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.Mi rigiro tra le mani il biglietto scarabocchiato da Mors in cui ci sono le indicazioni per arrivare a Nocturn Alley. Mi sarei smaterializzata direttamente lì, ma non avendo alcun luogo da visualizzare ho preferito raggiungere il villaggio alla vecchia maniera Babbana, cioè camminando. Con un sonoro crac mi materializzo in un anonimo vicolo di Londra, per proseguire poi in direzione di Nocturn seguendo le istruzioni fornitemi da Mors. Case fatiscenti si affacciano su vicoli polverosi, percorsi da individui incappucciati. Nessuno osserva le vetrine e il contrasto con la Londra luminosa e concitata di pochi istanti fa è forte. Sagome dai volti coperti sbucano dagli angoli delle strade e si dileguano come fantasmi, sparendo dietro porte scrostate. I negozi, poi, non hanno le sembianze di comuni empori o botteghe. Le vetrine non espongono merce, se non pochi oggetti sinistri. I negozianti non hanno bisogno di farsi pubblicità, chi popola quei luoghi sa già dove deve dirigersi, non sono necessarie insegne o cartelloni pubblicitari. Affascinante, è tutto così fottutamente affascinante. Un brivido di adrenalina mi percorre la schiena quando individuo un teschio umano svettare su una pila di libri impolverati. Mi avvicino a quella vetrina. Non è chiaro cosa sia venduto all’interno, gli oggetti esposti sono buttati alla rinfusa e riesco a riconoscere vecchie clessidre, tomi dalle copertine consunte e quella che pare essere una giratempo. Bramo quel teschio, potrebbe diventare il pezzo forte della mia collezione. Il pensiero corre ai numerosi scheletri che, rimpiccioliti, ho portato con me nel baule. Non ho una casa in cui riporli e lasciarli a Durmstrang non mi era parso saggio, così quel che resta di quegli animali indifesi mi fa ora compagnia nel dormitorio dei Corvonero. Scuoto il capo, non devo distrarmi, ho una missione da portare a termine. Mors mi ha parlato di un negozio chiamato Magie Sinister, in cui avrei trovato ciò che cerco da tempo. Non poter usare le maledizioni senza perdono entro i confini della scuola è per me un grande limite, poichè non mi consente di torturare Anita come vorrei, anzi come dovrei. Devo quindi ricorrere ad un’alternativa, e confido nella capacità del commesso di Magie Sinister di potermi aiutare. Mors, però, non mi ha saputo descrivere il negozio e non mi pare di aver visto insegne recanti quel nome. Passo in rassegna con lo sguardo le vetrine che si affacciano sul lato opposto della strada. Sinister potrebbe essere uno qualsiasi di questi negozi. Cazzo, non posso certo domandare a un passante.. o forse si? Beh, dovrei essere sicura che sia la persona giusta, che non sia troppo pericoloso. Sono brava con gli incantesimi, è vero, ma la mia abilità non è certo paragonabile a quella di un mago adulto. Mi calo il cappuccio della mantella nera a coprirmi gli occhi, osservando una ragazza giovane avvicinarsi. Ad occhio e croce deve avere la mia età, ha un viso pulito e lunghi capelli rossi. Sembra innocua. Appoggio la schiena al muro dietro di me, attendendo nell’ombra che quella mi sia più vicina.
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.Sono di passaggio per Nocturn Alley. E diamine pensavo che le voci fossero troppo adulatrici riguardo questo posto, e invece é davvero tutto così interessante. Perché non ci sono venuta prima?
Le vetrine mi chiamano come se sapessero il mio nome e mi sono fermata troppo tempo a fissare un paio di oggetti che si libravano dietro quei vetri scuri. So che c'è un negozio il cui proprietario ha delle chicche da paura. Chissà se mostrandogli quell'oggetto rubato dalla tana delle serpi sa darmi qualche informazione in più. Non funziona questo è chiaro, ma se il biondino lo custodiva gelosamente significa che ha qualche sorta di potere no? La domanda spontanea che si accavalla é anche, dove cavolo l'ha preso?
Le mie ricerche non hanno portato buoni risultati, devo per forza parlare con lui.
Sorpasso un gruppetto di persone losche e mi infilo sotto ad un tunnel di pietra. C'è una persona minuta incappucciato e addossata alla parete. Quello che a lei è sfuggito è che i capelli biondi che escono di lato dovrebbe legarseli per bene. É una ragazza o un ragazzo coi capelli lunghi.
Sorpasso la figura con noncuranza e proseguo verso il fondo diretta a superare lo scolo intasato da rami e merda. L'odore della acqua stagnante mi fa arricciare il naso, del resto una cosa che ho notato da quando ho scoperto di essere incinta è che il naso e il gusto sono più precisi.. -
.Con il cappuccio calato sugli occhi osservo la giovane avvicinarsi alla mia posizione scoccandomi di tanto in tanto sguardi sospettosi. Ho l’impressione che non sia una cliente abituale delle botteghe di Nocturn, e sono i suoi lineamenti delicati e la sua espressione angelica a suggerirmelo. Posso anche sbagliarmi, ovviamente. Non sarebbe il primo diavolo travestito da angelo che incontro. Io stessa, in effetti, ho sembianze serafiche ma nascondo un animo tutt’altro che gentile. Meglio per me, l’immagine che offro al mio interlocutore mi mette sempre in una posizione vantaggiosa, permettendogli di abbassare meccanicamente le difese al primo sguardo. La giovane donna mi supera, non prima di avermi rivolto un’ultima occhiata fugace, atta a sincerarsi che io non le casti un incantesimo non appena la sua mantella quasi sfiora il mio corpo addossato alla parete. Ed è invece proprio quello che faccio. Infilo con un movimento fluido la mano tra le pieghe del mantello alla ricerca della mia bacchetta. Con delicatezza ne stringo il manico tra le dita e scandisco nella mente Confundus! direzionandone la punta verso la schiena della ragazza. Gli incantesimi non verbali sono decisamente il mio forte. Non è mia intenzione ferirla, e non per magnanimità, bensì perché ho necessità di ricevere indicazioni da qualcuno circa l’ubicazione del negozio che cerco. L’incanto serve per arrestare la sua camminata frettolosa e la sua imminente sparizione oltre l’angolo della strada, oltre che per renderla momentaneamente inconsapevole di cosa le stia accadendo. Non mi va che si accorga che ho bisogno di lei, in qualche modo. Confonderla significa privarla della capacità di cogliere gli stimoli dell’ambiente circostante per una buona manciata di secondi, consentendomi di affiancarla e porgerle, mendace, il mio aiuto. Ecco che la sua andatura si fa un poco incerta, come una sonnambula ignara del proprio cammino. È arrivato il momento di approcciarla, offrendole il mio aiuto come la strega cattiva offrì alla candida donzella una mela avvelenata nella famosa fiaba babbana. Ti senti bene cara?Faccio sfoggio di tutta la mia ben congegnata ipocrisia..
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.Se la direzione da me intrapresa é dritta e l'idea è quella di svoltare ben presto oltre l'angolo, qualcosa va storto. Confusamente mi ritrovo a travisare tale idee e la stessa figura vista poco prima me la trovo ora di fianco a me. Leggermente spaesata mi ricompongo, concentrandomi ora sulla mia interlocutrice che mi porge una domanda anche troppo gentile per qualcuno che si trova nel villaggio magico di Nocturn. Ruoto di poco il mento verso di lei, i capelli chiarissimi richiamano la mia memoria senza dubbio. Troppo gentile per Anita Ardelean. Che cazzo fai Ardelean? Non fingerti interessata non ti riesce bene Rispondo tagliente al suo ben montato quesito. Che te ne fotte? Non sono dell'umore per le moine e le prese per il culo.
Rallento il passo ma non mi fermo. Sei alla ricerca di ingredienti per le tue improvvisate? Magari questa volta invece di creare un intruglio sull'Everest hai deciso che ne so.. di fare qualche cazzata al margine di un precipizio?
Rido sarcastica ricordando il nostro astioso ultimo incontro al limitare della foresta. Anita non é sicuramente tutta apposto, la conversazione tenuta con lei non fu altro che una manciata di cazzate sparate per cercare di giustificare le sue stupide azioni di quel giorno. Ridicola. Nel caso così fosse, e perdessi l'equilibrio, sono certa che Hogwarts piangerá la tua assenza. No, ovviamente. Sprezzante e diretta senza tanti giri di parole.
Accelero le falcate, se ha qualcosa da dire è bene che sia interessante al punto da stuzzicare la mia attenzione e che stia al passo.
Edited by vânjaRosèncrañtz - 13/7/2021, 17:48. -
.La ragazza muove un paio di passi ondeggiando, indice che l’incanto che ho castato è andato a buon segno, anche se devo averla sfiorata soltanto dal momento che l’effetto svanisce quasi immediatamente. Risponde al mio tono falsamente cordiale con un’espressione di puro disprezzo, ma sono le parole che proferisce a colpirmi particolarmente. Rimango interdetta quando le sento pronunciare il mio cognome e impiego qualche secondo prima di comprendere che non è a me che si sta rivolgendo. O meglio, io non sono colei chi crede di avere davanti, in quanto i miei capelli quasi bianchi e i miei grandi occhi nocciola si possono riscontrare in un altro individuo sulla faccia della terra. Celo il mio entusiasmo, non poteva andare meglio di così. Due piccioni con una fava, come si suol dire. In primis perché quella che ho davanti deve essere una studentessa, in secondo luogo perché, come tale, significa che può essermi utile per portare a compimento il mio obiettivo. Deduco dal tono acido che mi rivolge che lei e Anita non siano esattamente migliori amiche. Bene, la mia dolce sorella si è fatta già conoscere per la feccia che è. La rossa davanti a me, però, non merita affatto un trattamento coi guanti bianchi. Sebbene stia pensando di rivolgersi ad Anita, è sempre me che ha di fronte e sono io ad essere raggiunta dalle sue frasi sputate come fossero velenose. Mi avvicino a lei, i nostri visi sono ad un palmo di distanza. Decido di reggere il gioco e di fingermi davvero la mia gemella, anche solo per divertirmi un po’. E chi non mi dice che un intruglio, come lo chiami tu, non ti sia già stato somministrato senza che te ne accorgessi? Bluffo, ma dalle parole della rossa annoto che Anita ami particolarmente sperimentare pozioni. Non siete altro che cavie per me, sono sinceramente dispiaciuta che tu non te ne sia resa conto. Le rivolgo un sorriso sghembo mentre quella accelera e cerca di seminarmi. Certo, pensa di avere davanti una studentessa di Hogwarts, educata per castare al massimo un Lumos. Lascio che mi dia nuovamente le spalle ed estraggo la bacchetta da sotto il mantello. La impugno e nella mia mente formulo la parola Imperio. Gli incantesimi non verbali sono il mio forte, sulle maledizioni senza perdono, invece, sto ancora lavorando. Penso intensamente a ciò che la rossa voglio che faccia. Figuro l’azione nella mia mente e metto in pratica l’incanto, costringendola ad arrestare la sua camminata frettolosa. Voglio obbligarla a dirmi qualcosa di Anita, così cerco di manipolare il suo corpo e la sua mente affinchè lei senta il bisogno di voltarsi e tornare da me..
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.Abbiamo già affrontato l'argomento sbuffo alla sua stupida insinuazione. Non sei in grado di fabbricare intruglio degno di nota come tanto le tue parole al vento vogliono raccontare figuriamoci somministrare una pozione degna della sua efficacia. Un consiglio dai più grandi, piccola, sta al tuo posto e non cercare di raccontarti per ciò che non sei.
A proposito la tua caviglia come sta? Vedo che cammini bene. I miei occhi osservano i piedi nascosti a tratti dall'ombra del tunnel dove ci siamo intrufolate. Sai, sembri particolarmente diversa quest'oggi, quasi tu abbia dimenticano il nostro ultimo incontro rallento il passo. A me non dispiace affatto ragazzina, se i tuoi piani non vanno in porto come desideri Aimé io ne sono felice. La guardo negli occhi, i miei color acciaio diventano una fessura. I tuoi fallimenti sono gioie per quelli come me.
Stupida ragazzina insolente.
Crede di avere un'imbecille di fronte? A quanto pare ha decisamente scordato le nostre dolcissime parole, a tratti sembra copiarmi. Mi domando dove vuole arrivare e se è a conoscenza che pomparsi troppo porta a spiacevoli delusioni.
Beh che vuoi? Domando spazientita riprendendo il ritmo, un'ondata di nausea mi porta a desiderare un cesso dove rigettare. Mi hai fermata per raccontarmi del tuo piano per la conquista del mondo? La canzono in modo sprezzante. Cavie! Ma sentitela! E ruoto verso di lei e mimo di prendere un ratto dalla coda e lanciarlo lontano con un colpo secco del dito indice. Attenta, Ardelean, é così che finiscono i creduloni come te..
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