a grown-up issue

pvt

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Un gufo grigio piuttosto grande era planato sulla tavola della colazione quella mattina, lasciandomi sul piatto un messaggio scritto in bella grafia su un elegante foglio di pergamena. Lo srotolai velocemente, incuriosita dal sigillo di ceralacca a chiusura della busta. Ricordavo di aver visto quello stemma già da qualche parte, ma in quel momento proprio non mi sovveniva dove. Lessi tutto d’un fiato il contenuto, mutando l’espressione sul mio volto man mano che la lettera volgeva al termine. Il mittente era uno degli impiegati della Gringott addetto alla sicurezza che mi informava di una rapina avvenuta nella banca durante la notte. A quanto pare la cassetta di sicurezza che conteneva tutti i miei pochi spiccioli era stata brutalmente violata ed il suo contenuto, ahimè, prelevato da qualcuno che non ero io. Mi sembrava così immensamente assurdo, la Gringott era uno dei luoghi più sicuri sulla faccia della terra e di certo la mia cassetta non conteneva nulla di così prezioso da poter suscitare l’interesse qualcuno. Tanto più che per annientare i potenti incantesimi a protezione delle camere blindate occorreva essere maghi molto esperti. E non innocui, aggiungerei. Le persone oneste mica si sognavano di svaligiare una banca. Nel messaggio era anche richiesto che mi presentassi presso la sede della Gringott il giorno seguente. C’ero stata soltanto una volta in compagnia di mio padre, in occasione dell’apertura della mia cassetta personale. Papà disse che ormai ero diventata grande e avrei dovuto amministrare il mio denaro da sola, lui avrebbe semplicemente provveduto a mandarmi la paghetta una volta al mese, ma le faccende burocratiche legate alla gestione dei miei galeoni me le sarei dovute smazzare io. Bell’affare, ora mi ritrovavo una lettera del genere tra le mani e dovevo pensarci io, anziché lui. Se non fossi stata certa che si trovasse in missione dall’altro capo del mondo gli avrei ovviamente chiesto di accompagnarmi a quell’insolito appuntamento. E invece mi toccava fare tutto da sola. Avrei potuto chiedere a una delle mie amiche di venire con me, ma era una questione delicata e avrei voluto avere al mio fianco qualcuno dal piglio risoluto, che avrebbe all’occorrenza preso le redini della situazione se io non fossi stata in grado. Le mie amiche non andavano bene, i folletti ci avrebbero probabilmente riso in faccia, giovani e ingenue com’eravamo. Chiesi così a Niels, era stato tanto gentile ad aiutare me ed Ellie col fagiolo corridore, che fui certa non mi avrebbe negato una mano. Ed infatti fu così, il ragazzo accettò di buon grado di accompagnarmi a Diagon Alley. Grazie Niels, sono tremendamente in debito con te! Dichiaro mentre con la bacchetta picchietto i mattoni sul retro del Paiolo Magico, attendendo che il varco per Diagon Alley si aprisse davanti ai nostri occhi. Sei stato davvero gentile a venire con me, quei folletti mi fanno paura e sono certa che vedendo una ragazzina non mi avrebbero presa sul serio. Ammetto con un’alzata di spalle.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    Amy mi ha chiesto di accompagnarla a Diagon Alley questo pomeriggio, per una questione davvero spinosa, l'hanno derubata alla Gringott.
    Ho sempre pensato fosse un posto sicuro, tra i più sicuri in effetti, rubare in quell'edificio equivaleva a farsi molto male, e onestamente non ne ero certo ne valesse la pena per la camera blindata di una ragazza che aveva giusto il necessario per l'indipendenza.
    Quindi, chiaramente, mi sono fatto già un film mentale e sono arrivato alla conclusione che non si tratta tanto di vile denaro, quanto di altro.
    -Per me è un piacere accompagnarti- e poi a cosa servono gli amici se non come appoggio in questi momenti così tediosi?
    -Effettivamente non brillano in quanto a simpatia- saccenti e altezzosi, neanche un metro erano ma compensavano in superbia.
    -Quindi ti hanno derubata, ma avevi solo denaro dentro? Magari cercavano altro, ci hai pensato?-
    Non conosco la famiglia di Amy, non faccio mai domande per non riceverne di rimando ma davvero non me ne capacito.
    -Sono in momenti come questo che dico “bravo Niels che i due galeoni che hai te li tieni sotto al cuscino”- è una battuta ma spero che le strappi un sorriso.
    Non deve essere un buon momento questo.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Diagon Alley si presenta con le sue solite stradine affollate, colme di maghi e streghe carichi di acquisti magici. La fresca giornata primaverile ci scompiglia i capelli non appena ci buttiamo tra i vicoli caotici mescolandoci tra la folla. Il vociare intorno a noi è tale da garantirmi che nessuno senta quello che sto spiegando a Niels. Non che si tratti di un segreto inconfessabile, ma mi rendo conto che chiunque viva nel mondo magico non possa rimanere impassibile dinanzi ad una rapina alla banca dei maghi. Avrei sicuramente attirato l’attenzione se qualcuno avesse sentito che ad averne fatte le spese è stata proprio la mia cassetta di sicurezza. A dire il vero la lettera che mi è arrivata forniva ben pochi dettagli, immagino potesse essere rischioso comunicarmeli via gufo ed è per questo che mi hanno convocata. Non mi hanno nemmeno comunicato espressamente se i ladri si siano presi tutti i miei risparmi o mi abbiano lasciato qualcosina. Spiego, mentre il mio viso si modella in un’espressione pensierosa. Prima la rivelazione di mia madre, ora questa stranezza. Stavo vivendo un periodo insolitamente ricco di colpi di scena. Non sono solita lasciarmi turbare dagli eventi che mi vedono protagonista. È nella mia indole fare buon viso a cattivo gioco, fermamente convinta che affrontare le situazioni complicate con il sorriso sia la chiave per non rimanere soffocati. Devo dire che riesco a mettere in pratica brillantemente questa strategia, anzi, mi viene proprio naturale escludere le lamentele dal mio quotidiano concentrandomi unicamente su ciò che di bello c’è nella mia vita. È anche per questo che non ho ancora detto a nessuno della confessione di mia padre, grazie alla quale sono venuta a conoscenza di qualcosa che mai mi sarei aspettata di sentire. L’uomo che mi ha tenuto la mano mentre compievo i miei primi passi e che mi ha cullato quando ero poco più che un neonato non è realmente mio padre. O meglio, per me lo rimarrà sempre, perché padre non è solo chi ti genera ma anche chi ti cresce. Ma la verità è che là fuori c’è un altro uomo totalmente ignaro di avere me come figlia. Scaccio il pensiero relativo a tale accadimento, ma era inevitabile che la mia mente ritornasse a quella rivelazione dal momento che mio padre era la figura familiare implicata con la questione soldi e cassetta alla Gringott. È anche per questo che ho preferito fosse Niels ad accompagnarmi, ma questo al ragazzo non lo ho confessato. Si, ci ho pensato e anzi, sono certa che non fossero i miei pochi galeoni l’oggetto di interesse. Però posso giurare che nella mia cassetta ho messo solo quelli! Forse dovevo fare come te e nasconderli sotto al materasso! Un pochino della mia malcelata tensione scivola via in una risata leggera. Ecco che siamo giunti all’ingresso della Gringott, dove ai lati delle pesanti porte in bronzo si trovano due folletti addetti alla sicurezza che ci fanno consegnare le nostre bacchette prima di scortarci all’interno. Attraversiamo una seconda porta, questa volta in argento e superiamo senza problemi i controlli di sicurezza che verificano di non avere due individui celati dalla Polisucco. Io..ehm.. sono Amy Lee Russell, sono stata convocata qui per il furto alla mia cassetta di sicurezza. È la numero 2389. Mi rivolgo incerta al folletto al bancone, dall’aria tutt’altro che amichevole. Quel luogo mi incute timore, una volta chiuse le due serie di porte ho la spiacevole sensazione di sentirmi in una gabbia, così mi avvicino a Niels e cerco il contatto col suo corpo, come se temessi potesse scappare da un momento all’altro. Si signorina, confermo, la sua cassetta è stata aperta. Ora se non le spiace vorremmo condurla in loco, così da chiarire con lei cosa sia stato effettivamente prelevato. Annuisco e cerco lo sguardo di Niels. Non ci so fare in queste situazioni e non capisco se dei folletti ci si possa fidare, così accorcio ancor di più la distanza tra noi e levandomi in punta di piedi gli sussurro Secondo te c’è da fidarsi? A me questa faccenda puzza, e l’idea di scendere sottoterra con loro mi mette i brividi.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    In effetti c'è anche la possibilità che qualcuno al posto di rubare lasci qualcosa, di rado ma succede, in questo caso però mi domando .. perchè non dare tutto direttamente a Amy così che sia lei poi a portare le cose dove di dovere? Avrebbero sicuro attirato meno l'attenzione.
    Questo è un bel giallo e in quanto parte viva della casata dei gialli mi divertirò un sacco a svelare l'arcano.
    Quanti schiaffi mi prendo se Amy mi legge nella mente e vede che sto affrontando la questione come se fosse un gioco?
    Mi porto la mano sulla guancia, quasi ne sento la consistenza, ma poi mi dico “no dai” lei è così bella e buona, non mi prenderebbe veramente a schiaffi davanti a tutti...
    Meglio non rischiare comunque.
    L'operazione folletto la tengo per me.
    -Io sono con te, i materassi sono i migliori custodi in assoluto- del niente atomico soprattutto, come nel mio caso.
    A proposito già che sono qui dopo le chiedo se le va di arrivare fino al paiolo, vorrei chiedere se ci sono posti disponibili per me, l'estate si avvicina e io in qualche modo devo pur pagare vitto e alloggio.
    Mi sento comunque di consolarla avvolgendole un braccio attorno al colo e stringendola a me per qualche secondo – dai, vedrai che arriveremo a capo di questa situazione, sono certo che i folletti si siano già fatti un'idea- e se non i folletti so che in questo edificio lavora una ex studentessa di Hogwarts molto in gamba, certo era amica di Clay, conoscente forse, ma magari se le faccio il suo nome mi si apre un mondo, che ne sappiamo no?
    -Qua lavora la zia di Karen pure- mi viene un'illuminazione folgorante – se fanno i difficili chiediamo a lei!-
    Ecco già meglio, la zia di Karen è una simpaticona, io non la conosco in prima persona, ma lei magari conosce me, o forse conosce i cappellini che ho regalato a Karen e Gwyn per natale e il mittente.
    Amy si presenta e il folletto la guarda abbassandosi gli occhialetti con faccia truce.
    Suvvia, un po' di gioia, io che sono alle spalle della mia concasata faccio cenno al Mr di sganciarle un sorriso, ma non la vede che è agitata?
    Lui sembra non capire e io mi guardo attorno affranto.
    Sono tremendi, tremendi.
    Lei mi si avvicina e io le prendo la mano, per farle capire che ci sono.
    Lui si decide a rispondere e scende dal suo scarno facendo poi cenno a un altro di prendere il suo posto.
    Ci passa accanto e noi lo seguiamo andandogli dietro, restando a qualche metro di distanza.
    -Sono antipatici, e scontrosi, ma non mentono, semmai omettono; non lo so se ci possiamo fidare .. quello che fa è ha sempre un doppio fine. Rimaniamo vigili-
    Resta il fatto che dobbiamo davvero scendere sottoterra, sono li le camere blindate.
    Ci fa salire su un carrello – spero tu non soffra di vertigini- le dico abbassando la voce – potrebbe venirci la nausea- ora in base al principio secondo il quale i miei risparmi sono sotto al materasso viene facile chiedersi come mai io sappia queste cose.
    Ebbene, non li ho sempre avuti sotto al materasso, quando mio fratello si è iscritto a Hogwarts quel mostro di mio padre ha aperto un conto qui, per lui e per me quando sarebbe arrivato il mio momento.
    Non so neanche cosa ci sia dentro ad oggi, ma una volta ci sono venuto con Lowie, ed ecco svelato l'arcano.
    Si, c'era pure un drago a protezione delle camere anche allora, ma questo sembra messo davvero male.
    E' forte il modo che ha di controllarlo, meno forte il fatto che sia così mal messo.
    -Si accomodi signorina, faccia mente locale e ci dica se manca qualcosa. Il denaro non è scomparso, ma solo lei può dirci se nota qualcosa di diverso-
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Sono felice di aver chiesto a Niels di accompagnarmi in questa specie di missione, la sua voce è calda e rassicurante e il modo affabile con cui mi passa un braccio intorno alle spalle allenta un po’ la tensione che mi irrigidisce i muscoli. Il piano b che mi propone, in caso non fossi venuta a capo di quella faccenda con il solo ausilio dei folletti, mi conforta. Almeno avrei avuto un’alternativa prima di chiamare immediatamente mio..padre? Non so nemmeno più come definirlo, ma chiamarlo ‘l’uomo che mi ha cresciuta’ mi fa davvero troppo strano. Non ho idea di chi sia la Karen di cui parla, ma sono felice che la tizia in questione abbia una parente lì alla Gringott. Dinanzi al folletto la mia audacia scema, cedendo il posto ad un malcelato timore che mi fa tremare impercettibilmente le mani. Niels, tuttavia, pare essersene accorto perché mi afferra la sinistra e intreccia le sue dita alle mie, stringendole per darmi coraggio. Penso comunque di non avere scelta. Indugio con lo sguardo sul carrello cigolante che mi viene offerto, spostandolo poi sui binari paralleli che conducono verso quello che pare un baratro senza fondo. Senza bacchetta mi sento impotente, gli confido, non che sappia fare chissà quanti incantesimi.. ma ecco, averla in tasca mi da’ sicurezza. Il folletto ci fa segno di salire e io e Niels ci issiamo sul piccolo carrello, aiutandoci con le mani per non perdere l’equilibrio. Mi domando se sia stato progettato a misura di folletto perché io e il ragazzo ci stiamo veramente stretti. O forse ne hanno scelto uno piccolino proprio perché siamo giovani e io sono particolarmente minuta. Fatto sta che il folletto si mette al comando e con uno schiocco di dita fa partire la corsa. Vertigini dici? Urlo con i capelli al vento mentre l’insolito mezzo di trasporto acquista velocità. Per fortuna no! Ricordo vagamente quel tragitto, compiuto parecchi mesi prima in occasione dell’apertura della cassetta. Ai tempi avevo trovato la discesa divertente, del tutto simile alle montagne russe babbane, ma oggi non ero dello stesso avviso, intimorita com’ero dagli avvenimenti che avevano visto la mia cassetta protagonista. Sfrecciando alla velocità della luce distinguo a fatica le numerose misure di protezione che si presentano man mano che scendiamo: un paio di draghi apparentemente dormienti, un cane a tre teste legato ad una spessa corda metallica e un’insolita cascata con l’acqua che risale anziché scrosciare verso il basso, spinta dalla forza di gravità. Mi avvicino a Niels per sussurrargli qualcosa all’orecchio, conscia che probabilmente le ventate d’aria umida che ci sferzano il viso si porteranno via le mie parole prima che lo raggiungano. Sei mai sceso qui sotto? Se non mettesse così tanto i brividi potrei quasi dire che sia divertente visitare l’interno della Grinogott, sembra una specie di zoo con tutte queste creature. Al termine della folle corsa ci arrestiamo davanti all’ingresso della camera in cui la mia cassetta è ubicata. Mi dia la mano signorina. Titubante gli porgo la destra e mi lascio guidare dalla creatura arcigna che me la posiziona su una parete in pietra affinchè avvenga il riconoscimento. Mi avvisa poi che il denaro non è sparito, dunque lo guardo con aria interrogativa. Mi sta forse prendendo in giro? Non ho altro lì dentro, e a dirla tutta manco il denaro è poi così tanto da giustificare un’incursione. Ehm.. Tentenno, perlustrando l’interno della cassetta. Faccio mente locale cercando di rammentare cosa vi avessi messo dentro oltre i miei pochi galeoni. Ma certo! Mi batto una mano sulla fronte e rivolgo uno sguardo a Niels, che probabilmente non ci sta capendo nulla. Manca il medaglione che mi ha regalato mio…ehm.. padre, cioè, il signor Russell. Ho la bocca secca a causa dell’agitazione e mi si attorciglia la lingua mentre cerco di mettere in fila quelle poche frase esplicative. Non pensavo fosse di gran valore, a parte quello affettivo, e l’ho riposto qua semplicemente perché non avevo nessun altro posto dove metterlo. Disordinata come sono l’avrei sicuramente perso se lo avessi portato ad Hogwarts. Mi stringo nelle spalle, pensieri contorti si affollano nella mia mente cercando di dare una plausibile giustificazione a quella sparizione, invano. Avete idea di chi possa averlo fatto? Ho quasi paura di udire la risposta, dal momento che solo maghi oscuri particolarmente capaci avrebbero potuto aggirare le infallibili misure di sicurezza della banca dei maghi. È chiaro che quel medaglione deve avere uno scopo diverso rispetto a quello di banale ornamento, e mi chiedo se mio padre ne fosse realmente a conoscenza. Non mi stupisco più di nulla, ormai. No signorina, il ladro ha eluso tutti i nostri sistemi di sorveglianza. Le suggerisco di guardarsi le spalle, se una persona del genere ha cercato qualcosa nella sua cassetta non è del tutto improbabile che prima o poi verrà a cercare anche lei. Afferma esibendo un ghigno quasi compiaciuto. Si riconfermano creature terribili quei folletti, la cui gentilezza nei modi non è altro che una maschera a nascondere un animo squisitamente maligno. Ci invita a sederci nuovamente sul carrello per ripercorrere il tragitto all’inverso. Rientriamo in possesso delle bacchette ed eccoci di nuovo alla calda e rassicurante luce del giorno. Strizzo gli occhi per riabituarli al bagliore del sole e traggo un sonoro sospiro di sollievo, sebbene vi sia ben poco per cui essere sollevati. Ho assolutamente bisogno di una burrobirra! Gli faccio, prima ancora di proferire parola su quanto visto e sentito là sotto. Che dici, cerchiamo un pub?
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    -Si- sussurro di rimando – sono sceso una volta con mio fratello- ridacchio e cerchiamo di concentrarci a quello che dice il folletto cercando dentro di me una parvenza di serietà.
    Da quello che capiamo, o che capisco quando meno, è stato portato via un medaglione di famiglia, non capisco solo perchè è incerta sul come definire suo padre.
    Lo chiama Signor Russell, ma non sembra convinta... e il tipo ci dice che no, non hanno idea di chi sia il ladro.
    Le cose che dice mi fanno venire in mente che sia venuto direttamente il padre a prenderselo.
    Non ci sono stati inconvenienti e si sa che nel venire qua sotto qualcosa di strano deve capitare se non si va lisci e regolari alle parti.
    -Le tenga per lei certe supposizioni, mh? Magari lo ha semplicemente preso suo padre senza avvertire, prova a chiedere a lui, Amy-
    Possiamo fare ben altro restando li quindi ce ne andiamo, ci ridanno le bacchette e siamo fuori.
    Aria, finalmente respiriamo aria pulita.
    -Di, ma quanto era stronzo da uno a dieci quel folletto?- mi lascio andare a una risata e annuisco – ci vuole una burrobirra, di qua c'è il Paiolo magico, ti faccio strada-
    Il Paiolo è il posto più simile a una casa che io conosca.
    Mi ha accolto quando ero un ragazzino, mi hanno aiutato nei momenti di difficoltà, ora per i proprietari sono come un figlio.
    -Ciao Cate!- saluto la barista dietro al bancone – come stai? Ci porteresti due burrobirre per favore?-
    Lei prima risponde, chiacchiera un po' e con un bel sorrisone ci serve le bevande.
    -Ora che sai cosa hanno trafugato, come ti senti? Da una parte comunque meglio che non hanno preso i tuoi risparmi no? Brindiamo, alla vita, che non sappiamo mai cosa ci può riservare- faccio tintinnare il boccale al suo e bevo un sorso, poi mi volto a guardarla - per il resto tutto bene Amy? Prima.. mi sei sembrata smarrita, per un attimo-
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Niels accoglie la mia proposta di berci una burrobirra ghiacciata, così mi fa strada verso il Paiolo Magico. Sono entrata un milione di volte in quel pub dal momento che fa da ponte tra la Londra magica e quella babbana, ma ammetto di non essermici mai fermata. Ogni volta che vado a Diagon Alley finisco per essere sempre di fretta, faccio giusto gli acquisti di cui ho bisogno e sfreccio ad Hogwarts alla velocità della luce, pronta ad immergermi nel solito studio matto e disperatissimo che caratterizza i miei weekend. Il Paiolo è un locale accogliente e Niels pare conoscere la ragazza dietro al bancone, che chiama per nome e le rivolge un sorriso allegro. Ascolto distrattamente le poche frasi che i due si rivolgono per aggiornarsi sulle rispettive vite, mentre la mia mente cerca di elaborare le informazioni confuse che ha ricevuto nell’ora precedente. Non riesco a togliermi dalla testa l’espressione compiaciuta di quel folletto che con una palese malizia mi intima a guardarmi le spalle, che solo un mago particolarmente scaltro e dalla fedina penale non intonsa può aver compiuto un simile gesto. Mi massaggio le tempie con i polpastrelli, cercando di mettere ordine al groviglio di ipotesi che si affollano tra i miei pensieri quando Niels si congeda dalla barista. La saluto con un sorriso e un cenno del capo e afferro la mia burrobirra. Indico a Niels un tavolino appartato e lo invito a sedersi di fronte a me. L’acustica di quel pub non è delle migliori, ma in questo caso cade proprio a fagiolo dal momento che vorrei evitare che orecchie indiscrete ascoltino quanto ho da dire. Si diciamo che non sono rimasta completamente povera, e posso ancora permettermi una burrobirra. A proposito, queste le offro io, è il minimo per avermi accompagnata! Faccio tintinnare la bottiglia contro la sua e gli rivolgo un sorriso smagliante. Seppur turbata dall’intera faccenda, la presenza di Niels mi mette automaticamente di buon umore. Il suo sorriso e il suo modo così delicato di starmi accanto mi trasmettono tranquillità. Non saprei dirti come mi sento, solo molto confusa. Quel medaglione non aveva chissà quale valore economico, era piuttosto un ricordo e lo conservavo lì semplicemente per non rischiare di perderlo nella confusione che ho in dormitorio. Chi è che rischierebbe Azkaban per rubare una cosa tanto inutile? Proprio non me lo spiego. Bevo un sorso di burrobirra e mi asciugo la schiuma sulle labbra con il dorso della mano. Niels non è come tutti gli altri ragazzi che ho conosciuto al castello. Ha una sensibilità diversa dal resto di loro, pare essere davvero interessato a come tu stia quando te lo domanda. Ecco perché intuisco abbia colto qualcosa nei miei atteggiamento da fargli sorgere il dubbio che ci sia altro a turbarmi oltre alla faccenda del medaglione rubato. Non ho raccontato ancora a nessuno ciò che mi ha rivelato mia madre, custodendo gelosamente questo segreto senza un preciso motivo. Semplicemente detesto che i problemi personali appesantiscano il rapporto con gli altri, ecco perché tendo sempre a tenere per me gli eventi spiacevoli, preferendo mostrare agli altri la versione allegra e spensierata di me. A quanto pare, però, non sempre ci riesco perché Niels sembra aver captato qualcosa. Ehm si, smarrita credo sia la parola giusta. Sono combattuta, da un lato vorrei giustificare il mio nervosismo confidando a Niels ciò che mi sta succedendo, dall’altro vorrei solo liquidare la domanda con una bugia bianca, dando semplicemente la colpa al troppo studio. Opto per una via di mezzo, dopotutto Niels è così carino, potrebbe davvero capire il casino che ho in testa. Immagino ti riferissi alla mia agitazione quando ho dovuto nominare mio padre al folletto. Beh ecco, diciamo che ultimamente non so più come chiamarlo perché..ehm.. mi attociglio nervosamente una ciocca di capelli intorno al dito, ho saputo da poco che non è davvero mio padre. Faccio spallucce e trangugio una generosa sorsata di burrobirra.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    Ci spostiamo verso uno dei tavoli liberi e mi siedo esattamente di fronte a lei.
    So che è scossa e vorrei essere di maggiore conforto ma è una situazione delicata, fare dell'umorismo potrebbe innervosire piuttosto che calmare.
    Infondo hanno comunque preso qualcosa, e chi lo ha fatto è qualcuno di molto abile.
    Tanta fatica per un ciondolo, c'è qualcosa che non mi quadra per niente.
    Tintinno la bottiglia alla sua e ne faccio un sorso.
    -I maghi sono particolari, tendo a rendere preziosi i ninnoli più impensabili- questo è un suggerimento che mi sento di darle, non bisogna guardare la confezione, ma ciò che c'era dentro a quell'oggetto all'apparenza così inutile.
    Ma c'è altro dietro lo sguardo stranito di Amy, e me lo spiega lei stessa subito dopo.
    -Oh Amy mi dispiace, non deve essere mai bello scoprire di aver vissuto una vita.. di finzioni e bugie- mi sento comunque di tranquillizzarla – però magari a tuo padre questo non è mai importato, e ti ama lo stesso come fossi sua figlia, hai un buon rapporto con lui?- mia madre lo diceva spesso, un padre non è quello che ti ha generato ma quello che ti ha amato.
    Lo diceva riferendosi a lei, io non ho avuto questa opzione.

    Edited by Niels VDH - 21/6/2021, 15:29
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Gioco con la bottiglia di burrobirra, grattando via l’etichetta umida con la punta delle dita. Non era previsto che ne parlassi con qualcuno e se non fosse stata per la bizzarra situazione del ciondolo credo che avrei custodito questo segreto gelosamente per molto tempo ancora. Osservo ora Niels ora la mia burrobirra mentre emozioni contrastanti fanno a pugni nel mio petto. Da un lato sono felice di essermi liberata di questo peso opprimente, dall’altro mi sento tremendamente vulnerabile. Capisco non essere chissà quale notizia eclatante, in questo primo anno a Hogwarts ho conosciuto storie molto più controverse della mia e sono certa che Niels stesso non sia rimasto particolarmente scioccato dalla notizia. Il fatto è che ora mi sento esposta con lui e provo una sorta di timidezza, come se fosse entrato improvvisamente nella mia stanza e mi avesse trovata senza vestiti. Non che Niels non sia la persona giusta con cui aprirsi, così sensibile e delicato nei modi, ma si tratta di una confidenza a senso unico questa. “Lo so, mio padre è e rimarrà sempre la persona che mi ha cresciuta. Ho un bel rapporto con lui, così come lo ho con mia madre. Fino ad ora, perlomeno.” Abbasso di nuovo lo sguardo e gioco con una briciola di pane rimasta sul tavolo dal servizio precedente. “Oltre ad aver vissuto nella finzione, come dici tu, il punto è che ora è come se non sapessi chi sono, capisci?” Alzo gli occhi e trovo i suoi, verdi e profondi, a restituirmi lo sguardo. Mio padre potrebbe essere chiunque, quindi chi non mi dice che non sia un pervertito che ha semplicemente stuprato mia padre? E che parte del mio dna, quindi, non sia quello di un pazzo maniaco? Il solo pensiero mi fa correre un brivido lungo la schiena. Mi porto la bottiglia alle labbra e faccio un lungo sorso per farmi scivolare di dosso quella brutta sensazione. “Vorrei solo sapere chi è” sibilo, il tono di voce così basso che raggiunge a fatica le orecchie di Niels. Sento improvvisamente molto caldo, non so se per la burrobirra che ho praticamente tracannato o per la fatica con cui sostengo quella conversazione con lui. Infilo indice e medio nel colletto della t-shirt e lo allargo leggermente. Avverto la spiacevole sensazione di essere come in una stanza molto stretta e senza finestre, in cui ogni mio respiro si mangia il poco ossigeno a disposizione. “Che dici, usciamo?” propongo a Niels, dissimulando l’agitazione improvvisa con un largo sorriso. Ho bisogno di inalare aria fresca e di distendermi tra l’erba, così conduco Niels verso un piccolo parco in fondo all’isolato. Durante il tragitto rimango in silenzio, persa tra i miei pensieri, incurante del fatto che Niels possa considerare strano il cambio repentino di location. Dopotutto ci eravamo appena seduti, e la ragazza al bancone ci aveva riservato un tavolo piuttosto appartato, lontano dal caos del resto del locale. “Se per te va bene finirei le nostre burrobirre qui” gli faccio, sedendomi sull’erbetta fresca. Lo invito ad accomodarsi al mio fianco e mi ritrovo ad indugiare più di un istante sulle sue braccia forti e sul suo petto muscoloso. “Ecco qua, questa è la storia della mia famiglia, apparentemente” faccio spallucce e mi fisso la punta delle scarpe. “Spero che la tua non sia altrettanto incasinata” mormoro, rendendomi conto che di lui in realtà so ben poco.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    Nella mia testa è importante che ci sia un buon rapporto con la sua famiglia, perchè questo vuol dire che questa parentesi difficile si potrà risolvere al meglio.
    -Amy, non dire così- mi allungo in avanti e le prendo una mano – tu sei tu, indipendentemente dai genitori, non so come spiegare – mi rendo conto di aver agito d'impulso e ritiro la mano – insomma capisco cosa vuoi dire, vuoi sapere chi sia il tuo vero padre, magari conoscerlo e capire, frequentandolo, se i tratti di te che non rivedevi nei tuoi genitori vengono da lui.. ed è una bella cosa, insomma è giusto che tu voglia saperne di più. Ma questo non cambia quello che sei- per come la vedo io, lei è cresciuta seguendo determinati valori e non fanno parte del DNA, la dolcezza, l'insicurezza, la voglia di vivere o di mettersi a piangere in solitudine, fanno parte del suo carattere ma dipendono solo da lei.
    -Ma se hai bisogno di qualcuno che ogni tanto te lo ricorda non ti fare scrupoli e chiedi, sarà un piacere per me ricordartelo- le sorrido e poi torno con lo sguardo sulla mia bottiglia.
    Non so come fare ma qualcosa penserò, in fondo ci deve pur essere un punto di partenza da cui iniziare per avviare le ricerche no?
    -Certo, usciamo- tengo tra le mani la birra e mi alzo lasciando che passi per prima.
    Siamo fuori e camminiamo uno accanto all'altro.
    Arriviamo nei pressi di un parco, ci sediamo in mezzo all'erba, amo farlo quindi non mi crea nessun problema imitarla.
    Per la precisione scelgo un posto vicino a un albero e mi siedo e poggio la schiena al tronco.
    – Beh non saprei se definirla incasinata- io potrei trovare altri epiteti, ma glieli risparmio.
    -Magari ora mi prenderai per un irriconoscente verso la vita e quello che mi ha donato, ma io avrei preferito scoprire che mio padre fosse un altro- le dico così a bruciapelo.
    -Lui è sempre stato un uomo .. violento, con mia madre, con me, solo Lowie ha salvato dalla sua mano, perchè gli somigliava tanto- se Lowie avesse saputo cosa lui faceva non ci avrebbe mai permesso di restare in quella casa, a volte me lo chiedo se solo mia madre avesse puntato di più sull'aiuto di mio fratello.. se fosse stata più sincera in merito a quello che subiva..
    -A undici anni sono scappato da casa, mi hanno accolto al Paiolo- sorrisi – non avevo un soldo, ma loro sono stati gentili .. hanno contattato mio fratello, la preside Rei e … eccomi giungere a Hogwarts. Non sempre abbiamo la famiglia che vorremmo, ma sono felice di aver avuto una madre come la mia, l'educazione che ho è tutto merito suo-
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Niels si siede accanto a me abbandonando la schiena contro il tronco di un faggio. Non so descrivere come mi sento, vorrei recuperare l’allegria solita che mi contraddistingue, ma qualcosa dentro di me mi frena dal cambiare semplicemente argomento. Poso lo sguardo ora su una foglia secca, ora sui fili d’erba mossi dal vento, lasciando che tra noi cali un silenzio che nessuno dei due si affretta a colmare. È Niels che prende la parola, riallacciandosi alla frase che ho sommessamente mormorato qualche istante prima. Non era un invito a raccontarsi, il mio, ma qualora volesse spostare l’attenzione su di sé gliene sarei immensamente grata. Fino a quel momento la mia vita, divenuta tutto d’un tratto così complicata, è stata al centro dei nostri discorsi e la mia paura di appesantire la conversazione con questi argomenti così seri si era già fatta largo da un pezzo nel mio cervello. Niels, però, pare leggermi nel pensiero e coglie l’occasione per farsi conoscere meglio, lanciandomi qualche informazione sulla sua vita, non meno turbolenta della mia. “Per la barba di Merlino Niels, ma è terribile!” in effetti ha ragione, meglio un padre adottivo che ti ama piuttosto che un padre biologico come il suo. “Come potrei prenderti per un irriconoscente verso la vita, Niels? Ti avrà anche donato tanto, ma per come la vedo io ti ha anche tolto parecchio. Privarti dell’amore di tuo padre non è roba da poco, specie se a tale amore si è sostituito un odio tanto profondo da trasformarsi in violenza.” Lo osservo meglio, posando i miei occhi chiari nei suoi, convinta di scorgere un’ombra di tristezza che però non noto. Niels sembra parlare con grande distacco degli eventi che hanno reso la sua infanzia qualcosa di molto simile all’inferno, ed è per questo che non so come reagire alla sua confidenza. Così rimango semplicemente in ascolto, lasciando che il ragazzo prosegua con il suo racconto. “Ecco perché eri così a tuo agio al Paiolo, mi domandavo come mai conoscessi tutti e sembrassi così di casa. Sei stato coraggioso, eri solo un bambino ma sei riuscito comunque a salvarti da quella situazione” commento, mentre una domanda affiora nella mia mente. Nomina sua madre e suo fratello, ma mi lascia intuire che al Paiolo ci sia andato da solo. Che razza di madre non mette in salvo il proprio figlio fuggendo con lui? Non ci credo che un ragazzino così piccolo abbia deciso deliberatamente di abbandonare madre e fratello, preoccupandosi unicamente della propria incolumità. Così organizzo meglio i miei pensieri e formulo la mia domanda. “Come mai tua madre ha lasciato che fuggissi da solo? Avreste potuto scappare insieme, mettervi in salvo e costruire una nuova vita da un’altra parte, lontano da tuo padre.” Sono consapevole di avergli posto una questione spinosa e non mi stupirei se mi dicesse semplicemente che questi non sono affari miei. Avrebbe ragione, in effetti, ma vederlo parlarne così tranquillamente mi ha convinto che il ragazzo abbia smesso di soffrire da un pezzo per questa situazione e sia ora in grado di parlarne senza gradi sconvolgimenti della sua psiche.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    Ricordo quella sera come fosse ieri, se solo non avesse esagerato così tanto non sarei dovuto scappare.
    “Cerca Lowie, sta con lui; andrà tutto bene”.
    Mi aveva detto questo e io non avrei dovuto crederle.
    Invece l'avevo ascoltata ed ero andato via.
    Le ombre del passato mi dilaniano dentro ma le maschere che ho imparato a indossare nel tempo mi aiutano a non coinvolgere in questo dolore chi mi sta attorno.
    Quindi volto la pagina e le sorrido.
    -Esatto, sono stati una specie di famiglia per me-
    Si, sono riuscito a salvarmi, lei però no.
    Questa pagina che ho voltato sembra non volerne sapere di starsene al suo posto, preme a voler tornare indietro, a voler riaprire le ferite che pensavo di aver ricucito abbastanza bene.
    E' Amy a decidere di tenerla ferma in quel particolare punto, mi chiede di mia madre.
    Come mai ha lasciato che fuggissi da solo dice.
    Mi basterebbe dirle “ha deciso di sacrificare la sua vita per me” ma non sarebbe abbastanza.
    Mia madre, una semplice donna priva di poteri magici, e un uomo che l'amava ma non abbastanza da non rimpiangere quello che sarebbe potuto essere con il suo potere e non era stato.
    Non so quanto tempo sono rimasto a fissarla, non so perchì provo di nuovo rabbia in questo momento, vorrei dirle di non parlare così di lei, che non sa i motivi che l'hanno spinta a mandarmi avanti, in un mondo che lei non conosceva.
    Che non sa che quando ha provato a scappare lui l'ha trovata e uccisa.
    -Perchè ci avrebbe trovato- le dico solo e questa volta chiudo con un tonfo immaginario queste pagine logore.
    -Ma basta parlare di queste cose, non servono certo per rallegrare la giornata- ingoio l'enorme groppo che mi si è fermato in gola e mantengo il mio profilo basso.
    -Hai pensato a quale sarà la prossima mossa da fare?-
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous
    Dylan
    Il viso di Niels si adombra mentre riporta alle mente le immagini del suo passato. Le sue parole lasciano trasparire una sofferenza che intuisco cerchi di nascondere agli occhi altrui, ma senza riuscirci appieno. Infatti colgo le sfumature del suo sguardo e gli impercettibili movimenti dei muscoli del suo viso che si contraggono nel tentativo di dissimulare ciò che realmente prova. Non posso dire di conoscere bene Niels, ma mi ha sempre dato l’idea di essere un ragazzo sereno, senza fantasmi del passato a turbare le sue notti. Ora, invece, da quel che mi racconta e da come me lo racconta intuisco che tale serenità non gli appartiene del tutto, ma è probabilmente solo una maschera ben rodata. Lo ascolto con attenzione, gli concedo questo spazio in cui può raccontarsi, svelandosi un po’. Da un lato vorrei avere il potere di leggere i suoi pensieri perché sono certa non mi stia rivelando tutto, dall’altro, però, voglio essere delicata e lasciare che sia lui a decidere fin dove spingersi col suo racconto. Mi trattengo e reprimo la mia solita curiosità che premerebbe per saperne di più, per bombardarlo di domande. Rimango così in silenzio e lascio che uno spazio privo di parole si frapponga fra noi, una barriera invisibile che ci tiene distanti seppur a pochi centimetri l’uno dall’altra. Un uccellino intona un motivetto allegro tra le fronde sopra le nostre teste e mi lascio trasportare dalla melodia distraendomi per qualche istante. È lo stesso Niels a catturare di nuovo tutta la mia attenzione, sillabando una frase atta a tagliare inequivocabilmente il discorso. “Mi dispiace” mormoro abbassando lo sguardo. Due parole che mi escono di getto, quasi sfuggendomi dalle labbra che nervosamente mi mordo. L’ho messo in difficoltà con la mia domanda, è evidente. A ripensarci avrei dovuto evitare, il tono del mio quesito poteva essere frainteso e la mia curiosità scambiata per arroganza. Come se potessi arrogarmi il diritto di stabilire se sua madre avesse agito nel modo sbagliato oppure no. Un’espressione mortificata mi corruga la fronte e i miei occhi chiari non riescono a risalire oltre il suo mento, quasi spaventati a posarsi in quelli verdi del ragazzo. “Non erano affari miei, sono stata invadente. Se tua madre ha creduto fosse la soluzione migliore per voi, allora hai fatto bene a seguire le sue indicazioni”. Non potevo fare a meno di domandarmi dove fosse questa madre ora, e che fine avesse fatto quel padre tanto violento. Forse un giorno si aprirà di nuovo con me e lo scoprirò, o forse no, intanto faccio tesoro di ciò che di sé mi ha permesso di sapere. “Si, basta parlare di cose tristi” sentenzio tirando le labbra in un sorriso stentato. Ancora non riesco a guardarlo negli occhi quindi mi limito a voltare il capo per contemplare un gruppetto di piccioni intenti a beccare qualche briciola. Non so se Niels abbia ancora voglia di parlare con me, forse è arrabbiato o si è sentito offeso dalle mie parole, per questo non prendo l’iniziativa e lascio che il silenzio cali di nuovo tra noi. Questa volta l’assenza di parole ha un sapore diverso, è colma di imbarazzo da parte mia e difficilmente riesco a dissimularlo. Gioco con un filo d’erba, spezzandolo in frammenti minuscoli quand’ecco che il ragazzo mi rivolge di nuovo la parola. Non ha la solita espressione gioviale, ma apprezzo il suo interessamento alla mia questione, almeno svia l’attenzione da sua madre e dalla sua scelta poco condivisibile. “Non saprei, questo episodio mi ha lasciato veramente confusa. È come la ciliegina sulla torta, ecco. E ti confesso che stavo facendo una riflessione” insisto nel non guardarlo in faccia e ormai il filo d’erba è stato polverizzato “quest’estate non voglio tornare a casa mia. Non ho voglia di parlare con mia madre, di far finta che sia tutto a posto”. Scuoto la testa febbrilmente “ho deciso che cercherò un lavoretto in Spagna e vivrò lì un paio di mesi. Pensi sia una buona idea?” butto lì chiedendo il suo parere a riguardo, gli occhi ben piantati sull’erba spezzettata che mi punteggia le caviglie nude.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Studente Tassorosso
    Posts
    327

    Status
    Offline
    Dice che le dispiace e io non riesco a ricambiare, facendole sapere che dispiace anche a me.
    Sebbene sia la verità.
    Ma ho il tempo di riacquistare il senso della parola quando lei si spiega meglio.
    -E’ complicato Amy, dispiace anche a me aver risposto così, non potevi sapere..- non può sapere che alla fine l’ha uccisa.
    Per fortuna accoglie la richiesta di cambiare argomento, sono passati due anni ma non sono ancora riuscito a farmene una ragione, non sono lucido su questo discorso.
    Percepisco il disagio, da parte sua ma anche da parte mia, come ho fatto a non evitare questa situazione?
    Che senso ha fingere se poi basta così poco per far crollare tutte le maschere?
    Mi da le spalle, è chiaro che l’ho ferita in qualche modo, cosa devo fare per rimediare? Non so se ne sono capace, vorrei poter tornare indietro di qualche minuto e ricominciare d’accapo.
    Le avrei raccontato solo cose belle, di come era bello quando mi raccontava le storie della buona notte, di come ci piaceva dipingere i tulipani sulle tele.
    Di come adorava sentirmi suonare..
    Mi dice che non vuole tornare a casa sua questa estate, mi riscopro a condividere con lei questo pensiero, ci vuole tempo per mandar giù questa cosa, e non deve essere facile fingere che non sia cambiato nulla.
    -Come mai proprio in Spagna?- le chiedo riflettendo sul fatto che fossi proprio convinto fosse inglese.
    -Penso che sarebbe meglio non restare sola, perché non la passi con le tue amiche? Ti aiuterebbero a distrarti- allora chino il capo e faccio capolino con la testa nel suo campo visivo – oppure potrei venire io con te in Spagna, è vero che fanno la sangria più buona del mondo?-
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    190

    Status
    Anonymous

    Niels ha ragione, non potevo sapere, ma potevo comunque comprendere dal suo tono di voce così malinconico che il finale della storia fosse tutt’altro che lieto. Tutto sommato Niels è molto simile a me, entrambi mascheriamo sapientemente le nostre emozioni mostrandoci sempre allegri e col sorriso. Se così non fosse avrei già parlato alle mie amiche di questa storia, anziché tenerla per me e lasciare che io stessa sia l’unica a doverne sopportare il peso. Non sono affatto brava a confidarmi con le persone, specie se queste sono molto vicine a me, come le mie migliori amiche per l’appunto. Ad oggi le persone a conoscenza dei miei problemi familiari sono soltanto tre, e di una di queste non so nemmeno il cognome. La mente corre veloce verso Alexander e il suo viso angelico tormentato da tumulti invisibili fa capolino tra i miei pensieri. Mi aveva assicurato che si sarebbe trovato sulla stessa sponda del lago alla stessa ora anche il weekend successivo a quello del nostro incontro, ma l’unica cosa che trovai fu soltanto un mucchio di sassi coperti di muschio e un paio di gabbiani affamati. Scuoto la testa, il ricordo delle aspettative infrante e l’amara delusione di non aver incuriosito il ragazzo tanto quanto lui aveva incuriosito me oscurano per un istante il mio volto. Persisto nel mantenere lo sguardo in basso, puntato ora sulle mie scarpe ora sui ciuffi d’erba che con nervosismo strappo dal terreno. Lascio che Niels guidi la conversazione verso argomenti meno delicati, nel chiaro intento di smorzare la tensione che si è creata tra noi. “Non c’è una ragione particolare, si può quasi dire che io abbia girato il mappamondo e abbia puntato il dito a occhi chiusi. Non conosco la Spagna e non conosco nessuno che vive lì, però gli spagnoli mi sembrano gente simpatica e non dovrei avere problemi ad integrarmi”. Non è stata affatto una scelta ragionata bensì una decisione dettata dalla sola voglia di scappare, di fuggire via da ciò che mi aspetta a casa, posticipando il più possibile il momento del confronto con mia madre. E con mio padre, anzi i miei padri, qualora mia madre volesse comunicarmi chi è quello biologico. No, dopo un anno scolastico tosto come questo merito soltanto di divertirmi. Ho sedici anni, diamine! Voglio essere spensierata e trascorrere le vacanze tra uno shot di vodka e uno di tequila, non certo in una valle di lacrime nel mio sperduto paesino di campagna. Niels, però, mi stupisce sostenendo che non trova appropriato che io fugga da sola, quasi volesse dire che sono troppo piccola per farlo e che potrebbe essere pericoloso per una minorenne vivere allo sbando in un paese straniero. Non ha tutti i torti, ma forse un po’ di rischio è proprio quello che voglio, anche se non saprei dire il motivo. “Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno” mi ritrovo a ribattere “ti confesso che le mie amiche nemmeno sono al corrente di ciò che mi è successo. Ma comunque non potrebbero venire con me, hanno altri piani per l’estate”. Kyky andrà in Perù da suo padre insieme a Logan mentre Rose sarà costretta a trascorrere le vacanze come un’eremita, chiusa a doppia mandata nella sua stanza da quel despota del signor White. Certo, l’idea di non vederle per due interi mesi mi rattrista non poco, ma per fortuna esistono i gufi, finirò per sommergerle di lettere. "oppure potrei venire io con te in Spagna, è vero che fanno la sangria più buona del mondo?" Arresto il mio flusso di coscienza e finalmente alzo lo sguardo per puntare i miei occhi chiari in quelli altrettanto chiari del ragazzo. Gli ho davvero fatto così tanta pena? Perché mi sembra davvero l’unico motivo che avrebbe per avanzare una simile proposta. Con un leggero imbarazzo che mi tinge di rosso le gote replico “beh..si, la Spagna è la patria della sangria e…beh, se sei un amante non posso certo vietarti di venire ad assaggiarla”. Mi gratto la testa e distolgo lo sguardo dal suo “tu che programmi hai per l’estate, a parte sgobbare al paiolo?”

     
    Top
    .
17 replies since 19/5/2021, 21:39   240 views
  Share  
.
Top