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Pvt. Chris

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    Ero ormai decisa. Dopo più di una settimana avevo trovato il coraggio necessario per riuscire ad andare da Christian e risolvere la situazione. Non ce la facevo più e continuare ad evitarlo non aveva senso, ogni volta che lo intravedevo da lontano cambiavo strada e persino alla lezione multipla non gli avevo rivolto parola. Non che lui avesse tentato di farlo... ma ahimé questa volta dovevo assumermi le mie responsabilità, dopo che me ne ero andata via senza nemmeno salutarlo dalla camera del locale, aveva tutto il diritto di ignorarmi. Fossi stata al suo posto sarei andata in bestia per un gesto del genere, ma dopo essermi svegliata avvinghiata a lui e quasi totalmente nuda ero andata nel panico, non ricordavo nulla e mi vergognavo immensamente per ciò che supponevo di aver fatto. Per questo alla fine avevo optato per andarmene semplicemente prima che lui si svegliasse, quella mattina mi sembrava la cosa più sensata da fare, ma forse mi sbagliavo. C'era però un pensiero che non dava segno di volersene andare dalla mia testa. E se il silenzio e la totale assenza di contatti da parte sua non fosse dovuta al mio gesto, ma bensì al fatto che ormai aveva ottenuto ciò che voleva e che quindi fosse semplicemente passato oltre? Magari i pomeriggi passati assieme erano solo un mezzo per raggiungere un fine. No. No. No. Non potevo essere stata così stupida da non accorgermene e peggio ancora da cascarci. Non poteva essere così e basta. Non lo avrei accettato. Il banchetto serale era ormai terminato da una decina di minuti ed almeno da quindici non facevo altro che camminare nervosamente avanti e indietro nei pressi della porta della sala comune delle serpi. Prima o poi sarebbe dovuto entrare ed io sarei stata lì ad attenderlo, non mi interessava nemmeno se con lui ci fossero stati Hugo ed Oliver, tanto ormai erano convinti da tempo che io e lui andassimo a letto assieme, per cui non mi avrebbero prestato troppa attenzione. Il tempo passava ed i miei pensieri continuavano a divorarmi. Era da più di una settimana che mi chiedevo quanto oltre mi fossi spinta in quella camera, mi ero risvegliata praticamente nuda e con un molestissimo doposbronza, sapevo di non reggere bene l'alcol e non era la prima volta che dimenticavo pezzi di serata dopo aver bevuto, ma di quella sera avevo proprio un enorme buco nero nei ricordi. Mi balenavano alla testa solo brevissimi flash ed in uno di quelli mi ricordavo piuttosto chiaramente di avergli sfilato i boxer, in un altro invece gli ero sopra e lo fissavo intensamente, ma nulla di più, il resto era nebbia. Una fitta nebbia grigiastra che oscurava il resto della serata e mi faceva andare fuori di testa.
     
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    L'attesa dell'infermeria era interminabile, quella sera soprattutto, c'erano ragazzini che al seguito di una stupida gara sulle loro care firebolt, avevano portato dei lividi qua e la e qualche ginocchio sbucciato. Christian doveva solo farsi controllare i lividi che il salice schiaffeggiante gli aveva procurato, aveva scelto l'ora di cena proprio nella speranza di non trovare nessuno e invece si ritrovava li a sbuffare e imprecare contro quei ragazzini, senza poter neppure accendere una sigaretta per far passare il tempo più velocemente. A saperlo, avrebbe mangiato almeno qualcosa prima di presentarsi in quel posto. Ma ormai era troppo tardi.
    Finalmente arrivò il suo turno, l'infermiere diede uno sguardo alle ferite e alla vista che, sembravano guarire pian piano. Passò uno strano intruglio magico dove serviva e con un ferula lo fasciò, tranne al viso, su richiesta di Christian, altrimenti sarebbe sembrato una mummia. Si raccomandò ugualmente di fare attenzione e bla bla, al ragazzo non interessava più ascoltarlo e dopo essersi rivestito, andò via, diretto verso le cucine sperando che i mostriciattoli potessero servirgli qualcosa anche oltre l'orario. Per la prossima volta, doveva ricordare di andare durante le lezioni magari, così aveva una scusa valida per saltare gli studi e non la cena. Possibile che tutto ciò che faceva ultimamente, gli ritorceva contro? L'imbucata sotto al salice, la gita serale alla foresta proibita che gli aveva rimasto solo incubi, eppure, non credeva di essere così traumatizzabile. Sbuffò a questi pensieri e con non curanza verso gli studenti che popolavano i sotterranei, passò fuori la sua sala comune, notando una folta chioma di ricci biondi. Lo studente iniziò a rallentare, quasi incredulo a quella vista. Voltò il capo all'indietro per essere sicuro di aver focalizzato bene il viso e di constatare che la sua immaginazione non gli tirava brutti scherzi. Si trattava proprio di Sky. Sembrava stesse aspettando qualcuno, nervosamente. Il serpeverde si fece coraggio e le parlò da dietro le spalle. "Sei qui per il tuo caro amico Oliver?" Ironizzò, spiccicando la prima frase che gli venne in mente. Forse poteva fare di meglio, dopotutto non si parlavano da quella sera, ma era ancora un bel po' offeso, Christian era il tipo di ragazzo che si legava al dito un torto subìto, soprattutto dalle persone a lui care.
    La corvonero si voltò, guardando il serpeverde con aria stranita, forse per i lividi sul viso e la sclera arrossata che si ritrovava da qualche giorno. "Beh? Conciato così sarà più facile scappare, dico bene?" Dritto al punto, complimenti.
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    Continuavo a fissare un punto indefinito in mezzo al muro quando percepii una voce famigliare alle mie spalle. Cazzo. Era dietro di me ed io non sapevo assolutamente con che coraggio guardarlo in faccia. «Hehe... già... sono qui proprio per Oliver» Dissi con tono nervoso mandando giù un po' di saliva. Feci un respiro profondo, poi trovai la forza di girarmi e guardarlo in volto. «Che ti è successo?» Chiesi seriamente preoccupata non appena vidi il suo viso ricoperto di lividi. Alzai un braccio per sfiorarlo, ma prima di arrivare al suo viso rinsavii e mascherai il mio gesto spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Non era giusto che facessi finta di niente, mi ero comportata male e poi ero sparita, ora non potevo tornare ad essere la solita me come se fosse la cosa più normale al mondo. E feci bene, perché le parole che uscirono poco dopo dalla sua bocca furono dure ed andarono dritte al punto. «Dipende quanto veloce corri...» Abbozzai un sorrisetto poco convincente. Eh già... era davvero pietosa come battuta. Lo guardai per qualche secondo domandandomi per quale assurdo motivo avessi deciso di aspettarlo lì quella sera. Volevo chiarire, giusto. Ed allora chiariamoci. Feci un respiro profondo e decisi di andare dritta al punto come aveva fatto lui poco prima. «Ti chiedo scusa per la fuga dell'altro giorno...» Mi grattai nervosamente un sopracciglio cercando di trovare le parole giuste. «Vedi... non so bene come spiegarlo a parole.» Per la barba di Merlino, che imbarazzo. «Quando mi sono svegliata ed ho realizzato cos'era successo sono andata nel panico. Ero ancora stordita dalla serata alcolica, non ricordavo nulla, ma beh... era piuttosto ovvio il quadretto...» E no, non ti dirò che mi sentivo incredibilmente stupida ad aver gettato così al vento la mia prima volta, non potevo nemmeno decidere se mi fosse piaciuta o meno, perché semplicemente non me lo ricordavo. Che idiota. «Vedi, non ti biasimo affatto ero ubriaca e di sicuro in quel momento mi sarà sembrata una bella idea pure a me, ma con senno di poi non riesco a fare a meno di sentirmi una stupida. Non ricordo nemmeno che ho fatto. Diamine» Che fastidio. «Io semplicemente non sapevo più come guardarti in faccia, ero in imbarazzo. Sono in imbarazzo » Mi corressi alla svelta per fargli capire quanto mi costasse quella chiacchierata, o meglio, quel monologo visto che sparavo parole al ritmo di una mitraglietta. Lo facevo sempre quando ero nervosa e non ero minimamente in grado di regolarmi. «Vorrei solo sapere una cosa... Quello che era successo prima di quella sera non era solo per arrivare a fare beh... quello che abbiamo fatto quella sera, vero?» Mi portai le mani sul viso coprendomi la faccia per qualche secondo, sentivo le guance in fiamme ed ero certa di essere diventata bordeaux, ma volevo sapere. Avevo bisogno di sapere. Altrimenti quel pensiero non mi avrebbe mai abbandonato.
     
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    Per un attimo Christian credette che Skylee volesse carezzare le sue ferite, prima di scostare una ciocca di capelli dal suo viso. Avrebbe voluto il suo tocco delicato sul suo viso in realtà.. La biondina riusciva a fargli male in molteplici modi, cazzo che odio. "Niente di importante." Rispose secco. Era vero, a detta altrui, i lividi dovrebbero scomparire nel giro di una settimana o al massimo entro dieci giorni. Sospirò evidentemente infastidito dalla sua battuta, lo stava facendo apposta per farla penare un po'. "Ho da fare, Sky. Ti lascio aspettare chi vuoi, in santa pace." Aveva sperato che si trovasse lì per lui, ma così non sembrava, tanto valeva lasciarla in pace, sembrava molto a disagio in sua presenza, quasi pietrificata. Fece qualche passo indietro, intento a voltarsi ma finalmente la corvonero riuscì a sputare fuori tutto ciò che sentiva. Dalle scuse alla spiegazione finale. Stavolta quello pietrificato sembrava lui, non sapeva cosa dire e come si reagiva a quella rivelazione? "Maledizione. Una settimana di silenzio, di sguardi fugaci e di dietrofront quando mi vedevi per i corridoi, solo per una supposizione?" Inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia, osservando l'espressione del suo viso. Imbarazzata, come aveva appena finito di dire. Pollice e indice premerono sulle palpebre dei suoi occhi, appena chiusi. Era deluso e arrabbiato, ma non voleva metterla in difficoltà, più di quanto si trovasse già. Maledetta Sky, cosa gli stava facendo? "Posso capire il tuo imbarazzo, ok? Quello che non capisco è perchè sei andata via senza lasciare neppure un biglietto. Sai come mi sono sentito quando ho riaperto gli occhi e tu non c'eri? Pensaci, un fottuto idiota." Persino usato, ma non l'avrebbe ammesso, troppo orgoglioso, anche per questo non l'aveva cercata da allora.
    Rimase nuovamente sorpreso dalle parole di Skylee, la quale aveva appena rivelato di non ricordare cosa aveva fatto. Tutto sembrò molto chiaro al giovane studente, toccava solo rivelarle che non l'avevano fatto, non del tutto almeno. "Davvero non ricordi?" Il suo tono era decisamente più calmo rispetto a prima, adesso capiva. "Te lo ricorderesti se avresti fatto sesso con me, non sono certo un tipo facile da dimenticare io." Ammiccò in sua direzione, facendosi scappare un ghigno divertito. "Ammetto che mi piaci, Sky e diamine, farei sesso con te anche qui, davanti a tutti. Ma non ho scelto la tua compagnia solo per questo. Sei intelligente, spiritosa, intuitiva.. il tempo con te vola, facendo addirittura un ripasso di pozioni." Materia che odiava, se non si fosse ancora capito. I pezzi del puzzle sembravano rimettersi a posto da soli, ma mancava ancora qualcosa. Glielo chiese, quasi timidamente. "Quindi, non ricordi proprio nulla? In realtà qualcosa è successo, ci siamo.. baciati." Ne sarebbe rimasto davvero deluso se quei baci erano dettati unicamente dall'alcool.
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    Christian sembrava essere diventato molto freddo nei miei confronti, non lo biasimavo, ma vederlo comportarsi in quel modo mi faceva in un qualche modo male. Ero io la prima ad averlo evitato tanto a lungo, ma ora che finalmente lo avevo davanti mi sentivo una grandissima idiota per ciò che avevo fatto, probabilmente sarebbe stato più facile chiedergli spiegazioni fin da subito così da chiarirsi in tempi brevi, ma la mia testa aveva deciso così ed ormai era troppo tardi per pentirsi delle proprie azioni. Fu quando si voltò e fece per andarsene che capii quanto avessi bisogno di spiegargli le mie motivazioni. Lui rimase lì, fermo ad ascoltarmi e con un'espressione indecifrabile in viso fino a quando non ebbi terminato. Supposizione. Solo per una supposizione. Lo guardai stranita senza capire, avevo dato così tanto per scontato ciò che era accaduto in quella camera, che non mi ero soffermata nemmeno un attimo a pensare che forse mi sbagliavo. «Perdonami. Non volevo certo farti sentire così...» L'unica idiota quella mattina ero stata io e lo sapevo. Scossi visibilmente la testa quando mi chiese se sul serio non ricordassi nulla. Quella sera era un grande vuoto per me, un vuoto che mi faceva male e mi teneva sveglia la notte. Avrei voluto ricordare sul serio i momenti passati con lui, ma l'alcol aveva restituito solo piccoli frammenti sfocati alla mia mente. «Quindi noi? Non? Davvero?» Chiesi quasi incredula alla sue parole. «Come mai?» Inutile, ero sempre la solita, pure dopo una rivelazione del genere non potevo fare altro che chiedermi se la causa di quel rapporto mai consumato fossi io. Magari avevo fatto qualcosa di sbagliato, o magari si era accorto di quanto inesperta fossi ed all'ultimo aveva preferito non sprecarsi nemmeno preferendo qualcuno di più esperto. «È stata colpa mia?» Perché diamine mi sentivo in colpa ora? Dovevo essere felice di non esserci andata a letto. Non da ubriaca almeno. No? Le parole di poco dopo arrivarono forti come una scarica elettrica. Aveva detto sul serio ciò che era appena giunto alle mie orecchie o era stata soltanto un'allucinazione? «Dici sul serio? I - io ti piaccio?» Chiesi diventando rossa come un peperone. Non sapevo perché ma sul mio viso era appena apparso un enorme sorriso, ero imbarazzata e felice al tempo stesso. Sentir uscire quelle parole dalle sue labbra mi aveva donato un senso di pace indescrivibile, mi aveva permesso finalmente di tirare un sospiro di sollievo. Ciò voleva dire che non mi ero immaginata niente, quel che sentivo quando stavo con lui era ricambiato e non ero stata semplicemente usata per raggiungere uno scopo. «Qualcosa lo ricordo...» Beh... già, il suo corpo nudo era rimasto piuttosto impresso nella mia testa, ma lui parlava di qualcosa avvenuto prima, qualcosa che ricordavo piuttosto bene e lo ricordavo perché in quel momento avevo provato qualcosa di forte. Qualcosa che credevo non sarei più riuscita a provare dopo Padme. «Quindi nemmeno quei baci erano tanto per, vero?..» Chiesi abbozzando un timido sorriso e stringendomi tra le spalle.
     
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    In quale mondo parallelo si trovavano? Perchè Christian aveva le farfalle nello stomaco? Dopotutto i due ragazzi stavano solo parlando, non si trattava di un bacio o di un tocco ravvicinato. Chiacchieravano ad una distanza di circa mezzo metro l'uno dall'altro, eppure lo studente avvertiva forti e piacevoli sensazioni. "Mi hai rivelato di essere ancora vergine.." - "..e non volevo farti sprecare la prima volta." Un momento che dovrebbe essere indimenticabile, soprattutto per una ragazza, quasi allo stesso livello di coronare il sogno d'amore con fedi nuziali e stronzate varie. Sia chiaro, a Christian non interessava minimamente il matrimonio, ma il fatto di essere il primo a toccare una ragazza, lo metteva a disagio. Non voleva essere ricordato come quello che ha sverginato tizia, preferisce più che altro essere quello con cui tizia ha passato una notte da sballo. Il romanticismo e stronzate varie non facevano per lui. Eppure con Sky sembrava non valere questo pensiero. Desiderava essere il primo ragazzo al quale si concedeva e addirittura, voleva per lei qualcosa di speciale. "Beh, si. E suppongo che anche io ti piaccio.. dico bene?" E stavolta, non lo disse solo per gonfiare il suo ego. Un po' ne aveva la certezza dopo il loro momento d'intimità e la rivelazione di Sky. E un po' ci sperava, perchè era ubriaca e in quel letto poteva finirci con chiunque. Un nervosismo improvviso lo assaliva, se pensava che poteva essere quel ragazzo con il quale si stava consolando, dopo aver scoperto che il serpeverde gli stava mandando degli impulsi con la bambola. "Cosa ricordi?" Chiese incuriosito, deviando i suoi pensieri malsani. Chissà la mente della corvonero quali "scene" aveva deciso di annebbiare. "Dipende. Tu perchè mi hai baciato?" Rigirò la domanda, consapevole che poteva non essere del tutto conscia in quei momenti.
    Lo stomaco di Christian brontolava, i morsi della fame iniziavano a farsi sentire. Poteva mangiare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, ma non voleva interrompere la conversazione e quindi pensò di non interromperla, bensì di trasportarla in un altro luogo. "Mi accompagni nelle cucine? Ho saltato la cena. Tu hai mangiato?" Stupidi ragazzini. Doveva accontentarsi degli avanzi o peggio, doveva tentare di cucinare qualcosa.
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    No. Non potevo averlo fatto veramente. «Ti prego dimmi che non è vero...» Dissi scoppiando a ridere in una risata nervosa, mentre con la mano sinistra mi massaggiavo le tempie. «Beh... immagino tu sia abituato a compagnie diciamo... più esperte» Sospirai distrattamente. Ecco perché si era fermato, ero stata così patetica da rivelargli una cosa del genere proprio nel mentre, che imbarazzo. Di certo sapevo come raffreddare i bollenti spiriti e far cambiare idea ai ragazzi, complimenti, che talento. «Credo di si, cioè... ne sono piuttosto convinta» Non avevo provato molto spesso quel tipo di sentimenti, a dire il vero lo avevo fatto solo una volta ed era finita in maniera disastrosa, per questo probabilmente avevo paura di ammettere che con lui mi trovavo bene e che i pomeriggi passati in sua compagnia mi rendevano sempre più allegra e di buon umore. Ero spaventata dalle mie emozioni perché sentivo di star dando a quel ragazzo troppo potere, se solo avesse voluto avrebbe potuto farmi soffrire in almeno trenta modi diversi, ed io ero stanca di star male per delle persone. «Innanzitutto ricordo la festa e a tal proposito...» Gli diedi una pacca sulla spalla sperando di centrare un livido per fargli più male. «Questo è per aver fatto l'idiota con quella bambola» Sorrisi appena. Ricordavo pure che alla fine ci eravamo chiariti in modo piuttosto soddisfacente, ed era stato proprio quel chiarimento a portarci in quella camera. «Ricordo i primi baci, poi c'è un vuoto, non ho idea di come siamo finiti in quella stanza. Poi.. beh... » Ci penso un attimo su decidendo se sia il caso di dirglielo o meno. «Ricordo... ricordo di averti tolto i vestiti, tutti i vestiti... per questo ero giunta a quella conclusione, mi sembrava ovvio il finale» Scoppiai nuovamente a ridere, ma questa volta più serenamente. «Ti ho baciato perché avevo voglia di farlo da molto tempo, ovviamente» Troppo tempo. Già durante quel pomeriggio in camera sua avrei voluto farlo, mi ero fermata solo per non dargli un idea sbagliata di me, avrei voluto sì stare con lui, ma non nel modo in cui stava accadendo quel giorno, era troppo presto ed io ero ancora troppo confusa per capire cosa volessi veramente. «Uh sì certo, andiamo pure. Mangio volentieri di nuovo» Anche perché durante il banchetto avevo lo stomaco così sottosopra che non ero riuscita a mangiare quasi nulla, il che non era assolutamente da me. «Speriamo gli elfi siano di buonumore, altrimenti ci toccherà accontentarci degli avanzi, o... cucinare da soli, ma ti avviso, in cucina sono pericolosa almeno quanto te davanti ad un calderone» Feci spallucce mentre ci incamminavamo verso le poco distanti cucine, quel che era vero era vero dopotutto, perché nasconderlo?
     
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    "Oh invece è vero, me l'hai detto!" Christian rise insieme a lei, non tanto perchè glielo aveva rivelato, ma per il suo imbarazzo del momento. Era davvero molto bella arrossita dall'imbarazzo e nervosa dal discorso che stavano portando avanti. "Cazzo Christian Morgan, riprenditi!" Si rimproverò mentalmente, mentre ascoltava le parole della corvonero. Compagnie più esperte, diceva. Probabilmente era vero, il serpeverde non ricordava in realtà di essere mai stato con qualcuna alle prime armi, ma era un discorso del tutto diverso. Con le altre non aveva mai provato nulla, invece con Sky qualcosa dentro di se si smuoveva. Ed era.. piacevole, ma al tempo stesso terrorizzante. Soprattutto terrorizzante. "Con te è diverso, volevo tanto stare con te quella sera, è stato davvero difficile fermarsi." Voleva farle sapere che per fermarsi, ci teneva davvero.
    I due ragazzi avevano ammesso che si piacevano, un gran passo avanti dato che fino a qualche ora prima, si evitavano. Com'era possibile che per avere un minimo di felicità, dovevano prima o litigare o non parlarsi per giorni? "Beh, se io ti piaccio e tu mi piaci.." Rimase la frase in sospeso, di proposito, mentre si avvicinava imperterrito alla biondina. Si morse le labbra prima di fare qualsiasi cosa e ascoltò tutto ciò che aveva da dirgli, con il corpo molto vicino al suo. Di sicuro non si aspettava di essere colpito proprio ad uno dei tanti lividi che riportava sul torace, per questo gli sfuggì una smorfia di dolore. "Ahia! Credevo fosse ormai acqua passata." Skylee ricordava la prima parte della serata, aveva rimosso la parte divertente, ma dai flashback che diceva di ricordare, gli mancavano solo i passaggi che le raccontavano di non averlo fatto. "Già, mi stavi quasi stuprando Skylee Mètis." Disse con un finto tono di disappunto, scuotendo la testa per fare scena. "Come biasimarti. Fossi in te, anch'io vorrei baciarmi." Scherzò, avvicinando di nuovo i propri corpi e le sue labbra alle orecchie della studentessa. "Sai, credo che abbiamo una settimana da recuperare." Le sussurrò, prima di scoccarle un bacio sulla guancia, un secondo più vicino alle labbra e il terzo, invece, fece combaciare le labbra di entrambi. Non erano ubriachi stavolta, non avevano alcune scusanze per ciò che avrebbero fatto. "Davvero, non sai cucinare?" Chiese sorpreso, mentre si avviarono alle cucine. "Incrociamo le dita per gli avanzi allora, o potrebbe scoppiare l'intero castello." Lui ovviamente non aveva idea di come si accendeva un fornello, figuriamoci di cucinare.
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    Alle sue parole non potei fare a meno di arrossire ulteriormente e sentirmi estremamente lusingata. Se davvero era andata come diceva lui io ero veramente una grandissima idiota, lo avevo evitato per più di una settimana sulla base di un ricordo, o meglio, una supposizione fittizia, mentre lui era stato così coscienzioso da fermarsi capendo appieno la situazione. Che stupida. «Beh, se tu mi piaci e io ti piaccio...» Ripetei le sue parole con tono allusivo. «Suppongo potremmo stare a vedere come procede» Io di certo ero molto curiosa di scoprire i possibili risvolti che sarebbero potuti nascere dalla nostra frequentazione. Non volevo farmi troppe asoettative, ci ero già rimasta ampiamente male in passato ed ora non volevo commettere lo stesso errore. Mi sarei goduta i momenti passati con lui ed avrei preso tutto ciò che di buono si poteva prendere, ma senza alcuna pressione e soprattutto senza illudermi troppo. Non lo conoscevo ancora abbastanza bene, per quel che ne sapevo sarebbe potuto sparire da un momento all'altro come altri prima di lui, o magari la storia si sarebbe ripetuta e come Padme avrebbe tradito me e la mia fiducia. Era per questo che non mi volevo illudere, avevo troppa paura di soffrire nuovamente e sentivo che se solo mi fossi lasciata andare del tutto a ciò che provavo, gli avrei dato tutte le carte in regola per farmi strappare il cuore dal petto. «Io ho fatto cosa?» Chiesi strabuzzando gli occhi alla confessione della serpe. «Immagino ti sarai sentito un'inerme vittima in quel momento, mh?» Continuai cercando di tener testa alle sue battutine. Che fosse vero o meno poco importava, ormai ciò che era stato era stato, non potevo cambiare il mio comportamento di quella sera ed ero certa che non gli fosse dispiaciuto troppo vedermi in quelle vesti, quindi tanto valeva scherzarci sopra ormai. «E se io fossi in te, vorrei baciare me ora» Lo lasciai avvicinare e lo imitai sussurrando a mia volta le parole al suo orecchio. «Lo credo anch'io» Le sue labbra sfiorarono prima la mia guancia, poi si avvicinarono alle labbra ed infine si intrecciarono fra loro regalando ad entrambi un momento di passione per troppo tempo atteso. «Sento che siamo sulla strada giusta per recuperare il tempo perso...» Dissi sottovoce staccando leggermente le labbra dalle sue, prima di baciarlo nuovamente e portargli le braccia al collo. «Già, sono un disastro. Ho sempre avuto qualcuno che lo facesse al posto mio e non ho mai imparato...» Ammisi dirigendomi assieme a lui verso l'entrata delle cucine. «Mi toccherà corrompere qualche elfo con il mio magico charme» Scoppiai a ridere divertita prima di solleticare la pera per farci accedere alla stanza. Gli elfi si erano ormai quasi tutti dileguati, ne era rimasto soltanto uno intento a recuperare il sacco ormai pieno della spazzatura. «Salve Citrus» Così si chiamava l'elfo che ci guardò con aria interrogativa. «Avresti qualche avanzo per una povera coppia di studenti affamati?» Lo guardai con occhi dolci arricciando un po' il labbro inferiore. «Skylee sei qui per il tuo solito spuntino dopo cena, vero?» Chiese con una vocina squillante. Ormai ero conosciuta da quasi tutti gli elfi delle cucine come la simpatica ragazza con un pozzo senza fondo nello stomaco. «No Citrus, questa volta no» Ammisi sorridendo timidamente. «Ho dovuto portare questo mio amico in infermeria e siamo tornati a banchetto ormai concluso... non ci vorrai mica lasciare senza cena, vero?» Il mio labbrino tremante si sarebbe dovuto meritare un Oscar per la recitazione, perché pochi istanti dopo l'elfo fece schioccare le dita e sul bancone della cucina comparve un enorme piatto di pasta fumante. «Grazie Citrus!! Sei l'elfo più gentile del castello. Non dirlo a Effy però, ci rimarrebbe male» L'elfo si dileguò in fretta lasciandoci la cucina tutta per noi. «Visto che talento? Altro che avanzi, ho rimediato un vassoio di pasta fumante» Esclamai sollevando ripetutamente le sopracciglia con aria soddisfatta.
     
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    La settimana di lontananza tra Skylee e Christian, pareva non esserci mai stata -eccetto qualche stronzata fatta da parte del giovane serpeverde- dato il modo in cui riuscivano ad avvicinarsi a vicenda e ridere della situazione passata. Ricambiò il passionale bacio di Sky, sentendosi per un attimo con la testa tra le nuvole. Gli dispiacque staccarsi da lei per avviarsi alle cucine e riempire il vuoto nello stomaco. "Fai attenzione con il tuo charme, potresti farmi cruciare l'intera scuola!" Sorrise e ovviamente mentiva. Non poteva cruciare nessuno, non solo perchè fosse contro le regole, ma anche perchè non aveva imparato ancora la maledizione. Supponeva doveva imparare prima incantesimi più semplici. Peccato, gongolava da matti alla vista dei suoi nemici contorcersi dai dolori, soprattutto nel caso in cui avrebbero poggiato gli occhi sulla corvonero, anche se per sbaglio.
    I due arrivarono alle cucine e Christian dovette trattenersi con tutto se stesso per non scoppiare a ridere davanti a quell'ironica scena tra la biondina e il mostriciattolo, fingeva di toccare i lividi sul viso, con una smorfia di dolore, con la speranza che l'elfo gli facesse la grazia di un pasto caldo che, in men che non si dica, arrivò. Attese che andasse via, prima di proferire parola. "Wow, il tuo charme è un arma!" Esclamò, prendendo posto accanto a lei e scrutare l'interno del piatto in ceramica. Doveva ricordare di portarla con se, nel caso aveva bisogno di un aiuto con gli elfi indisciplinati. "Ravioli? Il citrullo stasera si è superato." Aveva sbagliato il nome di proposito, per la somiglianza della pronuncia. Con una forchetta divise un raviolo in due, facendo fuori uscire il ripieno alle noci dall'aspetto delizioso. Fece assaggiare la prima metà a Sky. Probabilmente se non fosse stato per lei, il serpeverde quella sera si ritrovava a mangiare patatine in busta e gli andava di lusso. "Dunque, ti trovavi fuori la sala comune delle adorabili serpi, per me?" Chiese, mentre divideva un altro raviolo per entrambi.
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    «Visto che arma micidiale?» Risposi ammiccando, compiaciuta del risultato ottenuto. Mi misi a sedere e aspettai che Christian facesse lo stesso prima di iniziare a mangiare, dopotutto seppur poco io avevo già mangiato in sala grande, era lui quello a stomaco vuoto. «Guarda che se lo chiami di nuovo citrullo me li mangio tutti io questi ravioli. Ingrato» Gli feci scherzosamente la linguaccia figendomi indispettita e tirando a me il piatto di ravioli. «Cerchi di corrompermi lasciandomi il primo boccone, mh?» Lo guardai di sottecchi. Lui purtroppo non poteva ancora saperlo, ma io ero un pozzo senza fondo quando si parlava di mangiare e se si trattava di pasta o carne, ancora di più. Per questo il suo gesto poteva rivelarsi molto pericoloso, se la pasta mi fosse piaciuta troppo ci sarebbe stato il rischio che decidessi di mangiarmela tutta io. Cercai di rifiutare ma quando il boccone mi fu proprio sotto al naso non riuscii a resistere, aveva un'odore delizioso ed il ripieno alle noci che fuoriusciva da un lato sembrava davvero appetitoso. Lo morsi e mandai velocemente giù il boccone, era cremoso e croccante al tempo stesso e se davanti a me non ci fosse stato Christian, probabilmente mi sarei lanciata sul piatto per abbuffarmi senza ritegno. «Per mille elfi, è divino!» Esclamai portandomi le mani alle labbra. «Mangia prima che si raffreddino, sarebbe uno spreco» Dissi con tono apprensivo. Aspettai che il ragazzo mandasse giù almeno un paio di ravioli prima di iniziare a mia volta a mangiare, cercavo di mantenere un ritmo due a uno, per ogni coppia di ravioli che mandava giù io ne rubavo uno, onesto direi. «Per chi se no? Credi davvero che potrei mai aspettare Oliver davanti alla sua sala comune?» Sollevai un sopracciglio guardandolo con aria interrogativa. «Il fatto che mi abbia salvato durante la lezione dei pirati gli ha fatto guadagnare qualche punto nei miei confronti, ma di certo non sono abbastanza per far sì che io mi ricreda sul suo conto...» Dissi prima di addentare il boccone che mi ero portata vicino alla bocca. Lo assaporai lentamente facendomi sfuggire qualche smorfia di piacere e nel mentre osservavo distrattamente i lividi sul volto di Christian. «Chi ti ha ridotto così?»
     
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    Il serpeverde sorrise quando vide il comportamento della corvonero, così diverso dal suo. Difendere un semplice elfo che si trovava ad Hogwarts solo ed esclusivamente per lavoro, era nobile da parte sua e in cuor suo, si chiedeva se era degno di ricevere tante attenzioni da Sky.. se non avesse preso un grosso abbaglio con lui, credendo di avere a che fare con una persona che in realtà non è. "Okay, mi limiterò a chiamarlo essere immondo, va meglio?" Ironizzò, mentre provava ad infilzare un raviolo, troppo tardi, dato che la biondina lo tirò verso di se, in modo visibilmente ironico. "E saresti in grado di lasciar morire di fame un povero studente, solo per una battutina, eh?" Sky riportò il piatto di fronte a Christian ed iniziarono a mangiare insieme, quasi come una coppia di innamorati. "Magari non Oliver, mhh.." Si portò una mano sul mento, poteva essere li ad aspettare un serpeverde più affascinante del sottoscritto, ma era molto improbabile che potesse esistere. "Probabilmente se provate a fare due chiacchiere senza provare ad ammazzarvi a vicenda.. potreste persino tollerarvi." Christian conosceva entrambi, sapeva che Oliver era noto per essere uno stronzo stratosferico e menefreghista, ma anche Skylee ha il suo bel caratterino. Insomma, due fuochi che si scontrano. "Oppure rimanete nell'odio reciproco." Alzò le mani in segno di resa, dopotutto non poteva importargli più di tanto che i due depositassero l'ascia di guerra, fin quando si parli di "guerra fredda", senza feriti.
    Tra una parola e l'altra, i due terminarono il piatto. Doveva ricordare di fare una recensione all'elfo, meritava davvero cinque stelle per quel piatto, poteva fare a gara con i migliori ristoranti babbani che si trovavano sparsi per il globo. Guardò la studentessa seduta di fianco a lui, con un espressione pensierosa: doveva ammettere di essere stato malmenato da una ragazzina ed un albero, o fare il figo e inventarsi uno scontro con qualche magica creatura? "Un incidente." Optò infine, ma lo sguardo insistente di Sky, tralasciava capire che volesse sapere di più. "Io e una Grifondoro le abbiamo prese brutalmente dal salice schiaffeggiante. O Platano picchiatore, come preferisci. Lei è svenuta e nel tentativo di tirarla via dal ring, le ho prese più del dovuto." Ammise. Sarebbe stato più semplice lasciare Karen in balia dei rami e fuggire via, ma non poteva starsene tranquillo mentre la ragazzina
    rischiava la vita, per colpa sua per giunta. Doveva ritornare a fregarsene un po' di tutti, aveva l'impressione che Hogwarts lo stesse cambiando.
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    «E io ti toglierò il saluto» Dissi beffarda e compiaciuta. Sapevo che scherzava e per questo non me la sarei presa per le sue battute nei confronti dell'elfo, ma se solo qualcuno avesse tentato di offenderlo sul serio in mia presenza, avrebbe passato un brutto quarto d'ora. «Anche per molto meno in realtà...» Mi finsi pensierosa mentre continuavamo a scambiarci pungenti battutine. Il tempo con lui passava velocemente ed era sempre bello chiacchierare assieme, era un interlocutore per nulla noioso e di certo non si lasciava sottomettere dal mio sarcasmo, era una cosa che apprezzavo e non potevo che esserne affascinata, avevo bisogno di una persona così al mio fianco, qualcuno che non me la lasciasse mai vinta e che mi desse continuamente filo da torcere. Probabilmente era questo che mancava nel mio rapporto con Padme, lei era fin troppo buona e pacata per un carattere come il mio che invece non smetteva mai di fare scintille. «Non direi che il nostro rapporto sia segnato da un'odio reciproco, semplicemente di tanto in tanto sento il bisogno di insultarlo e rimetterlo al proprio posto...» Ammisi mandando giù un raviolo fumante. «Ovviamente non mi sta neppure simpatico, sia chiaro, direi che mi è indifferente. Però ammetto che mi diverto a battibeccare con lui» Nessuna delle sue parole spese nei confronti di Oliver sarebbe servita a farmi cambiare idea su di lui, per certi versi forse eravamo simili ma per altri, quelli più importanti, eravamo l'opposto e tali differenze non sarebbero mai cambiate. «Che eroe...» Scoppiai a ridere di gusto per la sua confessione. «Quindi sei stato picchiato da un'albero?» Non c'era nulla da fare, le risate continuavano a uscire incontrollate e sentivo le lacrime bagnarmi gli angoli degli occhi. «Scusami, non era mia intenzione...» Cercai di darmi un contegno e controllare, seppure a fatica, le risate che continuavano a sfuggirmi dalle labbra. Il suo racconto era così assurdo da farmi morire dalle risate, mi chiedevo cosa ci facesse nei pressi del platano picchiatore e come facesse a non essere a conoscenza della sua pericolosità. «La ragazza almeno sta bene? Sei riuscito a fare l'eroe della situazione o è finita spappolata sotto i rami?» Chiesi curiosa inarcando un sopracciglio. Chi fosse e cosa ci facesse con lui non era affare mio e seppur sentivo un briciolo di fastidio crescere in me, dovevo cercare di reprimerlo.
     
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    Christian ascoltò Sky con attenzione, un po' lo rincuorava che non odiava uno dei suoi amici, di certo non poteva obbligare i due a piacersi, per questo l'indifferenza reciproca poteva andargli bene. Forse era addirittura migliore del rapporto che invece lui aveva con le amiche/sorelle di Skylee. Il momento era quasi perfetto per essere sincero con la ragazza, ma era sicuro che se raccontava cosa aveva fatto con entrambe, probabilmente la bionda l'avrebbe mandato al diavolo e addio ri-appacificamento tra i due. Prima o poi glielo avrebbe detto, troppo codardo forse per farlo ora. "Beh, se la metti così, sembra davvero stupido.." Disse ripensando alle botte prese, mentre sorseggiava dell'acqua che poi gocciolò sul suo mento, udendo le risate che la corvonero non riusciva a trattenere. Contagiose tra l'altro, dato che anche lui iniziava a ridere senza riuscire a smetterla. "Ridi, ridi pure delle disgrazie altrui." Riuscì a spifferare, tra una risata e l'altra, prima di riuscire a ritornare finalmente serio. Scosse la testa, per rispondere alla domanda rivoltagli. "Non ce l'ha fatta, è morta." Finse prima di mordersi le labbra, cercando di trattenere una grassa risata, inutilmente. "Sta bene, grazie a me!" Disse fiero, portandosi una mano sul petto che aveva volutamente gonfiato, per farlo sembrare più grosso di quello che è. "Il coprifuoco è alle porte, andiamo via?" Purtroppo non poteva invitarla nella sua stanza, o avrebbero vissuto nuovamente quel pomeriggio.. quello in cui vennero beccati da Hugo e Oliver, che, a proposito, Christian doveva ancora vendicare lo scherzetto della scritta infuocata fuori la porta.
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