Bardenfleth Palace.

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    20 gennaio 1997

    La voce della balia fa vibrare i preziosi vetri che pendono dal costoso lampadario posto sul soffitto d'ingresso. E' la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dimitrij quasi inciampa nel tappetto bordeaux ricamato da preziose trame d'oro. Sta fuggendo dalle stanze inferiori. Madame Yulene è furiosa e il suo grido pare un ruggito. Getta minacce al vento e sbracciando lo rincorre per tutto il corridoio laccato. Dimitrij è più veloce, complice la sua giovanissima età, il pavimento non è sicuramente a suo favore perchè gli inservienti l'hanno reso talmente lucido che ad una frenata sbagliata può andarsi a schiantare sulla prima porta chiusa. Deve frenare per tempo insomma. Dai, dai, Nora, sbrigati! allunga un braccio dietro di lui quando intercetta sua sorella nel tragitto verso non so dove e con il fiato mozzato dalla corsa le stringe la mano trascinandola con sè.
    Non le ha detto quale dispetto ha fatto alla donna che li ha cresciuti da quando sono nati, ma lui trova divertente vederla urlare e arrabbiarsi. Ghigna soddisfatto sicuro che non lo acchiapperà nemmeno stavolta. Infine non può alzare le mani su di loro o sua padre la licenzierà. Infine sono tutte dicerie campate per aria perchè le ha prese eccome ma mai si è lamentato sulla sottana della loro madre. La porta dietro di loro si chiude, attraversano l'atrio di marmo e sono pronti a salire nell'enorme scalinata che porta ai piani sopra le loro teste.
    Non le è proprio piaciuta la lucertola secca che ha nascosto sul guanciale del suo letto. Deve aver preso un brutto colpo.
    L'inverno si abbatte sulle finestre, nevica quel giorno di gennaio e l'ambiente a palazzo non è dei più confortevoli anche se i camini sono tutti accesi e le stufe anche.

     
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    Era inverno inoltrato e Nora amava stare accanto al camino a leggere un buon libro.
    Per la precisione le avevano regalato “La collina dei conigli “ e nonostante non scorresse molto velocemente era ben intenzionata a portarlo fino alla fine.
    Fu comunque distratta da un gran trambusto e da suo fratello Dimitrji che correva come un ossesso, sicuramente inseguito dalla loro balia.
    Impertinente comparve un sorriso sulle labbra della ragazzina che in un lampo chiuse il tomo, lo lasciò ricadere per terra e decise di seguirlo, forte anche dell'incentivo che venne da parte sua.
    -Che hai combinato questa volta per farla arrabbiare così tanto?- chiese con il fiato reso corto dalla corsa.
    La porta si chiuse e le scale erano pronte per essere calpestate dai loro piedi.
    La giovane sollevò la gonna del vestito che indossava per non incappare in esso e solo quando giunsero nella stanza aiutò il fratello a sbarrare la porta, poggiò la schiena alla parete e si lasciò andare a una fragorosa risata.
    -Ora però me lo devi dire cosa le hai fatto, fa capire anche a me per cosa siamo inseguiti!-
     
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    I passi della donna si sentono anche attraverso le pareti. I tonfi dei suoi passi sono pari ad un uomo che lavora in miniera da anni. La corporatura dell'inserviente non è per nulla fine. Sa che se riesce a raggiungerlo la sua testa può girare ben due volte sul suo asse. Per fortuna Nora non oppone resistenza, nè si lamenta, anzi capisce all'istante che lui deve darsela a gambe, o meglio devono, perchè una volta che la Signora d'interesse avrebbe visto anche la sorella in automatico sarebbero stati complici del dispetto. Il petto di Dimitrij si gonfia e si svuota incessante, la risata vuole fare capolino dalla sua bocca. Se ne esce pertanto strozzata. Quando Nora chiude la porta e la rende inaccessibile dal loro inseguitore lui fa spallucce e si dirige verso la finestra dove può vedere la neve cadere. Ridacchia di gusto e con una piroetta troppo veloce che gli fa quasi perdere l'equilibrio si rivolge a lei: Ricordi quando sul muretto quì fuori questa estate mi divertivo a colpire le lucertole che prendevano il sole? Sognante ripensa a quei momenti, è stato difficile colpirle a distanza con dei sassolini attraverso l'uso di una fionda, sforzandosi infine è riuscito a spaventarne molte ma ad ucciderne solo un paio. Una di quelle che ho colpito in testa le ho tenute dentro un vaso nella mia stanza spiega. Mette le mani sulle anche e dondola avanti e indietro mentre il ciuffo biondiccio gli ricade sull'occhio. La fronte è sudata e scaccia le gocce con la manica della camicia. L'ho messa sul suo cuscino, probabilmente ci ha dormito sopra tutta la notte e se n'è accorta stamane.
    Dimitrij scoppia a ridere di nuovo, così forte che si immagina la faccia di Madame Yulene quel mattino.
    Si volta verso la parete e si sofferma per una volta ancora sul dipinto della parete. Un giorno anche io e Nora saremo appesi lì?

     
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    Se lei era calma e pacata il fratello era tutt'altro.
    Dimitrij amava far gli scherzi, soprattutto a chi gli dava gusto, e la loro nutrice gliene dava.
    Tantissimo.
    Il fatto che fosse goffa e paffuta era solo un'aggiunta che rendeva la scena ancor più esilarante, certo finchè non venivano presi.
    Dopo sarebbero stati dolori, lo sapevano entrambi, per questo Nora aveva chiuso per bene la porta, e non l'avrebbe riaperta se non quando sarebbe stata la voce della madre a riportarli all'ordine.
    Quindi si staccò dal battente e andò dritta a lasciarsi andare sulla poltrona poco distante.
    -Certo che mi ricordo!- Lei amava vivisezionare quelle creature, e si era offesa alquanto quando lui non aveva voluto dargliene.
    Si era messa d'impegno e ne aveva trovate di sue, seppur indispettita.
    Non stento a credere che ora voglia darti una indimenticabile lezione, .. che schifo!-
    La risata fu contagiosa e anche lei rise, tantissimo.
    Più per la gaiezza che vedeva in lui che per aver goduto del fatto in se.
    Poi lo vide darle le spalle e il riso si calmò.
    Era assorto nell'osservare la parete davanti a lui così Nora si alzò e lo affiancò.
    Stettero in silenzio per un po', poi fu lei a sferzare l'aria con la sua voce.
    -Ti piacerebbe se un giorno venissi appeso anche tu li?-
     
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    La risata calda di Nora lo appaga e molto a dire il vero; rimane con gli occhia chiari a fissare le facce dipinte e ascolta la domanda della sorella mentre lei prende posto di fianco a lui. Sono in piedi di fronte ad un opera d'arte quei ragazzini, increduli di cosa il futuro riserverà loro, ignari del fatto che tutto sembra stretto fra le loro mani e di facile domestichezza. Un giorno entrambi subiranno un cambiamento repentino della loro esistenza e il fatto che loro non ne siano consci non dà modalità di sentirsi in qualche modo minacciati da ciò che li aspetta.
    Non lo so mormora Dimtirij, uno delle poche volte in cui non si è sentito convinto e sicuro. Si ferma un attimo a pensare tamburellando le dita sul labbro inferiore. Siamo noi i successori, eredi di tanta ricchezza, con le braccia fa un segno che indica tutto il palazzo. Lui adora l'oro, la servitù, il personale che lavora a palazzo e pertanto non solo si diverte e a prenderli in giro, li sminuisce ogni tanto anche verbalmente. A lui non piace essere comandato e forse si comporta bene solo quando Nora lo affianca. Legame di sangue che ha un potere enorme. Io non voglio essere ricordato un domani perchè sono un discendente dei Bardenfleth. La loro famiglia ha le radici nella storia del palazzo dove sono nati e stanno crescendo, il matrimonio che lega i loro genitori non ha nulla a che fare con l'amore e con altre faccende che fanno pensare che le cose vanno bene. Ma per quello che diventerò e farò, potente e ricco fa spallucce sbuffando l'aria e si volta verso di te. Io voglio morire pieno d'oro. Lo sottolinea. E' avaro e molto possessivo delle ricchezze di palazzo. Si sofferma a spostare una ciocca di capelli della sorella che le sta vicino all'occhio. E tu sarai la mia regina giusto? Lo dice ridacchiando, come un ragazzino sognante pensa che diventerà un giorno potente e dominatore. L'ultima cosa che vuole è vedere un altro principe o principessa dover obbedire a obblighi impartiti dalla famiglia. Lui crede che se loro prenderanno potere governeranno insieme, non si dovrà nemmeno più pensare a matrimoni e litigi.
    I sogni di Dimitrij sono in linea con la sua età, lui è cresciuto con Nora e per quanto lui sia un ragazzo duro e alle volte sboccato, un domandi non intende combattere per assicurarsi un titolo. Vuole che la sorella gli stia accanto.

     
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    Non lo sapeva lui e non lo sapeva neanche lei.
    In fondo erano stati cresciuti consapevoli che quel titolo non era una cosa semplice da gestire, pregno di aspettative che non erano certi di voler soddisfare a discapito della loro stessa vita.
    A volte lei pensava al futuro, l'incertezza che ne seguiva non le dava respiro.
    A volte la madre le aveva fatto notare come la sua fisionomia stesse cambiando, come da li a poco qualcuno l'avrebbe guardata con interesse e come lei avrebbe dovuto assecondare questo interesse se fosse stato proficuo per loro creare un legame.
    Questi discorsi le facevano schifo e per questo non ne aveva mai fatto cenno a Dimitrij; lui, a differenza sua, sarebbe montato su tutte le furie, dodici anni erano troppo pochi per capire le dinamiche della vita.
    -Lo capisco- gli disse – beh, sta a te non farti ricordare solo per questo no?
    Ti sei prefissato dei validi obiettivi?
    - morire ricoperto d'oro sembra un obiettivo molto valido e Nora sperava che un giorno lui potesse realizzare tutti i suoi desideri, anche essere sommerso dal lusso.
    -Io sono già la tua regina, per caso ti era venuto su qualche dubbio?- “un giorno ti daranno delle attenzioni, e tu dovrai accettarle”.
    Scacciò via il pensiero come una mosca fastidiosa e si strinse tra le braccia di Dimitrij -tu non lasciarmi mai sola, va bene?-
     
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    Se si è fissato degli obiettivi pensa fra sè estraniandosi per un breve momento da ciò che stanno dicendo. Dimitrij è uno che sa bene cosa vuole nel suo futuro però si rende conto che è poco più di un bambino per cominciare un cammino solido per avvicinarsi a ciò che lo renderebbe davvero felice. Sua madre è una donna che brama il controllo su tutto, è severa con l'uomo che l'ha sposata e anche con loro. Allo stesso modo sente che quella donna che la sorella chiama madre e che lui stenta a chiamare proprio, sta in qualche modo tagliando le ali dei suoi progetti. Anche mentali. Si sente spesso frenato dalla sua presenza, dalla sua arroganza. Quando si ritrova con Nora, però, ha come la sensazione che in due riuscirà tutto, è per questo che scaccia i pensieri negativi dalla sua mente nel preciso istante in cui lei si acquatta sotto la sua ascella e sbuca con il suo naso perfetto sotto il suo mento. Guarda i suoi occhi celesti, sono meravigliosi e lui crede di non averne mai visti di più belli. Nonostante ciò lui non si scompone, le sorride e sa che lei lo capisce senza usare le parole. Crede che lei abbia un'innata abilità: quando lui fa malanni, sta in silenzio o agisce nel modo più insensato possibile lei comprende. Non se lo spiega, ma è convinto che il loro legame, oltre che di sangue, sia anche profondo. Ritiene che non sia un caso la loro nascita: due gemelli di sesso diverso, così differenti nell'aspetto, nel comportamento. C'è comunque qualcosa che li accomuna, man mano che gli anni passano si rende conto sempre di più che sono complementari per motivi non ancora chiari. A Dimitrij non importa che lei sia mansueta, comprensiva, dolce in un certo senso; ovvero possieda tutte le caratteristiche di una ragazzina che lui detesterebbe. Con Nora non succede. La guarda e si fa scivolare addosso tutta la sua diversità e la apprezza. Il motivo è uno soltanto: sua sorella non è solo la sua gemella all'anagrafe, è la sua migliore amica, è un baricentro in grado si stabilizzarlo quando perde le staffe o la ragione. E ce ne sono di volte, quella della lucertola non è altro che una scemenza.
    Quando l'hanno beccato a rubare nello scantinato del fabbro che esegue gli ordini del palazzo nobiliare, delle guardie lo avevano preso di mira, lo stavano tartassando e quando sua madre era giunta fra le urla lo aveva picchiato più forte. Lui ne era uscito sanguinante anche se aveva solo dieci anni, le minacce di suo padre furono fra le più dure mai udite: la prossima volta che rubi ti taglierò io stesso due dita così te lo ricorderai bene. Gli occhi lucidi avevano fatto spazio ad una rabbia innata, aveva catapultato i migliori vasi pregiati di porcellane dal mondo dall'ultimo piano e poi, in preda ad un culmine di rabbia, per via di magia incontrollata aveva dato fuoco allo stendardo che pendeva al culmine della scalinata in marmo. Lei lo aveva trascinato via, nascondendosi con lui nelle stanze più remote di palazzo, celandosi agli occhi dei servitori che stavano invano soffocando le fiamme e ricercando il colpevole. Erano rimasti a lungo in silenzio raggomitolati uno di fianco all'altro in quel posto. Per diverso tempo lui non l'aveva guardata ritendendola responsabile di non averlo lasciato sfogare. Infine, parole che con precisione non ricorda, aveva sistemato tutto. Dentro di lui s'intende. Aveva soffiato fuori un ringhio di rabbia e infine le aveva preso la mano. Hai ragione Nora Gry aveva detto.
    Sei la mia regina annuisce Dimitrij fissandola dritta in volto, le fa spazio e infine circonda le sue spalle con il suo braccio. Poi scuote i capelli biondicci negando qualsiasi altro interesse. Non lo sarai le promette convinto. Chi è il tuo re?E con quella domanda non intende quello in carica al momento, nè la figura che intende "comandarla". Preme leggermente il braccio di lei spingendola verso di lui, non sta più guardando il dipinto davanti a loro, ha perso di significato.

     
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    La sua mente correva al futuro, si vedeva in un palazzo dove gli unici protagonisti erano loro, indissolubili e indistruttibili.
    Eppure la sua pragmaticità, la maggiore presa di coscienza rispetto al fratello, le faceva vedere la realtà per quello che era.
    Un giorno non sarebbero stati loro due, ma ognuno responsabile di se stesso.
    Tuttavia amava quando la definiva la sua regina.
    Perchè questo voleva dire che non erano di quei fratelli che si odiavano e che volevano predominare l'uno sull'altro.
    Lui la vedeva al suo fianco, come sua pari.
    Erano due facce della stessa medaglia e ogni cosa li coinvolgeva entrambi.
    Lei si strinse maggiormente a lui, si strinse tanto che le nocche le erano diventate bianche attorno alla di lui maglietta.
    -Tu sei il mio re- l'unico re al quale avrebbe dato retta.
    Gli sorrise, poi distolse lo sguardo favorendo maggiormente il suo capo sul suo petto.
    Anche in quel momento formavano un incastro perfetto, perchè nessuno riusciva a capirlo che non dovevano trattarli come entità distinte?
    -Ma tu credi che sarà sempre così?- per quanto quel momento di calma fosse confortevole Nora non riusciva a dimenticare quello che le era stato detto.
    -Un giorno prenderemo strade diverse, in quel caso come potrò essere la tua regina?- “e tu, come potrai essere il mio re?”
     
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    Quando Nora gli dice che lui è unico, con ciò gli riserva il titolo di Re, lo face in un certo senso tranquillizzare. Quelle parole hanno un potere strano su di lui.
    I capelli scuri della sorella inondarono la sua camicia. Una di quelle chiuse sui polsi e piuttosto larghe sui gomiti. Non lo so dice scuotendo leggermente il capo, in quel momento capisce che lei sta pensando al futuro in modo concreto. Lui dentro di sé, sa che un giorno le cose si faranno ardue e che i sogni devono essere seguiti fino ad un certo punto. Nonostante ciò un brivido di rabbia gli percorre i muscoli facciali e dalla schiena alla nuca. Si irrigidisce appena. Non importa, Nora dice con tono più convinto. Non mi interessa cosa gli altri decideranno per noi o cosa il futuro ci riserva. Poi la stacca leggermente da lui, appoggia le mani dritte sulle sue spalle e la guarda negli occhi. Sei convinta che di divideremo, perché? Se parti con questa supposizione significa che soccomberai a qualsiasi decisione ti imporranno. Scuote il capo e si morde il labbro. Se le cose andranno diversamente da come noi le vogliamo dovremmo combattere, intesi? Quindi scioglie le braccia ma non è convinto dallo sguardo di lei che si opporrà alle decisioni di corte, soprattutto della loro madre. Vorrebbe che la balia scatenasse la sua mano pesante sulla loro madre piuttosto che sulle sue natiche. Sono al sicuro dove si trovano eppure non è certo di volersene andare si piani superiori lasciando incompiuto quel discorso. Nora è sua, lui non intende cambiare le sue ideologie, è poco più di un bambino ma di una cosa è certo: le loro strade non devono mai allontanarsi. Lui vede le loro figure andare una di fianco all’altra, come due selciati paralleli che puntano allo stesso paese. Forse è egoista, Dimitrij, ma non riesce a concepire un domani distante da lei.

     
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    Non era proprio come lui diceva, nonostante la stesse scuotendo lei sapeva che non lo avrebbe abbandonato.
    Eppure sapeva anche che la loro madre era subdola e che se voleva sapeva come farla capitolare.
    Più lo guardava e più si diceva che lui era la sua insicurezza.
    Se avessero toccato tasti in cui ci sarebbe andato Dimitrij di mezzo Nora avrebbe desistito da qualsiasi proposito.
    Forse questo suo fratello non se lo aspettava, ma lei ne era cosciente, per questo, anche se la guardava con quei profondi occhi chiari in attesa di una risposta, lei non seppe cosa replicare.
    Però annuì, avrebbe combattuto, questo si.
    Lo avrebbe fatto fino alla fine dei suoi giorni.
    Fino a quando le sarebbe stato possibile farlo.
    Sollevò le mani e prese le sue, le spostò dalle sue spalle e le tenne strette per un po', il tempo di dirgli – insieme, per sempre- poi si voltò e raggiunse la porta, vi mise l'orecchio sopra e quando non udì alcun rumore gli fece cenno di raggiungerla – torniamo in camera, voglio farti vedere i gusci di uovo di drago che mi ha portato papà dalla Romania, dentro c'era un ungaro spinato, ci crederesti mai?-
    Si mise a parlare delle sue passioni e per quel giorno non toccò più il discorso su di loro.
    Nora era inquieta ma parlarne col fratello non era stato saggio, Dimitrij era convinto delle sue idee, e voleva che lei lo fosse altrettanto.
    Ma Nora era un po' più realista, meno sognatrice.
    Capiva l'andazzo e non riusciva a capire come poteva fare per venirne fuori.
     
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    Dimitrij non è pronto al contatto fisico con le persone. E' sempre un po' con la schiena rigida e trova difficoltà a lasciarsi andare. Questo con la sorella non succede, i suoi occhi chiari però non smettono di dilatarsi quando lei prende le sue mani e le stringe. Sente la sua cute calda, pensa che sia anche una cosa mentale che gli fa percepire il tocco più caldo di quando in verità è. Per sempre annuisce lui. Queste parole le ha capite bene forse perchè sono quelle che voleva udire.
    Quando Nora si allontana il ragazzino non fa che rimanere fermo e sposta solo gli occhi per vedere che sta verificando la presenza della balia al di là della porta chiusa. Va bene acconsente soffiando fuori un po' di tensione. Quindi abbiamo un drago a corte? E' sorpreso ma di certo curioso di questa notizia. Loro padre viaggiava molto, del resto aveva un bel da fare, con le donne che incontrava anche.
    I due giovani aprono la porta, si guardano intorno ancora come se l'orecchio astuto di Nora non fosse comunque affidabile. Andiamo la incita, non la prenda per mano, la affianca e a passi svelti raggiungono gli stanzoni superiori.


    chiusa
     
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