e poi essendo tra maghi e streghe si poteva liberamente parlare senza doversi censurare. Non molto lontano ecco spuntare l’insegna di Olivander, prima di sentire la domanda che mi stava ponendo. Si è vero, solitamente per decidere tende a fare il solletico, per vedere la reazione che ogni studente ha. Faccio una piccola pausa per vedere come la prende. Sto scherzando, ma si il cappello parlante legge nella mente di ogni studente e decide la casata, anche se la maggior parte delle volte segue ciò che desidera lo studente che sta esaminando. Faccio una piccola risata prima di iniziare a parlare, tornando poi serio. Hai un’idea della casata in cui vorresti andare? Le chiedo semplicemente, poco prima di arrivare davanti al negozio di bacchette. Eccoci arrivati. Le apro la porta per farla entrare, così da farlo poi dopo di lei, richiudendola alle spalle. Un uomo apparve dietro il bancone, osservando sia me che Arya. Benvenuti. Siete qui per la vostra bacchetta? Fatevi pure avanti. Esordì così l’uomo prima di attendere la prima persona che si sarebbe avvicinata. Sono a posto grazie.

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    Ah sicuro! Io sono poi una che si adatta in fretta. Era poco preoccupata per quello in effetti. Fortunatamente sua madre involontariamente le aveva insegnato a sapersela cavare da sola, e ciò aveva sviluppato in Arya uno spirito di adattamento in qualunque cosa lei facesse. Certo non aveva mai vissuto l'esperienza dell'andare a vivere da sola all'estero, ma grazie alla sua smisurata forza di volontà sapeva che ben presto si sarebbe abituata.
    Quinto anno... Mi è andata di lusso allora. Saprò chi disturbare se nel caso mi servisse. Le disse sarcastica. Non l'avrebbe mai fatto probabilmente, era raro che chiedesse aiuto.
    Lo guardò stranita quando le disse che il cappello ad un certo punto faceva il solletico agli studenti per vedere il modo in cui reagivano. Va bene che quel mondo era surreale, ma quello era strano perfino per loro. Non ci avrei creduto nemmeno se l'avessi visto con i miei stessi occhi. Ridacchiò anch'essa per poi ascoltare ciò che il suo accompagnatore le disse riguardo al cappello. Grifondoro... Sei un ragazzo coraggioso dunque. In realtà non ho una vera e propria preferenza, ma sono molto curiosa di sapere dove sarò collocata. Mi sono informata sulle quattro case e le caratteristiche richieste da esse. Diciamo che se devo autovalutarmi penso che la mia personalità sia più incline a Serpeverde o Grifondoro. Anche se aveva sentito dire che i verde-argento non avevano una buona reputazione, ma lei di solito non badava ai pregiudizi e quindi se sarebbe mai finita tra i Serpeverde avrebbe accettato tranquillamente la cosa. Sapeva quanto valeva e sapeva di essere una brava persona, nonostante il suo carattere un po' freddo e distaccato. Beh può darsi allora che ci ritroveremo ad essere anche compagni di casata. Le probabilità che la francese finisse a Grifondoro erano ugualmente molto alte. Aveva tante caratteristiche di quella casa, quale il coraggio, l'onestà, la lealtà e la testa dura.
    I due ragazzi giunsero finalmente davanti alla bottega del fabbricante di bacchette. Un uomo accolse i due ragazzi una volta varcata la soglia offrendo loro il suo aiuto. Sono io che devo acquistare la bacchetta. Fece un passo avanti verso il bancone. L'uomo la guardò e le chiese di attendere. Nell'attesa si voltò prima verso il Grifondoro, gli sorrise per poi esplorare quel luogo con gli occhi. Il negozio era pieno di bacchette ovunque volgesse lo sguardo. Si chiedeva su quale di quei ripiani si trovasse la sua.
    L'uomo tornò dopo con un bel po' di scatole tra le braccia all'interno dei quali si trovavano delle bacchette. Va bene, eccoci qua. Allora... Legno di Pino, nove pollici e crine di unicorno. Provi questa... Iniziava ad essere nervosa. Afferrò la bacchetta che gli porse l'uomo. Si sentiva un po' smarrita, come faceva a provarla? Non conosceva alcun incantesimo. Provò ad agitarla, nonostante non avesse avvertito nulla appena le fu consegnata tra le mani, ottenendo come risultato un paio di bacchette che dagli scaffali volarono via cascando rumorosamente sul pavimento. Scusi. Credo che non sia quella adatta a me.
    Dopo aver provato più o meno cinque bacchette alla fine le venne consegnata una bacchetta fabbricata con legno di betulla, di dieci pollici e il nucleo contenente un capello di Veela. Appena l'ebbe tra le mani Arya avvertì subito che quella era la sua bacchetta. Sentì una forte connessione con essa, una specie di legame che con altre non aveva sentito. Sentì il potere che era sopito dentro di lei e che quella bacchetta l'avrebbe aiutata a controllare. Ora conosceva finalmente la sensazione, ora stava realizzando che tutto ciò era reale, si sentiva una strega. Non ho bisogno di provarla, è questa la mia bacchetta. Disse decisa al venditore. Pagò e uscì dalla bottega in compagnia del Grifondoro.
    Dunque i miei acquisti sono finiti. Grazie ancora per avermi accompagnata. In quel momento era così eccitata di provare la sua bacchetta, di poter scoprire cosa insieme ad essa avrebbe potuto fare. Ma non poteva. Era ancora minorenne e inoltre non conosceva alcun incantesimo. D'altro canto non avrebbe voluto congedare così presto quel ragazzo. Stranamente trovava piacevole la sua compagnia. Così azzardò una proposta. Hai da fare per caso? Ti va di farmi fare un tour del posto?! E magari se sei maggiorenne potresti anche mostrarmi come usare il mio nuovo acquisto. Arya amava avere il controllo e il potere, voleva vedere con i propri occhi cosa avrebbe imparato in quella scuola. Anche se al momento doveva limitarsi a guardare, voleva in qualche modo già un assaggio di quello che avrebbe imparato.

     
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    Kisuke Urahara

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    Allora non sarà particolarmente difficile. Avere uno spirito di adattamento forte ti portava ad abituarti alle situazioni molto più velocemente di altri, che dovevano faticare molto di più per raggiungere il medesimo risultato. Capivo quello che stava dicendo, anche perché lei era venuta in Inghilterra per andare ad Hogwarts e studiare, io dal canto mio in passato avevo proprio abbandonato i miei genitori dopo la scoperta di essere un Lycan e avevo testato su di me come il mio spirito di adattamento fosse forte e determinato. Quindi dovrei prenderlo come un dispiacere oppure come un piacere, una possibile visita. Avevo capito il suo tono sarcastico ed avevo deciso di rispondere con la medesima moneta, nel mentre che ci avvicinavamo sempre più al negozio. La sua espressione si fa stranita quando le dico che il cappello parlante fa il solletico per vedere la reazione degli studenti che si sottopongono allo smistamento. Oh non sai quanto sarebbe stato divertente se invece te lo trovavi davanti al momento della scelta. Rido leggermente, perché si, sarebbe stata sicuramente una bellissima scena da osservare come spettatore non pagante. Quando le chiesi se aveva una casata che preferiva o meglio dove preferiva andare, perché si sapeva che il cappello parlante teneva conto anche della volontà dello studente al momento di scegliere, optò per due. Grifondoro e Serpeverde, proprio le casate agli opposti, ma era anche vero che avevo conoscenze anche in quella casata. Negli ultimi anni sicuramente gli elementi finiti in quella bettola nei sotterranei non poteva dirsi di alto valore morale o comportamentale, ma capiamoci, stiamo sempre parlando dei serpentelli della scuola, amano strisciare. Sarà un enorme piacere averti come concasata nel caso. Sorrisi, mentre ormai la nostra meta era stata raggiunta. Entriamo, iniziando così i convenevoli, dopodiché mi misi ad osservare come Arya si destreggiava nella scelta della bacchetta ed un po’ era sempre divertente da vedere, soprattutto quando la bacchetta era quella sbagliata. Dopo aver provato cinque bacchette eccone arrivare una che nella sua mano sembrava o meglio era diversa dalle altre, quella era la sua, era stata scelta. Salutai così il negoziante, uscendo dalla porta e tornando sulla caotica via principale di Diagon Alley. Figurati, è stato un piacere, in più non ti avrei conosciuta se non prima di iniziare scuola. Affermai veramente convinto di quello che stavo dicendo. Sembrava che ormai le nostre strade si dovevano dividere, almeno fino a quando la scuola non sarebbe ripresa ed allora l’avrei incontrata nuovamente. Poi all’improvviso ecco arrivare una proposta che non mi sarei aspettato ma che allo stesso tempo mi fece molto piacere. Al momento nulla che non può aspettare. Risposi subito, prendendo poi nuovamente parola per rispondere all’altra domanda. Si, con molto piacere, ci sono veramente molti negozi che potrebbero tornarti utile. Ti sei già documentata su qualche incantesimo in particolare o lasci la scelta a me? Ci rimettiamo così nuovamente a camminare, prendendo la direzione da cui poco prima stavamo arrivando, in pratica andavamo incontro alla banca dei maghi. Come avrai notato prima quando ci siamo conosciuti ed incontrati ero davanti alla vetrina degli articoli sportivi, li puoi trovare tutto ciò che potrebbe servirti per imparare a volare su una scopa, oltre al materiale per gareggiare nello sport dei maghi, il Quidditch. Ne hai già sentito parlare? Dato che molte cose le sembravano nuove, ero curioso di sapere cosa sapeva realmente del mondo magico e cosa invece doveva ancora apprendere.

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    E avresti rivolto la parola ad una ragazza del primo anno?! Disse ancora una volta sarcastica. Di solito in alcuni licei babbani funzionava in quel modo, ragazzi degli anni superiori che ignoravano quelli del primo anno, probabilmente per alimentare il loro inutile ego. Ma Arya sapeva che non in tutte le scuole funzionava così.
    Il ragazzo accettò di accompagnare la francese ad esplorare Diagon Alley. La giovane strega si soffermò per un attimo sulle parole del giovane, probabilmente aveva ancora delle commissioni da fare anche se non molto importanti, tuttavia in seguito sembrò entusiasta anch'esso di accompagnarla e quindi ignorò i pensieri precedenti riflettendo sulla domanda del Grifondoro. Incantesimi di attacco e difesa... Arya era particolarmente ossessionata dall'idea di dover apprendere più cose possibili per essere in grado di difendersi, per non mostrarsi vulnerabile in qualsiasi ambito. Non sopportava l'idea che gli altri la considerassero una persona debole, che scambiassero la sua introversione per fragilità. Ma questo Damon non doveva saperlo. Mi affascinano i duelli. Si affrettò a dire. Inoltre mi incuriosisce l'incanto Patronus. Trovo interessante l'idea che assuma delle forme diverse per ciascuno di noi. Chiedendosi sempre tra l'altro quale forma avrebbe assunto il suo. Ma lo avrebbe probabilmente scoperto più avanti.
    Seguì il Grifondoro per le vie di Diagon Alley ritornando di nuovo sulla strada in cui i due ragazzi si erano conosciuti passando accanto alla banca dei maghi, la Gringott, luogo in cui Arya era già stata il giorno precedente per aprire il suo conto. Per fortuna gli acquisti erano particolarmente leggeri, aveva acquistato i libri sempre il giorno precedete quindi non si era caricata di un peso eccessivo quel giorno, o non avrebbe mai proposto quel tour.
    Si percepisce vero che sono cresciuta tra i babbani?! Era totalmente inesperta e ignorante sull'argomento, e non perchè fosse il suo primo anno, ma perchè era la prima volta che aveva a che fare con la magia. Probabilmente ad Hogwarts sarebbe stata una dei pochi che partiva praticamente da zero. Ma in fondo non poteva incolpare nessuno, neanche sua madre sapeva della natura della figlia, ne dell'uomo con la quale l'aveva concepita. Non avrebbe potuto mostrarle un mondo che non apparteneva ad essa, quello doveva essere il compito di suo padre, ma neanche il compito di padre stesso era stato in grado di svolgere con la francese. Sì ne ho sentito parlare, ma ci ho capito poco e niente. Magari se assisto ad una partita capirò meglio le regole del gioco Non che la interessasse, gli sport in cui si giocava con la palla avevano sempre annoiato Arya, ma magari cavalcando una scopa avrebbe cambiato idea almeno con il Quidditch. Te giochi? A Quidditch intendo. Se si era soffermato a guardare quella vetrina non voleva necessariamente dire che lo praticasse.
    Mentre continuavano a passeggiare Arya intravide uno strano negozio. Era allegro, decorato con colori vivaci e gioiosi e le vetrine erano allestite da strani oggetti che ad un certo punto esplodevano, ed altre da altri oggetti che avevano altri effetti. Incuriosita si fermò senza avvertire il Grifondoro alzando il capo verso l'insegna per leggere. I Tiri Vispi Weasley. Che cosa vendono? Chiese a Damon voltandosi poi verso di lui. Era la prima volta che passava da quelle parti, non passava inosservato, quindi un negozio del genere se lo sarebbe ricordato. Non avevo letto inoltre di quel posto, si era documentata poco sui posti di Diagon Alley in realtà, fatta eccezione per quelli che le servivano per comprare il materiale scolastico. Entriamo? chiese poi incuriosita al Grifondoro.

     
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    Scoprirai che non faccio tutte queste selezioni. Risposi ridendo leggermente, in quanto avevo capito il modo sarcastico con cui l’aveva domandato. Quale differenza ci dovrebbe essere tra una ragazza del primo anno ed una del quinto o sesto? Chiesi leggermente incuriosito così da scoprire forse cosa stava pensando di uno studente del quinto anno che poteva conoscere una ragazza solamente del primo. Vedere Diagon Alley per la prima volta era di sicuro entusiasmante e divertente, anche perché vi erano dei negozi alquanto particolari. Per quanto riguardava invece la sua richiesta di imparare qualche incantesimo, le avevo chiesto se aveva qualche idea in merito. Fu generica nella risposta, definendo solamente attacco e difesa come incanti, quindi c’erano veramente molti incantesimi che potevano essere appresi, ma era chiaro che essendo al primo anno conveniva partire da quelli più semplici. Ottimo. Risposi sorridendo, mentre ormai avanzavamo per la via principale. Sono veramente molto avvincenti ed a scuola avrai modo di testarlo sulla pelle. Non mancavano mai i duelli ad Hogwarts, vuoi per una scaramuccia, vuoi proprio per imparare a duellare bene. Per l Incanto patronus, quello è sicuramente tutto un altro discorso, ci vorrà un professore per impararlo, anche perché ci voglio determinati requisiti ed oggetti per allenarsi. Ci mettemmo la Gringott alle spalle, mentre camminavamo in direzione dei negozi più elettrizzanti. Non c’è nulla di male nell’essere cresciuta tra i babbani, puoi essere molto più talentuosa di altri che la magia la vedono da quando sono in fasce. Non avevo mai fatto distinzioni tra babbani, mezzosangue, purosangue, le persone le volevo conoscere per com’erano dentro. Anche perché io già di mio ero abbastanza particolare, se vogliamo far passare il termine, da non poter giudicare gli altri. Sono sicuro che a scuola ne avrai l’occasione, tra la coppa delle case e gli allenamenti non mancheranno le occasioni per poter vedere di persona come si gioca a Quidditch. Mi faceva sempre piacere parlare di uno sport che francamente amavo, lo trovavo elettrizzante e liberatorio al tempo stesso. Si, con questo inizio dell’anno scolastico alle porte se vengo riconfermato in squadra sarà il quinto di fila. Passammo così il negozio sportivo, arrivando a quello che maggiormente caratterizzava quell’angolo di Diagon Alley. Mi fermai qualche passo dopo di Arya che di blocco aveva posato il suo sguardo sull’entrata dei Tiri vispi Wesley. Diciamo che se vuoi fare uno scherzo e farti due risate, questo è il luogo migliore. Le risposi, capendo che l’aveva incuriosita molto l’insegna, ma ancora non sapeva cosa si celava all’interno. Certo. Le dissi, mentre aprivo la porta per farla entrare. Si sarebbe trovava davanti di tutto e di più, perché questo negozio inventava ogni giorno uno scherzo o giocattolo diverso. Ci sono caramelle che fanno venire il prurito, quelle che ti fanno patire il solletico, quelle che ti fanno rotolare o ballare per un bel po’. Hanno anche fuochi d’artificio magici, pozioni alquanto discutibili per rallegrare una giornata. Feci una breve pausa prima di riprendere a parlare. Diciamo che se tu pensi ad uno scherzo, loro lo hanno già pensato e realizzato. Si tratta di un negozio che difficilmente troverai da altre parti. Conclusi, lasciandole il tempo di guardarsi attorno e vedere tutto ciò che la circondava.

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    A parte la differenza di età, l'esperienza e l'apprendimento scolastico? Per me nessuno. Che poi la ragazza era solita ad escludersi da sola, che la escludessero gli altri non la toccava minimamente. Non so se hai mai frequentato un liceo babbano. Ma di solito capita che i ragazzi snobbino, quelli del primo anno perchè si sentono superiori ai più piccoli inesperti. E Arya ne aveva difesi al liceo ragazzini del primo anno presi di mira da alcuni stupidi suoi compagni di classe. Quando invece al primo anno c'era lei, problemi del genere non ne aveva avuti. Al contrario, i ragazzi ci provavano con lei e forse per questo qualche disguido lo aveva avuto con le ragazze, ma ha sempre saputo difendersi da sola, anche con i ragazzi snobbandoli, escludendosi da loro veniva lasciata in pace.
    Ascoltò interessata il discorso sugli incantesimi, in particolare sull'incanto Patronus. Aveva letto che fosse un incantesimo molto difficile, con l'inesperienza che aveva non pretendeva di certo di impararlo al primo anno, non era neanche sicura che ad Hogwarts lo insegnassero in realtà. Oh lo so, ho letto che non è semplice imparare ad usarlo, soprattutto adesso che non sono neanche in grado di accendere la luce con un Lumos... Disse ironica. Ma sono molto testarda e detesto perdere, quindi sono determinata a diventare più talentuosa di coloro che hanno vissuto la magia sin dall'infanzia. Disse la francese ricollegandosi al discorso del giovane ragazzo sui ragazzi cresciuti tra i babbani.
    Il discorso del Quidditch fu poi interrotto alla vista del negozio di scherzi di cui Arya non aveva mai sentito parlare, ma ascoltò attentamente Damon mentre le diceva di cosa si occupassero. Non era brava a fare gli scherzi, ma se doveva parteciparvi nel farlo a qualcuno accettava con entusiasmo. Magari potrei tornarci a Natale. Sarebbe divertente vedere i miei fratelli ballare in modo strano al pranzo di Natale. O magari il loro stupido padre, dato che di solito preferiva umiliare gli altri e detestava umiliare se stesso. Anche se la francese trovava che si umiliasse comunque da solo.
    Una volta entrata si guardava intorno curiosa, soffermandosi di tanto in tanto sugli strani oggetti esposti in quel negozio. Era un posto molto allegro, cosa che ad Arya piaceva. Diciamo che se mai avesse avuto una giornata negativa quel posto poteva avere il potere di migliorarla. Ti permettono di far entrare queste cose ad Hogwarts? chiese incuriosita leggendo la descrizione di alcune piume che a quanto pare avevano il potere di correggere gli errori. Forse quelle potevano servirle.
    In che ruolo giochi a Quidditich? Riprese il discorso, mentre continuava a guardarsi intorno. I ruoli almeno li conosco, anche se solo i nomi. Continuò voltandosi verso il ragazzo per poi concentrarsi su una qualche strana polvere nera presente sugli scaffali, chiedendosi a cosa potesse servire.
    Oh cavolo! Esclamò guardandosi d'istino l'orologio sul polso. Avevo dimenticato. Oggi arriva la ragazza con la quale devo dividere l'appartamento e dovrebbe arrivare tra un'ora. Non si era resa conto del tempo passato, pensava che avesse a disposizione ancora un paio di ore prima dell'arrivo della sua coinquilina. L'idea non mi entusiasma ma devo andare. Devo nascondere gli acquisti dato che è una babbana. Doveva nascondere ogni traccia riconducibile ad Hogwarts o poteva pure dire addio definitivamente al castello e alla sua nuova bacchetta. E' stato divertente e grazie di tutto. Ci si vede ad Hogwarts allora. Gli sorrise prima di allontanarsi dal ragazzo e uscire dal negozio.
     
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