pique-niqueRose & Maxim

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    Un raggio di sole sfugge dalle tende gialle che oscurano la nostra camera costringendomi ad aprire un occhio assonnato. Afferro l’orologio sul comodino e realizzo di aver dormito quasi dodici ore, decisamente un record considerata la media di cinque a notte causa preparazione delle prove finali. Mi stropiccio pigramente la faccia passandomi le nocche sulle palpebre chiuse e prorompo in un sonoro sbadiglio. Rose sta ancora dormendo, reduce come me da un’intensa settimana di studio notturno. Sono indecisa se svegliarla con delicatezza oppure con la mia solita irruenza, fiondandomi nel suo letto e cominciando a farle il solletico. Opto, chiaramente, per la seconda, sgusciando in silenzio da sotto le coperte e dirigendomi a passo felpato verso il suo letto. Liam sonnecchia beato facendo vibrare le vibrisse ad ogni respiro, così lo afferro facendo attenzione a non svegliarlo e lo poso ai piedi del mio, accanto a Matisse. Svegliaaaaa! Grido allungando le mani sotto le coperte e cominciando a farle solletico alla base del collo. È quasi mezzogiorno signorina, le sembra il caso di stare ancora a letto? Scherzo, interrompendo per un istante la tortura e sedendomi a gambe incrociate di fianco a lei. Abbiamo un appuntamento tra mezz’ora esatta, era proprio necessario svegliarti o rischiavi di doverti presentare in pigiama! Rimango al suo fianco qualche altro istante, giusto per assicurarmi che non si volti dall’altra parte e non riprenda a dormire, per poi scendere dal letto con un piccolo saltello e dirigermi verso la doccia. Resisto stoicamente sotto il getto ghiacciato, consapevole che quello sia l’unico modo veramente efficace per svegliarmi del tutto. Mi avvolgo un asciugamano intorno al petto e con i capelli gocciolanti torno in camera per assicurarmi che Rose si sia effettivamente alzata. Secondo me sono cresciuta di un paio di centimetri, che ne dici? Faccio alla ragazza rimirandomi al lungo specchio alla parete. Speravo di non superare il metro e settanta, ma pare che il mio corpo non abbia intenzione di arrestare la crescita. Mi infilo la prima maglietta che spunta dall’armadio e la abbino ad un paio di shorts di jeans, fermamente intenzionata a colorare un po’ le mie gambe pallide. Maxim mi ha detto che ci aspetta vicino al recinto delle creature e che avrebbe pensato lui al cibo! Il biondo tassorosso conosciuto qualche giorno prima mi aveva rivelato avere origini italiane, quindi sono sicura che ciò che infilerà nel paniere da pin nic sarà indubbiamente prelibato. Appena anche Rose è lavata e vestita ci dirigiamo a passo svelto verso il cortile, rallegrandoci di non essere in ritardo, almeno questa volta. La ragazza sa che non sono la persona più puntuale dell’universo, ma stavolta mi sono impegnata, preparandomi in un lampo e rispettando l’orario concordato con Maxim. Il ragazzo non è ancora arrivato così mi sdraio sul prato e invito Rose a stendersi accanto a me. Chissà che non prendiamo un po' di sole, sembriamo due fantasmini!
     
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    ✧Tassorosso - I Anno✧

    Ero distrutta. Non ne potevo più di tutto quello studio, le mie occhiaie confermavano la stanchezza e, ogni tanto, stavo saltando il pranzo per la prima volta per colpa dei compiti e dei ripassi. Quando sentì il solletico alla base del collo, mi svegliai e mi voltai di scatto verso il soggetto. Vidi Amy sopra di me intenta a svegliarmi Amyyy! Cosa diamine fai. Smettila! dissi fra una risata e l’altra. Cosa aveva appena detto? Mezzogiorno? Cosaaa! Oddio… ho dormito troppo! La vidi correre in bagno e io nel mentre mi alzai e preparai i miei vestiti. Diedi la pappa a Matisse, Liam e ad Etto e nel mentre vidi uscire Amy.
    Entrai io e mi feci una bella doccia. Uscì e mi vestì in fretta senza badare molto a cosa stavo indossando. I capelli non del tutto asciutti e cercavo di ascoltare quello che diceva la mia compagna di stanza.
    Si si, ho capito sono pronta. Presi la tracolla ed una scatola di latta e insieme ad Amy uscimmo dal dormitorio e andammo verso i recinti.
    Che bella giornata vero? chiesi fissando il cielo.
    Vidi Amy stendersi sul prato ma io non lo feci. Mi sedetti ed appoggiai le mani a terra per poter ammirare meglio il cielo. Beh se non mi brucia è meglio! Ero sempre stata delicata con il sole ma dovevo ammettere che era bello e molto rilassante. Gli uccellini cinguettavano accompagnando quella bellissima giornata. Bene non ci resta che attendere !! dissi sorridendo. Ci voleva un po’ di relax dopo tanto studio. Spero di andare bene nelle prove o sarò nei pasticci! dissi leggermente preoccupata. Mi rimisi seduta più comoda battendo le mani per togliere qualche filo di erba attaccato e mi misi a fissare un punto indefinito portando le ginocchia verso il petto, tenendole con le braccia, ed appoggiandoci sopra il mento. Arrivano le vacanze eh? Il tono non era molto allegro e l’espressione era pensierosa. L’aria fece muovere delicatamente alcuni ciuffi di capelli che si erano ben posizionati davanti al mio viso. I miei occhi erano, per il momento, color nocciola scuro.


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    Il giallonero era particolarmente felice in quella giornata: sebbene si concretizzava sempre di più la preoccupazione di rimanere al primo anno di studi - faccenda attorno alla quale aveva discusso animatamente con sua madre - d'altra parte l'invito di Amy gli avevano dato fiducia ed autostima a proposito delle sue capacità di relazione interpersonale. Infatti, era quanto mai palese che si stava creando degli amici e dei nemici: all'interno della casata permanevano rapporti basati sull'armonia, come ad esempio con Niels o con Amy. Quest'ultima per l'appunto gli aveva proposto un pic-nic nei pressi dei recinti delle creature: sarebbe stata un'ottima occasione per vedere qualche adorato esemplare della fauna del castello. Si era quindi proposto di buon grado di occuparsi delle cibarie: voleva cercare, con l'aiuto degli elfi domestici che armeggiavano con le cucine, di presentare alla compagna di studi e alla sua amica una serie di piatti tipici, naturalmente e tipicamente italiani. Avanzava con una tovaglia e un cesto di vimini che gli aveva fornito Copsy, un elfo molto premuroso e simpatico che aveva seguito le sue istruzioni alla perfezione. Torta salata alle verdure e caciotta e tagliatelle al ragù, poste in un contenitore termico. Nel cesto, poi, erano presenti piatti e posate.
    Vide da lontano le sue compagne di studi e, nella sua divisa Tassorosso, alzò una mano fin da lontano in segno di saluto.
    Avvicinatosi nel loro raggio uditivo, passò ai convenevoli di rito. Salut, Amy! disse con affetto e spontaneamente, facendo trasparire una dolcezza di fondo dai suoi occhi celesti. Un bel sorriso stava mostrando, sincero e genuino. Si affrettò a guardare la terza della combriccola e allungò prontamente la mano. Anche lei era una concasata, l'aveva vista diverse volte in sala comune e nelle lezioni. Tu invesce sei Rose, giusto? Io mi chiamo Maximilien, ma... puoi chiamarmi pure Maxim!
    Dopo la stretta di mano (sempre se Rose avesse voluto stringergliela), il franco-italiano dispose sull'erba la tovaglia e vi depose il cesto. Vi si sedette e esortò le altre due a fare altrettanto. Ho preparato ce matin queste cose buone con l'aiuto degli elfi... spiegò riempiendo i piatti con un po' di tagliatelle al ragù fumanti. Li allungò alle due, unitamente alla forchetta e ad un cucchiaio: Tagliatelle italiane... Ditemi cosa ne pensate. Ah, vo...volete del succo di zucca?
     
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    Lascio che i raggi di quel sole quasi estivo mi avvolgano con il loro calore. Ben decisa a dire addio il colorito da fantasma che mi ha accompagnato nei mesi invernali sollevo la maglietta e, una volta arrotolata, la infilo sotto al reggiseno, in modo da lasciarmi scoperta la pancia. Amo l’estate, mi basta stendermi su un prato o sulla spiaggia per essere subito serena e in pace col mondo. Rose si siede accanto a me e il tono con cui menziona le vacanze estive mi sembra tutto fuorchè allegro. Non ho mai insistito per chiederle qualche informazione in più sulla sua situazione familiare, mi aveva accennato di avere un padre piuttosto severo e che fu addirittura la causa della sua rottura con Damon, ma senza entrare nei dettagli. Dedussi che ci fosse altro, ma preferii che fosse Rose stessa a parlarmene, dopotutto è pur sempre una faccenda molto delicata. Colgo così l’occasione per farle una proposta, che mi nasce spontaneamente, senza che vi avessi mai realmente riflettuto. “Dovremmo fare un viaggio, io te e Kyky. Che ne dici?” La mia stessa idea mi galvanizza, così sollevo il busto e guardo gli occhi nocciola di Rose con entusiasmo. “Dai sarebbe fantastico! Potremmo chiedere a qualcuno di crearci una passaporta, in caso smaterializzarci sia troppo complicato, e poi possiamo andare dove ci pare! Ho sempre voluto visitare il Sud America o l’Alaska!” Lascio che la ragazza rifletta sulla mia proposta mentre scorgo il profilo del nostro concasato tra gli alberi alle nostre spalle. “Ciao Maxim! Sono contenta che ti sia unito a noi” Mi alzo in piedi per accoglierlo e gli do un bacio sulla guancia in segno di saluto “è così che si fa en France, giusto?” Ricordo mio nonno raccontarci quanto gli italiani e i francesi siano espansivi. Essendo Maxim un perfetto mix di Italia e Francia immagino sia solito salutare così gli amici. “Favoloso! Hai davvero cucinato tutto tu?” Mi complimento, mentre il ragazzo estrae dal cesto di vimini un piatto dopo l’altro. Per fortuna ha pensato lui al cibo, fosse toccato a me avremmo mangiato tramezzini con pomodoro e tonno, probabilmente. In cucina sono un disastro, né mi piace particolarmente applicarmi, nonostante sia indubbiamente una buona forchetta. “Tagliatelle e succo di zucca?” gli faccio, con un’espressione visibilmente contrariata, seppur sempre scherzosa. “Naaa! Questo ci sta decisamente meglio!” ammicco a Rose ed estraggo dalla mia borsa una bottiglia di vino rosso italiano che ho rubato il giorno prima dalle cucine. La stappo con facilità, seguendo con lo sguardo la traiettoria di quel piccolo proiettile in sughero, e lo verso nei bicchieri dei miei due concasati. “Propongo un brindisi” affermo, levando in aria il mio calice “alla fine delle lezioni e alla libertà che ci attende!” vuoto il contenuto del mio in un sol sorso e osservo i due ragazzi, sperando non lascino solo me a bere.
     
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    ✧Tassorosso - I Anno✧

    Amy era a suo agio ed addirittura scoprì la sua pancia per prendere il sole. Le sorrisi dolcemente mentre mi misi in ascolto della sua proposto. La vidi alzarsi dal prato e la fissai come se avessi visto un fantasma. La lasciai continuare e nel vedere il suo entusiasmo non riuscì a non sorriderle di rimando. Piacerebbe anche a me visitare dei posti e mi piacerebbe tornare in Irlanda... Il tono era leggermente malinconico. Non sapevo cosa dirle, ero certa che mio padre non avrebbe mai accettato una cosa simile. Avrei potuto provare a chiedere, ma la reazione che "Lui" avrebbe avuto non sarebbe risultata positiva. Avrebbe benissimo potuto chiudermi in una stanza con incantesimi, oppure avrebbe… non sapevo cosa pensare. Ritornai alla realtà e guardai negli occhi Amy Si potrebbe… Sarebbe fantastico. Come dire di no a quel faccino pieno di gioia e con tutto l’entusiasmo che aveva. Non me la sentì di deluderla o di smorzare la sua felicità. Se fosse successo avrei trovato una soluzione.
    Ecco che vidi Amy salutare il tassorosso che avanzava verso di noi. Lei si alzò e diede un bacio sulla guancia al ragazzo, mentre io restai seduta composta al mio posto.
    Sorrisi al Tassorosso che si avvicinò porgendomi la mano che strinsi delicatamente alzandomi anche io da terra Oh! Ciao Maxim! Si Rose, precisamente. dissi con aria dolce ma leggermente a disagio. Mi succedeva spesso quando stavo per conoscere oppure stavo per approfondire una conoscenza.
    Lo vidi sistemare la tovaglia e mi avvicinai per aiutarlo prendendo l’altro lembo ed appoggiandolo a terra. Mi accomodai su di essa dopo che lui ci fece segno Grazie! risposi educatamente- Rimasi sbalordita dai piatti che venivano fuori dal cestino e sgranai gli occhi. Accidenti? Quanto cibo… era davvero tanto ma non aggiunsi altro. Mi girai di lato e avvicinai a noi la mia tracolla con la scatola di latta che era al suo fianco Al dolce ’ho pensato io con dei Muffin, fatti da me! Spero non ti dispiaccia Maxim. dissi mentre vidi Amy rispondere al succo di zucca con del vino. Le sorrisi ed aggiunsi Non ho mai bevuto del vino tantomeno Italiano. Assaggiamo! Amy versava il liquido coloro rosso intenso nel bicchiere ed appena finì ne presi uno con delicatezza. Eccola che propose un brindisi e il mio sorriso si spense leggermente alle sue parole. “Libertà… Chissà se…” pensai. Sbattei le palpebre e sorrisi con più convinzione alzando di poco la mano con il bicchiere effettuando un gesto di saluto verso i miei amici. Evviva! risposi cercando di essere credibile. Portai il bicchiere alla bocca ed assaggiai quel liquido fresco che scese velocemente attivando il mio gusto. Wow! È buonissimo! dissi guardando Amy .
    Presi la forchetta ed il piatto con le tagliatelle. Un piccolo giro per un boccone non troppo grande ed assaggiai. La mia lentezza nel masticare, Amy, la conosceva bene. Appena ebbi ingoiato il boccone dissi, portando una mano davanti alla bocca con eleganza, Maxim! E’ davvero squisito! Complimenti! Appoggiai il piatto sulle cosce ed aggiunsi Sei davvero bravo! E queste tagliatelle sono eccezzionali. Cercavo di conversare per distrarre gli altri dal mio piatto. Dove hai imparato a cucinare così bene? Gli sorrisi e continuai Se posso chiedere. Speravo di non essere stata troppo indiscreta e mentre ero in attesa della sua risposta, presi il bicchiere e bevvi un altro piccolo sorso.
    Amy tu come fai a conoscere i vini? Chiesi sbalordita, mentre presi ancora un piccolo boccone e lo portai alla bocca ancora più lentamente. Mi sentivo a disagio e i miei occhi divennero neri. Come spiegare a Maxim il mio rapporto con il cibo. Stavo migliorando dal mio periodo “buio” ma non ero certo sulla “retta via”, ancora no. L’unica via di fuga che mi era balenata nella testa era quella di chiacchierare per distrarli.



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    Edited by Rose White - 14/6/2021, 01:21
     
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    Il bacio sulla guancia di Amy lo galvanizzò un poco. Le sue soffici labbra avevano impresso sulla sua guancia un bacetto davvero gradito, che lo fece avvampare e divenire rosso come un peperone. La concasata, d'altronde, si era ben informata: in Italia e in Francia ci si saluta con un amichevole bacetto sulle guance. Si rivolse a Rose, che lo aveva informato che aveva portato dei gustosi muffin per dessert. Hai fatto benissimo, Rose! esclamò con un sorriso il ragazzo, mentre affondava la sua forchetta nel piatto per gustare la pasta che aveva preparato. Ci teneva fosse riuscita come regola d'arte, ne andava - dopotutto - della sua buona reputazione! Vide, quindi, che Amy pensava bene di sostituire il succo di zucca con una bottiglia di vino rosso. Sgranò gli occhi e le tagliatelle andarono quasi di traverso. Si batté il petto con il pugno destro. Vi..vino?! Ma p..possiamo bere alcolici? si rivolse preoccupato ad Amy e cercò di abbassare il più possibile il tono della voce, vedendo che la bottiglia era pregiata ed era un ottimo accompagnamento per il primo piatto che aveva preparato. Si lasciò versare nel bicchiere un po' della bevanda, riflettendo sul fatto che non fosse abituato - al contrario di suo padre - a pasteggiare con il vino rosso. Prese parte al brindisi sollevando il bicchiere e sorridendo, commentando poi sommesso: Chissà se passerò al secondo anno o resterò al primo... e adottò un'espressione un po' malinconica, cercando però - quasi subito - di allontanare qualsiasi pensiero negativo.
    Accolse con gioia il complimento di Rose circa le sue capacità culinarie. Era entusiasta del fatto che il gusto di quel piatto italiano avesse deliziato una sua concasata. L'obiettivo era quello di trasmettere la sua italianità e forse ci stava pure riuscendo egregiamente: ne fu lusingato. Per i suddetti motivi si affrettò a rispondere. Sì, ho cucinato io. M...me l'ha insegnato mio padre. Sapete, mio padre è italiano, di Bologna. Le tagliatelle s...sono typiquement italiane: m...mia nonna ne fa ancora di più buone. Sapete però che è necessario saper fare anche un buon ragù? Anche quello non è facilissimo, ho dovuto istruire gli elfi...
    Non appena nominò suo padre però il suo viso si rabbuiò un po', come se un'ombra avesse percorso il suo volto limpido e terso.
    Bevve di nuovo del vino e sentì un calore crescere in lui...
    Non aveva simili abitudini.
     
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    Il liquido rosso sangue ci riempie i bicchieri e porto rapidamente il mio alle labbra per assaporarne il gusto lievemente acidulo. So bene che entrambi non sono avvezzi alle bevute, specie se all’ora di pranzo nel cortile della scuola, ma è stato proprio questo a convincermi a rubare quella bottiglia. Scorgo un’ombra scura velare il volto di Rose, i cui lineamenti si induriscono non appena ammette di non aver mai bevuto vino. “Hai ragione, tu sei abituata ai superalcolici” commento strizzandole l’occhio. L’allusione alla nostra festa di compleanno è chiara, non ricordo bene tutto ciò che è successo ma posso affermare con certezza che sobrie da quel locale non siamo uscite. Seppur titubante leva il calice e lo fa tintinnare contro il mio, vuotandone poi il contenuto. Maxim, invece, è incerto e la sua espressione timorosa mi rivela che non è il tipo di sorpresa che più lo aggrada. Pazienza, il giovanotto pare abbia vissuto nel mondo delle fate fino ad ora, ma è giunto il momento di sancire il suo passaggio all’età adulta con una buona dose di sciocchezze, prima tra tutte il brivido di bere entro i confini della scuola. E in pieno giorno, pure. “Ovvio che no” gli rispondo con un sorriso affabile, “e non trovi che questo sia un ottimo motivo per farlo?” Lo incalzo posando due dita sulla sua mano per spingerla verso la bocca. “Non mi dire che un mezzo italiano come te non ha mai bevuto vino rosso?” gli faccio, assumendo un’espressione fintamente contrariata. Lo sto prendendo un po’ in giro, mi fa tenerezza così composto ed educato, tanto da non capire se tale atteggiamento derivi dalla sua personale attitudine o piuttosto da una rigida educazione impartitagli a casa. Poco importa, nuovo paese, nuova scuola, nuova vita. “Non li conosco, infatti, ho solo preso la prima bottiglia che ho trovato e dalla gradazione alcolica piuttosto alta ho intuito fosse pregiata” una deduzione degna di Sherlock Holmes, insomma. Non mi sfugge il commento del biondo circa la sua preoccupazione di essere bocciato. In effetti è arrivato ad Hogwarts ad anno scolastico più che inoltrato e Merlino solo sa quanto sia complicato recuperare il programma di un anno intero in pochi mesi soltanto. Cerco, però, di rincuorarlo, sperando che il vino faccia il resto. “Che importa, se pure restassi al primo anno saresti più giovane della metà degli studenti. Pare passato di moda cominciare la scuola a undici anni” sono certa che tale considerazione al limite del banale non possa aiutarlo più di tanto, immaginando che non sia l’età il problema principale legato al non superare l’anno. Lascio che Rose si interessi al buon cibo da lui confezionato e inforco un generoso boccone di tagliatelle. C’è qualcosa che non va però, sarà che se mangiare fosse uno sport io sarei campionesse olimpica, ma i due tassi non mi sembrano particolarmente rallegrati dalla tovaglia imbandita. Sia l’uno che l’altra si rabbuiano improvvisamente e mi è difficile comprenderne il motivo. No, no, no, quella domenica dev’essere all’insegna dell’allegria, non voglio vedere musi lunghi. Riempio loro i bicchieri nuovamente, intimandoli a non lasciarli colmi di liquido, quando un rumore alle mie spalle mi costringe a voltarmi. Uno degli ippogrifi dentro ai recinti scalpita e fissa con insistenza il nostro cibo. “Abbiamo richiamato l’attenzione di qualcuno, temo” commento osservando la bestia dimenarsi nel vano tentativo di liberarsi del collare in ferro. “So che ami molto le creature, ti va se ci avviciniamo? Così puoi cominciare a vederli da vicino, in attesa di studiarli al terzo anno” domando a Maxim e lanciando un’occhiata a Rose subito dopo. Non sono sicura che alla ragazza piacciano quelle bestie tanto irruente, ma potrebbe fare da Cicerone al giovane tasso. Dopotutto Rose è una delle studentesse più preparate che io conosca, sa tutto di tutto, pure di materie che ancora non abbiamo in programma.
     
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    ✧Tassorosso - I Anno✧

    Sorrisi di ricambio al ragazzo quando fu felice del mio dolce. Sono contenta ! Anche con il dolce siamo apposto. Non ci manca nulla eh? Domandai attraverso una piccola risata. Quella pasta era squisita ma la mia “grande” fame si era quasi esaurita già al secondo boccone. Guardai Amy alla sua battuta sul vino e le feci una smorfia divertente con il viso Io ho assaggiato solo quelli da quando sono qui! Tu invece sei un intenditrice di alcol? Chiesi per prenderla in giro bonariamente. Amy continua a stuzzicare il ragazzo e io le tirai una piccola gomitata, poi aggiunsi rivolgendomi a Maxim Ogni tanto infrangere una piccola regola è divertente. Poi tranquillo non dobbiamo ubriacarci! sorrisi dolcemente e posai il piatto sulla tovaglia cercando di dare poco all’occhio, soprattutto alla mia amica.
    Si parlava del più e del meno mentre la giornata soleggiata accompagnava il nostro pic-nic. Maxim era preoccupato per la sua bocciatura ed Amy intervenne subito per consolarlo. Annuì alla sua affermazione ed aggiunsi Comunque tra lezioni in comune e le ore che passiamo qui saremo sempre insieme e non saresti solo. La mia mente viaggiò verso i miei voti e la speranza stava cercando di farsi spazio dentro me augurandomi che fossero tutti decenti per rendere fiero mio padre e non spezzare la promessa fatta. O sarebbero stati guai seri.
    Amy riempì nuovamente il bicchiere di vino e fece segno di bere. Scossi la testa sorridendo, alzai il bicchiere e bevvi un bel sorso Amy non vorrai ubriacarmi? Sai cosa combino poi! Era una domanda che stavo facendo a le o a me stessa? Di solito non ricordavo tutto quello che facevo da brilla ma una cosa la ricordavo bene, il bacio ad Amy. Ahh ho capito vuoi replicare il mio bellissimo bacio! le dissi facendo la falsa smorfiosa ed avvicinandomi a lei. Lanciai un occhiata al ragazzo e poi scoppiai a ridere. Nel mentre un rumore attirò l’attenzione della mia compagna di stanza e mi voltai quando ci fa notare l’ospite che ci osserva. Amy propose di avvicinarci, ma appena intravidi i movimenti dei ragazzi, afferrai i loro indumenti tirandoli giù Non così! Fate piano e non avvicinatevi troppo Il mio sguardo era serio e faceva da spola tra i due.
    Avevo letto degli ippogrifi e mi ero appassionata, tanto da chiedere una piuma a Kynthia quando, insieme a Logan, si erano diretti in Irlanda. Gli Ippogrifi, sono animali molto particolari sono fieri ed orgogliosi. Quindi avvicinarsi così non è prudente. Guardai l’animale e sorrisi Sono spettacolari! Questo esserino sembra un po’ agitato ma nel libro diceva che bisogna guadagnarsi il rispetto. Mi alzai e feci segno ai due di alzarsi lentamente Ascoltate, per avvicinarsi, diceva che bisogna fare un inchino e mantenere il contatto visivo con lui facendogli capire che lo rispettiamo. Se l’animale fa l’inchino a sua volta ci si può provare, con calma, ad avvicinarsi. Altrimenti meglio restare alla larga.
    Guardai Amy e Maxim con due occhi un po’ timorosi Amy non credo sia interessato al cibo, non mangiano questo ma… non ricordo preciso, ricordo solo le parole mammiferi come i furetti. Credo sia solo curioso verso di noi. Feci una smorfia dispiaciuta per non ricordare la descrizione della loro dieta.
    Vogliamo provare ad avvicinarci? chiesi con uno sguardo e un sorriso da furbetta, riproponendo adesso la stessa opzione di Amy. Chi vuole provare per primo? Chiesi mentre non mi ero resa conto di tenere ancora ben saldo in mano un lembo di stoffa di Amy come a dire “non lasciarmi sola”.


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